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Autore: Horse_    28/10/2016    3 recensioni
[Storia alternativa a "Una vita senza di te significa non vivere per niente"]
E se fosse stato diverso? E se Ian non fosse fuggito quella notte? Cosa sarebbe successo se Nina fosse riuscita a dirgli di essere incinta, di aspettare suo figlio?
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First Month:
Quando scopre di essere incinta il mondo le crolla addosso. Continua a ripetersi che non può essere possibile, che non può essere toccato a lei, che quel bastoncino bianco stia mentendo, ma, dopo aver provato altre tre volte, sa che quella è la verità. Candice la guarda… Non sa nemmeno lei come la stia guardando, Nina sa solo che si sente sicura con la sua migliore amica affianco. Sicura fino ad un certo punto, perché tutta questa sicurezza sparisce quando… Quando si rende conto di essere effettivamente incinta. Avrebbe avuto un bambino. [...]
Cosa poteva fare? Un bambino, una piccola creatura da crescere, per lei è troppo. Non è in grado nemmeno di occuparsi di se stessa, figuriamoci di un bambino, un suo bambino. E’ ancora così immatura, è ancora una bambina, e si sarebbe immaginata tutto questo più avanti, con qualcun altro. Suo figlio sarebbe cresciuto nel caos più totale perché la sua vita lo era.
[Storia senza pretese]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nina gli manca, gli manca come l’aria. A Ian manca andare a trovarla a casa, fermarsi per un paio d’ore con lei, anche solo per tenerle compagnia, mentre guarda film strappalacrime ai quali non riesce a resistere. E’ via da solo tre giorni eppure gli sembra di impazzire. 

Ed è un male questo, lo sa, non fa altro che ripeterselo, eppure è così che si sente, vuoto. Ian non è stupido, sa che tutto quello che sta provando è sbagliato, eppure è così.

Si sente incredibilmente vuoto e solo senza di lei e l’altra donna, quella con cui anche ieri ha litigato non colma il vuoto che sente dentro di lui. Ormai litigano per qualsiasi cosa, pesantemente. E’ più Nikki ad urlare, lui ascolta in silenzio, talvolta scaldandosi anche, ma rimanendo comunque fermo nella sua posizione.

Che altro potrebbe fare?

Ha sbagliato, sa che la colpa è solo sua, eppure, sebbene la sua fidanzata (se lo è ancora) continui a rinfacciarglielo ogni volta che apre bocca, lui in colpa non si sente. 

Quello che hanno fatto lui e Nina è stato sbagliato, l’andare -e il continuare- a letto insieme, eppure lui, se potesse tornare indietro, continuerebbe a farlo. Si sono amati, si sono fatti del male, ma in un modo o nell’altro rimangono sempre legati.

Non si ricorda nemmeno per cos’hanno litigato ieri. Forse perché la pasta che lui stesso aveva preparato era troppo salata e Nikki si è arrabbiata e poi il discorso era caduto nuovamente . Lei, alla fine, se n’era andata sbattendogli la porta in faccia, andandosene molto probabilmente dai suoi genitori.

Che senso ha continuare a rimanere insieme?

E’ questa la domanda che Ian continuava a ripetersi da settimane. Ormai non si sentiva più a suo agio nemmeno a casa sua ed era una lotta continua con Nikki. Trovava conforto solo in Nina e la situazione era parecchio complicata. A Nikki aveva fatto una proposta di matrimonio, con tanto di anello, e si sentiva in debito nei suoi confronti, ma, come Paul stesso gli aveva detto, non poteva continuare così.

Lui e Paul, da qualche mese, avevano cominciato a parlare più civilmente, a costruire di nuovo un rapporto normale -rapporto che si era distrutto quando lui aveva spezzato, per l’ennesima volta, il cuore di Nina. Paul sapeva di non doversi mettere in mezzo tra i due, ma era più forte di lui, voleva troppo bene ad entrambi e vedere uno dei due ferito per colpa dell’altro lo mandava in bestia. La sua ramanzina, al tempo, l’aveva ricevuta anche Nina, perché Paul ha sempre voluto fare le cose eque e non prendere le parti soltanto quando faceva comodo. 

Lo sguardo allibito di sua madre, di fronte a lui, di certo non lo aiutava a pensare o a prendere una decisione.

Sua madre è arrivata poco più di dieci minuti prima e nel giro di poco tempo ha quasi rischiato due infarti. Uno del vedere il figlio stanco, sciupato e perso, l’altro quando suo figlio (lo stesso figlio che aveva cresciuto con dei buoni valori, secondo lei) le ha detto una cosa come io e Nina siamo andati a letto insieme.

