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Autore: Marra Superwholocked    23/10/2016    0 recensioni
Crossover tra P!ATD e Supernatural ("Il demone che voleva diventare cantante" e "Take a chance on me") nonché sequel delle mie ff citate in parentesi.
(Undicesima stagione)
Lucifero è alla ricerca di un nuovo tramite, presumibilmente per vendetta, ecco perché Crowley, il Re, deve temporaneamente lasciare il Trono. Chiederà dunque aiuto a due persone ...speciali, senza aspettarsi che dalla loro collaborazione possa nascere quel qualcosa che chiamiamo Amore.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
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Chapter Two
Hungry Demon


«Signore» lo chiamò un demone.
Gambe divaricate, Crowley se ne stava seduto comodamente sul suo Trono. Dentro, però, era agitato. Fece cenno all'altro demone di proseguire.
«Signore, è arrivato.»
Il Re scattò in piedi. «Alla buon'ora!» Lasciò di fretta il bicchiere di liquore e quello slittò per tutto lo spazio offritogli dal tavolino posto al fianco del Trono. Glielo aveva fatto fare sua figlia per ringraziarlo delle opportunità che egli le aveva offerto e lui ne andava così fiero! Sgambettò placido fino alla porta ed uscì dalla Sala, seguendo l'altro demone. «Dov'è?»
«In superficie, Signore.»
«Di' agli altri che può scendere, nel frattempo. Ci incontreremo strada facendo.»
Obiediente, il demone svanì per eseguire l'ordine mentre i passi di Crowley riecheggiarono tra le celle delle anime più prelibate per poi prendere a scendere dei gradini di pietra più freddi del ghiaccio. Arrivò all'incrocio che attendeva ed aspettò Brendon.
Pochi istanti più tardi, eccolo: Brendon indossava una semplice maglia bianca comoda, una giacca di pelle nera ed un paio di pantaloni, anch'essi di pelle nera, che gli stringevano le gambe a tal punto da mostrare ogni curva, tonica e sensuale.
«Hola, chico» salutò Brendon. In mano reggeva un sacchetto di patatine e se le stava mangiando a manciate.
«Mezzo chilo di grassi saturi in due minuti?» chiese Crowley semi-inorridito. «Fai impressione. E nemmeno avresti bisogno di mangiare!»
«Le patatine sono buone! E anche la pizza! Ahh, la pizza...» fantasticò il cantante. «I cheeseburger e le torte e il pollo allo spiedo e la carne alla brace... Ma gli italiani fanno da mangiare meglio! Una volta ho mangiato in una trattoria in cui fanno riso integrale con salsiccia e zucca... E di secondo c'era purea di patate con la costata più buona che io avessi mai assaggiato!» Brendon si mise a fissare il soffitto con aria sognante mentre Crowley lo guardava con aria scocciata.
«Okay» disse infine il Re. «Abbiamo appurato che ti piace mangiare. Ora potremmo, per favore, proseguire? Il tuo partner dovrebbe essere qui a momenti.»
«Certo, Alfred.»
«Alfred?» chiese Crowley continuando a guidarlo tra le celle di anime urlanti.
Brendon rise. Non si sorprese molto. «Sì, Alfred, il maggiordomo di Batman» rise ancora. «Mi ricordi molto Sean Pertwee. Avete lo stesso accento da ...aristocratici» continuò ridendo. Poi Brendon quasi urtò Crowley poiché quest'ultimo s'era fermato all'improvviso. «Che ti prende?!»
«Sean Pertwee è inglese. Io sono scozzese. E sono cresciuto tra maiali e incantesimi e... orge» Crowley quasi sussurrò l'ultima parola per l'imbarazzo. «Non sono aristocratico.»
Brendon lasciò cadere dalla bocca una coppia di patatine e rimase con gli occhi spalancati, impressionato. «Okay, scusa» disse trattenendo una risata. «Credo solo che voi abbiate un accento un po' bizzarro e, be', faccio fatica a distiguere i britannici dagli scozzesi o irlandesi e... Ehi, non è che ti sei offeso, vero?»
Crowley si voltò, stringendo i pugni, e proseguì a camminare; se fosse stato un fumetto, gli sarebbe uscito il fumo dalle orecchie!
Brendon si guardò attorno, cercando conforto nelle anime che in quel momento stavano ricevendo le peggiori torture mai pensate. Poi notò che Crowley si era allontanato parecchio e quindi scattò in avanti correndo fino a raggiungerlo spargendo però le ultime patatine sul pavimento roccioso.
«Domanda, per non pensare più al malinteso» disse Brendon nel suo tono più ruffiano.
Crowley grugnì, svoltò a destra ed entrò in una sala.
«Chi sarà il mio partner?»
«È una ragazza. Sarà un problema?»
«Ah, no, tranquillo.» Anche Brendon entrò nella sala immensa. «Ma chi è esattamente?»
«Non ci pensare» sorrise Crowley. «Tu aspettami qui.» Chiuse le porte e lo lasciò da solo a pensare ancora a quel magnifico risotto italiano quando Brendon sentì uno strano rumore provenire da dentro di sé e disse: «Fame!»

   
 
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