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Autore: Danmel_Faust_Machieri    29/10/2016    1 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.D.A. Danmel_Faust_Machieri: Come già dicevo questo capitolo sarà anomalo perché scritto esclusivamente da me senza l'aiuto di Djianni. Spero che questo problema si risolva al più presto fino ad allora vi auguro una buona lettura nella speranza che, seppur scritto a due mani, questo capitolo sia di vostro gradimento. 
Grazie

Sul retro della scuola si trovava un piccolo parchetto in cui i ragazzi si trovavano dopo le lezioni e si fermavano lì a chiacchierare e ridere. Quello spiazzo d'erba con qualche albero era anche il luogo in cui si svolgevano gli allenamenti dei vari combattenti sotto l'occhio attento di Alessandro. Il barbaro, che sin dall'inizio aveva paura a rapportarsi con i ragazzini, si trovò subito a suo agio: scherzava con i bambini, sapeva quando essere serio, faceva fare gli esercizi migliori a seconda dell'arma utilizzata, tutto questo gli veniva quasi naturale, come se non avesse mai fatto altro. E i ragazzi apprezzavano moltissimo questo suo modo di porsi: lo vedevano come un fratello maggiore e seguivano i suoi insegnamenti come quelli di un nonno saggio e deciso. 
"Ok, ok… Fermatevi pure!" disse Alessandro ai ragazzi che avevano appena concluso il loro quinto giro di corsa intorno al parchetto "Allora… Oggi proveremo le mosse caricate allora… Innanzitutto afferrate saldamente l'arma con entrambe le mani in questo modo" il bardo prese lo spadone e lo impugnò davanti a sé tenendo la mano sinistra sopra la destra; i ragazzi assunsero la posa del maestro reggendo saldamente mazze, spade, spadoni, bastoni e affini. "Mooolto bene, adesso, a seconda della vostra arma dovete assumere una determinata posa: ad esempio, quelli che come me possiedono uno spadone o una spada, devono portare indietro il baricentro sostenendo il vostro peso con la vostra gamba dominante che dovete tenere leggermente indietro rispetto alle spalle, poi tenete la spada, o lo spadone, sul fianco e, quando vi sentite pronti, eseguite l'affondo usando la spinta della gamba in questo modo" e, dicendo questo, Alessandro eseguì l'affondo fendendo l'aria davanti a sé. 
"Bene, ora provate un po'… Invece, voi con mazze e bastoni dovete caricare il colpo dietro alla vostra nuca e poi sferrare il colpo dall'alto verso il basso; voi altri…" e il barbaro continuò così a spiegare ai vari giocatori che erano radunati davanti a lui: la maggior parte di loro erano ragazzini piccoli e ragazze di 15 o 17 anni (di cui alcune molto carine) mentre gli altri erano adulti o ragazzi. Alessandro iniziò a girare tra i vari giocatori, mentre questi provavano ad eseguire l'attacco potente, impartendo consigli o indicazioni su come migliorarsi; loro lo ascoltavano, cercavano di seguire i consigli, qualcuno cadeva perché si sbilanciava troppo, altri si sedevano stanchi per terra e ripassavano a mente le istruzioni impartite.
"Dai ragazzi!" Li incitò il maestro poggiandosi allo spadone conficcato nel terreno "Un'altra ora di allenamento e poi siete liberi!"

Mentre al primo piano le lezioni procedevano Linton e Camilla stavano esplorando una nuova zona del piano appena sbloccato. Le due ragazze si trovavano difronte a dei lucertoloidi di taglia media armati di alabarde e lance; il generale cercava di tenere a bada due di loro invece Camilla scagliava incantesimi a destra e a manca senza prendere la mira, senza pensare, come se fosse andata in un qualche berserk. Linton guardava gli occhi della ragazza: erano vuoti, vitrei, come se da essi fosse stata strappata ogni forza, ogni sentimento, ogni scintilla di luminosa speranza; Camilla stava perdendo il controllo di sé. Un lucertoloide stava per colpirla alle spalle con la lancia ma lei era troppo presa dal suo impeto per accorgersene; Linton vide quell'attacco e, liberandosi dei suoi avversari, intervenne per salvare la ragazza, in mezzo a quella tempesta di fendenti il capitano fulminò con lo sguardo la maga che non risentì minimamente di quegli occhi severi.
