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Autore: nikita82roma    24/10/2016    2 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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- È senza di noi Rick…

- Quando non ci sei per dormire lo vuole sempre vicino - le disse rigirando il pupazzo tra le mani guardandolo come una reliquia - ed anche nel passeggino e in macchina. Lo vuole sempre. Profuma di te, e di lei… Come fa a dormire adesso?

- Ti prego Rick basta… - Lo supplicò

- Tu non ti rendi conto Kate quanto nostra figlia ha bisogno di te… È così bella quando ti si addormenta in braccio e ti appoggia la sua manina sul viso… Quando fate il bagno e lei sgambetta nell’acqua… è felice… 

- Basta Rick per favore… - Lo pregò ancora

- Tu e lei insieme siete la cosa più bella che ho mai visto in tutta la mia vita, non avrei potuto chiedere di più. Quando ho visto perla prima volta l’amore nei tuoi occhi mentre guardavi nostra figlia… c’era tutta la mia vita lì, ero l’uomo più felice del mondo.

- Per favore Rick… - Kate si sentiva lacerare dentro nel sentir parlare Castle. Sentire come lui descriveva il rapporto tra lei e Lily era devastante e le faceva sentire dentro tutto il vuoto per la sua assenza.

- Ti ricordi appena nata, avevi paura a cambiarla e lo facevamo insieme… Ora lo fai ad occhi chiusi e riesci anche a farla divertire…

- Ho avuto il maestro migliore e mi devi insegnare a farle tante cose ancora… Devo imparare tanto da te Castle… Sei tu quello esperto…

- Già… Esperto… 

Kate sentiva addosso tutto il dolore di Rick che si univa al suo, stava vivendo la stessa fase che aveva passato lei appena accaduto il fatto. Lo vedeva totalmente indifeso, come quel pupazzetto che teneva in mano, come se anche lui fosse un bambino solo ed impaurito e si sentì morire dentro ancora un po’. La sua ancora fluttuava nel mare alla deriva e si sentì anche lei di nuovo sola e persa. Quante volte Rick l’aveva tenuta a galla, da molto prima di essere una coppia, quante volta si era aggrappata alla sua presenza per fare un passo in più ed andare avanti. Lui c’era sempre stato, con la sua pazienza, i suoi sorrisi ed il suo ottimismo, pronto a tenderle la mano ed aiutarla, anche quando lei quella mano la rifiutava e lui non si scomponeva. Lei sapeva che c’era e tanto le bastava. Nel momento stesso in cui lo aveva visto ed sicura fosse vivo, si era sentita più leggera, convita che ancora una volta ci sarebbe stato lui a sostenerla, a darle la forza della speranza con il suo ottimismo innato e la sua determinazione. Vicino a lei, invece, c’era un bambino impaurito, un uomo sopraffatto dalle suo stesso dolore e dalle sue paure e la cosa che le faceva più male era che per la prima volta con lui si sentiva totalmente impotente di fare o dire qualsiasi cosa che lo potesse aiutare. Erano stati sempre convinti che per qualunque cosa la loro vicinanza sarebbe stata la migliore fonte di forza e di cura, ma Kate sentiva come essere lì, così vicini da sfiorarsi le mani e da sentire uno il battito del cuore troppo forte dell’altro, non li faceva stare meglio, nè li stava aiutando in alcun modo. Era dolore che si sommava a dolore e in realtà erano soli insieme, nel senso peggiore che riusciva a sentire dentro di se. Avrebbe voluto che le parlasse, che si sfogasse con lei, che tirasse fuori la sua rabbia ed il suo sgomento, ma non aveva nemmeno il coraggio di chiederglielo, sarebbe stata una richiesta egoistica, perché era suo il bisogno di sapere. Gli si avvicinò e lo baciò sull’angolo della bocca, tenendo le labbra su di lui più a lungo solo per prolungare il contatto mentre lui rimaneva immobile e lei gli accarezzava l’altra guancia con tutta la dolcezza che poteva.

- Domani mattina vado a Rikers Island. C’è un detenuto collegato ad un vecchio caso ancora irrisolto. Con la scusa vedrò di saperne di più del trasferimento di Campos. Non lo trasferiranno prima della prossima settimana. - Lo aggiornò su quanto scoperto nel pomeriggio

- Hai deciso, quindi… - Constatò Castle mentre si alzava appoggiando l’elefantino di Lily nella culla.

