Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ailene    01/11/2016    1 recensioni
Sono passati due anni da quando Hannah se ne è andata da Londra, lasciandosi alle spalle una situazione familiare critica e un mare di problemi. Ora però è costretta a tornare in città, ma non sa che tutti gli scheletri che ha nascosto nell'armadio torneranno a perseguitarla.
Le cose si complicano ulteriormente quando nella sua vita irrompe il bassista Jamie Bellamy. Fin dal loro primo incontro non andranno esattamente d'amore e d'accordo, ma mentre il resto della sua vita continuerà a sgretolarsi sotto ai suoi piedi, Hannah scoprirà che non tutti i musicisti squinternati arrivano per nuocere.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo V
 

Quando rientrai in casa c’era uno strano silenzio e tutto era buio.
“Jane, ci sei?” domandai mentre passavo da una stanza all’altra in cerca della mia amica, ma non ricevendo alcuna risposta, né trovandola da nessuna parte, mi convinsi di essere da sola e ne fui decisamente contenta. Non avevo le forze di nascondere a Jane quanto mi avesse distrutta l’incontro con Alex. 
Fino a quella mattina avevo creduto che la lontananza me lo avesse fatto dimenticare, ma ora mi rendevo conto di essermi scioccamente illusa. Non avevo voltato pagina, né ero riuscita a smettere di provare qualcosa per lui ed ora ero a pezzi. Continuavo a sentire nella mia testa le sue parole, come un disco rotto: “Adesso sono un uomo rispettabile, con una bella mogliettina e presto diventerò papà”.
Stava per diventare il padre di un bambino che non era il mio. 
Quando stavamo insieme mi era capitato spesso di immaginarlo alle prese con i pannolini dei nostri pargoletti, ma ora quel sogno si era infranto per sempre e ne ero devastata.
Ero stata una stupida a pensare che lui mi avesse aspettata, che non avesse voltato pagina e che volesse incontrarmi per poter riprendere da dove ci eravamo interrotti due anni prima. Più volte in quei lunghi mesi di lontananza avrei voluto telefonargli, chiedergli come stesse o semplicemente sentire la sua voce, ma l’idea che le cose tra noi potessero diventare di nuovo serie mi aveva fermata ogni volta. Il mio problema non erano mai state le relazioni serie, anzi. Avrei voluto sposare Alex e, se la mia famiglia non avesse rovinato tutto, mai e poi mai l’avrei piantato sull’altare. Ma come al solito mio padre aveva voluto metterci lo zampino. Aveva ricattato Alex: avrebbe potuto avere la mia mano a patto che rinunciasse ai suoi sogni e prendesse le redini dell’azienda di famiglia. L’avevo scoperto per caso la mattina delle nozze, quando mia cugina si era lasciata scappare quel segreto che mai avrebbe dovuto giungere alle mie orecchie. Appena la verità era venuta a galla, mi ero rifutata di costringere Alex a rinunciare a tutto per me. Lo amavo troppo per mettergli la catena al collo e trasformarlo in uno schiavo al servizio della Jones Hotels.
Quel che non avevo previsto era che lui voleva assumere quel ruolo. Che per una donna, che non era la sottoscritta, aveva rinunciato alla sua carriera di avvocato ed aveva imboccato quella strada che avrei voluto risparmiargli. Mi chiedevo come riuscisse mia sorella a dormire la notte, sapendo che Alex aveva rinunciato a tutto per lei. Mai e poi mai sarei riuscita a convivere con la mia coscienza se gli avessi chiesto un sacrificio del genere.
“Fanculo” sbottai dando un calcio ad una delle sedie della sala. “Fanculo, fanculo, fanculo!” e presi a calci anche le altre, senza però trovare conforto né sollievo.
Proprio come prima di uscire, avevo di nuovo un’irrefrenabile voglia di prendere a pugni qualcosa o qualcuno. E se prima ero arrabbiata con Alex per aver deciso di diventantare il leccapiedi e il portavoce di mio padre, ora ce l’avevo con lui per essersi sposato con mia sorella.
