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Autore: Maty66    28/10/2016    3 recensioni
James Tiberius Kirk. Un eroe, figlio di un eroe. Burattino di tutti anche nella morte.
Genere: Angst, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Romulani, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EROE


Capitolo 18
Errori fatali
 
“Siamo ai confini della zona neutrale, signor Spock” annunciò Chekov.
Spock sedeva imperturbabile sulla sedia del capitano, dopo aver cambiato la veste tradizionale vulcaniana con pantaloni e maglia nera.
“Cosa facciamo ora? Non possiamo entrare nella zona neutrale con l’Enterprise, e tanto meno nella zona romulana” chiese McCoy che non si era allontanato per un attimo dalla plancia.
“Di questo sono ben consapevole, dottore” si limitò a rispondere il vulcaniano.
“Già è un miracolo che  le navi della Flotta non ci abbiano inseguito e fermato” continuò McCoy.
“I miracoli non esistono, dottore. Credo invece che  non ci abbiano inseguito perché non volevano farlo.”
“Archer?” chiese ancora McCoy.
Spock annuì brevemente.
“Dopotutto  sia lui che la Presidente Marlentes erano ben a conoscenza delle nostre intenzioni e le condividevano, in una certa misura”
“Questo non risolve il problema. Come entriamo nella zona romulana?”
“Con le navette. Sono molto meno facili da individuare e possono sfuggire ai sistemi di rilevamento sino a che non entrano in atmosfera” intervenne Sulu.
Ancora una volta Spock annuì in segno di assenso.
“Sì, ma dove saranno andati?” chiese Chekov.
“Bella domanda. Ci saranno almeno un centinaio di pianeti che hanno potuto raggiungere a quella velocità di curvatura” fece a sua volta McCoy.
“Logica impone che, se davvero stanno cercando un’arma di eccezionale potenza, la sua costruzione stia avvenendo su di un pianeta sotto il diretto controllo dei romulani.  Il che restringe il campo al pianeta Romulus stesso, o al suo gemello Remus. E la seconda ipotesi mi sembra più probabile, vista la scarsa densità di popolazione” ragionò il vulcaniano.
“Sì, ma stiamo parlando di un intero pianeta. Dove andiamo a cercare? Come li troviamo?”
“Temo, dottore, che questa volta ci dovremo illogicamente affidare alla fortuna” rispose alla fine Spock.
 
 
 
La squadra aveva fatto ritorno sull’incrociatore e Jim era in attesa di entrare nella cabina per togliere la tuta, quando venne raggiunto da Gary Mitchell.
“Non avete recuperato notizie rassicuranti…” disse  appoggiandosi alla parete.
“Sì, ma almeno abbiamo qualcosa, dopo mesi che giriamo a vuoto”
“La materia rossa… ti rendi conto di cosa significa? E se sono capaci di usare l’arma senza perforare il nucleo del pianeta preso di mira…”
“Certo possono distruggere la Federazione e anche l’Impero Klingon in pochissimo tempo senza neppure avvicinarsi” rispose Kirk con aria scura.
“Alla faccia dell’onore romulano” chiosò Gary.
“Cosa ti fa pensare che Argertran stia agendo sulla base dell’onore?”
La voce di Nuhir giunse, fredda a tagliente come una lama, alle loro spalle.
“Tuo cugino è un senatore romulano e vuole distruggere centinaia di pianeti innocenti con la sua arma, da lontano,  senza prendersi neppure la briga di avvicinarsi e combattere”
“Mio cugino non rappresenta il mio popolo” si difese Nuhir.
“Vedremo se il Senato romulano andrà contro la decisione di Argertran o se il vostro Pretore lo fermerà”
“Ora basta…” intimò Jim, toccandosi la fronte per l’incipiente mal di testa.
“Resta il fatto che per attivare la materia rossa  hanno bisogno del dexalithium, ed in grandi quantità” ragionò con voce stanca.
“E l’unica miniera del quadrante si trova proprio qui su Remus. Il che spiega perché stanno costruendo qui l’arma” intervenne Nuhir.
“Quindi se distruggiamo la miniera…” continuò Kirk.
“Non possono attivare l’arma” finì la frase Nuhir.
 
