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Autore: Dark Legend Trainer    30/10/2016    1 recensioni
Camilla Bright è una bambina solare e molto determinata che vive a Memoride, Sinnoh, con la nonna paterna. Aspira a diventare campionessa della propria regione, pur sapendo che nessuna ragazza vi è mai riuscita prima d'ora. Accompagnata dalla sua Gible e dai suoi altri Pokemon, viaggerà per Sinnoh scoprendone i segreti e incontrando molti allenatori, nella speranza di raggiungere il suo obiettivo.
Questa è la storia di una giovane promessa nelle lotte Pokemon, orfana di entrambi i genitori, che però non scorderà mai ciò che le disse suo padre:
"Sii bella come una perla,
forte come un diamante e splendente come il platino.
Se credi davvero nei tuoi sogni, stai pur certa che riuscirai a realizzarli"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Cyrus, N, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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In viaggio



Quella sera, Camilla non riuscì a chiudere occhio.
Come avrebbe potuto d'altronde?
Aveva incontrato uno dei Pokèmon appartenente a una delle specie ritenute più pericolose di tutta Sinnoh e ne era uscita illesa, per quanto lo stesso non si potesse dire del tutto per Gible.
Aveva conosciuto una bambina con poteri sovrannaturali.
E soprattutto aveva parlato un'ultima volta con i suoi genitori, defunti, per mezzo di Dusknoir, uno dei Pokèmon Spettro in grado di mettere in contatto il mondo dei morti con quello dei vivi.

Ora sapeva che vegliavano su di lei.
Su Gible e Feebas.
Sui nonni, su Laura e Armaldo.
Sapeva che l'avrebbero accompagnata sempre e ovunque, lungo il suo viaggio attraverso la regione, attraverso l'avventura che l'avrebbe condotta, si sperava, all'iscrizione del Torneo della Lega Pokèmon di Flemminia e, chissà, di fronte al Campione di Sinnoh.
"Non posso tirarmi indietro" si disse la bambina, mentre Gible dormiva profondamente al suo fianco. Era crollata sul letto non appena rientrata in stanza (dalla finestra). Lo scontro contro Spiritomb le aveva prosciugato le forze.
Camilla accennò un breve sorriso, guardando la sua amica dentuta di sempre.
Ripensò all'incoraggiamento del giorno prima da parte della draghetta e all'esortazione del padre di quella notte.
"Devo seguire il mio cuore - sussurrò - E lo seguirò".

Guardò prima la sorellina Laura, che dormiva beatamente dalla parte opposta della stanza, e poi la fotografia dei suoi genitori sul comodino.
"Grazie ancora mamma e papà" bisbigliò con un tono dolce.
Per un attimo le sembrò che i loro volti nella foto stessero annuendo compiaciuti. Dopo quello che aveva visto quella sera forse era solo un pó di stanchezza. Legittima.
Cadde nel sonno, ora più serena di quanto non fosse il giorno prima.


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"Camilla svegliati o farai tardi a scuola!"

La bambina si svegliò lentamente riconoscendo la voce di nonna Carolina che la chiamava per nome. Diede un rapido sguardo all'orologio posto sulla parete opposta al suo letto e notò che erano le 7:45. Le lezioni iniziavano alle 8:10 ma non era un problema.
Martedì 6 maggio.
Che giorno meraviglioso per incominciare un'avventura.

"Arrivo!" rispose la bambina, alzandosi pimpante dal letto, seguita qualche secondo dopo da Gible. Diede un bacio sulla fronte alla sorellina addormentata e scese le scale velocemente.
Giunse in salotto e notò che il nonno era già uscito. Peccato, avrebbe voluto fare il grande annuncio anche in sua presenza...ma comunque lo avrebbe salutato prima di partire.
Ora l'obiettivo era rivelare le sue intenzioni alla nonna.
Prima però accarezzò Armaldo sul capo, sorridendogli allegra e lasciandolo stupito per qualche istante prima di sorridere a propria volta.

