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Autore: Kiri94    27/10/2016    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Katie si lanciò all'attacco senza esitazione, avvolta dalla tempesta di petali di rosa nera, ripetendo ancora una volta il nome dell'avversario in un grido più simile ad un ruggito – AIDEN! – sferrando un fendente dalla portata micidiale che l'androide evitò appena in tempo e che si abbatté al suolo causando una spessa serie di crepe sul pavimento, quindi tentò di contrattaccare con uno dei suoi pugni duri più del titanio, ma l'altra Kirislayer intercettò e vanificò senza sforzo il colpo mentre Katie sfruttava l'altra lama conficcata nel terreno per darsi la spinta sferrando un calcio verso l'alto che colpì Aiden in pieno, mandandolo per la prima volta a mezz'aria e consentendo alla ragazza di recuperare anche l'altra katana e di sferrare un doppio fendente incrociato cercando quantomeno di squarciare il rivestimento esterno, ma inaspettatamente con un sinistro rumore metallico le lame delle due armi si spezzarono inspiegabilmente all'impatto contro il corpo del nemico, schizzando a parecchi metri di distanza e cadendo al suolo con una serie di tintinnii sotto lo sguardo sconcertato di Katie.

Aiden, constatata la distruzione delle armi della sua avversaria, esclamò in tono privo di emozioni – Game Over, Katie. Le tue già scarse possibilità si sono appena infrante: arrenditi – puntando all'altezza della sua testa entrambi i cannoni fuoriusciti dal palmo delle mani: tuttavia, la ragazza si limitò ad abbassare la testa e a sfoderare un ghigno mentre un'ombra calava nel suo viso – Ku... kufu... kufueheheheh! – scoppiò a ridere in una macabra ed insana risata – Sei un idiota! La Kirislayer... è un prototipo sperimentale di Box Heiki integrata al flusso sanguigno del suo utilizzatore, nonché il modello successivo agli "Shura" sviluppati dalla famiglia Gesso. Ed essendo in tutto e per tutto una Box Heiki... – concentrò la fiamma nelle katane spezzate, che poco a poco si rigenerarono – ... significa che, finché ho abbastanza fiamma per farlo, posso rigenerarle all'infinito! – esclamò per poi svanire nella nebbia, sparendo alla vista e lasciando come segno della sua presenza solo la sua voce, che echeggiò in ogni dove nella stanza come se nascoste vi fossero molteplici Katie.

Tuttavia, Aiden non si scompose minimamente: con aria impassibile, si limitò a mormorare – Allora mi basterà continuare a spezzarle finché non esaurirai la fiamma – muovendosi con riflessi disumani non appena Katie emerse dalla nebbia di fianco a lui per sferrare un fendente a sorpresa e spezzando nuovamente la lama della Kirislayer con un pugno, prontamente rigenerata per sferrare un altro attacco, che però sortì gli stessi risultati, e così via per un continuo scambio di colpi dove la lama continuava inesorabilmente ad infrangersi contro il corpo di Aiden senza riuscire a scalfire il suo rivestimento protettivo.

Ormai caduta vittima di un turbinio di sentimenti negativi quali rabbia, frustrazione e frenesia Katie iniziò a perdere il poco autocontrollo rimasto – PERCHE' CAZZO NON RIESCO A FERIRLO!? MAMMA CI E'... CI ERA RIUSCITA! E PAPA' L'HA ADDIRITTURA DISTRUTTO! E ALLORA PERCHE' IO NON RIESCO NEMMENO A GRAFFIARLO?! – i suoi occhi lampeggiarono per un secondo, mentre pian piano violente scariche elettriche bianche tipiche della fiamma-0 iniziarono a sprigionarsi attorno a lei ed i petali di rosa nera generati dalla potentissima fiamma Nebbia-0 avvolgevano come un turbine le lame – AIDEEEEN! – urlò a pieni polmoni sferrando un ulteriore, potentissimo fendente che finalmente parve riuscì ad infliggere il primo danno: con un rumore simile a ferro piegato una piccolissima fenditura si aprì sul ventre dell'androide, mostrando i circuiti misti a tessuti di carne immediatamente sotto il rivestimento. La forza della disperazione di Katie era riuscita finalmente a fare breccia, per quanto piccola fosse.

