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Autore: Sakkaku    15/10/2016    1 recensioni
Se non avete finito la visione della 6° stagione, vi sconsiglio la lettura, perché potrebbe contenere degli spoiler, perché in questa fanfic ci saranno dei riferimenti su fatti accaduti durante la stagione. E' un AU non al 100%, perché ci sono zombie e tutto il resto, solo che c'è un'aggiunta irreale da essere possibile nella serie.
Dal testo:  - Tutto questo è molto strano – bisbigliò Sasha a Daryl.
- In passato anche Michonne ha usato degli zombie per mascherare la sua presenza, nonostante li avesse resi inoffensivi. Questi sono diversi – concordò lui – Vediamo cosa ci racconteranno una volta giunti alla loro base.
- Se fosse una trappola? - suppose lei.
- Se si rivelerà essere un agguato, lo capiremo presto. In quel caso, preparati a correre, io ti coprirò le spalle – si limitò a dire Daryl – Dubito che succederà qualcosa di simile. Ho la sensazione che sono sinceri, sopratutto per la paura di Giselle quando pensava fossimo uomini di Negan.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Sasha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, 
finalmente sono riuscita a concludere questa fanfic, quindi ringrazio coloro che hanno inserito questa fanfic nelle seguite o preferite e sono arrivati a leggerla fino alla fine! :3
Se volete fare critiche/commenti sentitevi liberi di scrivere senza problemi. Vi auguro una buona lettura e spero che il finale sia di vostro gradimento! =)

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Capitolo 8: Illusione o speranza?

 

Carol si appostò vicino al cancello, era consapevole del fatto che i due compagni quella mattina sarebbero usciti senza chiamarla, così da poter rifiutare l'accordo.
Infatti non si sbagliava.
Una volta raggiunta Daryl la fissò intensamente e bofonchiò – Torna indietro, non fare la testarda. Finora ci siamo sempre arrangiati e sarà sempre così, non abbiamo bisogno di loro.
Sasha condivideva il pensiero di Dixon. Prese parola dicendo – Ha ragione lui, Carol. Meno abbiamo a che fare con quei due meglio sarà per noi. A mio avviso portano solo guai. La prossima volta non seguirò più nessuno, gli sparerò un colpo in testa senza dargli occasione di parlare.
Carol scosse la testa con vigore – Il vostro tentativo di dissuadermi è commovente, vi ringrazio di cuore, ma la mia decisione l'ho presa. Ora, avete due possibilità. O percorriamo la strada assieme oppure vi seguirò fino alla casa di questi due fratelli.
Sasha lanciò un'occhiata a Daryl, il quale non ricambiò, troppo occupato a sibilare qualche imprecazione.
Carol tirò le labbra in un sottile sorriso e lo guardò con dolcezza, lui non se ne rese conto, perché aveva rivolto l'attenzione a chi era di guardia, chiedendo di aprire il cancello e farli passare.
Durante il tragitto tutti e tre rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Sul volto di Mason apparve un largo sorriso, quando controllando la videosorveglianza sul computer, distinse le figure di tre persone avvicinarsi alla sua casa. Si sporse dalla finestra e fischiettò. I vaganti iniziarono ad allinearsi ai lati del cancello d'entrata lasciando libero il passaggio fino alla porta d'ingresso.
“Accidenti sono così emozionato” pensò Mason “L'hanno portata veramente! Giselle avrebbe voluto giustiziarla, la sua idea di vendetta è troppo banale, per fortuna non devo più sorbirmi i suoi discorsi noiosi. Credevo di avere più tempo per pensare di cosa farne di colei che ha ucciso Max... vabbé improvviserò, la prima idea che mi verrà in mente la metterò in atto.”
Lentamente scese al piano inferiore, socchiuse la porta d'entrata, andò nel salotto e iniziò a suonare il pianoforte.

