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Autore: Ashley More    15/10/2016    2 recensioni
Lei è bella come un angelo, dolce come il miele, brillante come un gioiello, preziosa come l'aria che si respira.
Ma, in realtà, lei non è nulla di tutto ciò...è solo menzogna, ipocrisia e bugia.
Lei è il male.
(Se amate Lily Evans, questa storia non fa per voi.)
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Sirius Black, Voldemort | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Sirius/Lily
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily vs Sirius

 

 

Ottobre 1976:

 

La festa di Halloween si avvicinava, Hogwarts si preparava alla consueta cena sontuosa e alle ricche e spettacolari decorazioni a tema.
Gli alunni del sesto anno avevano molto tempo libero, ore di buchi tra una lezione e l’altra quindi, quel giorno, la Sala Grande era piuttosto affollata, nonostante fosse metà mattina.
Lily fingeva di leggere il suo testo di Incantesimi Avanzati, una delle tante materie che aveva deciso di portare avanti ai suoi M.A.G.O.
Non avere più Severus con il quale studiare era una lacuna notevole, ma se la cavava ugualmente e poi c’erano Mary e Alice, che erano due secchione impenitenti, quindi i suoi voti mantenevano la loro media altissima.
Si sentì osservata e lanciò una veloce occhiata davanti a sé, cogliendo lo sguardo buio di Severus su di lei, il ragazzo distolse in fretta gli occhi, con il volto contratto.
“Ecco bravo, brutto muso, lasciami in pace…” inveì dentro di sé la ragazza, lasciando vagare di nuovo lo sguardo per la Sala.
Alla fine, i suoi occhi verdi si posarono su un punto poco lontano del tavolo dei Grifondoro.
Quello che vide non le piacque per niente, strinse spasmodicamente la penna tra le dita sottili, cercando di dominare il fastidio enorme che sentì nascere dentro di lei.
Sirius Black era seduto accanto al suo amico Potter e, invece di studiare o fare l’idiota con i suoi amici, come sempre, stava facendo il lumacone con Mary McDonald.
L’amica di Lily aveva un viso passabile, grazioso ma senza grosse pretese, un fisico normale e piacevole ma, quello che davvero spiccava in lei, era il seno incredibilmente generoso.
Non c’era abito che potesse mimetizzare quell’esplosione mammaria e Sirius ne sembrava particolarmente attratto.
Quella mattina, poi, Mary non indossava la sua divisa ma una camicetta babbana semitrasparente; i disegni geometrici e le maniche ampie mimetizzavano la sottile trasparenza del tessuto, ma il seno occhieggiava furbescamente dalla scollatura.
“Zoccola…” pensò Lily, al colmo del fastidio.
Più della metà dei maschietti presenti guardava lei, la Prefetto Evans, ammirandone i capelli rossi e splendenti, gli occhi di giada, il fisico perfetto e il bel portamento ma lei, Lily, riusciva a capire una cosa sola: Sirius Black non era uno di quei maschi.
Dopo aver rotto la sua amicizia con Severus, la ragazza aveva deciso di non farsi vedere troppo baldanzosa, non aveva esibito la gioia di essesi tolta dal suo cammino quella palla al piede, perché un’aria di leggera sofferenza si addiceva di più alla sua immagine di fanciulla rigorosa ma dolce.
Alice e Mary l’avevano consolata a lungo, spargendo la voce su quanto la dolce Lily soffrisse per aver riposto così male i propri sentimenti di tenera amicizia.
Tuttavia non era ancora riuscita a trovare il modo di avvicinarsi a Sirius, lui si accompagnava sempre a quegli impiastri dei suoi amici: Potter, Lupin e Minus.