Tuttavia, il danno risultò così insignificante che Aiden nemmeno se ne accorse, e con un colpo secco tanto forte quanto rapido spedì Katie da una parte all'altra della stanza, facendola rovinare a terra.

Annaspando, Katie si rialzò barcollante, sputando sangue ma già pronta all'azione, generando uno scudo istantaneo ammassando i vari petali di rosa nera giusto in tempo per frenare alcuni colpi sparati dal fucile integrato del suo avversario, e contrattaccò fondendo i petali inutilizzati creando nuovi rovi neri che si abbatterono con forza contro l'androide, imprigionandolo e consentendole di tuffarsi di lato rotolando e lanciarsi subito al contrattacco, ma con sua grande sorpresa Aiden tranciò di netto i rovi e si spostò di lato, evitando il fendente, roteando su sé stesso cercando di tranciarla in due sfruttando la lama estraibile che aveva appena usato contro i rovi, ma fortunatamente Katie ebbe la prontezza di riflessi di frapporre l'altra Kirislayer fra l'arma di Aiden e il suo corpo, deviando il colpo e ritrovandosi indenne ad atterrare conficcando la Kirislayer libera con forza nel pavimento e "iniettando" così un grosso quantitativo di fiamma sul pavimento, che divenne rovente come lava carbonizzando tutto ciò che vi si poggiava in un'area di circa 10 metri, evitando tuttavia l'area circoscritta attorno a Katie.

Eppure, nemmeno questo parve scalfire Aiden, che si limitò a correre con nonchalance sulla superficie infernale e a colpire la ragazza con forza tale da farla ritrovare da un capo all'altro della stanza prima ancora che potesse sentire dolore: eppure, nonostante ciò, Katie si rialzò lievemente stordita ma quasi indenne.

I petali di rosa, infatti, agivano in maniera indipendente dalla sua volontà a meno che lei non decidesse di manovrarli per vari scopi, formando una sorta di "protezione d'emergenza" compattandosi in automatico talora rivelassero un oggetto solido nella loro traiettoria: e anche questa volta, il sistema funzionò, garantendole di sopravvivere ad un attacco potenzialmente letale.

Nonostante ciò, una gelida consapevolezza le attraversò la schiena – ... no, non riuscirò mai a vincere di questo passo...! Ma che sta succedendo?! Non era così forte nella mia linea temporale! Che cazzo è successo, l'hanno cresciuto a bulloni e steroidi?! – imprecò, per poi volgere il pensiero al proprio Spirit – Uroborus! Attiva l'Hell Gear! Non ho possibilità di sopravvivenza senza! – ottenendo in risposta un secco – No. Il demone ha reagito con la tua rabbia di poco fa, è talmente su di giri che sto faticando a contenerlo: rimuovere il sigillo significherebbe condannarti alla Possessione, e credimi se ti dico che a quanto leggo dai miei dati è una sorte ben peggiore di una qualsiasi morte. Dovrai cavartela senza, mi dispiace – che lasciò Katie sull'orlo della disperazione: nella sua linea temporale di provenienza era stata in grado di abbattere un Insyder e due Zero, a quanto aveva ricordato da poco, per cui era inspiegabile quel divario immenso fra lei e l'androide.