 

“Tu e Nina cosa?”

 

La domanda di Edna è scioccata ed esce più come un urlo, che una vera e propria domanda.

Edna si ricordava Nina, come poteva dimenticarla? Non appena Ian gliela aveva presentata, ancora anni prima, se n’era completamente innamorata. Era una ragazzina in quel vestitino azzurro, alla loro annuale cena, così imbarazzata ad essere presentata alla famiglia del suo attuale ragazzo, eppure Edna l’aveva cominciata ad amare da subito, prendendola sotto la sua ala protettiva. Così aveva cominciato a considerarla come una sua seconda figlia e quando suo figlio, quello vero, l’aveva lasciata (o si erano lasciati, la donna doveva ancora capirlo, nonostante il tempo che fosse passato), ci era rimasta malissimo, perché aveva visto la luce negli occhi di entrambi, quella degli innamorati, gli innamorati veri, cosa che con Nikki, per quanto avesse imparato a volerle bene, non aveva mai visto.

Tra le due, Edna, preferiva assolutamente Nina, ma aveva deciso di imparare ad apprezzare la scelta del figlio ed era stato così, fino a quel momento. 

 

“Mamma, hai capito…”- borbotta Ian grattandosi i capelli, quasi imbarazzato, con sguardo colpevole.

“Avevo sperato di aver sentito male.”- ribatte Edna portandosi entrambe le mani nei capelli, per poi incrociare gli occhi di suo figlio, quegli stessi occhi così simili ai suoi. -“E perché me lo stai dicendo? Oh, si, ecco perché tu e Nikki vi scannate così tanto.”

 

Ian aggrotta le sopracciglia. E’ sicuro di non aver mai detto a sua madre dei suoi continui litigi con Nikki, solo a Robyn.

Robyn?

 

“Te l’ha detto quella pettegola di tua figlia?”- sbotta Ian.

“Che, tra l’altro, è tua sorella. Comunque si, me l’ha detto lei, e, a suo discapito, era preoccupata per te. E’ preoccupata per te.”- gli dice la madre, guardandolo dalla testa ai piedi.

“Le avevo detto di non dirtelo, dopo mi sentirà!”- sbotta comunque Ian, incrociando le braccia al petto. 

“Oh, signorino, non è certo colpa di tua sorella quello che hai combinato.”- lo ammonisce Edna schiaffeggiandogli un braccio. -“Hai idea di quello che avete combinato?”

 

E’ già arrabbiata così, figuriamoci quando le dirò il resto.

 

“E Nikki l’ha scoperto, non è vero?”- chiede ancora, poi si copre con entrambe le mani la bocca. -“Non dirmi che vi ha scoperto mentre-”

“Oddio, mamma, no!”- la blocca subito Ian, prima che possa spingersi troppo oltre. -“L’ha scoperto e basta.”

“E… Quindi… Cos’è successo dopo? Perché me lo stai dicendo? Avrei preferito non saperlo, Ian, veramente. Con tutto il bene che ti voglio questo non avrei voluto saperlo.”- gli dice Edna seriamente. -“Nina… Tu e Nina vi siete lasciati quasi due anni fa, urlandovi contro le peggiori cose, e… E mi vieni a dire questo?”

 

Ian sa che sua madre ha ragione, ma non può più tornare indietro, non con due bambini in dirittura d’arrivo.

Si, mancano ancora quasi quattro mesi, e sembra un infinità di tempo, ma non è così.

 

“E perché non hai sentito il resto della storia…”- mormora Ian, allontanandosi di qualche passo dalla madre, in modo da non essere sulla sua traiettoria e di non beccarsi qualcosa in testa. 

“Cosa ci può essere di peggio? Per quanto voglia bene a Nina, avete sbagliato, entrambi.”- gli ricorda la madre. -“Non l’avrai mica messa incinta, vero?”

 

E scoppia a ridere di gusto, non sapendo quanto abbia ragione. Ian, invece, non scoppia a ridere, ma rimane serio, immobile. Sua madre, convinta che anche il figlio scoppiasse a ridere, si ferma e lo osserva. Comprende solo qualche minuto dopo, visto che Ian non le dice nulla, di quanto in realtà ci abbia preso.

 

“La pillola non ha funzionato e-”

“E’ incinta, sul serio?”- gli chiede la donna con un fil di voce. -“Da… Da quanto?”

