33. Capolinea?
Jonghyun
era rimasto
imbambolato a fissare Kibum che invece non smetteva di sorridere.
Che significato aveva quel
bacio?
Kibum aveva smesso di
baciarlo da quando la maledizione lo aveva colpito per evitargli una
grande sofferenza. Jonghyun ricordava perfettamente, durante i primi
mesi della maledizione, quando cercava di strappargli un bacio e
Kibum lo scansava con un tenero e addolorato sguardo di rimprovero.
E ora?
Che gli era preso?
- Che
significa? - chiese il maggiore leggermente confuso.
- E' un regalo - rispose il più piccolo facendo spallucce.
- Un regalo? -
- L'ultimo da parte mia. -
- Che stai dicendo...? - mormorò Jonghyun incredulo.
- E' un bacio d'addio. -
Jonghyun trattenne il fiato a quelle parole.
Un bacio d'addio.
Nessuno gli aveva mai dato un bacio d'addio.
Che stava per fare Kibum?
Se ne va.
Sussurrò una voce velata dal profondo del suo cuore.
- Stai andando via? -
Gli occhi di Kibum erano ricoperti da piccole gemme scintillanti che rendevano i suoi occhi incredibilmente lucidi. Tuttavia, il sorriso non abbandonò le sue piccole labbra.
- Devo - mormorò con un filo di voce.
- Kibum...-
- Jonghyun, tu non mi ami più come una volta - replicò il corvino - Lo so, me ne sono accorto. Te lo leggo negli occhi. Io, che ti conosco come se fossi me stesso, sono a conoscenza del fatto che il tuo amore per me è cambiato. Tranquillo però, non te ne sto facendo una colpa. -
Jonghyun non sapeva davvero cosa rispondere.
- Io credo che non sia tutto perduto. Se c'è davvero la più remota possibilità che questa maledizione possa essere spezzata, io non esito a farmi da parte - continuò a dire Kibum - non voglio che tu ti senta più vincolato a me in qualche modo. -
Il maggiore non aveva nessuna voglia di ascoltare quello che aveva già intuito da tempo ma prima che potesse aprire bocca, il corvino lo anticipò.
- So cosa provi per Jorinde e quello che lei prova per te. So anche che l'unico motivo che ti trattiene dal lasciarti andare completamente è che temi e odi farmi del male. Purtroppo, in questa situazione, è inevitabile. Sapevamo fin dall'inizio che qualcuno si sarebbe ferito in questa storia. Tuttavia, ammetto le mie colpe. So di essere stato egoista ma il mio cuore non era ancora pronto. Quindi, ora ti dico, di non preoccuparti di ferirmi perchè io lascio la presa. Non ci sarò ad aspettarti dall'altra parte, non ci sarò quando tutto sarà sistemato o meglio, non sarò presente nella veste che ho indossato fino ad ora per te. Sei libero Jonghyun. Ora puoi lasciare definitivamente la tua presa su di me. -
Era
come trovarsi davanti ad
uno specchio.
Era come sentire parlare la
sua coscienza.
Erano quelle le parole che
non voleva assolutamente sentire? E perchè poi?
Kibum aveva ragione. Kibum
l'aveva capito come sempre.
Jorinde.
Jonghyun amava
Jorinde. L'amava così tanto che non riusciva a farle del
male.
Tuttavia quante volte le
aveva detto “ti amo”? Mai.
Perchè?
Perchè sentiva che
l'immagine di Kibum aveva gli occhi puntati su di lui.
Non l'amava più come prima
ma il pensiero di ferirlo lo uccideva
Kibum l'aveva capito. Non
era stupido, non lo era mai stato e per questo che aveva deciso di
andarsene.
Quel bacio era l'ultimo che
avrebbe ricevuto da lui.
Avrebbe voluto dire a Kibum
che lui una decisione l'aveva già presa ma tacque.
- Sei
molto migliore di quanto lo sia io... - sussurrò il biondo.
- Non credo di aver conosciuto nessuno migliore di te.-
- Il tuo era il ruolo più scomodo di tutti ma sei riuscito a
mantenerti al di sopra delle parti. Grazie per aver voluto bene a
Jorinde, grazie per averla protetta quando io non sono riuscito...-.
- Pff! Non credere che io sia così buono -
replicò Kibum con una smorfia.
Jonghyun
lo guardava con i
suoi occhi stanchi e lucidi.
Kibum, dal canto suo,
cercava di non guardarlo affatto negli occhi altrimenti temeva che
non sarebbe più andato via.
