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Autore: chia_99    03/11/2016    2 recensioni
'Mi sono reso conto di amarla quando ci urlavamo addosso di tutto, eppure preferivo mille volte litigare con lei che ridere con qualcun altro'
Una notizia sconvolgente metterà a dura prova il nuovo equilibrio che si era appena creato e spingerà Jade a prendere decisioni importanti.
Un futuro che appare sempre più incerto, un presente che non presenta vie d'uscita e un passato da cui non puoi nasconderti perchè tornerà sempre a presentarti il conto.
Nuovi personaggi, nuove vicende e nuovi amori si intrecceranno alla storia dei due protagonisti...
Riuscirà la coppia più improbabile e allo stesso tempo più bella di Victorious a superare gli ostacoli che la vita ha in serbo per loro? Sarà davvero possibile ricominciare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Come stai?- balbettai.

-Come vuoi che stia Jade?- sbottò lui arrabbiato e forse deluso.

-Te ne sei andata, sei sparita così, lasciandomi una fottutissima lettera ... sei sconparsa nel nulla, lasciandomi qui come un idiota, ma cosa pensavi di ottenere? Cosa?- continuò poi alzando il tono di voce.

-Io ... l'ho fatto per te-

Mi sentivo veramente una stupida, non avrei dovuto chiamarlo, però era bastato sentire la sua voce per farmi stare meglio. Certe persone riescono a farti questo effetto e tu non puoi farci niente, più provi a mantenere le distanze tentando di non affezionarti, più queste si fanno spazio nel tuo cuore, fino ad occuparne un posto fisso e tu puoi solo arrenderti e toglierti la maschera, perché tanto con loro non serve, conoscono ogni sfaccettatura di te e riescono a farti sorridere anche quando non vorresti.

-L'hai fatto per me? Ma almeno ti rendi conto di quante stronzate stai dicendo?-

Non si era mai rivolto così con me, questa cosa mi lasciò turbata, ma poi come dargli torto.

-Beck io non volevo che tu rinunciassi a niente ... la recitazione è la tua vita!-

Seguirono alcuni istanti di silenzio, poi rispose con un tono più calmo:- E' qui che ti sei sbagliata, Jade. La recitazione non è la mia vita ... tu sei la mia vita-

Restai sorpresa da quelle parole, pensavo ce l'avesse con me, invece no, dopo tutto quello che gli avevo fatto teneva ancora a me.

-Scusami se ti ho aggredita prima ... Stai bene? E' successo qualcosa?-

-Si, tutto più o meno bene-

-Non avevo dubbi su questo, sei sempre riuscita a cavartela in qualunque situazione, ma ... non mi dirai dove sei, vero?- chiese rassegnato.

-Ti prego non rendere tutto più difficile ...-

-Jade, io so che stai passando un momento duro, non è facile per me, posso immaginare per te, quindi non voglio costringerti a tornare o a dirmi dove sei ... hai bisogno del tuo tempo per pensare ed è giusto che sia così, però rifletti su questo: vuoi davvero che nostro figlio cresca così? Senza un padre?- Lo sentii sospirare. –Ti ricordi cosa ti promisi tempo fa? Io per te ci sarò sempre-

Il suo tono era completamente cambiato, diventando dolce, sembrava una persona diversa in confronto all'inizio della chiamata.

-Sono contento di averti sentito- disse dopo una lunga pausa, riuscivo a percepire una nota di malinconia nella sua voce.

-Anche io- dissi cercando di mantenere un tono fermo, con scarsi risultati dal momento che la mia voce tremava.

-Ti amo-

Eccole quelle due parole che io non ero mai riuscita a dire. Spesso mi ero chiesta, perché lui che poteva avere tutte le ragazze che voleva, amasse me. Mi aveva scelta nonostante avessi un carattere impossibile, nonostante fossi una lista infinita di difetti, nonostante avessi messo fin da subito le cose in chiaro, avvertendolo che stare con me non sarebbe stato semplice, ma lui aveva risposto con un sorriso beffardo e sicuro di sé sostenendo che le cose facili erano noiose e così a poco a poco era riuscito a farmi innamorare di lui.