E a quanto pare Aiden si accorse dei dubbi che stavano dilaniando la sicurezza della ragazza, poiché si avviò verso di lei con tutta calma puntando entrambe le canne dei fucili che spuntavano dai palmi delle mani – Game Over, Katie Rokudo, e questa volta davvero. Rokudo... eh? Curioso: la mia prima vittima altri non è che un fantoccio spacciato per figlia di Chrome Dokuro, la Guardiana della Nebbia dei Vongola, e di Mukuro Rokudo, e uno degli scopi principali per cui sono stato creato è proprio il poter distruggere i Vongola ed i suoi alleati. Piuttosto ironico, non trovi? – pronunciò queste parole con una freddezza e un'inespressività che solo una macchina poteva essere in grado di esprimere.

Furiosa e indignata in egual modo, Katie serrò i pugni – Fantoccio...? E' così che mi vedi...? – mormorò a denti stretti quasi in un sibilo – Per te... io non sono nemmeno degna di essere considerata umana? Tutto ciò che ho provato... tutte le vite che ho dovuto spezzare per dover sopravvivere... e per cui tutt'ora provo rimorso... e quelle dei miei compagni che ho visto spegnersi... questo non è abbastanza per rendermi umana ai tuoi occhi, Aiden? – senza rendersene conto, aveva iniziato a tremare.

Aiden, impassibile, non fece attendere la sua risposta – Non sei nemmeno esistita prima che IF ti richiamasse in questo mondo: come potrei mai vederti come essere umano? Inoltre, anche i Vongola ed i tuoi amici per me non sono altro che mera spazzatura cosparsa sulla strada che porterà Augustus alla gloria suprema, e di cui devo sbarazzarmi per evitare che si insozzi le scarpe calpestandovi... nulla di più, nulla di meno – disse semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Katie spalancò gli occhi, sgomenta: come poteva esistere un essere così ignobile e privo di sentimenti?

Prima che se ne accorgesse, grosse lacrime presero a scenderle dagli occhi – Tu... per te... le vite dei miei genitori contavano meno di un insetto, vero...? Tutti i Vongola che hai sterminato... la vita di mia madre e mio padre... di zio Ken... di zio Chikusa... per te non contano nulla, vero? Non hai provato nulla nell'ucciderli... – mormorò a fatica singhiozzando – e nonostante questo io... io non posso fare niente! NON HO POTUTO PROTEGGERLI, E NON POSSO NEMMENO VENDICARLI! – urlò disperata, senza nemmeno provare a trattenere le lacrime e crollando in ginocchio – Io... alla fine è vero, sono inutile... per quale motivo mi ostino a combattere...? A che serve soffrire e ferirsi se non sono nemmeno in grado di proteggere chi amo? Sarebbe tutto più facile farla finita qui... lasciarsi andare con un colpo secco e indolore, lasciarsi dietro tutta questa sofferenza che mi tormenta da un'intera vita... – sussurrò piano dall'ombra che le calò in volto.

Quasi ignara di ciò che accadeva attorno a lei, sprofondando nel baratro di un angoscia senza fine, la mente di Katie parve scollegarsi dal mondo reale rifugiandosi in un buio dove nessuna emozione poteva raggiungerla, fino a rendere la battaglia combattuta fino a poco fa un ricordo distante più simile ad un sogno che ad eventi accaduti.

Ma poi, un flash le balenò davanti agli occhi: vide Aiden ammazzare davanti a lei Kurai e Mirai, i due "fratelli" che subito l'avevano accettata come membro della famiglia... i primi a donarle una casa, a farle provare ancora una volta cosa fosse una famiglia.

E poi fu il turno di Marsh, poi la vittima fu Yuniko, poi Kuro... in breve, si ritrovò in un angolo, inerme, circondata dai cadaveri dei suoi compagni.

Proprio come allora.

Con voce tremante, Katie emise un gemito debolissimo – No... – cercando di ignorare le voci nella sua testa: "Sei debole!" disse una delle voci "E' colpa tua se sono morti!" rincarò l'altra "Tutto questo è accaduto perché sei patetica!" aggiunse ancora una terza voce, con il risultato che la ragazza fu presto sul punto di rottura – No..! Io... io... – ma ben presto il seme del dubbio germogliò in lei, crescendo rapidamente e diventando un'angosciante pianta infestante che prese a divorarla dall'interno... una pianta terribile, chiamata senso di colpa.