Carol rimase impressionata quando udì la melodia suonata al pianoforte. “Deve essere quel ragazzino, Max” pensò “E' davvero molto bravo, come può trattarsi di una persona crudele, se riesce a suonare una melodia tanto dolce e rilassante?”
- Daryl – disse Sasha attirando la sua attenzione – Ci hanno visti arrivare, guarda i vaganti.
L'arciere spostò lo sguardo verso la recinzione della casa di Giselle e Max, notando i vaganti in fila come soldatini, in attesa del loro passaggio.
Carol passò con circospezione, non si fidava troppo, sebbene i suoi compagni camminassero più o meno sereni.
Una volta entrati in casa, Daryl annunciò la loro presenza – Siamo arrivati.
Mason smise di suonare il pianoforte e disse – Prego, raggiungetemi pure in salotto. E chiudete pure la porta, grazie.
Quando il trio raggiunse il soggiorno ad accoglierli c'era solo il ragazzino.
- Dov'è tua sorella? - chiese Dixon.
- Lei non c'è – fu la semplice risposta concisa di Mason. - Tanto l'accordo è stipulato con me, in fondo sono io che possiedo le abilità, no? - sorrideva beato.
Il suo sguardo si posò su Carol, la quale lo fissava incuriosita.
- Sono contento di vederti – disse il biondino – Anzi, direi incantato! I ricordi di mio fratello non ti rendono giustizia.
La donna guardò prima Sasha e poi Daryl, entrambi alzarono le spalle. Di cosa stesse parlando Max, non ne avevano idea.
- Sai, dovrei ucciderti – iniziò a dire Mason – Per la storia di aver ucciso il mio gemello e tutto il resto, però ho cambiato idea, non sarebbe proficuo per le mie richieste ucciderti. La tua gente mi odierebbe e dopo che avrò liberato la vostra zona dagli zombie, appena se ne presenterà l'occasione mi lascerebbero morire o mi ucciderebbero.
Carol sbatté un paio di volte le palpebre, deglutì e domandò – Quindi cos'hai intenzione di fare? Perché hai voluto che mi portassero qui?
- Per chiederti in sposa! - esclamò in tono euforico – Certo, dovranno passare anni prima che questo avvenga, sono ancora troppo giovane per sposarmi....
- Tu sei pazzo! - sibilò Dixon interrompendolo – Questo non accadrà mai!!
- La decisione è mia, Daryl – disse con voce pacata Carol, lanciandogli un occhiata che lasciava intendere che doveva restare calmo. Quando riprese a parlare aveva rivolto nuovamente la sua attenzione al ragazzino. - Come punizione per le mie azioni, mi chiedi di sposarti? Sai che sono molto più vecchia di te, vero? Tua sorella dubito che sia d'accordo.
- Lei non c'è – ripeté Mason – Le decisioni le prendo io. Se accetti sarò contento di aiutarvi, se rifiuti... beh, non farete in tempo ad avvisare i vostri amici e prima del tramonto saranno tutti morti.
Sasha stava per dire qualcosa, ma lui alzò la mano per zittirla – Vi ho fatto seguire da uno dei miei zombie più fidati. Aveva una telecamera come collana e ha filmato il percorso per arrivare al vostro rifugio. Quindi, fidatevi quando vi dico che saranno morti prima del tramonto, non lancio minacce a vuoto.
Sasha imprecò mentalmente, lo stesso fece Daryl che stava per proporre di discuterne un attimo tra di loro quando una parola lo paralizzò.
- Accetto – acconsentì Carol – Accetto la tua proposta Max. Se per il bene della mia gente devo sposarmi con qualcuno più giovane, perché rifiutare? Quando mai ricapiterà un offerta simile? - aveva un sorriso stampato in volto ma l'arciere riconobbe quanto fosse forzato e teso.
- Eccellente! - Mason prese a battere le mani – Prima dei preparativi però, devo confessare una cosa. Il mio vero nome non è Max, bensì Mason. Diventerai mia moglie, mi sembrava corretto dirti come mi chiamo. E ora tocca a te. Conosco i nomi dei tuoi due amici qui, ma non il tuo.
Daryl e Sasha si guardarono con aria interrogativa, erano confusi, l'ultima volta avevano sentito una storia ben diversa.
“Qualcosa non torna” pensò l'arciere “Appena tornerà Giselle esigerò delle spiegazioni.”
- Carol – rispose la donna.
- Bel nome, mi piace! Mason e Carol suona bene! - il biondino annuì vigorosamente. - Possiamo andare – afferrò uno zainetto da sotto il pianoforte – Porto con me giusto qualche ricambio, il resto lo verrò a prendere un'altra volta – li fissò con i suoi occhi verdi, in attesa che uno dei tre prendesse l'iniziativa a fare strada.
- Direi di andare, prima torniamo e meglio è – borbottò Daryl uscendo dalla porta, seguito a ruota dagli altri.
Mason chiuse a chiave la porta della casa, poi fischiettò e metà dei vaganti presenti nel giardino iniziarono a seguirli.
- Hai intenzione di portarli con te? - chiese Carol mantenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé.
- Certo! - disse lui, come se la risposta fosse scontata. - Sono le mie sentinelle. Ho anche una guardia del corpo, lui non si allontanerà mai da me. Resterà nella mia stanza quando dormirò. Gli altri rimarranno a fare da guardia alla casa, almeno finché non avrò finito il trasloco.
Sasha prese a tossire, la risposta l'aveva colta alla sprovvista e la saliva le era andata di traverso.
Daryl sputò per terra e in tono scontroso disse – E' un posto sicuro, nessuno ti farà niente. Quella gente ha paura dei vaganti.
- Dei miei zombie non hanno nulla da temere. Anzi, proteggeranno tutti quanti – il ragazzino rimase impassibile, fargli cambiare idea era impossibile.
Il resto del tragitto fu accompagnato dai suoni emessi dai vaganti e dal fischiettio senza sosta di Mason.
Dopo quello scambio di parole, nessuno aveva voglia di parlare.