"Cosa diavolo ti è preso?" disse il generale riponendo la sua spada dopo aver concluso lo scontro.
"Scusa" rispose lei con tono piatto come se quel rimprovero le fosse semplicemente scivolato addosso.
Linton osservava la ragazza e capiva che c'era qualcosa che non andava ma non sapeva come farle tirar fuori quel qualcosa. Poi capì: si avvicinò alla ragazza e l'abbracciò sussurrandole all'orecchio "Sai che con me puoi parlare"
Camilla inizialmente era restia a quell'abbraccio, voleva sottrarsi ad esso, ma, quando sentì le parole del generale, sciolse il nodo di lacrime e parole che le bloccava l'anima. Pianse, versò tutte le sue lacrime e, poiché i suoi occhi si sfogavano, la voce volle fare altrettanto "Ni-Ni-Nicolò vuole restare in questo mondo"
Linton sbarrò gli occhi incredula e la strinse più forte poi le domandò "Sei sicura che le cose stiano così?"
La maga si asciugò gli occhi e rispose "L'ho visto a lezione… Sorrideva come mai l'ho visto sorridere… È veramente felice qui…" pianse ancora e poi aggiunse "Linton… Posso unirmi alla tua gilda?"
Il generale fu sconvolta da quella richiesta così improvvisa "M-ma… Mineritt…"
"Ti prego Linton" disse la ragazza fissando gli occhi della paladina con i suoi ancora gonfi di pianto.
"Va bene…. Ma prima devi separarti dalla tua gilda attuale ed è un'operazione che solo uno dei capigilda può fare quindi, prima di tutto, devi parlare con Ashel o con Orpheus poi potrai venire da me" sorrise Linton consapevole che una chiacchierata con uno dei due avrebbe probabilmente sistemato le cose.

Il giorno seguente Camilla si stava recando al portale per trasportarsi rapidamente al piano 0 quando avvenne qualcosa di particolare: il cielo di tutti i piani e di tutte le zone (come avrebbero confermato altri giocatori dislocati in varie locati) venne coperto da delle icone rosse con sopra riportata la scritta "Avviso", nello stesso momento si aprirono davanti a tutti i giocatori una schermata d'avviso ed una voce risuonò per i vari piani "Attenzione: nel giorno di domani, dalle ore 00:00 alle 23:59 verra effettuato un aggiornamento di sistema. Tutti i piani saranno soggetti a questo aggiornamento ad eccezione del piano 0; siete dunque invitati a non uscire da esso. Grazie per l'attenzione". Dopo aver ascoltato l'avviso (il quale si ripeté per 3 volte) Camilla si avviò verso la Città d'Inizio senza pensare minimamente a quali sarebbero state le conseguenze di quell'aggiornamento. 
Non appena la maga si trovò all'interno delle mura della città notò che questa si stava rapidamente affollando, iniziò a scivolare attraverso i vari giocatori decisa a raggiungere il prima possibile la scuola. Non avrebbe mai voluto parlare con Nicolò ma non era riuscita a rintracciare Claudio in alcun modo quindi non gli restava altra scelta se non quella di parlare con il bardo riguardo il suo abbandono della gilda. Stava avanzando così, soprappensiero, quando urtò distrattamente contro un giocatore facendolo cadere a terra.
"Ah! Mi scusi" disse la ragazza voltandosi verso di lui e porgendogli la mano.
"Mineritt?" domandò lui guardandola e, anche lei, lo riconobbe.
"Symon!"
"Cavoli non pensavo che sarei riuscito a beccare voi della gilda in questo gran casino" disse con leggerezza Riccardo mettendosi in piedi.
"Sono tutti qui a causa dell'aggiornamento?" ipotizzò osservando quella folla che continuava a muoversi e ad aumentare.