Deglutendo, mormorò sottovoce – ... è vero... non è colpa mia... ma...! Io... io quella volta avrei voluto... avrei voluto davvero proteggere mamma e papà... avrei voluto davvero proteggere... la mia squadra d'assalto... ma entrambe le volte... se è finita così... è perché non ero abbastanza forte – si rannicchiò su sé stessa, come se così facendo potesse proteggersi meglio da quelle voci crudeli che infierivano sul suo animo già così provato – Se solo... se solo fossi stata forte, forse loro... – mormorò scossa dai singhiozzi, desiderando che quelle voci cessassero di tormentarla, che quel peso se ne andasse dal suo stomaco...

– ... tie! – esclamò improvvisamente una voce gentile, diversa dalle altre: al momento la ragazza parve non farci caso, immersa com'era nei suoi pensieri... ma la voce insistette – Katie! – esclamò ancora una volta, riuscendo a sovrastare le voci maligne – Katie! Apri gli occhi! – ripeté: la ragazza, dapprima titubante, non obbedì immediatamente... tuttavia, quando constatò che era calato il silenzio, finì con il spalancarli d'istinto.

Stupita, con la vista ancora annebbiata e gli occhi arrossati, si guardò intorno con aria confusa – Cosa... cos'è successo? Le voci... se ne sono andate? – mormorò piano, non riuscendo a trovare una spiegazione al fenomeno... finché una mano posata all'improvviso sulla sua spalla non la costrinse a voltarsi di scatto.

Il suo sguardo incrociò quindi gli occhi arancione vivido di un uomo che non aveva mai visto prima, ma che immediatamente le risultò per qualche motivo familiare: alto all'incirca sul metro e 75, vestito in una giacca a righe nere e bianche sotto cui era visibile una camicia bianca ed una cravatta nera, il tutto avvolto in un mantello nero su sui erano appesi stemmi dorati fin troppo familiari... inoltre, la sua inconfondibile capigliatura dorata spazzava via ogni dubbio.

Incredula, Katie frugò fra i suoi ricordi in cerca di qualcuno che corrispondesse a tale descrizione, e senza faticare troppo capì immediatamente chi si trovava al suo cospetto – Vongola... primo? – mormorò in soggezione, ottenendo un radioso sorriso in risposta dall'uomo – Mi stupisce che tu mi abbia riconosciuto così facilmente, Katie: dopotutto, credo sia la prima volta che mi vedi, giusto? – disse Giotto con voce gentile, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi ed anticipando la sua domanda prima ancora che Katie potesse aprire bocca – I tuoi sentimenti hanno raggiunto i frammenti delle nostre anime racchiusi nell'oggetto che tieni appeso al collo – e, nel dirlo, indicò lo strano ciondolo che portava al collo, effettivamente più simile ad un orecchino – Katie... sai cos'è quell'oggetto che tua madre ti ha donato prima di congedarsi da questa vita? – domandò, d'un tratto serio ma emanando comunque quell'aura di gentilezza che lo contraddistingueva, e replicando con un sorriso al mortificato cenno negativo che gli rivolse Katie – Immaginavo. Quello... è il Vongola Gear della Nebbia della 10° Generazione: il simbolo distintivo di tua madre, la Guardiana della Nebbia di 10° Generazione. In quell'oggetto... o meglio, in ogni Vongola Gear, compresi quelli distrutti, sono legati delle parti di anima di chi succede il comando della Famiglia Vongola e dei suoi Guardiani, e solo un vero Guardiano può percepire la presenza dei vari frammenti di anime. Ora, Katie... guardati intorno – concluse quindi, volgendole un largo sorriso prima di spostarsi in modo da liberarle la visuale.

