DAY 4: FEELiNGS
31
Marzo: ore
2.00
MATATAGI
Non ho idea di
che ore siano, ma di una cosa sono certo. E’ notte, e per
qualche strano motivo
non riesco a dormire. O meglio… ho dormito, per un
po’, ma poi mi sono
risvegliato e non sono più riuscito a prendere sonno. Ho
quindi deciso di
arrendermi, per il momento, e di rimanere sveglio ad ammirare il cielo.
La
quantità di stelle che lo illuminano questa notte
è incredibile. E’ uno
spettacolo magnifico.
La
luminosità
delle stelle mi permette inoltre di guardarmi intorno, nonostante sia
notte
fonda. Noto infatti che il mare si è calmato, ma che la
parte inferiore
dell’isola è stata comunque sommersa. Fortuna che
siamo saliti qui sopra,
altrimenti a quest’ora saremmo già stati
trascinati via dalle onde. Le stelle
mi permettono anche di vedere tutti i miei compagni, che per loro
fortuna
dormono profondamente. Alla mia destra ci sono Manabe e Minaho, che
dormono
vicini. Dopo di loro c’è Nozaki, che dorme comoda
sul materasso. Ieri sera,
infatti, avevamo deciso di comune accordo di lasciarlo a lei.
Inizialmente aveva rifiutato la nostra offerta, dicendo che non voleva
avere un trattamento di
favore, ma alla fine i ragazzi sono riusciti a convincerla. Dopo di lei
ci sono
infine Tetsukado e Nishizono, anche loro intenti a dormire, sereni.
Alzo lo
sguardo verso il cielo e mentre ammiro le stelle mi passano per la
mente varie
immagini della giornata di ieri, tutte legate a Nozaki. La rivedo
quando mi
urlava contro, arrabbiata; quando gridava schifata, perché
aveva toccato il
mollusco con le dita; quando mi sorrideva. Infine rivedo
l’espressione che mi
ha fatto ieri sera, un attimo prima che provassi a baciarla. Le gote
leggermente arrossate, gli occhi puntati su di me, con uno sguardo
dolcissimo…
lo sguardo di una ragazza innamorata. Ed era bellissima, in quel
momento.
Un istante
dopo a quell’immagine si sostituisce quella di lei in
lacrime, le ultime parole
che mi ha rivolto riecheggiano nella mia testa. Sento un fitta al cuore
e
d’istinto chiudo gli occhi, sospirando.
- Ma che diavolo
mi prende…
Mi dico, a
bassa voce, per poi cercare di riaddormentarmi. Pochi secondi dopo,
però,
riapro gli occhi, poiché ho appena sentito un rumore, come
se qualcuno stesse
camminando sull’erba. Con mio immenso stupore vedo Nishizono
passarmi davanti,
con lo sguardo fisso, diretto alla mia sinistra. Impiego qualche
secondo a
collegare il tutto, ma non appena ricordo mi alzo in piedi e lo
raggiungo di
corsa, circondandolo con le braccia e bloccandolo un secondo prima che
appoggiasse un piede nel vuoto, risparmiandogli una brutta caduta in
acqua.
- Eh? Ma cosa…
che
succede?
Gli sento
dire, chiaramente confuso. Tiro un sospiro di sollievo. Meno male che
ero
sveglio…
NARRATORE
Shinsuke: E
così l’ho fatto di nuovo, vero?
Il portiere,
che si era seduto accanto a Matatagi, pose quella domanda scoraggiato,
con la
testa bassa.
Matatagi: Già,
a quanto pare.
Il ragazzo gli
rispose senza guardarlo.
Shinsuke: Scusami.
Matatagi: Chiedere scusa non ha
alcun senso. Il vero problema è che non puoi sempre
sperare che qualcuno di noi sia sveglio, quando ti succede.
Shinsuke: Sì,
hai ragione.
Matatagi: Per
le prime due volte ti è andata bene, ma non è
detto che ti salvi anche nella
terza…
Shinsuke: Uhm…
I due ragazzi
continuavano a non guardarsi.
Shinsuke: Comunque sia ti
ringrazio. Grazie per avermi salvato.
Matatagi si
girò a guardarlo e per la prima volta i loro sguardi si
incrociarono. Shinsuke
sorrise e Matatagi fece lo stesso, di rimando.
Matatagi: Figurati.
Il ragazzo si
limitò a quell’unica parola, per poi portare di
nuovo lo sguardo verso il
cielo.
SHINSUKE
Mentre osservo
Matatagi noto che in lui c’è qualcosa di strano.
Sembra pensieroso.