"Penso proprio di sì… Sarà meglio allontanarci, c'è troppo casino qui… Vieni andiamo alla sede dei chierici"
Riccardo afferrò la mano di Camilla e la condusse attraverso vie strette e secondarie in modo da evitare quella folla delirante finché non arrivarono davanti al portone che, ormai, era entrato nella quotidianità del chierico. In quello stesso momento la maga si accorse di una cosa: accanto alla porta era appesa una specie di bandiera con raffigurato sopra un serpente che si avvinghiava intorno ad un bastone; Camilla non aveva mai visto quell'insegna. Non appena furono all'interno dell'edificio salirono un paio di scale ed entrarono in una stanza di media grandezza arredata alla ben e meglio con strumenti alchilici, piante dai colori assurdi, un grande tavolo, un paio di sedie, due divanetti ed una brandina sulla quale Izanog stava sonnecchiando tranquillo. 
"Siediti dove ti trovi meglio" disse Riccardo all'amica. Lei si mise a sedere sul lato destro di uno dei due divanetti "Anche tu sei venuta qui dopo aver sentito dell'aggiornamento?" continuò il ragazzo appoggiandosi al tavolo.
Camilla non voleva dire la verità al chierico quindi si limitò a confermare la sua ipotesi con un cenno del capo.
"Capisco… Purtroppo tutti i giocatori ancora in vita stanno venendo di massa in questo piano quindi si rischia che le varie taverne delle città non riescano ad ospitarli tutti esattamente com'è successo agli inizi del gioco. Per questo la gilda Aesculapii e la gilda Scuola di Berthyn stanno cercando di creare dei posti letto all'interno della città… Allo stesso tempo è stata istituita un'altra gilda chiamata Guardie Notturne; sono un gruppo di giocatori che sorvegliano le strade e proteggono i giocatori più indifesi…"
Camilla ascoltava attentamente i discorsi di Riccardo però l'aveva colpita soprattutto una parte di quel che aveva appena detto "La gilda Aesculapii e la gilda Scuola di Berthyn?"
"Ah sì… Avrai notato il simbolo accanto alla porta d'entrata, quello è il logo della gilda Aesculapii: il bastone di Esculapio; è una gilda che ha creato Antigone per raccogliere i vari chierici qui presenti. La gilda Scuola di Berthyn è invece stata istituita dai ragazzi che hanno fondato la scuola in cui insegnano Nicolò, Alessandro e Lorenzo"
La ragazza si sentì una stretta al cuore: anche Riccardo e gli altri si erano uniti ad altre gilde… Senza dare un preavviso, senza dire una parola… Stava per andarsene via furiosa quando, all'improvviso, qualcuno bussò alla porta.
"Avanti!" disse Riccardo mentre digitava il comando per aprire la porta.
"È un peccato che non si possano aprire le porte fregandosene di tutto e tutti come in pokémon" con quella frase sarcastica fece il suo ingresso nella stanza Lorenzo vestito con una lunga unica da monaco.
"Ah! Non pensavo che ci fossi anche tu Camilla" sorrise lui "Comunque, Riccardo, sono qui per dirti che noi abbiamo finito di preparare le zone letto nella scuola, voi come siete messi?"
"Abbiamo sistemato tutte le stanze libere che abbiamo tenendone libera qualcuna in caso di emergenze… Non si sa mai… Siamo tutti sullo stesso piano quindi ci devono essere per forza anche loro…"
"Hai pienamente ragione…" assentì Lorenzo e quelle parole non dette "A questo punto vado, devo ancora sistemare due o tre cose… Ah! Giusto! Mi stavo dimenticando!" il monaco aprì il suo inventario e, digitando un paio di comandi, fece apparire davanti al chierico l'icona "Accetti regalo da Hamlaf?" Riccardo accettò e ricevette così una scorta abbondante di piante medicinali "Nicolò mi ha detto di fartele avere, dice che ormai noi abbiamo una bella scorta di pozioni e queste gli sono avanzate"
"Fantastico, ringrazialo sia da parte mia che da parte di Antigone" rispose Riccardo sorridente "E digli anche che se non viene a cena il prima possibile Antigone continuerà a ripetermelo fino allo stremo"
"Non ti preoccupare, gli farò sapere… Bene ci vediamo presto ragazzi!" concluse Lorenzo salutando ed uscendo dalla stanza.
