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Autore: DarkDemon    19/10/2016    2 recensioni
[Titolo mooolto provvisorio]
|INTERATTIVA|POSTI FINITI|NON TIENE CONTO DE "LE SFIDE DI APOLLO"
- - - -
–Non scapperai facilmente piccola Dea...–
[...]
Vedeva il lontananza una piccola sagoma avvolta in vesti marroni correre nella leggera nebbia mattutina che avvolgeva le colline e il bosco, mentre una grossa sagoma umanoide la sovrastava, dando l'idea di quello che era un vicolo ceco.
[...]
Felix avanzò ancora qualche passo cauto, un tuffo al cuore lo fece però bloccare sul posto, capiva finalmente la causa del dolore della donna [...]
–Salvala... fallo per me... fallo per noi...– Disse con un tono che mai aveva udito, il tono di una madre, dolcezza e risolutezza, ora spezzate dall'infrenabile pianto che solo una madre può versare sulla salma della figlia, andatasene dal mondo.
- - - -
Sono oramai passati cinquant'anni dalla battaglia con Gea, la pace che ha avvolto il campo, come sempre, non è destinata a durare. Il sottile equilibrio si sta per incrinare, come la liscia superficie dell'acqua sotto un lieve sospiro.
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash | Personaggi: Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Where you lead your lives
Before from our small island
Brought right  back to these shores
To these shores, to these shores.

It's alive, It's alive
When I see it throught your eyes
It's alive, It's alive
Now I understand your lives


Durban Skies - Bastille





 

Seduto sugli spalti del teatro Alniyat aveva il volto rivolto verso la volta celeste, scura e limpida. Le stelle rilucevano argentee nella notte nera, ai suoi occhi, come lucciole intrappolate nella carta moschicida. Le dita affusolate picchiettavano il ritmo di un'antica ninnananna sui gradini di pietra.
Mancava ancora mezz'ora al falò serale, ma poco gli importava, aveva tempo libero, e perché non sfruttarlo per godersi la bellezza del firmamento, e staccandosi un po' dalla frenesia del campo.
Il figlio di Nyx non era mai stato un individuo esattamente espansivo, preferiva la compagnia della musica, sparata a livelli poco ortodossi dalle cuffiette, a quella delle persone. E i pochi che osava chiamare amici avevano impiegato una buona dose di tempo per raggiungere quell'appellativo, da lui così raramente usato. A interrompere il sottile filo dei suoi pensieri furono dei delicati passi provenire da destra. Una piccola e minuta figura femminile stava salendo le gradinate, noto spiacevolmente che lo osservava, e sembrava avere tutta l'intenzione di venire da lui. Fece scivolare una mano in tasca ed estrasse il lettore MP3 a cui erano collegate le cuffiette, diventato un grumo bianco ed indefinito.
–Cazzo...– Sibilò, e iniziò a far andare le dita affusolate cercando di sbrigliare il nodo in tempo. Inutilmente. La piccola ragazza si sedette al suo fianco con un largo sorriso, lisciandosi la gonna e sfiorandosi il voluminoso fiocco che portava sul capo, per assicurarsi che fosse ancora li e dritto.
–Guardi le stelle?– Chiese alzando lo sguardo, la sua voce era morbida e dolce come il miele, ma il ragazzo non rispose. –Belle eh? Io sono Honey!– Esclamò, tendendogli la mano. Il figlio di Nyx non rispose, si limitò a voltarsi e osservarla. Le piccole dita giochicchiavano con il pizzo chiaro in fondo alla gonna, e il lieve movimento della mandibola faceva chiaramente capire che si stesse mordicchiando qualcosa in bocca. Inclinò la testa di lato.
–Perché vieni a parlarmi se sei così timida?– Chiese in un filo di voce, gli occhi azzurri socchiusi leggermente. La figlia di Iride trattenne il respiro, e il suo sorriso cordiale vacillò. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di prendere a parlare, anche se balbettava ancora, leggermente impacciata.
–Bhe... ecco, bhe... mi piace fare amicizia, adoro le persone!– Concluse annuendo convinta, le labbra morbide si schiusero in un altro sorriso dolce.
Il gran vociare proveniente da sinistra fece capire ai due che il resto del campo stava arrivando, pronto ad arrostire marshmallow e a cantare canzoncine allegre.
Arrivò correndo un'altra ragazzina dalla pelle chiara e i capelli rossi. Fece il suo plateale ingresso inciampando sin un sasso ed urtando una pila di scudi accuratamente impilati uno sopra l'altro, facendoli cadere e sbatacchiare. Si strinse nelle spalle strizzando gli occhi e stringendo le piccole mani al petto, chiuse a pugno. Solo quando l'ultimo scudo finì di rotolare e si fermò a terra aprì un occhio verde e fece un piccolo risolino colpevole.
–Ops...– Honey si alzò sorridendo dolcemente e saltellando giù dagli spalti, mentre il fiocco ondeggiava come una medusa sulla sua testa, correndo incontro all'amica.
–Ed ecco Lia! Ti sei fatta sentire eh?– Ridacchiò prendendola sotto braccio e andandosi a sedere sugli spalti più bassi, vicino al fuoco.

