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Autore: Ashbear    30/10/2016    0 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo XLI: Sacrifice of Angels ~

"Mi stai prendendo in giro?" sbottò Rinoa, allontanandosi da lui il più possibile. Era una reazione scatenata, verso cui non si era nemmeno aspettata di sentire così tanta animosità. Sembrava che Squall non fosse l'unico nel furgone ad avere problemi irrisolti di gelosia - anche se entrambi erano troppo ostinati per usare mai direttamente quel termine. Proprio come in passato, sembrava che la loro relazione potesse essere definita come una battaglia interna di orgoglio e volontà.

Comunque, sopra a qualsiasi altra cosa, la sua mente vacillava sulla contraddizione interna delle parole di Squall. Doveva semplicemente star scherzando in un qualche modo oscuro e sarcastico in cui solo lui trovava dell'umorismo. Almeno, era ciò che lei sperava disperatamente.

"Vuoi che faccia cosa? Chiamare qualcuno che può restare 'emotivamente distaccato' o qualsiasi cosa tu abbia appena detto! ...E la persona a cui ti riferisci guarda caso è la tua ragazza? Sai su quanti livelli tutto questo è sbagliato? Seriamente sbagliato?"

Senza aspettare di valutare la sua risposta, aveva già ceduto alla rabbia. Si lasciò cadere sotto al suo stesso peso, su una pila di cuscini. Rifiutandosi di riconoscere anche solo che lui era lì, si appoggiò all'indietro, cercando di non dire altro. Non gli avrebbe permesso di vederla in quello stato di debolezza; aveva lottato così a lungo per evitare proprio questa situazione. Aveva camminato lungo quel sentiero un sacco di volte con lui - e non li portava a altro che a girare in tondo.

Da parte sua, Squall rimase seduto e in silenzio. Se c'era una cosa che aveva imparato in quell'esperienza era di lasciare agli altri il loro spazio personale. Le stava quasi chiedendo il mondo, quindi il minimo che poteva fare era lasciarle il tempo di calmarsi. Sentiva di doversi spiegare, qualcosa che probabilmente avrebbe dovuto cercare di fare un po' meglio prima di sbottare a dirlo e basta.

Il Comandante era abituato ai regimi e ai comportamenti militari; era passato molto tempo da quando aveva dovuto preoccuparsi del tatto e dei sentimenti. Era una triste ma innegabile verità nel suo lavoro.

"Rin, per favore credimi, non sto dicendo che sarà facile, affatto... ma ha senso. Ci sono solo poche persone che possono avere accesso subito a quell'informazione, e lei non è niente di meno che efficiente. In questo momento ci serve qualcuno che può guardare le ricevute fisicamente. Se ci fosse stata ancora Shu, lei sarebbe stata ovviamente la scelta migliore. Anche se Cid fosse stato lì non sarebbe stato un problema, ma è ancora a Dollet che cerca di sistemare le ricadute politiche là. Noi abbiamo comunicazioni molto limitate, e ci vorrebbe un po' per fargli avere il messaggio. Qualche ora può non sembrare molto, ma chi sa cosa potremmo ottenere in questo lasso di tempo. Di nuovo, per favore, credimi. Odio quello che ti sto chiedendo."

Si fermò, cercando di leggere la sua espressione, ma lei aveva distolto il viso di proposito, anche se il gesto stesso era un indizio. Se Rinoa avesse davvero contemplato l'idea, avrebbe guardato o verso il retro, o forse verso il basso. Eppure, sembrava cercare di voltarsi il più possibile.

Era ovvio che doveva entrare nella sua quasi inesistente linea di persuasione. Nel suo lavoro, raramente doveva spiegare i suoi ragionamenti; comunicava semplicemente gli ordini dei suoi superiori ai suoi subalterni. Era un chiara e organizzata linea di comando. Cercare di gestire una Strega arrabbiata - beh, non era un compito altrettanto organizzato.