- Queste stelle
sono davvero bellissime, vero?
Gli domando,
poiché ho notato che le sta osservando.
- Già.
Si limita a rispondermi,
per poi tornare ai suoi pensieri. Ora che ci penso… per
quale motivo è sveglio,
dato che è notte fonda?
MATATAGI
Non so
perché,
ma questo ragazzo mi mette a disagio. Il fatto è che la sua
semplicità e la sua
innocenza… mi spaventano. In ogni caso dobbiamo studiare un
sistema per
impedirgli di fare pazzie. Potrei legarlo a me con la fune che abbiamo
sulla
scialuppa…
- Ascolta
Matatagi, posso chiederti per quale motivo sei sveglio?
La sua domanda
interrompe i miei pensieri. Mi giro a guardarlo e i nostri sguardi si
incrociano.
- Per caso non
riesci a dormire?
Sul primo
momento non so cosa rispondergli, ma alla fine decido di dirgli la
verità.
- Già, a
quanto
pare…
Gli rispondo,
spostando lo sguardo da lui e rivolgendolo davanti a me.
Passano alcuni
secondi
di silenzio, poi mi parla di nuovo.
- E non sai il
motivo?
- No, non ne ho
idea.
Nishizono
rimane nuovamente in silenzio per qualche secondo, ad osservarmi.
- Forse è per
colpa di ieri sera, non pensi?
La sua nuova
domanda mi provoca un sussulto. Decido di non rispondergli ma nel
frattempo
arriva un’altra domanda, peggiore di questa.
- Posso
chiederti per quale motivo hai fatto piangere Nozaki?
Ecco, iniziano
ad arrivare le domande scomode.
- E’ meglio che
tu non lo sappia, credimi.
Gli rispondo,
nello stesso modo in cui avevo risposto a Tetsukado qualche ora fa. Con
questa
affermazione sono convinto di chiudere la discussione, ma mi sbaglio.
- Ti sbagli,
invece.
La sua
risposta mi spinge a voltarmi verso di lui.
- Credo che sia
meglio che tu lo dica a qualcuno, piuttosto che tenerti tutto dentro.
Continua a
dirmi, guardandomi negli occhi. Beh, in fondo, non mi costa nulla
dirglielo.
NARRATORE
Matatagi: D’accordo,
come vuoi tu. Ma non posso raccontarti nel dettaglio, mi
limiterò a
riassumerti il concetto generale.
Shinsuke: Va
bene.
Matatagi: Come
hai già sentito dire da lei io l’ho illusa.
L’ho illusa di qualcosa che in
realtà non era vero. Lei ci ha creduto,
perciò…
Shinsuke: …
quando ha scoperto la verità ha pianto, vero?
Matatagi: Esatto.
Il piccolo
rimase qualche secondo in silenzio, a riflettere.
Shinsuke: Beh,
però scusa… se alla fine quel qualcosa non era
vero, allora perché le hai fatto
credere che era vero?
Matatagi: Perché?
Perché io sono il cattivo della situazione, no?
Shinsuke: No,
non credo. Se fossi veramente cattivo… non ci penseresti
così tanto da non
riuscire a dormire, no?
L’ultima
affermazione del ragazzo provocò un sussulto a Matatagi. Il
piccolo aveva
infatti centrato appieno il nocciolo della questione.
Matatagi: In
effetti hai ragione. La mia è una vera e propria
contraddizione. Chissà perché?
La domanda del
ragazzo era rivolta più a se stesso che a Shinsuke.
Shinsuke: Secondo me non devi
pensarci così tanto.
Matatagi si
girò a guardarlo, sorpreso da quella affermazione.
Shinsuke: La
risposta alla tua domanda arriverà da sola, quando
sarà il momento giusto.
Il sorriso che
il più piccolo rivolse a Matatagi lo spinse a dargli ragione.
Matatagi: Già,
potresti anche avere ragione tu.
A quel punto i
due ragazzi decisero di rimettersi a dormire, per evitare di ritrovarsi
stanchi
la mattina seguente.
AOI
Apro gli occhi
e la prima cosa che sento è un peso sul corpo. Giro la testa
per capire cosa mi
sta schiacciando e scopro che Tenma è letteralmente sopra di
me.
