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Autore: Sydrah    24/10/2016    6 recensioni
Cos'è l'amore?
Questa fu la stessa domanda che si pose il giornalista Kim Taehyung, alle prese con una nuova rubrica sull'amore.
Nonostante la sua diffidenza verso l'argomento, inizialmente sembrò andare tutto liscio, fino all'incontro con un idol piuttosto arrogante: Park Jimin.
Il loro primo incontro non fu dei migliori, e Taehyung rimase piuttosto deluso dallo scoprire che il cantante non era per nulla la persona che credeva egli fosse.
Ma chi è veramente, allora, Park Jimin? E per quale motivo mostra così tanto astio verso il giovane giornalista?
Ma soprattutto, riuscirà Taehyung a scoprire cos'è veramente l'amore?
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Il giorno seguente mi ritrovai-nuovamente- con le mie dolci natiche poggiate sulla mia sedia d'ufficio, che aveva ormai preso le mie forme da quanto tempo ci spendevo seduto sopra.
Il giorno precedente avevo deciso di mettere un punto all'intervista con l'idol da quattro soldi coi capelli arancioni. Che colore era poi?! Bah, non capivo davvero cosa ci trovassero in lui, oltre al suo viso...e corpo...e talento...
Rimaneva comunque un'idiota, e annuii per convincermene.
Avrei comunque scritto una piccola parte su di lui nella mia rubrica. Molto piccola. Piccola quanto le sue risposte ed il suo cervello, ecco.
Tornai all'attacco a telefonare un cantante dopo l'altro, attori e dj, tutto quanto.
Il giorno stesso riuscii ad incontrarmi con Taeyeon, una ragazza decisamente bella e attraente. Decisamente.
Il suo viso era dolcissimo e femminile, e il suo carattere metteva una ciliegina sulla torta.
In confronto a me era decisamente più gracile ed esile, come ci si aspetta da una ragazza dopotutto, perché le ragazze sono fatte per essere protette dagli uomini alti e grandi e virili, e io ero un uomo. Io dovevo proteggere e stare con delle ragazze perfette come delle bambole di porcellana, vero?
 È  così che funziona il mondo: uomini stanno con donne, donne stanno con uomini. Il resto è  semplicemente contro natura!
Eppure nonostante la sua- fin troppo-profonda scollatura non mi trovavo minimamente esaltato o attratto o quant'altro.
Tutto ciò che riuscivo a pensare era 'santocielo copriti perché sono sicuro che se tua madre ti vedesse così ti sgriderebbe!' e ciò non faceva altro che confondermi. 
È  normale non essere attratti da tutti, altrimenti saremmo dei semplici animali guidati dai nostri istinti di riproduzione, quindi va bene se non mi piace lei, vero?
L'intervista finí fortunatamente abbastanza in fretta, e riuscii ad ottenere tanto buon materiale da utilizzare.
Allo stesso modo proseguirono i giorni successivi, e pian piano mi iniziai quasi ad annoiare di tutta questa situazione.
Per mia sorpresa riuscii ad ottenere un'intervista con un personaggio molto famoso, che aveva già creato molto trambusto negli anni precedenti: Luhan.
Anche questa volta mi ritrovai più che ansioso per l'intervista, sperando che sarebbe stato gentile quanto Taeyeon, almeno non mi avrebbe dato la conferma di 'tutte le celebrità maschili sono delle caccole della società'.
Per mio sollievo si mostrò  una persona a dir poco deliziosa.
Dal vivo sembrava ancora più giovane di quanto già non lo sembrasse dietro ad uno schermo: i suoi occhi erano grandi e arrotondati, il viso asciutto, le gote leggermente rosate, il naso sembrava creato su misura per lui e le labbra erano sottili ma decisamente baciabili-cosa?
 Occhèi, stavo decisamente impazzendo.
Per farla breve, era un ragazzo bellissimo e gentile, ma anche lui mancava di qualcosa. 
Ma cosa?
 
-"Kim Taehyung?" Si avvicinò a me a fine dell'intervista, con un sorriso che era una via di mezzo tra timido e mozza fiato. Decisamente meglio di un sorriso sghembo, badate bene, anche se per un certo verso meno attrante.
 