- Non
me la dai a bere. Sei fatto interamente d'oro, come dice il tuo
soprannome - lo rimbeccò il maggiore mordendosi un labbro
per distrarsi e non permettere alla sua voce di tremare e ai suoi occhi
di appannargli la vista.
- Il fatto è che è impossibile non volerle
bene...la odio terribilmente - ribattè il corvino con una
risata ma con la voce dolce.
- Grazie per essere stata una delle persone più importanti
della mia vita - sussurrò Jonghyun in tutta
serietà.
Kibum
si permise il lusso di
guardarlo negli occhi questa volta e un po' se ne pentì.
Rivide in lui il suo bel
ragazzo dai capelli scuri e dal sorriso raggiante.
- Il
piacere è tutto mio - mormorò in risposta il
più piccolo.
- Non avrei mai voluto farti del male...non volevo che nessuno di voi
soffrisse - disse Jonghyun.
- E io non avrei mai voluto farne a te. -
- Vorrei ridarti il ciondolo... -
- No, tienilo. È stato un regalo e poi chissà,
magari ci si vedrà ancora, presto o tardi, in questa vita o
in un'altra, in stanze affrescate e palazzi spettacolari o in casupole
e locande da quattro soldi, con questi occhi o con altri, king
Jonghyun - ribattè Kibum con un sorrisetto.
Jonghyun ricambiò il sorriso e restarono a guardarsi per un po' finchè il corvino lo salutò ancora con un cenno del capo e si voltò andando via e lasciandolo lì mentre guardava la sua schiena allontanarsi.
Kibum represse un singhiozzo violento mentre le lacrime gli rigavano il volto. Voleva allontanarsi velocemente da lì, non voleva che Jonghyun lo sentisse piangere. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo e stringerlo forte a sé invece di salutarlo con un cenno del capo e un sorriso ma non ce l'avrebbe mai fatta. Sarebbe scoppiato in lacrime sulla sua spalla e Kibum non poteva permetterlo. Jonghyun non sarebbe più stato suo in quel senso, non potevano più stare insieme e questa era una cosa che sapeva da tempo. Era giusto così. Kibum aveva fiducia in Jorinde, sentiva che lei lo amava almeno quanto Jonghyun amava lei e che quel bacio con Taemin, peraltro interrotto, non aveva potuto rovinare tutto. Kibum aveva giocato il tutto per tutto, era l'ultima carta che avevano. Per Jonghyun era una persona importante nonostante tutto e non voleva ferirlo, per questo forse non riusciva a lasciarsi andare completamente e quindi incontravano maggiori difficoltà nello spezzare la maledizione. Però se lui si fosse allontanato magari le cose avrebbero funzionato e tutto sarebbe finito.
Si, sarebbe andata così.
**
Jorinde
aveva distolto lo
sguardo da quella visione dopo che, indietreggiando, aveva urtato il
tavolo e si era nascosta nell'ombra incredula.
Perfino respirare le faceva
male. Si guardò intorno e le sembrò di impazzire.
L'avevano tradita tutti. Ora
comprendeva come doveva essersi sentito Jonghyun. Affondò le
mani
nei capelli rossi e nascose il volto nelle ginocchia dopo essere
scivolata lungo la parete.
Non poteva credere a quello
che Jonghyun e Kibum le avevano fatto. Si rialzò a fatica e
percorse
la stanza. Non voleva guardare fuori, non voleva vederli ancora. I
suoi occhi caddero sul libro che le aveva portato Jonghyun.
Si sentiva proprio come una
stupida protagonista di un romanzo rosa. Afferrò il libro e
lo
scagliò contro la porta.
Era un vulcano pronto a
esplodere. Doveva sfogarsi o sarebbe impazzita.
Diede un calcio all'armadio
con tutta la forza che aveva. Era pronta a ribaltare tutte le sedie
quando udì un rumore provenire dall'armadio, come di un peso
che
cade. Aprì le ante dell'armadio e per poco qualcosa, che poi
identificò con il fondo del guardaroba non le cadde addosso.
Si
scansò appena in tempo e quello che vide sedò per
un attimo la sua
rabbia.
L'armadio non era altro che
l'ennesimo passaggio segreto.
Scale di marmo sembravano
condurre da qualche parte. Jorinde non aveva niente da perdere.
Entrò
nell'armadio e coraggiosamente si fece strada.