Camilla sarebbe voluta uscire in fretta da quella stanza già mentre i due stavano discutendo ma si era trattenuta quindi aspettò qualche secondo dopo la sortita di Lorenzo e, salutando distrattamente Riccardo uscì. Qualche istante dopo Riccardo ricevette nella stanza Antigone "Ehi Symon ho incontrato Mineritt sulle scale, l'ho salutata ma lei non si è accorta di me… Ha qualcosa che non va?"
Il chierico stava osservando dalla finestra l'amica uscire dall'edificio e prendere la strada verso la scuola "Non ne ho idea… Ma spero che abbia modo di parlare presto con Orpheus…"
"A proposito di Orpheus" iniziò a dire Antigone "Quando viene a cena?" a questa domanda fece seguito solo il facepalm di Riccardo.

Camilla stava procedendo lungo la via del mercato cercando di evitare ogni incontro ma, ad un certo punto, si accorse che Lorenzo si era fermato a parlare con un NPC negoziante. La ragazza decise allora di nascondersi dietro una bancarella per evitare quell'incontro. 
"Camilla!" urlò però il ragazzo mentre finiva l'affare col mercante.
La maga sospirò ed uscì dal suo nascondiglio con dipinto in volto il sorriso più falso del mondo.
"Stai cercando di raggiungere la scuola? Dai vieni con me che ti accompagno!" sorrise lui.
Camilla voleva declinare l'offerta ma sapeva che non poteva addurre alcuna scusa quindi decise di seguire il ragazzo. Lorenzo avanzava lungo le strade salutando giocatori che si erano stabiliti a titolo definitivo in quella città già da qualche mese: mercanti, guardie e altro.
La maga cercò di trovare un argomento di discussione "Hamlaf scusa ma prima, con Symon,  stavate parlando di "loro"… a chi vi riferivate?"
Lorenzo divenne subito serio in volto "Durante una ricognizione io, Alessandro e Nicolò stavamo esplorando il Monte Ghiacciato e abbiamo visto alcuni gruppi di giocatori aggirarsi lì intorno. La cosa ci sembrava sospetta e abbiamo dunque pensato di sorvegliare la zona e abbiamo scoperto che quei giocatori continuavano a fare avanti e indietro da quella zona… Allora ci siamo nascosti e abbiamo scoperto che si erano votati alla covenant del Fiocco Scarlatto…"
"Ma quella è una covenant che potrebbe portare ad uccidere altre persone!"
"Esatto… Noi però, in buona fede, abbiamo pensato che loro non sapessero a cosa stavano andando incontro ma invece… Da quel momento il numero di morti è cresciuto e sono iniziate a serpeggiare voci riguardo gilde che hanno iniziato a uccidere anche gli altri player…"
"Ma come?! Ma è una cosa senza senso?!" iniziò a dire Camilla sconvolta dalla notizia.
"Non è senza senso… È una cosa sbagliata! Questi giocatori stanno uccidendo delle persone…"
"Ma perché lo fanno?"
"Non ne ho idea… Certo… Quando uccidi un giocatore hai diritto ha prendere ciò che vuoi dal suo inventario e, se per di più, lui è a capo di una gilda puoi saccheggiare la cassa comune… Probabilmente, a questo, alcuni giocatori che vedono gente con oggetti più potenti o affini sono portati a pensare che, con quegli strumenti, sia più facile per loro sopravvivere anche se questo significa… Uccidere altre persone…"
"Non posso credere che esistano persone che ragionino in questo modo…"
"Purtroppo è un ragionamento che esiste anche nel nostro mondo… Mors tua uita mea…"
"Stai giustificando questo modo di fare?!" domandò furiosa la ragazza.
"Assolutamente no! Camilla come puoi pensare una cosa simile!?"
