Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Bridgette    07/11/2016    1 recensioni
Quella sera,il tempo scorreva come sempre,ma in quella stanza c'era qualcosa che faceva fermare il tutto:la sua voce. La voce del grande Michael Jackson.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Michael Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alex

Una sorpresa? Oddio, adesso mi sale l'ansia. 
Cominciai a pensare a un sacco di cose. 
Dove stiamo andando? Questa sorpresa mi piacerà?

Ci alzammo dalla panchina e ci incamminammo verso l'uscita del parco.

"Mi dici dove vuoi portarmi, Ben?" gli chiesi, stuzzicandolo un po'. 
"Ti piacerà, vedrai" rispose, ridendo. 
Dopo un paio di minuti, ci avvicinammo ad una macchina.
"Questa è la mia macchina" mi disse, facendomi segno di salire a bordo.
"Stai tranquilla, fidati di me" continuò, mentre si accorse della mia espressione confusa.

Salii in macchina e partimmo.

"Posso accendere la radio?" gli chiesi, sperando in un si. 
"Ma si, certo" rispose, sorridendomi.

Accesi la radio e cominciai a cambiare stazione, non trovando nulla di decente da poter ascoltare. 
Michael invece, si divertì molto della mia espressione annoiata. 
Annoiata perché non riuscii a trovare nulla che mi piacesse. 
Sbuffai ad ogni stazione radio che cambiavo. 
Mi ero quasi arresa, fin quando non sentii le note di una canzone a me familiare. 
"She's out of my life".

"Finalmente!" dissi, con viso pieno di gioia, rilassandomi sul sedile.
"Questa canzone mi fa venire in mente un bel momento, non trovi anche tu?" disse Michael, quasi sognante. 
Lo guardai senza capire a cosa si riferisse, ci pensai un po' e dopo mi venne in mente la sera del concerto. 
Mentre cantava questa canzone, chiese alle sue guardie di farmi salire sul palco con lui. 
Mi ricordai di quando mi baciò sulla guancia. 
Di quando mi tenne stretta a sé in un abbraccio. 
Lo guardai senza dirgli nulla, sorrisi soltanto. 
In quel momento, volli solamente rilassarmi ascoltando la sua canzone, pensando a quella sera.

"Siamo quasi arrivati" disse ad un tratto Michael, interrompendo i miei pensieri.
Facemmo un altro po' di strada, fin quando non vidi un cancello. 
-Non posso crederci- pensai. 
"Oddio, ma è..." dissi, con aria stupefatta. 
"Si, lo è" rispose lui, divertito dalla mia espressione.

Un cancello con una grande scritta e una stemma posizionata sopra. 
Neverland.

Quando scendemmo dalla macchina, mi avvicinai al cancello, toccando le sbarre, per essere sicura non fosse un sogno. 
"Non è soltanto questa la sorpresa" disse Michael, avvicinandosi a me e toccandomi il braccio.
Una volta che entrammo, Michael e io attraversammo tutto il giardino per poi fermarci di fronte un lungo vialetto illuminato da piccole candele messe in fila uno accanto all'altra ai lati del sentiero.
Non sapevo bene dove portassero ma Michael sembrava piuttosto ansioso di avvicinarci sempre di più.
Pian piano che camminavamo, in fondo, si notava sempre di più una maestosa quercia. Era bellissima ma non capivo ancora perché Michael soprannominava quel posto "speciale".
Continuai a seguirlo in silenzio, guardandomi intorno perché insomma... 
-Ero a Neverland!- pensai.

"Mi dici dove stiamo andando? Non ce la faccio più a camminare, Mike" dissi, incuriosita. 
"Lo vedrai".
La sua risposta non fece altro che aumentare la mia curiosità. 
Ci avvicinammo all'albero e, finalmente, ci fermammo. 
"Ecco. Amo questa casetta sull'albero, è il mio posto preferito in assoluto" disse, guardandomi. 
Non credevo che il posto preferito di Michael fosse una casetta sull'albero. 
La trovavo una cosa tenera, ma non potevo aspettarmi altro dall'eterno Peter Pan che era.
Io adoravo le casette sull'albero, erano un ottimo posto dove nascondersi e stare un po' per i fatti propri. Michael si aggrappó ad una scala fatta di corde e legna e salí sulla casetta, mi guardò dall'alto sorridendo e facendomi segno di salire.
Sicuramente, mentre salivo, gli sarò sembrata un idiota. Non sono particolarmente amica delle scale e dell'altezza ma dopo vari tentativi riuscii a salire e sedermi accanto a lui.
La quercia era molto grande ma la casetta era piccola e perfetta. Era interamente in legno e Michael aveva messo qualche cuscinetto qua e là per poter stare più comodi.
Mi sembrava di essere tornata alla mia infanzia e la ciliegina sulla torta è poter stare accanto a Michael.

"Allora, ti piace?" mi chiese, guardandomi negli occhi, speranzoso di un mio si. 
"Si, mi piace" gli dissi sorridendo. 
"Ma mi piace di più stare qui accanto a te" continuai.

   
 
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