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Autore: Noeru    28/10/2016    0 recensioni
"I BladeBreakers hanno un'amicizia in grado di fronteggiare le peggiori avversità, i cinesi sono una famiglia, gli americani si fanno reciprocamente il tifo alle partite e noi? Tentiamo di capire se una ragazza è fidanzata oppure no! è ridicolo!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai suoi piedi uno sconfinato pavimento a scacchi cosparso di frammenti bianchi e neri insanguinati; la regina nera ad una casella da lui.
Contro la sua volontà si mosse in direzione opposta e comparve il sensuale sprezzante re nero a cingerle i fianchi e prenderle il viso fra le mani.
"Non c'è niente di favoloso in te!" gli diceva, un riso cattivo gli deformava la faccia simile ad una grottesca maschera: "è inutile ci tenti!"
La sua risata cristallina gli riecheggiava nel cervello, melodia infernale.
Le ginocchia urtarono un quadrato nero sul quale caddero dense alcune gocce rosse.
Allungò freneticamente la mano alla ricerca dell'interruttore; Andrew dormiva tranquillo nel letto di fianco, scalciando il materasso di tanto in tanto; nemmeno nel sonno riusciva a stare calmo.
Lo specchio gli restituì arruffati capelli e vistose occhiaie mai avute prima di allora.
Rimase in contemplazione del soffitto scuro, ma le ombre seguitavano a formare quelle insopportabili immagini.
Forse Gianni, Olivier e Andrew avevano ragione: non la conosceva nemmeno e si stava rovinando la vacanza con inutili paranoie. Era la prima volta una persona lo faceva sentire in quel modo. E non aveva nemmeno una bellezza canonica, ma questo neanche lui.
I complimenti ricevuti in famiglia riguardavano sempre le sue capacità ed i suoi risultati accademici e le fanzine relative al beyblade lo definivano abile, forte e degno di essere un fuoriclasse, ma l'aggettivo "Bello" non era mai apparso.
Forse i compagni di squadra avevano sempre fatto finta di fregarsene del suo aspetto esteriore, ma in verità gliene importava eccome e si sarebbero tolti la vita piuttosto che condurla con un viso come il suo, mentre i genitori e la servitù del castello si erano fin da subito rassegnati di non avere a che fare con un Adone.
Il suo profilo veniva descritto come regale ed il portamento era elegante, ma l'assenza di quelle cinque lettere lo avvicinava pericolosamente alle sei che formavano il loro termine opposto e dispregiativo.
Nel Medioevo c'era sì tutta un'altra idea riguardo alla bellezza, ma chiunque non la rispettasse veniva denigrato o forzato a non esporsi. Forse in tale periodo storico sarebbe stato ritenuto bello? Oppure era tutto merito del prestigio e l'abilità strategica degli Jurgens, che senza le ricchezze sarebbero stati evitati al pari dei deformi?
"Non posso innamorarmi né sono innamorato...Non posso innamorarmi...né sono innamorato...Non posso..." Ripeté ad un sé stesso sempre meno convinto. I problemi non erano tanto il batticuore, le farfalle nello stomaco e la minor lucidità, ma le reazioni dei compagni ed il loro scarso contributo a farlo sentire meglio: Gianni e Andrew ci ridevano sopra alla stregua di una storiella, Olivier non sapeva cosa consigliargli a causa della sua inesperienza e capitava che si lasciasse coinvolgere dall'italiano.
Gli era stato detto crescendo le sue paure sarebbero diminuite, ma era insicuro e attribuiva peso persino al giudizio degli amici.
Appena sprofondato una cuscinata lo riportò alla realtà.
"Ralf, sveglia! è già mattina!" Erano arrivati ieri a Stoccolma, seconda tappa del loro giro.
"Andiamo! Non piangerti addosso! Oggi è un nuovo giorno!" Olivier era peggio di Takao riguardo ad ottimismo inopportuno; non si era ancora trovato a fronteggiare ostacoli più grandi di lui e le sue idee sul mondo a volte risultavano fuori da esso, come se risolvere i problemi costasse meno fatica che in realtà.
Fosse stato facile almeno.
Il britannico gli balzò addosso: "Insomma! Cosa dobbiamo fare per farti passare il cattivo umore?"
"Lasciarmi in pace!" Spegnere il cervello era l'unica via per rasserenarsi.
In solitudine si autocommiserava; insieme agli altri era oggetto di prese in giro, essendo stato a lungo una statua senza sentimenti a detta loro.
"Ci sono!" Ci si mise Gianni: "Ti canterò la canzone della felicità!
Se allegro vuoi diventare
Al violino non devi pensare
Perché già c'è un ragazzo biondo...che...
Al quale sarai eternamente secondo! E non sono io!"

