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Autore: Jashin99    13/10/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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Preso dal panico
non piangere
Fermati un attimo
posso farcela
Perché se vai più giù
più giù
Forse non torni più
forse non torni più
Cerchi di uccidere
nemici
Quello che hai dentro te
non lo dici
Ma fare come fai
come fai
poi te ne pentirai
te ne pentirai

(Panico-Neffa Ft. Fabri Fibra)

Non ci provava poi tanto gusto.
A differenza degli altri demoni, vedere qualcuno rantolare ai suoi piedi non gli piaceva questo gran che.
Lui preferiva vedere la gente morta ai suoi piedi, non quella ancora in vita, per quelle persone provava sempre un certo... non proprio un dispiacere, più una noia nel doverli guardare negli occhi per finirli; con i morti era più semplice, non si muovevano, non gli parlavano, non lo guardavano, stavano zitti e si facevano massacrare per bene; a pensarci bene, questo fastidio era più forte da quando era tornato.
Si lasciò scappare un sospiro nello squadrare la ragazza inginocchiata ai piedi del trono, tenuta immobile da due demoni in armatura, una giovane dai lunghi capelli rosa che ricadevano sciolti sul suo viso graffiato e sullo sporco vestito rosso, privi delle consuete cuffie.
-Finalmente ti abbiamo presa, Meldy. Mi annoio, suggeriscimi un modo originale con cui potrei ucciderti.-.
-Aspetta!- Lo supplicò lei.
Natsu girò gli occhi: “Ecco che ricomincia...”.
-Aspetta, Natsu, ti prego!- Singhiozzò: -Io lo so... lo so che sei ancora lì dentro! So che tu non vuoi tutto questo!-.
Quante volte aveva già sentito quelle parole? Ormai aveva perso il conto fino a diventarne insofferente, e con un cenno ordinò alle guardie di sbatterle il viso sul pavimento; e quando i due, tirandola per i capelli, la costrinsero a rialzare lo sguardo, non si curò più di tanto del sangue che colava dalla sua fronte e dalla sua bocca.
Provò a parlare, ma uscì solo un gorgoglio rauco, quindi E.N.D. la precedette.
-In realtà sono sorpreso che proprio tu stia tentando di “aiutarmi”, dopo che ho ucciso davanti a te tutti i tuoi compagni di gilda.-.
Meldy trasalì, e E.N.D. capì di aver colpito nel segno, così sporgendosi in avanti scandì: -Io ho polverizzato Gerard davanti ai tuoi occhi. Te lo ricordi, vero? Quella volta te la desti a gambe levate mentre li ammazzavo, ricordi?-.
Meldy deglutì e abbassò il viso, ma i due demoni la costrinsero a rialzarlo, così Natsu si ritrovò a guardarla negli occhi.
Ecco, ancora quello sguardo, aveva fatto a pezzi il suo animo ma in fondo a quegli occhi lacerati brillava ancora chissà quale fioca speranza. Che gusto c'era nell'eliminare qualcuno con quegli occhi? Ma, d'altra parte, Crime Sorcière era troppo pericolosa anche per subire il Cambiamento, doveva essere eliminata totalmente, com'era successo a quel villaggio di giganti o a Raven Tail. Beh, con loro era stata più antipatia personale.
Tornò a sedersi su quel trono scomodo e riprese: -Non mi odi del tutto, te lo leggo negli occhi. Sono quello che dovresti volere morto più di tutti, ma non ci riesci. Sei patetica.-.
E, giusto per fare più effetto, la fece sbattere ancora sul pavimento, lasciandola stavolta un po' di tempo sdraiata, per darle l'illusione di un attimo di tregua.
Non gli piaceva molto, ma sapeva bene come infierire.
Anche se una certa soddisfazione la provò quando, rimessa forzatamente in ginocchio, vide che non aveva neppure più la forza di tenere alta la testa, che le cadeva continuamente in avanti, e dopo che le guardie la obbligarono a guardarlo ancora una volta, notò che la sua espressione era finalmente cambiata: le sue palpebre erano livide e umide, il suo viso era insanguinato, la sua bocca era socchiusa e i suoi occhi si erano ormai spenti, non riuscivano più a guardarlo, si limitavano a fissare il vuoto in mezzo a loro, e vuoti erano loro stessi.
Era morta, almeno dentro.
-Mi irriti. Sei morta troppo velocemente. Sei una codarda, fino ad adesso non hai mai fatto nient'altro che scappare, e ora che ti abbiamo catturata ti arrendi subito. Non meriti neanche di farmi divertire.-.
Alzò la mano e la avvampò, preparandosi ad incenerirla, quando quella scosse violentemente la testa.
-No! Io non mi arrendo! Io ti riporterò in te, Natsu, e farò finire tutto questo!-.
-Oh.- Si finse sorpreso lui: -Sono curioso di vedere come farai.-.
Rialzò improvvisamente lo sguardo, e lui sobbalzò.
Il suo sguardo... non era la prima volta che qualcuno si risvegliava all'ultimo momento, ma non aveva mai avuto quegli occhi: di solito la disperazione e la paura li riaccendevano, invece i suoi erano ancora vitrei, come se si fosse rassegnata a morire... o forse era altro? Premeditazione? Stava aspettando quel momento?
Si rese conto solo allora della sua posizione, con l'energia sul braccio era calata la sua difesa, ma era impossibile che...
-Sbagli a dire che mi avete presa. Io mi sono lasciata prendere!-.