"Mah… Io non so più cosa pensare di voi…" E, dopo aver proferito quelle parole, la ragazza corse voi verso la scuola.
Lorenzo bestemmiò a denti stretti "Ah… Sofia… Non puoi sapere qui dentro che casini…" sospirò poi guardando il cielo che lentamente si stava rannuvolando.

Camilla era finalmente arrivata difronte alla porta che portava nello studio di Nicolò, aveva il cuore che le batteva forte e un nodo alla gola e tutto dipendeva da un fremito di rabbia. Stava per bussare alla porta quando questa si aprì improvvisamente e ne uscirono tre ragazzine, probabilmente di 16 anni, che stavano salutando il ragazzo. Quando le tre si accorsero di Camilla la guardarono con sdegno e una di loro disse "Professor Orpheus! Non aveva detto che c'era bisogno di avvisarla un giorno prima per vederla in privato?"
"Certo… perché?" rispose lui da dentro lo studio.
"E non aveva anche detto che aveva finito i ricevimenti per oggi?"  domandò un'altra ragazza mora.
"Certo, certo… perché?" tornò a dire Nicolò.
"E allora chi è questa?" domandò la terza ragazza.
Nicolò si affacciò dalla porta e vide Camilla "Mineritt! Che piacere rivederti" sorrise lui "Entra pure, voi andate pure e mi raccomando per domani ripetete la scuola umbra…"
"Certamente professore" risposero le tre ragazze all'unisono con un sorriso smagliante e poi fulminarono Camilla con uno sguardo assassino prima d'andarsene.
"Camilla!" iniziò a dire il bardo chiudendo la porta "Cosa ci fai qui? Non sei in missione con Linton oggi?"
"No, no… Sono qui per…" ma la ragazza si interruppe vedendo una grande macchina posta vicino alla scrivania del ragazzo "Ma quella cos'è?"
"Ah questa?" disse Nicolò battendo con una mano la macchina "È una stampa a caratteri mobili… L'ho creata raggiungendo il livello massimo nell' "Area di Competenze" Artigianato Libri! Così mi è più facile preparare i testi per le lezioni" il ragazzo afferrò un libro, lo aprì, si accostò alla stampa e, dopo che gli comparve davanti una tastiera, inizio a trascrivere il testo del libro, quando ebbe finito la stampa entrò in azione e fu pronta una copia della prima pagina della Vita Nova di Dante.
"Ah capisco… Hai investito i tuoi punti per i tuoi studenti…"
"Scusa Camilla?" domandò lui confuso.
"Niente… Ascolta…" la ragazza deglutì "Voglio lasciare la gilda"
Nicolò si fermò improvvisamente "Va bene" disse "Ma prima…"
"Prima vuoi dirmi che tu hai già lasciato la gilda?"
Nicolò si voltò con lo sguardo dubbioso "Cosa?"
"Linton mi ha spiegato che per uscire da una gilda bisogna avere l'accordo del capofila e Riccardo mi ha spiegato che qui al primo piano sono state formate tre nuove gilde tra cui una in questa scuola a cui te, Lorenzo e Alessandro vi siete uniti e una di chierici dove ci sono Antigone e Riccardo"
"Riccardo ti ha detto proprio così?" domandò il ragazzo tornando a scorrere l'indice lungo le librerie.
"No, mi ha parlato solo delle gilde ma ho intuito il resto"
"Capisco… Allora bene così" Nicolò aprì il suo menù e, dopo aver digitato un paio di comandi, davanti alla ragazza comparve un messaggio "Uno dei tuoi capigilda (Orpheus) ti ha invitato ad uscire dalla gilda (Vitriol; membri attuali: 8). Accetti?"
Camilla guardò quel messaggio ed ebbe un tuffo al cuore: Nicolò era ancora un capogilda! E i componenti erano ancora 8! Nessuno se ne era andato; erano tutti ancora lì. Tutto questo voleva dire che si era sbagliata… Scoppiò a piangere e si coprì gli occhi con le mani. Nicolò versò due tazze di tea e si mise a sedere sul divano accanto alla ragazza e disse "Ora hai voglia di dirmi cosa succede?"