Olivier lo seguiva con le mani ai lati della testa, simulando un particolare accessorio sfoggiato dall'artista sia nel video che sul palcoscenico formato da due sporgenze nere seghettate collocate in corrispondenza delle orecchie.
"Stavo scherzando!" Il biondo poggiò una mano sulla spalla del tedesco: "Non prendertela! Ci accontenteremo della sua amica trascurata" Il romano ne ricordava viso lentigginoso e lunghissimi capelli castani di fianco a Jens sul manifesto.
Aveva un'aria malinconica e rassegnata ad essere l'ombra della biondina.
Nel corso della sua carriera di Tombeur de femmes ne aveva incontrate a decine, di ragazze piacenti che si accompagnavano ad amiche meno belle per risaltare il loro fascino, ma anche viceversa: tipe alquanto sciatte intente a prendere lezioni di interazione con il genere opposto da conoscenti ben più sgamate, pertanto era quasi certo i ragazzi non degnassero quella castana di uno sguardo.
"Mi spiace essere cinico!" Andrew mostrò loro delle foto trovate sul telefono ritraenti Jens in compagnia della suddetta ragazza: sorridenti, mentre lei suonava la chitarra in riva ad un lago, ad imitare due attori in una scena iconica a bordo di una nave.
"Ora capisco la sua reazione con le fan a Copenhagen! Però che gusti..." Olivier non trovava alcun elemento attrattivo in lei: il mento era troppo appuntito? Oppure il naso eccessivamente dritto? O la corporatura, ancora molto acerba per essere in piena adolescenza, nella quale pareva non sentirsi a proprio agio sebbene fosse ciò che le maggiori testate di moda agognavano?
Chanel, YSL, Vuitton cercavano per le loro sfilate ragazze che fossero attraenti e belle, ma non Barbie perfette ed inespressive ed in una città come Parigi chiunque avrebbe aperto le porte alla particolarità della castana, dovuta alla miriade di lentiggini che occupava il suo volto.
"Basterebbe si vestisse più femminile e usasse il fondotinta per quelle lenitiggini! Un pochetto sono carine, ma così sembra abbia la varicella!" Osservò l'italiano. Nella sua mente si stava sviluppando già un progetto di trasformazione dalle ciocche color caramello alle suole delle usurate scarpe da ginnastica visibili su un opuscolo recante tutte le informazioni sulla data in Svezia del tour dei Northern Lights.

"I Bladers nordeuropei sono pronti a replicare il successo di Copenhagen! Dopo una coinvolgente e straordinaria performance di danza, Jens Christensen cede il trono a Lars Eriksson, giovanissimo virtuoso della chitarra pronto a stupirci coi suoi assoli!
Lo stoccolmese non è estraneo al successo: I complimenti da parte di musicisti del calibro di John Petrucci e Joe Satriani non si sono fatti attendere ed il campione svedese può già vantare una sua Signature Guitar chiamata Kraken-V.
Fra i suoi miti spiccano Jimmy Page, Jimi Hendrix e il chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood"


"Ah, si chiama Lara" Gianni accartocciò il foglietto e fece canestro nella pattumiera
"Veramente Lars è un nome..." Lo corresse Ralf, avendo conosciuto diversi uomini aventi tale prenome.
"La traduzione locale di Lara. Se fossi nato in Inghilterra mi chiamerei John, tu Olivier saresti Oliver e Andrew, dalle mie parti il tuo nome sarebbe Andrea. I conti tornano!"
Il capitano crollò senza risposta. Il secondo sogno lo aveva sfinito ancora più del primo. Nemmeno durante la notte Jens Christensen cessava di ricordargli la propria superiorità e il possesso del cuore della violinista.
"Lasciamolo riposare ancora un po'. Si arrangerà..." Se voleva Andrew sapeva dimostrarsi comprensivo.
Peccato succedesse una volta su un milione; le altre centinaia di migliaia non si preoccupava troppo degli altri e si serviva del sarcasmo come arma.
"Dovremmo distrarlo. Non andiamo al concerto stasera. Lei sarà presente" propose Gianni.
"Non la sopporto!" lo scozzese incrociò le braccia: "Da quando Ralf l'ha vista non è più in sé!" Anche lei era una blader, aveva visto allo spettacolo la notte precedente, e a trovarsela come avversaria ci sarebbe andato giù con il triplo della forza usata contro Kai. Senza pietà, ma almeno il suo amico avrebbe recuperato la coscienza.
"E che vorresti fare?" Olivier mostrò interesse; sarebbe stata un'altra occasione per divertirsi insieme ai compagni, conoscendoli meglio.
"Semplice! Acquistare cibarie, DVD e passare la serata in albergo!" Il piano del romano, nella sua mancanza di congetture, aveva buone probabilità di funzionare.
Ed era già stato messo in pratica.
"Non abbiamo più dodici anni!" Sbuffò il rosso.
"Se ci procuriamo un film horror davvero inquietante gli resterà impresso e se la dimenticherà!"
Iniziarono la loro spesa, dividendosi secondo una lista elaborata al ristorante.
Il salato toccò al biondo mentre Olivier avrebbe scelto i dessert e Andrew da bere; non fecero caso alla canzone in voga sulla radio finché un sonoro pestare di piedi giunse alle loro orecchie.
Sorpresero Jens terminare una piroetta scendendo in ginocchio, incrociando le gambe e saltando all'indietro per riatterrare col braccio sinistro teso in un ampio ringraziamento nei loro riguardi ed un sorriso orgoglioso.
Sembrava averli riconosciuti.
La ragazza castana, pigiata contro ad uno scaffale di lattine, sembrava conoscere già la coreografia. Un consunto e largo maglione verde petrolio e dei Jeans strappati sulle rotule aguzze avvolegevano il suo corpo esile mentre una smorfia di disagio le si formava sul volto.
"Patetico! Si denota la sua incapacità nel conquistare una donna!"  Gianni lasciò cadere i sacchetti e le s'inginocchiò al cospetto, ma le sue dita lunghe e magre gli lasciarono un vistoso segno rosso sulla guancia sinistra: "Il mio nome è Lars! E tu non sai distinguere un violino da un ukulele!"
"Lars Eriksson? Chitarrista prodigio?" Non avevano associato la faccia alla persona: credevano avesse alcuni tatuaggi, capelli ondulati e fosse più alto.
Gli occhi del musicista erano due fessure ambrate: "In persona!" Era già capitato qualche idiota tentasse di corteggiarlo credendolo una fanciulla, ma mai a tali livelli e aveva col tempo imparato a tenerli alla larga; non avrebbe mai rinunciato al suo stile.

