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Autore: Jashin99    14/10/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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My OCD is clonking me in the head
Keep knocking, nobody’s home, I’m sleepwalking
I’m just relaying what the voice of my head saying
Don’t shoot the messenger, I’m just friends with the...

I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Well, that’s not fair!

(The Monster-Rihanna Ft. Eminem)

Quel giorno era ispirata.
Scriveva tanto velocemente da strappare i fogli con le unghie dei piedi.
Mortemortemortemortemorte!!!”.
Scriveva e leggeva contemporaneamente, era senza penna ma si leccava la punta dell'alluce e la mordeva per far uscire l'inchiostro.
E per farsi male, soprattutto per quello.
Questolouccidoquestolouccidoquestodevemorire!!!”.
Quando aveva già riempito una pila alle sue spalle e il suo alluce pulsava rosso, sentì le sue gambe aprirsi e il suo corpo si incendiò di passione.
-Ahh!- Alzò la testa fino a torcerla dietro la schiena e agitò le dita sotto la camicia di forza, incapace di resistere alla tentazione di toccarsi.
All'apice del piacere, però, si bloccò.
Esaminò con gli occhi la stanza attorno a sé, senza trovare quello che cercava.
-Coshè queshto?- Si domandò abbassando la mano.
Non veniva da lì dentro.
Veniva da fuori.
Si rimise dritta, cioè si diede lo slancio verso l'alto, ma con troppa forza e si trovò piegata in avanti.
Ci mise un po' per capire di stare fissando il pavimento, e un altro po' per capire che non era lì che doveva guardare.
Allora si raddrizzò e si rivolse alla parete di vetro.
-Oh... stai venendo a trovarmi... Lisa-chan!- E scoppiò in una risata isterica.



-Scusami.-.
Lisanna rialzò la testa.
Dopo che Freed si era ripreso erano ripartiti subito, ma lei era rimasta lì dietro, un po' per stare con Flare e un po' per non stare con Freed; ora Flare e Ginger dormivano sui due letti a scomparsa del veicolo, mentre lei si era rintanata in un angolino.
Nessuno aveva più parlato da quando si erano rimessi in strada, e quel pesante silenzio era stato interrotto dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata: Freed.
-Ho sbagliato a trattarti così. Credimi, non l'ho fatto volentieri, io... ultimamente ho problemi a organizzare le mie priorità.-.
-Freed-san...- Lisanna scosse la testa: -No, avevi ragione tu, la tua missione non ti lasciava scelta, sono io che ho sbagliato a reagire in quel modo. Mi dispiace, sul serio. Solo... beh, la prossima volta che vuoi sapere qualcosa su me e sulle mie amiche chiedimelo prima, ok?-.
Freed non rispose, e l'accenno di sorriso che la ragazza si era fatta venire si spense rapidamente; poi, finalmente, un fioco: -Ok.- e poté tirare un sospiro di sollievo.
Ripensò alle sue parole, “organizzare le mie priorità”, e si domandò se questo voleva dire che non sapeva più riconoscere un amico da un semplice obbiettivo; quasi a leggerle il pensiero, lui riprese: -Se pensi che io sia diventato strano... dove stiamo andando ci sono molti vecchi compagni, e alcuni sono cambiati più di me. Perciò ti consiglio di prepararti, Lisanna, perché potrebbe non piacerti.-.
La ragazza abbassò gli occhi, era una cosa a cui aveva già pensato, ma il fatto che Freed la mettesse in guardia la preoccupava abbastanza.
Nell'ultimo anno aveva perso i contatti, se così si poteva dire, con molti suoi vecchi amici, e si era chiesta molte volte come stavano.
E ora le diceva che erano cambiati tanto da poterla sconvolgere.
Gettò una rapida occhiata a Ginger, che scodinzolava sognante sul materasso, pensando che almeno non potevano essere cambiati così tanto.
Non sapeva ancora quanto si sbagliasse.



Il corpo di Dan Straight giaceva immobile al suolo, con le gambe e le braccia aperte a croce e la bocca spalancata.
Kinana abbassò la pistola ancora fumante e la rimise nel fodero.
I cinque cani la guardarono stupiti e lei rispose loro con un'occhiataccia.
-Che avete-kina? Se volete rendermi utile, portate fuori il cadavere.-.
-M...Ma...- Balbettò Rocker.
Kinana non poté non sorridere: ecco, qualunque cosa di buono avessero visto in lei era scomparsa, e ora la vedevano per l'unica cosa che era, un'assassina a sangue freddo.
L'occhio di Kinana ticchettò un paio di volte.
Uh?”.
KLENG
La ragazza trasalì.
-Impossibile!-.
Dan aveva appena rizzato le gambe in aria.
-Kinana-sama!- Esclamò allarmato Semas.
Con uno slancio, il cavaliere si rimise in piedi, spolverandosi le cosce come se fosse caduto accidentalmente.
Non può essere! L'ho colpito in fronte!”.
Poi Dan rialzò la testa e Kinana per poco non sbiancò.
In mezzo alla fronte aveva una grossa ferita da cui grondava sangue fino al pavimento, ma lui aveva ancora quell'enorme sorriso stampato in volto.
