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Autore: Grimilde Deveraux    20/10/2016    1 recensioni
Spin-off di Game of Love dedicato ad una persona molto speciale e con protagonisti due personaggi secondari che sto amando alla follia...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Game of Love'
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Game of Love - Conquista

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Questa piccola raccolta è dedicata ad una persona molto speciale che sta facendo questo lungo viaggio insieme a me e senza la quale probabilmente questi due splendidi personaggi non ci sarebbero stati o almeno non si sarebbero mai incontrati.
La smetto prima di diventare melensa e lacrimevole...
Au revoir...

PS: nei primi 5 capitoli le parti in corsivo sono quelle di Violet e le altre di Pierre, nell'ultimo è una scena comune.

1.Guardare

Maggie le aveva raccontato talmente tante volte di quelle stramaledette terme che, approfittando del momento libero e di completa solitudine, alla fine Violet aveva ceduto e prendendo un costume dalla valigia della sorella si era avvolta in un accappatoio bianco dell'hotel scendendo le scale per i sotterranei.

Una volta all'interno dovette ammettere che sua sorella aveva ragione, quel posto era davvero spettacolare, sembrava quasi nato da solo dalla roccia se non fosse stato per le piastrelle delle piscine o le sdraio in legno.

Stava quasi per spogliarsi ed entrare in una vasca quando un movimento in fondo alla stessa attirò la sua attenzione...rimase immobile ancora un attimo finché una testa bionda con due occhi color acquamarina non fece capolino dal pelo dell'acqua:<< Ciao >> la salutò l'uomo con un sorriso mentre si avvicinava al bordo facendo leva sui bicipiti fin troppo ben definiti per uscire dall'acqua; ma perché non poteva usare la scaletta come tutti?

 

Ok, Ian gli avrebbe detto che fare lo sbruffone a quel modo non gli aveva mai portato niente di buono ma quali armi poteva avere uno come lui con una come lei?

<< Tu sei la sorella di Maggie, giusto? >> sapeva fin troppo bene chi era ma doveva pur trovare qualcosa per fare conversazione:<< E tu sei l'amico di Dorian >> sorrise sfacciato:<< Migliore amico >> lei rise piano:<< Siete amici da tanto >><< Dalla sua seconda settimana di scuola, Ian è un ragazzo unico >> lei si sedette sul bordo mettendo i piedi a mollo nella piscina:<< Sì, Peggy mi ha detto qualcosa >> Pierre sorrise poggiando le mani a terra e gettando indietro la schiena:<< Credo di non averlo mai visto così felice come con Maggie, avete qualcosa di magico voi donne Stains>>

 

2.Attendere

Se c'era una cosa di cui Pierre DuLac avrebbe fatto volentieri a meno era la paura e, per buona parte della sua vita, ci era riuscito!

Ora però la paura era il solo sentimento che era in grado di provare mentre era davanti allo specchio della sua camera all'Hotel de Fleur intento a sistemarsi la camicia azzurra come i suoi occhi:<< Le piacerai >> e la voce di Dorian lo fece voltare verso la porta:<< Sembra strano detto da me Ian, ma se non fosse così? >> Dorian sorrise, gli era capitato solamente un'altra volta di vedere Pierre in quelle condizioni ma stavolta era per il motivo giusto! Ci era voluta la sorella della sua fidanzata per far capitolare quel testone ma Ian in fondo ne era felice.

 

Con una risata nervosa Violet si portò le mani alla bocca mentre Maggie continuava a sorridere placidamente seduta sul letto:<< Sai, fino ad un paio di mesi fa ero io a dare consigli a te >> commentò poi cercando di mascherare il nervosismo:<< Lo so e se non fosse per te non avrei trovato Dorian, ora però lascia che io aiuti te >>Violet tornò a guardare il proprio viso nello specchio:<< Alla mia età dovrei pensare a farmi una famiglia o alla carriera, non ad uscire con i ragazzini >> Maggie sorrise alzandosi in piedi e avvicinandosi a lei:<< Pierre non è un ragazzino >><< Ha tre anni in meno di me >> continuò la maggiore testarda e a Maggie scappò un piccolo sorriso.

 

3.Uscire

<< Ciao >> era la parola più stupida che avesse mai potuto dire, ma in quel momento il suo cervello era troppo impegnato ad elaborare quel sorriso e quegli occhioni scuri che lo guardavano pieni di curiosità.