Inoltre, era in momenti come questo che le sue due personalità si scontravano: una diceva di stare seduto a distanza, al sicuro, e l'altra voleva disperatamente confortarla. Quando la comunicazione verbale arrivò a un brusco stop, il secondo lato vinse. Si mosse lentamente verso il pavimento, sedendosi direttamente accanto a lei. Non disse niente all'inizio, quando si spostò. Lasciò invece che lo shock iniziale di lei facesse il suo corso. Questo calcolato cambio di tattica valeva il rischio, e ancora di più quando lei non sembrò turbata dalla sua vicinanza. Lui si permise di rilassarsi vagamente, appoggiandosi al pouf.

"Voglio che questo finisca - tutte le bugie, tutta la morte, tutte le persone nella sua scia." La sua voce era dolce e rassicurante. Onestamente, non doveva pensare così tanto; lasciava solo che le parole gli venissero naturalmente. "Questa cosa degli alberi è l'indizio migliore, e onestamente l'unico, che abbiamo trovato. Certo, potrebbe rivelarsi un vicolo cieco, ma mi piacerebbe pensare che abbiamo fatto del nostro meglio prima che qualcun altro rimanga ferito. Ti farei chiamare Quistis, ma onestamente lei sarebbe troppo coinvolta. Non voglio farglielo passare, e so che tu... nemmeno tu vuoi farle questo."

Il Comandante si fermò brevemente per radunare i pensieri; non si era reso conto di quanto tutto questo lo colpisse. Non poteva permetterlo. Non ora. Sapeva anche di non poterla costringere, e non avrebbe mai voluto spingerla con il senso di colpa a fare qualcosa che non era a suo agio nel fare.

"Rinoa, non devi farlo... possiamo trovare il modo. Contatterò Cid e basta e gli farò chiamare lei quando può, così non dovrai essere coinvolta."

"È occupato" affermò infine lei dopo averci riflettuto un po'. "Hai detto prima che è in riunioni e cose simili... potrebbe volerci un po' anche solo per contattarlo. Quindi più aspettiamo... potrebbe fare la differenza."

"Sì, ma potrebbe anche non farlo" ribatté lui, anche se non era sicuro del perché. Ora, in qualche modo, aveva inavvertitamente preso il lato dei 'contro' della discussione, quando era lui ad aver proposto per primo i 'pro'. Questo semplice fatto era la prova del perché non fosse mai stato nella squadra diplomatica del Garden - dannata semantica.

Rinoa lo guardò incuriosita. Non dovette dire niente; era evidente dalla sua espressione che stava pensando le stesse cose che pensava lui. Semplicemente non sentiva il bisogno di farglielo notare, in quel momento. In verità, non era la sua incapacità di prendere una posizione su quel particolare argomento a disturbarla - era la freddezza con cui sembrava trattare l'unica altra 'vera relazione' della sua vita.

"Ieri notte hai detto che ti importa di lei. Non pensi che anche lei tenga a te? Pensi che sentire la tua ex-ragazza sarà facile per lei? Hai spiegato gli aspetti fisici, ma Dio, Squall, ci deve essere anche un qualche coinvolgimento emotivo."

Lui si appoggiò ancora di più al pouf, guardando il soffitto di metallo. C'era qualcosa che non voleva ammettere con nessuno, eppure, in qualche modo, sentiva di poterlo dire a lei. Per quanto strano e contorto fosse, sentiva che lei avrebbe potuto capire. Forse il suo comportamento eccessivamente duro era la risposta a ciò che aveva visto di Lauren. Le parole successive che pronunciò erano quasi una confessione, qualcosa che cercò di minimizzare.

"Non ha pianto."

A quelle parole, Rinoa lo fissò infine un po' più a lungo. C'era qualcosa di forzato nella sua voce. Poteva non essere notato da chi non lo conosceva, ma lei capiva quanto fosse difficile per lui ammettere cose del genere.

"Per niente?" sussurrò.

Lui tenne gli occhi fissi sul soffitto del furgone; i ruoli si erano invertiti ancora una volta rispetto a pochi minuti prima.

"No, nulla. Sai cos'è strano? Ho guardato ore e ore di video dal funerale e all'inizio non me ne sono accorto. Ero così occupato a guardare le reazioni della gente che mi sono perso alcune delle più ovvie. È ridicolo, vero? Che fossi davvero scocciato dal fatto che lei fosse così tranquilla. Voglio dire, cazzo, è la ragione per cui sono stato attratto da lei, tanto per cominciare. Il Garden sopra ogni altra cosa."

