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Autore: Lisaralin    15/10/2016    7 recensioni
Ferito e costretto a letto dopo uno scontro con Isa, Lea ha tempo per guardare dentro se stesso e pensare ai suoi amici. Quelli che non ci sono più, e quelli che gli hanno voltato le spalle. Persino quelli che non riesce più a ricordare. Ad ascoltarlo, l'interlocutore più improbabile di tutti.
[post KH3D, pre KH3]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Roxas, Saix, Vexen, Xion
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“Look ahead and see
There are still so many borders we could cross
Just you and me
Making up for all the time that we have lost
So much to see, so much to live for
Questions to answer, places to go
So much to be, so much to care for
Deep down inside I think you know
You are free... come back to me!”
(Ayreon, “The Human Equation” – “Day 7: Hope”)

#2 - Scientifico


Da un po’ di tempo a questa parte ogni sera è la stessa manfrina.
“Ti ho detto di no.”
“Come se poteste concludere qualcosa senza il mio aiuto!”
“Sei anche un medico, lo sai meglio di me. Dopo un risveglio instabile come il tuo è necessario il massimo riposo.”
“Sono solo stupidi mal di testa. Dilan è in piedi da giorni!“
“Dilan è più robusto di te. E più giovane.”
Breve pausa in cui la temperatura della stanza si abbassa di due gradi e io mi raggomitolo più stretto tra le coperte.
“Questo era un colpo basso.”
“La mia risposta non cambia.”
Di solito termina così, con Even che torna a letto brontolando e Ienzo che sbatte la porta senza alcun riguardo per le mie povere tempie martellanti, né tantomeno per la mia pazienza ormai allo stremo.
“Detesto dirlo, ma ti capisco.”
Oggi decido di variare improvvisamente il copione. Ai tempi dell’Organizzazione Axel avrebbe dato un braccio in cambio di una giornata di tutto riposo, da trascorrere spaparanzato tra i cuscini ad ascoltarsi beatamente russare. Lea però ha scoperto che troppe giornate di riposo significano troppo tempo per pensare, e questa non è sempre una cosa positiva. Soprattutto quando a pensare ci si mette il cuore oltre che il cervello.
“Anch’io avrei di molto meglio da fare che stare qui a vegetare.”
“Oh, immagino.” Quantomeno Even non mi ha insultato appena aperto bocca. È un passo avanti. “E quale sarebbe questa missione che non può attendere?”
Anche lui deve annoiarsi a morte se mi rivolge addirittura una domanda. Ma dopotutto il sentimento è reciproco.
“C’è... una promessa che devo mantenere.”
Continuate pure a scappare. Io sarò sempre pronto a riportarvi indietro.
Una fitta mi attraversa il cranio come ogni volta che il pensiero riemerge, le mie dita si stringono istintivamente intorno alla conchiglia mentre serro i denti per tenere a bada il dolore. I ricordi sono confusi, incompleti come un puzzle di cui sono andate perdute delle tessere, ma Axel ha fatto una promessa alle persone… alla persona più importante della sua vita, su questo non ci sono dubbi. E Lea intende mantenerla a ogni costo.
“La tua scienza spiega se è possibile separare una persona dal suo Nessuno?” la mia voce è ancora un po’ impastata, e trema leggermente. Strano che non mi sia venuto in mente di domandarlo prima. Forse ero troppo riluttante all’idea di chiedere aiuto a Even. O forse ho solo troppa paura della risposta. “Senza ritrasformare la persona in un Heartless, intendo. E senza fare del male alla persona stessa.”
“Vuoi anche la chiave per il regno fatato degli unicorni arcobaleno, già che ci siamo?
Appunto.
“Se vuoi ottenere qualcosa devi darne in cambio un’altra dello stesso valore. È una legge della scienza e della vita.”
La spirale della conchiglia sembra fare eco al tono derisorio di Even. Si rincorre da sola all’infinito, un serpente che si morde la coda senza approdare a nessuna soluzione. Sora, Roxas. Due merci di uguale peso, in perfetto equilibrio sui piatti di una bilancia.
“Ora capisco perché voi apprendisti avete fallito” un’altra cosa fastidiosa di avere un cuore è che a volte ti viene da piangere senza motivo, e allora devi fare una fatica bestiale per mantenere il controllo della tua voce. “Siete stati bravi con i vostri bei calcoli scientifici, ma di quello che significa davvero un cuore non avete mai capito un cazzo.”
Il colpo va a segno, lo capisco dallo sguardo di Even che si abbassa per un millisecondo prima di tornare a posarsi fiammeggiante su di me. Lo ha voluto lui. Ho giocato alle sue regole, una pugnalata per un’altra.
Anche questo vuol dire avere un cuore.
 
  
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