La nonna mi aveva detto che pochi mesi dopo averlo lasciato sull’altare, Alex era così distrutto da essere stato cacciato dallo studio legale dove faceva praticantato. Mi era dispiaciuto saperlo, ma avevo sempre creduto che fosse un avvocato troppo in gamba per quello studio di mummie imbalsamate. Sicuramente avrebbe presto trovato un nuovo lavoro. 
Fui sorpresa quando alcuni mesi dopo, mia nonna mi disse che Alex aveva accettato il posto offertogli da mio padre. Allora non avevo sospettato nulla, ma ora capivo perchè mio padre gli avesse proposto di nuovo quel lavoro: stava uscendo con un’altra delle sue figlie e voleva a tutti i costi che i nostri alberghi venissero gestiti da una persona competente e di famiglia. 
Mi sentivo miserabile. Se solo fossi stata meno orgogliosa, forse ora avrei avuto l’uomo che amavo e forse avrei aspettato quel figlio che invece mia sorella stava per partorire.
“Fanculo!” sbottai di nuovo scoppiando in lacrime. “La vita è così ingiusta” mi ritrovai a pensare, prima di accasciarmi sul divano ed abbracciare un cuscino in cerca di conforto.
Le lacrime non sembravano fermarsi. Avevo sbagliato tutto. Rimpiangevo persino di aver lasciato Alex così in malo modo quel pomeriggio. Qual era il mio problema? Sì, forse Alex aveva avuto fortuna quando la pazza instabile della sottoscritta aveva deciso di scaricarlo. E forse, dopo tutto, non gli era andata poi così male: era finito insieme a quella noiosa e presuntuosa di mia sorella, che mai e poi mai si sarebbe comportata come me. Sì, era giusto che lui avesse una compagna stabile e non del tutto fuori di testa, capace di dargli tutto l’affetto e il supporto di cui aveva bisogno. Quel pensiero mi fece versare ancora più lacrime, cosa che non credevo nemmeno possibile. 


Avevo il viso affondato da chissà quanto tempo nel cuscino, ormai fradicio, quando una mano gentile mi picchiettò su una spalla, facendomi sobbalzare e gridare dalla paura.
“Scusa, non ti volevo spaventare” mi disse Jamie con gentilezza. Aveva tutti i capelli scompigliati, come se si fosse appena svegliato da un pisolino. “E’ solo che…” parve leggermente in imbarazzo “…credo che tu abbia un gran bisogno di…” si fermò di nuovo quasi avesse paura di finire la frase “…una sana maratona di Grey’s Anatomy” e mi mostrò il cofanetto che aveva in mano.
Involontariamente sollevai un sopracciglio. Non sapevo se mettermi a ridere o cosa. Mai e poi mai mi sarei immaginata una simile proposta da lui.
Dato che non l’avevo ancora cacciato via a male parole, Jamie parve incoraggiato a continuare: “E se prometti di non dirlo a Jane, stasera ci sarà anche l’ingrediente segreto…” mentre lo diceva mi mostrò delle boccette di smalto giallo canarino e arancione evidenziatore che riconobbi subito. Solo la mia amica pittrice avrebbe potuto scegliere colori così poco ortodossi. “Sarà un vero e proprio smalto-party. Allora, che ne dici?”
Non riuscii a trattenere una risata. Forse la prima gioiosa in quella lunga giornata. “D’accordo. Solo se mi prometti che ti potrò mettere lo smalto giallo!”
Parve pensarci un attimo. “Va bene, ma solo perchè sei tu. E guai a te se questa storia viene fuori. Ho una reputazione da playboy da mantenere”
“Sarà il nostro segreto” gli sorrisi con calore, mi asciugai frettolosamente le lacrime e gli feci spazio sul divano.