"Squall, io... ehm io-"

"Non sai cosa dire?"

"Sì, ecco." Lei lasciò andare una risatina nervosa. "È solo molto-"

"Strano?"

"Esattamente. Molto strano." Rise ancora un pochino, rendendosi conto che Squall stava finendo i suoi pensieri sconnessi. "Sai, molti anni fa ho incontrato un ragazzo che non era esattamente il massimo nell'esprimere emozioni o anche solo comunicare, in generale. Era molto irritante all'inizio, ma poi, beh... ho imparato che lui era così e basta... non avrei dovuto incolparlo per essere se stesso, ma a volte l'ho fatto. Non è una questione di diventare qualcosa che non sei, si tratta di imparare a capire."

"Quel tipo sembra irritante da morire" intervenne Squall sarcastico. "Cosa mai gli è successo?"

"L'ultima cosa che so è che se ne stava seduto in un furgone a finire le frasi di qualcun altro."

"Finire le frasi di qualcun altro? Sembra molto-"

"...Irritante?" Rinoa sorrise. "Onestamente... proprio non lo è, piuttosto strano. A dire il vero è abbastanza bello." Scosse la testa, di buon umore, e aggiunse: "però non dirglielo. Potrebbe pensare che mi piace averlo vicino o cose così".

Il corpo di lui si irrigidì senza intenzione a quel commento, perché di tutto, incluso la sera prima, quell'unica semplice frase gli offriva la maggior speranza per il futuro. Non era basata su scoppi instabili di emozione, ma detta con calma razionalità. Poteva essere stato per scherzo, ma c'era decisamente un significato sottinteso. La conosceva bene, e questo era decisamente una passo nella giusta direzione, per loro.

Andava proprio di pari passo con il corso della sua vita - che l'unico momento che poteva dar loro speranza arrivasse da lui che parlava del distacco emotivo della sua ragazza. L'ironia parlava da sé; il fatto che fosse Rinoa a offrirgli conforto sull'argomento era anche più ironico.

"Squall, non per continuare, ma dimostra quanto le cose sono cresciute negli anni, quanto sei arrivato lontano."

Sospirò nervosamente, voltandosi così da appoggiarsi al pouf. Era la prima volta che rimanevano faccia a faccia per un lungo periodo di tempo, senza che nessuno dei due si voltasse o distogliesse lo sguardo. La posizione era intima, e rompeva tutte le barriere dello spazio personale, e intenzionalmente o no, lei si trovò attratta da lui. Allungandosi, gli mise una mano sull'avambraccio.

Si guardarono brevemente mentre lei continuava: "non intendo fingere di capire la tua relazione con lei. Intendo, capisco che era piuttosto... fisica". Fece una smorfia evidente dicendo quelle parole. "Non sono il tipo di persona che può farlo, e onestamente, non pensavo che lo fossi tu... ma, d'altra parte, non posso immaginare tutto quello che hai dovuto passare negli ultimi anni. Se ti ha aiutato... allora, beh, tutta la faccenda era-".

Stava per dire 'per il meglio', ma quelle parole non potevano uscirle di bocca in coscienza, così decise che era meglio lasciar stare, anche come pensiero incompleto. Fortunatamente, lui sembrò capire. Sapeva che nemmeno per lui sarebbe stato facile sentirlo detto da lei.

Come ripensandosi, finì per aggiunger: "per quel poco che vale, penso che Lauren ci tenesse". Si rese velocemente conto dell'errore, anche se non era sicura di come metterlo in parole nel modo corretto. "Uhm, ci tiene, non tenesse. Scusa, non so qual è il tempo migliore da usare, date le circostanze..."

Si fermò, trovando l'intera situazione più incredibile mentre continuava. Anche lui poté percepire quell'esitazione e sussurrò piano il suo nome, anche se lei sembrò allontanarsi dalla sua risposta, scuotendo la testa. Fu in quel momento che sentì le dita lui muoversi, legarsi alle sue, aggrappandosi dolcemente a qualcosa che una volta era familiare. Sembrava che entrambi avessero bisogno di questo legame, e che nessuno dei due lo evitasse.

