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Autore: MAFU    24/10/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 13

“Da oggi cominciano ufficialmente le vacanze estive…” Yukio in piedi davanti alla stazione dei treni dell’accademia della Vera Croce parlava alla classe, “…E per voi comincia il ritiro di 3 giorni nei boschi.”. I ragazzi sembravano tutti molto eccitati all’idea del campeggio. “Campeggio significa tette.” bisbigliò Shima facendo il gesto di vittoria a Bon che alzò gli occhi al cielo. “Shima…” sospirò Koneko guardando Lamia in prima fila. La donna sogghignava a Yukio che invece cercava di ignorarla. “Ad accompagnarvi saremo io e la professoressa Kirigakure.” Aggiunse il professore accennando alla collega al suo fianco. Lilith accanto alla sorella la notò irrigidirsi senza apparente motivo. “Heilà…” Shura salutò tutta tranquilla la classe. “Nella prima parte delle vacanze estive ci concentreremo sul ritiro e sul corso speciale.” Yukio continuò a parlare imperterrito, nonostante gli sguardi ipnotici di Lamia, “Testeremo le vostre capacità di partecipazione alle missioni sul campo.” Concluse la frase con un mezzo sorriso. “Dato che è molto importante, impegnatevi tutti.” Aggiunse serio. “Ci mancherebbe altro…” Kamiki incrociò le braccia sbuffando. “Certamente, professore!” Shiemi alzò la mano energica e assieme a lei seguirono gli altri ragazzi. “Sicuro…” sogghignò Lamia.
“Saremo anche esorcisti… Ma in questo momento mi sento più un soldato da marcia.” Sbottò Ryuji mentre in fila indiana si stavano arrampicando su per il tortuoso sentiero che conduceva alla cima del monte. “Ryuji, sei solo un debole.” Commentò Kamiki stizzita, “Vogliamo già litigare, donna!?”. “Ah… Ci risiamo…” Shima sospirò battendo la mano sulla spalla si Koneko. “Rin, perché sei tanto felice?” Shiemi si affiancò al ragazzo mentre camminavano. “Mettere alla prova le mie capacità è sempre stimolante!” sorrise lui pieno di energie, “Oh…” la ragazza arrossì. “Lilith, devo dirti una cosa…” Lamia sussurrò alle spalle della sorella, “Che c’è?” la piccola si voltò di scatto coi brividi lungo la schiena, “Yukio…” la donna guardò il professorino in testa alla fila accanto a Shura, “Non mi ostacolare. Ho il permesso di pizzetto.” “Che significa!?” strillò Lilith e Lamia le tappò lesta la bocca. “Nulla, era solo per avvertirti. Tu non intrometterti.” La ragazzina la guardò con gli occhi sbarrati senza dire beo. Fortunatamente nessuno si era reso conto di loro, intenti com’erano a seguire il sentiero tortuoso. Arrivati finalmente in cima arrivò il momento di piantare le tende. “Eccoci arrivati!” annunciò Shura aprendo le braccia, “E che giornata splendida. Dev’essere proprio vero che il sole bacia i belli!” disse alzando la testa alla luce che filtrava dai rami chiudendo gli occhi beata. “…E secca gli stronzi.” Commentò acida tra i denti Lamia intenta a piantare un picchetto. Lilith la guardò stringendo le labbra frenando il suo istinto d’intervenire. “Possibile che Lamia abbia qualcosa contro Shura?” pensò facendo poi spallucce. “Oi ragazzi, dove monto questa?” domandò Ryuji prendendo la seconda tenda, “A destra.” Yukio gli dette le direttive buttando l’occhio verso le ragazze intente a montare l’altra. Lamia gli sorrise tutta sensuale facendolo arrossire lievemente. Shiemi nel frattempo stava sistemando il fornelletto per cucinare il pranzo assieme alla riluttante Kamiki. “Senti tu, si monta così…” Izumo strappò di mano la pentola a Shiemi mettendola da parte. “La pentola ora non ci serve!” mortificò la compagna che annuì con gli occhi lucidi sentendosi incredibilmente inadeguata. “Chi cucina oggi?” si sbracciò Shura per attirare l’attenzione, “Io!” Rin alzò la mano tutto contento e gli altri non poterono che esserne lieti. “Meno male che ci pensa lui…” disse Shima asciugandosi il sudore. Sistemato il punto cucina, Shiemi e Izumo si occuparono rapide del cerchio protettivo tutto intorno alle tende. Così dopo un pomeriggio passato a sistemare il campo, arrivò la sera. Erano tutti radunati attorno al fuoco intenti