“Uno più sfigato dell’altro”, pensò con un guizzo rabbioso.
Inoltre, lui passava il resto del suo tempo a correre dietro a tutte le gonnelle della scuola, segnando colpi a suo favore senza difficoltà.
Ad un certo punto il suo sguardo incontrò quello di James Potter, gli occhi nocciola del ragazzo si accesero di interesse e le rivolse un piccolo cenno speranzoso.
Lily si irrigidì: era da almeno un anno che aveva la certezza che quel nanerottolo spettinato le languisse dietro, aveva sempre approfittato del suo essere sbruffone e nemico di Severus per tenerlo alla larga, ma ora lui sembrava aspettare solo un appiglio per farsi avanti.
Non sapeva che farsene di lui...erano ben altre braccia che voleva. Braccia, gambe e tutto quello che stava nel mezzo, ad essere chiari.
La risatina soffocata di Mary le perforò le orecchie: Sirius le stava sussurrando qualcosa di, evidentemente, divertente all’orecchio.
Lily sentì una specie di rabbia sorda salirle dalle viscere, voleva umiliare Mary, così come si sentiva umiliata lei per essere ignorata apertamente dal ragazzo che voleva.
Si ricordò che la sua amica, sotto la sua bella gonna di velluto, indossava una specie di panciera perchè aveva una contrattura muscolare alla schiena.
Così, quando la ragazza si alzò per uscire dalla Sala, seguita da Sirius, Lily non fece altro che sfiorare la sua bacchetta e sussurrare un lievissimo: ‘Diffindo…’.
La cerniera della gonna si divise a metà e l’indumento scivolò con grazia lungo le gambe, piuttosto tornite, di Mary.
Ci fu un attimo silenzio generale e, mentre la povera ragazza cercava di raccogliere la sua gonna, finita ai suoi piedi, scoppiò un boato di risate.
Lily represse un sorrisetto soddisfatto: Sirius era uno di quelli che rideva più forte.
Quando vide Alice scattare in direzione di Mary, per aiutarla, mentre dal tavolo dei Serpeverde si levavano fischi e insulti, Lily si alzò di colpo e recitò la sua parte.
Fulminò con gli occhi i ragazzi della casa di Salazar :- Se non la piantate parlerò con il vostro Capocasa, chiaro? -
Era fiera e determinata, sicura di sé e bellissima ma, soprattutto, era la cocca del Professor Lumacorno.
La tavolata verde argento si zittì e lei colse appena lo sguardo pieno di rimpianto e amore di Severus.
“Fai bene a disperarti…” pensò la ragazza, ignorandolo.
Passò accanto a Potter e gli assestò uno scappellotto sui capelli ribelli poi, con un movimento fluido e aggraziato, rivestì la sua amica, avendo cura di sporgere i suoi fianchi sottili ma femminili verso Sirius, quindi si rialzò, guardando negli occhi il bel ragazzo, con uno sguardo lampeggiante e magnetico :- Sei un vero idiota, Black! Vergognati!- poi si voltò verso la persona più vicina alla scena, Frank Paciock :- E tu...credi che non ti abbia visto?!-
Il ragazzo dal viso bonario la fissò a bocca aperta, brandendo la bacchetta con cui si stava esercitando per la lezione successiva.
Alice si voltò di scatto verso di lui, con il volto rosso di rabbia :- Frank! Non pensavo fossi in grado di fare cose simili!-
Le tre ragazze si allontanarono dalla Sala, Mary era in lacrime, singhiozzava e non faceva che ripetere :- Avete visto come ha riso? Odio Sirius, lo odio con tutto il cuore!-
Lily dovette mordersi le labbra per non scoppiare a ridere, invece le circondò le spalle con il braccio e le mormorò parole consolatorie fino alla sala comune.


