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Autore: MaKli    26/10/2016    1 recensioni
Sono passati tre anni da quando Elena è caduta nel sonno magicamente indotto da Kai e ognuno ha tentato di andare avanti come lei aveva chiesto, ma non tutti ci sono riusciti.
Damon dopo essere stato cacciato malamente da Bonnie decide di averne avuto abbastanza e si rifugia in un paesino sperduto del Montana per tornare alla vita di un tempo, ma incontrerà una persona che lo riporterà sulla giusta strada.
Ma questa strada è davvero quella che Elena voleva per lui?
Questa storia inizia a partire dalla 6x22 e non tiene conto nè della settima stagione nè dello spin-off di "The Originals". Sarà incentrata sulla Delena, e su di un nuovo personaggio che stravolgerà nuovamente la vita di Damon e automaticamente quella di tutti gli altri.
Non sarà una Damon x Nuovo Personaggio!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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"Quella chi te l'ha data?" Mi chiese facendo cenno alla bottiglia che tenevo fra le mani.                                                                                                                                 "Self-Service, il servizio... È stato un po' lento..." Le ghignai in risposta e lei ridacchiò realmente divertita, poi fece una cosa che mi lasciò completamente stupito.                    Dopo aver preso una nuova bottiglia da sotto al bancone si mise prima a cavalcioni su di questo e poi si lasciò cadere sullo sgabello al mio fianco, bevendone un sorso.         "Cosa staresti facendo?" Le domandai spiazzato.
"Mi annoio... E bevo." Mi rispose scrollando le spalle, facendo segno di brindare per poi bere un sorso più grande, e io la imitai.
"Quindi, oltre fissarmi per tutta la sera, che cosa sei venuto a fare qui? Aspettavi qualcuno? Hai continuato a guardare la porta ogni cinque minuti..." Mi chiese tenendo lo sguardo fisso davanti a se.
"Mi hai osservato bene anche te, a quanto pare..." Commentai e lei scrollò le spalle.
"È una città piccola, e di tipi belli come te non se ne vedono molti..." Ammiccò verso di me e le sorrisi.
Era una a posto, mi dispiaceva quasi ucciderla.

Quasi.

"Beh, non sei niente male nemmeno te..." Sussurrai tenendo i miei occhi fissi nei suoi.
Vedendola schiudere leggermente la bocca, una nota di piacere mi invase.
Era così facile convincerle e farle cadere.
Mi mancava, ma stavo per essere accontentato.
"I tuoi occhi, non sono niente male." Mi avvicinai leggermente.
"I tuoi capelli hanno un bellissimo colore..." Spostai leggermente una ciocca dal suo viso.
"La tua bocca sembra fatta apposta per essere baciata..." Mi avvicinai ancora un po, vedendo i suoi occhi annebbiarsi lievemente.

"Sei sfrontato sai?" Questa volta fu lei ad accostare il viso al mio, facendo quasi sfiorare le nostre bocche.

"Può essere..." Le risposi sussurrando.
Le nostre labbra si stavano ormai per toccare quando le sue si aprirono in un sorriso divertito, e si allontanò di colpo da me lasciandomi come un idiota.

La ragazzina sapeva giocare.

"Allora, bel forestiero che gioca a fare il Dongiovanni, cosa ti porta nel fottuto mezzo del fottuto nulla?"
"La fame, la noia... Le città piccole mi affascinano, sono quelle che nascondono più misteri." Sussurrai come se fosse un segreto da mantenere, e in effetti lo era ma lei non lo sapeva.
"Se ti aspetti di trovare mistero qui ad Apple River ti sbagli di grosso, qui non succede mai niente. Tranne qualche sconosciuto senza nome e dalle dubbie tecniche di seduzione con cui ubriacarsi..."
Che ironia, la stessa frase che mi disse Elena. Forse avrei dovuto avvertirla di non dirlo ad alta voce perché portava decisamente sfiga.
O forse no, tanto sarebbe morta in poco tempo.

"Damon, mi chiamo Damon."
"Riley, Rileen ma in realtà nessuno mi chiama così." Mi tese la mano, che strinsi.
Aveva una presa salda e la sua pelle era calda, potevo sentire il sangue scorrere veloce sotto quel leggero strato di pelle così invitante.
"Che diavolo di nome è? Tuo padre deve averti odiata..." Riflettei ad alta voce e lei ignorò completamente il mio commento, prendendo un sorso più grande del dovuto.
Argomento Taboo. Ottimo a sapersi.