La ragazza cercò di asciugarsi le lacrime con la parte terminante delle maniche del vestito e iniziò a esternare tutti i suoi dubbi; tutti però ruotavano intorno alla stessa apparenza: quel loro essere felici all'interno di quel mondo. Nicolò ascoltava tutti quei discorsi, quello sfogo fatto di parole e lacrime in cui ribolliva la forza di una donna che non aveva mai chinato il capo difronte agli altri, e, al termine di essi, il bardo si mise a ridere.
"Che cavolo ridi?" disse Camilla mentre si asciugava le ultime lacrime.
"Sei una stupida… Davvero credevi che ci saremmo dimenticati del nostro mondo?"
"Ma allora perché siete qui fermi?"
"Perché amiamo alla follia quel mondo e non possiamo stare lontani da lui… E allora lo portiamo qui, per averlo accanto anche quando combattiamo… Se non avessi avuto modo di leggere le parole del nostro mondo avrei davvero ceduto a questo… E non solo… Avrai sicuramente sentito dei vari giocatori che ne stanno uccidendo altri, questo sta avvenendo solo perché molti stanno dimenticando qual è la diritta via, perché stanno dimenticando il loro vero mondo… È per questo che stiamo insegnando, per questo cerchiamo di portare qui quel mondo!"
La ragazza ascoltò quelle spiegazioni e finalmente capì, capì i loro perché e pianse per la felicità di aver capito che Nicolò e gli altri non erano mai andati via.  
"Ma mi puoi spiegare perché l'altro giorno in aula eri così raggiante?" domandò ancora Camilla.
"È la letteratura che mi rende così felice… Parlare di Dante, Foscolo, Manzoni, Carducci mi riempie di gioia! Mi fa sentire felice come quando… Quando…" Nicolò sospese le sue parole ricordando qualcosa di lontano, qualcosa che lo fece sospirare.
"Come quando stavi con Teresa; vero?"
"Già…" disse Nicolò.
"Ascolta… So che per te è difficile ma… Non è che ti andrebbe di raccontarmi come vi siete conosciuti?"
Il bardo ripensò a quella storia, alla sua storia e sorrise; doveva mostrare a Camilla quanto tenesse a lei e non c'era modo migliore che condividere con lei la sua storia.
"Era il 9 giugno; io e la mia famiglia eravamo partiti per stare qualche settimana in campagna dai miei nonni. Prima di partire pensavo che avrei trascorso tutte le mie giornate a pazzeggiare e a discutere con Lorenzo ma la mia libertà fu sconvolta tutto d'un tratto. Quello stesso pomeriggio stavo leggendo il Saul di Alfieri sotto un cipresso mentre ero steso sull'erba di un leggero pendio poco lontano dal casolare dei miei quando mia nonna mi venne a cercare chiedendomi di fare una corsa in paese a prendere della verdura per quella sera. Accettai al volo nella speranza di vedere presto Lorenzo e di avvertirlo del mio arrivo. Il negozio di frutta e verdura rimane in una viuzza vicino alla piazza di quel paesino quindi, una volta fatte le mie commissioni, siccome il pomeriggio c'è sempre poca gente in giro per quelle strade, decisi di fare due passi. Mentre passeggiavo, ad un certo punto, qualcuno che stava annaffiando le piante su un balcone mi fece cadere addosso dell'acqua; non ricordo esattamente cosa bofonchiai in quel momento ma ricordo che alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi per la prima volta… Lei si stava per scusare, io stavo per insultarla ma tutto si fermò, tutto venne fermato da quello scambio di sguardi. Rimanemmo lì fermi come due bischeri a fissarci poi, in un tempo che non c'era più, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, sorridemmo l'una all'altro. Lì il mio cuore fu vinto e in quello stesso momento il furor mi accese l'anima; stavo per chiederle come si chiamasse ma la speranza di incontrare Lorenzo, in quel momento, divenne realtà e, dopo che questi mi chiamò alle spalle, lei sparì. Quel pomeriggio ebbi la testa da un'altra: non pensavo