- Ma cosa…
Mentre mi
sforzo di ricordare cosa è successo cerco di liberarmi dalla
pressione del suo
corpo, ma quando cerco di spostarlo il suo braccio sinistro cade fra le
mie
gambe. L’immediato imbarazzo mi porta a spingere, con fin
troppa decisione, il
suo corpo alla mia sinistra. Mi metto seduta e per qualche secondo
rimango
ancora turbata, ma poi mi riprendo. A quel punto inizio a ricordare
cosa è
successo. Sono svenuta, a causa della mancanza d’aria, mentre
io e Tenma
percorrevamo quel maledettissimo tunnel. Ora però siamo in
uno spazio molto più
ampio e anche molto più ricco di ossigeno. Come ci sono
arrivata? Possibile che sia stato Tenma a
portarmi fino a qui?
Dopo aver
ripreso pienamente coscienza, la prima cosa che faccio è
assicurarmi che Tenma
stia bene. Con immensa gioia scopro che il mio compagno di disavventure
dorme
profondamente, perciò tiro un sospiro di sollievo. Un attimo
dopo, però, mi
sorge un dubbio. Com’è possibile che io riesca a
vederlo se siamo sottoterra? E
non solo lui… riesco a vedere anche lo spazio in cui ci
troviamo!
Alzo lo
sguardo e con mio immenso stupore scopro che la nostra buca
è collegata con la
superficie, grazie a dei piccoli fori che permettono alla luce di
filtrare.
Questa luce, però, è molto debole. Non
può essere la luce del Sole. Possibile…
che sia la luce della Luna? Allora è notte adesso... In ogni
caso non posso evitare di sorridere.
- Ce l’abbiamo
fatta, Tenma. Siamo salvi!
Esulto, per poi
girarmi verso di lui. Mentre lo guardo mi chiedo per quale motivo mi
fosse
praticamente addosso. Ci rifletto qualche minuto e alla fine intuisco
cosa può
essere successo. Molto probabilmente, dopo essere svenuta, Tenma ha
continuato a
camminare portandomi in braccio, alla ricerca di un’uscita.
Una volta arrivato
qui ha capito di essere salvo, ed è svenuto a sua volta per
il mio stesso motivo.
Povero Tenma… Deve essere stato faticoso per lui portarmi
fino a qui. Era già
stremato da solo e si è dovuto occupare anche di me.
- Grazie, Tenma.
Gli dico, a bassa
voce, per poi sorridergli e accarezzargli i capelli.
- Ti amo.
TSURUGI
Da quando io e
Endou abbiamo deciso di metterci a dormire saranno passate
già diverse ore. In
queste ore, però, io ho dormito pochissimo. Questa
sarà almeno la terza volta
che mi risveglio, e dato che non riesco più a
riaddormentarmi ho deciso di
arrendermi e di sedermi in riva al mare, ad ammirare le stelle. Sono
uno
spettacolo magnifico, che però non riesco a godermi appieno.
Il motivo
della mia mancanza di sonno lo conosco perfettamente. Il fatto
è che non riesco
proprio a non pensarci! Se penso che il sorriso di Tenma, mentre mi
prometteva
che sarebbe andato tutto bene, potrebbe essere stato il suo ultimo
sorriso…
Mentre guardo
le stelle mi ritrovo a pensare a tutti i bei momenti passati insieme a
lui. In
particolare ricordo il nostro primo incontro, non molto bello in
effetti. E’
stato grazie a quell’incontro, però, che la mia
vita è cambiata. Non avrei mai
pensato che quel ragazzo ingenuo e testardo, con un folle amore per il
calcio,
sarebbe diventato il mio migliore amico. Ora il pensiero di perderlo,
di non
sentire più la sua voce allegra pronunciare il mio nome, di
non vedere mai più
il suo sorriso… mi distrugge.
- Non lasciarmi,
Tenma.
Dico
inconsciamente ad alta voce, abbassando lo sguardo.
- Ti prego…
31
Marzo: ore
3.30
TETSUKADO
Il primo
pensiero che mi passa per la testa, dopo aver aperto gli occhi e aver
visto il
cielo nero, è questo: ma perché diavolo devo
svegliarmi nel bel mezzo della
notte?!? Richiudo gli occhi, sperando di riaddormentarmi, ma subito
dopo li
riapro. Ho infatti notato che il cielo non è completamente
nero, ma
illuminato dalle stelle e dalla luce della Luna.