"Camilla- esordì Carolina - cosa fai ancora in pigiama?" disse quasi come per sgridarla.
La bambina fece un respiro profondo e parlò: "Nonna, io... oggi non ho intenzione di fare altre lezioni a scuola."
Notò che Carolina sembrava perplessa, dunque cercò di non girarci troppo intorno e arrivò dritta al punto.

"Voglio incominciare il mio viaggio di allenatrice a Sinnoh."
Silenzio.
Riprese.
"I miei insegnanti mi ritengono sufficientemente preparata, anzi, credono che abbia un talento particolare nel comprendere i Pokèmon e allenarli. La maestra di pratica è rimasta impressionata dalla battaglia che Feebas ha tenuto contro Roselia... dunque avevo intenzione di partire oggi. La Lega inizierà tra quattro mesi... e ho intenzione di vincere tutte e otto le medaglie per parteciparvi. È da un pò che volevo chiedere il tuo permesso per il mio viaggio... solo che non ci riuscivo per la paura. Solo ieri ho capito che, beh, dovevo seguire il mio cuore... e cercare di realizzare il mio sogno." concluse.

Ancora silenzio.
Poi Carolina annuì accennando un sorriso.
"Era da tempo che aspettavo questo momento."
Camilla spalancò gli occhi, stupita dalla reazione pacata della nonna.
"Mi ricordi molto tuo padre, sai? Anche lui aveva un gran desiderio di partire all'avventura e di scoprire quante più cose possibili sui Pokèmon. Penso che... se fosse ancora con noi ti direbbe "Vai!" senza esitare un secondo. Io non posso proibirti di partire. Anche se una parte di me sarà costantemente in ansia, non sarebbe corretto farti rimanere a Memoride e impedirti di diventare un' Allenatrice."
Ancora silenzio.
Camilla agì impulsivamente.

In un attimo fu addosso alla nonna e la cinse forte iniziando a ridere e ringraziare in contemporanea. Carolina rimase allibita dalla reazione euforica della bambina ma la lasciò fare senza dire nulla. Non l'aveva mai vista così felice negli anni seguenti la morte di suo figlio... neanche con Cyrus aveva mostrato tanta vitalità ed energia.
Fu un abbraccio lungo e ricco d'amore, il loro.
Poi la donna più anziana prese la parola: "Nonostante tutto però... non puoi partire senza ringraziare i tuoi professori che ti hanno educato al meglio nella tua preparazione. Su, andiamo a scuola. Mentre tu farai il giro dei professori io parlerò con la preside."
"Certo nonna!" rispose pimpante la bambina correndo già verso la porta di casa insieme a un' entusiasta Gible.
Armaldo guardò la draghetta e per un attimo gli riafforarono in mente i ricordi di quando era ancora un Anorith e si apprestava a partire in viaggio con Jarred. Una minuscola lacrima bagnò la sua armatura.
Gli sarebbero mancate quelle carezze.

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Il tragitto verso scuola fu molto breve in auto. Il cortile era vuoto, segno che gli studenti erano già entrati in classe. Camilla diede un'occhiata all'edificio, sapendo che quella era l'ultima volta che entrava al suo interno come alunna. Strinse la mano della nonna al suo fianco con convinzione ed insieme varcarono l'ingresso.

"Buongiorno signora Bright, buongiorno Camilla. - le salutò cortesemente Lucia, la bidella con la quale la bambina era più in confidenza - Posso fare qualcosa per voi?"
Carolina stava apprestandosi a rispondere quando Camilla iniziò a raccontare tutta la vicenda, enfatizzando ogni concetto come se qualunque cosa attorno a lei fosse diventata improvvisamente magica e incredibile.
"Capisco. Il tuo è un gesto davvero carino. - disse Lucia - Vuoi che ti accompagni dai tuoi professori per salutarli mentre la nonna va dal preside?"
La bambina acconsentì sorridendo. Carolina invece accennò a un gesto di stizza. Era strano essere chiamata "nonna" da una persona che non fosse sua nipote. Era incredibile come quella parola suonasse così bene detta dalla bambina e assumesse un tono quasi dispregiativo in bocca a qualcun altro.
Tuttavia rispose educatamente: "La ringrazio, mi farebbe molto piacere."
"Si figuri. Avanti Cami, andiamo!"
"Certo!"

