O2/O5/14
Sono talmente stanco.
Il corpo implora un giaciglio soffice, dotato di cuscini cordiali ed abbracci da coperte.
Le palpebre inaridite bruciano e tendono a serrarsi sugli occhi straripanti di strazio.
Eppure l'animo č inquieto.
Maledetto.
Tu, l'animo, o io?
Siamo compresi tutti, suppongo, anche se colpe non ne hai.
La sfacciata fortuna di trovare ed ammaliare uno sprovveduto come me ti ha assistito. Complimenti.
E chissą se č vero.
Ti sfiora mai l'idea di sbilanciarti e chiamarmi?
Tra gli amici, il tuo pensiero, ritaglia sfuggenti attimi nei miei confronti?
Per assurdo, magari raggiungermi per averti con te.
Che sfacciata sorte, scovarmi!
Io che, nonostante tutto, vengo catturato dai quei banali gesti ai quali tutti sono abituati da anni.
Lusingato fin troppo da sguardi, carezze, strette e baci.
L'avrai capito?
Non ne ho idea.
Vorrei tanto carezzarti una guancia tramite le punte delle mie dita martoriate dalle insicurezze, magari dirtelo. Leggerti o farti leggere questa valanga di debolezze, le quali potrebbero distruggermi.
Resteranno qui e nella mia testa.
Nel mio cuore?
Forse esagero.
Non lo saprai mai.
Mai.
Ciņ mi rincuora quanto distrugge.
Sono talmente stanco.
Il corpo implora un giaciglio soffice, dotato di cuscini cordiali ed abbracci da coperte.
Le palpebre inaridite bruciano e tendono a serrarsi sugli occhi straripanti di strazio.
Eppure l'animo č inquieto.
Maledetto.
Tu, l'animo, o io?
Siamo compresi tutti, suppongo, anche se colpe non ne hai.
La sfacciata fortuna di trovare ed ammaliare uno sprovveduto come me ti ha assistito. Complimenti.
E chissą se č vero.
Ti sfiora mai l'idea di sbilanciarti e chiamarmi?
Tra gli amici, il tuo pensiero, ritaglia sfuggenti attimi nei miei confronti?
Per assurdo, magari raggiungermi per averti con te.
Che sfacciata sorte, scovarmi!
Io che, nonostante tutto, vengo catturato dai quei banali gesti ai quali tutti sono abituati da anni.
Lusingato fin troppo da sguardi, carezze, strette e baci.
L'avrai capito?
Non ne ho idea.
Vorrei tanto carezzarti una guancia tramite le punte delle mie dita martoriate dalle insicurezze, magari dirtelo. Leggerti o farti leggere questa valanga di debolezze, le quali potrebbero distruggermi.
Resteranno qui e nella mia testa.
Nel mio cuore?
Forse esagero.
Non lo saprai mai.
Mai.
Ciņ mi rincuora quanto distrugge.