- Evans, ehi! Evans!-
Lily si voltò, invitando Alice a precederla a lezione e poi si fermò, assumendo un’aria leggermente scocciata ma molto paziente.
- Black, sia io che te abbiamo lezione di Incantesimi, se non ricordo male…-
Lui si fermò a pochi passi dalla ragazza, in una posa rilassata che gli veniva del tutto naturale.
I capelli neri erano folti e lucenti, gli occhi grigi scintillanti e sovrastati da splendide sopracciglia dall’arco deciso.
Il naso era dritto e perfetto, così come perfetta e senza difetti era la sua pelle bianca; la bocca era un capolavoro da baciare e la mascella squadrata e volitiva.
Era bello da mozzare il fiato e Lily sentì quel desiderio di lui crescere, contorcerle le viscere e infiammarla ovunque: lo voleva, tutto per sé.
Aveva deciso che lui doveva essere il primo ragazzo della sua vita, voleva che lui si prendesse quella verginità che iniziava a pesarle come un macigno.
Era tutto deciso nella sua testa, voleva stare con lui ma, sopra ogni cosa, voleva che quel ragazzo stupendo perdesse la testa per lei.
Non voleva essere una delle tante, voleva essere LA ragazza del suo cuore.
- Lo so Evans. -
Il tono aveva un ché di sopportazione e Lily comprese improvvisamente che, recitando la parte del Prefetto perfetto, non avrebbe ottenuto nulla con lui.
Non se voleva andare al di là di una botta e via.
“Che stupida...lui e quegli altri buoni a nulla dei suoi amici sono dei ribelli...lui è uno sbruffone che detesta ogni sorta di vincolo, è ovvio che una persona ligia ai doveri e alle regole non possa interessargli…”
Quella specie di illuminazione le fece vorticare decine di pensieri nella testa.
- Non penso che il Professor Vitious avrà da ridire granché, se arriviamo qualche minuto in ritardo - Sirius sillabò le parole come se le stesse impartendo una lezione di vita - Ma aveva davvero bisogno di parlare con te per qualche minuto...lontano da orecchie indiscrete…-
Normalmente avrebbe assunto l’aria della donzella oltraggiata e offesa da una simile proposta, ma sapeva che non era il caso di atteggiarsi a super Prefetto.
- E’ così importante? - era davvero curiosa e lui annuì, molto serio in viso.
- Va bene…- spinse in fuori il labbro inferiore con aria da monella - Ma si, questo sole autunnale mi invoglia più di un’aula polverosa...in effetti…-
Si voltò verso di lui come se si sentisse imbarazzata e avesse detto più di quello che voleva.
Sirius parve colpito da quel fugace cambiamento e le si avvicinò di un passo :- Ok, allora troviamoci tra due minuti vicino al Platano Picchiatore…-
- D’accordo...ma è meglio che io mi presenti a lezione e poi trovi una scusa per assentarmi...potrebbero trovare strano che io e te spariamo insieme…-
Sirius aggrottò le sopracciglia, sinceramente stupito.
- Sono un Prefetto, ma anch’io ogni tanto cedo alla tentazione...non sono un Auror inflessibile…- si giustificò lei, arrossendo in modo del tutto naturale.
Andò tutto per il meglio: Lily si presentò in aula, scusandosi per il ritardo, e, dopo pochi minuti, si presentò pallida e sofferente davanti alla cattedra del Professor Vitious adducendo un malessere.
Alice e Mary la guardarono preoccupate, quindi rivolse alle ragazze un sorriso stentato ma rassicurante.
Anche Potter pareva in pensiero ma lei lo ignorò e uscì dall’aula, pian piano accelerò il passo e andò al suo appuntamento.


