II
STORM CLOUDS
storm clouds appear
always looming near
as my soul begins to die
bleeding inside
crying out, oh why?
Destiny's End, Storm Clouds
Malfoy
percorse velocemente il corridoio che portava alla Sala Comune di
Serpeverde.
Cosa
gli era preso? Stava forse diventando matto?
Non
gli era mai capitata una cosa del genere. Non poteva e non voleva
crederci, ma era sicuro di aver provato una sensazione di vergogna.
Arrabbiato con se stesso, quasi per scacciare quei pensieri scomodi,
Draco mollò d'impulso un pugno al duro e freddo muro di
marmo,
ma la fitta di dolore che gli trapassò le ossa lo fece
subito
pentire del suo gesto avventato.
Sicuramente
si stava sbagliando. Non sapeva nemmeno cosa significasse dispiacersi
per qualcuno, figuriamoci provarlo per una Sanguesporco. Avrebbe
dovuto essere orgoglioso di aver fatto piangere quella Mezzosangue,
cosa che non gli era mai riuscita nonostante la provocasse ogni volta
che se la trovava davanti. Hermione Granger gli assomigliava, in un
certo senso. Dietro l'immagine di ragazza modello sapeva essere
orgogliosa, testarda e aggressiva, in particolare nei suoi confronti,
e questo gli dava sui nervi in una maniera allucinante.
Draco
si sedette sul pavimento, ravviandosi i capelli.
Si
sentiva strano.
Adesso
che ci pensava, non aveva mai fatto frignare una ragazza in vita sua,
per quanto odiosa e rompiscatole. Non era nel suo stile. Doveva
averle detto delle cose particolarmente terribili per averla fatta
piangere così.
Bisogna
avere il meno possibile a che fare con le donne. Portano solo guai.
Ricordando
le parole di suo padre, Draco sbuffò infastidito.
Ogni
volta che derideva il trio di Potter era raggiante, pregustava
già
qualche nuova cattiva battuta.
Adesso invece si sentiva pervadere da
qualcosa di ben più lontano dalla felicità.
Provare
compassione di aver trattato nel modo giusto una…
Sanguesporco?
Pazzesco.
Si stupì di aver potuto anche solo pensare
di
aver provato una simile sensazione.
Probabilmente
non si sentiva bene. In effetti aveva un leggero mal di testa. Forse
gli stava salendo la febbre.
Draco,
sta’ calmo. Se perdi il controllo della situazione
è peggio.
Vai in infermeria. Adesso.
Sì,
la cosa migliore da fare era invertire la rotta e dirigersi da Madama
Chips.
“Dracuccio!
È tutto a posto, tesoro mio?”
Fa
che non sia lei.
Malfoy
sapeva perfettamente a chi apparteneva quella voce così
petulante e melensa, ma non che questo gli sollevasse il morale,
anzi. Detestava Pansy Parkinson più di ogni altro
Serpeverde.
Quella ragazza odiosa, sebbene fosse Purosangue e di conseguenza
degna dell’attenzione di Draco, non faceva altro che
infastidirlo e
seguirlo come un'ombra ventiquattro ore su ventiquattro. Nonostante
Malfoy avesse cercato di spiegarle almeno un centinaio di volte che
non erano fidanzati, lei continuava a stargli
appiccicata e lo
trattava come se fossero praticamente sposati, cosa che lo faceva
andare su tutte le furie.
Quasi
quasi preferiva la Granger.
Beh
no. Insomma, quello no.
“Sì,
sto benissimo, non vedi? Adesso togliti di mezzo, Parkinson, devo
andare in infermeria” eruppe il ragazzo cercando di
allontanarsi,
ma Pansy gli si avventò conto, lo afferrò per un braccio e iniziò a strattonarlo con malgarbo.
“Ma
tesoro! Se stai bene perché vai in infermeria? Ho
capito,
non volevi farmi preoccupare! Ah, che cosa romantica! Comunque ti
accompagno lo stesso, è un piacere per me!”
gioì la
ragazza sbattendo le ciglia, sotto lo sguardo imbarazzato e
infastidito di Malfoy.
Draco
cercò inutilmente di divincolarsi dalla stretta di Pansy,
che per tutta risposta si strinse ancora di più al suo
braccio. “Credo di potercela fare da so..”
“Non
se ne parla. Potresti svenire! E cosa farei senza il mio
amatissimo Draco?”