Il seguito fu un susseguirsi di saluti tra la bambina e le proprie maestre o professori (le prime insegnavano le basi, gli ultimi ampliavano il programma con argomenti più complessi).
"Camilla non dovevi, davvero."
"Camilla... buona fortuna per il tuo viaggio."
"Camilla grazie a te."
"Camilla...."
"Cami..."

E così via, fino ad arrivare alla maestra di pratica. La scena fu diversa dalle altre in quanto la bambina non dovette bussare a nessuna porta. Semplicemente entrò nella "Sala Lotte Speciali" scortata dalla bidella. Questa era una delle sale migliori dell'istituto insieme all'aula magna e una di quelle per la quale la scuola aveva speso di più. All'interno poteva ricordare una semplice palestra Pokèmon ma il campo lotta al centro della sala era dotato dello stesso meccanismo dei campi delle Leghe Pokèmon, ovvero cambiare ambientazione tramite uno strano meccanismo elettronico. Camilla notò che quel giorno la lezione di pratica era incentrata sul combattimento tra tipi Acqua. Non che ci volesse una grande intuizione vista la piscina provvista di due strutture galleggianti che ora occupava il posto del campo lotta "standard".
A sfidarsi in quel momento erano un Totodile e un Finneon che non si stavano risparmiando in quanto a potenza di colpi. Camilla si avvicinò alla maestra che stava arbitrando lo scontro e questa le fece cenno di aspettare la fine del combattimento.
Il Totodile ebbe la meglio, sfoderando un poderoso attacco Lacerazione che tolse le ultime energie al pesce farfalla.
"Ottimo lavoro Robert, sei riuscito ad avere la meglio su Juan. Complimenti ad entrambi per le vostre abilità. Avete lottato discretamente." esclamò la maestra complimentandosi coi suoi alunni, di un anno più giovani rispetto a Camilla.
Altri due alunni stavano già per salire ai bordi della piscina a sfidarsi quando la maestra li fece segno di attendere ai propri posti prima di rivolgersi alla bambina.

"Ciao Camilla, come mai sei qui? Hai bisogno di qualcosa?" domandò cortesemente l'insegnante.
"No, grazie. Sono venuta qui per annunciarle che finalmente inizierò il mio viaggio per Sinnoh insieme a Gible e Feebas per cercare di diventare Campionessa! Volevo ringraziarla per tutto quello che mi ha insegnato durante questi anni e le prometto che metterò a frutto tutte le conoscenze apprese nelle sue lezioni per vincere quel titolo." esclamò.
La maestra sorrise.
"Sono molto felice per te, hai un grande talento e potresti essere una buona Allenatrice. Prima di salutarci, però, vorrei consigliarti una cosa. Vedi, il titolo di Campione non è un titolo semplice da ottenere. Prima di tutto occorre vincere tutte e otto le medaglie di Sinnoh. In secondo luogo bisogna vincere il Torneo della Lega che stabilirà il candidato più meritevole alla vera sfida per il titolo: affrontare e sconfiggere i cinque allenatori più forti di tutta la regione. E una volta diventati Campioni, inizieranno i problemi. Il Campione è la figura politica più importante della regione come ben saprai e..."
"Mi sta dicendo che non riuscirò a vincere la Lega? Neanche dopo tutto quello che mi ha insegnato?" chiese Camilla, sconsolata da quella mancanza di fiducia.
"Ho paura che, almeno per quest'anno, non riuscirai a vincere. Per battere un Campione occorrono anni d'allenamento, non bastano le basi apprese a scuola. Il mio consiglio è quello di non accelerare troppo le cose. Vivi il tuo viaggio. Apprezza le meraviglie di Sinnoh. Simpatizza con la tua squadra... ma non cercare di far fare ai tuoi Pokèmon sforzi al di sopra delle loro capacità."

