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Autore: Dreamer In Love    25/10/2016    1 recensioni
Un trono esurpato da un crudele tiranno.
Una principessa dal cuore di ghiaccio a cui la vita a riservato solo dolore e falsità
Un ragazzo temerario che sogna la libertà, per se e per il suo popolo.
Ma ne vale davvero la pena di rischiare la propria vita?
La vendetta non porta mai a nulla di buono e Shade lo sa ma come potrà perdonare l'uomo che gli ha reso la vita impossibile?
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Rebel'
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34. Alleanze
 
L’abitazione della regina dei Tanin era una larga tenda arredata con tappeti, arazzi e mobili elegantemente rifiniti. La luce del pomeriggio filtrava debolmente dai tessuti e diverse candele donavano luminosità all’ambiente. Altezza era comodamente adagiata sul basso letto cosparso di cuscini e lenzuola di seta. Con il volto pallido e gli occhi sgranati ascoltava le parole di Sophie mentre Fine e Milky, sedute a gambe incrociate accanto al giaciglio, mangiavano soddisfatte della frutta fresca.
- Sarà bionda con bellissimi occhi azzurri, ereditati dalla mia famiglia. La corporatura robusta e bassa, però, la prenderà da te. –
La turchina, dopo aver lanciato uno sguardo attento alla bionda, annuì convinta delle proprie parole.
- Si! Decisamente da te. -
Altezza boccheggiò per diversi istanti, diventando ancora più pallida, mentre Fine e Milky scoppiarono in una fragorosa risata.
- Mi stai dicendo che sono grassa?! -
La giovane si alzò sui gomiti per cercare di afferrare la regina dei Tanin per i capelli.
- Brutta strega! Non m’interessa se sei sorella di Auler, io ti meno come si deve. -
Fortunatamente, lo sfogo fu intercettato dalla ragazza dai capelli rossi che, di peso, si lanciò sull’amica per fermarla e tapparle la bocca.
- C’è qualcosa che non va? -, chiese Sophie, portandosi un dito dubbioso alle labbra.
Fine scosse la testa con un sorriso di circostanza.
- Altezza è entusiasta della notizia. -
- Non è vero e non sono incinta. -, borbottò quest’ultima, liberata dalla presa di Fine, e Milky le infilò tra le labbra una fetta di ananas per non farla parlare ulteriormente.
- Ti sono giunte lettere da Auler recentemente?-, chiese la rosa, sorridendo esasperata al dito medio della popolana.
- L’ultima è arrivata tre settimane fa, in cui mi raccontava di Altezza e Fine. E’ stato allora che ho capito che vi avrei incontrato. –
- Come funziona questo tuo potere? -, s’intromise Fine nel discorso, incuriosita da quelle parole.
L’azzurra ridacchiò divertita.
- Non lo so. -
- Che cosa vuol dire che non lo sai? -, sbottò acida Altezza.
Poi, un lampo di gioia le attraversò le iridi color smeraldo.
- Sbaglio o hai detto che non sempre le tue premonizioni si avverano?-
Sophie alzò le spalle, noncurante, generando da parte della bionda uno sbuffo infastidito: quella ragazza era così spensierata, quasi ebete; era irritante.
- Il mio dono mi permette di connettermi con la natura e, in particolare, con i draghi che sono le creature più sacre dei Tanin e la nostra fonte di sussistenza. Questo è il motivo per cui sono stata eletta regina: percepisco la loro saggezza e mi permettono di accedere alla loro infinita conoscenza ma in maniera casuale. I sogni che faccio, dicono gli anziani, è il modo con cui i draghi comunicano con me. Le immagini che vedo di notte sono ambigue, per nulla chiare: è un insieme di volti, sensazioni e barlumi di consapevolezza. Mi baso sui segni che ricevo nella realtà per interpretarli e, per ora, sono sempre stati veritieri ma, non per questo, totalmente attendibili: posso sbagliare piccole variabili come il sesso del bambino, ad esempio, non il concepimento in sé. Nel momento in cui tu hai conosciuto Fine, si sono presentate tutta una serie di condizioni che ti hanno portato a raggiungere l’accampamento dei ribelli e conoscere Auler. Era già da un mese che sognavo di te ma non sono stata certa della mia premonizione fino a che mio fratello non mi ha scritto di te. –
La bionda si buttò all’indietro sui morbidi cuscini con un sospiro.