“Per
me puoi fare quello che ti pare, basta che la pianti di strusciarti
su di me. Te l’ ho detto mille volte di darti un contegno. Non
sono il tuo ragazzo. E smettila di abbracciarmi”
protestò
Malfoy, innervosito.
“Bene,
ragazzi! Vediamo se avete seguito la spiegazione. Adesso
chiamerò
qualcuno di voi per vedere se avete capito. Non preoccupatevi se
sbaglierete, ci vuole tempo ed esercizio per imparare
l’incantesimo
di Appello”
L’ora
di Incantesimi era iniziata da un pezzo, ma né Harry
né
tantomeno Ron avevano prestato attenzione alle parole del professor
Vitious, preoccupati com’erano per Hermione.
“Harry…
ma dove può essersi cacciata? Non ha mai perso nemmeno i
primi
cinque minuti di una lezione da quando ha messo piede a Hogwarts!
Deve essere accaduto qualcosa di tremendo”
sussurrò Ron al
vicino di banco, inquieto.
Harry
ragionò sottovoce. “Neppure Malfoy si è visto.
Allora Piton faceva sul serio, l'ha veramente
esonerato dalla lezione di Incantesimi!”
Per
quanto si sforzasse di stare calmo, anche lui era un pò
preoccupato per l’amica. Forse un normalissimo studente di
Grifondoro che sapesse chi fosse Hermione di vista non ci avrebbe
nemmeno fatto caso, ma sia lui che Ron conoscevano la ragazza meglio
di chiunque altro, e sapevano benissimo che se la loro amica mancava
a una lezione la fine del mondo doveva essere vicina.
Cosa
diavolo poteva esserle accaduto?
“Vediamo
un po’… Ronald Weasley!
Potresti farmi vedere
l’incantesimo di Appello? Mi raccomando, massima attenzione
da
parte di tutti!” esclamò allegramente il professor
Vitious,
avvicinandosi al banco di Ron.
Anche
se la carnagione del giovane Weasley era molto chiara di suo, Harry
si accorse che l’amico era sbiancato di colpo. Figurarsi se
sapeva
fare un incantesimo di Appello così su due piedi, senza aver
prestato la benché minima attenzione alle parole
dell’insegnante.
“Ehm…”
cominciò Ron, prendendo la bacchetta e lanciando uno sguardo
eloquente a Harry, che significava senza ombra di dubbio
sbrigati a creare un diversivo che nel frattempo mi faccio aiutare da Seamus.
Harry
stava per rovesciare una bottiglietta di inchiostro sul pavimento
sperando di distrarre il professore, quando qualcuno bussò
alla porta dell’aula. Sia Ron che Harry tirarono un sospiro
di
sollievo: il primo per la mancata interrogazione, il secondo per la
mancata pulizia del pavimento.
“Sì,
avanti!” esclamò il professor Vitious, per niente
infastidito dall’interruzione.
Hermione
entrò risolutamente nella stanza e si avvicinò al
professore di Incantesimi, trascinandosi dietro un volume spesso tre
dita intitolato Incantesimi e formule magiche: teoria ed
esercizi
pratici.
“Mi
scusi il ritardo, professor Vitious, ma il professor Piton mi aveva
mandato fuori dalla porta e Gazza mi ha costretto ad aiutarlo nelle
pulizie fino a pochi minuti fa. Visto che ormai ho sicuramente perso
la spiegazione, per sicurezza ho fatto un salto in biblioteca in modo
da poter recuperare la lezione da sola questo pomeriggio”
spiegò
la ragazza all’insegnante.
“Ecco
perché ci ha messo così tanto”
sussurrò Harry
all’amico.
Ron stava ancora osservando Hermione con aria
inquisitoria, alle prese con chissà quali interrogativi.
“Ti
sbagli, Harry, deve esserle davvero successo qualcosa. La conosco
troppo bene. Quando Hermione è nervosa, arrabbiata o
preoccupata si mordicchia sempre il labbro inferiore. Non vedi?
E’
tesa, molto tesa. Ci metterei la mano sul
fuoco”
Harry
osservò Hermione, che stava andando a sedersi vicino a
Lavanda
Brown. E dovette concordare con Ron, perché in effetti
l'amica
sembrava parecchio in ansia e si vedeva chiaramente che aveva la testa
altrove. Aveva iniziato a dimenarsi sul banco e
il suo sguardo fissava tutto tranne il professor Vitious.
“Senti,
alla fine dell’ora ne parliamo con Hermione. Ti chiedo solo
di non
arrabbiarti se magari non vuole dirci cosa la turba, va bene? Sai
com'è fatta. Se è nervosa e preoccupata per
qualcosa,
l’ultima cosa di cui ha bisogno è litigare con
te”
concluse Harry a bassa voce, tornando a concentrarsi sulla lezione.