Tara, Glenn e Michonne erano appostati sulla torretta, avvistarono prima l'orda, solo dopo qualche secondo videro il gruppo di quattro persona che li precedeva. Fortunatamente prima che avessero il tempo di lanciare l'allarme, videro il razzo segnalatore verde lanciato da Sasha. Michonne scese, allontanò gli altri e andò a chiamare Rick. Tara prese posizione accanto al cancello, si sarebbe occupata lei di aprirlo quando sarebbe stato il momento. Appena il quartetto fu davanti ai cancelli, questi rimasero chiusi.
- Il nostro capo richiede di disperdere i vaganti – annunciò Glenn.
- I miei zombie resteranno nei dintorni, mi segnaleranno se ci sono degli intrusi nel territorio. Uno di loro è la mia guardia del corpo. Sto per entrare in una comunità che non conosco, non ho garanzie che mi lascerete illeso una volta svolto il mio compito – Mason guardò di traverso l'uomo sulla torretta.
“Non sarai di certo tu a impedirmi di raggiungere il mio obiettivo” pensò “Ho ucciso mia sorella, di certo non mi farò scrupoli ad annientarti, se ti metti tra me e il mio obiettivo.”
- In segno di buona fede – continuò – Ho lasciato in vita l'assassina di mio fratello Max. E' un atto per assicurarvi che sono degno di fiducia. Se la mia intenzione fosse stata quella di uccidervi tutti, l'avrei già fatto la notte scorsa, quando eravate inermi a causa della poca visibilità della luna nuova.
Qualcosa nel tono della sua voce fece rabbrividire Glenn, Michonne, Tara e persino Rick. Tuttavia Grimes diede l'ordine di aprire il cancello.
“Carol è ancora viva, quindi non è così spietato. Di certo ha uno scopo in testa, pero credo che riusciremo a ragionare con lui” pensò Rick “Se garantisce che il suo vagante non attaccherà nessuno, gli concederò il permesso di tenerlo. Ne ha chiesto solo uno, in caso di problemi sarà facile sopprimerlo.”
Mason osservò Alexandria e fischiò.
- Bel posto – si complimentò il ragazzino – Sono certo che mi troverò bene, come a casa.
Sasha alzò gli occhi al cielo e si allontanò.

Alla vista di un ragazzino girare per la città con un vagante appressò, creò il caos ad Alexandria. Rick da buon leader riuscì a rassicurare tutti gli abitanti.
Dopo pochi giorni Mason portò il pianoforte nella sua nuova casa e suonò una melodia tetra, le note sembravano stridule come se chiedessero aiuto, eppure da quel momento nessun vagante si avvicinò ad Alexandria. Fatta eccezione per quelli di Mason, perlomeno si rendevano utili, recuperavano scorte da posti molto lontani e a volte trascinavano qualche cervo fino ai cancelli. La povera bestia era agonizzante, ma illesa, nessun graffio o morso da parte del vagante, per cui era carne commestibile.
Nel giro di poche settimane la comunità di Alexandria aveva accettato Mason e i suoi servi, perché il loro lavoro era utile per la sopravvivenza di tutti.


 

