Film > Inside Out
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    21/10/2016    4 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pioveva a dirotto fuori dalla casa fatiscente. Per fortuna dei ragazzi fuggitivi, nel tetto della vecchia abitazione non c’era nessuna tegola danneggiata, e solo un po’ di aria fredda entrava dalle finestre rotte. Andy fissava la pioggia che cadeva fuori da una delle rare finestre integre. Il buio avviluppava la casa e tutta la vegetazione attorno ad essa, e il ragazzo era alla ricerca di qualche fonte di luce che potesse rischiarare quella notte fredda e umida.
Riley non guardava fuori dalla finestra; accucciata accanto al ragazzo che la teneva ancora ammanettata a sé, attendeva con ansia che qualcuno rispondesse dall’altro lato del telefono. Aveva chiamato tre volte, e Duncan non aveva risposto nonostante la lunga attesa. << Andiamo, rispondi… >> Mormorava attirando involontariamente l’attenzione del ragazzo accanto a lei, di tanto in tanto.
A un certo punto una voce suonò tetra dall’altra parte del telefono. << Pronto…? >> Duncan aveva un tono spezzato, esausto; non sembrava nemmeno essere quel ragazzo spavaldo e menefreghista che aveva incontrato quella mattina Riley.
<< Duncan! >> La voce di Riley suonò eccessivamente emozionata quando lui rispose finalmente al telefono; anche Andy girò lo sguardo sorpreso verso di lei. Riley cercò di riaggiustare il suo tono di voce e continuò a parlare con l’amico, cercando di mostrare con sincerità la sua preoccupazione. << Ti ho chiamato tre volte… Perché non mi hai risposto? >>
<< Scusa bambolina, devo essermi addormentato da solo sulla poltrona… >> Rispose con stanchezza il ragazzo dall’altra parte. Riley sbuffò come se volesse rimproverarlo.
<< E’ mezzanotte, idiota! Vai a dormire! >> Gli disse con asprezza cercando di far valere la sua posizione. Ma Duncan sembrò rifiutare quel suo invito.
<< Tu, piuttosto, dove sei…? Stavo aspettando che tornassi a casa… >> La ragazza sospirò pensando di dover inventare una scusa rapidamente.
<< Mi dispiace non averti avvertito, ma mi sono liberata solo ora… >> Fece una pausa per avere un altro po’ di tempo per pensare alla sua storia, poi riprese a parlare. << E’ che stavo per tornare a casa, quando il temporale mi ha bloccata a casa di Liz. >> Andy si voltò curioso e sorpreso allo stesso tempo. << Ora sono qui da lei, e non posso muovermi ormai… Ci rivediamo domani, se spiove un po’… >>
Duncan sembrò ricevere il messaggio solo molto più tardi, e alla fine rispose con un semplice:<< Va bene… >>
Dal suo tono di voce sembrava quasi che non avesse forze per niente. Riley si imbronciò quando pensò all’immagine di lui stravaccato sulla sua poltrona preferita, a lamentarsi per il dolore. Non poteva dirgli che aveva assistito al suo pestaggio, non poteva sapere che era stata lì quel pomeriggio, o le cose si sarebbero potute mettere male… Riley avrebbe fatto la “buona” per il momento, e avrebbe lasciato credere a Duncan che non sapeva niente delle sue condizioni. << Ora vai a dormire, scemo… Ti chiamo io domani. >>
Duncan rispose in ritardo un’altra volta, ma sembrò avere un po’ più di forza rispetto a prima. << Sì. >> Disse. << Ci sentiamo domani… >>
Riley chiuse la telefonata con un gesto lento del pollice e tirò un lungo sospiro quando ebbe staccato il cellulare dall’orecchio. Cominciava davvero ad essere una vita troppo movimentata e pesante da gestire per lei… Doveva andarsene al più presto da lì. L’unica consolazione era che, con quel tempo durante la notte, la polizia non avrebbe potuto cercarla.
Si voltò e si inginocchiò accanto ad Andy, dicendogli di spostarsi con tono burbero per lasciarle vedere fuori dalla finestra. Lui le fece posto e le rivolse un sorriso leggero. Riley non ricambiò; non spostò gli occhi dal vetro di fronte a sé.
Sospirando abbattuto, Andy tornò a guardare fuori dalla finestra. << Ancora bugie? >> Chiese alludendo alla conversazione che aveva avuto lei con Duncan un attimo fa.