Hermione
non riusciva proprio a prestare attenzione, in preda com’era
ai più
tormentosi pensieri.
Ronald
Weasley non era certo un tipo che si faceva scrupoli nel chiedere le
cose, anche a costo di scatenare un litigio. Il consiglio di Harry di
usare discrezione nel rivolgersi ad Hermione, per quanto saggio e
ragionevole, non aveva sortito alcun effetto su di lui, figuriamoci
se gli aveva impedito di fare il terzo grado all’amica.
Se
guardava il professore, vedeva la faccia di Malfoy che la derideva.
Se
spostava lo sguardo su Harry e Ron, una coppia di Draco strafottenti
la scrutavano a loro volta.
Se
si girava verso Lavanda, il suo biondo compagno di banco con la
divisa di Serpeverde la guardava con aria arrogante.
Malfoy,
Malfoy e Malfoy.
Disgustoso.
Avrebbe
dovuto scacciare certi pensieri dalla mente e concentrarsi sulla
lezione di Vitious, ma nemmeno se ci avesse messo tutta la buona
volontà del mondo sarebbe riuscita ad ascoltare con
attenzione
Draco Malfoy parlare dell’Incantesimo di Appello.
Aprì
a caso il libro che aveva preso in prestito da Madama Chips. Inutile
dire che poteva benissimo intitolarsi: “Album Fotografico di
Draco
Lucius Malfoy”. Malfoy che sogghignava. Malfoy che
ridacchiava.
Malfoy che la prendeva in giro, Malfoy che…
Che
la faceva piangere.
Hermione
ci era rimasta malissimo per quello che lui le aveva detto, e non
sapeva perché. Aveva sempre ignorato sia Draco sia le sue
battute offensive. Dopotutto la insultava ogni giorno, e non era la
prima volta che la bersagliava con certi epiteti, ma non le era mai
capitato di rimanerci così male. Ciò che era
accaduto
le aveva lasciato addosso una così profonda sensazione di
sgomento che non riusciva proprio a concentrarsi sul libro di testo,
cosa che non finiva di stupire la ragazza. Non aveva mai permesso a
nessun agente estraneo di impedirle di seguire una lezione.
Aveva
voglia di mettersi a distruggere l’aula da quanto era
demoralizzata, ma sapeva che la cosa migliore era tenere duro e
confidarsi più tardi con Harry e Ron, anche se di sicuro non
avrebbero avuto tempo di ascoltare le sue lamentele. Harry avrebbe
avuto l’allenamento di Quidditch per tutto il pomeriggio in
preparazione alla partita contro Corvonero, e l’ultima cosa
che
Hermione voleva era metterlo ancora più in ansia. Ron doveva
studiare per prepararsi al compito di recupero di Pozioni, e
già
l’amico odiava quella materia, figuriamoci se ci si doveva
mettere
lei a distrarlo ulteriormente dallo studio.
No,
Hermione, non è giusto, come puoi essere così
egoista?
Sarebbe
stato meglio non annoiarli con certe cavolate.
Non
erano altro che stupidaggini, in fin dei conti.
Un
po’ più tranquilla, stava quasi per interessarsi a
ciò
che il professore di Incantesimi stava spiegando quando si
trovò
a ripensare al comportamento strano di quel Serpeverde enigmatico
dopo che l’aveva vista piangere. Non riusciva a capire cosa
significasse. Si rifiutava categoricamente di prendere in
considerazione l’ipotesi che Malfoy avesse avuto qualche tipo
di
rimorso per quello che le aveva detto. Era una cosa impossibile.
Inammissibile. Assurda. Insensata. Irrazionale. Un Purosangue
altezzoso come Draco di certo se n'era rallegrato,
considerando che detestava i Sanguesporco e in particolar modo lei.
C’era
da dire però che, per quanto Hermione si scervellasse, il
comportamento del ragazzo non aveva esattamente fatto trasparire
felicità e tripudio. Forse - e ripeteva, forse - anche uno
come Draco, senza sentimenti, poteva rendersi conto di aver esagerato. Forse.
Forse.
Già,
era meglio pensare che Draco, contro la sua natura bellicosa, avesse
cercato, implicitamente o involontariamente, di chiederle scusa.
Riflettendo su questa remota ed altrettanto improbabile
possibilità,
Hermione non riuscì a reprimere un sorriso.
