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Autore: DAlessiana    16/10/2016    4 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Jasper passò il resto della mattinata scolastica pensando sempre la stessa cosa. Possibile che non avesse il coraggio di parlare con suo padre?
Era così distratto che fu richiamato più volte durante le lezioni ed una rischiò anche di essere mandato dal preside dal professore di letteratura inglese. Lo odiava talmente tanto che avrebbe fatto di tutto per rovinargli la vita, di questo il giovane Cullen ne era certo.
“Signor Cullen! Ho pensato che, dato che è stato così attento durante la lezione, potrebbe farmi un saggio sull'autore e il libro che ho spiegato oggi. Così agevolerebbe anche i suoi compagni, che ne dice?” il tono era puramente sarcastico e il sorriso malefico stile scienziato pazzo gli dava un'aria leggermente inquietante.
“Certo, professore. Lunedì mattina glielo porterò più che volentieri!” esclamò, resistendo a stento alla voglia di mandarlo a quel paese. Il professor Schuester annuì compiaciuto e andò via dall'aula, quella era la sua ultima ora di lezione.
“Ehi, ti passo i miei appunti, tranquillo. Come mai sei così distratto oggi?” la voce di Alice lo riportò alla realtà, nella sua mente percorrevano le fantasie più macabre sul caro professore.
“Pensieri...” il tono era vago e la ragazza si arrese all'idea di non poterne sapere di più. Si limitò a stringergli la mano, come segno che lei ci sarebbe stata e lo avrebbe appoggiato sempre. Jasper sorrise a quel tocco apparentemente così semplice, ma con un significato di gran lunga più profondo.

Anche il dottor Cullen non era concentrato al cento per cento durante il turno lavorativo. Così aveva deciso di lasciare libero arbitrio al suo specializzando, mettendolo alla prova. Per tutta la mattinata avrebbe fatto le sue veci e, se proprio stava entrando nel pallone, sarebbe bastato chiamarlo e Carlisle sarebbe corso a salvarlo.
“Delle volte è bello avere degli specializzandi!” esclamò Mark, entrando nella sala relax e sedendosi di fronte all'amico.
“Non sei in forze neanche tu, vero?” chiese, di rimando, l'altro, sorridendo stancamente. Il dottor Anderson, per tutta risposta, si passò una mano tra i capelli e tirò un grande sospiro. Non era solo stanco, ma a pezzi.
“Questo caso ci sta facendo impazzire. Dobbiamo salvarlo Carlisle, è solo un ragazzino” disse l'uomo. Un ragazzo di quell'età non si sarebbe dovuto preoccupare di svegliarsi il mattino dopo, avrebbe dovuto preoccuparsi dei compiti in classe, degli amori complicati e allo stesso tempo tanto semplici. Non di certo di quanti giorni gli sarebbero rimasti da vivere.
“Lo so, Mark. Nell'ambito medico stiamo facendo di tutto. So che è difficile da accettare, ma non possiamo fare di più di ciò che stiamo già facendo” replicò Carlisle. A volte la professione di medico ti mette davanti a cose più grandi di te e devi soltanto arrenderti all'idea di non poter fare di più. Per lui non era la prima volta, ma nonostante questo, il solo pensiero che un ragazzo a quell'età dovesse fare i conti con la morte...sono cose alle quali non ci si abitua mai. Per Mark, adesso, era anche più difficile.
“Non riesco a non pensare ad Emily. Come fai a sembrare così indifferente? Non ti vengono in mente, neanche un attimo, Jasper ed Edward?” chiese il dottor Anderson e Carlisle sorrise amaramente. Sapeva che, prima o poi, gli avrebbe posto quella domanda. Era solo questione di tempo.
“Sempre, Mark. Mi vengono in mente costantemente, come tu pensi ad Emily, io non faccio altro che pensare a loro. Solo che se ci lasciamo condizionare allora non potremmo più continuare a fare questo lavoro.” Rispose e Mark si rese conto di vedere tutto con occhi diversi adesso, da quando Emily era entrata a far parte della sua vita.
“Devi importacene e non importacene allo stesso tempo. Giusto?” domandò, in cerca di qualche modo per rendere tutto più facile. Carlisle aveva più anni di esperienza alle spalle, ma col tempo non diventa per niente più semplice.
“Esattamente così. Più vai avanti e più diventa complicato, non è mai facile” rispose, cercando di trasmettere serenità all'amico.
“Meno male che avremmo dovuto rilassarci!” esclamò, per sdrammatizzare il tutto, alludendo che l'area relax non li aveva per niente rilassarti.
Carlisle rise a quella battuta e Mark con lui, nonostante tutto avrebbero potuto contare uno sull'altro e questo li rincuorava.