 
 
 
“Seguendo la logica se davvero stanno cercando il sito di costruzione dell’arma l’obiettivo è vicino ai laboratori tecnici di Remus. E ve ne sono solo due: a Levistasz e a Nimtisz, le due città principali”
La voce di Spock era atona e professionale mentre  illustrava la grande mappa di Remus sullo schermo della sala comando.
“Sarebbe meglio dividersi in due squadre e scendere  su entrambi i siti” disse Sulu fissando la mappa.
“Logico, signor Sulu” acconsentì Spock.
“Logico? Stiamo navigando al buio, te ne rendi conto Spock? Nulla ci dà la sicurezza che siano lì” intervenne McCoy.
“Questo è certamente vero, ma a volte anche la logica è questione di fortuna” rispose compito il vulcaniano.
Spock rimase per un attimo a guardare la mappa.
“Signor Sulu cosa è quel sito messo in evidenza sulla mappa?”
“Miniere di dexalithium” rispose l’asiatico.
“Signor Sulu lei ed il tenente Uhura vi dirigerete verso Levistasz, mentre con l’altra navetta il signor Scott ed io scenderemo nei pressi della miniera di dexalithium”
“Perché non vicino all’altro laboratorio?” chiese incuriosito Chekov.
“La chiami intuizione…” fece Spock lasciando ancora una volta tutti stupiti.
“Ed io?” intervenne McCoy.
“Lei ed il signor Chekov rimarrete a bordo”
“Cosa??? Non se ne parla!!!”
“Dottore lei non è qualificato per missioni di recupero e salvataggio”
“Non mi puoi chiedere di rimanere qui a bordo. Io devo fare qualcosa, devo venire  con voi…” McCoy quasi urlava.
“Resto io, anche perché se c’è bisogno di un teletrasporto di urgenza posso fare qualcosa qui sulla nave…” propose Scotty, sul viso uno sguardo  comprensivo.
Spock rimase a pensare per un attimo e poi annuì.
“Sa usare un phaser dottore?” chiese poi scettico.
“Certo, i corsi di tiro sono obbligatori all’Accademia” rispose nervoso il medico.
“Bene, così le probabilità di finire vittima di fuoco amico diminuiscono notevolmente”
“Spiritoso” ringhiò il medico mentre si avviava verso il turboascensore.
 
Jim era steso sulla sua cuccetta, fissando distrattamente il soffitto.
Poteva ancora sentire il leggero profumo di Nuhir fra le lenzuola e la cosa gli risultava stranamente confortante.
Ormai il giovane capitano si rendeva conto di cercare la compagnia della ragazza in ogni occasione possibile e la sua vicinanza, anche in battaglia, lo rassicurava.
Il pensiero  di Nuhir era l’unica cosa che riusciva a consolarlo  e a lenire la nostalgia di Bones, Spock e gli altri.
“Smettila Kirk, o finirai per innamorarti per davvero stavolta” pensò tra sé e sé.
Come se qualcuno gli avesse letto il pensiero, la giovane romulana si affacciò alla porta della cabina lasciata aperta.
“Posso parlarti?” chiese con voce greve.
“Certo”
La giovane entrò e chiuse la porta della cabina con aria decisa.
“Non mi fido di Tiger. Non deve essere coinvolto in questa missione” disse poi con aria decisa.
“Ne abbiamo già discuso molte volte. Non hai nessuna prova che sia lui la talpa che temiamo sia fra noi” replicò Jim  mettendosi a sedere.
“Questa è la nostra ultima occasione per fermarli. Se falliamo completeranno l’arma e sarà la fine della Federazione e probabilmente anche dell’Impero Klingon”
“Credi che non lo sappia? Ma cosa ti fa pensare che sia proprio Gary il traditore? Lui sostiene che sei tu!” obiettò Jim.
“Sai bene quanto me che Gary nasconde qualcosa. E poi non segue gli ordini… sai che ha imposto agli altri della squadra di uccidere la guardia che hai tramortito per prendergli la chiave del laboratorio?”
Jim rimase un attimo perplesso.
Quale responsabile delle operazioni esterne aveva sempre imposto il minor numero di vittime possibili.
“No non lo sapevo. Ma questo non vuol dire…”
“Sta andando tutto storto in questa missione. Quando crediamo di essere vicini ad un risultato sfuma sempre tutto. Come quando sei precipitato con la navetta sulla Terra”
“E’ stato un guasto”
“E’ stata sabotata!”
Jim rimase in silenzio a fissare la donna, non gli piaceva passare per ingenuo, ma conosceva  Gary dai tempi dell’Accademia ed era stato più volte in missione con lui.
“Ok lo terrò d’occhio…” acconsentì alla fine.
“Bene, mi fido di te. Ora cerchiamo di dormire” fece la donna, avviandosi verso la porta.
Jim si alzò ed ancora una volta si trovò a pochi centimetri da Nuhir.
La vicinanza gli fece girare la testa, ma si impose di rimanere immobile.
Stavolta fu però la romulana ad avvicinarsi e baciarlo con passione.
 