Era
strano, però. Ultimamente, ogni volta che provava sentimenti
forti, era sempre colpa – o merito..? - di un insopportabile
ragazzo biondo di Serpeverde che rispondeva al nome di Draco Malfoy.
“Ti
ho già detto che sto benissimo! Invece di farmi stupide
domande, ripassa il programma di Pozioni, che domani hai il compito
di recupero! Sei anche fortunato, ti presto i miei appunti,
così
almeno la pianti di infastidirmi! Sto cercando di studiare,
se non
te ne sei accorto” sbottò Hermione, impaziente,
posando la
penna e schiaffando all’amico una pila di fogli scribacchiati.
La
ragazza sbuffò, ritornando a dedicarsi al tema sulle rivolte
dei Goblin che stava cercando di stilare.
Non ne poteva proprio
più
di Ron che la tediava in continuazione, non riusciva a concentrarsi
sui compiti e poi, anche se il suo primo istinto era stato di
raccontargli tutto, preferiva evitare che l’amico venisse a
sapere
della sua sconcertante esperienza.
E
non perché si vergognasse a dirgli che si era messa a
piangere
proprio davanti a Malfoy. Il problema era che Ron se la sarebbe
sicuramente presa con Draco, ed Hermione voleva evitare che si
scatenasse l’ira di Dio per una stupidaggine. Adesso che si
era
calmata e aveva ripensato con lucidità agli ultimi eventi,
non
serbava più rancore per quello stupido Serpeverde. Non ne
valeva la pena.
Ron
però cominciava a metterla alle strette, ed Hermione non
voleva bisticciare con il ragazzo, dato che si erano appena
rappacificati. Se l’amico avesse continuato ad insistere
avrebbe
ceduto, e l’avrebbe messo al corrente di ogni cosa. Che
succedesse
quello che doveva succedere.
“Insomma,
Hermione! Sai benissimo che cosa intendo! A me non la dai a bere, ti
conosco troppo bene. Sei così strana, e
non hai
prestato nemmeno attenzione al professor Vitious. Perché non
mi racconti la verità? Non ti fidi di me, vero? Preferiresti
raccontare tutto a Harry, vero?” perse il controllo Ron,
sparpagliando gli appunti di Hermione sul tavolo. Molti studenti si
voltarono a guardare il ragazzo, curiosi.
Sì,
Ron, preferirei raccontare tutto a Harry, almeno eviterei uno
sterminio di massa tra i Serpeverde e la tua espulsione a vita da
Hogwarts.
Hermione
fece scivolare il libro che stava consultando dall’altra
parte del
tavolo e sospirò.
Era
il momento di ammettere la sconfitta.
“Ma
cosa diavolo… ”
Prima
che lo sbalordito Ron potesse rendersi conto di quello che stava
succedendo, si sentì afferrare per il mantello e trascinare fuori dalla Sala Comune.
“Visto
che insisti tanto ti racconto tutto, ma non qui” lo zittì Hermione, prima che
il ragazzo
potesse aprire bocca.
I
due camminarono fino a raggiungere la porta del bagno delle ragazze,
poi Hermione si fermò di botto.
“Ehm,
Herm, non vorrai… “ cominciò
l’amico, imbarazzato.
“Dentro,
svelto!” lo interruppe Hermione, spalancando l’
uscio e spingendo
con malgarbo Ron all’interno della stanza.
Appena
lei lo raggiunse nel bagno, il ragazzo dai capelli rossi la
investì,
rosso fino alle orecchie. “Ma era proprio necessario
trascinarmi
qui? Se un professore mi becca qua dentro, sono in guai seri! Non
è
la prima volta che io e Harry facciamo una capatina alle toilette
femminili!”
“Solo
una piccola precauzione. Anche se di sicuro barricarci qui non serve
a niente… tanto di sicuro tutto Serpeverde ne
sarà già
al corrente, questo è fuori da ogni ragionevole
dubbio”
rimuginò Hermione, parlando più a se stessa che a
Ron.
“Potresti
essere un po’ più esplicita?” la
interruppe lui,
cominciando a dare segni di impazienza.
“…
ah,
sì. Come sai, stavamo pulendo i corridoi quando…
”
“Stavamo?
Vuoi dire che non eri l’unica a pulire i corridoi
con Gazza?”
la interrogò l’amico, curioso.
Hermione
abbassò la testa con aria colpevole. “No, infatti.c’era
anche Malfoy con me. Scusa se non te l’ ho detto,
ma… ”
Ron
sembrò non farci caso. “E allora?