Inevitabilmente, come ogni volta, un sorriso involontario si fece largo sul mio viso.

-Stai sorridendo vero?- mi chiese e io non potei fare a meno di notare quanto mi conoscesse bene.

-Se sai già la risposta perché lo chiedi? Comunque si – dissi mentre le guance si coloravano leggermente di rosso.

-Dopo tutto questo tempo?-

-Sempre- risposi meccanicamente.

Finita la chiamata lanciai letteralmente il cellulare sul divano, poco dopo mi sedetti anche io sprofondando la testa nel cuscino. Beck aveva ragione, come potevo permettere che mio figlio crescesse senza un padre? Come potevo fargli passare un'infanzia triste come la mia? Forse la scelta migliore sarebbe stata affidarlo ad una famiglia adottiva e tutto sarebbe stato più semplice. Poggiai una mano sulla pancia e fui travolta da una strana sensazione, non so spiegare esattamente cosa, però in quel momento tutte le preoccupazioni svanirono, in qualche modo ce l'avrei o meglio ce l'avremmo fatta.

-Sarò una madre migliore della mia- affermai con convinzione.

In quel momento si illuminò il cellulare, era una notifica da Spencer.

'Scusami ho avuto un imprevisto, torno tardi'

'Bionda o mora?'

'Rossa, occhi verdi, sembrano due smeraldi'

'Se volevi farmi vomitare ce l'hai fatta'

'Ribelle! Sei con Freddie e Sam, no? Se ci sono problemi chiamami'

'Non chiamarmi così, comunque si tutto a posto'

Non volevo farlo preoccupare inutilmente. Solo in quel momento mi resi conto che erano le dieci e io non avevo ancora cenato.

Aprii il frigo e trovai un pezzo della famosa 'torta al cocco che devi assolutamente assaggiare', presi il piatto e mi buttai con 'grazia' sul divano accendendo la televisione.

Le parole di Beck mi fecero tornare in mente un episodio successo qualche anno prima.

Io e Beck avevamo litigato e io mi ero rifugiata nello stanzino del bidello, ero seduta per terra con le forbici in mano e stavo tagliando un foglio a caso. Poco dopo entrò lui.

-Jade sei qui?-

-Vattene via-

-Oh andiamo è stato divertente-

-No, non è stato divertente, quella lì ti stava mangiando con gli occhi. La prossima volta che ti sfiora con una delle sue unghie finte giuro che al posto di questo foglio taglio le sue extension- sbottai.

-Sei gelosa- disse lui avvinandosi.

Io mi alzai di botto.

-Io non sono gelosa e ora sparisci, oppure vattene da Michelle-

-Sei bella quando sei arrabbiata-

-Allora devo essere bellissima, perché sono furiosa- gli urlai contro.

Lui di tutta risposta scoppiò a ridere.

-Sei un idiota- dissi a denti stretti.

-Forse, però mi ami lo stesso-

-Questo io non l'ho mai detto, Oliver-

Lui rise, poi improvvisamente tornò serio.

-Io però ti amo, questo lo sai, vero?-

Sul mio viso si disegnò un sorriso che cercai di far scomparire per non dargliela vinta.

-Quando sei arrabbiata sei bella, ma quando sorridi non c'è paragone-

Arrossii leggermente.

-Ancora arrossisci quando ti faccio un complimento? Dopo tutto questo tempo?-

-Sempre- risposi io prima di avvicinarmi a lui, affondai le mani nei sui capelli e lo baciai delicatamente, bacio che lui approfondì subito.

Era un idiota si, ma il MIO idiota.

'And the longer that you stay the ice is melting'

I miei pensieri furono interrotti dal rumore della porta. Entrarono Carly e Neymar sorridenti e mano nella mano.