Il sorriso di lei lo rassicurò. "Ricorda, Squall, anch'io sono cresciuta vicino a dei militari. Una cosa che ho notato da bambina era che mio padre non pianse una sola lacrima al funerale di mia madre. Avevo cinque anni, eppure me lo ricordo... ma ci teneva, solo che non era il tipo da darlo a vedere. Se posso chiedertelo... se ci fosse stata Lauren nella cassa, come avresti reagito? Avresti pianto, o l'avresti semplicemente accettato come un pericolo del mestiere?"

"I-io... non so come avrei reagito, davvero." La guardò negli occhi, rendendosi conto che era esattamente quello che stava dicendo lei. "Penso di essermi appena risposto, vero? Come posso aspettarmi che lei provi qualcosa quando non so cosa proverei io? Ho cercato di rimanere distaccato così a lungo... perché non dovrei aspettarmi che lei faccia lo stesso?"

Rinoa aveva davvero bisogno di cambiare argomento, dato che stava diventando impossibile gestire la cosa. Più parlava, più si sentiva come se stesse cercando di sistemare la relazione tra Squall e Lauren.

"Il mio ultimo commento su questa cosa sarà che l'ho vista più tardi, quella sera, dopo il funerale... ci tiene. È solo un mondo diverso, per lei. È come per Shu, deve rimanere obiettiva, e la mia ipotesi è che nemmeno Shu ha pianto. La politica di solito riguarda la percezione. Sfortunatamente per le donne, sembra che per gli altri sia più facile giudicare. È lo stesso standard che impedisce a Quistis di fare carriera, anche se lei non vorrebbe mai che fosse così - non è da lei."

Squall aveva dimenticato quanto fosse semplice parlarle, quanto fosse meraviglioso il semplice sentirla parlare. Era qualcosa che aveva dato per scontato, anni prima, e qualcosa che spesso cercava attivamente di evitare. Non era bravo a esprimere le cose; non gli mai capitato nella sua adolescenza. L'addestramento diceva che bisognava essere in un modo, eppure le norme della società sembravano pensare che si dovesse essere in un altro. Non aveva mai trovato equilibrio, e quello si era rivelato un errore che aveva pagato molto caro - un errore che aveva pagato molto caro ad Esthar.

Ancora una volta, si trovò a buttare la cautela fuori dalla finestra. Mosse il braccio che era più vicino a lei, posandoglielo dolcemente intorno alle spalle. Per alcuni brevi momenti, rimasero semplicemente seduti senza parlare, senza emettere un suono, e senza alcuna spiegazione. In una risposta per lui inaspettata, lei gli posò la testa sulla spalla.

Rinoa sospirò, rendendosi conto della strada che doveva intraprendere adesso - non per il bene suo o di Squall, ma per il bene del caso.

A volte odiava ammettere la verità...

"Hai ragione, sul chiamare Lauren. Non posso permettere ai miei sentimenti di mettersi in mezzo. Potremmo avere una qualche prova concreta entro qualche ora. E per quanto riguarda chiamare Quistis, beh, hai ragione anche su questo. Non posso farle questo. Tutti reagiscono a modo loro, e per lei è stata molto dura. ... È stata dura per tutti noi, ma immagino che non abbia senso parlarne adesso. Ma, uhm, seriamente, onestamente, come pensi che possa cavarmela e sembrare credibile? Ho la sensazione che finirò per sembrare una completa idiota nel fare questa telefonata - hai qualche idea?"

Lui le baciò la testa prima di cercare di alleggerire la situazione. "Io, per prima cosa e più importante, non mi scuserei per aver chiamato per poi dire qualcosa del tipo 'spero di non sembrare un idiota nel chiamare' perché beh, questo praticamente ti marchia."

"Hey!" Lei gli colpì giocosamente il braccio. "Non lo direi."

"Davvero?"

"Ok." Sbuffò alla sua accusa, anche se poteva essere spaventosamente accurata. "Potrei dire qualcosa del genere... ora è praticamente un dato di fatto perché tu me l'hai messo in testa - grazie, Leonhart."