E’ solo
questo? Cavolo, io me la sarei spassata un mondo a vedere Malfoy alle
prese con una scopa! Almeno sapeva da che parte usarla? Gli
hai fatto una foto? Magari fosse passato Colin Canon! Poteva
scattargli un’istantanea! Una scena da immortalare... immagino che si sia messo a bestemmiare in tredici lingue diverse contemporaneamente...” esclamò Ron con aria
sognante.
“Non
interrompermi! Sto cercando di spiegarti
cos’è successo,
non rendermi le cose ancora più difficili!”
saltò su
Hermione togliendo la parola all’amico, che sembrava essersi
dimenticato del vero motivo per cui se ne stava in un bagno
femminile, continuando a sognare ad occhi aperti.
“Allora
non si trattava solo di questo? Beh, effettivamente… non era
una
cosa che avresti avuto motivo di nascondere…
cioè, è
imbarazzante, sì, ma per Malfoy, non
certo per te! Allora? Qual'è il problema?” chiese il ragazzo dai capelli
rossi,
uscendo dal suo strato di trance e rivolgendo finalmente la sua
attenzione all’amica.
Ma
prima che Hermione potesse spiegare l’accaduto, Ron la
interruppe
di nuovo.
“Aha!
ho capito! Se quello ti ha fatto una cosa talmente
imbarazzante da… da impedirti di raccontarla ai tuoi
migliori
amici... scommetto che Malfoy, appena Gazza si è tolto di
torno, ti ha bloccato contro il muro e… e… ti ha
fatto delle
avances! E’ così! Ma
questa… questa la pagherà,
con la vita!” urlò Ron, fuori di se, prendendo a
calci la
porta di un cubicolo.
“No,
no, no! Non si tratta di questo! Secondo te Malfoy
è, insomma, quel tipo di ragazzo? Non farebbe mai
una cosa
del genere, lo sai bene che non mi può vedere! Ma che razza di idee ti saltano in mente?”
“Ron smise di tempestare di pedate tutto quello che trovava e
respirò profondamente per riprendere la calma.
"Oh,
grazie al cielo! Ma allora di cosa si tratta?”
“È
che… mi ha preso in giro e io… ti prego, non
sgridarmi, Ron… ho
praticamente pianto davanti a lui. Non ce l’ho fatta a
trattenermi…
e ti prego, non dirlo a nessuno, o penseranno tutti che sia una
stupida ragazzina fragile” spiegò Hermione,
esitante.
“Che
cosa? Quel pezzo di imbecille! Insensibile! Ha osato
farti piangere, eh? Ma adesso, adesso lo
sistemo io! Ti
vendicherò! Quel mostro si pentirà di averti
trattato
male!” sbraitò il ragazzo, completamente fuori di
sè,
ingaggiando un combattimento immaginario contro
un’altrettanto
inesistente Malfoy.
“No,
Ron! Non bisogna risolvere tutto con la violenza. Lascialo stare. Per
favore. Non mi va che tu gli faccia del male, non ce l’ho con
lui…
è solo che ci sono rimasta male” sputò
fuori la
ragazza.
Ron
interruppe bruscamente il suo kata e guardò
l’amica con gli
occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata. Non riusciva a
credere alle sue orecchie.
Hermione
arrossì vistosamente e tentò di giustificarsi,
imbarazzata.
“Cioè,
volevo dire, ehm… non fraintendere, Ron, io…
voglio dire che
forse sarebbe meglio mettere una pietra sopra a tutta la faccenda,
perché Malfoy… insomma, quando mi ha visto
piangere, si è
comportato in modo molto… ”
Ma
Ron aveva già lasciato il bagno delle ragazze, e dal modo in
cui aveva sbattuto la porta – cioè mandando in
frantumi gran
parte degli specchi della toilette – Hermione capì
che non
aveva la minima intenzione di ascoltarla.
Dopo
aver appoggiato i piedi sul tavolo ed essersi fatto riempire un
calice di succo di zucca da Goyle, Draco Malfoy sorseggiò
tranquillamente la bevanda, guardandosi attorno con aria annoiata.
Nonostante
apparisse rilassato in realtà Draco era piuttosto scosso, e
avrebbe fatto qualsiasi cosa per ritornare indietro nel tempo, almeno
prima della figuraccia con la Granger.