<< Sei bellissima >> aggiunse poi sapendo che lì fermo e in silenzio faceva solo la figura dell'idiota:<< Grazie, ma il merito è di Peggy, il vestito è suo...io non ne ho portati, non pensavo di avere un appuntamento galante e...cioè non che sia un...non intendevo dire che... >> gli fu praticamente impossibile non ridere ma era una buona cosa, non rideva così spontaneamente da troppo tempo e con una donna poi...

Che cosa aveva di speciale Violet Stains per fargli quell'effetto? All'inizio pensava si trattasse solo di attrazione fisica, dopo averla vista in costume quel pomeriggio alle terme e averla sedotta quella notte stessa pensava di aver placato i suoi istinti ma quando si era svegliato accanto a lei la sola cosa a cui aveva pensato era stata quella di invitarla fuori!

 

<< Scusa, sto straparlando è solo che non ho mai fatto niente del genere, cioè io sono, ero sposata,  è dai tempi della scuola che non ho un appuntamento, non credo di ricordarmi come si faccia >> lui rise di nuovo porgendole poi una mano così grande e ruvida rispetto alla sua:<< D'accordo Violet Stains allora lascia che ti rinfreschi la memoria >> aveva sorriso troppo imbarazzata per dire altro o forse spaventata di parlare di nuovo troppo, Pierre in fondo era un campione, poteva avere chiunque volesse, perché lei?

Ancora indecisa Violet tuttavia lo seguì: Sacre Coeur, Montmartre, Place de Tertre, il museo di Renoir, era tutto come l’aveva immaginato, tutto a cominciare dall’uomo che le camminava affianco e che ogni tanto casualmente le sfiorava la mano…

Quasi stentava a credere che il passionale amante della notte prima e il dolce ragazzo che ora le camminava affianco fossero la stessa persona; alzando gli occhi sul viso di Pierre rimase colpita dallo sfavillante azzurro color mare, la notte prima invece quegli occhi erano scuri come l'oceano e sembravano volerla mangiare.

4.Salutare

<< Finisce qui allora >> la sua voce era atona e stava cercando di non lasciarsi prendere dalle emozioni, le regole erano state chiare fin da quel primo risveglio: sesso, divertimento, qualche uscita insieme ma una volta arrivato il momento di partire ognuno sarebbe andato per la sua strada:<< Sì, ho già rimandato troppo il mio ritorno a casa e poi tu hai il ritiro con la squadra >> Pierre annuì a quelle parole, per quanto tenesse a Violet e volesse farla rimanere il Quidditch era la cosa più importante, aveva la precedenza su tutto:<< Mi piacerebbe rivederti per un caffè o una cena qualche volta >> lei sorrise facendogli scivolare una mano su un braccio:<< Beh se passi da Londra sai dove trovarmi >> lui annuì in silenzio incapace di aggiungere altro.

 

<< Stammi bene zuccherino >> si voltò a guardarlo un’ultima volta e rimase come sempre abbagliata dal suo sorriso caldo e da quegli occhi magnetici.

Non ci pensò un attimo e voltandosi gli corse tra le braccia baciando un’ultima volta quelle labbra dure che avevano conosciuto ogni parte di lei:<< Stammi bene bello e impossibile >> lo salutò poi guardandolo negli occhi cercando di imprimersi nella mente ogni dettaglio di quel viso cesellato nel marmo, ogni singola ruga di quell’aria triste e felice allo stesso tempo:<< In bocca al lupo per il campionato >> Pierre le accarezzò il viso:<< Per qualsiasi cosa sai che devi solo chiamarmi >> Violet annuì:<< Mi hai insegnato a cavarmela da sola, non potrò mai ringraziarti abbastanza >> << Sei la donna migliore che abbia mai conosciuto zuccherino >> << Arrivederci Pierre >> e girandosi ancora si avvicinò alla passaporta:<< Arrivederci Violet >> le sussurrò piano ma lei lo sentì ugualmente.