- Wow! -, sussurrò nel silenzio che era calato nella tenda dopo quella lunga spiegazione.
L’esclamazione venne, poi, accompagnata da una serie d’imprecazioni poco eleganti.
- Merda! Quindi aspetto un bambino. -
- Una bambina. -, la corresse Fine allungando un braccio sul letto e afferrandole la mano.
- Non vedo l’ora. - si unì ai festeggiamenti Sophie.
Altezza guardò il volto di sua cognata, con quel sorriso leggero e strabico, e capì che c’era qualcosa che non andava: abbassò gli occhi per costatare che le aveva afferrato salda le dita, in una presa affettuosa. Si ritrasse disgustata.
- Non mi toccare. -
La regina dei Tanin sfoderò un piccolo broncio e si arrampicò sul letto per avvicinarsi alla bionda.
- Ormai siamo parenti, cara. Devo abbracciati. -
E allungò le braccia avvolgendo la sua vittima in una stretta. Altezza ululava tutta la disperazione.
- Lasciami, ti prego. -
Poi, in un barlume di senno tornò a guardare Sophie.
- Come mai Auler si è ritrovato a combattere a fianco di Eclipse? –
Sophie si allontanò dalla nuova amica si sistemò meglio sui cuscini, stendendosi a pancia in giù: i piedi, rivolti verso il cielo, si muovevano entusiasti avanti e indietro.
- Mio fratello è sempre stato irrequieto. Questo villaggio gli stava stretto e non riusciva a trovare il suo posto, soprattutto dopo aver scoperto di non poter diventare cavaliere di drago. Sono molti anni, ormai, da quando mi ha svegliato nel pieno della notte per salutarmi prima di andarsene. Sapeva che a nord del villaggio c’era il vostro regno, avendo avuto la visita di due stranieri in esilio. Non passò molto che trovò Maria e Milky al limitare del deserto. –
- Tu ne sai qualcosa? -, chiese Altezza all’amica citata.
Le tre ragazze si voltarono verso la rosa: il posto accanto a Fine, però, era rimasto vuoto.
- Dove è andata? –
 

La ragazza dai capelli rosa ascoltava infastidita lo scambio di battute tra Altezza e Sophie. Certo, aveva dato la sua benedizione alla bionda ma Auler rimaneva il suo primo amore e sarebbe stata dura dimenticarlo. Inoltre, con l’imminente gravidanza, la relazione tra i due diventava reale, palpabile, estirpando ogni dolce ricordo che aveva costruito con l’uomo. Le tornò in mente il giorno in cui, alla luce del sole di mezzogiorno, l’azzurro si era presentato alla loro porta chiedendo dell’acqua fresca e ospitalità. Milky era rimasta incuriosita da quel ragazzo bello e gentile che chiacchierava amabile con sua madre. Maria le aveva poi spiegato che, poco prima di trasferirsi al castello, quando lei aveva ancora quattro anni, Auler aveva vissuto con loro ed era diventato uno dei più cari amici di Shade. Dopo la loro partenza, aveva girovagato per il regno e, quando aveva saputo della morte di Eclipse, le aveva cercate per aiutarle. Da quel momento, l’azzurro aveva vissuto con loro. Era sempre stato dolce con Milky, attento ai suoi sentimenti; l’aveva vista crescere e maturare.
Tirò un lungo sospiro, con lo sguardo fisso al pavimento in tappeto, mentre accanto a lei Sophie molestava Altezza.
Un movimento, però, la riscosse dai suoi pensieri: fuori dall’ingresso della tenda stava passando, con un’andatura affrettata, Narlo. Istintivamente, si alzò per seguirlo e, silenziosa, uscì. La luce del sole la accecò per un istante e perse di vista il ragazzo. L’esigenza di scappare l’aveva, addirittura, portata a seguire colui che aveva quasi ucciso Fine e Altezza. Anche se ora non era più da considerare come un nemico, non riusciva a dimenticarsi il brivido che aveva sentito lungo la schiena quando lo aveva guardato negli occhi: quelle erano iridi pronte a uccidere, senza esitazione. Lo individuò velocemente tra i pochi ospiti della piccola piazza creata dalle abitazioni e lo affiancò, cercando di tenere il passo.