-Allora ... grazie e a domani-

-Grazie a te, piccola- disse lui baciandole la guancia. Carly chiuse la porta e mi rivolse uno sguardo felice e sognante.

-E' stato bellissimo, Ney gioca benissimo, ha segnato due gol, ha fatto uno stupido balletto e poi me li ha dedicati ... poi le lasagne del Pini's ...-

-Carly non per interrompere la tua giornata romantica con Mr. Figo, ma non mi interessa-

Lei senza ascoltarmi minimamente iniziò a strillare:-Dai chiedimi cosa è successo .. su su-

-Se lo facessi, la smetterai di urlare come una bambina di due anni?-

Lei annuì. 

–Cosa è successo?-

-Mi ha detto che sono bellissima e poi mi ha baciato!- disse prima di abbracciarmi.

-Staccati immediatamente- dissi io restando impassibile.

-Sono così felice- continuò lei stringendomi più forte.

-Carly allontanati da me, ORA, o il brasiliano si ritrova senza fidanzata.-

Lei ridacchiò prima di sciogliere l'abbraccio.

-Umm dov'è Spencer?-

-Ha avuto un 'imprevisto' con la cassiera della ferramenta- dissi facendo il segno delle virgolette sulla parola imprevisto.

-Bionda o mora?-

-Rossa, occhi verde smerlando- risposi io imitando senza successo la voce del più grande dei fratelli Shay.

-Chissà se durerà una settimana questa volta ... cosa stavi guardando?-

-Stavo appunto, se magari stai zitta, comunque un horror-

-Dai preparo i pop-corn-

-Come ti pare, però Shay ricordati: distanza di sicurezza e contatti zero, se hai paura abbraccia il cuscino-

 

 

 

 

Il suono fastidioso della mia sveglia mi fece sobbalzare, a fatica aprii gli occhi, afferrai il peraphone e guardai l'ora: 7.05 A.M., per quale assurdo motivo la sveglia aveva suonato di domenica mattina? Mi stropicciai gli occhi e mi diressi in bagno stando attento a non calpestare le bottiglie di birra sparse sul pavimento. Mi faceva ancora male la testa, la causa era ovviamente la chiamata del giorno prima di Jade. Da un lato ero felice di sapere che stesse bene, però era forse una chiamata di addio definitivo? In ogni caso era inutile porsi domande alle quali non potevo rispondere, solo il tempo avrebbe potuto fornirmi tutte le risposte che cercavo.

Quel pomeriggio, come ogni domenica, andai alla casa famiglia con Chloe e Cat, ormai eravamo diventati una sorta di trio, anche se spesso uscivamo anche con gli altri.

-Sapete Leo mi ha scritto sta mattina, il concerto è andato bene a quanto pare e poi ...- disse mentre stavamo tornando a casa.

-Poi?- domandò Cat.

-Mi ha chiesto di vederci, domani-

-Non torna a San Francisco?- chiesi io cercando di non pensare ai miei problemi.                             Lei fece spallucce. –In ogni caso non so se prenderla come una cosa positiva o meno, penso che dipenderà da quello che ha intenzione di dirmi domani-

-Preoccupata?-

-Mmm non proprio, cioè alla fine è già una buona cosa che voglia parlarmi-

-A proposito ... Jade ieri mi ha chiamato-

Chloe si fermò improvvisamente.

-Sta bene? Dov'è? Quando torna? E il bambino?- 

Fui inondato dalle domande di Cat, ma infondo era normale, voleva molto bene a Jade e credo che anche lei, a modo suo certo, tenesse alla piccola rossa.

-Cat una domanda per volta ... sta bene, non so dove si trova né se tornerà-

-Ma...-

-Cat ... una buona amica una volta mi ha detto che bisogna lasciare alle persone il tempo di pensare ed è quello che ho intenzione di fare- dissi facendo l'occhiolino a Chloe, lei di tutta risposta mi sorrise. -Adesso almeno sa che io ci sarò qualunque decisione lei prenda-

-Vedi è un primo passo- disse Chloe accendendosi una sigaretta. Cat iniziò a tossire.