a quando prendere o no mentre giocavo a scopa, non sapevo dove controbattere nelle discussioni di letteratura e non sapevo quando voltarmi a seguire con lo sguardo le ragazze che Lorenzo mi additava… Pensavo solo a lei" mentre raccontava queste cose Nicolò sorrideva con il sorriso di chi ricorda il momento più bella di tutta la sua vita a distanza di anni "Due giorni dopo, in paese, ci fu una festa e i miei decisero di andare a vedere un po'… Io ero molto restio all'idea, data la mia agorafobia, ma presi con me qualche foglio e la mia penna e li seguii. Raggiungemmo in breve tempo la piazza dove era raccolto, praticamente, tutto il paese; io quasi subito iniziai a sentirmi male quindi mi separai dalla mia famiglia e mi ritrovai in un piccolo parchetto con un paio di altalene, un tavolino sgangherato e due lampioni che emettevano una luce tremante. Mi sedetti su un'altalena e inizia a scarabocchiare qualche verso sul un foglio, scrissi di ciò che avevo in mente cioè di quella ragazza vista per sbaglio e che per me, ancora, non aveva un nome… Scrissi di getto qualche terzina poi, preso da quella stretta al cuore, alzai lo sguardo al cielo: la luna mi fissava in tutta la pienezza del suo candore e, quasi fosse la cosa più normale del mondo, iniziai a parlarle utilizzando le parole di Leopardi; ripetei il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia mentre intorno a me regnava l'oscurità scalfita dal riverbero di quei due lampioni, un'oscurità che credetti solitaria ma, dopo aver pronunciato le parole "Perché reggere in vita / chi poi di quella consolar convenga?", comparve una voce che seguì la mia e iniziò a dire "Se la vita è sventura, / perché da noi si dura?" e proseguì. Allora mi voltai e vidi quella ragazza senza nome sedersi sull'altalena accanto alla mia; lei, come me, stava fissando la luna e pronunciava quelle parole non con le labbra ma con il cuore. Non volevo rovinare quel momento, quindi tornai anche io a fissare quel candido fuoco e alternammo le nostre voci in una danza immobile, in una piroetta di rime e suoni… Ci mettemmo a dondolare sulle rispettive altalene e solo quando uno dei due si trovava davanti all'altro potevamo ripetere un verso… Le parole si inseguivano tra loro senza mai distogliere lo sguardo dalla scena, senza mai lasciarsi tra loro, era un abbracciarsi con le voci, un sorridere in mezzo ai versi conoscendo solo gli occhi dell'altro… Infondo è vero… Io di lei conoscevo solo gli occhi e il sorriso: quando ci eravamo guardati per quel tempo eterno fui catturato da quegli occhi e non fui in grado di distinguere il colore dei capelli, un qualche neo particolare, la forma delle labbra o altro… Solo quel verde antico… Sull'ultima strofa del canto il nostro dondolare divenne uniforme e, con lui, i nostri versi, le nostri voci e il battito dei nostri cuori… Quando tutto si concluse ci vedemmo riflessi negli occhi dell'altro… Lei era bellissima: aveva dei lunghi capelli lisci, rossi come un tramonto, e le labbra che si piegavano in un sorriso talmente spontaneo, talmente innocente da farmi credere che nessuno al mondo sapesse sorridere al di fuori di lei… Mi ricordo ancora che quella sera indossava una camicetta bianca e una gonna verde che le copriva distrattamente le ginocchia… In quel momento mi balenò in mente una terzina di Dante "Sovra candido vel cinta d'uliva / donna m'apparve sotto verde manto / vestita di color di fiamma viva"… Non so cosa stesse pensando lei mentre mi fissava ma fu così finché le altalene non si fermarono del tutto; allora lei… sì fu lei a fare il primo passo, d'altronde io, come molti altri uomini, sono un vigliacco, mentre lei aveva una forza incredibile" nello specificare questo aspetto della personalità di Teresa il ragazzo