Lui si trovò a farle un sorrisetto, anche se lei non poteva vedere la sua reazione. Ora era tempo di darle qualche vera direttiva sulla conversazione.

"In tutta serietà, Rin, puoi cavartela. Se vuoi, dille che hai parlato con Cid. Dille che è stato lui a suggerirti di chiamarla, dato che è il Comandante ad interim. Se le dici che stai cercando di chiudere con il passato, che vuoi solo ringraziare chiunque abbia donato l'albero, potrebbe suonare credibile. Sta tutto in come la presenti e nella sincerità di quello che dici. Ti servirà un po' di recitazione ma, cosa più importante, fai riferimento a tutto quello che hai passato. Puoi fare in modo che tutto quello che hai passato significhi qualcosa. Solo, sii chiara in ciò che ti serve. Le ragioni per cui lo fai non sono così importanti, lei lo considererà più come qualcosa di legato al lavoro, soprattutto se pensa che sia coinvolto Cid. Deve dimostrare qualcosa."

Rinoa incrociò le braccia mentre lui terminava. Squall non poté evitare di notare che anche con tutta la sua maturità, lei sembrò regredire per un attimo. Era quasi carino, se solo il ragionamento non fosse stato così doloroso. Di certo non poteva incolparla di quell'ansia momentanea. Diamine, poteva capirla abbastanza, se pensava al suo appuntamento della sera.

"Fa schifo" affermò lei, piuttosto irritabilmente. Era detto con la stessa, unica franchezza che lui ricordava.

Lui prese la sua risposta un po' più spensierata come un buon segno. "Sì, fa davvero schifo."

Era strano quanto velocemente avesse trovato conforto nel semplice essere in compagnia di Rinoa, tutt'altra cosa rispetto alla sua esitazione di anni prima. Era più giovane, allora. Il tempo, la vita e il destino lo avevano fatto maturare.

"Va bene, facciamola finita" disse lei a malincuore.

"Grazie" sussurrò lui.

Alzandosi, lui si portò sul retro del furgone prima di saltare giù sul pavimento del garage. Lei lo seguì, nonostante si fosse alzata più lentamente di lui, sapendo comunque che alla fine procrastinare sarebbe stato futile. Mentre raggiungeva il fondo, lui le allungò la mano, offrendosi di aiutarla a scendere. Onestamente, lei non ne aveva bisogno, ma non aveva esattamente l'intenzione di negarsi quell'opportunità.

Le loro mani si unirono, e lui mosse l'altro braccio alla vita di lei, aiutandola a scendere molto più di quanto lei avesse inizialmente pensato. Era più come se la stesse sollevando, prima di rimetterla dolcemente a terra; era un contrasto molto brusco con il modo in cui era uscito lui. Ad ogni modo, significava anche che la loro posizione di arrivo era di estrema vicinanza. Una delle mani di lui era stretta alla sua, mentre l'altra era ancora sul suo fianco. Non fece esattamente lo sforzo di muoversi, e nemmeno lei. Di fatto, lui poteva vedere l'evidente disagio di lei; aveva inavvertitamente deglutito prima di mordersi il labbro, entrambi segni che lui conosceva come abitudini nervose - erano sempre indizi, insieme al suo giocare con la collana, cosa che probabilmente lei avrebbe fatto se non fosse stato per il braccio che gli aveva messo intorno al collo.

Il corpo di Rinoa si irrigidì alla vicinanza. Stava cercando di allontanarla dalla mente, ma falliva alla grande. "Posso dirti di nuovo che non sono contenta?"

"Posso dirti di nuovo quanto sono orgoglioso di te?"

"Aspetta, mi hai mai detto di essere orgoglioso?" chiese lei, fissandolo intensamente negli occhi.

"Se non l'ho detto, l'ho pensato."

"Oh..."

Fu con quella risposta che ogni pensiero, sguardo, sensazione sognata di prima all'improvviso la sopraffecero. Fu lei a muoversi in avanti per iniziare il bacio, non lui a prendere le redini della cosa. Era come se lui fosse stato silenziosamente disposto ad accettare la sua decisione, e quando lei la prese, fu più che felice di ricambiare.