a gustare la deliziosa cena preparata da Rin. “Visto che ormai abbiamo finito di cenare, vi spiegherò in che cosa consiste l’addestramento che stiamo per intraprendere.” Yukio si alzò in piedi posando la ciotola spazzolata. “Prova di coraggio! Prova di coraggio!” Shura, che aveva bevuto una birra di troppo, era parecchio brilla ed esaltata, “Shura, stiamo lavorando.” Il ragazzo la richiamò all’ordine. Lamia fissò i due con ancora la sua cena intatta. Aveva dimenticato la sua scorta di sangue a casa e non aveva intenzione di mangiare quella roba. Lilith invece stava gustando lo spezzatino meravigliata dalla sua bontà. “Dunque, la spiegazione…” Yukio riprese in mano la situazione con garbo, “Dovrete sparpagliarvi nelle quattro direzioni a partire da questa base…” parlò piano gesticolando, “…E cercare di accendere le lanterne che sono in questo bosco.” Disse solenne. “Chi nei prossimi tre giorni riuscirà ad accendere una di quelle lanterne e tornare sano e salvo al campo allora avrà il diritto di partecipare a tutte le missioni.” Aggiunse dandosi un colpetto agli occhiali. “Capito…” mormorò Rin socchiudendo la bocca. “Vi dico subito che ci sono tre lanterne.” Continuò Yukio tirandosi su le maniche della camicia, “Si trovano da qualche parte in un raggio di 500 metri dalla base.” Disse facendo piccoli gesti con le braccia. “In altre parole ci sono solo tre biglietti d’ingresso per ottenere il diritto di partecipare alle missioni.” Aggiunse atono. Shura nel frattempo era sulla via del collasso per la gioia di Lamia. “Ora vi illustrerò il contenuto degli zaini che vi ho distribuito prima di cena.” Yukio ne sollevò uno aprendolo con uno scatto. Mentre mostrava la carrellata di oggetti per la sopravvivenza di cui erano forniti, Lilith guardava le fronde del bosco nero sentendosi la pelle d’oca. “Come vi ho già detto, questo bosco di notte diventa un nido di demoni di categoria bassa. Dovreste riuscire a sgominarli con le vostre abilità.” Yukio posò a terra lo zaino soddisfatto. “Ovviamente…” il ragazzo prese in mano un tubo rosso fuoco, “Se vi sentite in pericolo accendete questo fuoco d’artificio e io e la professoressa Kirigakure…” guardò la donna in preda alla sbronza sdraiata a terra, “…Verremo a riprendervi all’istante…” deglutì in imbarazzo. “Chi accende il fuoco d’artificio però sia chiaro che sarà considerato fuori dai giochi.” A quelle parole gli studenti sbiancarono. Tutti tranne Lamia e Lilith che erano diventate molto più pallide alla vista dell’acqua santa dentro i loro zaini. Le ragazze si consideravano di già fuori dai giochi. Quando Yukio ebbe finito di elencare le varie possibilità per le quali gli studenti sarebbero stati squalificati, tutti si misero ai posti di combattimento. Shura, ora un po’ più in forma si avvicinò a Rin sussurrandogli qualcosa in proposito alle fiamme di satana all’orecchio. “Vedi di tenerle a bada.” Apparentemente lucida lo avvertì per poi tornare a sdraiarsi dalle tende. Lilith guardò Lamia dalla sua posizione ai limiti del cerchio magico troppo debole per nuocere loro. Che dovevano fare? Che aveva intenzione di fare? Lamia la guardò sogghignando. “Ai posti di partenza…” Yukio sollevò in aria la sua pistola al centro del campo. “Via!” gridò sparando un colpo al cielo stabilendo l’inizio della competizione. Tutti scattarono nella foresta ognuno per conto proprio. Lilith in preda all’euforia perse di vista Lamia trovandosi da sola sperduta nei meandri della vegetazione. All’orizzonte nessun demone e soltanto un silenzio tombale. Dall’altra parte invece le cose non stavano andando così bene. I ragazzi si trovarono all’improvviso attaccati da miriadi di falene demoniache. Shiemi strillò in mezzo allo sciame senza nessuno che la potesse salvare. Rin poco più lontano sentendo il suo urlo tentò di localizzarla iniziando a correre verso la fonte del rumore. Gli altri invece bene o male se la stavano cavando. Kamiki aveva evocate le sue volpi e stava sbaragliando i fastidiosi insetti tutta sola. Bon, Koneko e Shima si erano invece affidati a un altro tipo di arte. Rin giunto