Camilla ascoltava attentamente e annuì non appena la maestre ebbe finito la frase. Un briciolo di malinconia l'avvolse. La sua insegnante metteva in dubbio le sue abilità come Allenatrice... ma lei le avrebbe fatto vedere quanto valeva realmente. Lei e la sua futura squadra.
Lucia guardò il volto di Camilla e vide che la bambina sembrava più decisa.

"Le prometto... che sarò una buona Allenatrice. Grazie ancora per tutto!" disse abbracciando l'insegnante. In seguito le due si salutarono e la bambina uscì dalla sala lotta cingendo per mano la bidella.
La maestra augurò mentalmente ogni singolo bene a quella ragazzina che, nonostante il suo passato infelice, emanava gioia da ogni parte e tanta, tanta voglia di fare. Chissà se sarebbe riuscita a vincere tutte e otto le medaglie, si chiese.
Poi scosse la testa. La vera domanda era un'altra. Come si sarebbe piazzata alla Lega?
Si girò verso i due alunni impazienti ai bordi della vasca.
"Bernardo. Owen. Potete incominciare!" E i due Pokémon d'Acqua che emersero dalle Pokèball si diedero battaglia.

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Camilla tornò insieme a Lucia nella sala d'ingresso, dove la nonna la stava aspettando. Aveva finito da un pò di firmare i moduli che garantissero il livello sufficiente della bambina per poter iniziare un viaggio da sola, aggiungendo inoltre che la bambina aveva già due Pokémon e che quindi non doveva richiedere uno starter ausiliare, uno dei tre offerti dalla scuola.
Carolina ringraziò Lucia e prese con sé Camilla, la quale aveva abbracciato la bidella dicendole che le sarebbe mancata molto e questa in risposta le aveva scompigliato i lunghi capelli biondi augurandole il meglio, come le sue maestre prima di lei, e di divertirsi a esplorare la regione.
Finiti i saluti di rito, la nonna e la sua nipotina uscirono dall'edificio immenso.

Camilla si guardò un ultima volta alle spalle e si rese conto che adesso riusciva a individuare ogni singolo particolare della scuola a cui prima non aveva mai badato.
Da quando c'erano tre bandiere sull'uscio? Quell'albero era sempre stato così alto?
Camilla vide sé stessa giocare nel cortile. Si vide combattere sui due campi lotta. Si vide rientrare nell'edificio dopo l'intervallo di venti minuti.

E realizzò che nonostante tutto, quella scuola avrebbe continuato a far parte della sua vita.

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Quando rientrarono a casa, Camilla salutò rapidamente Armaldo, che stava giocando con Laura, e quest'ultima. Disse che presto sarebbe partita e che sarebbe diventata un'Allenatrice.
"Come il nonno?" chiese la bambina di tre anni alla sorella maggiore.
"Esattamente! Ora vado a prepararmi." rispose, correndo verso il piano di sopra.

Prese un grosso zaino da trekking, regalotele da suo padre giusto per questa evenienza, e iniziò a infilare dentro tutto il necessario: un sacco a pelo, una tenda montabile, intimo, magliette, pantaloni corti e lunghi, felpe... e in una sacca a parte due paia di scarpe e due ciabatte.
Lo zaino ora era stato riempito con tutto il necessario.
In quel momento entrò Carolina.
"Hai preparato tutto?"
"Sì, è tutto pronto. Vestiti, tenda, scarpe... tutto."
"Molto bene. Vieni di sotto? Fra un pò pranzeremo, e poi potrai mangiare uno dei tuoi gelati preferiti, prima di partire all'avventura."
"Non mi faccio attendere allora!" esclamò radiante facendo apparire dalle Pokèball le sue due future compagne di viaggio.