-Proprio non mi piace il fumo- disse tappandosi il naso.

Chloe la ignorò e me ne passò una, la accettai, in quel momento avevo bisogno di rilassarmi.     Si spostò la treccia blu indietro e ci disse:-Ragazzi che ne dite di cenare da mia nonna sta sera? Mi ha chiesto di dirvelo ... le farebbe piacere-

-Beh direi che tra una maratona di corse d'auto e una cena con la tua famiglia ... non lo so. E' una decisione difficile ...-

Lei mi tirò un pugno sulla spalla.

-Aggressiva la ragazza- dissi facendo finta di massaggiarmi il punto dove ero stato colpito.

Lei si girò di scatto e iniziò a indietreggiare.

-E non hai ancora visto niente, Oliver- disse con un ghigno stampato in faccia.

-Mi stai sfidando, signorina Brooks?- le risposi io, reggendole il gioco.

Il suo sguardo si illuminò.

-Che hai in mente?- domandò Cat che stava guardando la scena divertita.

-L'ultimo che arriva alla panchina paga da bere a tutti e tre- disse prima di iniziare a correre verso il parco giochi.

-Tu sei pazza- alzai gli occhi al cielo. Buttai a terra il mozzicone, come aveva fatto lei poco prima.

-E tu sei lento, muoviti pappa molle-

Iniziai a correre per raggiungerla, seguito da Cat. Chloe ogni tanto si girava per farci le linguacce, sembravamo tre bambini, eppure non mi sentivo così spensierato da tanto tempo. La raggiunsi proprio mentre lei stava toccando la panchina, la afferrai per i fianchi e iniziai a farle il solletico.

-Stronzo, lasciami- urlò  ridendo fino quasi alle lacrime.

-Solo se ammetterai che ho vinto io-

-Mai- disse lei continuando a dimenarsi.

Nel frattempo ci raggiunse un flash seguito dal rumore di uno scatto, alzammo gli occhi, proveniva dal cellulare di Cat che nel frattempo si era seduta sull'altalena.

-Eravate così belli, non potevo non scattarla- disse lei in tono innocente.

Io e Chloe ci sorridemmo, quando stavo con lei i problemi svanivano.

-Comunque io sta sera non posso- disse Cat, solo in quel momento mi resi conto che era stranamente silenziosa.

-Come mai?- chiese Chloe sciogliendosi la treccia o quello che ne era rimasto.

-Ho un appuntamento- disse in tono vago. Io e Chloe ci scambiammo uno sguardo d'intesa.

-Con?- chiedemmo insieme.

-Robbie-

-Cosa? E sai già come vestirti? Trucco? Capelli?-

Discorsi tra ragazze, quella era zona minata per me.

-Di solito era Jade ad aiutarmi, mi manca così tanto- sospirò la piccola rossa.

Chloe mi fissò e io la rassicurai.

-Dai allora adesso andiamo a casa tua, così ti aiuto io ... Beck la scommessa l'ho vinta io, in più sta sera tu vieni-

Il volto di Cat si illuminò.

-Ai suoi ordini, capitano- dissi io.

Salutai le due ragazze e tornai a casa per prepararmi per la cena, presi una scorciatoia, così mi ritrovai davanti ad un piccolo chiosco nella periferia della città dove vi erano diverse panchine tutte occupate da coppiette ... quante volte ci avevo portato Jade ...

Su una di queste vidi una signora sola che stava mangiando un gelato, una volta vicino mi resi conto che era Giulia.

-Giulia?- chiesi sbalordito.

Lei alzò gli occhi puntandoli sui miei, erano lucidi.

-Beck, caro ragazzo, siediti- disse toccando con la mano il posto accanto al suo, per l'ennesima volta ebbi come la sensazione che mi stesse aspettando.