In un attimo le sue mani erano libere e puntavano il volto dei due demoni che furono trafitti da due spade spuntate dai suoi palmi; no, era stata perquisita, non poteva... ma quelle non erano spade, erano le sue ossa! Aveva estratto le ossa dalle braccia! Ma che razza di magia...
Meldy lo puntò con entrambe le braccia; una mossa palesemente inutile, non sarebbe mai stata più veloce di lui ad attaccarlo, allora perché stava sorridendo?
Poi, però, le ossa si ritrassero e il polso destro di Meldy si illuminò.
Uh?” Natsu abbassò il braccio e se lo esaminò; era caldo, ma non per la fiamma, era più un tepore, un formicolio.
Poi lo vide: un cerchio rosa attorno al suo polso, con un cuore al centro.
Quest'incantesimo... non sarà...”.
Alzò sulla ragazza due occhi indemoniati, a cui lei rispose con un ghigno superbo.
-Maguilty Sense: Sensory Link. Ora i nostri sensi e le nostre emozioni... anzi, le nostre stesse vite, sono collegate dalla mia magia.-.
E.N.D. socchiuse le palpebre, con la netta impressione che la cosa stesse prendendo una brutta piega.
Le nostre vite?”.
-Se ora mi colpisci, morirai insieme a me, Natsu.- Spiegò lei: -Quindi tenta... di riprendere il controllo di te...-.
Avrei dovuto colpirla prima...” Intuì lui: “Ma ora che vuole fare? Vuole eliminarci entrambi?”.
Meldy chiuse gli occhi e unì le mani, sembrò concentrarsi.
Poi successe qualcosa di strano.
Fairy Tail.
Cosa? Perché ho pensato questo adesso?”.
Fairy Tail.
No... non sono stato io...”.
Poi arrivò il resto.
Natsu strinse le mani tra i capelli, cercando di contenere le immagini e le sensazioni che si stavano introducendo nella sua testa. Che lei stava introducendo.
Calore.
Affetto.
Amicizia.
Amore.
Lucy.
-Natsu.-.
E.N.D. sbiancò nel risentire quella voce, per un attimo i ricordi si concentrarono su un'unica persona; alzò il viso sulla ragazza e vide che era stata lei a parlare, ma la sua voce non era la sua.
Era più limpida, e dolce, e bella.
Era...
-Smettila!!! Che cazzo stai facendo alla mia testa???-.
-So che mi puoi sentire.- Proseguì lei, ogni parola era un colpo al cuore con quella voce.
-Ti tirerò fuori da lì, resisti ancora un po'. Tornerai a essere ciò che sei realmente, e torneremo a casa insieme.-.
No, no, no, perché stava accadendo questo??? Cos'era quel dolore che sentiva??? Perché rimpiangeva quella voce???
Felicità.
Gioia.
Rimpianto.
Fairy Tail.
Un'altra figura si insinuò nella sua mente, quella di una giovane donna dai capelli neri che fluttuava nel vuoto, e la vide bella; e lui era davanti a lei, ma era in un corpo minuto, che non era il suo, e pensò di amarla, ma non era lui a pensarlo; vide la donna aprire le braccia e avvicinarsi a lui, eppure non tentò nemmeno di scappare, anzi, desiderò di andare da lei, e corse da lei, e si fece abbracciare da quelle morbide braccia.
Provò l'impulso di piangere, e di abbandonarsi a lei, e di amarla, e così fece.
Perché quella donna era Ultear, ed era tutto per Meldy, ed ora era tutto per lui.
-Natsu.- Lo chiamò lei.
-Torna da me. Torna, Natsu.-.
Forse urlò, o forse fu Meldy a urlare, non riuscì a capirlo, strinse le mani così forte da provare dolore, eppure quelle sensazioni erano più forti di quel dolore o di qualsiasi altro, si fecero strada nella sua mente sconvolta, penetrarono nell'angolo più buio della sua anima e...
-Ti è piaciuta?-.
Natsu rialzò la testa, scrollando il collo.
Meldy trasalì, fermando il flusso dei suoi pensieri.
Aveva capito che qualcosa non andava, lo percepiva.
-L'ultima volta che ho recitato ho impersonato un drago un re demoniaco, e penso che mi si addica. Ma non me la sono cavata male nemmeno oggi, non credi?-.
La ragazza aggrottò la fronte, tentando di riprendere a contaminarlo, ma invano.
-Oh? Come, non ci sei ancora arrivata? Non hai capito il punto debole del tuo piano?-.
Meldy sgranò gli occhi, finalmente iniziava a capire.
-Tu hai pensato: “introdurrò le mie emozioni umane nel suo corpo e risveglierò i suoi ricordi assopiti, così da indebolire E.N.D. e liberare Natsu dalla sua mente.”, come se un po' di Lost Magic sarebbe bastata a sconfiggere l'anima di un demone... In ogni caso, sei partita da un presupposto errato.-.
-“Natsu è intrappolato nel suo corpo.”, è questo che credevi. Che io e lui fossimo due cose distinte. Sbagliato. Io non sono E.N.D. o Natsu, io sono E.N.D. e Natsu.-.
-Non mi capisci, lo sento. Vedi, quello che tu chiami “Cambiamento” è in realtà quella che voi umani chiamate “Evoluzione”: non ho eliminato i ricordi di Natsu, né li ho rinnegati, li ho aggiunti agli altri. E anche le sue emozioni, le ho aggiunte alle altre. Le ho solo messe in fondo al resto. Mi sono evoluto da umano a demone, senza cancellare niente di ciò che ero, solo riassemblandolo seguendo il mio istinto, che è di ammazzarvi.-.
