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Autore: shinepaw    26/10/2016    3 recensioni
Bella ha sedici anni, un pastore australiano che risponde al nome di Yuuhi come migliore amica e Brooklyn, il suo fratellino di tre anni, di cui occuparsi. Per lei non esiste null'altro, nessun altro, a parte la scuola. Con l'amore ha chiuso. Ma, come si suol dire, mai dire mai.
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Sequel di Counting Stars.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Bella's point of view

Mi sveglio nel cuore della notte per suoni che non riesco immediatamente a riconoscere. Mi tiro a sedere di scatto e qualcosa cade per terra. Il mio cellulare. Oh. Devo essermi addormentata mentre messaggiavo con Akira.

Arrossisco, raccogliendolo, alzandomi e poggiandolo sul comodino, prima di andare nella camera di Brooklyn, il quale mi chiama piagnucolosamente. Credo di aver sentito la mamma gridare... e anche lui deve averla udita.

Accanto al suo letto c'è Yuuhi e, non appena entro, lei scodinzola ansiosamente. Le accarezzo dolcemente il capo.

- Brava ragazza - bisbiglio, dopodiché prendo in braccio mio fratello e gli lascio un bacio sulla fronte. - Shh... sono qui, Brook, sono qui. È tutto okay.

- Bella... - piagnucola ancora. Lo stringo più forte e vado nella camera della mamma, camera che ora divide con John, fermandomi senza entrare. Lui sta cercando di confortarla e non smette quando percepisce la mia, la nostra presenza, incrociando però il mio sguardo.

- Un incubo - bisbiglia. Annuisco rapidamente, lasciando un bacio fra i morbidi riccioli di mio fratello.

- La mamma ha solo avuto un brutto sogno, Brook - gli dico in tono rassicurante. Non dà segno di voler dormire con loro, dunque mi limito a sistemarlo meglio sulle mie braccia.

- Mi dispiace di avervi svegliato, ragazzi - sussurra nostra madre, stringendosi a John e lanciandoci un'occhiata piuttosto stanca.

- Non fa niente, mamma - ribatto. - Stai bene?

- Sì... sto bene - replica, facendo per alzarsi. John la trattiene gentilmente per un braccio.

- Virginia...

- Noi torniamo a dormire, allora - asserisco, abbozzando un sorriso. - Non ti preoccupare, mamma. Ci penso io a Brooklyn.

E torno nella mia camera, seguita da Yuuhi. Yuuhi è la mia migliore amica, il mio angelo custode; obbedisce a qualunque cosa le chieda di fare e mi segue ovunque.

- Ti riporto nella tua camera o vuoi dormire con me? - chiedo a mio fratello, mettendo in carica il cellulare e sedendomi a gambe incrociate sul letto. Yuuhi si accuccia di fianco ad esso.

- Con te - risponde Brook, nascondendo il faccino nella mia spalla. - Qui non ci sono i mostri.

- Va bene - mormoro, baciandogli un paio di volte il capo. Prima però controllo il telefono: ho due messaggi di Akira.

'Bella?'

'Buonanotte, dormi bene.'

Avvampo, dopodiché sospiro e lo blocco, andando a raggomitolarmi sotto le coperte insieme al mio fratellino.

- Buonanotte, Brook. Sogni d'oro - bisbiglio, scostandogli gentilmente i ricci dalla fronte e continuando a regalargli qualche dolce coccola per farlo addormentare.

- 'Notte... - farfuglia, aggrappandosi alla mia maglietta. Sospiro nuovamente, piano. Mi piace prendermi cura di lui e permettere alla mamma di ritagliarsi un po' di tempo con John. Nella mia mente non sarà mai 'papà'... anche se, per il bene di Brooklyn, mi sono abituata a chiamarlo così. Abbiamo deciso che non saprà che non è mio padre. Non è necessario.

L'ennesimo sospiro, dedicato come gli altri ad Akira. Anche dopo tre anni... anche dopo tre anni i miei sentimenti non sono cambiati, nonostante mi abbia già respinta tanto tempo fa, nonostante sappia che non sarà mai mio, nonostante abbia detto il fatidico sì a Christopher e ora porti un anello al dito.

Ai matrimoni si piange, no? Si piange di gioia, di felicità, di commozione... e pure io ho pianto, la notte prima delle nozze del mio 'cugino acquisito', e anche al termine dei festeggiamenti; ho versato amare lacrime di delusione a lungo, sentendomi ancora peggio per non riuscire ad essere felice per gli sposi e per il dolore di avere il cuore spezzato da un rifiuto definitivo.