- Ciao. Narlo, giusto? -, lo salutò docile, confusa dal proprio tono impacciato.
- Non ho tempo di farti da balia. -, la congedò bruscamente lui.
La rosa strinse i pugni per farsi forza: che maleducato!
- Volevo solo prendere una boccata d’aria. Nella tenda di Sophie cominciavo a sentirmi soffocare. -
- Non m’interessa. –
Il ragazzo aumentò nuovamente la velocità della camminata e Milky, paralizzata per qualche secondo da quella risposta, dovette correre per riprenderlo.
- Sei per qualche motivo arrabbiato con me? –
- Non mi piace la gente che mi minaccia. –
- Dovrebbe essere lo stesso per me perché lo hai fatto con le mie amiche. –
- Infatti, non capisco perché mi stai rivolgendo la parola. -
Con un gesto di stizza, la ragazza si piazzò davanti a lui e lo afferrò per il bavero della maglia. I loro volti erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
- Avrei dovuto scoccarla quella freccia. -, sussurrò, rossa in volto dalla rabbia.
Narlo la spinse via con una mossa veloce ma la rosa, ancora attaccata ai suoi abiti, nel cadere, lo portò a terra con sé. Milky lanciò un verso strozzato per il peso del corpo dell’uomo che, dopo averla insultata con un epiteto poco carino, stese le braccia per cercare di alzarsi. Il turbante che solitamente gli copriva la faccia era caduto a terra rivelando i lineamenti del giovane. Il viso abbronzato aveva contorni morbidi, ancora infantili, che contrastavano con i primi segni di barba nera sulle gote. I capelli castani, di media lunghezza, erano raccolti in una coda bassa. Infine, quei freddi occhi color caramello, che tanto avevano inquietato Milky, erano diventati liquidi dalla sorpresa e l’imbarazzo per la posizione compromettente. Le iridi cobalto della giovane si intrecciarono per un istante a quelle di Narlo.
Poi, una ventata d’aria e un ruggito terrificante ruppero l’aria. L’ombra di un enorme drago passò sul villaggio e, in particolare, sopra le teste dei due ragazzi a terra.
- Merda! Zahira! -, e l’uomo corrucciò la fronte squadrando con una vena cattiva la ragazza sotto di lui.
- Che cosa succede?! -, chiese Milky, appoggiandosi sui gomiti.
Narlo, intanto, era tornato in posizione eretta e guardava l’orizzonte nella direzione in cui si era recata la creatura alata. Lanciò un’ultima occhiata di disprezzo a Milky e si mise a correre verso la fine della via. La ragazza sbuffò indignata: non l’aveva nemmeno aiutata ad alzarsi. Si alzò scrollandosi la terra dal sedere e seguì la figura ormai lontana del ragazzo. La sua attenzione venne, infine, catturata da un elemento a terra. Narlo aveva dimenticato il suo turbante. Lo afferrò con delicatezza, pulendolo dalla polvere.
- Hai dimenticato questo! -, sbraitò, sventolando l’indumento al vento.
- Stammi lontana. -
La risposta arrivò attutita alle orecchie di Milky che, nuovamente intestardita nello scoprire il perché di quel rifiuto, decise di seguirlo. Si mise a correre sul selciato alzando la polvere ad ogni passo. Superò alcune donne Tanin occupate a portare dell’acqua in enormi pentole, urtandole malamente. Il ragazzo continuava a rimanere a parecchi metri di distanza e man mano si avvicinavano alla fine delle tende si alzava uno strano turbine di vento e sabbia. Sbucata in pieno deserto, non ebbe nemmeno il tempo per capire cosa stava succedendo. Una folata di fiamme le sfiorò il volto, bruciandole le punte dei capelli, mentre qualcosa la faceva cadere a terra. Il ruggito di Zahira era ancora più brutale e arrabbiato e la rosa realizzò di avere nuovamente su di sé Narlo.