Rimango
qualche secondo in ammirazione, sdraiato a pancia in su e con la testa
appoggiata sulle braccia, per poi dare un rapido sguardo ai miei
compagni. La
prima cosa che noto è che Shinsuke non è
più vicino a me. Mi metto quindi a
cercarlo con lo sguardo fino a quando non scopro che sta dormendo
vicino a
Matatagi. Rimango un attimo sorpreso, ma dopo aver notato la fune con
cui sono
legati intuisco cosa deve essere successo. Per fortuna Matatagi se
n’è accorto,
o probabilmente in quel momento era sveglio. Pensando a Matatagi non
posso
evitare di ricordare il nostro ultimo discorso. L’espressione
che mi ha
rivolto, quando gli ho domandato se si sentisse in colpa, mi
è rimasta impressa
nella mente. E’ chiaro che la risposta a quella domanda era
sì, ma allora…
perché l’ha fatto? Non capisco, e non voglio
nemmeno capirlo! Insomma… cosa me
ne frega a me dei problemi di quello?!? E poi non cambia il fatto che
ha fatto
piangere Nozaki!
Pensando a lei
mi viene da girarmi verso il punto in cui si trova il materasso, dove
so che
sta dormendo. Inaspettatamente, però, scopro che il
materasso è vuoto. In un
primo momento vado nel panico, mettendomi seduto e cercandola
disperatamente.
Poco dopo però rifletto razionalmente. E’
impossibile che sia finita in acqua,
perciò deve essere sicuramente qui! Mi alzo quindi in piedi
e squadrando tutta
l’isola, illuminata dalla luce intensa delle stelle, scopro
che è scesa
dall’altura. E’ in piedi sulla parte bassa
dell’isola, intenta ad ammirare le
stelle.
Mentre mi
chiedo per quale motivo si trovi lì inizio a scendere
anch’io dall’altura, ma
nel momento in cui poso un piede a terra lo sento bagnarsi.
Inizialmente
sorpreso, scopro poi che questa parte dell’isola è
stata appena superata dal
livello dell’acqua, che arriva a bagnarmi le caviglie.
Cammino lentamente verso
di lei, che dandomi leggermente le spalle non si è ancora
accorta della mia
presenza. Mi fermo qualche metro prima di lei e mi incanto a guardarla.
Sul suo
viso, rivolto verso l’alto, si nota un velo di tristezza.
Nonostante questo
rimane sempre bellissima.
- Ehi, si può
sapere cosa ci fai qui?
Le chiedo. La
vedo sussultare, per poi girarsi verso di me.
NARRATORE
Nozaki: Tetsukado.
La ragazza
pareva visibilmente sorpresa. Non si aspettava che qualcun altro fosse
sveglio,
in piena notte.
Nozaki: Accidenti a te, mi hai
spaventato! Perché non stai dormendo come tutti gli
altri?
Tetsukado: Lo
stesso vale per te, no?
La ragazza
distolse lo sguardo, senza rispondere.
Nozaki: Perché
sei sceso fin qui? Temevi che volessi farmi portare via dalle onde? Non
sono
messa così male…
Mentre parlava
la ragazza continuava a rivolgere lo sguardo al cielo.
Tetsukado: No,
so che non lo faresti. Hai già avuto una brutta esperienza
con l’acqua, dubito
tu sia così stupita da volerla riprovare.
La ragazza
sorrise, tristemente.
Nozaki: Già,
non me lo ricordare.
Attimo di
silenzio.
Tetsukado: Deve essere stato
orribile.
Nozaki: Ho
temuto di morire, sai?
La ragazza si
girò un attimo a guardarlo, per poi spostare nuovamente lo
sguardo altrove.
Nozaki: Quando
le onde mi hanno trascinato lontano dalla scialuppa… lontano
da voi… ho temuto
davvero che fosse la fine…
Il pugile non
sapeva cosa risponderle. L’argomento era davvero delicato, e
lui non poteva
dire di capirla a pieno. Certo, anche lui aveva sperimentato
l’essere dispersi
in mare, ma non era lo stesso di trovarsi nel mezzo di una tempesta.
Così alzò
lo sguardo, rimanendo in silenzio e contemplando la bellezza delle
stelle.
Tetsukado: Poi
è arrivato Matatagi…
Il nome che
nessuno dei due voleva sentire. Non appena il ragazzo lo
pronunciò cadde
infatti il silenzio. La ragazza sussultò, per poi sorridere
nuovamente. Un
sorriso amaro.
Nozaki: Già.
Matatagi è stato la mia speranza. Quando l’ho
visto nuotare verso di me, a
tutta velocità, il mio cuore si è alleggerito. Ho
sentito dentro di me che
potevo ancora farcela.
Tetsukado continuava a guardare la ragazza, senza proferire parola. Ora il suo sorriso era cambiato, pareva più sincero.
Nozaki: E’
grazie a lui se io sono qui, adesso.
La ragazza
concluse il discorso, rimanendo poi in silenzio ad ammirare le stelle.
Tetsukado lesse nel suo viso e nelle sue parole quella
verità che in realtà già
sapeva, ma di cui ora ha avuto la conferma.