Quella ferita... è come se l'avesse colpito una palla da biliardo!”.
E infatti ai suoi piedi, ora che guardava meglio, c'era una sfera di metallo insanguinata e bruciacchiata.
Allora capì cos'era successo, ma la spiegazione era assurda, anche per un mago!
-Come... come diavolo hai fatto???-.
Dan brandy la gigantesca lancia con cui era entrato e che aveva buttato durante il combattimento contro i cinque.
-Kinana-tan, sapevo che oltre che bella sei anche intelligente! Ho usato la mia Habaraki per ingigantire il proiettile, e come una ragazza colta come te saprà, l'aumento di massa implica una riduzione della velocità! Così il proiettile non mi ha ucciso, ma mi ha solo fatto male da morire! Ma un dolore come questo non è niente rispetto al fulmine che ho sentito quando ti ho vista per la prima volta!!! L-O-V-E!!!-.
Kinana strinse i denti, cercando di pensare alla prossima mossa.
Una lancia che ha il potere di ingigantire gli oggetti! In effetti mi pareva di aver visto un lampo... deve averla usata anche contro la porta, però non sapevo esistesse un aggeggio del genere!” Fissò di sottecchi lo scudo che era ancora per terra, chissà quello che magia aveva...
-Ehi, dannato!- Ringhiò Semas: -Non pensare di averla vinta così!-.
Kinana allungò una mano: -No, fermo!- ma si era già lanciato all'attacco.
Con un rapido colpo di punta Dan lo ferì al ventre e lo stese.
Il cavaliere ghignò ma Yeager lo bloccò per le spalle.
-Wild Four!- Urlò Rocker.
-Attacco triplo!!!- Lui, Warcry e Novally si lanciarono addosso a Dan, ma questi piegò le gambe e, inaspettatamente, fece una capriola in avanti, portandosi dietro un incredulo Yaeger.
SBAM
Yeager si schiantò a terra, schiacciando Rocker, mentre Dan si rialzò sogghignando.
Gli ultimi due cani rimasti indietreggiarono stupiti, e Dan lanciò in aria la sua lancia; Novally e Warcry alzarono istintivamente lo sguardo, e il cavaliere con uno scatto sovrumano li afferrò per la testa e li sbatté al suolo, stendendoli sul colpo.
Poi afferrò al volo la lancia e le sorrise come prima, mentre il sangue usciva a fiotti dalla sua fronte.
Certo, se l'Esercito ha mandato solo lui deve essere molto forte!” Pensò Kinana mettendosi in guardia.
Ma forse posso sfruttare il suo strano atteggiamento nei miei confronti a mio vantaggio...”.
Tossicchiò, poi strinse le mani dietro la schiena e lo fissò con l'occhione dolce.
-Dimmi, signor cavaliere...- Fece dimenandosi tutta come un pesce fuor d'acqua: -Perché è venuto fin qui a cercarmi-kina?-.
Come si aspettava Dan ci cascò in pieno, forse anche più di quanto sperasse, perché al getto di sangue frontale si aggiunse quello nasale.
-Kinana-tan!!! Anche tu hai capito il legame che c'è tra noi!!! L-O-V-E!!!- E si mise di nuovo in posa.
Che... patetico! E pensare che all'inizio mi piaceva!”.
Quindi, con voce più sensuale: -Kina... che ne dici se mi rispondi e poi passiamo un po' di tempo da soli?-.
-AH!!!- Dan era paonazzo e Kinana quasi poteva vedere l'armatura in mezzo alle gambe deformarsi: -IL REGNO MI HA AFFIDATO LA MISSIONE DI RIPORTARTI INDIETRO E FARTI TORNARE DALLA NOSTRA PARTE!!! PERCIÒ, MIO AMATO ANGELO, CHE NE DICI DI SEGUIRMI E SCAPPARE NEL NOSTRO NIDO D'AMORE???-.
-Quale nid... ehm... allora che ne dici di precedermi tu e poi ti seguo-kina?-.
-SÌ!!! SÌ!!! LO VOGLIO!!!-.
Mica gli ho chiesto di sposarlo...”.
-...CIOÈ NO!!! MI HANNO DETTO CHE SEI UNA DIAVOLA SEDUTTRICE E CHE NON DEVO FIDARMI DI QUELLO CHE MI DICI!!!-.
-Ah, te l'hanno d... Ah, ti hanno detto questo? Sai che sono solo menzogne, io non farei mai nulla del genere-kina...-.
-IO... IO...-.
Kinana sorrise sotto i baffi.
Sii fiero di avermi fatto usare la mia ultima spiaggia... certo se quei cinque fessi fossero stati ancora svegli non mi sarei mai sognata di...” Poi notò con orrore che non erano svenuti, ma stavano sdraiati a fissarla con occhi spalancati.
Me...Merda!” Pensò arrossendo.
Fortunatamente i cinque smisero lasciando il posto a un'espressione spaventata.
Ecco, dovevano aver capito che poi li avrebbe uccisi... uh... ma che...!