Passarono alcuni minuti e finalmente il pranzo fu pronto.
Camilla mangiò il proprio piatto di riso avidamente, ricordandosi che per l'enfasi si era scordata di fare colazione, mentre Laura mangiò in maniera più pacata. Ad un tratto suonarono al campanello. Carolina si alzò e andò ad aprire.
"Chi è?" chiese Laura, e subito dopo all'ingresso della cucina apparve Richard Bright.
"Nonno!" esclamarono le due bambine all'unisono vedendolo.
"Ciao! - rispose - Vedo che avete quasi finito di mangiare. Uff... oggi ho lavorato abbastanza al Centro di Ricerca, sono esausto. Camilla, non è che potresti reggermi questa busta un attimo?" chiese porgendo alla bambina la busta della spesa che aveva in mano in quel momento.
"Certamente, nonno." esclamò allegra la bambina prendendola e rimanendo stupita di quanto pesasse poco il contenuto. Incuriosita diede un'occhiata all'interno della busta e...
"...Nonno... questo non è un Pokédex?!" esclamò sbalordita la bambina.
"Sorpresa!" dissero all'unisono i suoi nonni.
"Dopo aver parlato con la preside ho deciso di chiamare il nonno per avvisarlo della tua partenza imminente" iniziò a spiegare Carolina.
"Quando l'ho saputo sono rimasto da subito un pò perplesso ma poi... ho capito che valeva la pena appoggiare la tua decisione, così ti ho preso questo Pokédex. Ti sarà molto utile per valutare la potenza dei Pokèmon avversari o per scoprire alcune caratteristiche su di essi. Avanti, usalo per scannerizzare la tua scheda Allenatrice." disse Richard.
"La mia scheda Allen..." stava per domandare la bambina.
"Si riferisce a questa, Camilla. - disse Carolina tirando fuori da una tasca una piccola tessera - Me l'ha consegnata la preside. Ho compilato i dati al posto tuo in quanto sei ancora minorenne. Avanti, falla scannerizzare al Pokédex."
Camilla non ci pensò due volte e una volta presa la scheda, accese il comodo dispositivo informatico ponendola sotto la fotocamera che serviva per riconoscere i Pokèmon. In un attimo si udì una voce elettronica: "ALLENATORE RICONOSCIUTO. CAMILLA BRIGHT"
Pochi secondi dopo sullo schermo apparvero i dati della scheda Allenatrice insieme a un simbolo di caricamento. Un segnale acustico indicò la fine del caricamento.

"Ora hai il tuo Pokédex personalizzato. Funzionerà anche come scheda Allenatrice nel caso tu la perda, anche se spero ciò non accada. Ti consiglio di metterla nel portafoglio."
"Certo...- esclamò la bambina ancora sotto shock per la quantità di sorprese in quei pochi minuti - Io... non so davvero come ringraziarvi!" disse piena di gioia abbracciando il nonno e la nonna per tutto quello che avevano fatto per lei.
"Non devi dire nulla. La tua gioia è una ricompensa più che adeguata" disse il nonno sollevandola da terra e stringendola tra le sue braccia.
Carolina guardava intenerita suo marito mostrare tanto affetto verso la nipote, Gible, Feebas e Armaldo sorrisero, Laura finì di mangiare il riso, non capendo bene a cosa servisse il nuovo giocattolo parlante della sorellona...

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Camilla raggiunse in poco tempo il sentiero che conduceva fuori da Memoride.
Prima di partire aveva mangiato il suo gelato preferito e salutato tutti i membri della sua famiglia: i nonni, Laura, Armaldo, Scizor e gli altri Pokèmon di Richard.
Ora era un'Allenatrice vera e propria. Con già due Pokémon, un Pokédex in tasca e una scheda Allenatrice nel portafoglio contenente abbastanza soldi per potersi permettere dieci Pokèball e dieci Pozioni. I soldi non erano un problema in quanto poco prima di partire i suoi nonni le avevano promesso ogni appoggio economico per affrontare il suo viaggio. Se avesse avuto bisogno di soldi, loro gliene avrebbero inviati per posta al primo Pokèmon Market più vicino alla sua ubicazione.
Gible camminava al suo fianco.
"Ci pensi Gible? Ora andremo a esplorare Sinnoh!" disse entusiasta.
"Gible gib!" esclamò festosa la sua draghetta.