- E mi hai fatto saltare una lezione per questo?!-
Lily dovette raccogliere tutto il proprio autocontrollo per non insultarlo: sembrava che la bellezza fosse l’unica dote di quel ragazzo, dopotutto.
- Ti rendi conto che hai accusato Frank di qualcosa che non avrebbe mai fatto, mettendolo in cattiva luce davanti ad Alice? - Sirius teneva le mani in tasca ed era leggermente inclinato in avanti, verso di lei.
- Non lancio mai accuse a caso, ho visto quello che ho visto e tu, se non fossi stato troppo impegnato a ridere di Mary, forse avresti notato quello che ho notato io!-
Nonostante tutto lui si lasciò sfuggire un sorrisetto.
- Non volevo ridere di lei, ma devi ammettere che era molto divertente...andiamo, dei mutandoni bianchi sotto quella gonna sexy...Per Merlino, sembrava strizzata in un enorme colino per pozioni!-
Ciò che Sirius vide passare sul viso di Lily fu esattamente quello che lei volle che lui cogliesse: un principio di ilarità, prontamente nascosto dal senso di colpa.
Il ragazzo sorrise :- Andiamo, fattela una sana risata...non devi per forza essere legata a quella spilla che porti sul petto!-
“Bene...e sia, lasciamoci andare…tre, due, uno…”
La risata argentina di Lily riempì le orecchie di Sirius, il suo volto era deliziosamente disteso, la fossetta le comparve, ammorbidendole la guancia e donando fascino aggiunto al suo bel viso di fata.
Per un attimo, ne fu certa, Sirius rimase spiazzato e incantato, tanto che le andò dietro e risero insieme.
- Mi sento un mostro…- sospirò Lily poco dopo, lasciandosi cadere in mezzo all’erba, seduta con le gambe negligentemente raccolte al petto.
Il ragazzo scivolò accanto a lei e si distese, posando il capo sulle braccia reclinate all’indietro e chiudendo gli occhi.
- Ma no, sei solo umana...e mi fa piacere dirlo! Credimi, vista dal di fuori sembri quasi irreale, sempre così calma...beh, tranne quando ti arrabbi e difendi Mocciosus…- socchiuse un occhio e, anche in quel frangente, colse ciò che lei aveva preparato appositamente per lui.
Il bel profilo della ragazza era inquinato dalla tristezza mista a delusione.
Sirius si sollevò sui gomiti, osservandola attentamente :- Sai, me lo sono sempre chiesto...come potevi amare la compagnia di quella specie di pipistrello malnutrito? -
Lily sospirò “Cielo, pensavo ci provasse dopo due minuti...invece parla, parla...tutto quello che ho sentito di lui è falso? Perché mai fa il bravo ragazzo e mi rispetta?!”.
- Io sono...sai...Nata Babbana...lui sapeva molte cose di questo mondo…- si passò una mano sul volto - Diciamo che ha saputo come irretirmi...poi, ogni volta che cercavo di tagliare il nostro rapporto di amicizia, mi ricattava...con i sensi di colpa, implorandomi e poi...sai…- contrasse le spalle - Passava alle minacce, voleva raccontare falsità su di me…screditarmi...-
Si portò una mano sulla bocca, voltandosi verso Sirius con gli occhi verdi sgranati e le guance esangui :- Ti prego...ti prego...non avrei dovuto dirtelo…-
Sirius sembrava furioso e disgustato.
- Mi ha sempre fatto senso quel tipo! Ce lo chiedevamo tutti del perché insistessi a frequentarlo, James non si dava pace. Non mi piacciono i tipi che si approfittano delle donne!-
Le mise un braccio attorno alle spalle, senza pensarci troppo.
“Bene...e ora la stoccata finale…”
- Non dirlo a nessuno…- sussurrò Lily, piantando il suo sguardo smeraldo in quello di grigio di lui.
I loro nasi erano vicini e il seno della ragazza sfiorava delicatamente l’addome del ragazzo.
Allora la sentì...la sentì davvero, quella scossa che arrivò a Sirius e che lo colse del tutto di sorpresa.
Il giovane si scostò leggermente ma, lei lo percepì chiaramente, i suoi occhi, per un solo istante, corsero verso la scollatura della divisa.
Sirius si alzò in piedi di scatto, aiutandola a rialzarsi.
- Senti, l’importante è che tu e Mocciosus non vi frequentiate più…James farà i salti di gioia - le disse, con la voce più burbera - Ti prego solo di mettere una buona parola per Frank con Alice, lui è un tipo a posto...e chiedi scusa a Mary da parte nostra, lo farò anch’io, naturalmente…Ti prego, fammi questo favore, fallo per le tue amiche, farà piacere anche a loro, ne sono sicuro...- esitò un attimo, ancora turbato.
Lei gli rivolse un sorriso timido e gentile, si passò una mano tra i capelli ramati, esponendoli maggiormente alla luce del sole, che li colpì traendone la massima lucentezza e bellezza.
Inclinò leggermente la testa, guardandolo per un solo istante con tutta la dolcezza che seppe simulare :- Lo farò…- Sirius le sorrise apertamente - ...per te...solo per te…- e poi scappò via, lasciandolo pietrificato e del tutto soggiogato da lei.