La punta della lancia si illuminò, eppure i suoi occhi continuavano a essere due cuoricini.
-Sono spiacente, Kinana-tan!!! La mia missione è più importante dei miei sentimenti!!! Perdonami, il nostro amore non ha futuro!!! Cerca di dimenticarmi!!!-.
La ragazza non riuscì nemmeno a metabolizzare la frase che un raggio verde la investì.
Le pareti intorno a lei iniziarono a crescere... e anche il cavaliere, e anche i cani... e anche i suoi vestiti!
Si trovò improvvisamente al buio, coperta da strati di fibre nere.
Quella lancia non si limitava a ingrandire!
Emerse dagli abiti e ne ebbe conferma: l'aveva rimpicciolita.
-D...Dannazione!- Esclamò.
-Come hai osato...- Poi si accorse di come i sei la guardavano.
Abbassò lo sguardo e si rese conto del fatto che, se i vestiti erano rimasti grandi, questo voleva dire che...
-Kina!- Si coprì con una mano il seno e con l'altra in mezzo alle gambe, arrossendo fino a fumare.
-C-C-Che hai fatto??? M-M-Me la pagherai!-.
Dan le si avvicinò a quelli che per lei erano grandi passi, sorridendo come un cretino eccitato.
-Ehi! Stammi lontano, pervertito!!!- Urlò mentre la sua ombra minacciosa la oscurava e la sua mano si allungava verso di lei.
-No!- Alzò il braccio e fece sollevare la polvere dal pavimento sotto i piedi del ragazzo, facendolo cadere all'indietro.
-Urgh!- Gemette battendo la nuca.
Ben ti sta, razza di...” Con la coda dell'occhio libero (fortunatamente la benda era rimasta) vide che i Wild Four si erano rialzati e la guardavano sbavando come... beh, come cani.
-E ora cosa avete-ki...- Abbassò il viso.
Alzando il braccio aveva scoperto le tette.
-...na.-.
Una volta, da serpente, Cobra l'aveva fatta accidentalmente cadere in una vasca di crotali maschi in calore; ora si sentiva più o meno così.
-N-no...- Stridette la sua voce, mentre lei si affrettava a ricoprirsi piegandosi su sé stessa per offrire meno spettacolo possibile.
-No!!! Giratevi o vi seppellisco vivi!!! Non osate guardarmi in questo stato!!!- Se fosse un ordine o una supplica non lo sapeva nemmeno lei, ma funzionò, perché quelli si voltarono immediatamente; così corse su per la gamba di Dan, che era svenuto per la botta, e arrivò fino al suo viso; lì sollevò forzatamente una delle sue palpebre e appoggiò una mano sul suo occhio; facendo in questo modo, però, non solo si era scoperta, ma si era piegata in avanti rivolgendo il sedere verso i cinque cani, che pregò Ikusatsunagi non avessero l'idea non tanto improbabile di sbirciare.
-Svegliati! Svegliati subito, stronzo di latta!!!- Urlò infuriata e terrorizzata.
Dan gemette e la sua pupilla si illuminò.
-Kinana-t... WOHO!!!- Kinana si dovette aggrappare al bulbo del ragazzo per non cadere, cosa non facile perché i piedi scivolavano sulla sua fronte insanguinata, mentre questo sussultava e cercava di rimettersi in piedi.
-Rimani seduto oppure ti sbriciolo l'occhio!!!- Sbraitò stringendo le mani ed iniziando ad inaridirle.
Dan allora si fermò, ma così facendo riuscì a mettere ben a fuoco la ragazza su di lui, che ormai era quasi scivolata sulla sua cornea: così cacciò un urlo, girò le pupille e smise di muoversi.
L'ultimo sussulto la fece cadere, e si rialzò ancora confusa; solo dopo qualche secondo si rese conto del fatto che il ragazzo era svenuto.
Il nervo sul suo occhio pulsò fin quasi a scoppiare per la lenta consapevolezza che la stava invadendo.
-Ehi... aspetta un attimo... se lui ha perso i sensi, allora...-.
-ARGH!!! SVEGLIATI SUBITO!!! DEVI FARMI TORNARE NORMALE!!! FARMI TORNALE NORMALE!!!-.
Nessuna risposta.
-NOOOOOOOOO!!!-.



Non si era resa conto di essersi addormentata fino a quando non si era risvegliata.
Eppure la vita che aveva rivissuto in quella breve illusione non poteva che essere un vano ricordo o un blando sogno; ma come poteva accettarlo mentre poteva finalmente lasciarsi andare tra le braccia di Mira o riposare insieme al suo fratellone?
Non era la prima volta che si dimenticava in quel modo del suo presente, e non era solo perché mentre si dorme il sogno si confonde con la realtà, ma anche perché, da un anno a questa parte, la realtà era diventata così incredibile da sembrare essa stessa un sogno, anzi, un incubo.
In ogni caso si era svegliata perché l'Espada si era fermato.
-Freed-san?- Mugugnò ancora assopita.
-Siamo arrivati a Crocus.- Disse la sua voce da dietro la parete di ferro.
-Di... di già?-.
-Hai dormito tutto il giorno, Lisanna.-.