- Ti avevo detto di non seguirmi! -, la apostrofò subito lui, alzandosi e avvicinandosi al drago.
Teneva le mani alte, per non far sentire la creatura minacciata, e cercava di calmarla con parole dolci.
- Zahira stai tranquilla. -
Il drago in questione emise un sibilo arrabbiato ma, pian piano, stava smettendo di agitarsi.
- Stavi per farmi arrosto, lo sai? E non dire che me lo meritavo. -
Il ruggito, ora, era divertito anche se ancora offeso.
- E’ solo una ragazzina. Ci sei solo tu nel mio cuore. -
Narlo riuscì a prendere l’enorme muso di Zahira tra le mani e coccolarlo.
- State parlando di me? -, non resistette di chiedere Milky, stupita da quell’ultima affermazione.
Il drago si mosse all’istante: si lanciò in aria con un movimento veloce delle ali e sputando fuoco in ogni direzione. Narlo le andò addosso con tutta la sua rabbia.
- Che cosa ti salta in mente?! Vattene prima che ti faccia del male! -
Leggere gocce di saliva si posarono sul viso di Milky mentre il giovane di fronte a lei parlava e le iridi cobalto si allargarono per la sorpresa del pensiero che le era passato per la testa: se Zahira era gelosa, voleva forse dire che Narlo era interessato a lei?
La sua attenzione tornò alle iridi ambra e furenti di Narlo e, senza dire una parola, decise di andarsene. Gli spiattellò sul petto il turbante che teneva ancora tra le mani e si diresse con passo affrettato e le braccia incrociate al petto verso la tenda di Sophie.
 

Fine guardò per diversi secondi il cibo che aveva nella ciotola. Il fumo caldo della pietanza era invitante: doveva essere spezzatino di carne e verdure. Tentò un primo approccio portando il bordo del contenitore alla bocca, come per bere, ma, quando un’enorme goccia di sugo si posò sulla sua maglia capi che non era il metodo giusto. Decise, quindi, di studiare i suoi vicini di posto e si accorse dello sguardo divertito di Sophie su di sé.
- Devi usare questo. -, le spiegò brevemente porgendole un pezzo di focaccia.
La principessa afferrò dubbiosa il panificato e vide che i commensali di fronte a lei lo usavano come cucchiaio. Quel secondo tentativo andò a buon fine, permettendole di mangiare degnamente. Altezza, invece, seduta accanto, non aveva nemmeno aspettato il pane e si strafogava con le mani, sotto lo sguardo disgustato di Milky.
- Come mangiate voi? -, domandò curiosa la regina dei Tanin, sorpresa dalla titubanza che avevano avuto le sue ospiti nei confronti del cibo.
Milky ingoiò velocemente il boccone.
- Abbiamo le posate: sono degli utensili, o di legno o di metallo, che ti permettono di afferrare da mangiare senza sporcarsi. Anche se non tutti le prediligono. -, commentò, infine, lanciando l’ennesima smorfia in direzione della bionda.
- E, se possiamo, ci sediamo al tavolo con tanto di piatti e bicchieri. -, spiegò ancora Altezza.
- Comunque, -, intervenne Fine con un enorme sorriso, - preferisco di gran lunga le vostre usanze. L’atmosfera è così intima. -
Al calore del grande falò che occupava il centro della piazza, tutto il popolo dei Tanin cenava, disposto in un enorme cerchio e seduto a terra su tappeti e cuscini. Alcune donne riempivano le ciotole con lo stufato che i bambini servivano entusiasti a tutti i presenti. Spesso partiva da qualche angolo un canto o un suono di tamburi e i giovani si mettevano a ballare muovendo i fianchi e librando nell’aria suoni cristallini dati dai gioielli che indossavano. Il clima di condivisione e di allegria che regnava era travolgente.
Sophie si strinse nelle spalle, soddisfatta.
- E’ semplicemente il nostro modo di vivere. Comunque, è giunta l’ora. -, mormorò, poi, mettendosi in piedi.