- Non ci sono decisioni da prendere Rick. Perché non ci sono alternative. - Gli disse Kate amaramente

- Ok…

Kate comprese che il suo bisogno di stare solo non era finito, così si alzò dal letto ed uscì dalla stanza, mentre lui era in piedi davanti al mobile con le loro foto con una cornice in mano di loro tre insieme, quella che era la loro prima foto a casa, la sua preferita. Rimase qualche istante sulla porta ad osservarlo poi rientrò e avventò letteralmente su di lui, dimenticandosi anche che ancora era debole ed intontito, sentendolo vacillare ma tenendolo per una volta lei stretto e saldo a se mentre si rifugiava con il volto nel suo torace.

- Ti amo Castle, ti prego non dimenticarlo mai. - Gli mormorò

Rick le regalò un timido sorriso che lei non vide mai prima di darle un bacio tra i capelli.

- Non potrei.

 

 

- Ci sono novità? - Chiese Alexis appena era scesa dalla sua camera. Raggiunse Martha e Kate che erano sedute sul divano in silenzio. Avevano scambiato qualche battuta soprattutto sullo stato di Rick, nulla più. Beckett sapeva di non poter dire alla figlia di Castle come stavano le cose, ma allo stesso tempo non poteva continuare a dire che non c’era nulla di nuovo, avrebbe capito la sua frustrazione e sarebbe stata più che comprensibile, così la aggiornò su quelle che erano le indagini ufficiali, aggiungendoci alcuni suoi “sospetti” e spiegandole come, secondo lei, era tutto strettamente ricollegato al caso Campos che aveva seguito giorni prima ed era stata anche la prima cosa che aveva detto a Sorenson quando indagava su DeVito, anche se lui non le aveva creduto.

- Quindi è collegato ad un tuo caso… 

- Sì, lo è - Ammise Kate

- Come sempre, quindi… - la colpì la ragazza

- Alexis! - Martha rimproverò la nipote con tono stupito e severo ma Beckett la interruppe

- Non ti preoccupare Martha, va tutto bene… - la rassicurò Kate

- Non posso stare qui a sentire certe cose, vado a preparare qualcosa da mangiare! - Disse alzandosi da lì e spostandosi in cucina dove, inevitabilmente, avrebbe sentito tutto ugualmente.

- Cosa va bene Kate? Non mi pare ci sia qualcosa che vada bene, in realtà. - I suoi occhi azzurri erano come lame di ghiaccio che la trapassavano ma era inutile sottrarsi ancora a quel confronto che sembravano stessero rimandando solo di volta in volta.

- Alexis, credimi, io farei qualsiasi cosa se potessi cambiare le cose in questo momento.

- Cosa faresti Kate? Cosa cambieresti? E’ sempre così! Da sempre! Tu, papà, ed adesso anche Lily! Non finirà mai, ci sarà sempre qualcosa ancora, nonostante le promesse.

- Pensi che io voglia tutto questo? Tuo padre e tua sorella sono tutta la mia vita.

- Penso che tu non rinuncerai mai a quella che sei, nemmeno per loro.

Kate rimase a bocca aperta incapace di replicare. 

- La tua vita Kate. Tutto è sempre stato intorno alla tua vita. Le scelte di mio padre, tutto quello che è successo in questi anni, tu che hai giocato con lui come il gatto con il topo fino a quando non sei stata tu a non riuscire più a giocarci e ti sei arresa, perché tanto lo sapevi, lui c’era sempre per te. C’è sempre stato in ogni modo che tu gli hai permesso di esserci e lui si è adattato pur di starti vicino, pur di farti contenta e stare con te. Ha accettato le tue fughe e le tue scelte, il mettere sempre prima quello che per te era importante non pensando nemmeno a se stesso o a quello che pensava la sua famiglia perchè per lui c’eri prima di tutto tu. Ed io ero anche felice quando lo vedevo così contento con te, come non lo era mai stato, nonostante tutto quello che voleva dire starti vicino. Lui era felice con te. Tu lo ami papà, vero però ti importa realmente di lui, quello che sente per te, di come vive per te e la vostra famiglia? Avete rischiato di perdere tutto, un anno fa e poi avete avuto tutto. Ma non ti bastava nemmeno quello, vero Kate? Mio padre, tua figlia non erano abbastanza per te se non c’era la tua vita e loro intorno. Perché poi la vita ricomincia e tanto c’è papà a che si occupa di Lily mentre tu ritorni alla tua vita e al tuo lavoro come se nulla fosse, tanto c’è papà che si prende cura di tua figlia mentre le tue priorità sono altre. È facile essere la moglie di Richard Castle, mettere al mondo dei figli e poi…