Sebbene
Madama Chips gli avesse detto che non aveva neanche una linea di
febbre, continuava a sentirsi molto strano. Quella insolita
sensazione era persistita per tutto il pomeriggio, impedendogli di
concentrarsi sui compiti, tanto che Tiger e Goyle avevano dovuto
fargli copiare sia la ricerca di Trasfigurazione sia la relazione da
consegnare al professor Piton. Come se non bastasse, persino a cena
non riusciva a prestare attenzione a ciò che stava mangiando.
Innervosito,
Malfoy chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie. I suoi
pensieri erano tutti rivolti a quella piccola Mezzosangue. Nonostante
cercasse di distrarsi, continuava a ritornargli in mente il diverbio
con la ragazza. Per quanto si sforzasse, non riusciva in nessun modo
a toglierselo dalla testa.
Il
ragazzo più snob di tutta Hogwarts sbuffò,
innervosito.
“È tutto il pomeriggio che sospiri guardando il vuoto.
Dì,
non ti sarai mica innamorato!”
bofonchiò Tiger,
distogliendo Malfoy dai suoi tormentosi pensieri.
“A volte mi chiedo se spari così tante cavolate perchè non colleghi la bocca al cervello prima di parlare, oppure perchè il cervello non ce l'hai proprio. Ti sembro il tipo che si innamora?
Ma
fammi un piacere!”
esclamò il
ragazzo biondo, irritato.
Si
sentiva le guance più calde di una pentola a pressione.
“Hey
boss, guarda chi si vede. Quello non è l’amichetto
del cuore
di Potter? Ma lui non è di Grifondoro? Che ci fa al nostro
tavolo?” borbottò Goyle, puntando il ditone tozzo
verso un
punto imprecisato del tavolo di Serpeverde.
Malfoy
si sporse per vedere meglio, e non riuscì a trattenere una
smorfia di disappunto.
Sì, era proprio
quell’idiota di
Weasley, e si stava dirigendo di gran carriera nella sua direzione.
In
meno di un minuto i due si trovarono faccia a faccia.
“Buonasera, Weasel. Chi ti ha dato il permesso di
umiliare gli
studenti di Serpeverde con la tua presenza?”
cominciò Draco,
con la sua solita aria strafottente.
Il
resto avvenne tutto in pochi secondi, tanto che Malfoy non se ne rese
nemmeno conto.
Ron,
che tutto ad un tratto gli sembrava così pericolosamente
vicino, lo afferrò per il colletto e lo mandò a
sbattere contro il muro, mollandogli un pugno in pancia che fece
quasi vomitare a Draco tutto quello che aveva mangiato nel corso
delle ultime ore.
Malfoy
riuscì a rialzarsi, sebbene facesse fatica a respirare, e
non
risparmiò a Ron una risatina di scherno.
“Certo
che sei proprio un imbecille. Non che la cosa mi stupisca, chiunque abbia la sfortuna di parlare con te si rende immediatamente conto che sei abbastanza limitato, intellettualmente parlando. A quanto pare hai scoperto che la
Granger fa il filo a quel Baston, e dato che crepi di gelosia hai
bisogno di un capro espiatorio su cui scatenare la tua ira repressa.
In ogni caso ti consiglio di darti una calmata. Se mi fai fuori Tiger e Goyle non saranno molto
entusiasti” ghignò, puntando i suoi occhi chiari
su Ron, che
per tutta risposta lo strattonò violentemente per il
mantello e gli mollò un cazzotto.
“Che
cosa? Fai finta di non sapere il motivo per cui voglio farti sparire
dalla faccia della terra? Mostro! Hai approfittato del fatto che
Hermione fosse sola per insultarla in tutti i modi possibili! Tu non
devi neanche avvicinarti a lei!”
ululò il ragazzo dai
capelli rossi, cercando di colpire Malfoy con un altro pugno.
A
quel punto Draco cominciò ad arrabbiarsi sul serio. Sfortunatamente
per
Ron nemmeno Malfoy se la cavava male nei pestaggi, infatti
schivò
con facilità il colpo del giovane Weasley e gli
mollò
un calcio all’altezza delle rotule che lo fece cadere a
terra,
dopodiché lo bloccò sul pavimento e gli
affibbiò
un pugno in un occhio. Ron gridò dal dolore e si portò l'avambraccio davanti al viso per proteggerlo.
“Weasley,
credo che tu non abbia afferrato il punto della situazione. Primo,
non c’entri affatto con questa faccenda, ed è
meglio se non
ti impicci in cose che non ti riguardano, se non vuoi finire male.