Tetsukado: Sei
innamorata di lui… non è vero?
La ragazza si
voltò di scatto, sorpresa da quella domanda. Era
già pronta a negare,
ma quando vide l’espressione seria di Tetsukado
capì che non aveva scampo. Così
distolse lo sguardo.
Nozaki: Se ti
dicessi di no… non mi crederesti, vero?
Tetsukado: Perché? Anzi
no, la domanda giusta non è perché, ma come. Come
è successo?
Pensavo che non lo sopportassi!
Nozaki: Ti
sarà difficile crederlo, ma Matatagi è
più buono di quanto credi.
TETSUKADO
Già, ha
ragione. Mi è davvero difficile crederlo. Però,
se ripenso al nostro discorso
di ieri sera…
- E’ stato
davvero gentile in questa giornata che abbiamo passato insieme. Certo,
a volte
si comportava come al solito, ma altre volte… era diverso.
Sai, è difficile da
spiegare…
Le sento dire,
continuando a non guardarmi. Più la sento parlare e vedo la
sua espressione,
più mi rendo conto che la cosa è davvero seria.
- E come mi
spieghi ieri sera, allora?
Le chiedo,
arrivando al nocciolo della questione. La vedo sussultare, per poi
abbassare lo
sguardo.
- Ieri sera…
è
come se si fosse rotto qualcosa. Mi ero finalmente convinta che fosse
buono, e
invece…
La sua frase
si interrompe a metà, a causa di un singhiozzo. Se penso che
sta soffrendo così,
a causa di quello… Sto per risponderle ma nel frattempo lei
riprende a parlare.
- Sai, io… ero
convinta che mi sarei innamorata di un ragazzo gentile, altruista, che
mi
avrebbe protetta e trattata come se fossi un tesoro. E
invece… A
volte la vita fa davvero dei brutti scherzi…
Queste sue
parole mi innervosiscono terribilmente, spingendomi a dire qualcosa che
mai mi
sarei aspettato potesse uscire dalla mia bocca.
- Io non ti
farei mai nulla di simile.
La vedo
voltarsi verso di me, sorpresa da questa mia affermazione. Le mie
parole escono
spontanee, senza rifletterci sopra. Sono parole che mi vengono dal
cuore.
- Io ti
tratterei sempre con gentilezza. Ti proteggerei in qualunque
situazione, anche
a costo di rischiare la vita. Inoltre… non ti farei mai
piangere, mai.
- Tetsukado,
cosa vuoi dire?
Le sento
domandarmi, confusa.
- Io non ti vado
bene? Posso renderti felice, molto più di quanto potrebbe
fare lui in questo
momento.
Con la mia
ultima affermazione finalmente me ne rendo conto. Io non posso vederla
così.
Non posso vederla infelice a causa di qualcuno che non è
nemmeno in grado di
capire se stesso. Voglio vederla sorridere, e voglio essere io la
ragione dei
suoi sorrisi.
Io… mi
sono
accorto di amarla, nel momento stesso in cui mi sono dichiarato.
ICHIKAWA
Una
notte
stellata è sempre uno spettacolo piacevole. Devo ammettere
che non mi dispiace
così tanto di essermi svegliato in piena notte. Rimango
qualche minuto a
guardarle, riflettendo su varie cose, poi decido di rimettermi a
dormire. Giro
la testa di lato e chiudo gli occhi ma un attimo dopo li riapro,
poiché ho
notato che Kusaka è seduto poco lontano da me, con lo
sguardo rivolto verso
l’alto.
“Perché
è
sveglio?” mi chiedo, ma la risposta alla mia domanda la
intuisco da solo. In
ogni caso decido di alzarmi e andare da lui. Prima però
sposto lo sguardo su Morimura, per assicurarmi che almeno lei stia
dormendo.
Una volta
raggiunto Kusaka gli poso una mano sulla spalla. Lo vedo sussultare,
segno che non si
era accorto della mia presenza.
- Ah, sei tu
Ichikawa. Mi hai spaventato.
Mi dice, dopo
essersi voltato verso di me.
-
C’è qualcosa
che ti preoccupa?
Gli domando e
lui annuisce, perciò mi siedo accanto a lui e gli domando
cosa lo preoccupi,
anche se una mezza idea me la sono fatta.
NARRATORE
Kusaka: Vedi, è
che Morimura ha un ottimo intuito. E il fatto che tema il nostro
viaggio di
domani… mi preoccupa non poco.
Ichikawa: Certo, ti capisco.