“E’ di… Diciotto… Quasi diciannove settimane…”- balbetta Ian, chinando il capo.

“E’ di quasi cinque mesi e me lo vieni a dire solo adesso?”- gli domanda Edna, profondamente delusa.

 

Delusa da suo figlio, in primis. Non tanto per la gravidanza inaspettata (sarebbe diventata nonna di nuovo, cavolo!), ma per il fatto di esserlo venuto a sapere solo ora.

 

“E’ solo che… Sono state settimane difficili, okay?”- le risponde Ian, cercando di liquidare la situazione.

“E Nina? Dov’è? Ho bisogno anche di parlare con lei. Dio, penserà che non la voglia più vedere, ma non è assolutamente così!”- blatera la donna.

“Mamma? Nina pensava te l’avessi già detto.”- le confessa Ian.

“Dio mio, non ti riconosco più. Ma come diamine ti sei ridotto? Pensavo di aver cresciuto un uomo, non un bambino. Molli la donna della tua vita, poco dopo ti metti insieme con un’altra, ma la tradisci con la tua ex e la metti pure incinta. Ma che problemi hai?”- gli domanda Edna alzandosi in piedi.

 

Ian indietreggia ancora di qualche passo, preoccupato.

 

“Ho sbagliato, okay? Ma non posso farci più niente ora. E’ capitato e… E mi sono assunto le mie responsabilità.”- sbotta Ian, passandosi una mano tra i capelli.

E’ capitato? Mi sono assunto le mie responsabilità? E’ il minimo, Ian. Se non l’avessi fatto ti avrei preso a calci nel sedere fino in capo al mondo. E’ un bambino, non un giocattolo.”- lo riprende Edna. 

“Questo lo so, stiamo parlando di qualcosa che ho creato io, non una fabbrica. Sono consapevole di quello che ho fa fatto, siamo consapevoli entrambi di quello che abbiamo fatto. E’ nostro figlio.”- si difende Ian, ben sapendo tutto quello che ha dovuto affrontare. -“Ma… Non mi sembri arrabbiata…”

“Arrabbiata? Con te lo sono, un sacco, ma come potrei arrabbiarmi per una notizia del genere? Sia chiaro, non approvo quello che avete fatto voi due, perché in teoria eri fidanzato, ma, diamine, diventerò nonna di nuovo!”- esclama la donna, con occhi piedi di gioia. -“E com’è? Dovreste già sapere se è un maschietto o una femminuccia? E Nina, come sta?”

 

Ian si porta le mani davanti e tenta di calmare la donna. Ha ammesso liberamente di essere arrabbiata con lui, ma è entrata in modalità schizzofrenia. 

 

“Mamma, un attimo, calmati, mi stai facendo troppe domande.”- la rimprovera Ian, sorridendo.

“Togliti quel sorriso dalla faccia, Ian Somerhalder. Con te sono arrabbiata, molto, quindi non rilassarti. Ora, però, non voglio sapere altro se non come stiano mio o mia nipote e Nina.”- lo rimbecca Edna, fulminandolo con lo sguardo.

“Oh ehm… Nina è a Toronto, dai suoi genitori, per due settimane. Ha deciso di ehm… Staccare un po’ la spina, tutta questa situazione cominciava a starle stretta…”- mormora Ian sospirando.

“La capisco, ha fatto una buona scelta, non è un bene che si senta pressata e stressata, non farebbe assolutamente bene a lei e al bambino, o bambina.”- concorda Edna, non con il figlio, ovviamente, ma con la decisione di Nina. -“E allora? Come stanno? E’ un maschio o una femmina?”

Maschio.”- ammette Ian e un sorriso gli affiora nel volto al ricordo di quando hanno scoperto che fossero due e due maschi e dei loro primi movimenti. -“Due maschi.”

“Due… Due maschi? Oh mio Dio… Due gemelli?”- balbetta Edna sconvolta, ma lo sconvolgimento lascia subito posto nuovamente alla gioia. -“Due nipotini? Due maschietti? Ma è una cosa meravigliosa.”

 

Ian ride, di una risata gioiosa, come non rideva da tempo. E sa che sua madre è arrabbiata con lui (non ne ha nemmeno tutti i torti) e non osa immaginare cosa gli diranno il fratello o la sorella, ma è felice che sua madre sia contenta dei suoi futuri nipotini.

Il pensiero corre a Nina e non vede l’ora di chiamarla, per dirle di aver parlato con la madre e di come lei ne sia contenta (ovviamente ometterà il fatto che Edna sia arrabbiata con lui).