Camminarono per alcuni minuti quando ad un certo punto del sentiero videro qualcosa di famigliare davanti a loro. Un roccia a forma di parallelepipedo con una faccia incisa nella parte anteriore.
"Ma quella... è una Roccianima!"
Un secondo dopo, una figura violacea e verde emerse dalla roccia. Era la stessa Spiritomb della notte prima!
"Spiritomb! Che bello rivederti!" disse la bambina cercando di abbracciare il fantasma. Questa non del tutto convinta rese il suo corpo immateriale e Camilla ci passò attraverso senza riuscire a toccarla.
"Ops... scusa per la confidenza. Forse è troppo presto per passare agli abbracci eheheh." rise la bambina.
Gible da parte sua non si sentiva così tranquilla. Ricordava fin troppo bene quanto fosse pericoloso quello spirito...
"Toooomb." disse la Pokèmon Spettro/Buio come cercando di giustificarsi.
"Tranquilla sto bene. Eri venuta qui per salutarmi per caso? Da quello che hai visto ieri immagino che avessi intuito una mia possibile partenza."
La Spiritomb fece cenno di sì con la testa.
"Ottimo. Sono felice di sapere che mi consideri già tua amica, dopo solo un giorno che ci conosciamo e nonostante quello che ti ho fatto all'inizio."
Spiritomb sembrò un attimo confusa.
Camilla lo intuì e le domandò: "Mi consideri tua amica vero?"
La Pokèmon Proibita squadrò con l'occhio spiraleggiante prima lei poi Gible. Ci pensò su qualche istante e poi rispose di sì con la "testa".
Camilla sorrise: "Ne sono felice! Ora io e Gible dobbiamo andare però. A presto amica mia!" disse salutandola con la mano dato che non poteva abbracciarla.
Gible si diresse verso di lei con passo svelto e le due iniziarono ad avviarsi lungo il sentiero.
Spiritomb rimase, perdonate il gioco di parole, di sasso al sentirsi chiamare "amica" e se qualcosa le diceva di tornare al cimitero, qualcos'altro le diceva di seguire quell'Allenatrice... le sue 108 anime erano molto indecise al riguardo.
Ad un tratto, realizzò che in tutto quel tempo solo una persona l'aveva chiamata amica e aveva pure cercato di abbracciarla. E quella persona stava per allontanarsi chissà per quanto tempo da Memoride. Non poteva lasciarla andare. Ma non poteva costringerla a restare. Prese la sua scelta definitiva.
Levitò verso di lei emettendo il suo verso simile all'ululato del vento e ritornò alla forma di Roccianima. Camilla resto colpita dal fatto che la Roccianima fluttuò proprio verso le sue mani. Camilla constatò che era davvero pesante per le sue forze. Tanto che fu costretta a lasciarla cadere pesantemente al suolo.