Alexis si fermò a riprendere fiato, aveva rovesciato addosso a Kate tutto quello che aveva dentro e non riusciva a trattenere. Anni di paure e tensioni, di situazioni accettate solo per amore del padre, di volte in cui si era nascosta dietro il suo essere forzatamente più grande e matura perché tutti volevano che fosse così. Ma ora aveva paura. Per suo padre che vedeva distrutto, per sua sorella che non sapeva dove fosse e per quella vita che le sembrava di nuovo così ciclica di una madre che lascia la figlia a suo padre per dedicarsi al suo lavoro. Non avrebbe permesso che Lily vivesse lo stesso, che soffrisse per le stesse sue assenze. Aveva visto l’amore con il quale Kate si occupava di sua figlia fino a pochi giorni prima le aveva così invidiate che si sentiva anche moralmente responsabile per quel distacco. Avrebbe voluto che sua madre l’avesse guardata almeno una volta con gli occhi che Kate guardava sua figlia e proprio per questo ora non capiva perché aveva dovuto riprendere la sua vita e mettere tutti di nuovo in questa situazione? Perché non potevano solo essere felici? Perché non faceva niente per esserlo? Perchè non le bastava essere felice con suo padre e sua sorella?

Nel silenzio totale del loft anche Martha smise di preparare la cena. Si sentivano solo i singhiozzi di Alexis. 

- Mi dispiace, per tutto. - Kate si teneva la testa tra le mani, non sapeva cosa dire alla ragazza, si era arresa a lei e alle sue parole. Avrebbe voluto dire tante cose, replicare punto su punto, spiegare quanto lei amasse Rick e sua figlia, quanto si era colpevolizzata per gli errori del passato, ma non poteva fare nulla per cambiare quello che era stato. Non sarebbe servito nulla, non in quel momento. Si prese le sue accuse che erano state quelle che spesso di era anche rivolta da sola. Non aveva senso fare una gara di sofferenza in quel momento, lo stavano facendo tutti in modo diverso, sfogandosi diversamente. Per Alexis era il momento della rabbia e lo capiva. Era stata arrabbiata con il mondo alla sua età per anni.

- Alexis, basta. - La voce bassa e calma di Rick sorprese sua figlia alle spalle che si voltò verso di lui e fece alzare anche lo sguardo a Kate.

- Papà… io… 

- Basta. - Girò tutto intorno al divano, portandosi dietro Kate. - Lily è nostra figlia. Alexis non ti permettere di giudicare. Nemmeno tu. 

Castle poggiò le mani sulle spalle di sua moglie che chiuse gli occhi al suo tocco, non la stringeva ma sentiva come era forte il suo contatto e percepiva tutta la tensione sulle sue dita che premevano su di lei.

- Ehm… Ragazzi… La cena è pronta… - Martha provò ad interrompere quel momento di palese tensione, dove Alexis era la più sorpresa dal comportamento di suo padre.

- Io non mangio. Non ho fame. - Disse Rick visibilmente contrariato andando nel suo studio seguito con lo sguardo nei suoi movimenti da moglie, madre e figlia.

 

Le tre donne si ritrovarono in silenzio sedute allo stesso tavolo a mangiare un piatto di mac & cheese preparato da Martha più per voglia di non stare ferma che per quella di cucinare. Nessuno in realtà si sarebbe preoccupato di quanto fosse buona o meno quella cena, erano tutte abbastanza grandi per capire che dovevano nutrirsi per pura sussistenza nonostante avessero tutte lo stomaco chiuso e passavano più tempo a dividere i riccioli di pasta con la forchetta uno dall’altro e a masticare lentamente, troppo lentamente. L’unico rumore che accompagnava lo sbattere delle forchette sul piatto era il picchiettare frenetico sui tasti che veniva dallo studio di Castle e quando questo cessò improvvisamente fu come se le tre si accorgessero per la prima volta della presenza l’una dell’altra. Era una situazione imbarazzante per Kate, non si era mai trovata con Martha ed Alexis in una situazione simile, avevano sempre avuto un rapporto ottimo di rispetto ed anche complicità. Adesso lei e la figlia di Castle sembravano due estranee che era peggio di essere nemiche e Martha in mezzo a loro che non poteva parteggiare per nessuna, benchè cercasse di capire le posizioni di tutte e due e provasse pena per Kate come madre in quella situazione, non poteva non vedere anche la sofferenza della nipote che vedeva troppi fantasmi del passato ritornare a galla.

Kate si alzò per buttare gli avanzi del suo pasto e prendere un piatto pulito per portare qualcosa a Castle.

- Papà ha detto che non ha fame. - Le disse Alexis vedendola andare verso lo studio.

- Lo so… - Beckett tirò dritta ed entrò, era seduto davanti alla sua scrivania e guardava il monitor dove faceva scorrere una dopo l’altra le varie foto di Lily di quesi mesi. Kate gli diceva sempre che ne scattava troppe, in continuazione, ma a lui non sembravano mai abbastanza, ogni momento era speciale e degno di essere immortalato.

