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Autore: Vago    28/10/2016    1 recensioni
Libro Secondo.
Dall'ultimo capitolo:
"È passato qualche anno, e, di nuovo, non so come cominciare se non come un “Che schifo”.
Questa volta non mi sono divertito, per niente. Non mi sono seduto ad ammirare guerre tra draghi e demoni, incantesimi complessi e meraviglie di un mondo nuovo.
No…
Ho visto la morte, la sconfitta, sono stato sconfitto e privato di una parte di me. Ancora, l’unico modo che ho per descrivere questo viaggio è con le parole “Che schifo”.
Te lo avevo detto, l’ultima volta. La magia non sarebbe rimasta per aspettarti e manca poco alla sua completa sparizione.
Gli dei minori hanno finalmente smesso di giocare a fare gli irresponsabili, o forse sono stati costretti. Anche loro si sono scelti dei templi, o meglio, degli araldi, come li chiamano loro.
[...]
L’ultima volta che arrivai qui davanti a raccontarti le mie avventure, mi ricordai solo dopo di essere in forma di fumo e quindi non visibile, beh, per un po’ non avremo questo problema.
[...]
Sai, nostro padre non ci sa fare per niente.
Non ci guarda per degli anni, [...] poi decide che gli servi ancora, quindi ti salva, ma solo per metterti in situazioni peggiori."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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Angolo (?) dell'autore:
Quanto tempo! Era da un po' che non mi facevo sentire.
Ho un paio di cose da dire, ma ci sarà tempo più tardi. Per il momento volevo sfruttare questo atipico angolo dell'autore per mettervi in guardia su questo capitoletto.
Allora: giusto due informazioni di base e poi vi lascio leggere in pace.
In questo capitolo mi sono lasciato prendere un attimo la mano con una scena leggermente sanguinolenta. Niente roba eccessiva, sia chiaro, non sarei nemmeno in grado di scrivere scene troppo gore. Mi sono riscoperto leggermente sadico verso i miei personaggi, ecco tutto.
Vabbè, mi rifarò sentire qui infondo. Buona lettura a tutti.
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Come potrebbe andare meglio?
Ho fatto esattamente quello che mi ha ordinato e, ovviamente, ci ho rimesso.
Ora devo assolutamente cambiare forma e dirigermi verso l’esterno. Non ho intenzione di rimanere ad El Terano, con tutto il trambusto che ne seguirà.
Cerchiamo di non dare nell’occhio. Un volto comune, abiti comuni, corporatura comune. Il solito.
Maledizione, detesto le forme materiali. Sono troppo fragili.
Tra l’altro la mano che quel moccioso mi ha colpito è tutta intorpidita.
Vediamo, per uscire di qui… devo andare da questa parte.
Sarà una lunga strada. Quella maledetta sala da pranzo era praticamente al centro della città.
Che fastidio, però, questa mano. Non capisco cosa le sia preso. Avrò sbagliato qualcosa nell’assumere questa forma…
Ma il polso mi faceva già male, prima?
Bah. Sono troppo vecchio per queste cose, mi pare evidente.
Comunque Vanenir ha avuto quello che voleva. Ora potrà far fare a chiunque qualunque cosa ordini, spero ne sarà contento.

L’uomo si scansò dal centro del corridoio, per lasciare il passo a due giovani draghi che correvano cercando la serva che aveva attentato alla vita del loro principe.

Che diavolo è successo?
Per un attimo ho perso il controllo sulla Trama del Reale. Non capisco, non dovrebbe succedere una cosa del genere. Dannazione, sono in perfetta forma.
L’ultima volta che mi è accaduto ero reduce da cinquantaquattro ore di combattimento ininterrotto e avevo due frecce conficcate nella schiena. Non mi pare di essere in una condizione così disastrata.
Sarà meglio uscire di qui. Alla svelta.


L’uomo cominciò a correre sempre più velocemente per i corridoi deserti della capitale dei draghi, serrando ritmicamente la mano a pugno per cercare di scacciare l’intorpidimento che l’avvolgeva e che stava risalendo lentamente verso il gomito.
Accelerò ulteriormente il passo, rendendosi conto di essere stato totalmente schiacciato dalla  Trama del Reale.
- Fato, per una volta, dammi una mano. – si lasciò sfuggire a denti stretti, mentre il braccio destro a stento rispondeva ai suoi comandi.