Secondo, la Granger ha abbastanza carattere da poter fare a meno di
una bodyguard come te, e se lei vuole farmela pagare accetto con
piacere la sfida, ma tu e Potter statene fuori. Terzo, se sei
talmente sfigato da non trovare il coraggio di dichiararti alla tua
Hermione, nonostante ti venga soffiata da sotto il naso da
quel
pagliaccio di Oliver Baston, evita di coinvolgere me o gli studenti
di Serpeverde nelle tue crisi isteriche, che nel caso non te ne fossi
accorto non siamo certo la causa della tua sfiga in amore. Quarto, se
fossi così gentile di tornare al tuo tavolo te ne sarei
infinitamente grato, in quanto desidererei finire il mio invitante
Yorkshire Pudding prima che si raffreddi del tutto”
Draco
si rialzò, gli occhi che dardeggiavano.
Dal labbro tagliato
gli uscì un rivolo di sangue che andò a macchiare
il
colletto immacolato della divisa, ma non ci fece caso.
Pansy
Parkinson scoppiò in un pianto isterico.
Quasi
tutti gli studenti della scuola, attratti dal baccano, avevano posato
coltelli e forchette e si erano raggruppati attorno ai due litiganti.
I ragazzini del primo anno, che erano troppo impauriti per
avvicinarsi, erano saliti sul tavolo e sulle sedie per non perdersi
il combattimento.
I
due rissosi, troppo presi a scrutarsi minacciosamente con sguardo
omicida, sembravano non accorgersi che gli occhi di tutti, insegnanti
compresi, erano puntati su di loro.
“Adesso
scusati, Weasley” ghignò Malfoy, incurante del
sangue che
gli colava dal mento.
"Vaffanculo!”
urlò Ron, l’occhio sinistro tumefatto.
“Ronald!
Cosa diavolo succede?”
Era
la voce di Hermione.
La
ragazza, che non aveva visto l’amico a cena, sentendo un gran
fracasso provenire dal tavolo di Serpeverde aveva capito che i suoi
più orribili timori si erano concretizzati, e aveva avvisato
Harry. I due erano riusciti dopo non poche difficoltà ad
aprirsi un varco tra gli studenti, e ora fissavano Ron e Malfoy con
un’espressione a metà tra la rabbia e la
commiserazione.
“Ma…
Hermione! Lui… prima Malfoy… deve
pagare… quello che ti ha
fatto… “ balbettò Ron, incredulo.
I
due Grifondoro si avvicinarono a Ron, agitatissimi.
“Se
solo mi stessi ad ascoltare qualche volta!” si
lamentò
Hermione, sconsolata.
Harry,
più preoccupato che indignato, prese a trascinare via Ron
per
evitare che si scagliasse su Malfoy un’altra volta.
“Ma guarda
come ti sei ridotto! Serviva proprio scatenare una rissa? E sei anche
un Prefetto... poveri noi! E che ti sei fatto all’occhio? Ci
stanno
guardando tutti, andiamo via!”
Per
quei pochi minuti che erano occorsi per soccorrere Ron, Hermione non
aveva degnato Malfoy nemmeno di uno sguardo. Mentre si stava
allontanando con i suoi amici non resistette alla tentazione di
voltarsi, trovandosi faccia a faccia con Draco - ma anche prima era
così vicino? - imbarazzata di doversi imbattere in lui
così
presto dopo il loro ultimo violento scontro verbale.
Quale
non fu la sua sorpresa, quando si accorse che anche Malfoy la stava
squadrando.
Rimasero
lì, a fissarsi come se si fossero visti per la prima volta.
Ma
Draco aveva sempre avuto degli occhi così? E come
mai
non aveva mai fatto caso al suo profilo, tanto altezzoso quanto
perfetto?
Hermione
tossicchiò, un po’ imbarazzata.
Malfoy,
nervoso, distolse gli occhi dalla ragazza.
Draco,
torna al tuo tavolo. Adesso.
“Stai..
stai sanguinando” riuscì a sillabare Hermione.
Malfoy
annuì, l'espressione del viso completamente indecifrabile.
“Ma
allora pulisciti, per l’amor del cielo, fai
impressione!” sbottò
la ragazza, allungandogli un fazzoletto.
Draco
era confuso.
Non si sarebbe mai aspettato un simile atteggiamento da
parte della Granger, in particolare dopo che lui l’aveva
trattata
più male del solito.
Le
donne si comportano sempre in modo enigmatico. Se per di
più
sono Sanguesporco, sicuramente non aiuta.
