Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    28/10/2016    1 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"E' una storia sai,
Vera più che mai,
Solo amici e poi uno poi dice un 'noi'
Tutto cambia già."

-La Bella E La Bestia













6.00 AM.
La sveglia inizia a suonare ininterrottamente, è Lunedì, e come ogni inizio settimana che si rispetti, era terribile.
L'unico aspetto che odiavo del mio lavoro era quello di  dovermi alzare così presto.
Scostai le coperte dal mio corpo, mentre la luce artificiale della lampada illuminava l'intera camera da letto: fuori era ancora buio.
Finalmente mi alzai, i miei capelli lisci, neri, quasi corvini erano tutti arruffati.
I miei occhi verdi erano leggermente arrossati, per via del sonno.
Rimasi ferma a guardarmi per alcuni istanti, il mio aspetto era terribile.
Mi vestì.
Indossai dei semplici leggings neri e un maglioncino grigio. L'abbigliamento non importava, quando sarei arrivata al lavoro avrei dovuto indossare la divisa da cameriera.
Mi lavai i denti e spazzolai i miei lunghi capelli, fin quando non fui soddisfattadel risultato.
Decisi di truccarmi, di norma, il mio, non è quasi mai un trucco pesante, per evitare di tornare alla sera con mille sbavature diverse sul viso.
Feci solo una linea di Eye-Liner e misi un po' di mascara.
Non ero solita a fare colazione al mattino, quindi indossai un paio di scarpe qualsiasi e il mio giubbino in pelle.
Quando chiusi la porta alle mie spalle, una volta uscita, incontrai Jin sulle scale.
Appena mi vide mi mostrò un sorriso a mille denti.
"Buongiorno, Eveline."
Ricambiai il sorriso.
"Buongiorno a te Jin."
Andammo insieme, come quasi ogni mattina.
"Ti vedo molto stanca stamattina, hai delle occhiaie che ti arrivano fino ai piedi, fai spavento."
"Si... ho fatto tardi l'altra sera,non riuscivo a dormire... forse... io credo che... credo che mi manchi mia madre..."
"Aish... piccolina. Dovresti andarla a trovare ogni tanto."
"Lo farei, giuro.. solo che sai, quattordici ore d'aereo..."
Parlammo per tutta la durata della camminata, passando da un argomento all'altro, ridendo e scherzando del più e del meno.
Arrivammo al ristorante.
Non c'era ancora nessuno, come sempre eravamo i primi.
Indossai la divisa, non era altro che una maglietta di lunghezza media, e un grembiule nero posto sulle gambe, sopra i leggings neri.
Mi misi al lavoro.
Iniziavamo con i turni della colazione e non c'era mai molta gente, le persone preferivano  locali come Starbucks o Arnold Cafè per questo genere di cose.










***









***









***









***









IL tempo passò molto velocemente, tra il servire clienti, le pause e le chiaccherate con le persone che frequentavano il posto abitualmente, la giornata passò molto rapidamente.
Arrivò ora di cena e il mio turno di servire ai tavoli rincomiciò. Mi armai di penna e block notes e iniziai a scrivere le ordinazioni dei clienti, mandandole poi in cucina.
Stavo riordinando un tavolo pronto ad accogliere nuove persone in arrivo, quando vidi sei ragazzi entrare nel locale.
Avevano tutti e sei un colore differente di capelli, pensai che insieme avrebbero potuto costruire un arcobaleno...
Sinceramente non avrei voluto avvicinarmi a quel tavolo... mi mettevano in soggezione.
Bensì, era il mio lavoro, dovevo essere professionale.
Presi la mia affidata penna e mi avvicinai.
"I signori sono pronti per ordinare?"
"Mh,sì. Vorremmo i numeri, 13, 24, 30, 45, 32. Manca solo la sua ordinazione."
Disse indicando il ragazzo alla sua destra, aveva i capelli di un arancione talmente acceso, che mi dava quasi fastidio guardarlo.
Lui mi guardò, fece un sorriso beffardo.
"Sentiamo cara, tu per caso sei nel menù?"
Arrossii e mi imbarazzai di colpo.
Diventai impacciata.
Non sapevo che rispondere.
 Lui sorrise divertito.
"Un 32 anche per me, e penso che sei birre da bere vadano bene per tutti."
Finì di scrivere e me ne andai, ancora scossa.
Ogni tanto ci scambiavamo sguardi, non mi staccava gli occhi di dosso.
"Mh, è terribilmente carino!"
Disse Jin, uscendo dalla cucina per portarmi i piatti che avrei dovuto consegnare a quei ragazzi.
"P-potresti accompagnarmi mentre li consegno..? E' imbarazzante."
Rise e mi accompagnò.
Posai tutti i piatti sul tavolo.
"La birra la offre la casa, anzi, la offre lei."
Disse Jin parlando al ragazzo, indicando me,
Lui mi sorrise con un non so che di malizioso.
In quel momento avrei preso la testa di Jin e l'avrei sbattuta per tutto il locale.
Aveva peggiorato la situazione.
Quel pazzo ammicò e se ne tornò in cucina.
Dopo aver sistemato un ultimo tavolo il mio turno finì, erano le ventitrè e me ne stavo tornando a casa, Jin sarebbe rimasto un'ora in più di me, e menomale, altrimenti lo avrei picchiato per tutto il tragitto lavoro-casa.
Mentre stavo per uscire il solito ragazzo mi fermò, mi diede un foglietto.
C'era il suo numero scritto sopra.
"Comunque, io sono Jimin".
"Eveline."
Risposi, guardando in basso.
Si avvicinò al mio orecchio.
"Allora... ci vediamo." disse mentre iniziava a indietreggiare.
Un ultimo sorriso.
Se ne andò.









Arrivai a casa,finalmente.
Ero distrutta.
Volevo solo dormire per sempre.
Prima di buttarmi a letto, però, mi arrivò un messaggio da parte dell'amministratore dell'edificio.
Il messaggio citava:
"Signorina Eveline, presto, l'appartamento disabitato di fianco al suo verrà occupato, la prego di essere gentile con il nuovo arrivato.
Scusi per l'orario.
Buonanotte."
"Il nuovo arrivato..." pensai.
Quindi si trattava di un uomo?
Poco importava, mi stesi a letto senza cambiarmi o struccarmi.
Mi addormentai subito.


















NOTE DELL'AUTRICE

Ce l'ho fatta ad aggiornare in tempoooo! Aww oersona felicia. *--*
Duuuuuunque, in questo capitolo giaà iniziano a scoprirsi degli aspetti fisici della protagonista, tra cui il nome.
Ho inserito alcuni discorsi diretti tra cui nuovi personaggi.
So che non c'è molto discorso diretto ma dai nuovi capitoli ce ne sarà di più perchè saranno molte più persone a parlare (ehehe) no spoiler.
LA SMETTO LA SMETTO LA SMETTO GIURO.
Se vi va fatemi sapere se vi piace o se sto partorendo un disastro.
Mi scuso per eventuali errori.
Buon proseguimento :))

-Jessy
  
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