Era la prima volta che uno dei due cedeva così tanto alla passione dalla notte precedente. Lei lo aveva abbracciato quella mattina, ma nulla di simile - proprio per nulla. Era anche la prima volta che entrambi avevano una vera chiarezza nelle proprie azioni, invece che essere colti dalle pure emozioni.

Fu Squall alla fine a separarsi per primo, sapendo in qualche modo che, per quanto fosse meraviglioso, aveva un pessimo tempismo. Per non parlare del fatto che doveva smettere prima che diventasse troppo difficile separarsi. Il suo corpo stava già ricordando tutto di lei, ma sfortunatamente, la sua mente ricordava anche che dovevano andare avanti nella missione.

"Dobbiamo-"

"...Fare la telefonata. Sì, lo so" ansimò lei cercando di riprendere fiato.

Con l'eccezione della notte precedente, non si sentiva così da così tanto tempo; le ci volle un momento per riprendersi. Sapeva che separarsi era la cosa giusta da fare, ma in qualche modo sembrava semplicemente così sbagliato.

"Andiamo." Lui le offrì un piccolo sorriso, allungandosi verso di lei. Mano nella mano, entrarono in casa - insieme.

*~*~*~*~*

Entrando in salotto, Rinoa lanciò allo stramaledetto telefono un'occhiata per cui pareva che fosse il suo più grande avversario, e in quel momento, lo era. Squall sembrò guidarla all'interno, prima di lasciarla andare da sola. Rinoa immaginò che non poteva fare più di tanto. Inoltre, per quanto cercasse di nasconderlo, era molto a disagio anche lui.

Il Comandante colse l'occasione per correre nello studio, aggiornando velocemente Zell sul piano. Disse anche all'esperto di arti marziali di lasciare un messaggio in codice a Cid per spiegare la situazione, lasciando però fuori i dettagli. Squall sapeva che se fosse saltato fuori il nome di Rinoa, il Preside avrebbe accettato velocemente qualsiasi cosa venisse chiesta. Se Lauren avesse chiesto a Cid della cosa, il Preside avrebbe comprensibilmente difeso la sua posizione nella richiesta di Rinoa. Dopo tutto, c'era in gioco anche la reputazione del Garden - che cos'era un inganno in più o in meno?

In tutto il tempo che Squall rimase sul retro, lei fissò duramente il telefono. Odiava quella dannata cosa, in quel momento. Quando lui finalmente tornò, notò che aveva un blocco note in mano. Lui non disse altro, fece solo un unico gesto verso il telefono.

Lei fece un respiro profondo prima di sollevare la cornetta. "Ora o mai più" borbottò, in maniera quasi incoerente.

Guardandolo, notò che lui guardava lei e poi il blocco. La storia le insegnava che qualsiasi cosa ci fosse scritta, sempre che ci fosse, non aveva alcuna importanza. Era, come aveva detto lui prima, un po' di recitazione - cercava di mascherare la sua esitazione per sembrare d'aiuto. Lei capì, e fu grata, anche se non voleva dirgli che non era bravo a recitare. Nonostante i suoi difetti, avrebbe sorvolato su questo. Il suo cuore era nel posto giusto, dopo tutto.

Prima che la sua mente potesse istruirla diversamente, digitò un numero una volta familiare. Le tremavano le dita, anche se cercava di nasconderlo. Dubitava che la sua recitazione fosse migliore di quella di Squall. Con perfetta efficienza militare, all'operatore servì un solo squillo per rispondere.

"Centralino del Garden di Balamb, come posso aiutarla?"

"Uhm, sì, sono Rinoa Heartilly, dovrei parlare con Lauren Rachels... uhm, il Comandante Rachels, immagino? Ho parlato con Cid, e mi ha detto che va bene."

La persona non rispose a parole, la mise solo in attesa. Dio, si sentiva una tale stupida. Seriamente, aveva appena detto all'operatore che aveva avuto da Cid il permesso di parlare con la ragazza di Squall? In tutti gli anni passati da quando se n'era andata, il Garden non aveva potuto investire in un sistema automatico come in ogni altro posto del pianeta? Ma no, doveva sembrare un'idiota a una persona viva. Grandioso, proprio grandioso.