-"Sì?"
 
-"Ti andrebbe di andare a prendere qualcosa da mangiare insieme? Si è  fatta già ora di cena, e dato che è  colpa del mio ritardo se si è  fatto così tardi mi sento in dovere di doverti ripagare in qualche modo. Che ne dici?" Tutti gli allarmi nel mio corpo iniziarono a suonare.
Non lo fare Tae, non accettare, potrà portare solo a qualcosa di male.
 
-"Va bene!" Al diamine. Il mio cervello era sbagliato.
E così  ci ritrovammo in un ristorante di lusso nel centro di Seoul, con un bicchiere di vino probabilmente molto costoso davanti a me, e un piatto di 'linguine ai frutti di mare' che non doveva essere da meno, e la cosa peggiore era che non c'entravo minimamente  in quel posto.
Mentre lui era vestito lontanamente elegante, con una camicia bianca leggermente sbottonata e dei pantaloni neri, io ero al peggio del mio aspetto con una maglia a righe e dei semplici jeans. Ottimo modo per fare buona figura. 
Mandai giù a forza per la mia gola quel liquido rossastro, finendo un bicchiere dopo l'altro a causa del nervosismo, trovandomi impacciato nel trovare una buona conversazione da affrontare con lui, che invece pareva completamente a suo agio.
In un modo o nell'altro riuscimmo a fare un piccolo discorso, chiedendoci cose basilari:famiglia, interessi, e raccontandoci qualche evento memorabile.
Eravamo praticamente giunti alla fine del nostro pasto quando vidi una famigliare persona entrare accompagnata da una modesta crew.
Dio.mio.santissimo.
Cercai di far finta di non averlo visto, sperando che prendessero posto ad un tavolo in un'altra stanza, ma per mia sfortuna il locale era ancora piuttosto vuoto, e li fecero accomodare proprio nel fottutissimo tavolo accanto al nostro.
La vita era ingiusta, schifosa.
 Il destino? Ancora peggio scoprii quella sera  e la cosa più brutta fu che quando, per caso eh, per puro caso ed una mia minuscola disattenzione, mi voltai verso il suo tavolo e notai che il signorino Jimin mi stava guardando. Sorridendo.
Sorridendo con QUEL sorriso. 
Abbassai subito lo sguardo, piuttosto scosso, e probabilmente Luhan notó il mio cambio di atteggiamento e mi chiese se andasse tutto bene, a cui io risposi con un cenno del capo.
Guardó nella direzione verso cui avevo guardato io prima e potrei giurare di aver quasi visto una lampadina illuminarsi vicino a lui.
Non prometteva nulla di buono.
 Rivolse nuovamente lo sguardo verso di me, ed il resto avvenne nell'arco di meno di un secondo.
Lo vidi alzarsi dal tavolo, voltarsi verso Jimin quasi per assicurarsi che stesse guardando, si sporse verso di me afferrando la mia maglia e portandomi a muovermi verso di lui per poi scontrare le mie labbra con le sue.
Impallidii e spalancai gli occhi, il mio cervello non ebbe neanche il tempo di reagire che si era già separato da me, prendendomi per mano e trascinandomi fuori dal locale.
 Mentre uscivamo ebbi solo un istante per voltarmi indietro, e vedere un'espressione quasi scioccata e...turbata sul volto del cantante.
Cosa era appena successo?
COSA?!
Appena fummo fuori mi liberai con uno strattone dalla sua presa, e aprii la bocca per dirgli giusto due  parole quando mi interruppe.
 
-"Scusa, sarai probabilmente arrabbiato, ma ho notato che c'era una strana tensione tra te e quel ragazzo, e dato che ti stava guardando in quel modo ho deciso di intervenire a modo mio" disse lui sorridendo. 
Quale persona al mondo sarebbe mai intervenuta in quel modo?! Davanti a tutti! Quando sei un dannatissimo idol. Speravo davvero che nessun altro avesse assistito a quella scena.
Sentii una strana sensazione all'interno del mio corpo, quasi come se del calore si stesse espandendo e mi stesse consumando.
 Sentii rabbia, tanta, e vergogna e...anche un pizzico di dispiacere.
Non riuscii più a trattenermi 
 
-"Come ti sei permesso di...di...fare quel che hai fatto?! Cosa ti dice il cervello?!" Per un attimo mi sembrò quasi dispiaciuto, ma poi sorrise, anche se non in modo cattivo.
 