"Allora, per davvero questa volta... Problemi con ragazze o amici?"
"Diciamo tutte e due, ma soprattutto la seconda."
"Quindi nessuna fidanzata psicopatica arriverà qui cercando di uccidermi, se ti invitassi a ballare?" Mi sorrise, e scorsi un lampo malizioso nel suo sguardo.
"Non credo, ma chi ti dice che accetterei una proposta del genere?" Le domandai mordendomi leggermente il labbro.
"Intuito." 

Muovendosi sulle gambe magre, ondeggiando leggermente i fianchi arrivò fino alla console dalla quale partirono le note di un basso che suonava a tempo.
Poco a poco si unì anche la voce, mentre Riley saliva su uno dei tavoli cromati iniziando a muoversi a tempo.
In un attimo la raggiunsi, cominciando a ballare insieme a lei, sentendo il battito del suo cuore suonare al ritmo della canzone più appropriata in quel momento.
Psycho Killer.
Il suo profumo era inebriante, i capelli biondi sapevano di fiori, e la pelle aveva un leggero aroma che però non riuscivo ad identificare.
"Allora, chi era quel cameriere biondo? Non ti ha staccato gli occhi di dosso per tutta la sera..." Le chiesi facendo scorrere le mani lungo il suo corpo che si muoveva a tempo con il
mio.
In un attimo lei si girò, poggiando le mani sulle mie spalle, iniziando a muoversi più velocemente.

"Chi? Dave? Un ragazzo dei tanti che dopo una notte non si dà pace, sai... Non tutti accettano di essere mollati..." Mi rispose con voce maliziosa, puntando i suoi occhi nei miei.
"Ah si? E quanti sono questi tanti?"
"Alcuni, te l'ho detto... È facile annoiarsi in questa città, soprattutto se uno ha viaggiato anche un minimo..."
"E te hai viaggiato?"
"Abbastanza per odiare questo posto con tutto il mio cuore..."
La canzone stava per terminare, cosa che ci diede un attimo per riprendere fiato, e per riprendere anche da bere.
Le canzoni successive erano più veloci e ritmate ma il corpo di Riley continuò ad adattarsi, con movimenti estenuanti e perfetti e al suo odore si unì quello di alcol, segno che era
ormai completamente ubriaca.

Quando partì dalla riproduzione casuale On Another Love, la avvicinai a me, cingendole il corpo con un braccio e prendendole con l'altro la mano.
Era arrivato il momento.
Iniziavo già a sentire i canini spuntare in un modo dolorosamente piacevole.
"Quindi nessun ragazzo psicopatico che potrebbe venire a picchiarmi, se in questo momento ti baciassi?" Le sussurrai all'orecchio, mentre ondeggiavamo, ormai stanchi.
"Chi ti dice che mi farei baciare?" Si scostò da me quel tanto che bastava per mettere i nostri volti uno davanti all'altro.
La vena sottile riprese a pulsare, sempre più invitante.
"Intuito. Ora non urlare... Andrà tutto bene." 

Per un attimo il suo sguardo si perse ma poi tornò lucido e lei scoppiò in una risata a pieni polmoni che mi risvegliò dallo stato di trance in cui ero caduto ormai da giorni.
L'irritazione iniziale fu subito sostituita dal panico e il volto deluso di Elena comparve davanti ai miei occhi, a ricordarmi cosa sarebbe successo se fossi andato fino in fondo.
L'esistenza di una ragazza che non aveva fatto niente di male stava per essere spazzata via a causa del fatto che Bonnie mi aveva urlato contro.
Elena credeva che io fossi migliore di così, ed io glielo dovevo.

"Perchè mai dovrei urlare? Baci così male? Credo sia ora di tornare a casa, è quasi l'alba e mi stanno aspettando..." Continuò a ridacchiare scuotendo la testa, andando a spegnere la musica, e riordinando le poche cose che avevamo fatto cadere mentre continuavo a guardarla incredulo.
Non sapevo come aveva resistito alla compulsione, ma ero certo di essere in debito con lei per avermi fermato prima che facessi qualcosa di terribilmente stupido, come mio solito.
"Damon, dico davvero... È stato bello questa sera, ma devi andartene." La sua voce questa volta fu più dura, come se non fosse più sotto l'effetto di alcun alcolico.
"Certo, ora vado. Hai bisogno di una mano?" Le domandai, ancora incredulo.
"No, ho fatto. Stammi bene." Notai nella sua voce una certa urgenza, come se qualcuno le stesse correndo dietro e decisi di uscire dal locale, non volendola mettere in alcun tipo di problema.