Ralf uscì nel pomeriggio.
Il tempo era abbastanza piacevole per una corsetta all'aperto.
Negli occhi esclusivamente i centimentri quadrati davanti a sé; il contacalorie attivato e spense ogni legame col mondo.
Incrociava di tanto in tanto altri corridori: un'anziana coppia nelle loro tute risalenti agli anni 90, il giovane ambizioso maratoneta, l'amante dello sport in calzoncini.
immerse la faccia tra le mani strabordanti d'acqua pregando il freddo di cancellargli il rossore dagli zigomi: non era solo la fatica.
Poco lontano una conversazione animata attirò la sua attenzione: "Avevo già incontrato quei tre degli European Dreams l'altra notte! Il quarto allo spettacolo c'era, ma se n'è andato quando è entrata Henriette..." Riconobbe il suo rivale in amore. E c'era anche il suo androgino amico.
"Non a tutti può piacere! I nostri vicini sono abituati a poltroncine vellutate rosse-oro..."Il tedesco avrebbe voluto rispondergli la colpa era della sua depravazione e della sua incapacità di tenere le mani a posto.
Un brivido percorse la schiena di Lars nel momento in cui vide quel giovane uomo a grandi linee più grosso di loro due messi insieme fissarli in cagnesco. Il naso aquilino e le folte sopracciglia ne evidenziavano l'aria truce: "Vi state sbagliando!"
Jens lo guardò dritto negli occhi astioso: doveva solo provarci ad alzare un dito su Lars approfittandone della sua taglia.
Quando era in giro col suo amico la ricezione del pericolo aumentava esponenzialmente; già il castano veniva trattato male in famiglia. Non poteva permettere accadesse anche all'esterno.
Ricordava ancora il blader nobile voltarsi e farsi spazio tra la folla in delirio...Aveva almeno una vaga idea di dedizione e preparazione atletica dietro anche ai più banali salti? Quando aveva visto Ralf Jurgens trionfare ai campionati europei e tedeschi di beyblade, il ballerino ne aveva immaginato ogni sforzo costituente un piccolo passo diretto a quell'esito, frutto non solo dell'opulenza di famiglia.
"Sono stato poco bene e ho dovuto tornare in albergo prima..." Il parlato del campione europeo si affievoliva parola per parola; odiava mentire, ma ammettere l'infatuazione avrebbe scatenato il finimondo: "Tu e quella ragazza formate una coppia..."
Dentro Ralf avrebbe voluto essere già morto; il danese stava sfoderando uno dei suoi bislacchi sorrisi, ennesima conferma di vincitore e perdente di un cuore femminile.
"Io ed Henriette?" Jens si chiuse ancora di più nella sua difensiva: "Non sono affari che ti riguardano! Per caso speravi di combinarci qualcosa?!"
Colpito e affondato.
A quelle parole Ralf non poté che girarsi e tornare sui suoi passi; il danese aveva il coltello dalla parte del manico e doveva tenerci con la vita alla sua compagna.
Un'altra differenza con Gianni: se l'italiano era il primo a non porsi problemi quando doveva far conoscere le ragazze ai suoi amici, Jens sembrava un tipo geloso e possessivo.
Conoscere altro di lei oltre al suo nome sarebbe stato impossibile.


LINK:
Da dove mi è nata l'ispirazione per la scena di Jens al supermarket (perdonate l'elevata zarraggine delle canzoni):

https://www.youtube.com/watch?v=lOG35semaIk





 
   
 
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