-"Fidati, ti ho solo probabilmente fatto un favore per il futuro. Baciandoti o si sarà schifato e allora non ti darà più fastidio o si sarà ingelosito e ti cercherà.  Ah, a proposito, chi è? Un tuo amico?" La situazione stava degenerando. Che cosa ne voleva sapere lui? Perché dava tutto per scontato? Perché si sarebbe dovuto ingelosire Jimin? Cosa c'era che non avevo afferrato, cosa mi mancava?
 
-"Nessuno che ti debba interessare" dissi sbottando, per poi andarmene via correndo. Oggi facevo solo mosse poco furbe.
Continuai a correre, correre senza mai fermarmi.
Ero infuriato, come si permettevano di comportarsi tutti quanti così? Come se fossero superiori e tutto gli fosse dovuto e tutti li dovessero perdonare per ogni cosa.
 No, non lo avrei fatto. Non lo avrei mai perdonato, non lo volevo vedere mai più.
Mi aveva baciato, la sensazione delle sue labbra lievemente screpolate ancora vivida.
Mi schifava, disgustava.
Arrivai a casa e me le strofinai, lavai col sapone diverse volte, ma la sensazione rimaneva lì.
Mi lasciai cadere contro la parete del bagno, cercando di trattenere i miei singhiozzi.
Perché stavo piangendo in primo luogo? Forse perché quel bacio aveva solo contribuito a confondere i miei sentimenti? Forse perché a baciarmi era stato un ragazzo.
 Perché sarebbe dovuto essere sbagliato, tanto, ma nonostante il disgusto che avevo provato non mi era sembrato innaturale come sarebbe dovuto essere. Forse perché mi aveva baciato proprio davanti a Jimin? Che ora avrebbe avuto un motivo in più per ridere di me.
 Probabilmente credeva che fossi gay. 
Gay?
Mi parve una parola così strana. Una categoria così...ingiusta. non ci dovrebbero essere categorie per l'amore. 
L'amore dovrebbe essere libero.
Libero...
Troppi pensieri continuavano a consumarmi, tra una lacrima e l'altra, ed il momento peggiore fu quando provai la sensazione di essere stato abusato. Una parola forte, ma fu quello che provai.
Un bacio.
I baci significano tanto per le persone. Ma per me non erano mai stati importanti. 
Avevo baciato diverse ragazze, ed ero arrivato a fare molto peggio.
Non ero innocente, anzi, ma nulla mi aveva mai fatto tanto effetto quanto quel misero bacio a stampo che non avrei neanche premuto sulla guancia di mia nonna.
Ma non riuscivo a smettere di stare male.
Lui aveva visto tutto...
Mi addormentai piangendo sul freddo pavimento del bagno.
Da solo.
Arrivai ad una sola conclusione: per nessun motivo al mondo mi sarei mai più avvicinato più del dovuto ad un idol.
~~~~~~
 
Il mattino seguente mi risvegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, il pavimento vicino al mio viso un po' umido, forse per le lacrime o forse per la bava, oppure per entrambi.
Mi tirai sú e mi guardai allo specchio, un grave errore considerando che per poco non morii d'infarto.
Non mi ero mai considerato troppo orribile, ma in quel momento sí: avevo delle borse nere enormi sotto gli occhi, che erano gonfi e rossi a causa del pianto, e le labbra erano secche e con dei piccoli graffietti da cui era fuoriuscito un po' di sangue e si erano quindi andate formare delle crosticine. 
 Per trattenere i singhiozzi le avevo presumibilmente morse con troppa foga.
Cercai di lavarmi il viso al meglio, dovevo pur sempre rendermi il più presentabile possibile per il lavoro.
Dopo essermi preparato controllai il cellulare, sul cui schermo lampeggiava una figura che segnalava l'arrivo di una nuova notifica.
Il numero era sconosciuto:
 
Hei! Sono Luhan.
Tranquillo, non sono uno stalker, ho solo chiesto il tuo numero al mio manager perché sentivo il bisogno di chiederti scusa.
Mi dispiace di averti dato così fastidio.
Se ti può consolare ho chiesto a tutti quelli che hanno visto di non proferire parola e che era una faccenda privata. Fortunatamente hanno assistito alla ‘scena’ solo quelli del tavolo del tuo amico, che ho scoperto che è  anche lui un'idol! 
Scusa ancora, spero potremo comunque diventare amici.
 
P.S. il tuo amico non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo. Sembrava davvero arrabbiato.
 
 
Rilessi il messaggio diverse volte prima che il mio cervello decidesse di iniziare a decifrarlo e capirlo.
Step uno: era di Luhan. Avevo il numero di Luhan. Io non volevo il numero di Luhan. Non volevo che Luhan avesse il mio numero.
Due: si stava scusando. Io non lo volevo scusare. 
Tre: ha raccontato agli altri che era una faccenda  privata. Non mi andava bene, neanche questo. Ma almeno non avrebbero detto nulla.
Quattro: un grandissimo no al fatto che saremo potuti diventare amici. Nop.
E poi lo step cinque, quello che mi fu più complicato assimilare. Il mio amico sembrava arrabbiato. Il mio amico che non era mio amico perché era quella testa del cavolo di Park Jimin sembrava arrabbiato. Arrabbiato per...cosa?
Vidi del fumo immaginario uscire dal mio cervello.
Nulla, non riuscivo a capire, la mia mentalità da alieno non mi permetteva di capire queste cose così umane.
Decisi di non rispondere a quel messaggio.
 Lo ignorai  ed andai avanti nella mia giornata.
~~~~~
 