nei pressi di Shiemi dimenticò ciò che Shura gli aveva appena detto e sfoderando in automatico le sue fiamme mise fuori pericolo l’amica senza rendersi conto che Ryuji, a pochi alberi di distanza, aveva colto il bagliore bluaceo con la coda dell’occhio. “Shiemi, tutto bene!?” Rin s’inginocchio per aiutare l’amica. “Che diavolo erano quelle fiamme!?” Suguro comparve tra i cespugli approcciando i due. “Ryuji!” Rin si voltò verso il compagno come se avesse appena visto un fantasma. Shiemi mezza svenuta biascicò qualcosa tra le sue braccia. “Che le è successo?” Suguro cambiò rapido discorso inginocchiandosi. Nel frattempo al campo Shura stava continuando a tracannare alcol e Yukio non sapendo come fermarla si limitava a guardarla inerme. “L’esercitazione non è iniziata da nemmeno dieci minuti e lui ha già usato le sue fiamme blu…” la donna alzò la lattina al cielo come se stesse brindando all’aria. Il ragazzo cominciò a sudare freddo. “Prima o poi arriverà il momento in cui non sarà più possibile nascondere mio fratello…” deglutì pensieroso, “Tranquillo… Ho deciso di non fare rapporto.” “Che!?” “Esatto… voglio insegnargli ad usare la spada. Ha detto di voler diventare Paladin e la cosa si fa interessante.” Ridacchiò posando a terra la birra. “E poi quello là lo troverebbe sicuramente un intrattenimento interessante starlo a guardare…” Shura guardò le cime degli alberi in lontananza leccandosi le labbra. “Sa benissimo che siamo qua. Che donna presuntuosa…” Amaimon commentò nascosto tra le fronde. “Amaimon, hai finito di salutare il signore della foresta?” gli chiese Mephisto aggrappato al suo ombrello volante, “Ho ucciso parecchi dei suoi. Farà tutto quello che gli ordinerò.” Rispose il demone mordendosi l’unghia del pollice. “Stavolta dovrai fare quello che ti dico io.” Mephisto lo fulminò con lo sguardo. “E di Lilith che mi dici?” Assente, Amaimon fissava un punto vicino nella foresta. Aveva individuato la ragazza e non le staccava gli occhi di dosso. Senza rendersene conto, si stava avvicinando a loro. “Amaimon… Devi occuparti di Rin Okumura.” Ma il fratello non lo stava ascoltando. “Non voglio più dover intervenire per farti stare lontano da lei, intesi?” nessuna risposta. Lilith camminava nel buio senza sapere dove andare. Vagava nel silenzio quando all’improvviso alzando la testa vide Mephisto stagliarsi sul cielo stellato. Accanto a lui una figura nera si era appena lanciata nella vegetazione sparendo nel nulla. Che ci facevano loro qui? Si chiese la ragazza andando in quella direzione. Un po’ era contenta di vederli. Anche se per Amaimon non sarebbe dovuta esserlo. “Che palle.” Lamia dall’esatta parte opposta si era già stancata di questa buffonata. Che senso aveva per lei parteciparvi se tecnicamente non avrebbe nemmeno dovuto farlo? Fermandosi ai piedi di un vecchio albero mollò a terra lo zaino sedendovisi accanto svogliata. Girandosi i pollici non sapeva che fare. “Cristo santo… Avrei quasi voglia di scolarmi l’acqua santa e farla finita qui.” Alzò gli occhi al cielo in preda alla noia. I demoni di categoria bassa che popolavano quel bosco se ne stavano accuratamente alla larga da quelli come Lamia e Lilith. Per cui non avevano nemmeno un modo di passarsi il tempo costrette alla solitudine asfissiante.  “Se solo non fossi costretta a stare qui sarei già tornata dal professorino…” digrignò i denti, “Se solo penso che quell’ubriacona è con lui senza controllo…” iniziò a tremare dal nervoso. “Come diavolo faccio a procedere col battesimo standogli così lontana?” sospirò. “Vediamo quanti strumenti del terrore ci sono qui dentro…” rassegnata, la donna aprì con uno strattone lo zaino tirando fuori con due dita proprio la boccetta di acqua santa. “VADE RETRO!” la lanciò lontana con violenza. “Che altro?” ficcò il braccio fino a toccare il fondo e giocando alla pesca della fortuna ne estrasse un’asticella rosso fuoco sormontata da un piccolo cilindro dotato di miccia. “E questo?” alzò un sopracciglio con un mezzo ghigno. “Forse ho un’idea…” ricordandosi delle parole di Yukio cercò i fiammiferi.