Uh? Tutta la notte? Non me n'ero resa conto!”.
Si guardò intorno e vide che Ginger ronfava ancora, mentre Flare era seduta sul materasso e fissava il pavimento.
-Flare-san?-.
Flare non si mosse, sembrava dormire anche lei, se non fosse che ondeggiava costantemente con le dita e stava troppo immobile.
Lisanna aggrottò le sopracciglia, era da ieri che non parlava con lei, e francamente non sapeva cosa dirle.
Gli sportelli della stanza si aprirono e la luce la abbagliò, costringendola a strabuzzare le palpebre; quando riuscì a riaprirle vide che Freed le faceva cenno di uscire, così si rialzò e scese dall'Arrancar.
Sobbalzò nel vedere il palazzo reale elevarsi davanti a lei in tutta la sua sontuosità; guardandosi attorno capì di essere nel Campo Marzio, l'enorme zona dietro al palazzo dove si allenava la Squadra Reale: plotoni di maghi correvano attorno a un circuito rettangolare, poco più in là maghi arcieri si esercitavano nel campo di tiro, dietro di loro maghi combattenti si sfidavano nella lotta libera senza magia, e ancora così fin quasi all'orizzonte.
Lisanna fece “oh” con la bocca, non aveva mia visto tanti maghi tutti insieme, e sembravano tutti molto più forti di lei! Non poteva non sentirsi un po' fuori posto, e tutto quel rumore la scombussolava.
-Freed-san!- Urlò per farsi sentire: -Perché siamo qui???-.
Freed, che stava aiutando le altre due a scendere, fece per risponderle, ma si bloccò in un sorriso quando vide qualcosa alle spalle della ragazza.
Lisanna si voltò e vide una grossa figura umanoide avvicinarsi a lei; era controluce, e all'inizio la scambiò per un uomo corpulento, ma bastò uno scintillio della sua armatura e l'ondeggio della sua chioma rossa per farla ricredere istantaneamente.
-Erza!-.
Ora che era così vicina poteva distinguere la croce gialla sul pettorale e il simbolo di Fairy Tail tatuato poco sotto la spalla destra, e subito le si gettò tra le braccia in un impeto di gioia.
-Che bello rivederti!-.
Sentì le braccia metalliche della rossa ricambiare l'abbraccio, erano fredde sulla sua schiena ma calde sul suo cuore.
-Sono felice anch'io, Lisanna.- Rispose lei con calmo affetto: -È passato così tanto dall'ultima volta, sei cresciuta molto!-.
Non era la prima volta che glielo dicevano, doveva essersi alzata molto nell'ultimo anno. Di solito non le importava, ma sentirlo dire proprio da lei era tutt'altra storia: per Erza aveva sempre nutrito un grande rispetto, era sempre stata una colonna portante nella sua vita alla gilda, lei ferma e determinata come una roccia ma dolce e comprensiva come una sorella, perciò alle sue orecchie quel “sei cresciuta” era il più grande complimento che potesse farle.
-Tu invece sei rimasta la stessa.- Disse staccandosele a malincuore: -Mi sembra ieri che... ma che dico, mi sembrano secoli!-.
Erza piegò la testa in un caldo sorriso.
-Oh!- Fece poi: -Hai un occhio giallo!-.
Lisanna sobbalzò, ma Erza non sembrava dispiaciuta o intimorita, tutt'altro.
-È una nuova moda? Ooooh, sembra divertente! O forse stai facendo un cosplay?-.
-No, io...-.
-Stai facendo un semaforo?-.
Lisanna trasalì, poi scoppiò a ridere.
Quella proprio non se l'aspettava, si era dimenticata di quanto Erza potesse essere ridicola a volte!
Erza mise le mani ai fianchi e tornò a sorriderle fraternamente.
-È bello saperti sana e salva.- Poi spostò gli occhi dietro di lei: -Ma tu sei...-.
Lisanna si voltò e vide che fissava incredula Flare, che al solito abbassò il volto imbarazzata.
Ancora più stupita guardò Ginger, che invece distolse lo sguardo con una smorfia schifata.
-Capisco... immagino che abbiamo molte cose da dirci...-.
Lisanna ridacchiò un po' a disagio, poi Freed la superò e sembrò volersi allontanare.
-Uh?-.
Freed alzò la mano in cenno di saluto e se ne andò a grandi passi, senza aggiungere altro.
-Ma che gli è preso?-.
-Sai com'è fatto quando si tratta di lui.- Rispose Erza incrociando le braccia: -Per lui niente è più importante.-.
-Lui... intendi Laxus-san?-.
Erza annuì gravemente.
Lisanna sobbalzò.
-Ho sentito delle voci in giro... è vero che... che...-.
Si bloccò, sperando che Erza la interrompesse per rassicurarla e per dirle che no, che erano tutte storie, che Laxus non avrebbe mai fatto una cosa del genere; invece la risposta fu quella che temeva.
-Sì. Dieci mesi fa, Laxus ha distrutto una città con i suoi fulmini.-.
Sentirlo in giro era già terribile, ma sentirlo da Erza era devastante.