“Ah, tra poco arriverà anche la nostra cena. Spero che tu non ti offenda se ho ordinato una montagna di pizza. Anche se a dire il vero non hai l’aria di una di quelle che si astengono dai carboidrati o cose simili” disse mentre trafficava col televisore per far partire il dvd.
“Be’ detto così potrei quasi offendermi, ma ho troppa fame per arrabbiarmi. Dimmi almeno che l’hai presa doppia mozzarella.”
“E lo chiedi?” domandò a sua volta illuminandomi con il suo sorriso sbarazzino.
“Sai, in vita mia non ho mai visto questo telefilm” gli confessai, leggermente imbarazzata.
“Che cosa?” Jamie strabuzzò gli occhi.
“Non so, non mi ha mai attirata.” Sollevai le spalle con noncuranza, staccando lo sguardo dallo schermo per posarlo su di lui.
“Vuoi dirmi che non ti piacciono le storie stile soap opera con mille inciuci, tradimenti e un pizzico di sangue?
“Sì be’, chi non le ama?” mi ritrovai ad ammettere, mio malgrado.
“E allora lo adorerai! Sai cosa ci vuole per goderselo appieno?”
“Che cosa?” per un momento temetti che uscisse di nuovo il suo lato lascivo ed allusivo che mi metteva un po’ in imbarazzo, ma fortunatamente quella sera aveva deciso di comportarsi come una persona normale.
“Una montagna di pop-corn”
“In effetti…sto morendo di fame!”
“E allora non muoverti, morettina. Ci penso io!” con agilità Jamie si alzò dal divano e sparì in cucina.
Riapparve dopo alcuni minuti con una ciotola così grande di pop-corn che avrebbe potuto saziare una famiglia di dieci persone.
“Cosa mi sono perso?” domandò con la bocca già piena mentre si risistemava sul divano accanto a me.
“Non molto. Hanno solo ucciso un paio di pazienti, scuoiato due protagonisti e chiamato zio Hannibal per preparare un bel banchetto” risposi rubando alcuni pop-corn dalla ciotola.
“Ah ho capito…questo è l’episodio in cui Hannibal balla la lambada con Meredith Grey. È il migliore della stagione, fidati.”
“Ecco, mi hai appena spoilerato il finale” e gli lanciai i pop-corn, sghignazzando.
“Non è assolutamente vero. Non ti ho detto che arriva Dracula e offre Bloody Mary a tutti.”
“Non so perchè, ma sospettavo che questo episodio prendesse esattamente quella piega” ridacchiai, sorprendendomi di quanto Jamie fosse simpatico. In effetti Jane aveva ragione. Quando non faceva l’idiota era una persona davvero gradevole.
Mi lasciai prendere dalla trama dell’episodio a tal punto che sobbalzai quando suonò il campanello.
“La pizza” mi rassicurò Jamie. “Mentre pago il fattorino, non fare niente che io non farei” e mi fece quella smorfia lasciva che ormai conoscevo bene.
Quando tornò aveva almeno quattro cartoni di pizza e una montagna di tovaglioli.
“Avevi paura di morire di fame stasera?”
“Certo che no, ma ogni smalto-party che si rispetti prevede montagne di pizza, chili di pop-corn e almeno tre stagioni di Grey’s Anatomy. Se manca anche solo uno di questi ingredienti la serata è rovinata”
Alzai gli occhi al cielo, trattenendo un sorriso sotto ai baffi. Dopo tutto Jamie sapeva essere buffo.
Cominciammo a divorare la pizza in silenzio e solo quando il primo cartone e mezzo fu vuoto, finalmente tornammo a parlare.
“Una volta avrei voluto fare anch’io il dottore” mi confessò lui con aria spavalda.
“Strano, mi dicono che di solito ti diverti a giocare al dottore dopo i concerti” mi resi conto che il mio tono era più acido di quanto volessi. Ecco, avevo appena rovinato tutto. Ne ero sicura. Invece Jamie mi sorprese e anzichè punzecchiarmi come al solito, ribatté: “Non puoi farmene una colpa. Mi piace assicurarmi che le mie fan godano…di ottima salute”
“E come mai hai cambiato idea? Perchè non sei diventato un vero medico?”