"Spi... Spiritomb che c'è? Già ti manco?" le domandò la bambina.
Spiritomb emise un verso roco per spiegare le sue intenzioni e Gible, sbalordita, guardò Camilla e rivolse la sua attenzione alle Pokèball vuote della sua cintura.
"Quindi... vuoi diventare una mia Pokèmon?"
Lo Spettro si staccò dalle braccia di Camilla e riapparve nella sua forma spirito. Scosse la testa, e, tramite un Fuocofatuo indicò prima la sua Roccianima e poi le Pokèball. Una prigione già le bastava.
"Spiritomb, posso capire che tu non voglia stare in una Pokèball... ma sei troppo pesante per me per poterti portare in braccio... che poi... il fatto che tu sia accorsa da me in quella forma solida... significa che volevi ricambiare il mio abbraccio?"
Spiritomb annuì quasi intimidita.
"Sono così felice per questo! Grazie, Spiritomb - disse la bambina estrando una Pokèball dalla cintura e poggiandola a terra - Se vuoi venire con me, devi prima entrare qui dentro. Ti prometto che... come tua Allenatrice farò in modo di allenarti per diventate più forte. Farò sii che ogni tuo volere sia esaudito. Insieme, chissà, potremmo riuscire a evitare che la gente creda alle dicerie riguardanti la tua specie... Ci stai? Tutto ciò che ti chiedo... è fidarti di me e di entrare in questa sfera."
L' ultima motivazione riempì Spiritomb di speranza. Forse, tramite quell'Allenatrice, sarebbe riuscita a dimostrare che la sua specie non era composta solo da esseri maligni. Per farlo, non occorreva attuare una vendetta o isolarsi da tutto e tutti come aveva fatto in precedenza. Il metodo migliore era farlo tramite l'esempio. Sarebbe stata una Spiritomb esemplare.
Senza avere più dubbi, fluttuò verso la Pokèball accennando a un sorriso permissivo che Camilla colse al volo. Toccò col pulsante della Pokèball la Roccianima, assorbendola al suo interno insieme al fantasma.
Un'oscillazione.
Due oscillazioni.
Tre oscillazioni.
Segnale acustico con tanto di stelline.
Catturata.
"Iniziamo le presentazioni." disse facendo uscire lo spettro appena catturato e Feebas che ancora non si conoscevano.
Trovò buffo vedere la sua squadra tutta insieme. Di solito a Sinnoh gli allenatori iniziavano la loro avventura o con una tartaruga o con una scimmia o con un pinguino. Lei aveva uno squaletto dotato di gambe, un pesce color sabbia e uno spettro sigillato in una roccia. Si chiese quante ragazze avrebbero scelto i suoi stessi Pokèmon...

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Dopo le presentazioni, Camilla proseguì lungo il sentiero, scortata sia da Gible sia da Spiritomb. Ad un certo punto, un manifesto attirò la sua attenzione: "Partecipate al Torneo Pokèmon di Flemminia! Misuratevi coi migliori allenatori della regione. Al vincitore della categoria senior regaleremo una Masterball e un Pokèmon appartenente a una regione tropicale. Inoltre, il vincitore avrà l'onore di affrontare il Superquattro Elves, il Re Rondine. Partecipate numerosi! 10 maggio. Stadio Petalo, Centro Storico Flemminia. Dalle 14:25 alle 21:00 Il comitato della Lega Pokèmon di Sinnoh"

Camilla sorrise. Doveva giusto andare a Flemminia.



Team Camilla:
- Gible (f) liv.19
- Feebas (f) liv.13
- Spiritomb (f) liv.41



Ehi ciao a tutti! Finalmente dopo secoli sono tornato con questa storia iniziata a fine marzo. L'atmosfera di Halloween diciamo che mi ha ispirato e stimolato a continuare questa storia. Chiedo scusa a tutti i lettori che hanno interrotto la lettura per colpa della mia assenza ma sono fatto così. Sono più uno da flashfic che non da storie lunghe, tuttavia il progetto per la storia non volevo rimanesse sospeso all'infinito. Detto ciò, che ne pensate? Il piano originale era far sii che Spiritomb viaggiasse nello zaino di Camilla... Poi ho scoperto che pesa 108 kg...
Se vi state chiedendo perché un minorenne non può firmare un documento ma può viaggiare da sola a 11 anni in un mondo di mostri magici... beh, ben venuti nel mondo Pokèmon.
Passando alle domande: Chi sarà il Pokèmon tropicale di cui parla il manifesto? Avete intuito almeno un Pokèmon del team di Elves?
Saprete tutte le risposte nel prossimo capitolo ;)

Dark
  
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