Poi è arrivata la mamma e mi ha asciugato e pulito il viso dal trucco colato, convincendomi ad almeno salutare Akira. Lui mi ha guardata per un lungo istante, prima di abbracciarmi forte. E io... io l'ho spinto via bruscamente, percependo gli occhi pizzicarmi di nuovo.

Ho farfugliato delle scuse senza guardarlo negli occhi e poi ho sentito un braccio cingermi le spalle e una mano accarezzarmi gentilmente i capelli. Era Ryuu, Ryuu con cui non ho mai scambiato più di due parole.

Non sono riuscita a manifestare la mia gratitudine per quel semplice gesto di conforto, anche se avrei desiderato farlo. Poi ci ha raggiunti John, annunciando che era ora di andare a casa.

Non è stata una gran giornata, quella.

- Bella... - mormora mio fratello nel sonno. Gli accarezzo la nuca.

- Sono qui - bisbiglio rassicurante. Chiudo gli occhi, sperando di riuscire a prender sonno. Nella mia mente compaiono un paio di iridi di ghiaccio e dei lunghi capelli biondi.

Leya.

Quella ragazza è particolare, non c'è che dire. D'aspetto di sicuro è attraente, di quelle bellezze che causano invidia a tutte ovunque vadano. Ogni volta che la incontro mi provoca una sensazione indefinibile, non saprei dire se positiva o negativa.

Leya...

Perché ci sto pensando?, m'interrogo, serrando le palpebre. Sbuffo sommessamente. È ora di dormire.

~~~

Il mattino seguente mi sveglio con un leggero mal di testa e Brooklyn ancora profondamente addormentato con una mano sulla mia faccia. La sposto cautamente, sperando di non strapparlo al suo pacifico sonno di bimbo.

Sbadiglio, restando ad osservarlo. Sono solo le otto, è vacanza e non ho nemmeno le lezioni di ripasso, dunque posso restarmene a letto. Purtroppo un certo qualcuno a quattro zampe ha altri piani poiché, non appena ode il mio sbadiglio, due orecchie grigie fanno capolino dal bordo del letto e due occhi del medesimo colore incontrano i miei.

- No - dico flebilmente. Invano. Yuuhi salta sul letto, scodinzolando e cercando di leccarmi la faccia.

- Bella! - esclama Brooklyn, tirandosi a sedere di scatto.

- Yuuhi! - grido. - Scendi subito dal letto!

Obbedisce, continuando a scodinzolare con fare abbacchiato e appiattendo le orecchie sul capo. Sospiro, passandomi una mano sul viso.

- Brook? Buongiorno. Tutto a posto? Hai dormito bene?

Ma lui non mi sta neanche ascoltando, poiché è intento ad accarezzare Yuuhi. Sospiro di nuovo.

- Brooklyn...

Si volta ed annuisce, allungando le mani per farsi prendere in braccio. Non so resistere ai suoi occhioni verdi, quindi mi sistemo a gambe incrociate e lo tiro su di me, stampandogli qualche sonoro bacio sul viso e fra i riccioli e facendogli il solletico.

- È ora di alzarsi, cespuglietto - annuncio, poggiandolo giù dal letto e scendendo anch'io. Prendo qualcosa da indossare e concedo alla mia quattrozampe una carezza di scuse.

Dopodiché vado in bagno a sistemarmi i capelli e poi porto il mio fratellino nella sua camera a togliersi il pigiama. Infine andiamo in cucina; la mamma sta bevendo il tè (a quanto pare è una cosa che le ha attaccato il suo capo, il quale è anche il fidanzato dell'altro fratello di John) e John è immerso nella lettura di un giornale riguardante lo sport.

- Buongiorno - dico senza alcuna particolare sfumatura nella voce.

- Buongiorno, tesori miei - replica la mamma, spostando lo sguardo su di noi.

- Dormito bene, nonostante l'interruzione? - chiede John, appoggiando in qualche modo il giornale sul tavolo e circondandomi un fianco con un braccio per qualche istante, prima di lasciarmi andare e permettere a Brooklyn di salire sulle sue gambe.

- Sì - borbotto, andando a sedermi di fronte a lui. Yuuhi si sdraia sotto il tavolo.

- Oggi che fate, tesoro? - chiede la mamma, avvicinandomisi e accarezzandomi i capelli.

- Non so... che vuoi fare, Brook?

Non risponde, intento a giocare con suo padre.

- Vuoi andare in piscina?

- Sì! - esclama, illuminandosi. Abbozzo un sorriso.

- E piscina sia, allora.

La coda della mia cagnolona batte sul mio piede. Yuuhi ama l'acqua, anche se l'unica piscina in cui può entrare è quella della villa.

Mia madre mi lancia un'occhiata apprensiva.

- Fa' attenzione - dice soltanto, perché ormai ha rinunciato a pregarmi di farmi accompagnare da qualcuno, qualcuno tipo Ryuu o Akira. La situazione tra noi è già abbastanza mortificante senza che lui debba farmi pure da babysitter.

- Certo!