Novembre 1976:

 

- Sir, ehi Sir!-
Sirius si riscosse dai suoi pensieri, rendendosi conto di avere il collo contratto e la fronte corrugata.
- Scusa, Jamie…- si appoggiò all’albero, intirizzito e con i piedi gelati.
- Ah, non chiamarmi Jamie, per Merlino, lo odio…- James sbuffò - Sei certo che passerà di qua?-
Sirius si limitò ad annuire.
- Di solito sono io quello che scatena queste cose...voglio dire, so che lo odii almeno quanto me ma io avevo un motivo in più per detestarlo, no? Il fatto che fosse sempre appresso alla Evans…- e la voce si affievolì.
Sirius strinse le labbra: il suo amico amava quella ragazza praticamente da sempre, di certo dal secondo anno.
Per lui esistevano solo Lily e il Quidditch, oltre ai Malandrini, ovvio.
- Mi da sui nervi quello sgorbio unto! - sbottò il ragazzo, rammentando il volto pieno di sofferenza di Lily, quando gli aveva accennato ai motivi che l’avevano legata a Snape.
- Ok Felpato, ma sai che sto cercando di mettermi in riga...siamo già al sesto anno, la Evans nemmeno mi guarda, nonostante abbia vinto più partite e coppe di chiunque altro...delle volte penso che possa già interessarle qualcun altro - e il volto afflitto del suo amico colpì Sirius come uno schiaffo.

 

“Lo farò...per te…solo per te...”

 

Lo aveva detto in quel modo particolare, con quegli occhi incredibili, con una dolcezza tutta per lui.
E il giorno dopo Alice aveva accettato le spiegazioni del suo amico di sempre, Frank, e Mary aveva accolto le scuse di tutti loro.
Di fatto Lily aveva agito come un angelo, riportando l’armonia e l’unione in seno ai Grifondoro.
Tutto merito suo, di quella creatura bellissima.
Le ragazze per Sirius erano un passatempo, lei, in particolare, non l’aveva mai nemmeno presa in considerazione. Certo, le aveva dato qualche occhiata perché era bella e su questo non ci pioveva.
Ma quel giorno, era come se avesse aperto davvero gli occhi ed era come se lei si fosse lasciata sfuggire qualcosa che custodiva da tempo.
Lanciò a James un’occhiata piena di sensi di colpa: voleva bene al suo amico, gli doveva molto...ma Lily…non faceva che pensarci, in tutti i modi, anche i più sconci.
Per fortuna Severus apparve all’orizzonte, era solo e stava con il suo lungo naso immerso nei suoi libri malridotti.
“Sei mio...ricattatore di fanciulle…” pensò Sirius, sentendo montare il furore.
Nel giro di pochi minuti Snape fu sistemato, ridotto davvero male e pronto per l’infermeria.
I due Malandrini si erano dileguarono prima dell’arrivo dei soccorsi.
- Cavolo amico, eri una furia! Ma cosa diavolo ti ha fatto Mocciosus?!-
Sirius non rispose ma la rabbia che sentiva ancora dentro di lui, alla sola idea di Snape che si approfittava di Lily, gli fece capire di essere nei guai.