sorrise come se l'avesse avuta ancora davanti "Dicevo…Lei mi guardò e, raggiante come una di quelle stelle che ci stavano guardando, disse "Mi chiamo Teresa, piacere"; io, preso alla sprovvista, balbettai un incomprensibile "Io mi chiamo Nicolò, piacere mio"… Non so come fece a capirmi… Non so come faceva a capirmi… Dopo aver chiacchierato un po', dalla piazza, si levò la musica dei tipici balli di paese; lei allora mi prese per mano e mi trascinò a ballare… E ballai! Non so come ma, quando ero con lei, la mia agorafobia svaniva… Naturalmente rimanevo il solito manico da scopa mentre lei danzava come il vento… Dopo un po' riuscì anche a farmi sciogliere ahahahah… Fu incredibile! Avevo addosso lo sguardo furioso di quasi tutti i ragazzi del paese ma non me ne fregava nulla perché ero lì con lei… Quello fu il nostro primo incontro, la prima scintilla del nostro fuoco" 
Camilla guardò l'amico: aveva sorriso dall'inizio alla fine della storia ma, nello stesso momento in cui pronunciò la parola "fuoco" cercò di nascondere una lacrima voltandosi verso le librerie; allora la ragazza disse "Scusa se ho dubitato di te Nicolò"
"Non ti preoccupare… Almeno ora ci siamo chiariti no?"sorrise Nicolò.
"Allora… Cambiando discorso: come affronterai questa giornata con la tua agorafobia?" domandò allora la maga"
"Me ne starò chiuso qui dentro senza mai vedere la luce e preparando le lezioni ahahahah!" rise il bardo mentre prendeva due libri e li appoggiava sulla scrivania.
In quello stesso momento qualcuno bussò alla porta "Chi è?" chiese Nicolò.
"Sono io" rispose la voce di Alessandro.
Nicolò aprì la porta e il barbaro entrò salutando i due amici "Allora abbiamo appena finito di allestire un punto di raccolta nel parco della scuola e uno nell'aula magna; la gilda Aesculapii ha invece preparato dei posti letto nella loro sede e alcuni all'interno della chiesa ma purtroppo non sono ancora abbastanza… Circa 1000 giocatori o più potrebbero non avere luoghi dove stare…"
"Questo è un bel problema" osservò il bardo sedendosi alla scrivania "Non ci rimane altra scelta che istituire dei campi al di fuori delle zone sicure…"
"Ma in questo modo non solo i giocatori potrebbero essere colpiti dai mostri ma anche dagli assalti dei player killer"
Nicolò e Alessandro si guardarono tra loro poi, con sguardo confuso, fissarono la ragazza.
"Uffa dovreste saperle queste cose! All'interno delle aree sicure due giocatori si possono scontrare solo attraverso il duello che, tra le altre cose, finisce automaticamente quando gli HP di uno degli sfidanti arrivano a meno di 1/2; ma al di fuori di queste zone si può attaccare un player anche al di fuori di un duello e si possono far calare i suoi HP anche a 0!" spiegò Camilla.
I due ragazzi scoppiarono a ridere "E da quando sei così preparata ahahahah" disse Alessandro celando, dietro alla risata, lo stupore del trovare la sua amica così ferrata in materia "Stare al fianco di Linton ti fa proprio bene eh?!" 
La ragazza fulminò il barbaro con lo sguardo il quale fece una faccia che supplicava scusa.
"Comunque!" disse Nicolò interrompendo le sue risate fingendo di tossire, estrasse la pipa e l'accese e, mentre fumava, spiegò "Sappiamo che c'è questo problema ma abbiamo pensare di creare più campi difesi da guardie e altri giocatori di alto livello… Per di più cercheremo di non fare trapelare questa informazione in modo che i player killer non possano venirlo a scoprire troppo facilmente"
"Capisco…" rispose Camilla "Se può esservi d'aiuto potrei provare a parlarne con Linton"
"Non preoccuparti" sorrise Alessandro "Mi sono già messo in contatto io con lei… E mi ha assicurato che la sua gilda collaborerà in questa impresa!"
   
 
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