"Puoi farcela" mimò Squall con la bocca, sapendo che qualcuno avrebbe probabilmente risposto in qualsiasi momento.

Dopo quasi un minuto di musica strumentale jazz, una voce la fece sobbalzare all'improvviso dalla sua momentanea trance.

"Comandante Rachels..." Poi ci fu una pausa insolita, e Lauren aggiunse: "Rinoa, sei proprio tu?".

Sembrava che il protocollo si fosse perso con lo shock. Almeno Rinoa non era l'unica a sembrare colta di sorpresa da questa serie di eventi.

"Sì, sono io." Fu un sollievo perverso sapere che Lauren sembrava persa quanto lei. "Mi dispiace davvero disturbati, ho solo... dovevo chiederti una cosa."

"Posso aiutarti in qualcosa?"

"Sì, a dire il vero sì... ho chiamato Cid, prima, e mi ha detto che tu sei la persona nella posizione migliore per aiutarmi. Solo che... beh, mi sento davvero in imbarazzo, onestamente. Volevo solo - voglio dire, scusa se sembro-"

Rinoa si interruppe, proprio prima che le parole 'un'idiota' le sfuggissero. Fissò duramente Squall, avvolgendosi intorno al dito il filo del telefono. Lo avrebbe incolpato di questo, adesso, dato che qualcuno andava ritenuto responsabile per il suo sembrare piuttosto inetta. Per non parlare del fatto che era stato lui, dopo tutto, a metterle in testa quel pensiero - scherzando o no. Sembrava anche che la sua attenzione fosse convenientemente concentrata sul blocco che aveva in mano, e lei notò che aveva letto la stessa pagina per tutto quel tempo. Ovviamente, faceva il furbo e cercava di evitare il contatto visivo - mossa molto saggia da parte sua.

Dato che a quanto pareva aveva seguito la prima parte (pessima) del suo consiglio, allora avrebbe continuato seguendo la seconda. Assimilare dalle sue emozioni e parlare con sincerità poteva davvero essere la cosa migliore, in quel caso. Non ebbe il tempo di preparare una risposta, prima che Lauren cogliesse l'opportunità di aiutare la conversazione.

"Per favore, non preoccuparti. Capisco la tua riluttanza nel chiamare, ma onestamente, se c'è qualcosa che posso fare per te... beh, credimi quando dico che Squall vorrebbe che ti aiutassi, se potessi. Non importa cosa è successo nel passato, so cosa provava per te."

Wow, era appena diventato estremamente imbarazzante a tempo di record. Lo sguardo di Rinoa continuava a spostarsi dal cavo arrotolato a Squall. Sembrava molto strano fissarlo mentre si parlava di lui al passato, un'ipotesi che l'aveva sempre turbato.

"Grazie, significa molto. Sto cercando di-" iniziò, ma non era sicura di come dirlo a parole.

Squall finalmente incontrò il suo sguardo quando lei esitò. Era piccolo, quasi inesistente a occhio nudo, ma le offrì un sorriso. Annuì solo una volta, e quel semplice gesto fu tutto quello che le servì. "Al funerale, ho dato una mano a piantare un albero in Giardino. Il giardiniere ha detto che è stato comprato come ricordo... e, beh, volevo solo ringraziare chiunque avesse speso tempo e fatica a prendere le donazioni. So che avrebbe apprezzato il gesto... da quel giorno, mi sento semplicemente come se dovessi saperlo per chiudere con il passato. Voglio che sappiano quanto mi ha aiutato la loro generosità."

"Uhm, certo, posso guardare." Lauren sembrò esitante alla richiesta, ma non fece mai altre domande. "C'è altro che posso fare per te? Per favore, sappi che io sono qui, e il Garden è qui se hai bisogno di qualcosa."

"No, è tutto. Immagino che l'unica cosa sia, e so che potrebbe sembrare molto, ma potresti controllare il prima possibile? So che sei occupata, fidati, capisco. Immagino di star solo sperando di lasciarmi alle spalle questo capitolo della mia vita... e andare avanti. Mi sento come se ci fosse qualcosa di sospeso."

