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Autore: ImperioMagicum    16/10/2016    2 recensioni
Imperio Magicum , dopo anni di paure canalizzategli contro dagli Educatori , decide di fuggire e di far cadere la dittatura che governa Sila. L' Infallibile , il leader del governo , dopo aver promesso di togliere il paese dalla guerriglia e l'instabilitá ha infatti ha spinto l'intera popolazione ad una guerra con i territori del nord , al solo scopo di distrarre il popolo. Per sconfinggere il regime è necessario possedere un'arma , più potente di tutto il potenziale bellico della dittatura , ed Imperio è forse l'unico in grado di trovarla.
Le origini e le vicende di un personaggio a me molto caro , rimasto sepolto nella mia mente fin dall'infanzia.
Accetto volentieri commenti e critiche.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 12:

La storia di Imperio

Niente incubi quella notte per Imperio, solo uno strano sogno senza immagini. Una bambina, la voce di una bambina che piangeva. Il singhiozzare lo turbava, non era come i mostri spaventosi che spesso incontrava, ma era comunque doloroso. Il sogno ancora una volta sembrava realtà, anzi, forse lo era. Aprì gli occhi. Non stava più dormendo ma il singhiozzare persisteva. Si alzò dal giaciglio e vide Mary seduta, avvolta dalle coperte fino al capo a fargli da cappuccio. Il suo lamento era soffocato, cercava probabilmente di non farsi sentire. 

Imperio gli si avvicinò lentamente. Le toccò la spalla e lei si girò di scatto. Il volto era arrossito e striato di lacrime. Aveva tentato di asciugarle tutte, mano a mano che scendevano, nel disperato tentativo di cancellarle, ma con il solo risultato di irritare la sua pelle: la coperta ispida le aveva graffiato leggermente le guance.

Alla vista di Imperio si asciugò nuovamente il volto: < S-scusami... > disse < Ho ripensato...a mio no...no... > La voce le si strozzava in gola ed i singhiozzi non le rendevano più facile parlare. < Ho capito...non serve che lo dici > < Mi dispiace...non capisco cosa sta... accadendo > Le parole di Mary erano intervallate da singhiozzi e rantoli. < Dove siamo diretti? Non capisco... perché siamo fuggiti così... > < è complicato... Fidati di me... > le rispose Imperio per tagliar corto e si diresse verso le proprie coperte. < Su...tranquillizzati e dormi >

< P-per favore > lo supplicò Mary prendendolo per il braccio < Ho bisogno di sapere... non ce la faccio così... > Imperio si bloccò e le tornò vicino. < Non potevamo restare... per quello che ho fatto quando siamo fuggiti. > 