Shiemi si era appena ripresa quando il cellulare di Bon squillò. “Mi è appena arrivato un messaggio da Koneko.” Disse aprendo la casella postale. “Ragazzi, che è successo?” la ragazza si massaggiò la testa disorientata, “Sei svenuta dopo che le falene ti hanno attaccata…” “Ah…” “Hei voi. Koneko ha trovato la lanterna ma dice di essersi reso conto che da soli è impossibile da sollevare. Chiede di collaborare.” Guardandoli Serio, Suguro chiuse il telefono rimettendoselo in tasca. “Andiamo.”.
“Mephisto!” sussurrò Lilith col naso per aria arrivata sotto di lui. “Lilith?” l’uomo abbassò lo sguardo sorpreso. Non si era reso conto della sua presenza. O almeno così pareva. “Che ci fai tu qui?” “Potrei farti la stessa domanda…” la ragazza mise il broncio. “Era Amaimon quello che ho visto dileguarsi?” aggiunse seria. Mephisto grattandosi il pizzetto scese a terra planando con grazia. “Immagino tu abbia bisogno ti spiegazioni…” “Già…” “Allora vieni con me.” Cingendole la vita fece comparire una poltrona dal nulla in mezzo a una potente onda di fumo bianco e stelline. Accomodandosi rapido sulla seduta con la piccola adagiata sulle sue lunghe gambe, spiccò nuovamente il volo fermandosi appena sopra le cime degli alberi. “Perdonami, ma non posso permettere che Amaimon venga distratto di nuovo.” Le sorrise tenendola ben stretta. “Che significa!?” “Shh… Non ti agitare. In ogni caso ti annoierai di meno stando in mia compagnia. Godiamoci assieme lo spettacolo.” Le rispose avvicinandosi al suo viso con uno sguardo malizioso. “Sei capitata proprio a fagiolo…”.
Yukio camminava avanti e indietro guardando ogni tanto l’orologio. “Ormai almeno una lanterna dovrebbero già averla trovata…” parlò tra sé e sé pensieroso. Shura era stesa a terra circondata da lattine prosciugate. All’improvviso uno scoppio attirò la loro attenzione. Nell’alto del cielo si stagliò una colonna luminosa e spumeggiante culminando in una lucina rosso abbagliante. “Qualcuno ha acceso il fuoco d’artificio!” Yukio guardò allarmato Shura, completamente in balia della sbornia. “Ah… Vai tu a vedere…” gli fece sciò con una mano sbadigliando. “E va bene…” seccato per il comportamento poco professionale della donna, tirandosi su le maniche afferrò l’occorrente per il salvataggio sparendo nella boscaglia in direzione del fuoco. Nel frattempo, gli altri studenti erano riusciti a trovare la lanterna e ad accenderla collaborando. Nessuno era stato escluso e seguendo strategia dopo strategia stavano riuscendo a riportarla al campo. “Oi! C’è nessuno!?” Yukio giunse sul punto x in una ventina di minuti. Le orecchie di lamia guizzarono come api attratte dal miele. Il suo piano aveva funzionato. “Yukio?” alzandosi in piedi fece il giro dell’albero trovandoselo davanti. “Lamia!” il ragazzo sussultò reggendosi gli occhiali con un dito. La donna fiutando l’aria non poté che iniziare a ghignare soddisfatta non sentendo la presenza di Shura. “Sei stata tu ad accendere il dardo?” le chiese poi il professore ricomponendosi. “Esatto… Mi ero stancata di aspettare.” “Cosa intendi dire?” il ragazzo non capiva. Lamia di tutta risposta si avvicinò a lui lentamente. “Sei venuto a salvarmi tutto solo?” “Non vedo pericoli…” “Meglio così…” la donna guardò in basso leccandosi le labbra. “Credo sia giunto il momento di farti una confessione.” Lo guardò negli occhi facendolo arrossire. “Lamia, sono un tuo professore. Sono qui per riportarti al campo, andiamo. L’importante è che tu sia sana e salva.” Senza perdere l’autocontrollo, Yukio si calcò gli occhiali sul naso invitandola a seguirlo. “Yukio… proprio non capisci…” Lamia cambiò espressione. Il suo volto sembrava disperato al che Yukio deglutì paralizzato dall’imbarazzo. “Io…” continuò sempre più vicina. Yukio non si muoveva di un passo. Il cuore gli martellava in gola. Attorno a lui non vedeva demoni ma percepiva una forza misteriosa molto potente provenire da chissà dove. “Io…”.
