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Autore: LadyUnicornGirl95    02/11/2016    2 recensioni
Serenella è una ragazza con una vita tranquilla. Lavora in una biblioteca a Carmagnola ma solo a livello di volontariato. Con gli uomini non ha mai avuto un ottimo rapporto a dirla tutta, gli uomini li prenderebbe tutti a ceffoni. Un giorno però, durante una sua tipica giornata di lavoro in biblioteca, incontra Khaled un uomo che ha già buttato via gran parte della sua vita e adesso si ritrova ad avere quarantaquattro anni senza moglie e senza famiglia.
Serenella e Khaled si innamorano. Ma essendo che appartengono a due età molto differenti: Serenella è appena una ragazzina di ventanni e Khaled un uomo di quarantaquattro anni, potranno comunque stare insieme?
Eppure, non sanno che la scelta di stare insieme li porterà incontro a tante gioie,dolori ma sopratutto a tanti guai in primis, perché il padre di lei non accetta che la figlia stia con un uomo di quarantaquattro anni pure marocchino.
I genitori di lei sono disposti a tutto pur di separare i due innamorati. Riusciranno in ogni modo Serenella e Khaled a non separarsi? A non cadere nella trappola dei genitori di lei che li conducono verso una rottura? Lo saprete leggendo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cinque

L'uscita dal lavoro più bella

della mia vita 
 

Siamo a Luglio. Io sono al lavoro in biblioteca qui a Torino, ci sono quaranta gradi e si muore di caldo. Non capisco perchè in questa biblioteca non possano mettere dei condizionatori possibile che dobbiamo accontentarci della misera aria che entra dalla finestra che non è nemmeno fresca, ma è calda e arrida? Non si resiste in estate in questa città. Per fortuna tra quattro giorni, si parte per il mare e andiamo a Loano per una settimana. Io e la mia famiglia finalmente andiamo in vacanza.

Mi squilla un messaggio sul cellulare. È Khaled. Vuole sapere dove sono e cosa sto facendo. Gli rispondo che sto lavorando in biblioteca qui a Torino. Mi chiede a che ora esco dal lavoro, io gli rispondo che esco alle due e mezza del pomeriggio. Lui mi risponde di chiedere di uscire un'ora prima che viene a prendermi lui al lavoro. Cosa lo chiedo che tanto mi dicono che non posso, ieri ho già sgarrato perché sono uscita un'ora prima dato che non sopportavo più di star in quel forno elettrico per pizze.

Rispondo a Khaled che non posso uscire un'ora prima visto che ieri sono uscita con un'ora di anticipo perché non mi ero sentita molto bene. Lui mi risponde due minuti dopo dicendomi che lui lo faceva per vedermi che prova a venire comunque per le due e mezza e mi chiede l'indirizzo della biblioteca. Gli dico che si trova in Corso Trapani 91/B a Torino.

Manca circa un'ora alle due e mezza. La mia pausa a pranzo è volata molto velocemente, io usufruisco della mensa senza pagare un centesimo dopo tutto sono una volontaria quindi, mi pare anche giusto che la mensa sia gratis e non a pagamento. Oggi a pranzo ho mangiato solo un po' di insalata con i pomodori e un piatto di pasta al pesto. Rispetto a tante mense che ho frequentato nella mia vita devo dire che forse questa è la migliore, molto meglio di quella della scuola elementare sicuramente. Quando andavo alla scuola elementare per me era un problema mangiare alla mensa, il cibo non mi piaceva e finivo spesso per fare i capricci. Adesso però non faccio più i capricci se una cosa non mi piace semplicemente non la prendo.

Il mio unico desiderio in questo momento è uscire per vedere Khaled, del resto non mi importa niente voglio solo uscire da questa biblioteca. Devo usufruire di Khaled fino a quando posso perché a breve sono già in vacanza e credo che Khaled mi mancherà tanto.

Il fatto di andare in vacanza un po' mi secca perché ci siamo appena trovati e per me è già ora di separarmi da lui. Non devo vedere la vacanza come una vera tragedia anzi a me fa piacere se mia madre mi porta in vacanza una settimana. La vacanza dura una settimana. Per vedere lui avrò tutto il tempo che voglio non appena sarò tornata a Torino.

Finalmente si sono fatte le due e mezzo. Sul mio cellulare lampeggia un messaggio da parte di Khaled dice che è qui fuori in auto. Ho il batticuore per l'agitazione tra qualche breve secondo sarò solo per lui. Questo pomeriggio insieme io me lo voglio davvero godere perchè poi dovrò resistere una settimana senza poterlo vedere.

Quando lo raggiungo, lui indossa una camicia di colore blu e dei jeans. È vestito esattamente come il nostro primo incontro mi ricordo perfettamente che indossava le stesse identiche cose. Lui mi sorride e mi abbraccia.

« Che bello vederti » mi dice lui.

« Sei tu a rendere bello questo momento » dico io.

« Grazie. Sali in macchina » mi ordina.

La macchina è una Peugeut grigia. Questa è la prima volta che salgo sulla macchina di un uomo marocchino e devo dire che è molto più ordinata di quella di mio padre. Almeno in questa macchina non ci sono bottiglie e lattine di bibite gasate o scatole di sigarette vuote sparse ovunque. Comincio quasi a pensare che questo uomo è un medico nutrizionista come professione ma la cosa mi sembra un po' strana, non ho la minima idea di che lavoro possa fare.

« Cosa hai fatto al lavoro di bello? » mi domanda Khaled.