Inizialmente avevo pensato che col passare dei giorni anche il conflitto che stavo vivendo interiormente se ne sarebbe andato, e invece rimaneva sempre lì, nell'antro più oscuro della mia mente.
Cercavo sempre più di sospingere il mio sguardo verso le mie colleghe, ma nulla. Il mio cervello mostrava il più totale disinteresse verso di loro, ma allo stesso tempo lo mostrava anche verso i miei rozzi compagni.
 Ew, decisamente rozzi considerando come si comportavano, e parlavano e mangiavano e respiravano e vivevano.
Stavo iniziando a considerarmi come un essere asessuato, probabilmente traumatizzato dalla mia infelice infanzia, o almeno, questa era la scusa che mi ero dato io.
Era tutta colpa di questa rubrica se provavo questi sentimenti conflittuali. Non mi era mai importato prima di queste cose superficiali, di queste emozioni. 
Cosa sono le emozioni?! A me erano sempre, o quasi, state estranee.
Emozioni... Degli stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.
La loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell'individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza.
Le emozioni rivestono anche una funzione relazionale e una funzione autoregolativa.
Queste erano le emozioni per me: una definizione astratta, delle cose che per spiegarle necessitano dei paroloni scientifici e complicati.
Per questo motivo, preso dall'incoscienza più totale decisi di chiedere alla persona definitivamente meno azzeccata: Kim Seokjin.
Perché lui? Questo è  un discorso più complicato.
Jin era sempre stato bisessuale, ma da quello che diceva era più orientato verso i ragazzi, soprattutto quando si trattava di storie che duravano più di una botta e via, quindi magari sarebbe stato capace di aiutarmi?
Non avevamo mai parlato con lui direttamente della sua sessualità, semplicemente lo sapevamo tutti, e non ci aveva mai creato alcun problema: era sempre il nostro Jin.
Quindi, perché ero così spaventato dell'omosessualità quando una delle persone a me più care era dell'altra sponda? Perché quando riguarda lui non l'avevo mai considerata una cosa schifosa o sbagliata o contro ogni morale? 
Non ne avevo idea. Nessuna.
Probabilmente perché non ero io?
Perché lui lo era sempre stato e basta mentre io non lo potevo essere perché non lo ero. Neanche nella mia mente aveva senso questo discorso, e per questo era necessario chiedere il suo aiuto.
Presi quindi il coraggio di mandargli un'essenziale messaggio:
 