-Detto in parole povere, non c'è niente da risvegliare, sono già completamente sveglio. Sono solo cambiato.-.
-E allora tu mi chiedi: “Cosa ne hai fatto delle emozioni che ti ho inviato?”. È molto semplice: le ho incassate, catalogate e aggiunte alle altre. “Ma allora cos'era quello che mi tornava?”; niente di meno che sensazioni e memorie che avevo già aggiunto e che ho estratto per mostrartele.-.
-Se non te ne sei accorta è colpa tua e della tua magia. Con il Link sei abituata a condividere ciò che vuoi e a ricevere tutto il resto, perché lo hai usato sempre su maghi al tuo stesso livello o più deboli; ma io, che sono molto più potente di te, ho usato il tuo stesso trucco, ti ho rispedito ciò che volevo e ho presto da te tutto. Tutti i tuoi ricordi. Tutti le tue emozioni. Tutti i tuoi pensieri. E l'ho aggiunto, tutto quanto.-.
-Beh, quasi tutto, è solo la prima volta che uso questa magia.-.
-“Ma se avessi preso informazioni da me, l'avrei sentito.”, hai pensato. Certo, era quello che ti ho fatto pensare.-.
Meldy spalancò la bocca, era rimasta in silenzio per tutta la sua spiegazione immersa in chissà quali... no, sapeva bene che cosa aveva provato, e che cosa stava provando.
Incredulità.
Stupore.
Paura.
-Proprio così, ho usato la tua stessa magia su di te. E ora posso controllare ogni tuo pensiero. Posso controllarti.-.
Posso controllarti, il solo pensiero lo fece eccitare, si leccò la lingua e si sporse in avanti.
-Posso farti suicidare, posso farti ripudiate tutto quello in cui credi, posso farti uccidere le persone che ami di più, e posso farti divertire nel fare tutto questo.-.
-No...- Biascicò lei, solo perché lui decise di darle un po' di forza per parlare. Che non si dicesse che non fosse gentile.
Meldy scosse lentamente la testa, i suoi occhi si inumidirono di paura.
-No, non posso crederci...-.
-Ah, hai ragione in effetti. Non te l'ho permesso ancora. Se l'avessi fatto mi sarei risparmiato tutto il discorso; ma poi dove stava il divertimento?-.
-No, tu menti...- Sembrava una bambola inespressiva, e stavolta lui non c'entrava niente. Quasi.
Natsu alzò un angolo della bocca e Meldy si irrigidì tutta.
-Odio. Per un secondo ti ho fatto odiare Ultear con tutta la tua anima.-.
L'impatto fu forte, se Natsu non si fosse preparato a incassarlo avrebbe potuto anche subirne.
Lo percepì chiaramente, quella ragazza era andata in pezzi.
-No... ti prego, Natsu...- Il bel viso della ragazza si contrasse in una smorfia di terrore e iniziò a piangere copiosamente: -Ti prego, Natsu! Ti prego, Natsu! Ti prego, Natsu!!!-.
Natsu si riappoggiò sul trono, tutta quell'estasi l'aveva quasi fatto alzare in piedi, e alzò gli occhi.
Ecco che partivano le suppliche, ecco che partivano le lacrime, ecco che partivano i “no” aspri con la testa, e i pugni sul pavimento, e le testate eccetera.
-Non può essere vero! Non ci credo! Non posso crederci! Dimmi che non è vero! Dimmi che ci sei ancora, Natsu!!!-.
Dolore, sconforto, panico, Natsu li provò tutti assieme a lei, e decise che doveva finire, la faccenda era già diventata noiosa.
Così decise di accontentarla: voleva entrare nella sua anima e la fece entrare.
Non fu tanto per lo stato in cui si trovava, quanto per il fatto che un cervello umano non poteva sopportare simili visioni, che la ragazza non durò che qualche secondo: scattò in piedi, cacciò un urlo terrorizzato e sbarrò gli occhi, crollando a terra come una bambola rotta.
Era stato relativamente buono con lei, dicevano che l'infarto non faceva male ed era molto rapido.
Mentre si rigirava il polso, libero dal marchio che le aveva fatto disattivare un secondo prima che morisse, pensò che in fondo infierire sui vivi non era poi così male.



Lisanna, fronte sul finestrino, fissava annoiata il paesaggio sfrecciarle davanti agli occhi.
Erano in strada da circa mezz'ora, e Freed non aveva ancora aperto bocca, limitandosi a guardare la strada senza staccarle gli occhi di dosso; qualche volta Ginger irrompeva con un'imprecazione su quanto fosse stretto lì dietro, ma poi si zittiva e rimaneva a bofonchiare tra sé e sé, mentre Flare taceva sempre.
In un altro momento quell'azzurro che non vedeva più da mesi l'avrebbe colpita, ma adesso era troppo giù di morale per rilassarsi, anche se non sapeva spiegarsi il perché.
Probabilmente era solo triste per aver lasciato Wendy.
Già, a proposito di lei, ora che ci pensava c'era qualcosa che non le tornava.
-Freed-san, potrei farti una domanda?-.
-Certo, dimmi pure.- Rispose lui impassibile.
-Wendy non... non ti è sembrata strana?-.
-In che senso?-.
-Nel senso che... mi pareva triste...-.
-Beh, stavamo partendo.-.
-Sì, ma non era solo per quello... i suoi occhi erano... come dire... erano spenti, sembravano morti, come se stesse soffrendo.-.