5.Decidere

<< Cos’è quell’aria da stoccafisso? Sembra che tu abbia ingoiato un intero barattolo di mostarda >> Pierre alzò gli occhi tristi sull’anziana signora seduta dall’altra parte del tavolo sotto al porticato della costosa clinica in Provenza:<< Sto bene Mémé >> << Pierre Albert Henri DuLac quante volte ti ho detto che non devi raccontarmi bugie? >> il giovane sfoderò il suo più bello e, in quel momento almeno, più finto sorriso:<< Io non ti dico mai bugie Mémé >> la donna scosse il capo poggiando poi la mano rugosa su quella del nipote:<< Sei come tuo padre Pierre, i tuoi occhi dicono la verità prima ancora che lo faccia la tua bocca >> poi guardandolo intensamente con i suoi stessi occhi acquamarina aggiunse:<< Si tratta di quella ragazza? Di quella inglese, come si chiama… >> << Violet >> sospirò Pierre mentre quel nome gli scivolava sulle labbra, era un mese che non faceva che pensare a lei ma non aveva ancora avuto il coraggio di pronunciare quel nome ad alta voce:<< Sì Violet, i tuoi amici dicono che è una ragazza deliziosa e che tu sei innamorato di lei >> Pierre alzò la testa di scatto:<< Quando sono…quando hai… >> << Sono venuti qui qualche giorno fa, erano preoccupati per te >> solo in quel momento Pierre collegò l’invito di sua nonna e la sparizione dei suoi tre migliori amici di qualche giorno prima:<< Avete organizzato tutto alle mie spalle eh… >> Isobel DuLac guardò il nipote:<< Vogliono solo che tu sia felice Pierre e lo voglio anch’io >> << Lei non mi vuole Mémé, ha una vita a Londra e io non sono compreso >> << Le hai chiesto che cosa vuole lei? >> << Pensi che potrebbe volere me? >> la donna sorrise:<< Solo tu puoi saperlo >>

 

Violet se ne stava seduta nel piccolo monolocale che aveva affittato con la sua parte di vendita della casa, Alexander aveva stranamente accettato di buon grado il divorzio e la vendita della casa che avevano preso insieme non rinunciando però a ricordarle che se tutto era andato a rotoli era colpa sua e della sua impossibilità di avere figli…si sentiva così sola e così sbagliata, sua sorella maggiore aveva un bambino e un altro in arrivo, sua madre aveva avuto cinque splendide figlie e lei non era in grado di fare quello che le donne sono nate per fare…ora che anche Maggie non sarebbe tornata a Londra poi non sapeva proprio che fare.

Un po’ invidiava la sua sorellina e la felicità che era riuscita a trovare a Parigi con quel bel principe azzurro di Dorian, era proprio l’uomo perfetto per lei, chissà forse poteva andare a trovarli…

Non appena la sua mente si concentrò su Parigi i ricordi di Pierre DuLac e dei suoi occhi color mare le invasero la mente, le sembrava quasi di vederlo…lì fermo dall’altro lato della strada: gli occhi lucidi e il sorriso malizioso sul viso, quel fisico scolpito e la giacca di pelle che lei adorava e che lui le aveva prestato quel pomeriggio mentre passeggiavano vicino a Notre Dame e aveva cominciato a piovere, era così bello e i suoi ricordi erano così vividi.

Ci mise un paio di minuti a capire che quello dall’altro lato della strada non era un ricordo ma Pierre in carne ed ossa, ci mise però un attimo ad alzarsi in piedi e correre all’ingresso per aprire la porta e saltargli tra le braccia:<< Ciao zucchero >> quella voce.

Quella voce calda. Non era più sola, era di nuovo a casa.

6.Amare

Londra, due anni dopo

 

<< Congratulazioni signori DuLac, sono due gemelli >> Pierre guardò prima la dottoressa e poi il viso raggiante della sua Violet mentre ascoltava la notizia:<< È sicura? >> domandò infatti con un po’ di apprensione nella voce:<< Sì signora, due bambini sani e forti >> poi tornando a guardare il monitor aggiunse muovendo ancora la sonda sulla pancia per ora ancora piccola di Vi:<< Volete sapere il sesso? >> << Sì >> << No >> risposero Pierre e Violet contemporaneamente e guardando suo marito Violet scosse il capo:<< Non vuoi saperlo? >> lui le baciò la fronte:<< Maschio o femmina o entrambi non ha importanza, sono i nostri figli e li amerò proprio come amo te zuccherino >> Violet gli baciò le labbra sorridendo e ringraziando di nuovo il cielo per aver messo quel testardo e affascinante battitore sulla sua strada:<< Anche io ti amo tesoro ma se non dirò a mamma di che colore fare i corredini ci ucciderà entrambi quindi dobbiamo saperlo >> Pierre annuì come al solito incapace di negarle qualsiasi cosa e guardò la dottoressa:<< Bene, come vuole la signora >> il medico sorrise:<< Beh…direi che sono entrambi…un maschio e una femmina >> Pierre guardò Violet ridendo e appoggiando la fronte contro quella di lei:<< Il maschietto potremmo chiamarlo Robert >> lei sorrise:<< La bambina potremmo chiamarla Isobel >> sentendo il nome di sua nonna che era mancata poco dopo il loro matrimonio una piccola lacrima scivolò sul viso di Pierre:<< Ti amo >>  



Violet Stains
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Pierre DuLac
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