Fanfic su attori > Cast Skins
Segui la storia  |       
Autore: VampERY    03/11/2016    0 recensioni
La storia più vecchia del mondo forse: lei non sopporta lui che invece fa di tutto per averla. Olivia ma più nota con il diminutivo di Liv e Jack O'Connell, l'apprezzato attore britannico nelle vesti qui di istigatore e carnefice della giovane protagonista vedono nascere sotto i loro stessi occhi un'attrazione a cui è quasi impossibile sottrarsi.
Nel continuo alternarsi di POV tra i due si farà luce sui momenti più importanti densi di insulti, ripensamenti, pensieri, sguardi e tocchi proibiti.
Se mr. O'Connell toccasse in sorte a voi agireste come la cara Liv?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I don't want your body
But I hate to think about you with somebody else
“Somebody Else” – The 1975



 
 






Image and video hosting by TinyPic
















 

E come all’inizio non vedevo l’ora di iniziare questa serata, altrettanto ora sono felice sia finita. Ho passato la maggior parte del tempo a rimproverare, insultare, criticare, odiare, pensare a come uccidere Jack. Alcuni momenti mi ha salvato il grande Josè perché vederlo andare su e giù dalla panchina verso il campo è sempre un bel vedere, altrimenti sarei qui alla gola di quel deficiente con i denti che gli maciullano la giugulare e mi dovrebbero staccare con la forza di 10 uomini!
 
Fuori dallo stadio rimane tempo solo per i saluti, strette di mano tra maschietti e abbracci e baci sulle guance tra noi ragazze. Quando arriva il turno di salutare Jack inutile dire che non lo faccio nemmeno avvicinare di qualche centimetro perché lo fulmino con lo sguardo e lui capisce, per una volta, e alza le mani in segno di resa.

-Liv prendi la metro? Sei sicura che non vuoi io e Joey ti diamo un passaggio?-
-No, ti ringrazio Jem. Sono a posto, ma fammi uno squillo quando arrivate, ok?- tranquillizzo lei e il resto del gruppo e mi avvio verso la fermata. Neanche 10 secondi dopo sento dietro di me qualcuno che corre e indovinate? Sì proprio lui.

-Oddio ma cosa ho fatto di male?- dico sospirando pesantemente quando mi raggiunge e si mette al mio fianco.
-Tu? Forse hai rifiutato tutti i miei tentativi di corteggiamento. E quindi l’universo te la sta facendo pagare- risponde a una domanda che palesemente era retorica, no?
-Veramente possiamo fare il tragitto in silenzio? Sono triste, esausta e infreddolita. Ti prego-
-Wow! Tutte cose che ti vorrei sentir dire ma in contesti diversi- dice entusiasta a bocca e occhi spalancati. Ok gli ho offerto la battuta su un piatto d’argento anche se non capisco:
-Perché godi nel sapermi sbattuta?- ecco l’ho appena rifatto, dannazione.
-Mh allora mi vuoi. “Godi”, “sbattuta”, ti rendi conto vero che quelle parole mi appartengono, sono fatte per me e te insieme, no?- si gira di spalle, cammina all’indietro e tenendo un labbro tra i denti stringe gli occhi, lo so, immaginando di mettere in pratica quanto detto.
-Non ce la faccio più-
-E anche questa la sentirei volentieri detta da te, nel mio letto- ride mentre va avanti a questo gioco così infantile.
-Me ne resterò in silenzio finchè non te ne sarai andato allora- mossa vincente. O no?
-Bavagli? Mh non li ho mai usati ma chissà, potrebbero piacermi-

Questa volta alzo solo gli occhi al cielo, sto scendendo già le scale e l’idea che da lì a fra poco sarò a casa, nel tepore della mia camera con una tazza di thè bollente e un libro ad aspettarmi mi consola, anzi mi fa sopportare questo strazio.
 


 
Ha una soglia di resistenza davvero alta, chissà se anche con i giochini spinti è così. Penso a questo mentre le sto accanto in attesa della metro. Magari però è più il tipo che si ribella con forza….in entrambi i casi mi va più che bene. Poi passeranno giorni fino al prossimo scontro, non mi bastano le mail che ogni tanto le invio perché sì è vero mi odia a morte (o finge di fronte agli altri, devo ancora capirlo questo), ma riusciamo ad andare d’accordo quando sono in modalità “Lascia Olivia in pace”. Peccato capiti sempre meno ultimamente. Non so se è per via del fatto che mi ha sempre detto no, o perché mi piace farla ammattire, vedere come reagisce e prenderla in giro così.