-Uhm...-.
Lisanna si voltò, sembrava essergli venuto in mente qualcosa, ma il suo profilo con l'occhio nascosto dalla frangia non le lasciava conferma.
-Ho sentito una voce, in effetti. Ti ricordi di Sherria, la God Slayer del Cielo?-.
Sherria? Ah, sì, era un'amica di Wendy. Se non sbagliava faceva parte di Lamia Scale, prima che si sciogliesse, e si erano conosciute ai Grandi Giochi della Magia.
-Perché, che c'entra?-.
-È morta.-.
Il cuore di Lisanna smise di battere per qualche secondo.
-Co...cosa?-.
-È solo una diceria, ma sembra che la squadra di cui faceva parte sia stata decimata qualche giorno fa.-.
-De...decimata? E lei... anche lei è...-.
Sherria... morta? No...no, non era possibile! Ora se la ricordava, ricordava i suoi capelli rosa scuro raccolti in due nastri arancioni e il suo sorriso cordiale sempre in volto, ricordava i suoi modi goffi ma gentili, ricordava la sua innocenza nel parlare con Wendy e il suo coraggio nel combattere, ma era solo una bambina, come poteva essere morta?
-...no... non posso crederci... non ha senso... Wendy... oh mio Dio, Freed, dobbiamo tornare da lei!-.
Freed non le rispose, lei lo scosse per il braccio.
-Freed!-.
-Sai che non possiamo, Lisanna.- Fece calmo lui.
-Ma che dici! Come possiamo pensare alla missione se Wendy ha appena perso la sua migliore amica???-.
-Le ho parlato, prima di partire.-.
-Davvero? Cosa ti ha detto? Come si sente???-.
-Non ha voluto dirmelo.- Rispose lui.
-Mi ha solo detto... mi ha detto di non tornare indietro, qualunque cosa tu dicessi.-.
Lisanna scosse la testa.
-Ma che stai dicendo? Come posso non tornare indietro? Non pensi a quanto stia soffrendo??? Povera Wendy... non possiamo abbandonarla ora!-.
-Wendy me l'ha chiesto pensando a te, Lisanna. Avevi preso un'importante decisione, non voleva che tu cambiassi idea a causa sua. È per questo che non ti ha detto niente, né lei né Charle o Happy.-.
-Ma lei è...-.
-Se ora tu tornassi da lei, la faresti soffrire più di quanto non soffra già.-.
-Non posso lasciarla sola!-.
-Devi farlo, o la farai solo stare peggio.-.
Lisanna lo guardò con lacrime supplicanti agli occhi.
-Ascolta, Lisanna, io capisco come ti senti, dico davvero, anch'io ci tengo molto a lei. Ma a volte dobbiamo lasciare da soli i nostri amici, se vogliamo dar loro una mano.-.
Lisanna strinse i pugni, Freed aveva ragione, aveva dannatamente ragione, lo sapeva, l'aveva capito fin da subito; ma che doveva fare? Come poteva pensare di abbandonare Wendy adesso? Come poteva agire da amica standole lontana mentre soffriva??? Era ingiusto, era stupido, era... era...
Era quello che voleva lei...
-Hai ragione...- Sospirò: -ma dopo aver parlato con la principessa io... io tornerò da lei!-.
-Sono d'accordo con te. Come ti ho detto, anch'io sono preoccupato per lei.-.
È vero, Wendy era una delle prime con cui Freed aveva legato dopo che Laxus era stato cacciato dalla gilda, gliel'aveva detto Na...
Abbassò istintivamente lo sguardo, trovandosi a fissare le mani al volante del ragazzo, e non poté non rimanere a guardare, quasi ipnotizzata, il graffio scarlatto che lampeggiava sul suo marchio verde.
-Freed-san... non ti ho ancora ringraziato come si deve per averci salvate...-.
-Non serve che tu lo faccia.- Replicò lui senza ancora guardarla.
Alzò un lieve sorriso, non riuscendo a capire, come sempre, se fosse modesto o arrogante.
Poi, però, si rese conto che qualcosa non quadrava.
-Ma come sapevi che ero in pericolo?-.
Freed aggrottò la fronte.
-Non lo sapevo. Ero in viaggio per il fronte e ti ho trovata nella foresta.-.
-Ma perché sei passato per la foresta? Non era la via migliore... e poi ieri Wendy-chan mi ha detto che avevi sentito che ero nei guai, e perciò sei... però a pensarci bene è impossibile, sono rimasta lì solo un giorno...-.
Freed rimase impassibile, ma quel suo silenzio assunse una punta di imbarazzo, e Lisanna lo guardò incuriosita.
-Cosa stai nascondendo, Freed?-.
Il ragazzo non rispose per qualche secondo, poi sbuffò e rispose: -Ero in missione.-.
-In missione?- Ripeté Lisanna.
-Sì.-.
Rimasero in silenzio per un po', lei a guardarlo di traverso e lui a fissare davanti a sé chiaramente imbarazzato, poi lui aggiunse: -Dovevo recuperare qualcuno.-.
-Recuperare...- Lisanna sgranò gli occhi, poi si girò di scatto.
-Dovevi recuperare Ginger???-.
Freed sussultò senza dire nulla, ma fu un chiaro assenso.
-Eh???- Esclamò quella dietro la parete di ferro che la divideva dal guidatore che evidentemente non era abbastanza spessa da non farle sentire niente.
-Cos'è questa storia???-.