Anch’io mi sento poco tranquillo. Però non abbiamo
scelta. O
meglio, la scelta ce l’abbiamo, però…
non è conveniente per noi rimanere qui.
Kusaka si
girò
verso di lui.
Ichikawa: E’
vero che abbiamo una gran quantità di cibo a disposizione,
ma ben presto
finiremo l’acqua, che è ben più
importante del cibo. Inoltre dubito che qualcuno
possa venire a recuperarci qui. Dobbiamo tornare a casa con le nostre
sole
forze.
Verso la fine
del suo discorso Ichikawa si era voltato verso Kusaka, che ascoltava in
silenzio.
Kusaka: Sì,
anch’io sono d’accordo con la tua idea.
Però…
Ichikawa: … sei
preoccupato per lei, non ho ragione?
Kusaka: Uhm.
Attimo di
silenzio.
Ichikawa: Non
devi preoccuparti. Morimura sa badare a sé stessa, inoltre
questa sera ha
dimostrato un’incredibile determinazione. Vedrai che
andrà tutto per il me-
Kusaka: Invece
è proprio questo che mi preoccupa di più.
Ichikawa: Eh?
L’improvvisa
affermazione di Kusaka aveva lasciato il ragazzo di stucco.
Kusaka: Questa
sua improvvisa determinazione, nel salvarci a tutti i costi…
mi spaventa.
Finalmente
Ichikawa iniziava a capire.
Kusaka: Ho
paura di quello che sarebbe disposta a fare, pur di salvare noi due.
Il ragazzo
concluse il discorso abbassando lo sguardo. Ichikawa rimase a guardarlo
per
qualche secondo, non sapendo cosa dire. Poi però
trovò la risposta giusta.
Ichikawa: Beh,
allora in quel caso ci penseremo poi noi a salvare lei, no?
Kusaka si
girò
a guardarlo e vide che sorrideva.
Kusaka: Tu riesci
sempre a trovare la cosa giusta da dire.
Detto questo
il castano sorrise, per poi rivolgere lo sguardo alle stelle.
Kusaka: Giuro
su questo cielo stellato che la proteggerò, ad ogni costo.
Non permetterò a
queste maledette onde di portarmi via la ragazza che amo!
ICHIKAWA
Mentre gli
sento pronunciare quelle parole non posso che pensare nuovamente a
quanto lui e
Morimura siano una coppia bellissima. Sono disposti a tutto pur di
proteggersi
l’un l’altro.
- Voi due…
siete
davvero una splendida coppia.
Gli dico,
senza riuscire a trattenermi. Lo vedo girarsi verso di me, leggermente
imbarazzato, per poi distogliere lo sguardo.
- Ti ringrazio,
ma la verità è che Morimura non ha alcun
interesse a mettersi con me.
Mi risponde,
scoraggiato, ma io lo contraddico subito.
- In realtà,
da
quel che ricordo… non ha mai detto di non avere interesse
per te.
Lo vedo
girarsi nuovamente verso di me, leggermente stupito.
- Ha solo detto
di “non essere pronta” a ad affrontare una
relazione con te, quindi forse un
giorno lo sarà.
Concludo,
sorridendogli. Dalla sua espressione mi sembra più sollevato.
- Già,
speriamo
che sia così.
Mi
risponde,
sorridendo. A questo punto gli propongo di tornare a dormire,
perciò ci avviamo
entrambi verso Morimura, che dorme beatamente.
MANABE
Apro
lentamente
gli occhi, che sento molto appesantiti, perciò intuisco che
sia ancora notte.
Non appena però i miei occhi inquadrano la situazione in cui
mi trovo mi
sveglio completamente. Accidenti a me che ho preso il giro di dormire
con gli
occhiali! Se la mia vista fosse stata un po’ più
bassa, infatti, non avrei
notato che Minaho sta dormendo vicinissimo a me. I nostri visi saranno
distanti
appena 10 cm, e solo ora mi rendo conto di quanto un decimetro sia una
distanza
piccolissima! Scatto subito indietro, per poi mettermi seduto e cercare
di
calmarmi. Solo a quel punto mi accorgo che il cielo è
costellato da una moltitudine
di astri, che brillano intensamente illuminando questa notte buia.
Avrei
quasi preferito che fosse buio, però...
Mi incanto
qualche secondo ad ammirarle, ma poco dopo il mio sguardo si sposta
d’istinto
su Minaho. Sta dormendo profondamente, e il suo viso addormentato
è più dolce
rispetto al solito. E’ davvero
bellissimo.................................. No
aspetta!!
Appena mi
rendo conto di quello che ho pensato provo un terribile imbarazzo.