Eccola. Guarda caso un paio di fermate sono in comune tra me e la mia vittima preferita, ma poi:
-Cazzo, no-
-E adesso che c’è? Te la sei fatta addosso perché come un bambino non riesci a tenerla?-
-Ah, ah. Non trovo le chiavi di casa-
-Guarda meglio- fa lei reggendosi al palo e indicando con un cenno del mento le tasche dei pantaloni ma io ovviamente capisco altro.
-Vuoi darmi una mano tu?- ancora in cerca delle chiavi non mi lascio sfuggire anche questa. E mi becco, ancora, un alzata di occhi al cielo.
-Cazzo- no, non ci sono.
-Davvero non ce le hai?- rispondo con un sì ormai rassegnato a quella domanda e penso a chi potrei chiedere ospitalità per la notte.

Passa qualche minuto, il tempo di fermarci ad altre due stazioni, la prossima in teoria è la mia quando una voce altrettanto rassegnata mi arriva alle orecchie:
-So già che me ne pentirò per sempre. Stanotte stai da me. E si dorme e basta, chiaro?-
Cosa, cosa? L’inferno si è improvvisamente gelato? Il buco dell’ozono chiuso e le terre riunite in una nuova pangea?
Non riesco a nascondere il mio entusiasmo, mi lecco le labbra e stringo ancora più forte la presa al palo che c’è tra me e la buona samaritana.

-Almeno cerca di contenerti un po’, per favore- mi interrompe lei e di nuovo ci tiene a mettere in chiaro le cose: -Ho detto DORMIRE, ok? Niente sotterfugi, doppi fini e sensi o improvvise paure tipo di temporali e cose così- si sta sforzando in maniera incredibile, lo sento, per non legarmi mani e piedi, infilarmi uno straccio in gola, tapparmi gli occhi e portarmi come un innocuo bambolotto privato dei sensi in casa sua. Certo ha fatto la gentile, insomma chi andava a pensare che proprio io fossi il destinatario di un gesto come questo?
-So che pensi che sia una stronza, ma ho anch’io una coscienza- puntualizza come a voler escludere a priori che la cosa le faccia piacere.
-Io…..veramente non so cosa dire- mi lancio in una lode un po’ impacciata, un po’ ridicola perché l’alternativa a farla sedere su un sedile della metro e prenderla per manifestarle il mio sentito grazie -ti sarò debitore per sempre. E se caso mai volessi stare da me, non devi nemmeno chiedermelo-
-Sì con la possibilità di beccarti mentre sei con una e assistere? No grazie- un’espressione schifata passa per il suo bel viso, prima di sostituirsi ad un’altra vicina ai livelli di incazzatura di prima quando dico: -e chi ha mai parlato di assistere? Voglio che partecipi, ovvio!-

-Santo dio!- ribadisce pentendosi di già.

 

 
 
E anche la metro adesso ha per me l’aspetto di un purgatorio terrestre. Per forza quando sono in compagnia di certa gente…
Pazienza. Si tratta di qualche ora, posso farcela. Posso sempre chiudere la porta a chiave. Non so ancora se quella di casa e lasciarlo così sul pianerottolo o semplicemente quello della mia stanza.

Una volta usciti di lì la sfiga non mi abbandona: si mette a piovere come dio la manda, fortuna che io abbia sempre con me l’ombrello.
-Cos’altro nascondi in quella borsa, eh?- quasi mette la testa nella sacca per verificare che non sia una specie di borsa alla Mary Poppins.
-Mai sentito parlare di praticità?-
Ovviamente lui non ha un ombrello e ovviamente appena capisce che condividerò anche questo per mia gentile concessione mi stringe con un braccio con la scusa di sostenere per entrambi l’ombrello:
-Dai faccio io. Però ti devi avvicinare, un po’ di più, così brava- sento la sua mano sulla mia schiena che va a posarsi proprio nel mezzo e involontariamente anche attraverso strati e strati di vestiti il mio seno destro è a contatto con il suo torace. Improvvisamente il profumo che emana invece di disgustarmi mi fa respirare a pieni polmoni quell’aroma. Però mi basta un attimo per rendermi conto che lo vedo fare ancora quella faccia: socchiude le labbra e passandosi la lingua tra i denti mi guarda dall’altro al basso e poi ancora su.
-Stasera è la tua serata fortunata. Non sperare in qualcosa di più, Jack- lo minaccio quieta, troppo impegnata a combattere il caldo, sì il caldo che al momento mi circonda per la sua presenza così vicina.
-Mmm non potrei chiedere di meglio ora- mi sussurra all’orecchio e mi invita a proseguire il percorso fino a casa.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Skins / Vai alla pagina dell'autore: VampERY