Per il povero Jasper il venerdì arrivò più velocemente di quanto avrebbe immaginato e, giustamente, Alice premeva per sapere una risposta. La verità era che il giovane Cullen non aveva proprio toccato l'argomento durante le poche conversazione avute col padre. Una volte Carlisle, secondo lui, era troppo stanco, un'altra aveva molto da studiare. Sta di fatto che il momento giusto, se non lo cerchi, non arriva mai e lui non aveva proprio provato a cercarlo.
Come ogni anno aveva aspettato la mezzanotte per inviarle gli auguri per primo e la mattina le avrebbe portato una rosa a scuola, così sperava di evitare il più a lungo possibile l'argomento.
“Jazz, non che tutto questo non mi piaccia, ma ho il sospetto che stai facendo di tutto per evitare di dirmi se hai parlato o meno con tuo padre. Se ti ha detto di no, non fa niente, lo capisco.” Disse Alice, dopo che, a pranzo, le aveva fatto trovare un'altra rosa rossa stavolta insieme ad una lettera accanto al suo piatto preferito, era partito mesi prima per convincere la cuoca. Voleva rendere quel compleanno speciale nonostante tutto. Era tutta la mattina che non faceva altro che darle baci, facendole più volte gli auguri dicendole quanto fosse fortunato ad averla accanto e ad Alice la cosa iniziava ad insospettire.
“Perché è così importante per te? Sarebbe più bello festeggiare da soli quando non sarò più in punizione, non credi?” chiese Jasper, prima di darle una risposta definitiva voleva capire quanto fosse importante per lei quella cena. La ragazza sospirò e si girò in modo da guardarlo in viso, lo stesso che aveva baciato tante volte. Sapevo che ciò che stava per dirgli lo avrebbe ferito ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto.
“Mia madre pensa che tu sia un pericolo. È convinta che tu abbia preso l'ecstasy di tua spontanea volontà e che non farai altro che portarmi sulla cattiva strada.” Sentendo quelle parole Jasper si sentì mancare l'aria, si sentì catapultato in uno di quei classici film americani nei quali i genitori di lei non accettano la relazione iniziando a mettere i bastoni tra le ruote ai due mal capitati. Li guardava con aria di sufficienza, rincuorandosi del fatto che la sua vita non era così. A volte il destino fa brutti scherzi.
“Ho provato a spiegarle come stanno davvero le cose, ma non mi crede. Pensavo che questa cena avrebbe risolto le cose, magari sentendo la verità da te se ne sarebbe convinta. Non voglio perderti, amore” l'ultima parola l'aveva sussurrata, non le era mai piaciuto fare effusioni in pubblico. Preferiva la loro intimità e Jasper era più che d'accordo con lei, era bello amarsi in silenzio. Fu questo che spinse il giovane Cullen a pronunciare parole che si era promesso di non dire.
“Okay, facciamolo. Verrò da te stasera e affronterò tua madre” replicò Jasper ed Alice lo baciò, in sala mensa davanti a tutti, perché in quel momento esistevano solo loro.


 

-Rieccomi! :)
Mi dispiace per voi ma sono ancora viva, come lo è questa storia. Non ho scusanti per l'immenso ritardo, voglio solo dirvi che sono impegnatissima ultimamente e quindi ho poco tempo per scrivere. Spero di riuscire a pubblicare il prossimo al più presto…è già in fase di scrittura (nella mia testa è già finito, in realtà ahahah)
State calmi! Sento voci che gridano “Non fare cazzate, Jasper!” fino a qui. State tranquilli, Jasper non ha detto che il padre glielo ha permesso e fino alle sera c'è tempo quindi...keep calm!
Ci sentiamo al prossimo capitolo! 

  
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