Mentre sento
il viso accaldato la mia testa inizia a riempirsi di pensieri, che
viaggiano
alla rinfusa: “Ma cosa cavolo hai appena pensato?!”
“Ehi, vedi di darti una
calmata!” “Guarda che non è successo
niente, eh!” “Ma perché proprio lui?!
Perché
questo accade solo con lui?!” “AHH, NON CI CAPISCO
PIU’ NIENTE!”.
Mentre cerco
di rimettere in quadro i miei pensieri, giusto per distrarmi sposto lo
sguardo
su tutti gli altri miei compagni di disavventure. Noto stranamente che
Matatagi
e Shinsuke sono legati tra di loro, chissà per quale motivo?
Vedo poi Nozaki,
che dorme sul materasso, e infine Tetsukado, poco distante da lei.
Dormono
tutti profondamente, sono io l’unico idiota sveglio!
Dopo essere
finalmente tornato in me riporto lo sguardo sulla fonte dei miei
problemi, per
poi distoglierlo e iniziare a riflettere a mente lucida. Possibile che
il mio
precedente sospetto fosse esatto? Insomma, mi sembra assurdo,
però ci sono un
sacco di prove a conferma della mia ipotesi. Ma resta pur sempre
un’ipotesi, e
senza un esperimento che la confermi rimane tale. Ma certo, devo fare
un
esperimento! E’ l’unico modo per arrivare alla
soluzione finale. Ma che
esperimento posso fare? Riporto lo sguardo su Minaho e lo sguardo da
capo a
piedi, soffermandomi infine su una delle sue mani. Trovato!
Proverò a
prendergli la mano, come è successo ieri mattina. In base
alla mia reazione
avrò l’esito dell’esperimento!
Un volta
valutato come procedere, inizio ad avvicinare la mia mano alla sua.
All’inizio
vado convinto, pensando che non accadrà nulla e che infondo
i miei sono stati
solo dei sospetti assurdi. Quando però è giunto
il momento di toccargli la mano,
ormai vicinissima alla mia, mi blocco. Avanti, Jinichirou, che ti
prende? Non è
difficile, dai! Avvicino un po’ di più la mano ma
poi mi blocco di nuovo.
Percepisco un leggero aumento del battito cardiaco, che non promette
niente di
buono. Ahh, maledizione!
- Uhmm…
Un improvviso
mugugno, non mio, mi porta ad allontanare di scatto la mano,
riportandomi al
punto di partenza. Ci manca solo che Minaho si svegli e inizi a farsi
strane
idee! Che poi in realtà le strane idee sono io a
farmele… Ahh, insomma! Adesso
basta!!
Oramai
arcistufo, dopo essermi assicurato che Minaho è ancora nel
mondo dei sogni,
allungo deciso la mano e la poso sulla sua, senza esitazioni.
- Visto? Non era niente
di così difficile!
Mi dico,
cercando di autoconvincermi, ma un secondo dopo giunge un altro
problema. Sento
infatti la sua mano stringere la mia, con decisione. In un primo
momento vado
nel panico, temendo che si sia svegliato e che mi abbia scoperto. In
quel caso
mi prenderebbe in giro a vita. Per mia immensa fortuna,
però, sta ancora
dormendo. Perciò l’ha fatto inconsciamente? In
ogni caso devo cercare di
liberarmi dalla sua presa, facendo attenzione a non svegliarlo.
Faccio qualche
tentativo ma ogni volta che sto per riuscirsi lui mi stringe ancora
più forte.
Sto iniziando a preoccuparmi quando di colpo mi viene
un’idea. Devo essere più deciso. E’ un
po’
come il trucco di togliere la tovaglia da un tavolo apparecchiato. Se
procedi
con calma fai un casino, mentre con uno scatto deciso… il
trucco riesce!
- Bene allora,
al 3.
Mi dico, a
bassa voce, preparandomi a tirare via la mano.
-
1…2…
-
Papà…
L’intervento
improvviso della sua voce mi blocca. Riflettendo inoltre sulla parola
che ha
appena pronunciato, intuisco il motivo per cui mi sta stringendo la
mano,
sempre più forte. Sposto lo sguardo sul suo viso e ho la
conferma che ha parlato
nel sonno, ma qualcosa è cambiato nella sua espressione. Ora
non è più serena,
ma triste.
- Papà, non
andare via. Ti prego…
Dice ancora,
aumentando leggermente la stretta sulla mia mano.