“Eagle hai una squadra di quattro che si avvicina ad ore tre” gracchiò la voce nel microfono che Jim portava sottopelle.
Il giovane non rispose e rimase immobile ad aspettare che i quattro minatori passassero davanti a lui.
Nessuno di loro si accorse di nulla, posto che Kirk come gli altri indossava di nuovo la tuta invisibile.
“Bene entriamo e sistemiamo le cariche. Un lavoro pulito. Entriamo ed usciamo. Attiverò l’esplosivo dopo che i sistemi di allarme per il riciclo dell’aria avranno indotto tutti gli operai ad uscire. Sapete cosa fare” ordinò Kirk sottovoce.
Nuhir lo raggiunse ed insieme si avviarono verso l’entrata della miniera.
Mentre scendevano, strisciando lungo le pareti rocciose, per raggiungere i punti dove sistemare l’esplosivo, Jim cercò ancora una volta di scacciare dalla mente le immagini delle ore di passione che avevano trascorso poco prima.
La donna invece non sembrava minimamente influenzata da quanto accaduto.
All’improvviso la giovane si fermò e bloccò con un gesto anche Jim.
“C’è qualcosa che non va” sibilò nel microfono.
 
“Dottore la prego di rimanere sempre dietro di me. Il nostro unico scopo è quello di perlustrare i luoghi. Cerchiamo di non farci scoprire” intimò Spock mentre si avvicinavano alla miniera.
“Posso sapere perché siamo venuti a cercare Jim proprio qui?” chiese McCoy, arrancando dietro il vulcaniano.
Spock  era atterrato con la navetta parecchio distante in un luogo disabitato ed impervio e McCoy era praticamente sfinito dalla lunga camminata, ma non l’avrebbe mai ammesso.
“Perché c’è una miniera di dexalithium” rispose il vulcaniano.
“E quindi…”
“Il dexalithium serve ad attivare la materia rossa” rispose ancora Spock, come se  fosse del tutto normale.
McCoy si bloccò ansimando.
“Cosa??? Vogliono ricostruire l’arma di Nero?” balbettò terrorizzato.
“Questa è la mia ipotesi” fece atono Spock.
“Oh mio Dio… e se la possono attivare da lontano…”
“Stia giù, ci stiamo avvicinando”
Il vulcaniano si gettò dietro una roccia, subito imitato dal medico.
Spock si accertò che la strada fosse libera prima di strisciare veloce verso l’entrata della miniera.
“Lei resti qui dottore!” intimò e senza aspettare una risposta si avviò all’interno.
 
“Ci sono troppe guardie” sibilò Nuhir.
Jim si guardò attorno ed effettivamente c’erano militari dappertutto.
“Forse sono solo le misure di sicurezza…”
“No, sono troppi e sono agitati. Sanno che siamo qui” ribatté Nuhir.
Non ebbe neppure il tempo di finire la frase che attorno a loro si scatenò l’inferno.
 
 
“Maledizione, ci hanno scoperto e ci vedono…. come cazzo fanno a vederci?” urlò nel microfono Phoenix uno dei restanti membri della squadra.
Immediatamente Jim e Nuhir corsero a nascondersi in un anfratto  nella roccia.
“Cosa cavolo sta succedendo???” chiese Jim, ma dal microfono arrivarono solo scariche e rumori di colpi sparati a ripetizione.
“Missione annullata. Uscite tutti e radunatevi al punto stabilito” ordinò Kirk, mentre scrutava alla ricerca di una via di uscita.
“Comando ci ricevete? Preparatevi a portarci a bordo” urlò poi cercando di sgusciare, con Nuhir dietro di lui, dal nascondiglio per guadagnare l’uscita.
“Ricevuto Eagle, quattro minuti al recupero, ma non ho più contatto con Phoenix e gli altri due” rispose la voce metallica.
“Phoenix ci sei???” chiamò Jim ottenendo in risposta solo urla e  colpi di phaser sparati in lontananza.
“Dobbiamo uscire” incitò Nuhir correndo fuori.
 