Feed non parlò ancora, allora Lisanna lo incalzò: -Freed-san, ti prego, puoi essere più chiaro?-.
Lui sospirò, evidentemente resosi conto di non avere altra scelta.
-Va bene, la mia missione è quasi finita, quindi posso parlarne.-.
-Qualche settimana fa, è arrivata la notizia che, sul confine, avevano catturato un demone, che dovevamo ovviamente recuperare; ma, come sai, Laki era abbastanza... gelosa dei suoi prigionieri, così mi hanno mandato per prenderla anche con la forza.-.
Lisanna guardò allibita il ragazzo, non riusciva a credere che potesse dire una cosa del genere così facilmente, Laki era anche una sua compagna!
-Ma mentre arrivavo ho percepito una forte energia demoniaca, e ho capito che c'era un problema; poi ho avvertito il potere di due Cambiati dentro la Selva Oscura, anche se uno era molto debole, e in seguito il tuo; quindi sono entrato e ti ho trovata, il resto lo sai. Ho predisposto il suo trasferimento, poi è arrivato il tuo invito e le cose si sono un po' complicate.-.
Lisanna aprì bocca per parlare ma, prima che potesse dire qualcosa, Ginger urlò: -MA ALLORA VOLETE DAVVERO CATTURARMI-DECHI!!!-.
Lisanna si sentì sbiancare, e si voltò lentamente verso Freed, guardandolo con sinistro terrore.
Dietro a quella sua apparente calma voleva catturare Ginger per farle dio solo sapeva cosa, e lei era stata sua complice.
L'altra, intanto, si stava scaldando, in tutti i sensi, la parete di metallo alle sue spalle iniziava a scottare.
-TU, BASTARDA!!! SAPEVO CHE NON POTEVO FIDARMI DI TE!!! E ADESSO COSA MI SUCCEDERÀ??? MI IMPRIOGIONERETE, MI TORTURERETE, MI UCCIDERETE???-.
-No! Non glielo lascerò fare!- Poi, rivolta a Freed: -Freed-san, allora la tua intenzione era di portarla via fin dall'inizio! Mi hai ingannata!-.
-In effetti si può dire sia stato così.- Ammise tranquillamente lui, senza ancora degnarla di uno sguardo.
-Prima che ti svegliassi avevo applicato un marchio a voi tre per teletrasportarvi da me, una volta nell'Espada.-.
-Perché tutte e tre, scusa? Non ti bastava Ginger???-.
-Sì, ma l'ho trovata con voi due, dovevo capirne il motivo. E, come ho scoperto dopo, tu dovevi riferire della caduta di Veronica e venire a Crocus, mentre Flare era un morto vivente.-.
-Cos... tu come sai della mia missione?-.
-Il marchio era anche una ricetrasmittente, vi ho tenuto d'occhio... d'orecchio.-.
A Lisanna si mozzò il fiato, in pratica Freed l'aveva spiata fin dall'inizio! E... e non si faceva nessun problema a dirglielo!
-Ma... ma è spaventoso! Tu... tu mi hai usata!-.
-Se la vuoi mettere su questo piano...-.
-Ma... ma io sono una tua amica!-.
Lisanna era sempre più scandalizzata, non provava nemmeno un po' di rimorso per quello che aveva fatto???
-Certo che lo sei, e non ti ho mentito quando ti ho detto che ci tengo molto a te, ma la mia missione era chiara, doveva rimanere un segreto. Non ne ho parlato nemmeno con Wendy, se è per questo.-.
Lisanna rimase ad annaspare come un pesce, la sua incredulità lasciava spazio alla paura, poi biascicò: -Come hai potuto ingannarmi, Freed?-.
A quelle parole finalmente Freed la guardò, ma in modo terrificante: girò appena il viso e la squadrò con una gelida pupilla, costringendola ad arretrare d'istinto e a distogliere lo sguardo, la stava guardando come faceva con un nemico, anzi, con un intralcio in mezzo ai piedi, e quell'occhio lo sentiva graffiarle la pelle.
-Non sei nella condizione di criticarmi dopo avermi quasi ucciso, immagino.-.
Lisanna spalancò la bocca, trovandosi senza fiato in gola: era rimasta spiazzata dal comportamento insensibile del compagno, ma soprattutto dalla crudeltà che aveva usato nel rinfacciarle ciò che la tormentava ancora.
Non le rimase che accucciarsi e stringersi le mani tra i capelli, cercando di rimanere calma, con il cuore in petto che pompava a mille e il fiato che si faceva sempre più corto.
Non era possibile, non era possibile! Non poteva averla usata come uno strumento, non poteva essere stato così crudele!!!
Una subdola idea si insinuò nella sua mente, che tentò di scacciare senza riuscirci, anzi, si nutrì della sua disperazione e ne trasse forza per dominarla.
Freed era di fianco a lei, aveva le mani sul voltante, era indifeso! Le sarebbe bastato azzannarlo alla gola e fargliela pagare!!! Sì, quel bastardo sarebbe morto!!!
Si morse la lingua tanto da iniziare a piangere, doveva rimanere lucida, non era lei a pensare a certe cose! Era il Take Over, non lei! Non lei!
-EHI, TU, VERDINO DEL CAZZO-DECHI!!! FAMMI USCIRE SUBITO DA QUI!!! OPPURE TI GELO E TI BRUCIO!!!-.
Basta, stai zitta!” La supplicò mentalmente Lisanna.
-E LO STESSO VALE ANCHE PER TE, UMANA!!! MI HAI TRADITA!!! MI VUOI CONSEGNARE AI MIEI CARNEFICI, NON È COSÌ???-.