 

<°>

 

Emerald batteva allegramente le mani, a tempo della canzone intonata dai figli di Apollo. Un largo e smagliante sorriso le illuminava il viso, mentre i capelli rossi, legati in una coda alta, ondeggiavano seguendo il ritmo della sua testa, completamente sbagliato rispetto alla canzone, decisamente più veloce. I suoi occhi verdi come il mare vagavano con spensieratezza sui visi dei ragazzi che le stavano attorno. Spesso si girava per poter vedere anche chi era seduto sui gradoni dietro di lei, e anche di loro osservava l'espressione. Il buio della notte era illuminato dal fuoco, alto e dai colori purpurei intensi. Seppur non fosse in prima fila la figlia di Poseidone ne percepiva chiaramente il calore, sentiva la pelle del viso tirare e gli occhi come se si stessero lentamente essiccando, tuttavia era una sensazione non del tutto sgradevole.
Si voltò di nuovo di scatto, urtando qualcuno o qualcosa con la lunga chioma. Da dietro una mano si posò sulla sua testa e con delicatezza gliela girò verso il fuoco.
–Adesso stai ferma. Perchè mi stai facendo venire il mal di mare, e se dovrò sboccare sarà sulla tua testa. Grazie.– La ragazza sbatté le palpebre leggermente confusa; ci mise un po' per riconoscere la voce, che aveva udito di sfuggita, associata ad un nome. Quando finalmente ricordò stava per chiedere conferma, ma con una risatina demente si ritrovò a dire:
–Mal di mare... haha! Carina! … perché era una battuta, vero?– Chiese in fine. Non sapeva se quello che supponeva essere JP avesse fatto di proposito quel paragone, ma ai suoi occhi pareva una battuta davvero carina. Un sospirò simile ad una lieve risata giunse alle sue orecchie.
–Complimenti, dieci punti a Tassorosso!– Emerald girò leggermente la testa, giusto per conoscere il viso del suo interlocutore, e nel caso, avere la conferma della sua identità. Come sospettava poté riconoscere i capelli scuri e scompigliati, che risaltavano gli occhi chiari e limpidi di Joseph Parker.
Soddisfatta di se stessa e di aver ricordato qualcosa che non fosse un mito la ragazza tornò ad osservare le fiamme purpuree.
–Perché non sei a dirigere i canti?– Chiese curiosa, resasi conto che il figlio di Apollo non era assieme ai suoi fratelli in fondo ai gradoni.
Alle sue spalle il ragazzo scrollò le spalle con la sua solita e sempre presente nonchalance, per poi sbuffare leggermente, consapevole che la ragazza non avrebbe potuto notare il suo gesto.
–Non mi andava... poi abbiamo i turni, doveva essere il mio ma Brando mi ha chiesto di fare cambio–
–Capisco...– Disse annuendo la sedicenne, chiudendo così la discussione con JP.