Prese un grande respiro e cominciò a spiegare: < Non sono un mago, o almeno non lo ero in origine. Sono stato allevato in un laboratorio dove mi hanno sottoposto ad esperimenti. Il capo di questo laboratorio mi… studiava di persona. Non ho mai capito il perché avesse tutto questo interesse per me. Fatto sta che mi fornì un'istruzione avanzata ed un allenamento di tipo militare: so combattere e ho conoscenze per fabbricare armi e congegni meccanici. Un giorno venne da me....e mi dette questi. > Prese il sacchettino che non aveva voluto mostrare alla ragazza. Lo aprì e ne uscirono tre bellissimi cristalli trasparenti, simili a quarzo. Uno era grande e perfetto, il secondo era più piccolo, simile ad un pugno per le dimensioni. L'ultimo era rovinato, quasi opaco, sul punto di spaccarsi e delle dimensioni di un mozzicone di sigaro. < Questi cristalli sono molto particolari. Lui mi chiese di studiarli e di dargli informazioni. Mi dette un mio laboratorio e tutto ciò che gli richiedevo per poter proseguire le ricerche. Ma era impossibile: il materiale non era identificabile, apparentemente non erano di un materiale sconosciuto. Non avevo idee e mi disperavo pensando a quale punizione avrei ricevuto. Ma poi accadde qualcosa. Durante il tentativo di prendere una scheggia di cristallo mi tagliai la mano. Una ferita profonda e dolorosa. Perdevo molto sangue e stringevo la ferita nel tentativo di fermare l'emorragia. Desideravo che smettesse, che guarisse capisci? Lo fece. Mentre stringevo la ferita, sentii la pelle ricucirsi lentamente. Credetti in un'allucinazione, ma era tutto vero, non vi era più nemmeno un graffio. Pulii il sangue e nascosi tutto. Fortunatamente non venivo sorvegliato al momento dell'accaduto. Feci altre prove. Provai a procurarmi piccole ferite, nulla di serio, ed a ripetere il processo. Ero capace di guarirmi, anche se non sapevo perché. Feci altre prove: mi tagliai i capelli e vidi che ricrescevano se io lo volevo, anche più lunghi di prima, ma quando mi addormentavo ritornavano al loro stato naturale. Capii in poco tempo che potevo usare questo strano potere per cambiarmi i connotati. Funzionava così: potevo guarirmi e mantenere le ferite chiuse e potevo cambiare aspetto, sebbene le grandi variazioni fossero estremamente faticose o impossibili, come ad esempio diventare minuto come un bambino o cambiare sesso anche dal lato biologico. Capii che i cristalli dovevano centrare qualcosa in tutto questo: probabilmente mi avevano fornito delle doti particolari come gli amuleti facevano con gli eroi dei miti. Li studiai in segreto, parallelamente agli studi ufficiali fatte per conto del laboratorio, e scoprii che effettivamente emettevano qualcosa. Producevano una sorta di micro-vibrazioni, come quelle di un bicchiere picchiettato con un coltello per richiamare l'attenzione dei commensali. Quelle vibrazioni sembravano essere la causa di tutto. Scoprii che vicino ai cristalli i miei poteri aumentavano e potevo guarire più velocemente e con meno fatica. Quella sorta di energia, che io ho ritenuto essere energia magica, poteva quindi alterare il mio corpo. La domanda ora era: potevo fare qualcosa di simile con qualcosa che non fosse animato? Dopo alcune ricerche riuscii a capire che i cristalli cambiavano la frequenza delle vibrazioni se carichi di energia. Con un macchinario riuscii a riscaldarne uno, quello che ora vedi più piccolo, e lo avvicinai a del sale. Con una certa quantità di calore era in grado di separarlo nei suoi due componenti: sodio e cloro. Con altri livelli di calore era in grado di ricombinarli assieme. Lo trovai incredibile. Sperimentai ancora e riuscii a trovare il modo di ottenere molte forme di “magia” tra cui anche l'antigravità. Sapevo come utilizzare quelle informazioni: convinsi tutti che dovevo fare un esperimento e mi feci portare questo tappeto > Imperio mostrò allora il tappeto vecchio e logoro da cui non voleva mai separarsi < Lo incantai prima dell'esperimento e ricavai delle bombe artigianali trasmutando alcuni minerali che avevo a disposizione. Il giorno stesso creai il caos: feci esplodere il laboratorio simulando un incidente. Mi mescolai tra gli Educatori, le guardie che mi controllavano, prendendo l'aspetto di un adulto e trovai un'uscita. Con tutti intenti a cercare di spegnere l'incendio che si era creato utilizzai il tappeto e volai lontano, più lontano possibile da quel luogo infernale. >

< è terribile! > disse allora Mary < Devi chiedere alla polizia di trovarli, non possono passarla liscia per averti trattato da cavia. > < Chi credi che sia stato a rinchiudermi in un bunker? È stato lui... l'Infallibile ed i suoi uomini. > Mary era spaventata da quelle parole < Io... mio nonno non me ne parlava bene, sebbene tutti lo acclamino, ma io non credevo che... > erano cose molto dure da digerire per lei. < Noi...scappiamo da lui? > < Io scappo da lui...e purtroppo ho coinvolto anche te...quando ho lanciato quella bomba. > < Non capisco...cosa centra? Erano solo terroristi... mica erano... > e qui si bloccò, guardò negli occhi Imperio smarrita e con un filo di voce disse: < Era...erano uomini dell'Infallibile? > < Il gas che hanno usato...era lo stesso che usavano con me...serve a farti entrare nel panico... > < Hanno ucciso mio nonno... PERCHÉ?! > < è scritto nel tuo libro...quello che avevi nel tuo rifugio. > le rispose il ragazzo < Lo fanno...per far paura alle persone...e fargli credere che ci sia sempre un nemico da combattere... e che da soli siamo indifesi. > < Sono assassini... > < Vorrei portarti al sicuro, lontano da qui, lontano da tutti. Non voglio che tu vada nei loro centri. > < Vuoi fuggire in un altro stato? > < Sì...ho paura. > 

Restarono a parlare ancora a lungo, scambiandosi le rispettive preoccupazioni, fino ad essere vinti dal sonno. Si addormentarono vicini e si sentirono, per la prima volta dopo tre giorni di viaggio, al sicuro l'uno accanto all'altra.

 
   
 
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