~~~

Perciò il pomeriggio andiamo in piscina. Non è esattamente il giorno migliore per andarci, c'è fin troppa gente per i miei gusti e neppure un posticino per lasciare l'asciugamano; inoltre Brooklyn è piuttosto impaziente di correre in acqua e ciò m'innervosisce ulteriormente.

- Yuuhi, sta' qui, okay? Brava. Brava ragazza. Tieni d'occhio le cose.

Teoricamente i cani non potrebbero entrare, ma nessuno ci fa caso, finché restano fuori dall'acqua.

- Adesso possiamo andare, Bella?

- Prima devi mettere la crema solare, Brook.

Ed inizio a spalmargliela gentilmente sulle spalle. Possiede la carnagione delicata della mamma, mentre io e John ci scottiamo un po' meno facilmente.

Alla fine corre tutto contento verso la vasca più piccola, per i bambini, ignorandomi quando gli grido di non correre, potrebbe cadere e farsi male.

Mi siedo sul bordo, immergendo le gambe nell'acqua fresca e cristallina, baciata dal sole. Brooklyn ha trovato altri bambini con cui giocare.

- Che splendida giornata, eh? - osserva d'un tratto una voce assai familiare. La proprietaria di tale voce si accomoda di fianco a me.

- Leya - è il mio saluto. Le concedo una rapida occhiata: è in bikini come me, ma le sue forme sono molto più evidenti e il color verde mare del costume si sposa alla perfezione con la sua pelle chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri, facendomi sfigurare in un nero che mi fa apparire ancor più piatta.

- Ciao... Bella! - trilla, soppesandomi molto più a lungo. Un brivido mi corre su per la schiena. Il suo sguardo è troppo intenso, i suoi occhi esprimono apprezzamento. Credo.

Che diamine...?!

- Ci ritroviamo sempre, uh - commento atona, perché il silenzio è troppo pesante anche se solitamente lo preferisco.

- Mi domando se sia soltanto una coincidenza... o se perdurerà fino al termine dell'estate.

- Termine dell'estate?

- Eh... sono qui solo in vacanza, poi dovrò tornare a casa - risponde, abbassando lo sguardo sull'acqua.

- Capisco.

- Ti va di fare una nuotata? - chiede, rialzando il capo. Dille di no, m'intima la mente. Ma il mio corpo sta già fremendo.

- Devo tener d'occhio mio fratello - borbotto, scandagliando la vasca per trovarlo. Sta ancora giocando con gli altri bambini.

- No problem - replica Leya, abbozzando un sorriso. - È quello biondo con i ricci, vero?

Senza nemmeno volerlo, annuisco.

Lei si alza con nonchalance e va da una signora che sta guardando i bimbi giocare, le dice qualcosa che a questa distanza non posso comprendere e le dona un gran sorriso, prima di raggiungermi.

- Non hai nulla di cui preoccuparti - annuncia, sempre sorridendo. - Tuo fratello è in buone mani. Quella signora è la mamma di uno dei suoi amichetti e lo terrà d'occhio anche per te.

Non mi fido e la mia mente continua ad opporsi...

- Allora? Vieni?

L'unico problema è il mio corpo, infido, che sta già seguendo Leya verso la vasca più grande. Non capisco cos'abbia di speciale, però mi attira come una calamita.

Si ferma al bordo, guardandomi da sopra la spalla e io, al posto di imitarla, accelero il passo e mi tuffo. L'attimo seguente anche lei mi raggiunge. Riemergiamo contemporaneamente.

- Bel tuffo - si complimenta, sorridendo. Sbuffo sommessamente e mi sposto una ciocca dal viso. - Ti va di andare fino all'altra parte della vasca?