Katie, un po' titubante, spostò lo sguardo in circolo attorno a lei... e immediatamente avvertì come il cuore stringersi al petto: attorno a lei erano presenti tutti i Boss ed i Guardiani di tutte e dieci le generazioni dei Vongola che si erano susseguite nel corso degli anni.

Tremante, si voltò a guardare Giotto in cerca di spiegazioni, ma ancora una volta l'uomo anticipò la sua domanda, quasi come se le leggesse nel pensiero – Il fatto che tu li veda, Katie, significa che il Vongola Gear... o forse sarebbe meglio chiamarlo con il suo nome originale, il Vongola Ring? In ogni caso, significa che sei stata scelta come Guardiana. Da adesso in poi, Katie... tu sei l'Ultima Guardiana della Famiglia Vongola. E come credo hai già capito... – e si fermò, spostandosi di lato in modo che Chrome potesse finire la frase per lui – ... significa che non sei sola e mai lo sarai, bambina mia – mormorò dolcemente lo spirito di Chrome, accarezzandole la guancia rigata dalle lacrime – E che siamo tutti molto, molto orgogliosi di te – esclamò a sorpresa la voce di Mukuro alle sue spalle, arruffandole i capelli: quindi i Guardiani tornarono al proprio posto disponendosi in cerchio attorno a Katie ed esclamando all'unisono – Non darti colpe, Katie! Le nostre speranze... i nostri sogni... la volontà dei Vongola... portali avanti tu! Noi non abbiamo alcun rimpianto, perché... – e tacquero, in modo da dare a Giotto, a Tsuna e tutti i Boss la possibilità di concludere la frase – ... sappiamo che il futuro dei Vongola è al sicuro nelle tue mani – portandosi tutti il pugno destro al cuore – Quel che è passato è passato: non si può rimediare agli errori del passato, ma puoi correggere il futuro! Proteggi la famiglia Vongola, i tuoi compagni ed il mondo intero di quest'epoca, Katie! Puoi farlo... perché non sei da sola. Noi non ti abbandoneremo mai! – conclusero, trasformandosi in sfere di luce corrispondenti a tutti i colori dell'arcobaleno e circondandola, entrando infine uno per uno nel ciondolo che portava al collo, facendo calare così l'oscurità più totale.

Tuttavia, non passò nemmeno un istante che subito il ciondolo prese a brillare, spazzando via le tenebre e rischiarando l'area con una luce iridea, e fu in quel momento che la ragazza riaprì gli occhi, ritrovandosi nuovamente faccia a faccia con il terribile androide.

La paura e la disperazione erano svanite, lasciando al loro posto una calda sensazione di sicurezza che le riscaldava il cuore: non era da sola, e non lo era mai stata.

Non era colpa sua se i suoi compagni erano morti, finalmente l'aveva capito.

E, infine, ora era al corrente della realtà dei fatti: non poteva cambiare il passato, e non poteva riportare in vita i suoi cari... ma poteva cambiare il presente, e proteggere le persone che amava. E questo le dava coraggio.

Asciugandosi le lacrime, rivolse quindi un risolutissimo sguardo al suo avversario – Ascoltami attentamente, bidone dell'immondizia automatizzato: non posso permettere l'esistenza di un simile mostro privo di sentimenti, capace di spezzare così facilmente una vita senza la minima ripercussione, come non posso permettermi di lasciare che tu faccia del male ai miei amici. Ma sopratutto... – il ciondolo, come in risonanza con i suoi sentimenti, iniziò ad emettere una vivida luce dalla tonalità cangiante – ... io, Katie, in quanto Ultima Guardiana dei Vongola, porrò definitivamente la parola fine alla minaccia comportata dalla tua entità e da quella di quel vecchio bastardo di Augustus! – e pronunciando queste parole la luce divenne talmente intensa da illuminare a giorno tutta l'enorme sala: la copia della Kirislayer svanì nel nulla, mentre l'originale nelle mani di Katie mutò divenendo una colossale spada dalla lunghezza di circa 2 metri.