-Com'è possibile? Laxus non è quel tipo di persona! Deve esserci un errore!-.
Erza si circondò il mento con due dita, mettendosi a riflettere.
-No, lui stesso ha confessato e ha voluto farsi rinchiudere. Non sappiamo cosa gli sia successo, ma non ha più parlato da allora, anche se...-.
Scosse la testa.
-Non è il caso di parlarne in un posto come questo, e immagino che tu e le tue amiche sarete stanche. Seguimi, ti porterò nei tuoi nuovi alloggi.-.
-Aspetta un attimo, non ho tempo per questo!- Lisanna le mostrò la lettera che teneva in tasca: -Devo andare dalla principessa e...- Si sentì mancare e si sbilanciò in avanti, venendo prontamente presa da Erza.
-Non preoccuparti, ora pensa a riposarti, questi ultimi giorni sono stati duri per te.-.
Lisanna non era d'accordo, ma Erza la strinse a sé e le accarezzò i capelli, riuscendo così a calmarla.
Lei stava bene, nonostante il freddo metallo Erza era così morbida, e la stanchezza ricominciava a farsi sentire; oltretutto non si era svegliata ancora completamente, perciò le venne naturale chiudere le palpebre anche solo per riposare gli occhi; così in un attimo era caduta addormentata tra le braccia dell'amica.



-LOOOOOOOOOOOOOOOOOOVE!!!-.
Per qualche strana ragione più lei affondava il coltello più lui urlava “love”.
Avrebbe urlare “ah” o “ti prego smettila”, non “love”, proprio no.
Così, ancora più infuriata, estrasse la lama e gli ringhiò contro; lui, legato per bene allo schienale sedia, sorrise smagliante, mentre il sangue dalla fronte gli colava sui denti.
-Stronzo di un cavaliere, perché non urli???- Sbraitò.
-Io sto urlando, Kinana-swan! Urlo il profondo sentimento che LOOOOOOOOOOOOVE!!!-.
Niente, anche lì non funzionava, doveva essere un tic, tipo il suo, che tra l'altro non le lasciava tregua: più si incazzava, più le pulsava l'occhio e più si incazzava ancora.
-Ne ho le palle piene-kina!!! Non sono mai stata umiliata tanto in vita mia!!!-.
Gli ficcò la pistola in mezzo ai denti che si erano aperti in un sorriso smagliante a quello che per lui era un fantastico panorama e tolse la sicura con un secco CLICK.
-Cosa dovrei farti per fartela pagare, eh??? Cosa???-.
-Kinana-sama...-.
BANGBANGBANGBANGBANGBANGBANGBANG
Una raffica di proiettili in mezzo ai capelli zittì Rocker e gli altri quattro.
-E voi altri-kina.- Soffiò a denti stretti: -Avete tre secondi per dimenticarvi completamente quello che avete visto, altrimenti...-.
-Cosa? Ma noi...-.
Alzò nuovamente la pistola, minacciando Dan con l'altra, e iniziò a contare; tanto non li avrebbe uccisi.
Beh, non tutti almeno.
-Tre...-.
-Eek! Aspetti, come facciamo a...-.
Solo qualcuno.
-...due...-.
Rocker impallidì e scosse la testa più volte.
-Lo sto dimenticando!!! Lo sto dimenticando!!!-.
-Dimenticando!!! Dimenticando!!!- Fecero eco i Wild.
Kinana levò l'altra pistola dalla bocca di Dan e la puntò contro il mago, prendendo bene la mira.
Il ciccione quasi quasi lo risparmiava.
-...uno...-.
-Ah!- Urlò il cavaliere: -Kinana-tan, sono arrivati anche gli altri!-.
No, facciamo una cosa alla Assassin's Creed, niente testimoni, anche tra gli altri.
-...zer...-.
Uh? Gli altri?
-Quali al...-.
BOOM



Non era possibile.
No, non era proprio possibile.
Era ridicolo, anche se lo vedeva coi suoi occhi non poteva essere.
Non poteva.
-È... è uno scherzo, vero?-.
Di fianco a lei, Erza rimase impassibile, a braccia incrociate.
Non era uno scherzo.
Lisanna accarezzò il vetro con le dita, come se sperasse di raggiungere in qualche modo la pelle della ragazza lì dentro.
Boccheggiò, la gola le scoppiava.
-Erza, non... lei non... come può...-.
-L'abbiamo trovata così.- Rispose lei: -Era stata rapita durante una missione e quando l'abbiamo ritrovata era... questo.-.
Lisanna la guardò cercando una qualsiasi altra spiegazione, ma Erza non gliene fornì alcuna, né parlò più.
Non ci riusciva, come lei d'altronde.
Tornò a guardare la ragazza, sbigottita come se si fosse appena alzata dal letto, e vide che si era messa seduta a fissare il pavimento, dandole la schiena.
-Lo fa spesso. La aiuta a pensare e a rimanere...- Erza faticò per trovare la parola: -lucida.-.
Lucida? Perché diceva questo? Da cosa doveva rimanere lucida? Cosa le stava accadendo? Cosa stava accadendo alla sua amica???