Dicembre 1976:

 

Lily era molto nervosa in quel periodo prenatalizio, non c’era nulla di gioioso in lei, nessuna sensazione di bontà e gaudio.
Due mesi, due accidenti di mesi.
E niente, Sirius non l’aveva più cercata, non le si era avvicinato e non l’aveva nemmeno più guardata.
In compenso, si era fatto vedere in giro incollato a quella sgualdrina di Frances McAllister, una Tassorosso tutta tette e zero cervello.
Poi era passato a Carrie Swann, una Corvonero molto carina ma tremendamente noiosa.
Non poteva credere di aver fallito nei suoi intenti, eppure quella scossa, quella corrente, l’aveva sentita perfettamente.
Del resto era stata lei a crearla.
Alla fine prese una decisione: non sarebbe ritornata a casa per Natale.
Aveva saputo con certezza che Sirius sarebbe rimasto a scuola, mentre James doveva partire con i suoi per un viaggio. Quasi tutti gli altri Grifondoro avrebbero raggiunto le loro famiglie e, quindi, era un’occasione d’oro, da non perdere.
L’unico motivo per il quale non era soddisfatta di non rientrare a casa era che Petunia sarebbe stata più che felice di non averla attorno.
Ma anche infastidire  quell’orrido manico di scopa di sua sorella passava in secondo piano, davanti a Sirius Black.
Finalmente le settimane passarono e giunsero le vacanze, Alice e Mary si dissero dispiaciute di non saperla a casa, ma lei le abbracciò, rassicurandole che sarebbe stata benissimo.
I primi due giorni Sirius non si fece vedere, era sfuggente e la cosa cominciò a darle sui nervi.
La cena per i pochi rimasti fu un vero banchetto, lei e Sirius erano praticamente gli unici al tavolo dei Grifondoro, se non si contavano due ragazzini del secondo anno che la guardavano da lontano come se fosse una Dea.
Lily fece in modo che Sirius notasse il suo volto pallido, le spalle curve e il modo in cui piluccava il cibo.
Tutto da lei trasudava tristezza e malinconia e, come previsto, Black ne fu colpito.
“Non ti sono indifferente, allora…” ma certo, come aveva potuto dubitarne?
Una volta terminata la cena, mentre la ragazza stava per uscire dalla Sala Grande, lui la fermò :- Auguri Evans…- le mormorò, guardandola negli occhi.
- Non rientri in Sala Comune?- gli chiese, piccata, riuscendo a dissimulare con naturalezza anche quel sentimento: sembrava solo terribilmente addolorata - Allora auguri anche a te…-
Vide la sua mascella contrarsi.
- Rientro più tardi, faccio quattro chiacchiere con i ragazzi di Tassorosso…- si strinse nelle spalle e la lasciò là.
“Sei un osso duro, ma io non mi faccio mettere sotto da nessuno, Black dei miei stivali!”
Inviperita, ritornò alla torre dei Grifondoro a passo di carica, poi, una volta rientrata, salì al dormitorio delle ragazze ed estrasse il suo baule.
Tirò fuori un vecchio paio di shorts babbani e una maglietta ormai troppo piccola, andò a farsi una doccia e poi si infilò quegli abiti succinti che lasciavano ben poco all’immaginazione.
“Ti piacciono le ragazze che indossano abiti babbani? Vediamo se hai mai visto dei vestiti così...e una babbana come la sottoscritta!”
Scese nella sala comune a piedi nudi e si sdraiò su un divanetto, sparpagliando artisticamente i capelli sul cuscino, sollevò un braccio a coprirsi gli occhi e rimase così, in attesa.