'Dobbiamo vederci. Vieni a lavoro da me'
 
Jin al momento lavorava alla pasticceria dei suoi genitori, quindi non sarebbe stato un grave problema assentarsi per un paio di ore, e da me a lavoro accettavano dei visitatori, purché rimanessero eventi occasionali.
Un paio di minuti dopo arrivó la sua risposta:
 
‘Mio figlio ha bisogno di me?! 20 minuti e arrivo Vivì~ aspetta la tua omma ♡ (/*^*)/’
 
Mi venne da vomitare al solo leggere il suo messaggio.
 Jin aveva come una doppia personalità: quando si trattava di ogni essere umano che non fossimo noi e avesse più di 18 anni e meno di 40 era un playboy incontrollabile, ma quando c'erano i suoi amici di mezzo diventava una madre premurosa e iperprotettiva, sempre pronta a dare consigli, affetto e cibo. Era una cosa tenera, ci faceva sentire accuditi e sempre importanti, anche se era eccessivo, decisamente sdolcinato.
Però era diventato la mamma che non avevo mai avuto, e nell'arco di un paio di anni aveva fatto molto più che quella vera avesse mai fatto per me.
Stavo continuando a lavorare, occhi fissati sul computer e dita che battevano freneticamente sulla tastiera quando sentii delle braccia stringermi il collo in uno pseudo abbraccio reso impossibile a causa della sedia.
 
-"TAEEEEEEE" la sua voce fastidiosa mi fece implodere il timpano. Forse avevo sbagliato a chiamarlo.
Sta di fatto che mi presi un paio di minuti di pausa, e andai con lui a prendermi un caffè  alle macchinette, cercando di trovare le parole giuste con cui incominciare il discorso mentre camminavano.
 
-"H-Hyung?" La mia voce uscí più tremolante e roca di quanto avrei desiderato.
 
-"Dimmi 'saeng"
 
-"Uhm, ecco, non vorrei sembrare inopportuno ma.." deglutii, era ora o mai più. Sii diretto, non girarci intorno "quando hai scoperto di essere bisessuale?" Mi sarei aspettato che si mettesse a ridere e a fare battute stupide, mi ero preparato al peggio, ma per un paio di secondi non accadde nulla.
Timidamente mi voltai verso di lui, e notai che aveva un'espressione sorridente ma allo stesso tempo serena e seria, con lo sguardo rivolto di fronte a lui. 
-"Penso intorno alle medie. Negli spogliatoi c'erano tutti che si passavano foto di ragazze, oppure parlavano di loro. Sai, le prime cotte virtuali e tutto. Ecco, mentre loro guardavano le foto io guardavo loro che guardavano le foto. Inizialmente in modo innocente, poi al liceo tutto diventò più chiaro. L'adorazione si trasformò  in curiosità e la curiosità in affetto e l'affetto in amore e l'amore in passione. Come mai questa domanda?" Solo ora si voltó verso di me, rimanendo sempre pacato.
Ero felice del suo atteggiamento: come la brava madre che era doveva aver capito la fragilità dell'argomento.
 
-"Perchè. Perché sto pensando cose" 
 
-"Che genere di cose?"
 
-"Non lo so neanche io. So solo che sono molto confuso e non ci capisco più nulla"
 
-"Tae, lo sai che non devi avere paura di dirmi ciò che pensi.  Cos'é che ti ha portato ad essere confuso?"
 
-"Il fatto che mi soffermo ad ammirare di più i ragazzi delle ragazze, almeno, l'ho fatto con le persone che ho intervistato e...Ieri dopo un'intervista un'idol mi ha baciato e mi ha fatto molto più effetto di qualsiasi altro bacio. Effetto negativo eh, ma almeno ho provato qualcosa?" Lui annuii quasi soddisfatto, sempre con un dolce sorriso che curvava gli angoli delle sue labbra.
 
-"Capisco. E dimmi, cosa osservi di questi ragazzi? Cos'hanno di diverso rispetto a tutti gli altri?"
 