Stai zitta! Ti prego, stai zitta!!!”.
-TI GIURO CHE TI ELIMINERÒ, FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO-DECHI!!!-.
Stai zitta! Stai zitta, ti ho detto!!!”
-SEI UN VERME INFAME, COME LA TUA STUPIDA AMICA DAI CAPELLI VIOLA!!!-.
-BASTA, STAI ZITTA!!!-.
L'unica spiegazione logica era che il metallo stesse già fondendo, e quindi fosse poco solido; se lo dovette ripetere più volte, più tardi, per convincersi del tutto.
Quanto si rialzò e si girò di scatto, col viso solcato di lacrime tanto da non riuscire più a distinguere niente che non fosse il grigio bollente, sentì il suo pugno affondare nella parete ferrosa fin sopra al polso.
Ginger ammutolì di colpo, e Lisanna rimase immobile per qualche secondo, ancora troppo agitata per capire cosa avesse fatto; quando, dopo numerosi sospiri, riuscì a mettere a fuoco, vide che la sua mano era incastrata in un buco di qualche centimetro verso il quale si era deformata l'intera parete.
Ancora immobile per lo stupore, sentì a poco a poco la sua mano scaldarsi, e vide un rigagnolo di sangue gocciolare fuori dall'incavatura e arrivare fino a terra; poi arrivò il dolore.
-Urr!!!- Estrasse la mano e se la strinse davanti al viso, cercando di non urlare.
Piegò la testa all'indietro, stringendo occhi e bocca in una smorfia straziante, gemendo e soffiando tra i denti digrignati.
Inaspettatamente, però, il male iniziò rapidamente ad attenuarsi e lei a calmarsi, come per magia.
Magia?
Spalancò le palpebre e si guardò la spalla, che sentiva calda, notando uno strano segno viola che la illuminava.
Di fianco a lei vide Freed ansimare e tenere congiunte le mani, sforzandosi anche lui di non gridare.
-Freed, ma cosa...?-.
Dal suo naso cominciò a uscire del sangue.
-Freed!-.
-La tua rabbia...- Annaspò lui.
-È grande... molto, molto grande...-.
La sua rabbia? Un momento... la Scrittura d'Ombra poteva controllare le emozioni delle persone!
-Smettila! Smettila, Freed! Toglimi il tuo marchio!-.
Come lo disse il segno sparì e Freed si calmò.
Lisanna lo guardò piegarsi sul volante e riprendere fiato; poi la rabbia, il dolore e la disperazione tornarono a fulminarla, ma erano meno forti, stavolta riuscì a gestirli, o quasi.
In uno spasmo batté la testa sul finestrino, notando solo allora che si erano fermati; si concentrò sul panorama, un campo di grano che talvolta si piegava sotto la spinta del vento, e riuscì a calmarsi.
-F...Freed... come ti senti?- Chiese voltandosi.
-Freed!-.
Il giovane mago teneva la testa piegata in avanti, i capelli gli cadevano sul viso nascondendolo ai suoi occhi disperati.
Avevano fatto un incidente? Erano sbattuti contro qualcosa? Perché non si muoveva?
-Freed! Freed, rispondimi!-.
Freed ebbe un sussulto e si rimise dritto, massaggiandosi la fronte con aria dolente.
-Sto bene... sto bene, Lisanna, dammi solo un momento...-.
Qualcuno gemette dietro la parete d'acciaio e Lisanna si girò di scatto, l'improvvisa paura che fosse successo qualcosa a Ginger o a Flare non le permise nemmeno di urlare i loro nomi; se si fossero ferite non se lo sarebbe mai mai perdonato!
-R...Ragazzina...-.
Ginger non l'avrebbe mai chiamata così, non con quel nome, non con quella voce, doveva essere successo qualcosa di terribile, e lei ne era la causa!!!
-Ginger! Ginger!- Riuscì finalmente a chiamarla, la voce rianimata dalla speranza di sentirle rispondere, in qualsiasi modo, anche con grida d'odio: -Cos'è successo??? State bene???-.
-Io sto bene, ma lei non... non...-.
Non le lasciò il tempo di finire frase perché si precipitò fuori dallo sportello, cadde anche per la foga e si sbucciò le ginocchia, ma si rimise subito in piedi e corse dietro al camion, spalancando gli sportelli e tuffandosi nella cassa d'acciaio; Ginger era in piedi e la guardava allibita, grazie al cielo non era ferita, ma Flare dov'era???
Poi sentì un sussurro, un mugugno, un rumore talmente basso da sembrare un ronzio, ma non poteva essere che lei, la cercò con lo sguardo fino a trovarla, rannicchiata nell'angolo di fianco a lei, la testa tra le gambe e le mani tra i capelli, mentre borbottava gemiti sommessi.
-Flare!- Provò a scuoterla, ma fu più o meno come toccare una bambola di legno, ondeggiò un poco ma non si mosse né parlo.
Perché non rispondeva? Oddio, e se si fosse ferita?
-Flare, rispondimi, ti prego! Flare!-.
-...die...-.
Stava parlando, stava dicendo qualcosa, ma cosa?
Si accucciò alla sua altezza, chiuse le palpebre e si mise in ascolto.
-Blondie... Blondie... Blondie...-.
Blondie...”.
Una volta un mostro le aveva lacerato il petto, ora quella ferita le sembrava essersi riaperta.