“Yukio, Shura! Ce l’abbiamo fatta!” dopo mille peripezie, Rin e gli altri ragazzi raggiunsero di nuovo il campo con la lanterna gigante al seguito. “Oh, che bellezza… Ci siete tutti… O quasi.” La donna si alzò spazzandosi la bocca dalla birra. “Dov’è Yukio?” il ragazzo si accorse della sua mancanza. “Manca anche Lilith!” Shiemi superò Rin trafelata, “E Lamia…” Ryuji guardò truce la foresta. “Non le abbiamo nemmeno incontrate nel bosco.” Aggiunse pensieroso. “Non dirmelo, si sono perse!?” Shima sbarrò gli occhi, “Non posso accettare l’idea di non vedere più quelle bocce…” “Shima!” Koneko lo richiamò come suo solito. “Ahi…” Shiemi strillò in preda a una fitta al collo. “Shiemi!” Rin le si avvicinò rapido, “Che succede?” “Il collo…” la ragazza se lo massaggiò dolorante. “Il collo!? Di nuovo!?” Bon era paonazzo. Izumo distolse lo sguardo con una smorfia. “Fermi tutti…” Shura si fece seria esaminando la radura silenziosa. All’improvviso una sagoma piombò dal cielo atterrando sul prato a pochi metri dal gruppo. “Hop!” Amaimon posò i piedi a terra tenendo al guinzaglio un Goblin minaccioso, “Ma, è il tizio dell’altra volta!” gridò Rin indietreggiando mentre Shiemi lamentava ancora dolori. “Vai, Behemoth!” il demone sguinzagliò la sua creatura contro i ragazzi. “State indietro!” Shura sguainò un sigillo mettendolo a tacere. Un’esplosione potentissima sbalzò via Amaimon che atterrò tra i rami di uno degli alberi al di sotto di Lilith e Mephisto. L’uomo aveva fatto comparire dal nulla un vassoio di pasticcini e del tè inglese che stava sorseggiando beato assieme alla ragazza, un po’ riluttante. “Amaimon!” mormorò lei venendo zittita da Mephisto con un bignè che le tappò la bocca. “Eheh… Speravo di godermi lo spettacolo beato sorseggiandomi un po’ di tè ma a quanto pare la faccenda si è fatta più movimentata del previsto…” commentò sogghignando. “Che intendi fare, Amaimon?” il ragazzo senza aver visto Lilith non si voltò neanche, “Ho intenzione di ucciderli.” “Non lo farai. Prova ad ucciderne anche solo uno ed io ucciderò te.” “Capito. Scusa non lo farò. Cercherò di trattenermi.” “Non che tu ci sia riuscito bene di recente.” Commentò Lilith ingoiando il dolcetto. Mephisto la guardò sgranando gli occhi e Amaimon sentendo la voce della ragazza si voltò di scatto. “Lilith!” respirò affannosamente. “Non c’è tempo per questo, fila!” schioccando le dita Mephisto traslò Amaimon su un albero distante facendolo sparire dalla loro vista. “C’è mancato poco…” Mephisto digrignò i denti portandosi alla bocca la tazzina. “Coraggio tesoro, fai la brava… Almeno tu…” ammorbidendo i toni guardò Lilith che ammutolita aveva ficcato il naso nella sua tazzina bevendo in silenzio un po’ imbarazzata. Sotto di loro gli studenti erano tutti in fermento. “Chi diavolo era quello!?” sbottò Suguro rivolgendosi a Shura. “Nessuno.” La donna sequestrò con uno strattone la spada a Rin. “Oi, che ti prende! Mi serve!” “Non in questo scontro… provaci…” rispose lei sfidandolo. “Amaimon è un pezzo grosso ma puoi batterlo anche senza.” “Shiemi, dove stai andando!?” Shima strillò alla ragazza che come in preda a un trance stava avanzando verso gli alberi. “Shiemi!” Rin lasciò perdere la discussione azzardando un passo verso di lei.