 


































 

                                                                                * * *


































 

                                                               (Diciotto settimane)

 

 

Nina ride divertita, mentre Ian le racconta, via telefono, l’incontro con la madre. 

Le c’era voluto un po’ per rilassarsi, perché, a primo impatto, era andata in iperventilazione. A quanto pare, però, Edna non la odiava, anzi, aveva voglia di vederla -non vedeva l’ora. 

Ian, infatti, per più di dieci minuti ha continuato a rassicurarla sulla situazione e di come sua madre, trasferitasi per qualche giorno da lui, l’abbia sgridato per bene, buttandola sul ridere.

 

“Oh eh… Ha già tappezzato cosa mia di giornalini per bambini.”- le dice Ian, mentre Nina continua a ridacchiare. Si raccoglie i capelli in una crocchia disordinata, poi, dopo essersi infilata una maglia larga, si siede a gambe incrociate sul letto. -“Vedo blu ovunque. Ha già detto di aver visto due culle stupende e altre cose, tipo vestitini, scarpe… Sta correndo troppo. E’ troppo euforica, mi aspettavo altro.”

“Avresti preferito essere picchiato?”- gli domanda Nina, inarcando un sopracciglio. 

“Oh, sembrerà strano, ma mi ha tirato un bello schiaffo, dopo essere andata avanti mezz’ora a lodarmi sul fatto che diventerà nuovamente nonna. La sua giustificazione è stata qualcosa come te lo sei meritato.”- le spiega Ian stiracchiandosi leggermente. -“Ed è un po’ ironica la cosa… Quasi quarant’anni e le prendo da mia madre. Non picchierai i nostri figli a quarant’anni, vero?”

“Dipende da quel che faranno. Non sono molto d’accordo sulla violenza, comunque.”- gli risponde Nina, con un’alzata di spalle. Lei preferiva le parole alla violenza. Non parole cattive, parole nel senso di parlare e di far capire in che cosa si ha sbagliato. La violenza non è mai servita a nulla, secondo lei. -“Se avessero fatto una cosa del genere probabilmente sì. Abbiamo combinato un bel casino.”

 

L’ultima frase la dice quasi sussurrando, lasciandosi andare alla fine in un pesante sospiro. 

Si appoggia una mano sul ventre istintivamente. Da quanto è partita i bambini si sono mossi poche volte (cosa che Layla ha definito del tutto normale), ma ogni volta è stata come se fosse la prima. Sentirli dentro di lei, sentire che ci sono e si muovono, ogni volta le dava emozioni -ovviamente bellissime- diverse. Sua madre e suo padre erano rimasti con le mani nella sua pancia mezz’ora, quando li avevano sentiti muoversi per la prima volta. La stessa cosa, più o meno, che era capitata con suo fratello.

 

“Quello che è fatto è fatto, non possiamo più tornare indietro.”- le dice Ian e Nina, sebbene lui non possa vederla, annuisce. -“Ma dobbiamo vivere al momento e ora abbiamo due bambini, non ancora nati, ma abbiamo due bambini.”

 

E Ian è così diverso da quello di qualche mese fa. Non sa se sia solo perché è incinta o perché stanno condividendo qualcosa di nuovo, insieme, ma è cambiato, in meglio.

E’ semplicemente tornato quello di una volta, quello spensierato e divertente, e Nina spera che non sia solo temporaneo. 

Sta cominciando di nuovo a fidarsi di lui, ma sempre a piccoli passi, con il freno a mano tirato. Ha paura che possa tradire nuovamente la sua fiducia. Ian, d’altro canto, è ben consapevole di questo e lui non sta fingendo, cosa che Nina non sa. 

 

“Nina? Va tutto bene?”

 

Nina sente la voce di Ian e sussulta, sbattendo velocemente le palpebre. Si è persa nuovamente tra i suoi pensieri.

 

“Scusa, stavo… Niente, cosa stavi dicendo?”- balbetta la ragazza.

“Sei sicura di stare bene?”- le domanda Ian, titubante.

“Si, si, sto bene.”- lo rassicura Nina iniziando a giocherellare con il bordo della maglietta.

“Ti stavo chiedendo come… Come sta andando lì? Cioè, insomma… Se stai bene e se ti stai divertendo.”- balbetta quasi Ian.

 

Un sorriso affiora spontaneo sulle labbra di Nina e si ritiene fortunata che Ian non possa vederla.

 

“Si, sto bene e si, mi sto divertendo. Credo che mia madre abbia preso alla lettera il fatto che debba mangiare per tre.”- gli spiega Nina scuotendo la testa.