Una volta mi
aveva parlato di suo padre, me lo ricordo. Dalla sua espressione e dal
suo
entusiasmo avevo capito che lo ammirava molto. E’ proprio da
lui, in fondo, che
ha preso la passione per le indagini e il mistero. Quella volta
l’avevo invidiato,
invidiato di avere un padre che lo amava per quello che era, mentre per
il mio
io non ero mai abbastanza. Però ignoravo la
realtà dei fatti. Deve mancargli
molto, se dopo tanti anni lo sogna ancora…
Stringo deciso
la sua mano e lentamente vedo la sua espressione tornare serena. Il suo
sorriso
mi toglie un peso sul cuore, oltre che portarmi alla conclusione
dell'esperimento.
Ora l’ipotesi non è più tale, ma
è una verità: l’esperimento
è riuscito.
Il
risultato finale
è che io, Manabe Jinichirou, sono innamorato di Minaho
Kazuto, e questa tesi è
inconfutabile.
IBUKI
La
prima cosa
di cui mi rendo conto appena mi sveglio è che è
notte fonda. Però, c’è qualcosa
che non mi quadra…
- Cosa?
Mi viene da
domandarmi, d’istinto, alzandomi e mettendomi seduto. Nel
farlo sento qualcosa
scivolarmi giù dalla fronte. La prendo in mano e scopro che
si tratta della mia
fascia per capelli. E’ leggermente umida. Che significa? Ho
la testa confusa… Ricordo
che una volta sceso dall’altura stavo davvero male. Shindou
mi ha chiesto di
parlargliene e io lo stavo facendo. Poi mi sono allontanato per lavarmi
la
faccia, anche se era una scusa, ma dopo… non ricordo
più nulla.
Ora che ci
penso, però… Mi porto la mano alla fronte e la
sento fresca. Sto decisamente
meglio ora. Certo, non sono ancora pienamente in forma… ma
non c’è paragone tra
come mi sento adesso e come mi sentivo prima. Sposto per la prima volta
lo
sguardo alla mia destra e scopro che Shindou sta dormendo accanto a me.
Possibile
che lui… si sia preso cura di me?
Sposto lo
sguardo davanti a me e vedo un pentolino vicino alla legna. Ma certo,
deve
avermi preparato qualcosa, una medicina, grazie a quel libro. Del resto
lui è un ragazzo intelligente. Sposto lo sguardo
verso di lui e mi soffermo sul suo viso, rilassato, illuminato dalla
luce delle
stelle. Non ricordo assolutamente niente di quello che è
successo dopo che mi
sono allontanato, ma ciò che è successo prima lo
ricordo perfettamente. Poco
prima di perdere coscienza di me avevo capito una cosa importante, una
cosa a cui ancora
adesso, guardando il suo viso, fatico a credere. Però
è così.
Avvicino il
mio viso al suo e incapace di resistere gli do un leggero bacio sulla
fronte.
- Grazie,
Shindou.
Gli dico, a
bassa voce, sapendo che non può sentirmi. Poi distolgo lo
sguardo da lui e
arrossisco, prendendo coscienza di cosa ho appena fatto. Alzo lo
sguardo verso il
cielo e finalmente decido di ammetterlo a me stesso. Oramai
è inutile negarlo.
Io, per la prima volta nella mia vita, mi sono innamorato di qualcuno, e quel qualcuno… sei proprio tu, Shindou.
Angolino
dell’autrice
ritardataria:
Ehilà
xD Ciao a tutti
miei cari lettori :)
Eccovi qua un nuovo
capitolo, mostruosamente in ritardo. Vi chiedo umilmente scusa T-T ma
l’università
mi sta impegnando più del previsto ^^”
Comunque…
Ho deciso
che d’ora in poi non vi darò mai più un
giorno fisso per l’uscita del capitolo,
perché finirei per illudervi. Sappiate comunque che non
passeranno mai più MESI
da uno all’altro. Ve lo prometto ;D
Come
avete visto questo
capitolo è pieno di fluff e di scene tenerelle
>//<
Spero che vi sia
piaciuto e come sempre ci rivediamo nel prossimo, che uscirà
sicuramente entro
la fine di Ottobre :D
Un
grosso abbraccio
dalla vostra Birbina <3
P.S.
Voglio chiarire
una piccola cosa. Il forte sentimento che Tsurugi prova per Tenma
è quello di
profonda amicizia, almeno nella mia storia. Voi comunque siete liberi
di
interpretarlo come volete (in fondo neanche a me dispiace la KyouTen
:3).
Sappiate comunque che per i fan di questa coppia ci saranno altre scene
“fraintendibili”
in futuro ;P Non esaltatevi troppo, però ^^”