“Io…” Lamia era ormai vicinissima al ragazzo. “Lamia, ho il dovere di interromperti e riportarti al campo.” Integerrimo alzò un braccio per fermare la sua avanzata. “Coraggio, andiamo.” “…Ho bisogno di battezzarti.” Mormorò. Prendendogli la mano, la donna lo tirò a sé e con un movimento fluido e aggraziato gli sfiorò le labbra con le sue. Il ragazzo s’irrigidì all’istante spalancando gli occhi. “Shhh…” lamia rassicurandolo chiuse le palpebre baciandolo con più impeto costringendolo a capitolare. Qualcosa nello sguardo di Yukio cambiò. Adesso era legato alla demone. Era diventato di sua proprietà. Il battesimo si stava compiendo.
“Mephisto…” Lilith posò sulle cosce la tazzina vuota. “Vuoi altro tè?” l’uomo la guardò ma la ragazza scossò la testa. Il suo braccio le cingeva ancora la vita impedendole di fuggire nel caso avesse voluto. “Ora puoi anche lasciarmi… Non scapperò. Promesso.” Mephisto alzò un sopracciglio senza mollare la presa. “E dire che io così sto così comodo…” osservò sorridendole astuto. Lilith strinse le labbra guardando la radura del campo. “Dov’è finito Amaimon?” chiese poi titubante cambiando discorso. “Presto lo vedrai…” le rispose lui atono. All’improvviso il ragazzo comparve come previsto dal folto del bosco tornando al cospetto degli studenti. Shiemi si era fermata di fronte a lui, come svuotata dalla sua anima. “Shiemi!” Rin continuò a gridare, “Cosa le hai fatto!?” si rivolse ad Amaimon facendo per saltargli addosso ma Shura lo fermò sguainando la spada. “Una femmina di Chuchii ha deposto le uova dentro di lei… ora è sotto il mio controllo.” Rispose il demone prendendo in braccio la ragazza comatosa. “Addio.” Balzò in alto correndo tra gli alberi. “Fermo!” Rin si lanciò al loro inseguimento scansando la lama di Shura. “Non è possibile…” Lilith socchiuse la bocca di fronte alla scena. “Qual è il vostro piano?” si voltò verso Mephisto confusa, “Oh… Sarà una sorpresa…” le rispose lui sorridendo, “Vieni, seguiamo i loro spostamenti.” La poltrona muovendosi da sola fluttuò verso il cuore dello scontro.
“È stato… Perfetto…” sussurrò Lamia allontanando le labbra da quelle di Yukio. Il ragazzo sbattendo un paio di volte le palpebre guardò la donna negli occhi sconvolto. Le sue guance parevano in fiamme. “Lamia…” mormorò inerme. “Ora sei mio, professorino.” Sogghignò la donna soddisfatta. “Solo mio…” accarezzandogli la guancia con la punta del naso percorse l’incavo della mandibola fermandosi sul collo dove assaporò l’essenza del ragazzo. “Cos’è appena successo?” Yukio deglutì paralizzato, al che la donna sollevò la testa fiera, “Yukio… Quello che volevo dirti è che io sono una succube e tu…” il ragazzo socchiuse la bocca sentendo una strana sensazione nel retro della nuca, “Hai appena avuto l’onore di essere battezzato dalla terza donna più potente di tutta Gehenna.”. 
   
 
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