Lui scrollò le spalle con noncuranza, come se non volesse parlarne.
“Cosa fai quando non sei sul palco o giochi a fare il dottore?” domandai allora incuriosita.
“Al momento mi assicuro che il mio fondo fiduciario non venga dilapidato dalle fluttuazioni della borsa” fu la sua semplice risposta.
“E non hai un lavoro, uno serio intendo?”
“Se possiedi mezza città hai davvero bisogno di un lavoro?” per un momento le sue parole mi fecero tornare in mente quelle di mio padre. Anche lui aveva trovato assurda la mia decisione di studiare e di trovarmi un impiego che non avesse nulla a che vedere con la nostra catena di alberghi.
“Certo. Almeno un giorno potrai voltarti indietro e vedere i risultati che sei riuscito ad ottenere con le tue forze. Finora cosa hai combinato nella tua vita?”
La  mia domanda parve spiazzarlo leggermente. “Scusami, non volevo essere polemica. E’ solo che…” mi interruppi, non sapendo nemmeno io come continuare quella frase.
“Che non condividi la mia scelta di vita. Lo capisco, sai? Tutti sanno quanto sia indipendente e testarda la piccola Hannah Jones, erede dell’impero alberghiero di suo padre”
“Non sono l’erede del suo impero.”
“La vita mi ha insegnato che, per quanto ci opponiamo al volere delle nostre famiglie, alla fine finiamo per fare esattamente quello che vogliono che noi facciamo. Il che significa che, per quanto tu ti ostini a cercare una vita diversa, un giorno ti ritroverai invischiata negli hotel dei tuoi genitori.”
“Non c’è pericolo. Quel ruolo è già ricoperto da Alex…” mormorai con la voce che mi tremava, ma mi costrinsi a ricacciare indietro le lacrime. Ne avevo già versate abbastanza per quel giorno.
“Alex?” domandò lui “Il tuo ex?”
“E tu che ne sai?” lo guardai con occhi di fuoco. Come faceva a sapere così tante cose su di me, quando io non sapevo assolutamente nulla su di lui.
“Jane. Tu non immagini nemmeno quanto sia chiacchierona dopo un paio di shottini di tequila.”
“Ricordami che quando torna a casa la uccido”
“Non puoi farla fuori, è la tua migliore amica. E poi diventa un vero spasso quando gli shottini sono sei o sette e lei è completamente ubriaca. Solo per questo dovresti risparmiarla”
“Forse, ma dato che sai così tante cose su di me, ora dovrai dirmi qualcosa su di te”
“Sei ancora troppo poco sbronza per trovare interessante la mia vita…”
“Oh, ti prego. Tu che fai il timido e cerchi di schermirti in questo modo. Non è da te…”
“Chi lo dice? E poi non sto facendo il timido…”
Decisi di cambiare strategia. Volevo ad ogni costo scoprire qualcosa di più su di lui, così gli domandai: “Hai mai giocato ad obbligo o verità?” 
“E lo chiedi?”
“Allora, se conosci già le regole, cosa scegli? Obbligo o verità?”
“Davvero vuoi giocare adesso?” sembrava sorpreso.
“Perchè no? Hai qualcos’altro da fare?”
“D’accordo, morettina. Giochiamo. Ma non ti arrabbiare se alla fine della serata mi avrai raccontato tutti i tuoi segreti più piccanti e tu non avrai scoperto nulla sul mio conto”
“Credici!” e sogghignai, aspettando che lui desse il via al gioco. Ero certa che entro la fine della serata sarei riuscita ad estorcergli ogni segreto ed avrei conosciuto il vero Jamie Bellamy, non quello sfrontato e sicuro di sé che aveva cercato di farmi la serenata al terminal dell’aeroporto, ma quello che si nascondeva dietro alla maschera da playboy. 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ailene