« Guarda! Quelle pazze delle mie colleghe mi hanno fatto cercare una ventina di documenti in delle strane cartelline e poi dovevo rimetterli nella cartellina giusta, non immagini che faticaccia » rispondo io, un po' seccata.

« Quanto ti pagano per lavorare qui? » mi domanda lui.

« Non mi danno una lira, lavoro gratis tre giorni alla settimana » rispondo.

« Un consiglio? Trovati un altro posto magari a pagamento » commenta lui.

Scoppiamo a ridere come due scemi. Fosse facile in Italia trovare un lavoro dove si è pagati. Ora mai ti pagano solo se stai aspettando un bambino se no lavori solo come livello di volontariato non a pagamento ovviamente.

Noto che alla vista di un marciapiede a fianco a noi, Khaled scorge uno spazietto per parcheggiare un momento. Una volta che abbiamo parcheggiato, la mia tensione sale ancora di più. Non mi piace il fatto che ha appena parcheggiato la macchina.

« Gioia, io non ho ancora sentito le tue labbra sulle mie me lo dai un bacino? » mi domanda.

Io mi faccio prendere dall'agitazione e finisco per baciarlo come se fossi un trapano o un picchio che batte il becco contro il tronco di un albero.

« Mah gioia, non si bacia così! Non sei mica un trapano. Devi essere più delicata, fare dei movimenti teneri dolci » mi dice.

Ci baciamo ancora una volta. Andiamo avanti per quasi cinque minuti e io non capisco più che cavolo sto facendo e se lo sto baciando bene oppure sto facendo peggio di prima.

« Ecco! Questo è un bacio. Prima mi stavi trapanando e ti ricordo che non sei un muratore di professione, mia bella Serenella. Cosa ne dici se troviamo un posto più tranquillo? Siamo troppo sotto gli occhi della gente qui, io conosco un posto migliore. Ti porterei a casa mia a Carmagnola ma non posso perché un mio amico oggi è in ferie dal lavoro. Magari la prossima volta vieni tu da me » mi dice sorridendo.

Ridiamo ancora una volta poi, lui mette in moto la macchina. Dopo che ha messo in moto l'auto per uno strano motivo comincio a frugare nella mia borsa di nascosto. Devo controllare di avere i profilattici a portata di mano. Con Hamza li uso sempre e di solito li tengo nascosti nella tasca interna della mia borsa. Non vorrei che proprio oggi me li sono dimenticata a casa. Tiro un sospiro di sollievo. I profilattici della Durex alla frutta sono nella mia borsa e ne conto ben nove. Senza di loro non posso fare niente e poi io non voglio ritrovarmi alle prese con un bambino o con qualcosa di più grave tipo un'infezione. Sono troppo giovane per diventare mammina e poi, i miei genitori non penso che sarebbero felici di avere un nipote mezzo italiano mezzo marocchino.

« Perché guardi la borsa? » mi domanda Khaled.

« Controllavo di non aver lasciato i miei trucchi nel bagno della biblioteca. Per fortuna sono nella mia borsa » rispondo io.

Dopo qualche minuto capisco che siamo in autostrada. Non capisco dove abbia intenzione di portarmi. Forse non dovevo fidarmi troppo di lui. Dopo circa una mezzoretta di macchina vedo che Khaled esce in un posto dove c'è una stradina e del prato verde intorno a noi. Parcheggiamo la macchina in un punto coperto da tre pini.

« Ti ho portata qui perché non ci vede nessuno » mi dice lui.
 

Riprendiamo ancora a baciarci. Poco dopo lui scende dalla macchina e poi entra dalla porta dalla mia parte. Una volta dentro si toglie la camicia di colore blu e mi toglie la maglietta anche a me poi mi bacia sulle labbra per qualche lungo minuto. Ad un certo punto mi abbassa i pantaloni e le mie mutande mi da qualche bacetto sulla parte più intima del mio corpo poi si toglie i suoi pantaloni. Proprio in quel momento lo fermo.

« Che succede? Va tutto bene, gioia? » mi domanda lui.

« Si, ma non posso fare sesso così. Ti dispiace se usiamo il preservativo? » chiedo a lui.

« Potevi dirmelo che ce lo avevi. Nessun problema gioia mia » mi dice lui.

Gli lancio un durex alla frutta al gusto banana e poi l'osservo mentre infila dentro il suo pene. Non so perché ma a me hanno sempre fatto ridere gli uomini quando si infilano il preservativo, assumono sempre quella strana espressione da cani bastonati. 
 

Qualche minuto dopo sento come muove il suo pene dentro la mia vagina. Che strane e belle sensazioni di piacere. Il suo pisello mi fa semplicemente impazzire e poi lui è fantastico, questo attrezzo lo riesce ad usare proprio bene. Ad un certo punto però a furia di sbattermelo dentro, lui finisce per impazzire e esce dalla macchina nudo. Si toglie il profilattico pieno zeppo di sperma e lo butta per terra, nell'immenso prato verde che ci circonda. Dopo poi una volta tornato in uno stato di calma e tranquillità, ritorna da me e rimane sdraiato sul mio corpo ancora nudo per qualche minuto.

« Tu mi fai impazzire » mi dice tranquillamente.

« Grazie anche tu non sei stato niente male » commento io.

« Ti sono piaciuto? » mi domanda lui.

« Molto » rispondo io.

« Mi fa piacere, gioia. Dai, prepariamoci che devo riportarti a casa » mi dice lui.

« Va bene » concludo io.

Ho la sensazione che questo pomeriggio non lo dimenticherò molto facilmente. 

 

 
 

 

 

 
   
 
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