Rimasi seduto in macchina per parecchio tempo, continuando a guardare davanti a me, immaginandomi Elena che mi guardava contenta con quegli occhi caldi che avevano sempre creduto alla parte migliore che c'era in me.
Mi aveva reso l'uomo che in centosettant'anni di misera esistenza non ero riuscito a diventare.
Mi mancava, avrei dato qualsiasi cosa per averla al mio fianco un attimo, anche solo per sentire il suo profumo, la sua voce...

Una lacrima iniziò a scorrere lungo la mia guancia, e la asciugai velocemente, pronto a ripartire perchè Bonnie aveva bisogno di me, e non l'avrei lasciata.
Al diavolo questo dannato posto, e i suoi stupidi abitanti, niente mi tratteneva qui.
Ma un urlo disperato squarciò il silenzio della notte, facendomi gelare il sangue nelle vene.
Riley.
Mi gettai fuori dalla macchina, fino a raggiungere il retro del Key dove trovai Riley accovacciata, che teneva tra le braccia un corpo insanguinato. Lei continuava ad accarezzare i capelli corti di quello che riconobbi essere lo stupido barman.
Lo stava cullando, continuando a piangere e lentamente mi avvicinai a lei.
Tutto quel sangue poteva essere solo opera di un vampiro, e lei era in pericolo.

"Riley... Vieni qui. Lascialo stare, andrà tutto bene." Tentai di mantenere la voce calma per non spaventarla, ma non c'era tempo.
"No! Non va bene! Perchè va sempre così? Il sangue, c'è tanto sangue Damon." La sua voce sembrava esausta e le ultime parole si persero un rantolo.
"Cosa hai detto? Vieni qui, Riley lascialo!" Mi avvicinai di più a lei, poggiandole una mano sulla spalla.
"Sangue, c'è il..."
Doveva farle impressione il sangue, sembrava veramente terrorizzata così l'avvicinai a me, abbracciandola.
Ora era al sicuro.
Era buffo come in una sera ero passato dal volerla uccidere al volerla salvare da un altro vampiro.
Lentamente la spostai, e il corpo del cameriere cadde a terra abbandonato come un giocattolo rotto.
Chiunque avesse aggredito il ragazzo doveva averlo fatto con cattiveria, il risultato era quasi peggio di quello che Stefan era in grado di fare.
Portai via Riley da lì, ma quando stavo per raggiungere la macchina la figura di un uomo si mise davanti a me, incrociando le braccia.
"Cosa è successo? Sta bene? È ferita?" La voce dello sconosciuto era ansiosa, e tesa.
Cosa avrei dovuto dirgli? Si, ecco... ciao sono un vampiro che ha prima cercato di ucciderla e ora ho l'urgenza di salvarla da un altro come me, che ha squartato dalla testa ai piedi.

Non credo fosse la risposta migliore.

"Io... L'ho trovata nel retro con un altro ragazzo... C'era tanto sangue, lui è..è..." Feci finta di non riuscire a pronunciare le ultime parole e, sinceramente, mi sarei assegnato l'oscar come miglior interpretazione perchè il ragazzo ci cadde alla grande.
"Okay, mi dia la ragazza. Lavoro per suo padre, me ne occupo io. Lei vada a casa." Aveva una voce ferma e risoluta e quando prese Riley fra le sue braccia tirai un sospiro di sollievo. Lei per il momento stava bene.
Appena arrivai davanti a casa Salvatore notai la figura di Manfred che mi attendeva appena fuori dalla porta quindi, lasciato uscire un sospiro dalle mie labbra, scesi dalla macchina pronto ad affrontarlo.

Angolo Me!
Si, lo so, sono imperdonabile ma sono tornata con un nuovo capitolo! Vi va di lasciare una recensione?  Come vi è sembrato questo cambiamento improvviso di Damon? troppo brusco?
Fatemi sapere

MaKli

   
 
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