6 anni dopo
 

- Oggi è il grande giorno – annunciò Michonne entrando nella stanza di Carol.
Lei annuì impercettibilmente, con un sorriso imbarazzato.
- Pensavo che col tempo avrebbe cambiato idea – disse la donna – Insomma lui è ancora un bambino...
- Stai pensando a quello che continuano ad affermare Sasha e Daryl? - le chiese l'amica mentre si avvicinava per sistemarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- E se vuole veramente manipolarmi? Ho già avuto un marito simile in passato, non riuscirei a tollerarlo in silenzio di nuovo.
- L'unica cosa che ti ha chiesto in tutto questo tempo, è di farti crescere i capelli – le fece notare Michonne. - Quando Daryl e Sasha l'hanno incontrato era un bambino, molto probabilmente viziato e spaventato delle sue stesse abilità. E' vero che è ancora giovane, però è maturato. Probabilmente ti vuole sposare solo per scena, perché vuole ricordare che mantiene le promesse.
Carol sospirò. - Va bene, allora andiamo a sposarci.
La cerimonia fu breve, il bacio tra i due sposi un lieve tocco tra le labbra. I festeggiamenti durarono fino a sera.
Quando Mason fece entrare in casa Carol le disse – Sali pure di sopra, ti raggiungo tra poco moglie.
Il suo tono non era cambiato nel corso degli anni, aveva sempre una nota pericolosa e le sue pupille coprivano quasi tutto l'occhio.
“Mi starò sbagliando” pensò la donna mentre saliva al piano di sopra “Non ha acceso le luci, quindi nella penombra non devo averci visto molto bene.”
Carol si tolse il vestito da sposa e si mise il pigiama. Rimase in piedi a guardare fuori dalla finestra.
Mason entrò in silenzio nella stanza, la donna nemmeno se ne accorse. La cinse con un braccio alla vita.
- Ti avevo detto che ti avrei sposata – disse con un smorfia, mentre con la mano libera le spostava i capelli, in modo da soffiarle sull'orecchio. - Siete stati sciocchi a non chiedermi cosa intendevo fare dopo – iniziò a sghignazzare.
Carol rabbrividì, cercò di liberarsi dalla presa, ma i suoi tentativi si rivelarono inutili.
- E' inutile agitarsi – sentenziò Mason – Dovevi aspettarti che prima o poi sarebbe accaduto. Hai ucciso Max, non potevo lasciarti impunita. La tortura peggiore è lasciar vivere nella speranza che tutto sia sistemato e ci sia soltanto pace e felicità. Ora ti toglierò la vita – riprese a ridere, il suono era malvagio e Carol iniziò a sudare freddo, perché aveva capito che non si trattava di uno scherzo.
- Se mi uccidi, loro non ti lasceranno vivere, mi vendicheranno – la voce le tremava, nonostante si sforzasse di mantenerla ferma.
- Oh, pensi davvero che non abbia pensato a questo? - Mason schioccò la lingua sul palato – Pensi davvero che sia così stupido? Ho un piano ben preciso in mente. Te lo illustrerò con piacere. Prima con il coltello ti farò un piccolissimo taglio sulla carotide, poi quando sarai quasi dissanguata completamente, la mia guardia del corpo ti morderà esattamente nel punto in cui c'è il segno del coltello. In questa maniera si prenderà lui la colpa e di me nessuno sospetterà. Di certo dovrò abbatterlo, ma questo non è un problema. Se i tuoi amici si metteranno contro di me, ho tutta la comunità dalla mia e perdoneranno quel gesto come un errore umano. Sono certo che i tuoi amici insisteranno ad accusarmi e a quel punto la gente mi difenderà e loro verranno cacciati da Alexandria.
Carol avvertì la punta del coltello sulla carotide.
- Oh, ovviamente per far soffrire il tuo amico arciere dirò che prima abbiamo consumato il matrimonio, almeno si capirà il motivo della mia stanchezza – iniziò a ridere, proprio mentre la punta del coltello perforava la pelle della donna.
Mason si allontanò e sedendosi sul letto osservò la donna cadere a terra e contorcersi, mentre cercava di coprirsi il punto sul collo per evitare di perdere troppo sangue.
- Se fai così mi rovini il divertimento – si lamentò il biondo scuotendo la testa e sbuffando. Schioccò le dita a il suo zombie guardia del corpo entrò nella stanza.
- Mordila dove ti ho insegnato, fai un bel morso profondo, così le reciderai le corde vocali e non potrà gridare. Dopo mordila nel punto dove l'ho tagliata con il coltello e torna nel piano di sotto – Mason dava istruzioni in una maniera glaciale, gli occhi verdi gli brillavano e a quel punto Carol capì le sue intenzioni.
“Ha voluto darci una speranza di una vita migliore, eppure è...” i suoi pensieri finirono lì perché il vagante dopo aver affondato i denti nel suo collo, nei punti indicati dal suo padrone, le aveva tirato un calcio sul cranio.
Mason fu tentato di assaggiare la sua materia celebrale, però si trattenne, le chiazze di sangue e di cervello non dovevano essere compromesse dalle sue impronte, se ci fosse stato soltanto un capello fuori posto i suoi compagni si sarebbero insospettiti.
“E' ora di andare a dormire, domani sarà l'inizio del mio dominio” pensò Mason e con un sorriso enorme stampato sul volto si addormentò.

 

  
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