La via che stava percorrendo
era molto simile a quella che Jonghyun aveva fatto murare. Era
abbastanza lunga quindi la rossa ne dedusse che doveva sbucare da
qualche parte nella villa. Arrivata alla fine della strada c'erano,
proprio come nell'altro passaggio segreto, una serie di ripidi e alti
scalini che la ragazza salì con non poca fatica. Alla fine
di
questi, c'era quella che sembrava una tenda di colore rosso. Jorinde
la scostò e dovette lottare un po' prima di uscire
dall'altra parte.
Quando però fu libera si ritrovò in una stanza
famigliare, una
stanza da cui non entrava da parecchio. Era la stanza in cui Jonghyun
le aveva proibito di mettere piede.
La ragazza era sempre più
sbalordita.
Si guardò intorno e
riconobbe il divano ricoperto di vestiti da scena, il tavolino con
sopra i bicchieri, in uno dei quali vi era il ciondolo che ora non
c'era più. Poi notò l'album delle foto, sulla
credenza, quello che
era stata in procinto di aprire se Jonghyun non l'avesse beccata.
In quel momento però non
aveva nessuna voglia di aprirlo, tuttavia le sue gambe l'avevano
già
condotta davanti la credenza. Qualcosa la spingeva ad aprirlo.
Allungò le mani tremanti su quell'album mentre il cuore le
batteva
fortissimo e iniziò a sfogliarlo.
C'erano un sacco di foto,
alcune ritraevano solo Jonghyun, altre Odette, altre ancora Jonghyun,
Jinki e Minho. Poi gli scenari cominciarono a diventarle familiari.
Le foto, da metà album in poi, ritraevano i ragazzi durante
la loro
vita al palazzo di Chul Moo. Vide una foto di Taemin con insoliti
capelli biondi e lunghi in compagnia di un Kibum giovanissimo e da
capelli strambi seduti sulle scale che portavano al dormitorio dei
ragazzi. Altre foto ritraevano Jinki con in braccio una bellissima
ragazza dai capelli castani, la stessa del quadro, doveva essere Bea.
Ancora Minho che baciava la sua bellissima fidanzata che ora riposava
tranquillamente in un grande letto comodo. Poi vide la foto che
più
di tutte attirò il suo sguardo. Decise di toglierla dalla
pellicola
trasparente per guardarla meglio.
Strinse
fra le mani quella foto dai colori sgargianti. Lo sfondo di
quell'immagine le era familiare, come gli altri d'altronde, sarebbe
stata in grado di riconoscerlo fra mille: erano in casa di Chul Moo.
Il ragazzo sulla sinistra era così diverso da quello che
vedeva
tutti i giorni in libreria. I capelli biondo platino, le braccia
piene di bracciali, l'aria di chi si stava divertendo. Il sorriso
stampato sulle labbra. Al suo fianco, un Jonghyun dai capelli folti e
castani, la pelle più ambrata di ora. Le sembrava quasi di
sentire
il suo profumo inconfondibile. Sembrava quasi una festa ma
ciò che
la colpì di più fu il suo sguardo.
Quello
sguardo.
Fisso
su Kibum che sembrava non essersi accorto di nulla.
Quello
sguardo che gli aveva visto già un'altra volta.
Le
ritornò in mente quando
una mattina aveva trovato Kibum in casa e Jonghyun aveva posato su di
lui uno sguardo particolare. Lo stesso che aveva nella foto.
Le tornò in mente tutte le
volte che si era accennato alla “golden Key” in
presenza di
Jonghyun e poi come un fulmine, le si parò innanzi il
momento in cui
avevano riacciuffato Valery. La ragazza lo aveva chiamato Key ma lei
era troppo spaventata per rendersene conto.
“Key...non voglio ritornare lì...non ce la faccio”
Golden Key doveva essere il soprannome di Kibum quando stava da Chul Moo.
Certo
che era stata proprio un'idiota a non capirlo prima.
Cominciò
a sfogliare rapidamente l'album e tutto quello che i suoi occhi
riuscivano a vedere erano Jonghyun e Kibum che si baciavano,
abbracciavano, si tenevano la mano, si guardavano complici.
Chiuse
di botto l'album e si lasciò cadere sul divano.
Si
accorse che quella stanza in cui si trovava era una delle stanze di
Chul Moo, la stanza del pavone, Jonghyun aveva trovato il modo di
ricostruirla per qualche ragione. La stessa stanza della foto che
ritraeva Kibum biondissimo e Jonghyun che non aveva occhi che per
lui.
Quei due
si amavano ma la maledizione li aveva separati e lei era l'unico modo
che permettesse loro di stare insieme. Jorinde era uno strumento, il
mezzo che avrebbe permesso loro di tornare a stare insieme.