Sirius procrastinò il suo rientro al dormitorio il più a lungo possibile, dormire a pochi passi da lei, sapendo che erano praticamente da soli sotto lo stesso tetto, era un tormento.
Non capiva nemmeno lui come ci fosse rimasto invischiato, ma era come se avesse finalmente aperto gli occhi e compreso il perché James la amava alla follia e non voleva che lei.
“Se capisce che mi interessa proprio la sua adorata Evans, mi ammazza…”
Non era da Sirius essere così in difficoltà: lui impazziva per le ragazze formose, tette grandi, enormi, possibilmente.
“Mentre lei non ha di certo un seno prosperoso...ma solo una stupenda perfetta, soda ed eccitante terza…”
Non poteva crederci, lei era là, in mezzo alla sala, stava dormendo con addosso...il nulla, o quasi.
Mini shorts che lasciavano libere le gambe perfette e, chiuse gli occhi sentendosi perso, una consunta t-shirt che accarezzava, avvolgeva e a malapena copriva un seno sublime.
Il Demone del sesso, che viveva potente in lui, si destò di colpo, fiutando l’aria.
Sirius capì di essere perso quando la ragazza si svegliò di colpo dal suo sonno e si alzò in piedi di scatto, con quel suo corpo stupendo, il viso adorabile arrossato dal calore del caminetto e i capelli leggermente scarmigliati.
- Sirius! - esclamò la fanciulla, con tanta dolcezza ed emozione.
A James ci avrebbe pensato più tardi.
Un secondo dopo la stava divorando di baci, spingendola sul divano e facendole capire quanto l’apprezzasse e la desiderasse.


Lily avrebbe voluto ridere vittoriosa, strappare i vestiti a Sirius e accertarsi che lui fosse bello di sotto così come lo era sopra ma, visto e considerato che aveva un’apparenza da mantenere, dovette contenersi.
Non era un gran conquista andare a letto con uno che aveva fama di riuscire a far sesso anche con le pietre, non era solo questo che lei voleva: Lily lo voleva ai suoi piedi, pazzo di lei, indifferente a tutte le altre.
Rispose ai baci con passione, si lasciò accarezzare e restituì le carezze.
- Se vuoi mi fermo…- ansimò il ragazzo - So che per te è la prima volta, se vuoi…-
- N-no...se è con te va bene...avevo paura che mi odiassi…- le lacrime comparvero tra le sue ciglia al momento giusto.
- No, non credo ci sia una persona al mondo che possa odiarti...Lily…- la sua voce era appassionata e il suo corpo caldo.
- Allora non ho paura…- sussurrò la ragazza.
“E vediamo di farla finita…”
Cercando di contenere la frenesia gli slacciò i pantaloni, denudandolo e ammirandolo poi, mordendosi le labbra per non lasciarsi sfuggire delle vere e proprie porcherie, si lasciò accarezzare.
Era indubbiamente entusiasmante fare sesso con un ragazzo bello come una statua.
Lui sembrava impazzito, la ricopriva di baci e poi, con tanta devozione, la deflorò.
Lily non sentì alcun male, come se il suo corpo fosse fatto per l’amplesso, per quel genere di azioni così animalesche, ma non stava bene essere così, lei era un fiore candido e bellissimo, bianca e pura come la più pura delle creature.
Quindi gemette di dolore, come si conveniva ad un angelo che dona la propria purezza; si irrigidì e si contrasse, lasciando che lui la coccolasse per farla rilassare, e poi pianse, dolcemente e silenziosamente, come la più cara delle ragazze, emozionata e confusa dopo aver perso la propria verginità con il ragazzo amato.
Sirius sentì di non aver mai provato nulla del genere, di non aver mai avuto un onore più grande, un amore così profondo per nessuno.
Semplicemente amava quella ragazza meravigliosa.
- Ti amo…ti adoro...- le sussurrò, subito dopo aver raggiunto l’apice del piacere dentro di lei.
Lily dovette stringere le labbra e nascondere il volto nella spalla del ragazzo, per non scoppiare in una risata trionfante.
Ma certo, ovvio, lui l’amava. Poteva essere altrimenti?
- Anch’io…- gli rispose, sollevando il viso dove non c’era più traccia di trionfo o ilarità, ma solo un’emozione incontenibile.
Quell’emozione che la gente chiamava amore e che per lei era solo vittoria.


