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Autore: Carol2000    07/11/2016    0 recensioni
Quattro fate, un mago, un pianeta da salvare, un unico destino.
Tutti e cinque con una storia scritta dalle stelle.
Fra mille avversità, amori e delusioni, nemici e impegni scolastici riusciranno a riportare Caleido all'antico splendore?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Gwen, Heather, Lindsay | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Heather's pov
 
Mi vestii, pronta ad un nuovo, lungo e noioso giorno di scuola.
Un lato buono della Fairy High School era il fatto che non dovessi indossare alcuna divisa, potevo vestirmi come desideravo...nei limiti della decenza, ovviamente.
Mi raccolsi i capelli corvini in un coda di cavallo e feci un'ulteriore passata di mascara.
Sentii l'acqua scrosciare dal bagno, poiché la mia compagna di stanza, nonché migliore amica, Lindsay si stava facendo la doccia.
Comunque, occorre che vi faccia una breve descrizione del mio aspetto e del mio carattere, giusto per darvi un'idea.
Ho la pelle bianca come il latte, grandi iridi nere e una chioma del medesimo colore lunga fino al fondoschiena.
Ciò che preferisco del mio viso sono le labbra carnose, spesso oggetto di pensieri perversi da parte dei maschi.
Sono piuttosto alta e snella, per questo adoro mettere in mostra il mio corpo ed essere ammirata.
A scuola me la cavo bene, nonostante non ami studiare e sono sempre stata fra le più popolari.
La mia vera passione è la danza classica, alla quale mi dedico da quando avevo solo sette lune.
Lindsay uscì dal bagno con l'asciugamano avvolto intorno al corpo e i capelli raccolti in una crocchia, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Che ore sono?"
Domandò mentre tentava di allacciare il reggiseno.
"Le sette e quaranta, abbiamo ancora venti minuti di tempo".
Mi distesi sul letto e accesi il telefono, fingendo di controllare le notifiche su Facebook, mentre in realtà pensavo ad altro.
Non riuscivo a togliermi dalla testa quel ragazzo, quel giovane che continuava a fissarmi in mensa il giorno precedente.
Era seduto da solo, strano per uno come lui che aveva l'aria del solito latin lover.
Mi contemplò con quelle profonde pozze verdi, così profonde che quasi sembrava che potessi vedere dentro di lui.
Lindsay e le altre ragazze accanto a me non se n'erano nemmeno accorte fortunatamente, sembrava quasi che nessun altro sapesse della sua presenza.
Poi mi ero distratta un attimo per rispondere a un messaggio e di colpo era svanito, come se non fosse mai stato lì.
Quando furono le otto meno cinque, afferrammo i nostri zaini, presi la chiave dalla mia tasca e serrai l'uscio.
Tutte le stanze degli studenti erano situate nella sede distaccata, la nostra si trovava al piano terra, fortunatamente niente scale.
Tutte le studentesse e gli studenti si stavano dirigendo contemporaneamente verso le classi, proprio come noi due.
Fra la folla scorsi quell'assurda darkettona dai capelli verdi, avrebbe potuto essere una papabile preda per i miei scherzi.
"Ma le hai viste quelle due laggiù?"
Chiesi alla mia amica.
"Già, certo che quella Gretchen ha davvero dei pessimi gusti in fatto di vestiti".
Affermò ammirando le unghie laccate di rosa.
"Gwen. Comunque sono d'accordo, mi chiedo che problemi abbia".
Effettivamente la posa leggermente curva e il colorito spento, più pallido del mio, la facevano sembrare uno zombie.
Prendemmo i nostri libri dagli armadietti e andammo verso l'aula.
La prima ora era con la professoressa Pattinson, l'insegnante di pozionologia.
"Oggi, cari ragazzi e ragazze, vi insegnerò come preparare un siero curativo".
Quella che dedussi si chiamasse Courtney alzò la mano. La solita secchiona.
"Che cos'è un siero curativo?"
Domandò con interesse.
"Ottima domanda signorina Barlow, ma stavo proprio per spiegarvelo. 
Un siero curativo serve per rimarginare le ferite o per riportare in vita qualcuno che è appena deceduto.
Badate bene, questo non significa che potrete far rivivere chiunque, deve essere utilizzato solo in caso di stretta necessità e se usato nel modo sbagliato può avere diversi effetti collaterali".
Bla bla bla...che noia.
"Ma come faremo ad essere sicure di averlo preparato nel modo giusto?"
Questa volta fu una certa Bridgette a porre la domanda.
"Ragazze, non mi date nemmeno il tempo di parlare! Ho qui per voi delle piante appena appassite, basterà una goccia del vostro siero e torneranno a rifiorire".
Distribuì i vasi banco per banco, poi scrisse le istruzioni alla lavagna e tutte ci mettemmo all'opera.
"Dunque...prima una goccia di bava di rospo?"
"Sì, Lindsay, ma faccio io...non sei mai stata brava con gli intrugli".
Versai le due gocce nella fiala, poi la posizionai sul fornello e accesi una fiamma con l'utilizzo dei miei palmi.
«possedere il controllo del fuoco ha sempre i suoi vantaggi».
Pensai.
"Adesso dobbiamo versare mezzo litro d'acqua e quattro ali di farfalla. Passami gli ingredienti Lindsay...Lindsay, mi stai ascoltando?"
"Cosa? Oh sì scusa, stavo controllando se avessi qualche ciocca fuori posto, ecco l'acqua e le ali di farfalla".
Inarcai un sopracciglio.
"Sei sicura che siano ali di farfalla? A me queste sembrano di libellula".
"Nah, fidati di me".
Esitai un attimo, ma alla fine misi tutto nella fiala.
"Infine, foglie di alloro".
Una volta completata la pozione, versammo il contenuto sul terriccio e attendemmo qualche secondo, per vedere i risultati.
Aspettammo per circa dieci minuti, ma non successe nulla e mi sentii una certa rabbia in corpo, così decisi di prendermela con la mia compagna...come al solito.
"Io te lo avevo detto che quelle erano ali di libellula, ma tu non mi ascolti mai, mai!"
"Io...credevo di aver fatto bene".
Replicò con voce flebile.
Ad un tratto qualcosa accadde: lo stelo della rosa si scosse, cominciò a tremare sempre di più e poi saltò in aria.
Avevo i nervi a fior di pelle, oh sì, ero davvero furibonda.
La gotica e la sua amichetta smorfiosa scoppiarono in una grassa risata, mentre cercavo di calmare i miei bollenti spiriti.
"Signorine, ma che cosa avete combinato?"
Domandò l'insegnante, mentre veniva a soccorrerci.
"Abbiamo sbagliato un ingrediente..."
Mormorò la bionda.
"Abbiamo? Tu hai sbagliato!"
La prof scosse la testa.
"Una fata matura non scarica la colpa sugli altri e impara a prendersi le sue responsabilità. A proposito, che cosa ci avete messo dentro?"
"Ali di libellula..."
La donna spalancò gli occhi.
"Ma sei impazzita?! Le ali di libellula servono per creare pozioni esplosive! Dovete seguire bene le istruzioni, un singolo errore può esservi fatale".
Ritornò alla cattedra e richiamò l'attenzione di tutti battendo le mani.
"Le vostre due compagne hanno sbagliato un ingrediente, ma non è un problema...anzi! Mi auguro che vi serva da lezione, la prossima volta starete ben attente".
Le ore seguenti furono lunghe e tremendamente noiose, inoltre non riuscivo a staccarmi dalla testa quella risatina.
«me la pagherai Gwen, ti garantisco che me la pagherai».
 
  
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