Kate appoggiò il piatto vicino al computer ma Rick non prestò attenzione nè a lei nè a quello che aveva appena portato, si mise vicino ma a guardare le loro foto non ci riusciva, mentre lui ci si stava torturando. Appoggiò la mano su quella di Rick che faceva nervosamente scorrere le foto, bloccando quell’incedere e fissando sullo sfondo proprio una foto dove erano tutti e tre, un po’ mossa, con Lily in braccio a Kate mentre Rick provava a baciare sua moglie e scattare il selfie allo stesso tempo. Due pessimi risultati a giudicare dal bacio e dalla qualità della foto. Però era una foto bellissima, era un momento qualsiasi felice di quelli che avevano vissuto tanti in quei quattro, splendidi, mesi.

Solo allora Castle guardò verso Beckett, infastidito da quell’interruzione.

- Devi mangiare qualcosa Rick, non hai mangiato nulla…

- Non ho fame. Non voglio niente. - Scostò la mano di Kate e riprese a scorrere le foto.

- Sei ancora debilitato Rick… - provò ad insistere lei, ottenendo però da Castle solo uno scatto rabbioso che gli fece buttare via il piatto dalla scrivania facendolo in mille pezzi a terra che si mischiarono con la pasta. Il frastuono fece accorrere anche Martha ed Alexis che però rimasero a distanza perché la scena che videro era tutt’altra di quella che si sarebbero aspettate: Kate in piedi davanti a Castle che seduto aveva appoggiato la testa contro il suo ventre e la stringeva a se piangendo senza sosta soffocando i suoi singhiozzi sul corpo della moglie, mentre lei gli accarezzava i capelli. Beckett pregò con lo sguardo le due donne di lasciarli soli e Martha fece uscire Alexis e chiuse la porta dello studio.

- Sfogati Rick… Non tenerti tutto dentro… - gli ripeteva accarezzandolo dolcemente e quando lui si staccò e la guardò, con gli occhi arrossati e bagnati, si piegò sulle ginocchia, per essere alla sua altezza, e gli asciugò il viso con le sue mani, baciandolo e poi lo fissò intensamente negli occhi mentre gli teneva il volto tra le mani ed avrebbe voluto giurargli che avrebbe riportato a casa la loro bambina, ma sapeva di non poterlo fare.

 

Pulirono insieme per terra in silenzio, in quel silenzio che li stava caratterizzando fin troppo e non era un silenzio complice, ma fatto di imbarazzo e distanza. Non erano abituati a sentirsi così, a vicenda. Prima che Kate uscisse dallo studio Rick la chiamò.

- Scusami Kate.

- Non è successo nulla. - Disse indicando il sacchetto dove avevano messo cocci e cibo raccolti velocemente.

- Non per questo, cioè, non solo per questo, ma per Alexis.

- Stiamo passando tutti un momento difficile. Ognuno con i suoi ricordi a tormentarlo.

- Kate… Sei… Sei l’unica moglie che avrei mai dovuto avere e soprattutto sei un’ottima madre.

- Non lo dire adesso Castle… Non ora. - Le sue parole avevano sempre il potere di farla tremare come una corda di violino e in quella situazione i suoi nervi ancora più scoperti erano esposti alle sue parole pericolosamente.

- Lo sei soprattutto ora, io lo so. - Beckett incassò gli apprezzamenti del marito senza rispondere. Aveva un gran bisogno di sentirselo dire, anche se diceva il contrario. Le parole di Alexis non l’avevano ferita, ma le avevano fatto tornare tanti di quei dubbi che cercava sempre di tenere il più lontano possibile da se stessa.

- Rick, dovresti parlare con Alexis. È scossa da tutto quello che è accaduto ed ha bisogno di parlare con te, con calma.

- Domani lo farò.

 

Fu strano ritrovarsi quella notte a dormire insieme nella loro stanza così silenziosa. Non c’erano i mugolii di Lily quando sognava, nè i suoi lamenti quando il suo pupazzo le finiva troppo lontano e non ne sentiva più il calore ed il profumo, nè il suo pianto che interrompeva le loro notti e nemmeno il suo respiro profondo di quando dormiva beatamente. Era vuota. Entrambi sapevano che non stavano dormendo e facevano solo finta, riconoscevano a vicenda il respiro trattenuto e quello forzato, i movimenti impercettibili per non disturbare ed il rimanere fermi distanti.

- Come hai superato le scorse notti Kate? - Gli chiese Castle quando non riuscì più a fare finta di dormire.

- Non ho dormito fino a quando non c’eri tu. 

Continuarono a non dormire, ma passarono tutta la notte abbracciati.

   
 
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