Quel nome era peggio delle zanne e degli artigli, era la prova della sua impotenza, stavolta non del suo fisico, ma del suo animo.
Non era in grado di aiutare la sua amica.
Anzi, peggio, era lei che la faceva soffrire.
-Mi... mi dispiace, Flare... Io non sono lei... io non sono...-.
Si rialzò e si voltò, non riusciva a rimanere lì dentro con lei, ma proprio quando stava per mettere un passo fuori dal carro, sentì qualcosa di caldo aggrapparsi all'altra caviglia e trattenerla.
-Bianca...-.
Stupita, per non dire sconvolta, Lisanna si voltò verso Flare, e la vide avvinghiata alla sua gamba, tenendo il viso premuto sulla sua pelle.
-Rimani qui...-.
Cos...”.
-Per favore, rimani con me...-.
Non pianse.
Non l'abbracciò.
Non la guardò neanche.
Ogni gesto in quel momento sarebbe stato inutile, inopportuno, di fronte a una ragazza così... buona.
Non c'era un altro modo per definirla, era semplicemente buona, forse anche troppo per chiunque altro. Per lei, soprattutto.



Kinana si lasciò andare sulla sedia dietro alla scrivania, sospirando come se stesse esalando l'ultimo respiro.
Tant'è che i cinque cretini si allarmarono.
-Kinana-sama, si sente bene?-.
Kinana socchiuse l'occhio e li squadrò annoiata; non aveva nemmeno voglia di rispondere, voleva solo dormire un po'.
-Sentite, nell'ala est della villa ci sono le camere per gli ospiti, prendetene una e non rompete.-.
Al che i cinque sobbalzarono e la guardarono esaltati, chissà quali pensieri sconci stavano frullando nelle loro teste.
-Non fatevi strane idee, non vi sto invitando a vivere con me. Vi sto solo dimostrando la mia gratitudine per avermi aiutata colle Mosche, ma domani sloggiate-kina.-.
-Kinana-sama è troppo generosa!- Esclamò Rocker: -E anche lei è stata grandiosa quando ha preparato quella trappola!-.
Parlavano della conca che aveva creato pochi metri sotto la sabbia davanti all'entrata del villaggio; né i mercenari né l'esercito se ne erano accorti, l'aveva creata a grandezza tir, e tutti gli Arrancar ci erano finiti dentro; al contrario, quel furgoncino era troppo leggero per farla scattare.
Beh, roba da niente, l'aveva creata con uno schiocco di dita, anche se in realtà era destinata ai mercenari. Però a pensarci bene era stata troppo precipitosa nel scegliere la strada del massacro: certo, non aveva soldi da spendere, ma doveva immaginare che alcuni mercenari si sarebbero piazzati sui camion; niente da dire, quei cinque tizi le avevano salvato il culo.
Il che era umiliante.
-Sì, sì, lo so da me-kina. Adesso vedete di... uh!-.
Sgranò l'occhio, il suo nervo puzzava impazzito.
Questo odore...”.
Improvvisamente la maniglia della porta della stanza si illuminò, poi diventò enorme e fece collassare la porta, sollevando un polverone.
I Wild Four si girarono di scatto.
KLENG KLONG KLENG
Dalla polvere emerse la sagoma di un cavaliere; per un secondo Kinana ebbe un orrido presentimento, poi però si rese conto che la figura era maschile.
-Ehi tu!- I cinque si piazzarono davanti alla porta e il cavaliere si fermò.
-Chi diavolo sei???-.
Gli occhi della sagoma nera scintillarono come due stelle ad altezza viso, poi urlò qualcosa di incomprensibile.
SWISH
Ci fu una forte folata di vento che attraversò i Wild, e improvvisamente Kinana si trovò davanti a un ragazzo dai corti capelli cremisi e dagli occhi magenta, vestito di una corazza argento e armato di lancia e scudo e con un enorme sorriso esuberante in faccia; ma quello che più la colpì erano gli occhi a forma di cuore e lo sguardo poco rassicurante con cui la fissava.
-Quella voce! Quegli occhi! Quella bocca! Quei capelli! Quel seno! Quella vita! Quelle gambe! L-O-V-E!- E mimò ogni lettera con il corpo: -Questo è amore! True Love!!!-.
-Eh?-.
-Stai lontano da Kinana-sama!!!- Rocker gli balzò addosso ma si trovò faccia a terra, mentre l'altro con un paio di capriole in aria arretrò fino alle macerie della porta; lì tornò a fissarla estasiato, e inginocchiandosi su una gamba urlò: -Devo conoscere il nome di cotanta bellezza e perfezione!!! Come ti chiami, angelo del cielo?-.
Per quanto fosse una cosa stupida, Kinana non poté non voltarsi a destra e a sinistra per essere sicura che parlasse proprio con lei.
-Ehm... chi... chi sei tu?- Domandò imbarazzata.
Warcry e Novally tentarono di saltargli addosso ai lati, ma lui poggiò le mani a terra e li colpì con due calci al mento facendo la spaccata in aria, senza scomporsi minimamente.
-Io sono Dan Straight! Cavaliere di Zentopia e nonricordochegrado dell'Esercito! Ma qual è il tuo nome, oh splendida donzella???-.
-Ki...Kinana...- Balbettò lei, sbigottita per la sua eccentricità, imbarazzata per il suo tono e anche... nonostante tentasse di nasconderlo anche e soprattutto a sé stessa... lusingata per la sua gentilezza e affascinata dai suoi modi così cortesi.
Insomma, era pur sempre una ragazza!