-Pensi ancora a lei, vero?-

Io annuii.

-Ecco che mi tocca rappresentare la più grande follia dei mortali, la passione amorosa, così diceva Calvino nel Cavaliere Inesistente ... come dargli torto ...- sospirò.

-Sai perché sono qui?- mi chiese poi. Io scossi la testa.

-Quarant'anni fa proprio qui, incontrai per la prima volta mio marito. Stavo passeggiando senza una meta precisa, lo facevo spesso, mi aiutava a pensare ... ad un certo punto arrivai davanti a questo bar. Seduto su una delle panchine c'era un giovane di bell'aspetto, alzò leggermente gli occhi dal giornale. Fu un istante. I nostri sguardi si incrociarono e in quel momento, non so come, capii che era lui. Si avvicinò e mi chiese se mi fossi persa, gli dissi che ero finita lì per caso. Lui non sembrò affatto sorpreso dalla mia risposta. Mi offrì un gelato e qui, proprio su questa panchina, parlammo per tutto il pomeriggio, senza sosta. Non ci conoscevamo neppure ... ma poi a volte basta un istante per sapere tutto quello che ti serve su una persona. Da quel momento abbiamo sempre vissuto insieme, le mie paure sono diventate le sue e le sue le mie ... Finchè non ha deciso di andarsene, all'inizio non riuscivo ad accettare la realtà, ero arrabbiata con lui, perché mi aveva lasciata sola, ma poi mi sono resa conto che le persone che amiamo, anche quando sono lontane, possiamo sempre trovarle tutte le volte che ne abbiamo bisogno qui dentro- concluse indicandosi il cuore.

-Vedi Beck loro ci saranno sempre per noi, soprattutto nei momenti di maggiore sconforto, in quelli in cui ci sentiamo soli e arrabbiati con il mondo. Sono vent'anni che vengo in questo posto, mangio un gelato e ricordo i nostri momenti felici. Io sento che ha mantenuto la sua promessa, non mi ha lasciato sola e un giorno finalmente ci rincontreremo e non ci lasceremo mai più-

Io rimasi in silenzio, era una storia bellissima, una mia parola avrebbe potuto rovinarla. Restammo seduti uno accanto all'altro ad osservare il sole che spariva dietro la collina più famosa di Hollywood.

-Meglio che andiamo a casa o Chloe si preoccuperà. Grazie di avermi fatto compagnia. Non raccontavo questa storia a qualcuno da tanto tempo, mi ha fatto bene. Mi dispiace se ti ho fatto perdere tempo-

-Non si preoccupi signora, mi ha fatto molto piacere- riuscii a dire solo questo.

-Chiamami pure Giulia, signora invecchia- disse asciugandosi con un fazzoletto una lacrima argentata che le rigava la guancia. Ci dirigemmo verso casa sua, durante il tragitto raccontai a Giulia la mia storia e mi sentii più leggero, quasi come se mi fossi privato di un peso.

Una volta entrati in salotto salutai Christine, Michael e Chloe, quest'ultima mi guardò con aria interrogativa, ma non fece ulteriori domande.

Ci eravamo appena seduti a tavola, quando sentimmo il campanello.

-Vado io- Chloe sbuffò e si diresse verso la porta.

-Lionel?!-

 

 

*MY SPACE*

Olà galera! Ecco il nuovo capitolo ... spero davvero che vi piaccia, è uno dei miei preferiti.  Nel caso non si fosse capito sono una grande fan di Harry Potter, ho visto il primo film a 3 anni e adesso che è uscito l'ottavo libro e il 17 faranno 'Animali Fantastici',  non so ho sentito l'esigenza di mettere qualcosa di Harry Potter... Da adesso  spesso aggiungerò dei flashback e spero che li apprezziate, ho sempre amato le storie dove ci sono i salti temporali, comunque lascio a voi i commenti.

Grazie a tutti,

beijos, Chiara.

   
 
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