Non appena la regina fu vista dai presenti si alzarono versi entusiasti: la lingua si muoveva su e giù sulle labbra creando un suono acuto e divertente. Gli uomini si battevano i pugni sul petto. Con un leggero gesto della mano, l’azzurra mise tutti a tacere. Mi muoveva leggera attorno al grande fuoco in modo che tutti potessero vederla.
- Mio amato popolo, questa sera vi porto il messaggio delle nostre ospiti, giunte a noi da molto lontano con la benedizione dei draghi. -
Il silenzio calato era carico di attesa.
- Una terribile guerra si sta svolgendo nel regno a Nord del nostro villaggio, oltre il deserto. I nostri fratelli stanno combattendo per sconfiggere un uomo cattivo e crudele, malvagio. Ebbene, la regina di quel regno è venuta fino a qui per chiedere il nostro aiuto, chiedere di donare a lei e al suo popolo il potere del fuoco per sconfiggere il male che li affligge. -
In quell’istante, cinque enormi draghi coprirono la luce notturna dalle stelle. Le loro ombre giravano sulla piazza e ruggivano getti di fuoco: Altezza, Milky e Fine distinsero Zahira, con il suo colore chiaro, caramellato; poi, un drago rosso, piccolo e agile e uno verde, segnato da diverse cicatrici; quello grigio produceva una fiamma azzurrastra e, infine, l’animale nero pece volava silenzioso con gli occhi gialli che brillavano nel buio.
La regina dei Tanin accennò un sorriso e allargo le braccia al cielo.
- I sacri draghi hanno parlato ma voi, mio amato popolo, cosa ne pensate? -
Molti dei presenti si misero in piedi per ballare attorno al grande falò, seguendo il movimento delle enormi creature sopra le loro teste. Fine fu la prima a essere coinvolta in quella strana cerimonia: Sophie l’aveva afferrata per le mani con un sorriso di rassicurazione.
- Se solo uno di loro rimarrà seduto, mi dispiace ma non potremo aiutarvi. -, spiegò a mezza voce tra la calca di persone.
La principessa strinse le mani dell’amica, per farle intendere di aver capito, e cercò con lo sguardo Altezza. Era stata, anche lei, obbligata a unirsi al flusso che, man mano gli abitanti del villaggio si convincevano della spedizione, aumentava. Sbraitava il suo malessere al contatto fisico ogni qual volta veniva urtata. Milky, invece, era ancora seduta sui tappeti: stava fissando dall’altra parte del fuoco con sguardo crucciato, furibonda. La rossa seguì la direzione delle iridi cobalto e notò che l’unico ancora seduto dei Tanin era il ragazzo che le aveva aggredite nel deserto, Narlo. Notò che, senza il turbante, era un giovane di bell’aspetto e si chiese se tra quest’ultimo e la sua amica ci fossero stati dei trascorsi: perché lui stava ricambiando l’occhiata d’ira della rosa. Fece per avvicinarsi alla sorella di Shade ma fu bruscamente trattenuta.
Si voltò verso la regina dei Tanin: sul viso aveva il solito sguardo distratto e un sorriso dolce.
- Non preoccuparti di loro, Fine. Ora, so che volevi chiedermi alcune cose. –
La principessa guardò stupita la nuova amica, ma capì all’istante che il dono di Sophie andava oltre le semplici premonizioni: la sua sensibilità le permetteva di comprendere ogni cosa le accadeva attorno.
L’azzurra incurvò ancora le labbra verso l’alto, per poi rivolgere gli occhi al cielo e ululare di gioia: il suo popolo la imitò di rimando e Fine capì che, ora, tutti avevano acconsentito ad aiutarle. Mentre anche i draghi ruggivano il loro consenso, Sophie trascinò Fine via dalla folla.