"Nessun problema signorina Heartilly, controllerò subito."

"Serve il mio numero?"

"No, ce lo abbiamo sul file."

Ovviamente ce l'avevano, sembrava che sapessero tutto - fino ad includere il suo conto corrente. Il Garden probabilmente sapeva più dettagli sulla sua dannata vita di quanti ne sapesse lei stessa.

"Grandioso."

La singola parola di Rinoa uscì piuttosto difensiva; non aveva voluto mostrare la sua irritazione. Abbastanza stranamente, non era con Lauren a livello personale, solo a quello che il Garden era diventato nel suo insieme. Ad ogni modo, in questo caso, capiva le loro intenzioni; erano solo i metodi a sembrarle un po' eccessivi.

"Intendo, grandioso, grazie." Anche se Rinoa cercò di correggersi, si chiese se il danno non fosse già stato fatto.

Sembrava che né lei né Lauren avessero salutato; a quanto pareva nessuna delle due lo riteneva necessario. Lei riagganciò, con la mano che le tremava inconsapevolmente.

"Beh, sono contenta che questa conversazione sia finita."

"Sapevo che potevi farcela."

"Non l'ho fatto."

"Stai dubitando di te stessa di nuovo, non farlo" la rassicurò Squall, posando il blocco note sul tavolino. Quando Rinoa alla fine lo vide, conteneva circa due paragrafi scritti. Di nuovo, lasciò correre, anche se la volta successiva poteva dirgli di girare una pagina o due - se non altro per le apparenze.

Lui si avvicinò di un passo, ma rimane comunque a un braccio di stanza. Lei non era sicura se era grata o scocciata che lui non si avvicinasse, ma molto probabilmente lui stava rispettando i limiti. La telefonata era stata una recita difficile, e lei era famosa per le sue risposte lievemente irrazionali, di recente.

Fece alcuni passi avanti e si sedette sul divano. "E adesso? Aspettiamo solo che richiami?"

"In pratica, sì."

Passarono alcuni secondi di silenzio. Guardando l'orologio, si chiese quanto tempo sarebbe servito al Comandante ad interim, o anche solo se quella pista avrebbe dato qualche frutto. Molto probabilmente, non l'avrebbe fatto e allora tutta quella conversazione sarebbe stata piuttosto insignificante, però... Rinoa dovette correggersi su questo, solamente perché nel furgone aveva avuto con lui una delle conversazioni più personali e intime che avevano mai avuto. Non era forzata come anni prima; era sembrato che entrambi trovassero naturalmente un terreno comune.

"Le serviranno almeno alcune ore" aggiunse lui. "Dubito che possa mollare tutto subito, ma posso dirti che sarà efficiente."

"Alcune ore, ok allora..." Rinoa stava ancora fissando l'orologio, guardando i movimenti meccanici della lancetta più corta. Poi la colpì come un peso e saltò su dal divano.

"Merda! Non ho nemmeno fatto attenzione all'ora. Devo prepararmi. Zone potrebbe essere qui a momenti. Assicurati che qualunque cosa relativa al caso sia nascosta, tu incluso... perché seriamente, questa è un'altra delle conversazioni che preferirei evitare per i prossimi decenni."

"Va bene" rispose lui con comprensione. Qualcosa non era del tutto a posto in lui, ma era per i suoi problemi personali, non quelli di lei. Dopo quello che aveva appena fatto, non aveva modo di dire niente.

"Sai, Squall... mentre sono fuori, stasera, forse c'è una conversazione che dovresti fare con Zell. Non voglio costringerti, voglio dire, aspetta se non sei pronto."

"Va tutto bene. Probabilmente ho bisogno di essere spinto nella giusta direzione. Merita la verità, e dovrebbe sentirla da me... sento di doverglielo. Solo che sarà difficile, come faccio anche solo a introdurre l'argomento?"

Lei fece un passo avanti, mettendogli una mano sulla spalla. "Lo capirai. Come mi ha detto una volta qualcuno di importante, so che puoi farlo."

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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