 

<°>

 

Quando Felix voltò in dietro la testa persino quella calda notte di luglio gli parve fredda e pungente. Aveva avuto la malsana idea di sedersi particolarmente vicino al fuoco; quando gli avevano detto che ci sarebbe stato un falò non pensava che si trattasse di una struttura tanto grande, e che l'intensità delle fiamme variasse a seconda dello stato d'animo dei ragazzi. A quanto pareva cantare disagiate canzoncine di falchi che non erano morti ma solo feriti esaltava davvero tanto i semidei, nemmeno fossero negli Scout.
Tuttavia doveva ammettere che l'effetto pirotecnico delle fiamme aveva qualcosa di ipnotico. A intervalli regolari si univa un sonoro “Ciock” dato dallo scoppio di un ramo tra i carboni, spesso accompagnato da una nuvola di vivaci lapilli. All'inizio si spaventava ogni volta che uno di quei minuscoli corpuscoli incandescenti, tanto simili ad innocue e tenere lucciole, gli si avvicinava, ma dopo che un paio si erano posati ai suoi piedi o sui suoi jeans, spegnendosi in pochi secondi e lasciando spazio ad un agglomerato di cenere aveva smesso di reagire con troppo terrore.
Non sapendo i testi delle canzoni si perse osservando il vecchio centauro che stava in ombra ma vicino al fuoco. I bagliori purpurei illuminavano il manto bianco, come la barba. I ragazzi gliene avevano parlato come un possente maestro d'armi, vecchio e saggio, ma di tutto quello, a Felix, pareva rimanere solo il “Vecchio”.
La pelle del viso era molle e leggermente cadente, sulla mano appoggiata al fianco poteva, quando la fiamma era più intensa, scorgere qualche macchiolina di vecchiaia, e sotto gli occhi aveva ben più di cinquanta sfumature di viola. Sembrava sciupato e malaticcio.
La sua attenzione fu presto catturata da una donna dai capelli rossi e crespi, si era avvicinata a Chirone con una mano poggiata sulla fronte e l'altro braccio avvolto attorno allo stomaco. Come per fargli un favore arrivò il ritornello, e i ragazzi cantarono con più foga, facendo alzare e brillare le fiamme, riusci a scorgerne il volto di profilo, corrucciato in una smorfia mentre parlava con il centauro, che pareva tentasse di rassicurarla.
Distolse lo sguardo giusto per ammirare una di quelle piccole lucciole incandescenti posarsi sulla parte in plastica delle sue Convers quando sentì le voci cessare di colpo, era il silenzio più totale, pareva che tutti, attorno a lui, trattenessero il sospiro. Le fiamme erano rasenti alle braci, di un blu-verde irrequieto e per nulla luminoso. Alzò confuso lo sguardo e seguì quello del ragazzo al suo fianco. La donna dai capelli rossi era svenuta, ed ora alcuni ragazzi, aiutati da Chirone la stavano trasportando su uno sgabello a tre gambe. Aprì la bocca per parlare, non era un medico, ma da quel che sapeva quella non era la posizione da far assumere a qualcuno di svenuto. Non fece in tempo nemmeno a prendere aria che con un sospiro la donna spalancò gli occhi, che brillavano di un inquietante luce verde. La mascella si spalancò come uno di quei vecchi schiaccianoci a forma di soldatino e con un lieve sibilo del fumo verde prese ad uscire copiosamente dalla cavità orale della rossa. Come ipnotizzata richiuse la bocca, e con una voce simile a quella di cento vecchie signore iniziò a declamare:

Ancora una volta eroi dovran partire

e qualcuno, per mano amica o nemica dovrà perire.

Andranno undici a svelare l'inganno,

se vorran veder luce il prossimo anno.

Se l'Olimpo non voglion far cadere

il respiro dell'Africa non dovranno temere.

Saran stranieri in terra straniera,

per trovare la Dea che non era guerriera.

E' stata rinchiusa e or sta morendo

e assieme a lei l'Olimpo perendo.