-"Non lo so. Cioè, penso sia normale ammirarli. Sono così belli e perfetti...e belli, E DANNATAMENTE PERFETTI. Ed è  strano. Perché anche io nella mia vita mi sono ritrovato a squadrare delle ragazze, a trovare che fossero belle... ma è  stato diverso con-" Mi fermai un attimo e realizzai. 
Solo con lui era stato diverso. Solo con lui avevo provato quelle cose.
Cosa significava quindi? Avevo già capito che razza di persona fosse, ma la sua presenza, la sua immagine non la smetteva di perseguitarmi.
 
-"Quindi è  una sola persona in particolare?" Mi riportó alla realtà, e alla sua domanda risposi annuendo con uno sguardo impassibile.
 
-"É il ragazzo che ti ha baciato?" Scossi la testa. Non riuscivo ad emettere alcun suono.
Il nostro discorso fu interrotto dall'arrivo del signor Namjoon, che a quanto pare aveva dovuto avere la stessa nostra voglia di caffè.
 
-"Buon pomeriggio" ci sorrise, ed entrambi rispondemmo al suo saluto.
 
-"Come sta andando la sua rubrica Taehyung?"
-"Bene signor Kim-"
 
-"Chiamami Namjoon ti prego, mi fai sentire fin troppo vecchio" effettivamente era molto giovane per essere il capo di un'agenzia così grande, ma da quello che sapevo era un uomo molto intelligente e determinato, e tutti i suoi successi erano sempre stati meritati.
 Era anche molto affascinante, con quelle fossette sulle guance visibili soprattutto quando sorrideva, ma questo non lo avrei mai ammesso a nessuno, neanche a me stesso.
 
-"Sì, certo. Scusi. Sta andando bene Namjoon hyungnim. Penso che in massimo una settimana sarà terminata"
-"Ottimo. A proposito, volevo proprio chiedere a te se domani saresti disposto a venire con me ad un'evento dove saranno presenti diverse celebrità. Sei sempre stato un ottimo lavoratore, e penso saresti il più adatto" Io? Il più adatto? Ero quasi commosso.
Risposi subito di sì, e dopo ancora un paio di minuti ci salutó nuovamente, ritornando nel suo ufficio.
Ero emozionato e felice.
Era un'occasione più unica che rara, e mi aveva chiesto personalmente di accompagnarlo.
Wow.
 
-"Il tuo capo è  dannatamente sexy"  Mi diedi un colpo sulla fronte. Bentornato indietro  Jin.
Ci misimo a ridere e passammo la mezz'ora successiva a parlare un po' di Namjoon e altre cose in generale, non tornando più sull'argomento precedente.
Prima di andarsene, però, mi disse una cosa che mi fece capire che non se ne era scordato, ma che semplicemente non voleva farmi sentire in imbarazzo.
 
