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Autore: Noeru    01/11/2016    1 recensioni
Gli piaceva davvero essere stato lì? Non se lo stava chiedendo per la prima volta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andrew McGregor, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo eroe alternativo '
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Sedici anni prima:
"Dovete proprio portarmelo via?" Singhiozzò una voce femminile.
Sir Stuart le strappò di mano un neonato avvolto in una coperta bianca: "Non aveva detto lei di non poterlo tenere? Crescerà in ottime mani, riceverà la migliore educazione e potrà scegliere i passatempi di suo maggior gradimento"
"Ma ho cambiato idea...Senza di lui non ho più nulla e nessuno!"
"I patti erano chiari! Le spediremo in cambio un compenso in sterline sufficiente al mantenimento!"
"Potrò almeno rivederlo? Ricevere foto?"
Lady Elizabeth storse il naso, come se quella poveretta avesse malattie contagiose.


Un pilota sfrecciò, inondandolo da capo a piedi ignaro degli insulti successivi.
Aveva deciso di scoprire di più sulla vita personale di Liam, sconosciuta ai più A dispetto di fama ed elevato numero di seguaci, Andrew compreso.
Era risaputo essere l'unico ancora senza figli nella band: Gad Thomas aveva due figli -un maschio ed una femmina- undicenni, Dan conviveva da qualche anno insieme ad un'ex ginnasta ritmica ucraina divorziata con un bambino dal precedente matrimonio e Jed era prossimo alla paternità.
Si rifugiò in una libreria.
Non aveva tempo per leggere al contrario del suo migliore amico Ralf, noto per trascorrere ore nella fornitissima biblioteca del suo maniero anche a decifrare testi nell'antica lingua madre di tedesco, lingue scandinave ed inglese.
Una copertina rossa richiamò subito la sua attenzione:

"Tutto quello che non avete osato chiedermi nelle interviste sennò vi avrei bruciato la casa"

Una sola persona era capace di scegliere un titolo del genere.
Tra le quattro pareti rosse cominciò la lettura:

"La nostra storia ha inizio a Edimburgo, in un grosso palazzo di un vivace grigio smog al cui ultimo piano un eroinomane sta sfondando una sedicenne del tutto ignara della sua dipendenza, la quale lo scaricherà pochi giorni dopo e si scoprirà incinta siccome i
preservativi non sono economici (...)
Nove mesi dopo nasce William Gordon Rixton, destinato a diventare una leggenda.
Il suo primo ricordo dell'infanzia è una palettata sul naso del bambino più robusto dell'asilo, reo di aver calpestato il suo fortino di sabbia mentre il primo approccio con la musica avvenne quando per la recita delle elementari scrisse una
canzoncina in cui negava l'esistenza di Babbo Natale, avendola già scoperta a sei anni si sentiva in dovere di informare gli altri bambini (...)
A scuola fu sempre il miglior alunno al corso di scrittura creativa, ma la carriera accademica gli interessava ben poco: influenzato dai vinili di Bob Dylan, Beatles e The Kinks imbracciò la sua prima chitarra all'età di undici anni.
Appresi i rudimenti, ampliò le sue conoscenze includendo Soundgarden, Pink Floyd e Radiohead, dei quali Gad Thomas Auerbach, suo grande amico d'infanzia era un grande fan (...) I due ad appena tredici anni si imbucarono ad un Live dei Queen, seguendo in gran segreto Yoav, fratello maggiore del futuro bassista dei Liberty..."


Le pagine andavano avanti con i primi anni della band, costellati di rifiuti, derisioni e l'autoanalisi di Liam circa la propria dipendenza da alcool e droghe leggere finché un tragico incidente costato la vita a tre suoi amici di un altro gruppo avvenuto in piena estate non lo forzò ad aprire gli occhi.
Tuttavia non apprese subito il valore della vita, collezionando nel periodo immediatamente successivo alla riabilitazione episodi di autolesionismo legati ad un rimorso non ben specificato culminati in una serie di tagli sul torace le cui cicatrici erano ancora ben visibili nonostante i peli lasciati crescere.
Lo studente scese in salotto e spalancò un'anta in mogano odorosa di impregnante per legno: "Ha bisogno di una mano, signorino Andrew?"
Harvey si alzò dal divano sul quale stava sfogliando NME, una tazza di tè sul tavolino in mogano intarsiato.
"No, no. Posso fare da solo! E non chiamarmi Signorino! Va bene Andrew e basta! Anzi, Andy!"  Nemmeno i suoi compagni European Dream lo avevano mai chiamato così.
"Sarà difficile. Piuttosto, cosa stai cercando?"
"Foto della mia infanzia!" Il maggiordomo riuscì ad arrivare più in alto e gli consegnò un voluminoso libro dalla copertina in pelle bordeaux con inciso a caratteri gotici il suo nome.
Il giovane McGregor ringraziò educatamente e tornò barcollando in camera.
Nemmeno era al corrente di quella sua biografia non autorizzata; Ralf invece si ricordava perfino quante volte usava il vaso da notte lo Jurgens che posò la prima pietra costituente quel lugubre castello in mezzo alla Foresta Nera.
La polvere gli provocò diversi starnuti.
Di solito gli album dei primi anni di vita ritraggono i bambini mentre fanno il bagnetto, giocano o hanno la faccia sporca di colori o cibo.
Nel suo trovò opere di fotografi chiamati appositamente per le più disparate occasioni: il primo trofeo a tennis, il campionato under10 di golf, il giorno d'ingresso al Worthington con quella ridicola paglietta, la regata delle università, la giornata dell'orgoglio nazionale scozzese.
Il libro appena comprato conteneva un piccolo inserto fotografico. Accanto alla classica foto in uniforme ve n'era una di Liam adolescente in un'enorme giacca verdastra, Jeans logori e i capelli tenuti lontani dal viso attraverso occhiali scuri.
Eccetto gli occhi fra il castano ed il verde era il suo riflesso allo specchio.
Alla pagina successiva circondava con un braccio una giovane donna di nome MaryAnne Madden.
Era vecchia di sedici anni.
Gli tornò all'improvviso in mente una canzone sulla nostalgia e la perdita intitolata proprio col suddetto nome.
Non aveva mai ipotizzato chi potesse essere.

"Lavender scent's dead
A heart is just a shape
Since you're gone

Time we spent together
Is now unreachable
Grass we walked, a lifeless desert"
   
 
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