Improvvisamente lei rialzò la testa e si guardò intorno come a cercare qualcosa; poi abbassò bruscamente il capo e sembrò assopirsi.
Lisanna si avvicinò al vetro, in attesa della sua prossima mossa.
Doveva aver abbassato troppo la guardia, perché quando l'altra si buttò bruscamente all'indietro per poco non le prese un colpo.
-Ah!-.
Si girò e, pancia e viso a terra, iniziò a strisciare verso di lei.
Lisanna indietreggiò intimorita, e fece appena in tempo, perché in pochi secondi l'altra aveva raggiunto il vetro e si era rimessa in piedi come un balzo; ma, forse accidentalmente o forse apposta, si diede troppo slancio e finì a ciondolare con la testa all'indietro.
Lisanna deglutì, orrendamente incantata da quella vista, e sussultò quando lei si diede una forte spinta in avanti e iniziò a cozzare la fronte sul vetro.
-Ferma!- Allungò la mano verso la vetrata ma Erza le afferrò saldamente il polso.
-Aspetta! Anche se lei non può vederci né sentirci qui dietro, un rumore così vicino lo percepirà!-.
-Ma io...- Ma Erza l'aveva già mollata e aveva distolto lo sguardo rassegnata, e all'albina non rimase altro che rimanere zitta a guardare.
TUMP TUMP TUMP
-Noia! Noia! Noia!-.
TUMP
-Noia...-.
Strisciò in basso strusciando il viso contro il vetro fino a inginocchiarsi.
-Questo corpo è una noia... è piccolo e insignificante... ma io dentro non sono piccola e insignificante... non lo sono... vero?-.
A quest'ultima parola saettò in alto un occhio seminascosto tra i capelli azzurri, e Lisanna fu certa che si stesse rivolgendo a lei; che l'avesse udita urlare? O forse aveva sentito la sua presenza? Era l'occasione giusta per parlarle, eppure ancora una volta la sua voce si rifiutava di uscire dalle sue labbra, che emettevano solo ansimi.
Forse era quell'occhio a sconcertarla, tanto bestiale e inumano, tanto simile al suo...
Provò il forte impulso di scappare, ma anche stavolta Erza la fermò per il braccio.
Sconvolta cercò una spiegazione, e fu ancora più sorpresa nel vedere che anche lei, solido pilastro della sua vita, sembrava impotente, con il viso tirato, le palpebre chiuse e i denti stretti.
-Erza...-.
-Non ce la faccio più.- Erza si mise l'altra mano sopra gli occhi, massaggiandosi le tempie fino a calcarle.
Se per Lisanna quella era una vista sconcertante, per Erza, che la vedeva ogni giorno, doveva essere massacrante.
-Non ce la faccio più a guardarla così.-.
Quella intanto aveva cambiato posizione: si era messa in piedi e aveva piegato la testa di lato, fissando davanti a sé come ipnotizzata, ricordava un po' Flare.
Lisanna si trovò a fissarla negli occhi.
Erano chiari e profondi, e il suo volto era ingenuo come quello di un bambino quando scopre una cosa nuova.
Ma erano anche vuoti, come se fossero senza fine, e desolati dell'umanità che un tempo lei aveva più di tutti.
Ed erano irritanti, molto irritanti.
Una sensazione di rabbia la assalì all'improvviso e la costrinse a ringhiare contro la Cambiata dietro il vetro, mentre il desiderio di entrare e sbranarla pur di farle cambiare quell'espressione fastidiosa si faceva rapidamente strada tra la sua mente.
Tanto quella non era più la sua amica, quella era un demone che stava indossando la sua pelle, perciò che male c'era a levargliela di dosso?
Erza dovette capire che qualcosa non andava e la chiamò preoccupata, ma lei non le rispose e invece si avventò contro il vetro colpendolo con i pugni.
-Che cosa le hai fatto??? Che cazzo hai fatto alla mia amica, mostro???- Urlò.
-Che cosa le hai fatto???-.
Lei continuò a guardarla come assopita, come se non la sentisse.
-Rispondimi, demone! Che cosa hai fatto a Levy???-.
Lei inclinò di più la testa, facendo oscillare i suoi capelli, no, non i suoi, quelli di Levy, quei bei ricci azzurrini che ora erano sporchi della sua anima fetida.
-Lisanna!- Erza la riscosse per calmarla, ottenendo invece una spinta.
Perché tutti quanti si mettevano di mezzo??? Perché non la lasciavano fare giustizia??? Perché subito dopo si fingevano suoi amici???
-Ridammela!!! Ridammela!!! Ridammi la mia amica!!!-.
Levy, no, il mostro nel corpo di Levy socchiuse le labbra di Levy e parlò con la voce di Levy: -Io...-.
-Stai zitta!!! Stai zitta stai zitta stai zitta!!! Non osare parlare con la sua voce!!!-.
-Lisanna, torna in te!- Un'altra spinta e Erza cadde a terra, smettendola finalmente di parlare, almeno lei.
Tornare in lei? Era già in lei, come non lo era da molto tempo! E lo sarebbe stata di più se avesse potuto azzannare quel collo e far uscire il demone dalla sua amica!!!