Ora comincio a preoccuparmi seriamente non

L’uomo perse per un momento l’equilibrio, scivolando di lato e sbattendo la spalla contro la dura roccia che si stava facendo via via sempre più grezza.

Uomo. Chiamarmi uomo. Se mai ne uscirò vivo da qui, giurò che scriverò con il sangue il mio nome in quella maledetta trama.
Eccola l’uscita ora basta che


L’uomo, in meno di un secondo, si ridusse alle dimensioni di un grosso pennuto scuro, che si levò verso il cielo attraverso il camino del vulcano.
Per un attimo un ala smise di battere, facendogli perdere una dozzina di metri di quota, ma, riscossosi, riuscì a recuperare l’altitudine persa e ad uscire dalla bocca.
Il corpo scuro dell’uccello cadde rovinosamente al suolo, rotolando sulle rocce aguzze e lasciando dietro a sé una scia di una sostanza bluastra.

Toh. Ho pure sbagliato il colore del sangue.
Sono proprio messo male se ho fatto un errore del genere.


L’uccello gemette, allargando le ali per portarsi con il ventre verso il cielo.

Ora un piccolo sforzo. Ho bisogno di un organismo facile da analizzare.

Il volatile fu scosso da alcuni spasmi, per poi tornare a una forma umana. In poco più di due secondi un elfo dai capelli scuri comparve sulle rocce vulcaniche. Il tatuaggio a forma di rombo che portava sulla guancia sembrava uno scarabocchio mal riuscito, tanto era approssimativo. Il braccio destro e una buona porzione del torace erano oramai inservibili, mentre quel male continuava a propagarsi in quelle carni.
Gli occhi scuri rimasero per un attimo fissi verso le nubi che correvano veloci nel cielo.

Sarebbe bello farla finita qui. Tutto sommato.
Niente più missioni, o mocciosi da seguire. Finalmente potrei riposarmi.
Sarebbe anche il perfetto finale per questa commedia, ucciso dalle persone che dovevo proteggere, posso immaginare le risa della platea.
Mi sono sempre chiesto dove finirò, quando lascerò questo mondo. Sapete che noia crepare qui e ritrovarsi di nuovo davanti al Fato? Io un’altra delle sue paternali non ho voglia di sorbirmela.
E poi c’è lei.
Non posso abbandonarla là. Piuttosto rinuncio ai miei poteri.


L’elfo fu scosso da un fremito, mentre il cuore batteva sempre più veloce nel suo petto.

Andate tutti a cagare. Non ho intenzione di morire, né qui, né tantomeno ora.
Maledetti ragazzini. Non riuscite a cavarvela da soli, ma siete in grado di ammazzare un essere millenario. Bel lavoro.
E questa è già la seconda volta.
Basta. Ora devo solo liberarmi di questo maledetto veleno. Perché  è un veleno, no?
So già che farà un male infernale.


La figura riversa sul fianco di quell’imponente vulcano parve sfocarsi. Tutto attorno il pietrisco cominciò a saltare sul terreno, mentre la roccia su cui si appoggiava si disgregò fino a diventare una finissima sabbia.
Ogni molecola di quella creatura si mise a vibrare, sempre più velocemente.
In poco più di un minuto piccole fiammelle si accesero tutto intorno, mentre la sabbia generata si cristallizzava in grani di vetro splendente.
Quel corpo non parve voler diminuire la velocità di vibrazione neppure quando, consumati gli abiti leggeri che indossava, la schiena e le gambe nude cominciarono a raschiare sul terreno.
Le rocce vennero irrorate da un liquido nero, più scuro di qualsiasi altro materiale esistente.
Dalla gola dell’elfo proruppe un urlo disperato mentre le fasce muscolari si strappavano e consumavano in quell’azione disperata e un vapore denso si levava dalle carni martoriate.
Una lacrima cristallina sgorgò dall’occhio sinistro dell’elfo, invaso dal sangue riversato dalle decine di capillari che erano esplosi al suo interno.

Vi odio! Vi odio tutti!
Se non ci fosse stata lei non sarei mai arrivato a tanto!