-"Se hai bisogno di me sai come cercarmi. Ah, e Tae...non avere paura dell'amore. Se senti qualcosa non ignorarlo, potrebbe solo farti più male" sentii quasi un peso sollevarsi dalle mie spalle.  Mi sentii capito e in un certo senso anche accettato. 
Mi sentii bene.
~~~~~~~
 
Ben presto arrivó  il momento in cui avrei dovuto accompagnare Namjoon all'evento di cui mi aveva parlato il giorno precedente.
Era sera e le strade erano piuttosto affollate, quindi il viaggio duró un po' più del previsto  e fu pieno di silenzi imbarazzanti, colmati ogni tanto da semplici domande e risposte.
Una sua domanda in particolare, però, mi lasció piuttosto perplesso.
 
-"Dimmi Taehyung, chi era il ragazzo che era con te ieri. Non è  un mio dipendente, vero?"
 
-"Uhm, no, è  un mio amico. Si chiama Kim Seokjin" lo sentii ripetere a bassa voce il suo nome, probabilmente per memorizzarlo, e poi un'altro silenzio calò. Passai tutto il tempo a giocare nervosamente con le mie mani, cercando di sembrare impegnato in qualche pensiero molto profondo. Solitamente non ero un ragazzo introverso, ma diamine, era il mio capo la persona seduta di fianco a me, e avevo il terrore di poter dire qualcosa di sbagliato che avrebbe poi in seguito danneggiato la mia misera carriera.
 Si, optare per il silenzio imbarazzante era la scelta migliore, a parere mio.
Finalmente dopo un'altro paio di minuti arrivammo a destinazione, fermandoci davanti ad un imponente edificio.
L'interno era molto semplice ma allo stesso tempo elegante, con un grande palco e numerose file di posti a sedere. Lo spazio tra la prima fila e il palco era ampio, ed era lì  che tutti i giornalisti con le loro crew si erano appostati, tutti con le loro enormi telecamere e microfoni.
 Mi sorse quindi spontaneo domandarmi il perché noi non avessimo dietro alcun tipo di attrezzatura, ed il mio capo, quasi come se fosse riuscito a leggermi  nella mente, si voltó verso di me dicendomi che eravamo lí  effettivamente non per scrivere un articolo ma per avere l'opportunità di stringere rapporti con celebrità, manager e altre agenzie.
Presimo posto nella prima fila, dove due sedie erano state riservate appositamente per noi.
Ero piuttosto confuso da tutto il contesto, non sapevo neanche che genere di evento fosse, e rimasi dunque stupito quando scoprii che era una sorta di...consegna premi con interviste?
Venivano chiamati a turno sul palco dei vip a cui venivano consegnati  delle sorte di piccoli (e anche brutti, a mio parere) trofei per vari ambiti, ad esempio 'idol più hot del momento' oppure 'migliori comparse in programmi televisivi’, ed a ognuno di quelli che avevano la gioia, o sfortuna, di essere chiamati venivano poste delle domande che erano state selezionate tra le mille di quelle scritte dai fan.
Ero perplesso. Il mondo stava davvero degenerando.
Furono chiamati gli Shinee come migliori idol del momento, i big bang come idol con il più grande fandom, Yezi come migliore rapper femminile, e innumerevoli altre persone.
L'unica cosa che non mi portó al suicidio definitivo era il fatto che fortunatamente le interviste erano molto corte, una due domande massimo per ogni gruppo o persona. Sarebbe stato interminabile altrimenti, e non sarei riuscito a reggere il tutto.
Sentivo i miei occhi farsi sempre più pesanti, le persone davanti a me diventare più piccole e sfocate, quando una sagoma mi fece sussultare e svegliare completamente.
Non sono solitamente una persona volgare, ma in quel momento mi parve spontaneo pensare 'cazzo'.
LUHAN DOVEVA PER FORZA NASCERE CINESE E QUINDI VINCERE IL PREMIO COME MIGLIORE CANTANTE COREANO STRANIERO, NO?
Perché le persone che cercavo disperatamente  di evitare continuavano a spuntare come funghi era un mistero.
E, ovviamente, essendo che la fortuna non era mai dalla mia parte, dopo un'altro paio di nomine anche il signorino Park Jimin fu chiamato, come icona del momento.
Mostrò un sorriso mozzafiato, falso, disse tante belle parole di ringraziamento, ancora più falso, falso e falso. Avrebbe dovuto vincere il premio come migliore attore.  
Lui e  la sua meravigliosa presenza. Lui e la sua perfetta perfezione. Lo odiavo, e odiavo anche il modo in cui i suoi jeans gli stavano a pennello.
 
-"Jimin" inizió la presentatrice -"abbiamo per te una domanda da parte di una fan di nome Jaeha: qual è  il tuo tipo ideale di ragazza?"