-Io... potrei...- Riprese quella, fregandosene del resto.
-Stai zitta!!!-.
-Io potrei... come si dice... farti... ecco, farti la stessa... la stessa... come si dice...-.
TUMP
Stupido vetro che non si rompeva!!! Dove cazzo era la porta???
Il demone schioccò le dita.
-Io potrei farti la stessa domanda! Così si dice, sì, la stessa domanda...-.
Lisanna si bloccò e la trucidò con lo sguardo, soffiando: -Che... stai... dicendo...-.
Levy appoggiò il viso sul vetro e si leccò le labbra.
-“Che cazzo hai fatto alla mia amica, mostro?”-.
Mostro.
Mostro.
Mostro.
Quella parola fu una doccia fredda, fu come risvegliarsi da un torpore e trovarsi a pieni nudi sulla lava.
Si guardò intorno, la vista si era appannata e distingueva a malapena i colori.
Che cosa le era successo? Aveva di nuovo perso il controllo? Come aveva potuto...
Notò una chiazza rossa per terra che non sembrava dovesse esserci nel grigio del pavimento.
Una macchia... forse della vernice... oppure dei...
Capelli!
Erza!
Erza, ora la vedeva bene, era accasciata a terra e si massaggiava la nuca con una smorfia dolorante in volto.
-Erza-san! No! Io non...-.
La ragazza si precipitò dall'amica e la aiutò a rialzarsi; non appena riuscì a rimettersi in piedi, però, Lisanna indietreggiò velocemente.
-Non preoccuparti...- Mugugnò Erza.
Lisanna si trovò con la schiena contro il vetro, e sentì Levy borbottare qualcosa; si voltò d'istinto e si trovò ancora una volta a guardare gli occhi penetranti e assassini della Cambiata.
-Hai fatto male ai tuoi amici... sei davvero un mostro, allora...-.
Quelle parole le trapassarono il cuore, e scappò fuori dalla stanza.



-Porca merda!-.
Kinana sparò una raffica contro la parete che, già inclinata, si distrusse in mille pezzi; il soffitto vibrò, ma se aveva resistito a una cannonata un colpetto del genere non poteva fargli molto.
-Urgh!- Attorno a lei i Wild Four si rialzarono intontiti.
-Kinana-sama, che sta succedendo?-.
A rispondere fu Dan, che si rimise in piedi con un balzo.
-Ah! I miei compagni sono arrivati!-.
TUNF
Kinana lo stese con il calcio della pistola.

Le Mosche dell'Esercito! Maledizione, sapevo che non potevano aver mandato solo lui, ma che mi seguissero fino a qui...”.
-Voi idioti, ascoltatemi-kina! Saltate attraverso il muro, lì c'è l'Espada che ho rubato tempo fa, è carico di armi, prendetelo e andate!-.
-Cosa? E lei, Kinana-sama?-.
-Tsch! Devo liberarmi di questi tizi, o mi daranno il tormento in eterno!- Kinana impugnò l'altra pistola e si avvio verso la porta distrutta.
-Voialtri vi consiglio di scappare il più lontano possibile, e di trovarvi qualcun'altra a cui correre dietro-kina!-.
-Ma...-.
Sì, lo so, non riuscirò mai a sconfiggerli tutti da sola! Pazienza, fuggire sarebbe impossibile!”.
Si bloccò e inspirò profondamente.
E comunque, anche se sono fregata...”.
Kinana si girò verso i cinque ragazzi.
-Kinana-s...-.
...proprio non riesco a non sorridere!”.
-Tranquilli, me la caverò!-.
Si voltò, pensando tra sé e sé quanto fosse penoso che si fosse rammollita in quel modo, e fece per muovere un passo, ma si trovò un paio di mani giganti sopra le spalle.
-Ma cos...-.
In un attimo si trovò catapultata in aria oltre la parete, in caduta libera da due piani di altezza.
Scorse per un attimo i cinque cani che si mettevano in posa e Rocker al centro che alzava il pollice vittorioso, dopodiché con un paio di capriole in volo atterrò sul tettuccio dell'Espada.
Idioti!” Pensò alzando lo sguardo nel vano tentativo di intravedere qualcosa.
Che cazzo gli è preso-kina??? Beh, se pensano che tornerò ad aiutarli si sbagliano di grosso, già l'ho fatto una volta e mi hanno perseguitato! Figurati se mi perdo un'occasione del genere per filarmela!”.
Piegò le gambe per saltare giù, ma all'ultimo si sentì mancare le ginocchia e si massaggiò la fronte.
Non posso credere a quello che sto per fare...”.
-Ehi, cretini!- Urlò: -Non fatevi uccidere, o giuro che vi ammazzo-kina!!!-.
Patetica, davvero patetica; addirittura le sembrò di sentirli ululare in risposta, dio se era caduta in basso...
Ma almeno ora si era tolta lo scrupolo, e montò subito nel furgone, partendo in quarta.
Si asciugò il sangue che le colava da sopra l'occhio buono, trovando un profondo taglio al posto del sopracciglio; per lo meno con una botta del genere il tic le era passato.