 

Se prima Nina riusciva a mangiare qualcosa e ad evitare i controlli di sua madre, ora non può più visto che ce l’ha ventiquattro ore su ventiquattro a casa. Le prepara porzioni enormi e la obbliga a finire tutto.

 

“Ti sta facendo mangiare un sacco?”- le chiede Ian divertito. -“Fa bene.”

“Penso più di un sacco.”- obietta la ragazza sistemandosi meglio il cuscino sotto la schiena. -“Vorrei vedere te con un piatto di pasta che di solito si divide in quattro.”

“Credo che mangiare un po’ di più ti faccia bene.”- le risponde Ian mettendosi finalmente sotto le coperte.

 

I due continuano a parlare di quello che hanno fatto durante il giorno. Entrambi sentono la necessità di dirlo all’altro. Quando Ian sente Nina sbadigliare decide di porre fine alla telefonata, in modo da permetterle di andare a letto.

 

“Chiamami se ti servisse qualcosa. Qualunque cosa.”- le dice Ian.

“Va bene, ma non fare troppo il drammatico.”- lo riprende Nina.

“Sono solo preoccupato.”- ribatte Ian.

“Non capiterà niente.”- conclude Nina spegnendo la lampada accanto a se.

“Lo spero.”- le risponde Ian, titubante. -“Buonanotte, Looch.”

 

E il cuore di Nina perde qualche battito nel sentire quel soprannome, quello che lui le ha dato tempo fa. Solo lui la chiamava così.

 

“Notte, Smoulder.

 

E il cuore di Ian fa lo stesso nel sentire il suo vecchio soprannome. Entrambi si addormentato con un sorriso sulle labbra e con il pensiero che, effettivamente, quello che stanno vivendo non è poi così male se sono insieme -non fisicamente, ma si sentono incredibilmente uniti.
 

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Buon fine settimana a tutte :)

Perdonatemi per il mostruoso ritardo, ma ultimamente non ho molto tempo e, visto che questa parte ha perso seguito, ho preferito continuare nel scrivere l’altra storia. 

Questo è un continuo dell’altro capitolo ed accade quello che Ian aveva intenzione di fare, ovvero dirlo alla madre.

Edna, che, giustamente, ne rimane sconvolta. Non si aspettava di certo un comportamento così dal figlio, come fa notare più volte e ne rimane delusa. E’ delusa con Ian, da come ha più volte ribadito, ma comunque è felice perché diventerà nuovamente nonna e la notizia di un bimbo porta sempre gioia. Avrebbe potuto reagire in altri modi, ma me la sono sempre immaginata come una persona mite e pacifica. 

Questo, ovviamente, non esclude che sia arrabbiata con il figlio e che sia contenta (bambino escluso) della situazione, perché comunque ritiene che quello che è stato fatto sia sbagliato. E non ha assolutamente torto perché, per quanto sia, i due hanno continuato ad andare a letto anche quando Ian stava uscendo con Nikki.

Importante quindi è questo pezzo e anche l’ultima parte. Voglio approfondire e farvi notare il modo in cui, pian piano, sta cambiando il rapporto tra Nina e Ian. Ian che passa dal non volerne sapere a preoccuparsi per ogni minima cosa (e il suo primo comportamento era stato dettato dalla paura, anche se comunque ha sbagliato) e comincia a cambiare anche nei confronti di Nina. Prima cercava di allontanarla da se e l’ha fatto (mettendo delle distante) per il suo bene e quello della ragazza, ma, adesso, ha capito che lei è una parte importante della sua vita -e lo sarà sempre- e comincia di nuovo ad essere quello di una volta e, pian piano, anche i suoi sentimenti repressi affiorano. Non è ancora stato spiegato il motivo per cui Ian ha allontanato Nina (ancor prima che la ragazza gli rivelasse di essere incinta) e verrà spiegato più avanti, ma è più o meno lo stesso motivo dell’altra storia -la storia madre, per intenderci.

Ian ha capito semplicemente che non può e non vuole allontanare Nina da se perché tiene ancora a lei. Nina, d’altro canto, non ha mai smesso di provare sentimenti per Ian ed è un po’ più diffidente e ci impiega di più a lasciarsi andare (ma come possiamo biasimarla dopo tutto quello che è accaduto?), ma anche lei sta cominciando ad essere un po’ meno dura nei suoi confronti.

Vedremo come procederà la situazione ;)

Ringrazio le tre ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, alla prossima ^^

  
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