Hermione,
vedendo che Malfoy non accennava ad accettare il fazzoletto, fece per
rimetterselo in tasca, imbarazzata. Avrebbe dovuto sapere che Draco
non era solito accettare aiuto da alcuno, tantomeno se ad
offrirglielo era una Mezzosangue di nome Hermione Granger.
“Sì,
beh, non fa niente, come non detto” sbottò
Hermione,
sentendosi una perfetta idiota.
Benissimo,
ora poteva tranquillamente entrare nel guinness
dei primati per il maggior numero di gaffes con la stessa persona in
una sola giornata.
“Granger,
sospendiamo un attimo le ostilità e dammi
quel
maledetto affare” sbottò Malfoy, avvicinandosi
alla ragazza
e strappandole il fazzoletto dalle mani.
Per
quanto ci provasse, Hermione non riusciva a farsi venire in mente una
volta in cui aveva provato più felicità di quel
momento. Beh, forse l’anno prima, quando Grifondoro aveva
vinto la
Coppa delle Case. Rivolse a Draco un sorriso che andava da un
orecchio all’altro.
Malfoy
esibì un ghigno meno sarcastico del solito, anche se ben
lontano dall’assomigliare a un sorriso vero e proprio.
“Non
gasarti troppo solo perché mi sono abbassato ad accettare un
dannato fazzoletto da una come te. Sappi che dal momento in cui
riavrai ciò che mi hai offerto, le ostilità sono
ufficialmente riaperte. Non posso di certo attaccar briga con te e i
tuoi amichetti delle favole dovendoti ancora restituire quel coso,
dico bene? Mi sentirei un idiota” ghignò Malfoy.
Dopo
essersi tamponato la ferita sul labbro, fece sparire il fazzoletto
nel mantello e tornò al tavolo di Serpeverde.
Prima
che Hermione potesse aprir bocca per replicare, le si parò
davanti il professor Piton.
L’insegnante
di Pozioni si era avvicinato senza farsi notare già da alcuni minuti, ma aveva aspettato ad
intervenire per permettere a Ron di fare più danni possibili
a
Malfoy, in modo da togliere un buon numero di punti alla Casa di
Grifondoro. Tralasciando, naturalmente, che anche Draco aveva fatto
la sua parte.
“A
quanto pare tu, Potter e Weasley non vi siete ancora resi conto che
vi trovate in una scuola, e non ad un incontro di
judo. E’
necessario capire che in una sede scolastica ci sono particolari
regole da rispettare, quindi riferisci pure al tuo amico Weasley che
saranno tolti cento punti a Grifondoro per la sua totale ignoranza
delle regole basilari di buona educazione”.
days
are passing and filled with sighs
tears of blood cried
with every breath I feel the pain
goin' insane from the games you play
Destiny's End, Storm Clouds
*
E con questo siamo a due!stefy89d Sei stata la prima a recensire la mia storia, ti ringrazio moltissimo! Sono davvero contenta che la storia ti piaccia, e spero che tu abbia apprezzato questo secondo capitolo! Fammi sapere, un bacio!
Lyla_sly Ciao! Innanzitutto grazie mille per la bellissima recensione che mi hai lasciato, mi fa molto piacere che la storia ti abbia colpita! Anch'io adoro la coppia Draco/Hermione, e penso che le ff su di loro siano fra le più appassionanti, ma anche le più complesse da scrivere. Questo perchè si devono inevitabilmente tenere conto di diverse problematiche, Purosangue e Mezzosangue, Grifondoro e Serpeverde, ovvero il superamento dei pregiudizi da entrambe le parti. In altre parole, una bella gatta da pelare :) Un grosso rischio che inevitabilmente si presenta quando si scrive una Dramione è quello di ritrarre personaggi OOC, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione di Draco. Io ho cercato di fare del mio meglio per descrivere esattamente il Malfoy arrogante e insensibile che ci ha fatto conoscere la Rowling. Anche perchè, diciamocelo, è proprio questo il bello del personaggio :) Fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo, e grazie ancora! Bacioni!
Tanny Ti ringrazio molto per i complimenti, e sono contentissima che ti piaccia la storia! Sono d'accordo con te, chissà cosa è saltato per la testa a Draco per mettersi a rincorrere Hermione.. chissà! Visto che ho aggiornato in fretta? Spero che ti sia piaciuto questo secondo capitolo!
littledramy Ciao! Ti ringrazio moltissimo per le recensioni! Sono davvero contenta che ti piaccia la mia storia! Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo, mi farebbe davvero molto piacere! Un bacione e a presto!