-Kinana-tan! Che melodia questo suono per le mie orecchie!- Riprese intanto l'altro, stendendo gli ultimi due cani rabbiosi con un paio di pugni distratti.
-Mi farebbe l'onore di diventare la mia dama?-.
D-Dama?” Pensò Kinana, sentendo le guance avvampare.
Rocker, rimessosi in piedi, ruggì imbestialito e lo attaccò di nuovo, prima con un pugno, poi con un calcio alto, poi con un altro pugno, ma lui li evitò tutti e tre con facilità, scansando il viso di lato, piegandosi in avanti e quindi all'indietro.
Che stile impeccabile... e anche l'aspetto non era male, chissà quanti muscoli aveva sotto quella corazza...
Scosse violentemente la testa, ma che le prendeva??? Perché si stava comportando come una ragazzina al primo appuntamento??? Ed era addirittura arrossita!!! E per chi, poi, per un fusto dell'Esercito, un suo nemico, e anche forte da quel che poteva vedere!
Così, prima che quello potesse rimettersi dritto, prese una pistola e gli sparò un colpo in fronte.



-Non ho parole per esprimere il mio rincrescimento, Master.-.
Sayla era inginocchiata a terra col viso premuto sul terreno, le mani sopra ai capelli che cadevano sciolti sul pavimento.
Natsu si irrigidì sullo schienale e guardò perplesso la donna.
-Per... cosa... Sayla-chan?-.
-Per la mia negligenza Lei è stato contaminato dalla lurida magia di quell'umana.-.
Non capiva come potesse essere colpa sua, ma quella ragazza era abbastanza deviata che si sarebbe sentita in colpa anche se si fosse preso un po' di mal di pancia (e parlava per esperienza); però, alla fin fine, le piaceva anche per questo suo lato... diciamo protettivo.
Se poi si trattava di lealtà o di timore era tutto un altro discorso.
-Sì... ecco... non lo fare mai più...-.
Ma Sayla non si mosse; e come avrebbe potuto, ripensando a tutte quelle volte che l'aveva massacrata per i più stupidi motivi? Ma questo prima che tornasse, perché non capiva che era cambiato??? Perché sì, con Meldy non era stato completamente sincero, tutti quei ricordi e quelle emozioni l'avevano reso un demone nuovo, più... odiava dirlo... più umano.
In ogni caso, ora si aspettava una dura punizione; e francamente iniziava ad essere abbastanza esasperato dalle sue scenate, una qualche ripercussione fisica gliel'avrebbe concessa volentieri, senza contare che lei era una bella ragazza.
Ma se avesse provato ad alzare il braccio, già sapeva che si sarebbe morso la spalla fino a rompersi il tendine pur di non colpirla.
Quindi che poteva fare?
Sayla strinse le dita e si schiacciò ancora più in basso fino a farsi male, sembrava volersi punire da sola, e probabilmente se non si fosse deciso lui l'avrebbe fatto davvero.
Poi l'illuminazione.
-Bene, data la tua grave colpa una punizione fisica non è sufficiente, non ti sembra?-.
Nessuna reazione.
-Quindi io ti ordino che, da ora in poi...-.
-...dovrai darmi del tu.-.
-M...Master?- Balbettò Sayla, rialzando timidamente la fronte.
-Natsu.- La corresse: -E ora lasciami solo, e non dimenticarti che la prossima volta... beh... non deve essercene una.-.
Sayla lo guardò come non l'aveva mai guardato prima, tra tutte le punizioni che gli aveva mai inflitto quella doveva essere la più strana; ma di una cosa era sicuro, che fosse per paura o per lealtà non gli avrebbe mai disubbidito.
Due piccioni con una fava.
-S...Sì, Master.-.
-Natsu.-.
-S...Sì, Natsu-sama.-.
E lui capì che non poteva chiederle altro.
-Bene, puoi andare.-.
Sayla si rialzò frettolosamente in piedi, ancora incredula per quella punizione, fece un rapido ma profondo inchino e uscì quasi scappando.
Natsu sogghignò divertito, doveva averla sconvolta, poi appoggiò la testa sullo schienale, tirando un lungo sospiro, e tornò al pensiero che lo ossessionava da quando era tornato.
Come cavolo lo passava il tempo Mard Geer?
Insomma, non c'era mai niente da fare, e quel trono era così scomodo che non riusciva nemmeno a dormire! E pensare che Mard Geer se ne stava sempre chiuso lì dentro e poteva solo accarezzare il suo Libro Demoniaco fino a impazzire, ora capiva perché fosse così ossessionato dal riportarlo in vita! Lui invece non aveva niente da...
WOSH
E.N.D. abbassò il braccio e fissò con occhi scarlatti il punto annerito e fumante sulla parete.
Che cos'era? Qualcosa si è mosso alle mie spalle!”.
No, più che un movimento era stato un lampo, un istantaneo lampo rosa.
E quella sensazione... gli ricordava quando lo veniva a trovare Zeref, eppure c'era qualcosa di più...
Umano.
Sarà meglio tenere gli occhi aperti...”.



Angolo dell'autore:
Devo dire che i personaggi maschili crudeli e bastardi mi piacciono particolarmente, non so perché, quindi aspettatevi un loro atteggiamento simile per il futuro. Ma soprattutto adoro Dan Straight! Una caricatura di un cavaliere con quel pizzico di Natsu lo rendono un personaggio che mi dispiace sia filler!
...quindi rimedio come posso. Voialtri che ne dite?
Ciao XD!
   
 
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