 
 
- Quando Auler mi ha parlato di questa cosa, non ci potevo credere. –
La ragazza sobbalzò alla voce dell’uomo dietro di lei. La riconobbe all’istante e strabuzzò gli occhi dalla sorpresa nel vedere Shade appoggiarsi alla staccionata accanto a lei. Aveva il volto tirato e due pesanti occhiaie gli rigavano gli occhi. Da quando Fine se ne era andata e la guerra aveva fatto capolino nelle loro vite, il portamento orgoglioso che aveva di solito aveva lasciato il posto a spalle ricurve e a un pallore verdognolo della pelle; non che avesse perso la sua bellezza, comunque, l’aveva resa solo più disordinata e disperata.
Superato l’imbarazzo di quel pensiero, la giovane si risistemò contro il legno: le spalle si sfioravano impercettibilmente con quelle del capo dei ribelli.
- Che cosa c’è d’incredibile? -, riprese il discorso e il cobalto le lanciò uno sguardo di sbieco.
- Stiamo parlando di Bright, dell’idiota e codardo figlio del tiranno che ha fatto uccidere e molestare centinaia di persone. Sono sicuro che anche tu pensi sia un miracolo, Rein. –
L’azzurra arricciò leggermente le labbra, seccata che Shade avesse indovinato la sensazione che provava da quando il principe le aveva chiesto di andarsene dal castello insieme con lui.
- Non lo nego: ha ritrovato la sua voglia di vivere e la voglia di lottare per qualcosa in cui crede. Sono fiera di lui, anche se devo ancora adattarmi all’uomo nuovo che mi è accanto. –
Posò le iridi chiare sull’uomo che nel cortile combatteva con alcuni ribelli: coperto di fango da capo a piedi, muoveva agile la spada, colpendo e assestando affondi con la spada di legno che usava per gli allenamenti. Un dolce sorriso le nacque sulle labbra.
Il cobalto si voltò verso Rein, cogliendo quel momento, e appoggiò la guancia al dorso della mano. La fissò intensamente per un istante.
- Sono sicuro che la forza che ha la debba a te. -
La ragazza si strinse nelle spalle.
- Ti manca. –
- Terribilmente. -, confermò il ribelle, sapendo a chi si riferiva l’azzurra, e tornò a guardare il principe che rideva della caduta di un suo allievo.
Poi, batté le mani.
- Bene. -, cominciò, scavalcando con un salto il legno, - Andiamo a chiarire questa faccenda. –
Mentre faceva il primo passo, sentì la casacca allontanarsi dalla sua schiena. Si voltò accorgendosi della presa di Rein sui suoi vestiti.
- Dagli una possibilità, per favore. –
Le ultime due parole erano supplichevoli, quasi un lamento, e Shade sentì l’acido gastrico risalirgli l’esofago, travolto da un senso di nausea. Si rispecchiava in quella distruzione, data dall’ossessione di vedere felice la persona amata, e si chiese se era giusto sentirsi così: stravolti e persi. Lui e Fine avevano vissuto l’ultimo mese insieme, in modo intenso e passionale, e la sua mancanza non gli dava pace: era dipendente dalla rossa e sapeva che ciò avrebbe potuto ucciderlo, proprio ora che gli serviva una totale lucidità. Sapeva anche che Fine non gli avrebbe mai permesso di abbandonarsi così, di appoggiarsi totalmente e inesorabilmente solo a lei. Sospirò appena e, senza rispondere a Rein, si avviò verso Bright.
Il principe era concentrato nel combattimento ma i ribelli attorno a lui, che man mano si accorgevano della presenza di Eclipse, si fermavano timorosi. Quando anche l’avversario vide il cobalto, si bloccò di colpo, ricevendo una legnata nel polpaccio.
- Quello doveva far male. -, intervenne Shade mentre l’attendente mugugnava per la botta.
Bright guardò stralunato il capo dei ribelli.
- Mi ha chiesto Auler di allenarli. -, si giustificò immediatamente.
Non aveva ancora avuto un confronto con Shade dopo l’episodio della riunione e, sapere che ora Fine era lontana - non che fosse una garanzia - lo faceva sentire più esposto.
Il figlio di Eclipse alzò le sopracciglia, sorpreso, affondando gli stivali nel fango. Intrecciò le iridi scure con quelle rosse del ragazzo.