La lama inoltre si appiattì e allargò raggiungendo il mezzo metro ed affilandosi su entrambi i lati, divenendo via via più chiara finché non assunse l'aspetto cristallino e puro di un enorme prisma, al cui centro vi si intravedeva lo stemma dei Vongola il cui colore variava in base all'angolazione da cui lo si osservava, e nel punto di giunzione fra manico e lama si creò un'inconfondibile "X", simbolo della 10° generazione Vongola.

Infine, due anelli runici dal colore in costante cambiamento si avvolsero roteando attorno alla ragazza nello stesso istante in cui puntò il Vongola Gear in direzione di Aiden, maneggiando con facilità disarmante quell'arma dall'apparenza titanica e al contempo eterea – Questo luogo sarà la tua tomba, Aiden! Questa lama è stata forgiata dalla volontà dei Vongola, dalle lacrime di coloro che hai ucciso... e dal coraggio di chi ti ha affrontato a costo della vita per proteggere chi amava. Una lama in grado di dissipare anche la più cruda delle realtà, in grado di fendere qualunque cosa cerchi di celare e soffocare la speranza e la verità. Questa... – uno strano riflesso di colore indefinito colorò il suo iride mentre senza preavviso si lanciava di corsa alla carica – ...E' LA FRANGINEBBIA! – vibrando un fendente di inaudita potenza che l'androide prontamente schivò portandosi a distanza di sicurezza rotolando sul fianco e tentando di contrattaccare, ma qualcosa lo trattenne: inspiegabilmente, nel punto a mezz'aria dove si era mossa la lama nel tentativo di raggiungere Aiden si era formato uno squarcio inspiegabile e arcano, come se il tessuto stesso dello spaziotempo fosse stato stracciato, ma ciò che più lo stupì fu la sensazione di essere osservato che provò alla visione della fenditura.

Tuttavia, guardando con maggior attenzione notò la presenza di innumerevoli occhi che lo scrutavano all'interno della lacerazione sospesa nel nulla, appena prima che essa si richiudesse e che Katie sferrasse un secondo attacco, che questa volta riuscì a lacerare facilmente il rivestimento esterno che proteggeva il suo corpo oltre a generare ancora una volta una fenditura a mezz'aria, da cui però questa volta emersero diverse braccia di pura oscurità che afferrarono l'androide trascinandolo verso di loro e da cui riuscì a liberarsi con molta difficoltà, appena in tempo per evitare il terzo attacco di Katie, questa volta una sequenza di fendenti con rispettive distorsioni dello spaziotempo, evitandole a fatica e riuscendo con il giusto tempismo ad afferrare il braccio libero della ragazza in modo da proiettarla lontano da lui.

Katie riuscì ad atterrare in piedi, pronta ad attaccare ancora una volta, ma qualcosa la trattenne: gli occhi di Aiden erano diventati improvvisamente completamente rossi, e la sua voce completamente metallica – Pericolo rilevato! Livello pericolo per la vita di Augustus-sama: rosso! Attivazione della forma Rilasciata... autorizzato! – esclamò, serrando i pugni e stringendo i denti: dentro il suo corpo, un nucleo contenente la fiamma Sole-0 estratta da Nova iniziò a pomparla nei circuiti dei tessuti biomeccanici dell'androide, attivandoli.

In pochissimi istanti, l'altezza di Aiden passò dal metro e ottanta a quasi tre metri: i muscoli in tutto il corpo si gonfiarono al punto che il rivestimento si lacerò in più punti, incapace a contenerli, per poi tonificarsi e compattarsi in modo da diventare simili a quelli di un culturista e, infine, violente scariche elettriche di diverse migliaia di volt circondarono il suo corpo.

Intanto, Katie assistette impotente alla scena in un misto di orrore e determinazione, mentre una fredda goccia di sudore le percorreva la schiena avvisandola che la vera battaglia era appena iniziata.

   
 
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