Semplicemente assento. Leya si allontana con la grazia di una sirena e io la seguo. Alla fine ci ritroviamo a nuotare piuttosto casualmente e ho modo di osservarla: come ho già notato è 'perfetta', sebbene la perfezione non esista.

D'un tratto scuote la testa, disegnando un arco impressionante con i lunghi capelli biondi, cosa che io non sono mai riuscita a fare. Non voglio che s'accorga che la stavo fissando, perciò m'immergo. Sott'acqua è tutto così silenzioso, così calmo, non devo convivere con nessun pensiero o sentimento, solo concentrarmi sul respiro.

- Bella? - mi chiama quando riemergo. Pare preoccupata, fa per avvicinarmisi.

- Avevo visto qualcosa sul fondo - mi giustifico, schivando il suo tentativo di diminuire la distanza tra di noi. - Sarà meglio che torni da Brooklyn.

- Vengo con te - replica, ma non la sento perché mi son immersa di nuovo. Quando torno in superficie è dietro di me e... - Bella...

Mi volto, facendo per aggrapparmi al bordo. Lei mi guarda intensamente, socchiudendo la bocca. Il riverbero del sole sulle gocce che imperlano la sua pelle chiara le fa sembrare lacrime d'argento e, a questo pensiero, mi ritrovo con il batticuore.

- Bella... - ripete, facendo scivolare una mano sulla mia guancia e togliendomi dolcemente una ciocca ad essa appiccicata. Mi fissa le labbra e io le sue. Il mio corpo s'irrigidisce e un brivido mi percorre la schiena.

Oh cavolo cavolo cavolo!

- D-devo andare! - esclamo, issandomi fulmineamente sul bordo.

- Bella!

Non mi giro. Mi limito a raggiungere la vasca piccola a grandi passi, imponendomi di non correre.

- Brooklyn! Torniamo a casa - annuncio in tono forse un po' troppo duro. Mio fratello fa per protestare, poi decide di desistere. Mi rivolgo alla signora con cui prima Leya ha parlato. - Grazie di averlo tenuto d'occhio.

E lo prendo per mano, voltandomi solo per un istante. Leya è uscita dall'acqua ma non si è mossa, ed ora mi sta fissando con aria dispiaciuta.

- Chi è quella ragazza? - chiede Brook, mentre praticamente lo trascino dove abbiamo lasciato i nostri averi, gelosamente custoditi da Yuuhi.

- Nessuno - rispondo di getto, dando un biscottino alla mia quattrozampe come ricompensa. Lei scodinzola, felice di rivederci.

Nessuno, o forse dovrei dire qualcuno che conosco appena e ha tentato di baciarmi?

- Allora perché stavi giocando con lei? - insiste il mio fratellino, perplesso. Arrossisco, scuotendo il capo.

- Non stavamo giocando, Brook, e adesso basta con le domande. Dobbiamo tornare a casa, mamma e papà ci aspettano.

Dopodiché facciamo una capatina veloce agli spogliatoi e infine torniamo a casa. Per la strada non posso fare a meno di riflettere... riflettere riguardo a quanto accaduto questo pomeriggio.

Leya... Leya, una ragazza e una quasi sconosciuta, ha tentato di baciarmi. Non che io abbia qualcosa contro - contro le ragazze che baciano le ragazze, intendo -, ma io non provo alcun interesse per le persone del mio stesso sesso. E, anche se ne provassi, non permetterei a chicchessia un tale approccio!

Serro i pugni, accelerando il passo.

- Bella?

- Oh - mi fermo. - Scusa, Brook.

E lo prendo in braccio, tirando un lungo respiro. Devo dimenticarmene. Magari non la vedrò mai più.

Sebbene abbia la sensazione che non sarà affatto così...

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Note dell'autrice:
buon pomeriggio! Voglio scusarmi, scusarmi con tutti voi lettori, silenziosi e non, per essere in ritardo con il capitolo. Sono desolata, mi sembra di farvi un torto. Perché? Perché da ormai due anni siete una delle costanti nella mia vita, una famiglia preziosa e affettuosa sempre presente, sempre qui a rinfrancarmi, rallegrarmi, a farmi sentire che qualcosa di buono lo riesco a fare. Mi dispiace. Adesso arrivano le vacanze e cercherò di postare di più, scuola permettendo. Buona giornata!
   
 
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