Fato! Aiuto! Non ho intenzione di morire!


Le ossa di quel corpo persero ogni sorta di rivestimento che possedevano, colpendo ripetutamente e una velocità impressionante le rocce, la sabbia e il vetro che le aspettavano.
Le sue urla si fecero sempre più disperate.
Per un attimo la velocità di vibrazione parve rallentare, ma in meno di un secondo tutte le molecole recuperarono la perdita.
I minuti passavano inesorabili. Il liquido scuro scorreva viscoso sul terreno, seguendo le insenature e gli incavi naturali delle rocce vulcaniche per scendere verso valle, mentre il vapore, esauritosi, aveva smesso levarsi verso il cielo.
Con un ultimo, disperato sforzo, gli ultimi brandelli materiali di quel corpo accelerarono ulteriormente, per ricongiungersi al resto del liquido in una pozza creatasi diverse decine di metri più in basso, senza lasciare traccia della loro esistenza


Eccomi. Questo sono io. O meglio, questa è quella che potremmo definire la mia vera forma.
Una pozza di inchiostro nato direttamente dal sangue del Fato, lo stesso inchiostro con cui riempì le pagine del suo libro, unita a una coscienza.

Io sarò fuori gioco per parecchio tempo. Non sperate di rivedermi molto presto, ho consumato ogni briciola di energia che avevo per disintossicarmi.
Sono arrivato a disgregarmi fino ad arrivare alla mia materia base per sopravvivere.
Sono inerme, completamente inerme. Ma almeno sono vivo.
Se tutto va bene, tra tre anni potrò di nuovo prendere una forma in grado di spostarsi autonomamente. Fino ad allora… sarò uno spettatore degli eventi. DI cosa dovrei lamentarmi? Dopotutto è quello che ho sempre desiderato, no?
Quanto vorrei potermi lasciare alle spalle i mortali e riprendere ad essere un essere libero…



Angolo dell'autore (quello normale):
Rieccomi qui. Spero che questo capitolo così fuori dalla norma vi sia piaciuto.
Perchè tutta questa loquacità dopo tanto tempo di silenzio, vi starete chiedendo. O forse no. In tal caso lo chiedo io per voi.
Ultimamente sono stato leggermente preso da quella cosa orribile che è la vita reale, calando anche come qualità, lo ammetto.
Vorrei sfruttare quest'occasione per ringraziare tutti voi che siete arrivati fin qui, facendo salire il contatore di visualizzazioni su ogni capitolo. Per me è sempre magnifico vedere quel numeretto salire anche solo di un'unità.
Ora farò una cosa orribile, una cosa che trovo sia quasi un reato qui, su EFP.
No, non metterò in pausa questa storia.
No, non vi chiedo di segnalare la storia tra le scelte (che diavolo, questa in confronto a quelle là sembra un pandino parcheggiato di fianco a una ferrari, non so se rendo l'idea).
No, quello che sto per fare è molto peggio di tutto ciò. Mendicherò recensioni. Lo so, non dovete dirmelo, so perfettamente che esiste un girone all'inferno per quelli come me.
Ora torno un attimo serio e vi spiego cosa intendo con la frase qui sopra. Come vi ho detto un mesetto fa (come vola il tempo!) gli ultimi capitoli sono quasi un esperimento su come la trama potrebbe andare avanti, perchè, dannato io, non programmo niente con delle scalette, scrivo di getto. Ho quindi un bisogno immenso (e non sto scherzando, questa volta) di avere dei pareri sulla piega che sta prendendo la vicenda. Non mi interessa se vedrò fioccare bandierine rosse o bianche, anzi le critiche costruttive sono la miglior cosa che possa ricevere, non mi importa se siete pessimi recensori, io sono sicuramente peggiore in quel ruolo, vorrei solo sapere la vostra opinione sulla storia, sui personaggi e lo spazio che do loro e, perchè no, su questa saga(?), quest(?) dell'isola dei draghi che sta per volgere al termine.

Ora chiudo, questo angolo sta diventando una casa intera e rischia di essere più lungo del capitolo stesso.
Buona continuazione a tutti, alla settimana prossima!
Vago. 

   
 
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