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Autore: Aiko Inochi    04/11/2016    1 recensioni
Sono trascorsi quattro anni dalla morte di Naraku. I giorni si susseguono tranquilli e sereni per Inuyasha e compagni ma la pace non durerà ancora per molto. Una particolare ragazza creerà scompiglio al villaggio e Sesshoumaru sarà portatore di cattive notizie. Una pericolosa minaccia incombe sulle terre dell'Ovest e sulle vite di tutti.
[Sesshoumaru x Nuovo personaggio]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FFI_CAP13                                                              DESIDERI E PAURE  




“Al mattino brilla la sacra piuma all’ombra del sommo monte.
Con bronzo creato, il dolce suono diffonde, dimentico del grande sacrificio.
Con il frammento per la via dei morti, la grande malvagità sarà estinta.”


Queste erano le parole contenute nel rotolo che ormai aveva letto fino a impararne a memoria il contenuto. Moriko ci stava lavorando da due giorni ed era già arrivata a buon punto. Quella mattina, la sua concentrazione venne interrotta dai passi di qualcuno che era appena entrato nella biblioteca. Si voltò per vedere chi fosse.
«Sesshoumaru! Sono a buon punto, sai? Vieni a vede …» Moriko si interruppe, poiché si accorse di essersi rivolta allo youkai in modo tanto confidenziale «Scusate, Sesshoumaru-sama non volevo mancarvi di rispetto. Mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo»
Sesshoumaru lasciò correre e le si sedette difronte.
«Dunque, quali sono le tue conclusioni?»  Moriko si destò dalla figuraccia, cominciando a spiegare.
Nella grande sala vi erano innumerevoli scritti e rotoli, per la maggior parte in disordine. Molti erano sparsi intorno al tavolo su cui la donna stava lavorando, mentre al fianco aveva carte su cui appuntava ogni dettaglio. Moriko afferrò un piccolo pezzo di carta, dove aveva segnato le informazioni che riteneva certe.
«Prima di tutto il rotolo si compone di tre parti, ciascuna riguardante uno specifico oggetto. Per quanto riguarda il primo, ho individuato il luogo in cui si trova. Il sommo monte deve essere il monte Fuji e nello specifico “all’ombra del mattino” quindi a ovest del Fuji. Si fa riferimento ad una piuma però non ho trovato ancora nulla. Questo è uno dei punti da chiarire» Sesshoumaru l’ascoltava, prestando attenzione ad appunti e scritti che la donna gli mostrava «Passando alla seconda parte, ritengo si faccia riferimento ad una campana o ad un gong di bronzo. Qui ho trovato alcune leggende ma nessuna che si adattasse al caso, però, leggendo di alcune eventi raccapriccianti, mi è venuta in mente una storia che ho sentito raccontare quando ero piccola. Si diceva che numerose persone donavano del bronzo, facendo anche grossi sacrifici, per costruire una campana che doveva scacciare gli youkai. Quando fu raccolto tutto il metallo necessario, comparve uno youkai adirato per ciò che gli umani stavano per fare. Così uccise tutti e con il bronzo e il sangue delle sue vittime, costruì la campana. Questa era impregnata dell’odio degli umani e divenne maledetta. In seguito fu custodita in un tempio per contenere la sua malvagità. Cercando con maggiore cura, ho trovato uno scritto che riportava nei dettagli  uno youkai abile nella lavorazione dei metalli e che vive in zone non troppo distanti affinché, la triste storia che vi ho raccontato, si fosse diffusa dalle parti in cui vivevo. Di conseguenza credo che la mia intuizione possa essere giusta. Il grande problema è l’ultimo oggetto. Non so a cosa si riferisca. L’unica idea che mi viene in mente è Tenseiga»
«Non sei lontana dalla soluzione. So a cosa si riferisce per “il frammento per la via dei morti”»
«Davvero?» Moriko aveva afferrato di fretta il pennellino per aggiungere un altro tassello al suo lavoro.
«La pietra dell’aldilà che possiede mia madre»
«Esiste anche una pietra per l’aldilà?!» Moriko ormai nemmeno si sorprendeva più di tanto. Scrisse anche quel particolare e si rimise a studiare analizzando rotoli che non aveva ancora visionato. Lavorava in silenzio, qualche volta si alzava per recuperare del materiale. Tutto in presenza dell’inu youkai. Non si era più mosso di lì e continuava ad osservare la donna. Per due giorni non l’aveva vista, impegnata com’era nel svolgere il suo compito ma l’aveva evitata anche nei momenti di pausa che si concedeva. Aveva bisogno del tempo per stare da solo a riflettere. Messo da parte il problema dell’Hakaitsume, avrebbe dovuto parlare con Hasu per domandarle di concedere a Moriko il permesso di seguirlo, ma quando stava per farlo, si bloccò. Non seppe nemmeno lui per quale motivo non avanzò la richiesta e perciò, si ritirò in se stesso. Aveva provato un interesse immediato per quella donna, per quel potere misterioso che la rendeva tanto temibile quanto affascinante. Era abile nel combattimento, diligente, affrontava le situazioni a testa alta e acuta nei pensieri. Tutte caratteristiche ben accette. Poteva essere di aiuto in battaglia, non si lasciava prendere dal panico, inoltre era piacevole stare in sua compagnia. Una presenza serena, curiosa, non invadente, eppure qualcosa l’aveva frenato. Una sensazione sgradevole gli percorse la schiena al ricordo della paura che aveva visto negli occhi di Moriko, quando le aveva stretto il collo per ridurla all’obbedienza la notte dal ritorno dal villaggio distrutto dal washi youkai. Oppure l’istinto di soccorrerla quando cadde stremata dopo lo scontro con il suru youkai, invece di inseguire il loro aggressore. Anche obbligarla a fare qualcosa, lo infastidiva e per questo le aveva concesso la libertà di scegliere il suo futuro. Però stare più a stretto contatto con lei, gli aveva ricordato che era umana, con tutte le sue debolezze e fragilità e questo a lungo andare non lo avrebbe sopportato. Rin era l’unica eccezione. Tuttavia la desiderava.
Ogni tanto si distraeva nell’analizzare il lavoro svolto da Moriko. Era preciso, seguiva perfettamente un filo logico, lasciando spazio a confutazioni e alternative plausibili.
In quei pochi momenti, Moriko rialzava la testa dalla carta e si soffermava sullo youkai. Era difficile concentrarsi con Sesshoumaru che la guardava per tutto il tempo, ma non le dispiaceva. Erano due giorni che non lo vedeva, da quando aveva iniziato a decifrare il rotolo. Si era dedicata a quel compito con dedizione, però avrebbe voluto condividere le sue scoperte con lui nei momenti di pausa o prima di andare a dormire. Non lo aveva mai trovato. Una volta era nelle sue stanze, un’altra si trovava fuori dal palazzo o più semplicemente non si trovava. Quando era entrato nella stanza, ne fu felice. Avrebbe voluto domandargli se ci fossero stati dei problemi, che l’aveva cercato per tenerlo informato sul suo lavoro, che le era dispiaciuto non trovarlo perché sì, le sarebbe piaciuto trascorre del tempo in sua compagnia. Invece si era precipitata a parlare del rotolo e di ripiombare con la testa sui pezzi di carta. Si ripeteva di non fidarsi così tanto dell’inu youkai, di non farsi strane idee poiché il suo interesse per lei era limitato esclusivamente al suo potere e nulla più. Eppure qualcosa in Sesshoumaru era cambiato. Non si sentiva più oppressa, pronta a scattare sulla difensiva per non farsi schiacciare dalla volontà dello youkai. Tutto ciò la mandava in confusione e le rendeva difficile prendere una decisione riguardo la proposta di Sesshoumaru. In un primo momento avrebbe pensato di accettarla. Lui l’avrebbe sfruttata per via delle sue capacità e lei lo avrebbe sfruttato per poter viaggiare come desiderava. Poteva essere una condizione accettabile. Poi l’aveva lasciata libera di scegliere, l’aveva coinvolta nel combattimento del suru youkai, dimostrando di fidarsi di lei. Le aveva in un certo senso fatto dono della pietra di Kinkou, anche se era stato un dono faticato, infine l’aveva in qualche modo coinvolta nella faccenda Hakaitsume, concedendole ancora una volta fiducia. Stava cambiando modo di vedere Sesshoumaru, tanto che non riusciva più ad essere formale quando gli parlava, desiderava vederlo, allenarsi con lui o che la portasse da qualche altra parte. Questo era un problema. Non voleva e non doveva affezionarsi a Sesshoumaru.
Quando l’inu youkai finiva di leggere i suoi appunti, la testa di Moriko scattava verso il basso, faticando a tornare al punto in cui aveva sospeso la lettura.
Andarono avanti così fino al pomeriggio, fino a quando non sopraggiunse uno sbadiglio abbastanza lungo. Moriko ormai stava perdendo ogni riguardo nei confronti dell’inu youkai. A Sesshoumaru nemmeno l’infastidiva più, al contrario considerava gradevole che la donna si sentisse a suo agio in sua presenza.
«Fai una pausa» le suggerì.
«Ho ancora molto da fare» gli rispose indicano la montagna di rotoli.
«Se sei stanca non concluderai molto, distraiti per ora. Sai usare l’arco?»
«Sì, perché?»
«Potresti aiutare Rin»
«Si impegna davvero tanto! Ha anche delle buone capacità. Andrò da lei» Moriko sistemò al meglio qualche foglio e abbandonò la stanza insieme a Sesshoumaru.

***

Hasu e Shireiyama erano usciti in giardino per raggiungere Inuyasha, Rin e Shippo.
«Inuyasha sai dov’è Sesshoumaru?» domandò Hasu, non avendolo visto nei dintorni.
«E’ con Moriko» le rispose appena. Era stanco di aspettare, voleva gettarsi nell’azione e tornare al più presto a casa. Purtroppo prima di poterlo fare, dovevano attendere il ritorno dei lupi di Shireiyama e di Noumu, ai quali era stato affidato il compito di rintracciare gli youkai che li avevano attaccati e Kyoufuumaru. Per ora l’hanyou si limitava a fare compagnia a Rin e Shippo.
«Ancora?»
«E’ da questa mattina!» ai due youkai l’idea non piacque.
«Dovranno recuperare i due giorni in cui non si sono visti» ipotizzò innocente Shippo.
«Prima la evita e poi ci passa tutto il giorno insieme. Moriko dovrebbe mandarlo a quel paese» Inuyasha mostrò tutta l’irritazione che il comportamento di Sesshoumaru  gli provocava. Rin lasciò perdere, tanto si era abituata a quel tipo di commenti. Qualche volta le aveva fatto un discorso simile. Preferiva concentrarsi sull’arco.
«Non ho bisogno dei tuoi consigli, Inuyasha! E poi faccio quello che mi pare!» Moriko li raggiunse, infastidita dai commenti dell’hanyou.
«Tsk! Poi non venire a lamentarti»
«Avete discusso di qualcosa?» domandò Shireiyama.
«Ha visto il lavoro che ho svolto e gli ho spiegato un po’ di cose» tralasciò il fatto che Sesshoumaru si fosse trattenuto tanto tempo senza far nulla.
«E’ ancora in biblioteca?»
«No, Hasu. In qualche parte nel palazzo, penso» Hasu salutò i presenti e si trascinò Shireiyama dietro, impedendo al compagno di indagare oltre sulla giornata della sua allieva.
«Rin-chan, ti do una mano!»
«Ah! Grazie! Sto provando con dei bersagli più lontani ma non ci riesco bene» la ragazza fu felice di avere l’aiuto di Moriko. Prima che si mettesse a decifrare il sigillo da applicare sull’Hakaitsume, le aveva dato delle dritte sull’uso dell’arco davvero efficaci. Ormai quasi la considerava una specie di sorella maggiore.
Moriko le spiegò brevemente quale fosse l’angolo da far assumere ad arco e freccia e poi la fece provare. Dopo qualche tentativo la mira di Rin era già migliorata.
«Moriko nee-chan, Sesshoumaru-sama ha qualche preoccupazione?» domandò Rin con tranquillità mentre preparava la prossima freccia.
«Sesshoumaru è preoccupato?» Moriko non ci aveva fatto caso, ma in fondo, Rin lo conosceva molto meglio di lei.
«Non lo so. Sembra pensieroso»
«Non mi ha detto nulla, non saprei» Rin parve un po’ delusa ma continuò a tirare frecce. Credeva che Sesshoumaru tenesse in considerazione Moriko e, con tutto il tempo che avevano trascorso insieme, aveva pensato che le avesse detto qualcosa o per lo meno fatto intuire.  
«Vado a recuperare le frecce!» fece la ragazza.
«Andiamo noi, Rin! Non preoccuparti» Shippo si propose per quel servizio e con lui anche Inuyasha. L’hanyou trascinò con se Moriko, la quale oppose una flebile resistenza.
«Inuyasha insomma! Si può sapere che vuoi da me?» la donna si stava spazientendo.
«Non affezionarti a Sesshoumaru» le disse a bassa voce, facendo si che fosse solo lei a sentirlo. Moriko si bloccò per un attimo.
«Non c’è bisogno di dirmelo, lo so da sola» Inuyasha constatò il dispiacere negli occhi della donna. Non voleva ferirla ma non voleva nemmeno che soffrisse a causa di quel ghiacciolo di suo fratello. Moriko divenne cupa e l’hanyou si sentì in colpa.
«Che ne dici di smetterla per oggi? Rin si sta allenando già da un pezzo. Potreste riposare entrambe» Moriko lo fissò. Inuyasha era preoccupato per lei e questo bastò per farla calmare.
«Sì, andremo a riposare»  

***

«Sono stanchissima!» Rin si sedette stremata. Aveva ancora le mani arrossate e le braccia doloranti, nonostante fosse stata tanto tempo seduta sul prato a non fare nulla.
Era quasi sera. Inuyasha e Shippo erano rientrati già da un po’.
«Ci andiamo a fare un bagno?» il suggerimento di Moriko fu ben accetto. Un bagno rilassante e ristoratore era proprio quello che faceva per lei.
Il bagno si trovava all’interno del palazzo a pian terreno. Si trattava di una grande sala con una vasca ampia e in pietra. L’acqua veniva riscaldata, facendo bruciare della legna. Entrando, il fumo del vapore acqueo le investì, ciò voleva dire che qualcuno stava facendo riscaldare l’acqua o stava facendo il bagno.
Per evitare un episodio imbarazzante, Moriko si annunciò a gran voce «Si può?»
«Venite!» la voce era di Hasu.
«Non disturbiamo?»
«Tranquilla Rin! Un po’ di compagnia mi fa piacere.» La ragazza abbandonò ogni timore e seguì Moriko che già si stava spogliando.
S’immersero. L’ambiente era tranquillo e l’acqua calda al punto giusto era adatta per rilassare le membra stanche.
Hasu era appoggiata di schiena con gli avambracci sul bordo e le testa reclinata. La somiglianza con Sesshoumaru era impressionante, l’unica vera differenza consisteva nell’assenza della coda. Senza vestiti spiccava, proprio lì dove doveva esserci, una terribile cicatrice. Rin si era soffermata su quella parte del corpo senza nemmeno rendersene conto.
«Ti infastidisce?» domandò Hasu toccandosi la spalla.
«No no! Scusatemi non volevo» Rin si scusò frettolosamente.
«Tranquilla e smettila di darmi del voi» Hasu le sorrise come avrebbe fatto con sua figlia.
«Come … come ti sei fatta quella cicatrice?» osò la ragazza.
«E’ una vecchia storia. Se vuoi te la racconto» la sua piccola interlocutrice annuì.
Moriko conosceva bene quali eventi avevano provocato quello sfregio sulla pelle. La prima volta che le aveva mostrato la cicatrice, era stato subito dopo che l’aveva sorpresa a fare una sciocchezza e per metterla in guardia dal commettere azioni pericolose in futuro, le aveva raccontato la sua storia.
«Quando ero piccola vivevo insieme ai miei genitori proprio in questo palazzo. Ammiravo molto mio padre e gli volevo bene. Crescevo con il desiderio di diventare forte quanto lui e di combattere al suo fianco, così da potergli essere vicino. Mio padre però non la pensava allo stesso modo. Per lui era importante avere un erede maschio e io avevo poco valore ai suoi occhi. Alla nascita di Sesshoumaru ogni speranza che mio padre potesse interessarsi a me, svanì. Non odiavo il mio fratellino ma avevo deciso che avrei fatto di tutto per cambiare le cose. Quando Sesshoumaru crebbe abbastanza, decisi di andarmene via di casa per migliorare le mie doti di combattimento e tornare solo una volta che sarei stata abbastanza forte da tenere testa a mio padre.» fece una piccola pausa, tornando a massaggiare la spalla al ricordo di quello che avvenne dopo « me ne andai, facendo promettere a Sesshoumaru di mantenere il segreto. Ero ancora molto piccola e non avevo la forza di affrontare il mondo. Pochi giorni dopo venni attaccata da numerosi youkai che volevano mangiarmi. Ero un pasto facile e invitante. Mi difesi come potevo ma non riuscì a fare molto. È lì che persi la mia coda. Mi venne strappata via senza troppi riguardi e così avrebbero fatto con il resto del mio corpo se non fosse intervenuto l’uomo, che sarebbe diventato il mio maestro» Rin rabbrividì al solo pensiero di quello che aveva subito la youkai.
«E non puoi immaginare chi la salvò!» da quel punto in poi a Moriko la storia piaceva molto. Rin guardò con più insistenza Hasu, chiedendo silenziosamente se potesse andare avanti con il racconto.
«Tu zitta mai, eh?» Moriko tirò fuori la lingua e si abbassò nell’acqua «fu un ningen a salvarmi e a insegnarmi le basi del combattimento a mano libera e con la katana. Era impressionante vedere un semplice essere umano tenere testa a mani nude degli youkai. Mi ha insegnato molto più che combattere. Se ho trovato la mia strada, se ho acquistato importanza agli occhi di mio padre, lo devo solo ed esclusivamente al mio maestro. Ormai sono passati così tanti anni!» Hasu ricordò tutto con molta malinconia.
«Incredibile! Davvero a insegnarti è stato un umano?» Hasu sorrise allo stupore della piccola. Sapeva quanto fosse assurda la sua storia.
«E Sesshoumaru-sama cosa disse?»
«Il mio fratellino rimase alquanto scoccato ma si ricredette presto»
Hasu raccontò qualche altro aneddoto che la riguardava, fino a quando Rin non andò via. Stava da troppo tempo nell’acqua calda. Maestra e allieva rimasero sole e in silenzio. Moriko dopo un po’ sospirò pesantemente, sommergendo metà volto in acqua e facendo innumerevoli bollicine.
«Cosa ti preoccupa Moriko?» la inu youkai sapeva perfettamente che qualcosa si agitava in lei e aveva aspettato il momento per stare sola con lei e poterle parlare.
Moriko volle risponderle ma non sapeva nemmeno lei cosa le stesse succedendo.
«Riguarda Sesshoumaru?» Moriko annuì poi la guardò negli occhi.
«Non so che devo fare!» Hasu lasciò che continuasse «Sesshoumaru mi ha proposto di viaggiare con lui, una volta che avrete sigillato l’Hakaitsume. Prima me lo voleva imporre, poi mi ha lasciato libera di fare quello che voglio e poi …» abbassò lo sguardo. La verità aveva assunto delle parole ben precise nella sua testa che non riuscì a esternare.
«Ti piace?» a Moriko mancò un battito. Non era esattamente quello che aveva pensato o poteva semplicemente essere un altro modo per definire quello che provava?
«Non lo so, non era quello che intendevo dire. Sta di fatto che voglio stare con lui … non so perché»
«Hai paura di accettare la sua proposta?» come sempre la sua maestra aveva centrato il punto. La conosceva fin troppo bene. Infatti Moriko annuì piano.
«Ho paura che lui voglia soltanto usarmi, che si fermi a guardarmi come una semplice arma … in realtà non è nemmeno questo» la donna lasciò scivolare le mani a i fianchi e rilassò i muscoli, lasciandosi andare in acqua « è perché sono umana. Non so se mi piace o se mi sto innamorando, non so nemmeno cosa significhi. Solo l’idea di viaggiare al suo fianco mi andrebbe bene, almeno per il momento. Comunque, prima o poi, qualunque sia il rapporto che ci lega, lui mi abbandonerà»
«Non lo farebbe! Come minimo sarà corretto nei tuoi confronti»
«Non dovresti incoraggiarmi»
«Non ti sto incoraggiando. Conosco Sesshoumaru e ho visto quanto è cambiato e quanto tu gli interessi»
«E con ciò? Resto umana e la mia vita non è altro che un battito di ciglia per lui!» alzò la voce, arrabbiata con Hasu che le dava speranza.
«Una relazione tra ningen e youkai non la vedo di buon occhio ma se è quello il vostro desiderio, non posso ostacolarvi. D’altronde non l’ho fatto nemmeno con mio padre. Se è amore, l’essere umana non avrà importanza. Se sarete solo compagni di avventure o amici e non sopporterai l’idea che ti veda vecchia e debole, puoi sempre andartene prima che questo accada. Ma ancora una volta, se il vostro sarà un legame forte non avrà importanza» Hasu ricordava bene quanto volesse bene al suo maestro umano, quanto aveva desiderato stargli accanto fino alla fine dei suoi giorni e quanto gli costò dolore ma non aveva importanza. Gli voleva bene profondamente «se ti fai vincere dalla paura allora abbandona ogni cosa. I dubbi possono esserci, anche qualche timore ma se ti farai sopraffare, ti lascerai sfuggire ogni occasione e comincerai a odiarti»
Aveva ragione! Hasu aveva ragione. Non era quello che già stava accadendo? Stava rifiutando un’occasione solo perché aveva paura di affezionarsi troppo a Sesshoumaru o provare qualcosa di più con la consapevolezza che non poteva durare per sempre. La paura che l’inu youkai si potesse stancare di lei, perché una ningen, e la gettasse via. Per paura stava rifiutando l’opportunità di realizzare un sogno, quello di viaggiare. Avrebbe preferito che Sesshoumaru la obbligasse con la forza a seguirlo, in quel modo non sarebbe andata in confusione, non si sarebbe fatta assalire dai dubbi.
Hasu se ne andò senza aggiungere altro, sicura che il messaggio fosse stato recepito.
Moriko restò ancora per un po’ nella vasca. Invidiò Rin e la sua determinazione a stare al fianco di Sesshoumaru. Forse era come diceva Hasu. Se si vuole bene a qualcuno, tutto il resto non aveva importanza.



Angolo dell'autrice:
Salve! Ormai mi riduco alla sera per pubblicare i capitoli ma ci riesco.
Allora ... se siete arrivati fino a qui, forse non mi sono persa del tutto perchè siceramente non lo so nemmeno io. Il rapporto tra Sesshoumaru e Hasu sta per prendere una svolta decisiva e non è mia intenzione banalizzare la cosa (anche perhè dovvranno ancora accaderne di cose).
Vi ringrazio infinitamente perché continuate a leggere (non scappate dopo questo e il prossimo capitolo).
Vi lascio con un disego (indidio il momento di relax di Hasu XD): clicca qui
Alla prossima ;)
  
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