Aprile 1977:


Lily picchiettava sul tavolo della biblioteca con le dita sottili: stava aspettando Sirius, si erano dati appuntamento là, subito dopo cena,  per non dare nell’occhio.
Erano stati mesi interessanti, essere amata da Sirius equivaleva a tanta passione e anche un discreto divertimento, l’unica cosa che lei non gradiva era la clandestinità.
Avrebbe voluto esibire la devozione del mitico Black per lei, anche per divertirsi alle spalle di Severus: “Indovina, Mocciosus, tra un brutto rospo viscido e un bellissimo cigno nero...chi potevo scegliere, eh?”
Se c’era una cosa che non sopportava, tuttavia, erano le lagne e, accidenti, Sirius diventava lagnoso quando si contorceva dai sensi di colpa nei confronti del suo amichetto Potter.
Lily sapeva che il capitano del Quidditch aveva una cotta per lei ma, onestamente, non lo aveva mai preso in considerazione: troppo basso, troppo spettinato, troppo ordinario.
A lei, che sapesse governare una scopa, non importava nulla.
Così eccola qui, mentre aspettava che il suo amante trovasse una scusa per raggiungerla; onestamente era stata tentata, più e più volte, di lasciar scoppiare la bomba del loro rapporto e goderne gli effetti devastanti, ma il sesso con Sirius era troppo gradevole per rischiare una rottura prematura.
Sfogliò con stizza un vecchio volume che parlava dei cimeli più famosi del mondo magico e, ad un certo punto, da una delle pagine, scivolò fuori una vecchia foto ingiallita.
Lily la guardò con fare annoiato e, subito dopo, si immobilizzò e le spalle si contrassero.
Era una foto scattata in uno dei corridoi di Hogwarts, uno di quelli che portavano ai sotterranei. Il soggetto era un ragazzo che, all’epoca in cui era stato effettuato lo scatto, non poteva avere più di sedici anni; non poteva capire quanto fosse alto, perché era una foto a mezzo busto, ma di certo aveva spalle ampie e un torace proporzionato.
Ma quello che folgorò Lily, oltre a un viso così perfetto che nemmeno Sirius riusciva ad eguagliare, fu l’espressione del giovane: nella foto animata, egli si voltava verso l’obiettivo e poi accennava ad un sorriso timido e umile, leggermente imbarazzato.
Per la ragazza fu come guardarsi in uno specchio, come vedere qualcosa che lei conosceva da sempre: un attimo prima di assumere quell’espressione così per bene, un millesimo di secondo prima di aprirsi in quel sorriso così compìto, gli occhi del ragazzo brillavano di gelo e si capiva che stava calcolando al millimetro l’inclinazione della testa, l’apertura delle labbra, lo sgranare degli occhi.
Lily incrociò quello sguardo immortalato per sempre dalla pellicola e qualcosa si mosse dentro di lei.
Aveva trovato un proprio pari, un suo eguale.
Un attimo dopo si ritrovò cinta alle spalle dalle braccia di Sirius, forti e protettive.
La ragazza represse la voglia di insultarlo per averla strappata a quella sorta di estasi e si voltò, ricambiando l’abbraccio e, da sopra la spalla di lui, osservò la foto e la breve dedica che vi era stata apposta dietro: “ Al caro Tom, il più splendido dei ragazzi, con ammirazione e affetto H.L.”.
Sirius la stava baciando appassionatamente sul collo, lei lo lasciò fare e finse di sospirare ma era persa nei propri pensieri: non aveva voglia né tempo per Sirius Black, non più.
Era ora di liberarsi anche di lui, doveva  scoprire chi era questo Tom e poi doveva assolutamente incontrarlo.





note: sempre più adorabile, vero? Al prossimo capitolo: Lily vs James!

 
   
 
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