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Autore: Betulini2000    10/10/2016    1 recensioni
El secreto de Puente Viejo- Anno 1938. La famiglia Castro Castañeda vive felice e serena a Cuba, il tempo è passato in fretta ed Esperanza e Beltrán sono ormai grandi. All’Havana sono contenti, ma Puente Viejo attira come una calamita. Hanno bisogno di chiarire tutti i dubbi che abitano nella loro mente e, non potendo resistere al desiderio di scoprire quali segreti nasconde il paesino spagnolo, metteranno a rischio il loro. Lanciandosi in questa grande avventura, riusciranno a mantenere il segreto più grande? O verranno scoperti da chi in passato ha fatto tanto male ai loro genitori?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esperanza, in diciassette anni, non aveva mai visto una scena di violenza simile, quindi viverla sulla propria pelle fu un vero e proprio trauma.
“ho paura, Manuél. Tanta paura” diceva con voce tremante e spezzata dal pianto.
“basta, tranquilla. È tutto finito” lui cercava di rassicurarla accarezzandole i capelli con la mano buona e stringendola forte al suo petto. Fernando giaceva incosciente per terra, era solo svenuto e non molto tempo dopo avrebbe aperto gli occhi proseguendo con la sua furia omicida. Espe non riusciva a credere di aver rivelato il segreto al loro peggior nemico, si era ripromessa più e più volte di stargli alla larga ed adesso era stata lei stessa a mettere in serio pericolo tutta la sua famiglia. Sperava solo che Mesía, per via della botta in testa, avesse dimenticato gli ultimi avvenimenti, ma non riusciva a convincere neanche sé stessa. Quel demonio avrebbe raccontato tutto alla Montenegro e poi insieme si sarebbero vendicati, avrebbero raggiunto la sua famiglia a Cuba e avrebbero fatto loro del male, ne era certa, tuttavia non si pentiva di aver dovuto correre questo rischio per salvare Manuél.
“che cosa hai alla mano?” la prese e la sfiorò leggermente con le dita, sul volto del giovane saettò un’espressione di atroce dolore.
“credo di essermela rotta. Adesso però non c’è tempo da perdere, prima che si svegli devi andare a cercare il sindaco e la guardia civile.”
“e se si sveglia?”
“lo bastonerò di nuovo, non mi farà del male. Ora però corri” lei obbedì anche se controvoglia, non avrebbe voluto separarsi dal ragazzo per nulla al mondo. Una manciata di minuti dopo Esperanza tornò accompagnata da Pedro Mirañar e dalla guardia civile, che ammanettò il delinquente e lo portò in caserma ancora incosciente, la botta che aveva preso era stata davvero pesante. Successivamente vennero raccolte le testimonianze ed i due fidanzati vennero lasciati liberi, andarono di fretta al dispensario dove Lucas disinfettò con attenzione tutte le ferite e fasciò la mano di Manuél: frattura di due falangi. Espe sentiva una grande angoscia dentro per la rivelazione fatta, ma il sollievo di sapere il suo amore vivo, di saperlo lì con lei, era la cosa più importante.
“ho temuto davvero di perderti, quel mostro stava per infilzarti come uno spiedino.”
“ma come hai fatto a distrarlo?”
“l’ho chiamato e si è voltato, niente di che. Ora è meglio che andiamo a riposare, è stata una lunga giornata” si affrettò a  dire la cubana. Salutarono il dottor Moliner ed il figlio Marcos e si diressero ognuno verso casa propria, nel caso di Espe, verso la sua camera d’albergo. Una volta arrivata, i famigliari la sommersero di domande e lei fu costretta a rispondere ad ognuna di esse.
“e così adesso quel mostro lo sa” lei annuì davanti ai volti impressionati di nonna e fratello.
“non sapevo che altro fare, era l’unico modo valido per distrarlo.”
“non piangere più. Ormai quel che è fatto è fatto, nipotina mia. Almeno l’hai salvato, adesso possiamo solo confidare nella giustizia e sperare che lo rinchiudano in celle e buttino via la chiave” aveva deluso tutti: i suoi genitori, suo fratello, i nonni,e tutti gli altri che si erano impegnati a mantenere quel segreto per sedici lunghi anni, il suo cuore, al contrario, non avrebbe potuto essere più orgoglioso. , pensò.
 
Fernando si svegliò in una cella, ci impiegò un po’ per riprendersi del tutto, ma la prima cosa che gli venne in mente fu la spalla della straniera. Come era possibile che anche lei avesse quei maledetti nei? A quanto ne sapeva, Aurora, l’unica figlia della levatrice rimasta, non aveva avuto figli e Bosco aveva avuto un maschio, poi Gonzalo era morto e dalla tomba si sa, non si può concepire ; poi Esperanza era morta con María … o almeno questo credeva! Nella sua mente malata si affacciò all’improvviso la consapevolezza che forse non tutto era come appariva. Chiamò una guardia che stava appostata davanti alla porta.
“ho bisogno di effettuare una telefonata”
“non potete”
“non si può negare ad un carcerato la sua ultima volontà” l’uomo cedette e gli passò il telefono. Dopo un paio di squilli, qualcuno rispose.
“donna Francisca?”
“si, sono io”
“parla Fernando. Non so se siete al corrente del mio ingiusto arresto.”
“sarò anche vecchia, malata e confinata in casa, Mesía, ma resto sempre la più informata della comarca” le sue frasi erano intervallate da colpi di tosse.
“quei due mocciosi sono più in gamba di quanto credessi possibile. Dovete farmi uscire di qui il prima possibile, così potrò continuare con il piano”
“non sono loro ad essere furbi, ma tu ad essere un completo imbecille. Sei sempre stato incapace, ma adesso ti fai sconfiggere anche da dei ragazzini, mi sembra giusto che tu rimanga ancora un po’ lì a meditare sulla tua inutilità”la tosse si sentiva forte e chiara dall’altra parte del ricevitore, era insidiosa e maligna proprio come l’anima di chi la produceva.
“ho una novità da comunicarvi, una verità che vi sconvolgerà.”
“e quale sarebbe?”
“per saperla dovete liberarmi, ma posso dirvi che vi riguarda da molto vicino”
“e va bene, in un paio di giorni sarai fuori. Ma appena esci, passa subito dalla Villa e non farti vedere in paese.”
“vi ringrazio signora, non ve ne pentirete” agganciò soddisfatto della buona riuscita del suo piano.
   
 
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