Al focolare lei assicurava ristoro,

ma presto non vi sarà alcun tesoro.

Andran verso sud, verso la copia perita

Le notti dovran far loro da guida,

seguendo la storia, per mano infinita.

Acqua tiranna della propria innocenza,

sporcherà di rosso la propria coscienza.

Insieme al figlio di chi d'arte è signore

dovran tenere un segreto nel cuore.

Il figlio dell'angelo che non si vuole incontrare

dovrà sopportare la prova di chi vuole solo aiutare.

Se fallirà sarà la condanna,

di lui e di chi della fucina ha la fiamma.

L'orfano di padre farà il suo corso,

portando onore o disonore al suo ormai chiaro genitore.

Flagello sarà lo sconosciuto

se del suo passato non avrà soluzione

Sarà una risata a salvare la vita

o al contrario denunciar la sconfitta.

La morte, in fine, bugiarda signora

troverà modo di vincere ancora.

Veglierà sugli undici da molto vicino,

e determinante sarà per il loro destino.

Veglierà come il guerriero, sulla sua amata,

caduta vittima di una bugia trafelata.

Dove la torcia arde, profonda nel cuore

la Dea aspetta, in preda al terrore.
 

Gli occhi si spensero, l'esile corpo si accasciò, e il fumo si disperse nel nulla.

Il fuoco, ormai, era spento.
 


 

Angolo    

Autrice

Badabadaboom!
Sono viva!
Mi scuso per il capitolo disgustosamente breve. Giuro che mi impegnerò a scrivere qualcosa di più sostanzioso quando saremo all'interno dell'impresa vera e propria.
I personaggi sono ancora tanti da presentare, ma ho intenzione di far iniziare la trama vera e propria quando avrò terminato di presentare i personaggi principali, altrimenti dovremo aspettare il duemilamai.
Come vedete ho iniziato già a movimentare le cose! Oh yas! Ho partorito per voi una delirante profezia più lunga del capitolo, in cui sono ben visibili le mie carenze lessicali per trovare rime ad ogni cosa. Giuro che mi sono impegnata, e anche un po' divertita e uscita di senno più di quanto già non sia, ma è stato divertente, giuro.  Tuttavia non posso dirmi del tutto schifata dal risultato, dai. Anzi... mi aspettavo moolto peggio, solo la lunghezza non mi convince. Ma, giusto per fingere di essere colti, "ai posteri l'ardua sentenza". Vuol dire recensite! Mi crepate! Oh! "Ceh che se non trovo almeno tre recensioni smetto eh"
Okay scherzavo. Spero lo abbiate capito. Scrivo certo per voi ma anche per me e per migliorarmi, se chiudo la storia, e speriamo di no, di sicuro non è perchè non vi vate sentire. 
Solo alcuni chiedo per cortesia di farsi vivi, almeno per messaggio privato. Solo per sapere se siete vivi, e leggete. Poi, non voglio essere cattiva eh, ma ho un numero nauseante di OCs, e non mi faccio scrupoli a far morire la gente. Per logiche ragioni faccio fuori prima chi appartiene a gente non troppo presente, a meno che il suo OCs non abbia ormai un posto speciale nel mio cuore. Ma tanto sono masochista e potrebbe crepare ugualmente :D
Più avanti è anche probabile che vi debba fare delle domande, e se siete vivi e disponili è comodo saperlo.
Ma ora la pianto, perchè fare l'elemosinatrice di recensioni irrita pure me.
Quindi vediamo chi è apparso quest'oggi:

  • Alniyat Callaway - Prima classe
  • Honey Grace Truman - Seconda classe
  • Malia Sugg - Seconda classe
  • Emerald Orwell - Prima classe
  • Joseph Parker Heat - Prima classe
​Ed Eccoli tutti! Spero comunque che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Io ora vado a fare una veloce recensione se non voglio vedere i miei pargoli morti!
Quindi buona nanna buon quel che è!

Baci

ΩEbeΩ


 

   
 
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