Sentii una stretta al cuore. Era ovvio che sarebbe stata una ragazza. Femminile, magra, estremamente minuta e carina e tutte quelle altre cose. 
 
-"Il mio tipo ideale di ragazza sono le mie fan!" Volevo vomitare . Quest'uomo ci sapeva fare, e gli urletti che si iniziarono a sentire e fare sempre più forti ne erano la dimostrazione.
Anche lui, come tutti gli altri, scese dal palco per dirigersi nel backstage.
Un altro paio di premi vennero consegnati e poi, finalmente, arrivammo ad una conclusione e con Namjoon ci diressimo proprio laddove non sarei voluto andare.
Il mio capo inizió a socializzare con diverse persone, mostrandosi cortese e divertente, mentre io rimasi in silenzio  e immobile dietro di lui, cercando di apparire il più invisibile possibile.
 
-"Hyundae!" Il nome mi sembrò troppo familiare, e d'istinto alzai lo sguardo. 
 
-"Ah, Namjoon! Quanto tempo" 
Era il manager di Jimin.
 Essendo tale, fu presto seguito da quest'ultimo e per mio sfortuna fui notato. Avrei tanto voluto possedere un mantello dell'invisibilità come quello in Harry Potter.
 
-"Taehyung, alla fine non ci siamo più sentiti per l'intervista" deglutii. Improvvisamente il colletto della mia camicia sembró troppo stretto.
 
-"Intervista? Come mai non mi hai detto nulla Taehyung" sta volta fu il mio capo a parlare.
Ero fregato.
 
-"E-ecco. Si. Per la rubrica e...è  stata una settimana un po' impegnativa" No, invece, avevo evitato come la peste la seconda intervista con il ragazzo dai capelli arancioni che, come pensavo, mi stava guardando divertito.
 
-"La potete fissare ora, allora" come no...ottimo. Grazie signor Kim.
-"Certamente. Jimin ha la prossima settimana completamente libera, quindi puoi scegliere tu il giorno" 
 
-"Allora si può fare...U-uh mercoledì"
 
-"Mercoledì sia, per che ore?
 
-"Andrebbe bene per l-" sentii qualcuno tirarmi una pacca sulla spalla, e quando mi voltai tutto quello che vidi era un sorriso splendente. Certo.
 Luhan.
 Doveva essere anche lui lì.
 
-"Tae! Non mi sarei aspettato di trovarti qui. Oh, scusate, ho interrotto qualcosa?" Di male in peggio.
Fu il manager che rispose per me, dicendo che non c'era nessun problema e stavamo decidendo solo un'orario.
Alla fine optammo per mercoledì alle 16 all'interno della struttura della bighit.
Per un attimo calò, poi, un silenzio di tomba, con Luhan ancora di fianco a me, il suo braccio poggiato casualmente sulla mia spalla.
Il manager e Jimin lo stavano fissando, probabilmente ricordando la scena della sera precedente.
Hyundae ci stava sorridendo, mentre Jimin aveva la stessa espressione di un bambino a cui erano appena state rubate le sue caramelle preferite.
I miei pensieri furono interrotti da Luhan.
 
-"Mi hai fatto preoccupare non rispondendomi.  Ti volevo proporre una cosa! Ti andrebbe domani sera di uscire con me?" Perchè questo ragazzo era così?! Perché di fronte a tutti? Perché di fronte il mio capo?! Anche lui si mise a guardarci  piuttosto confuso, e a quel punto mi sentii più che in imbarazzo.
Avrei dovuto dirgli di no? Di si?
 
-"Taehyung! Mi stupisci sempre di più. Ammetto che non sei un brutto ragazzo, ma addirittura fare colpo sulle celebrità?... Certo che uscirà con te!" Perchè oggi dovevano rispondere tutti al posto mio?! Avrei voluto sotterrarmi.
Luhan sorrise al signor Kim, prima di salutarci e dirmi un 'ci sentiamo per messaggio' a bassa voce.
Ciò che non mi sarei aspettato era vedere un Jimin camminare via in modo irritato. Il manager si scusó e andò a raggiungerlo.
Cosa stava esattamente succedendo?
 
 
 
 
 
Ciao a tutti di nuovo, ed eccoci qui con il secondo capitolo, YEY.
Scusate sempre eventuali errori eccetera, ma ho un po’ di influenza, e quindi è il malditesta a scrivere ;w;
Grazie a tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, e sono giunti alla fine anche di questo.
Grazie a _FrogInMyHeart_ e shirylen   per aver recensito.
Grazie a  Joker Parklesly_hemmoMysticbaby98 e shirylen per aver preferito la mia storia, a  Rosa_Linda per averla ricordata e a  Rozalin Kyouko per averla seguita ^^
Grazie davvero a tutti quanti.
Spero sinceramente che vi stia piacendo, e sarei molto felice se mi diceste le vostre impressioni.
Alla prossima!
Sydrah~
 
  
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