In ogni caso doveva rifornirsi di nuovo di armi, e c'erano un paio di posti dove poteva andare.



Riaprì gli occhi, aveva caldo.
Era strano per lui avere caldo, ma non gli dispiaceva affatto, anche se non sapeva dire perché.
Forse perché gli piaceva provare sensazioni nuove, forse perché gli piaceva sentire il sudore sulla pelle.
Forse era per lei.
Si mise seduto, appoggiandosi allo schienale e tirando un lungo sospiro.
Bella come nuova sensazione, ma anche sfiancante.
Di fianco a lui, il sinuoso corpo nascosto tra le lenzuola, Sayla dormiva profondamente, con i capelli che le ricadevano sul viso e che si spargevano sul cuscino come una macchia nera.
Si soffermò a guardarla, prima le sue curve che aderivano sudate alle pieghe delle lenzuola e poi il suo bel viso, rosso e imperlato e stranamente sereno, come se l'erotica prestazione di poco prima non l'avesse provata; mah, sarà stata l'abitudine.
Interruppe per un attimo i fiochi respiri e borbottò qualcosa, forse un nome.
Kyouka-sama”, sicuramente.
Perché Natsu era sicuro che durante tutto il tempo Sayla aveva pensato alla sua adorata Kyouka; era anche questo il motivo per cui aveva accettato di farlo con lei (anche se forse era meglio dire che l'aveva costretta), bastava guardarla per capire come le mancava, lei e il fare sesso con lei.
Per Kyouka non poteva farci molto, ma poteva soddisfare la sua fame di sesso, che la stava logorando. Era un po' una fortuna che lei fosse, come avrebbe detto un pervertito, una “macchina per scopare”, cioè una bisessuale sfrenata. Anche se era chiaro che le piacevano di più le donne, soprattutto Kyouka, ma forse per lei provava qualcosa di più di semplice attrazione; boh, per essere bella Kyouka era bella...
Sayla parlò di nuovo, stavolta però ad alta voce.
-Master...-.
Natsu sussultò e distolse lo sguardo, mentre sentiva le guance diventare calde, e stavolta di un calore spiacevole.
Come aveva già avuto modo di osservare, Sayla era una ragazza molto bella, ma solo allora la cosa iniziò a imbarazzarlo.
Improvvisamente gli venne l'impulso di accarezzarle i capelli e stringerla a sé, non seppe perché, né come riuscì a domarsi.
Forse erano i residui di poco prima, o forse era...
-Ah!- Si tirò istantaneamente indietro, stropicciandosi gli occhi per la sorpresa.
Per un attimo i capelli della ragazza erano diventati... no, forse era meglio dire che li aveva visti diventare di un altro colore più... più...
Deglutì a vuoto.
Era passata, aveva avuto solo un'allucinazione e niente di più, però...
Strinse con forza il polso destro fino a farsi male, poi se lo esaminò davanti agli occhi.
Quella non era stata un'allucinazione, quel brillo rosa l'aveva visto; e poi ancora quel brutto presentimento, come se ci fosse qualcuno alle sue spalle.
Dunque, voltarsi poteva essere pericoloso, non temeva tanto di essere ferito quanto di far scappare la presenza, perciò si limitò ad alzare la temperatura della sua schiena a 70 °C.
Nessun urlo, nessun gemito, niente di niente, si girò.
Zero vittime, uno schienale bruciato.
-Natsu... sama?-.
Sayla si rialzò, fissandolo assonnata e confusa.
-Tranquilla, va tutto bene.- La rassicurò lui.
Inizialmente sembrò calmarsi, poi però trasalì e diventò rossa come un peperone; si girò dall'altra parte e si nascose sotto le lenzuola.
-Master... Natsu... io... cioè... non volevo... io...-.
E che, si sentiva imbarazzata? Un po' tardi...
-P...P...P...-.
E.N.D. la guardò incuriosito, ma che stava dicendo?
-...Punizione...-.
Santo Zeref...”.



In piedi sull'altura, con il vento che gli scompigliava i capelli con un soffio leggero, Rustyrose si sistemò gli occhiali, osservando attentamente lo spettacolo sotto di lui come un falco la sua preda.
Se esisteva l'inferno era così che se lo immaginava: un enorme braciere che rischiarava la notte attorno a lui, alto come una colonna babelica, da cui si sentiva attratto come una falena dalla luce.
Come lui, tanti piccoli puntini si stavano radunando attorno a quel fuoco e lo osservavano incantati; eppure eccone uno che si stava allontanando rapidamente, topo in mezzo alle formiche.
Alzò il braccio e immaginò di puntarlo con una pistola, prese bene la mira, sparò, e del topo non rimase che cenere bruciacchiata, carne per qualche serpente di passaggio.
Metafora bizzarra, dato che il topo era anche un serpente.



Angolo dell'autore
Così, a sfregio, un altro capitolo. Più che altro una certa "ora notturna" me la immagino a caricare e ricaricare la pagina in attesa di un nuovo capitolo.
Cioè, dovrei essere a studiare ma...
Vabbeh, alla prossima XD!
   
 
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