Riley non ebbe la forza di sentirsi offesa. << Non deve sapere che abbiamo assistito a quella scena. >> Rispose con tono deciso. Si sorprese quando si rese conto di essere ancora in grado di simulare qualche emozione.
<< Non deve neanche sapere che i tuoi genitori sono stati avvertiti? >> La domanda di Andy rimase sospesa nell’aria per troppo tempo, perché il ragazzo potesse aspettarsi una risposta. Però quella arrivò; tardi, sorprendendolo.
<< Non deve saperlo. >> Rispose lei senza un tono particolare. << Vorrebbe i dettagli, e alla fine si infurierebbe con me per essermi fatta beccare questa mattina… >> Commentò infastidita.
Andy sembrò non essere d’accordo con lei. << A me non è sembrato tanto cattivo… >> Mormorò abbassando lo sguardo. << Il suo aspetto da duro mi ha preoccupato un po’, sì, e il fatto che si stesse incontrando con quei tipi loschi non va a suo favore, ma… >> Si fermò un istante. << Lo stava facendo per te, Riley. >>
<< Per me? >> Chiese senza distogliere lo sguardo dalla pioggia. << Bella favola… >> Il suo tono mostrò tutta la diffidenza nella teoria del ragazzo.
Andy tornò a guardare la pioggia titubante. << A me non è sembrato una brutta persona come lo hai descritto… >>
<< E’ perché non lo hai conosciuto. >> Rispose senza troppo peso la ragazza. Non poteva lasciare che Andy scoprisse che aveva mentito anche su quello; bastava un minimo indizio lasciato al caso e Andy poteva mangiare la foglia.
I due ragazzi rimasero in silenzio per un bel pezzo. Era una situazione delicata nella mente di Riley, c’era confusione, e a un tratto una voce disse preoccupata: Non facciamola stare zitta! Continuiamo a parlare.
Così, senza preavviso né apparente senso, la ragazza pronunciò:<< La pioggia mi rattrista… >>
Andy si voltò e la fissò con sorpresa. << Davvero? >>
Riley annuì senza staccare gli occhi dal temporale fuori dalla casa. << Quando il tempo si fa così… >> Un lampo illuminò per un attimo la città senza preavviso, e subito dopo il suo tuono interruppe il discorso della ragazza. << Inspiegabilmente comincio a non sentire più nulla dentro di me. Nessuna voglia di fare niente, nessun pensiero… >> In realtà quella cosa era diversa: nella mente di Riley passavano così tanti pensieri in quel momento che la ragazza aveva piuttosto deciso di “staccare la spina” e non pensare più a niente. Non sapeva perché la sua testa funzionasse così, accadeva e basta. << Non riesco a provare nessuna emozione… Quando piove. >>
Andy fissò il suo profilo delicatamente illuminato dalle luci lontane della città e rimase a bocca aperta. << Quando piove? >> Mormorò a bassa voce.
Riley abbassò lo sguardo sentendo di non essere stata sincera. << No. Non è così… >> Mormorò senza un tono di voce.
Perché continui a parlare?
Non sono io! Va avanti da sola!
<< Io non provo niente a prescindere… >> Quelle parole vibrarono nel silenzio della stanza per alcuni secondi, nelle orecchie di Andy e nella testa di Riley. Per un attimo la ragazza non si rese conto di ciò che aveva detto, ma poi i suoi occhi si spalancarono lentamente e sbatté le palpebre un paio di volte come se si fosse destata da un sogno. << Scusa, ero caduta in una specie di trance. >> Commentò sorridendo imbarazzata e strofinandosi gli occhi con un pugno chiuso. << Stavo straparlando. >> Finse di stare bene e si voltò, nonostante volesse continuare a guardare il temporale.
Un altro tuono scosse la casa dopo essere stata illuminata dal suo lampo e Riley ne approfittò per usare la scusa di essere stanca; si stiracchiò e finse un lungo sbadiglio. << Forse è meglio se andiamo a dormire ora… Sarebbe meglio che ci svegliassimo presto domani. >> E detto questo rivolse le spalle ad Andy, ritirandosi in posizione fetale e ignorando i suoi tentativi di parlarle ancora.
<< Okay… >> Mormorò il ragazzo quando capì che non avrebbe ricevuto altre risposte. Si sedette sotto la finestra e fissò il buio per alcuni secondi, poi chiuse gli occhi aspettando che il sonno lo portasse con sé. Respirava piano per non dar fastidio a quella ragazza visibilmente provata; da cosa, non ne aveva idea.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Inside Out / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio