Cambiamenti

La pancia di Rin era sempre stata soda, come tutto il suo corpo.
Sia quando possedeva gli addominali scolpiti, il corpo perfetto di un atleta e non attribuiva il clevaggio del proprio petto a un indizio di ermafrodismo fertile. Sia adesso, ormai consapevole della sua androginia fertile si godeva, o almeno ci provava, i cambiamenti piacevoli dovuti a una gravidanza inaspettata.

Erano passati ormai tre mesi dalla maledetta visita dove avevano scoperto il "piccolo difetto" e l'avevano cacciato via dalla nazionale di nuoto con molta educazione e tanti complimenti economici. Durante il colloquio accettò a testa bassa le motivazioni della squadra, le loro idee su come avvisare colleghi e allenatore.

"Spiegheremo con tatto della sua androginia ma senza accennare all'altro problema. In fondo non sappiamo davvero cosa vuole farne." dissero, mentre Rin si passò una mano sulla pancia con in testa una sola frase: "Che faccio?"

La risposta ce l'aveva sotto gli occhi, tre mesi dopo, sottoforma di qualcosa di inconsueto e bellissimo che adorava e non riusciva a considerarlo colpevole per avergli rubato il sogno di gareggiare con Haruka in giro per il mondo.
Già, Haruka, la persona di cui ebbe il terrore di dirgli la verità per paura di ferirlo sapendo che non avrebbero più potuto nuotare insieme, che quando lo scoprì non disse nulla: lo abbracciò e pianse lacrime non sapeva di cosa di preciso. 
Adesso Rin sapeva solo di preferire contemplare il mistero che si formava nel proprio pancione di sei mesi piuttosto che guardare l'ennesima gara di Haru a cui lui non poteva partecipare per limiti fisici

–Tanto, ho tutto quello di cui ho bisogno.– esclamò dal divano dov'era sdriato, dando una sorsata alla lattina di coca cola, alzandola al cielo in un brindisi alla sua vita da recluso. 
Guardandosi in giro notò di essere circondato dal disordine: fazzoletti usati, barattoli di gelato, buste di patatine, lattine di coca vuote ordinati in mucchietti, vecchi giornali e riviste di moda la facevano da padrone in un salotto dalle persiane chiuse.
Tutto l'opposto della vita di Haruka.
Colpito nell' orgoglio, con un sospiro rassegnato si alzò dal divano e andò in cucina a prendere dei sacchi dell'immondizia proprio mentre alla TV trasmettevano la premiazione con Haruka al primo posto sul podio.
Mentre tornò in sala a fare ordine, con la schiena a pezzi e i piedi che gridavano pietà dopo mezz'ora di pulizie, Rin si sedette sul divano e si lasciò andare.

"Ecco cosa sono diventato: un ciccione trascurato. Uno scherzo della natura. Un idiota che per troppo amore ha rinunciato al suo sogno."

Mentre si stava deprimendo il telefono squillò, Rin alzò la cornetta distratto.
–Pronto.– era Haruka col suo solito tono indifferente
–Pronto– rispose seccato Rin 
–Hai visto la gara? L'ho dedicata a te.–
–E a me che frega.– rispose freddo, poi aggiunse –Non mi manchi affatto. Le tue vittorie festeggiale da solo al posto di ricordarmi che ho perso il mio sogno.–  urlò in lacrime, buttando giù la cornetta.

Chinò la testa e coprendosi gli occhi con le mani iniziò a singhiozzare.

Attribuì il suo gesto agli sbalzi d'umore, qualcosa di momentaneo come la peluria bianchiccia sulla pancia, le chiazze sulle gambe o altre brutture del proprio corpo passeggere ma lo sapeva, le brutture dell'animo non lo erano affatto.

Mirako's Corner
Ho scritto un nuovo capitolo dopo tanto tempo, scrivendolo e pubblicandolo all'inizio da smartphone con la OST di NANA nelle orecchie. 
È così diverso il risultato finale rispetto a come l'ho abbozzato su carta che ne resto sorpresa come non mai.
È stata una sfida emozionante. 
Aspetto con ansia  le vostre recensioni e soprattutto, i vostri suggerimenti per le prossime storie. Siete benzina per la mia mente d'autrice! (◕‿-) 
❤Baciotti❤