- Non è meglio che andiate a cena voi altri?-, ordinò in maniera velata ai ribelli che li circondavano, senza smettere di fissare il principe.
Quando anche gli ultimi si allontanarono, il cobalto afferrò da terra una delle spade abbandonate e fece un cenno a Bright.
- Se riesci a battermi potrai combattere nel mio esercito: niente titoli e cavallo, ovviamente, un alfiere come gli altri. –
Il biondo sorrise storto.
- Non chiedevo altro. –
Senza aspettare che il capo dei ribelli si mettesse in posizione, Bright attaccò, cercando un affondo e uno sgambetto che disarmasse e costringesse a terra Shade. L’avversario parò tempestivo l’attacco e si spostò per schivare la finta. Come il capo dei ribelli si aspettava, Bright era un bravo spadaccino ma troppo vincolato dall’etichetta e dall’abitudine di combattere in armatura, che aveva sempre limitato le sue mosse non permettendogli di affinare la tecnica. Batterlo fu fin troppo semplice e quando con un suono bagnato il principe finì con la schiena a terra, ghignò di gusto.
Il biondo si appoggiò con una smorfia umiliata sui gomiti.
- Quindi continuerò a fare l’insegnante? -, domandò cantilenante.
Shade sbuffò.
- In realtà, sei perfetto per la prima linea. –
Allungò una mano per aiutare il principe a rialzarsi. Quest’ultimo la afferrò di buon grado, sorridendo soddisfatto.
- Siamo amici? –
Il cobalto strabuzzò gli occhi e lasciò la presa costringendo il compagno a rimettere il sedere nel fango, generando da parte di Bright imprecazioni poco eleganti.
- Non esagerare. Siamo alleati e fattelo bastare. –, spiegò quel gesto Shade, per poi allontanarsi verso la cambusa.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve gente! Lo so che per voi sono in iper ritardo, è da tre settimane che dovevo aggiornare ma io sono stra fiera di me. Nonostante gli impegni sono riuscita a scrivere abbastanza spesso e quindi a pubblicare. Voglio e devo finire questa fic ma vi giuro che sono incasinata e sto facendo del mio meglio. Perdonatemi, davvero, ma cercate di capirmi.
Tornando alla storia, abbiamo un buon 3/4 del racconti ambientato nel deserto. Sophie e Altezza sono una comica dietro l'altra: la bionda riconosce che forse la regina dei Tanin ha ragione ed è incinta, anche se vedremo che non ne sarà molto entusiasta. Milky ha un incontro ravvicinato con Narlo e Zahira: mi piacerebbe molto sapere che ne pensate di questa coppia e di Narlo soprattutto. Ve lo siete immaginato per il figaccione che è?! MIlky dimenticherà presto Auler ma sembra che i due ragazzi non vadano poi così daccordo. E Milky che lo lascia di sasso... ahahahah lei per me è così: la sua mente lavora troppo velocemente.
Infine, i Tanin sono concordi nell'andare in battaglia e conosciamo i cinque draghi sacri del popolo. Nel prossimo capitolo capirete meglio il loro ruolo. Sophie e Fine, infine, si allontanano da tutti... e come mai Narlo si sarà convinto ad aiutarle?
Nell'ultima parte abbiamo Shade in compagnia della coppia più contestata dell'estate (sembra un titolo di Novella duemila... Maria de Filippi mi fai un baffo! Ahahha scherzo, chiedo scusa alla divina regina della televisione italiana #MariaTiAmo #GemmaIsTheWay #TinaCipollari). Pensandoci bene, mi piacerebbe sapere che pensare di Bright e Rein: alcuni di voi si sono già espressi ma ora li conosciamo in un contesto di quotidianità decisamente diverso. Bright si sta riscattando? Era così che pensavate una sua rinascita? E Rein sembra schizzata solo a me o anche a voi? E il mio Shade che soffre per amore? Vieni qui piccino miooo!!!!
Ora vado a cibarmi (Si! Mangio alla stessa ora delle galline)! VI ringrazio di cuore anche solo per aver dato una lettura. Se vorrete recensire io sarò solo più contenta! VI amo tuttee!
Bacioni,
Ele

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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