McCoy era rimasto nascosto dietro le rocce, maledicendo dentro di sé Spock, che era corso veloce ed elegante come un gatto e poi era entrato all’interno della miniera, senza neppure voltarsi una volta indietro.
“Aspetti qui… e che altro posso fare, maledetto folletto…” borbottò sempre fa sé e sé mentre cercava di calmare l’agitazione.
Intorno a lui i movimenti degli operai e delle guardie si intensificavano sempre più ed il medico cercò di appiattirsi quanto più possibile contro le rocce.
“Maledizione dove sei Spock?” si chiese il medico mentre si rendeva conto che la situazione peggiorava di minuto in minuto e rischiava di essere scoperto.
Poi la sua attenzione fu attirata da urla scomposte e grida di giubilo.
Cercando di non farsi scorgere alzò di poco la testa per vedere cosa stava succedendo.
Il cuore quasi gli si fermò.
Varie guardie romulane, tutte munite di uno strano visore, trascinavano  tre corpi esanimi, fasciati  in tute nere identiche a quella  che indossava Jim  quando l’aveva visto in Georgia.
Avevano tolto loro il casco ed uno dei due uomini, l’altra era una donna, era biondo.
McCoy fu preso da una paura irrazionale, era troppo lontano per vedere il viso… ma quell’uomo, gettato in terra, immobile, circondato dai romulani,  aveva la stessa altezza e corporatura di Jim.
“Oddio Jim…” si ritrovò a pensare.
Senza un briciolo di logica o ragionamento si alzò e prese a correre verso il gruppo.
L’unica cosa che aveva in mente era raggiungerlo, salvarlo, se non era ancora morto.
Non fece molta strada.
Dopo neppure un centinaio di metri un dolore fortissimo lancinante la raggiunse al fianco.
Neppure si rese conto di cadere  a terra a faccia in giù… era già tutto nero per lui.
 
La scena che si stava svolgendo davanti agli occhi di Jim, all’uscita della miniera, gli sembrò all’inizio frutto di un incubo,  uno di quelli spaventosi che aveva quando beveva troppo.
Non poteva essere Bones l’uomo che correva verso un gruppo di guardie romulane… non poteva, anche se avrebbe riconosciuto il suo migliore amico anche lontano un miglio.
Stava per lanciarsi in avanti quando un lampo di luce scaraventò Bones a terra.
“NOOOOO” urlò il giovane capitano, mentre incurante dei romulani, di Nuhir che cercava di fermarlo, della sua stessa vita, correva verso il corpo a terra. Il corpo del suo migliore amico, della persona cui era stato ed era più vicino nella vita.
Fu solo grazie a Nuhir, veloce e letale con il suo phaser che le guardie romulane vennero abbattute con precisione chirurgica.
“Non è possibile, non è possibile, non è vero” pensò Kirk mentre correva a perdifiato e si inginocchiava accanto al corpo immobile.
Con le mani tremanti si strappò il casco e lo buttò di lato.
“Bones…” provò a chiamare piano mentre lo girava delicatamente.
La vista della ferita sul fianco di McCoy gli provocò un moto di terrore profondo.
“Gesù Bones…” balbettò mentre cercava di sentire l’impulso alla giugulare.
C’era, ma era molto debole, il respiro flebile ed irregolare.
Bones stava morendo, stava morendo fra le sue braccia ed in quel momento.
“Nuhir aiutami” urlò disperato, mentre le lacrime si raccoglievano negli occhi.
“Kirk dobbiamo andare, Phoenix e gli altri due sono morti. Fra pochissimo ci saranno addosso”
“Devo salvarlo, Nuhir, sta morendo, non posso lasciarlo” urlò di rimando Jim.
“Non possiamo compromettere la missione. Comando,  due in risalita”
“NO!!! Io non vengo senza di lui!!!”
“Kirk  dovete  venire via di lì”  la voce di Tiger gli giunse netta e chiara.
“O risale con me, o io resto qui” fece Jim duro e deciso.
“Se ci prendono vivi non resisteremo alle torture, dobbiamo andare!!!”  rispose Nuhir con la rabbia negli occhi.
“Eagle vieni via!” urlò la voce nel microfono.
“NO!!! Non lo lascio” urlò a sua volta Jim, reggendo il corpo esanime ed insanguinato di McCoy fra le sue braccia.
Il suo migliore amico non respirava più quando finalmente il raggio del teletrasporto avvolse entrambi.
 




Grazie a tutti i lettori e ai recensori. E soprattutto grazie alla mia beta "indesiderata".
Mi spiace per la sporadicità degli aggiornamenti: cercherò di essere più veloce.
Spoiler per il prossimo capitolo.

“Io non so cosa provare ora che ti guardo” disse con voce strozzata dal pianto.
“Faresti bene ad odiarmi” fu la risposta secca.
  
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