Però
nessuno aveva messo in conto i suoi sentimenti, a nessuno era
importato.
Volevano
usarla e poi gettarla via.
Alla
fine di quella storia il suo ruolo sarebbe diventato inutile e poteva
benissimo tornarsene da dov'era venuta ma lei non poteva farlo, non
potevano chiederle di allontanarsi da Jonghyun che amava
così
profondamente, lui non poteva farle una cosa del genere...eppure lo
stava facendo.
Jorinde
non credeva si potesse soffrire così tanto per amore, non lo
immaginava lontanamente quando aveva messo piede in quella casa la
prima volta. Si piegò in avanti, il volto che sfiorava le
ginocchia,
i capelli che ricadevano come una cascata e le coprivano la visuale.
Pianse.
Pianse di nuovo, pianse un sacco.
Non
riusciva a smettere e non voleva neanche farlo. Magari se avesse
pianto tutte le sue lacrime, il terribile peso che le opprimeva il
petto sarebbe andato via. Tuttavia non ottenne il risultato sperato
ma si addormentò sul piccolo divano.
Quando si risvegliò, si sentiva svuotata e aveva un gran mal di testa. Restò immobile. Poi le venne in mente che se qualcuno fosse entrato nella piccola casetta non l'avrebbe trovata. Un tempo sarebbe balzata in piedi e si sarebbe mangiata le mani dall'ansia ma ora non le importava.
Che cosa
doveva fare ora? Andarsene? Lasciare quel posto per sempre?
Avvertì
una stretta allo stomaco.
Non
aveva ancora deciso cosa fare quando udì delle voci
familiari vicino
alla stanza. Tese le orecchie. Era Taemin. Non capì cosa
stesse
dicendo ma subito dopo udì la voce di Minho.
I
ragazzi avevano pensato di fare visita a Jonghyun dopo quello che era
successo, magari per chiarirsi e per decidere del destino della
povera sciocca che avrebbe riportato le loro vite alla
normalità.
Le
sembrò di sentire anche le voci di Kibum e di Jinki e
ovviamente
quella di Jonghyun.
Jorinde
voleva tanto riuscire a capire quello che si dicevano ma non
riuscì
a concentrarsi finchè non avvertì le voci sempre
più lontane.
Stavano sicuramente scendendo nel salone.
La rossa
si guardò intorno, i suoi occhi si fermarono per un po'
sulla tenda
da cui era spuntata fuori e poi subito alla sua sinistra, sulla
porta.
Questa
volta sarebbe stata lei a fare la sorpresa agli altri e a fare
l'entrata a effetto.
Afferrò
l'album, si infilò una mano nella tasca da cui ne trasse una
forcina
per capelli e fece scattare la serratura della porta.
- Davvero vuoi partire? - chiese Minho
incredulo.
- Si, penso che sia meglio cambiare aria per me - rispose Kibum seduto
sul bracciolo di una poltrona.
Quella mattina si erano recati da Jonghyun perchè non l'avevano più visto da quella sera al palazzo di Chul Moo ed erano seriamente preoccupati per quello che era successo.
- Quando parti? - chiese Jinki.
- Volevo partire stanotte ma ho rimandato perchè volevo
salutarvi.-
- Non è un po' affrettato? - chiese ancora Minho.
Taemin
stava per dire la sua ma s'interruppe bruscamente quando alzando lo
sguardo vide Jorinde scendere le scale con aria mortifera.
Jinki e
Minho si accorsero del suo cambio repentino di espressione e si
voltarono per vedere cosa avesse turbato il più piccolo.
Jinki
per poco non cadde da seduto mentre Minho strabuzzò gli
occhi,
quindi tutti si voltarono increduli verso la ragazza che scendeva le
scale con lentezza e in quel momento Odette spalancò la
porta del
salone.
- Jonghyun, Jorinde non è- ma anche
lei s'interruppe quando notò la presenza della rossa nel
salone.
- Cosa...che ci fai qui? - chiese a quel punto Kibum.
- Jonghyun doveva murare anche il passaggio segreto
nell'armadio - rispose in tono distaccato lei.
Jonghyun, per l'appunto, la guardava fisso e capì al volo che qualcosa non andava. Aveva gli occhi arrossati e il loro colore era più vivido che mai, le labbra erano screpolate e rossissime.
- Come hai trovato il passaggio segreto
nell'armadio? - le chiese il biondo con calma.
- Ha importanza? -
- Non dovresti essere qui. -
Jorinde rise.
- Fidati, sono proprio dove vuoi che io sia! - esclamò sprezzante.
Jonghyun inarcò un sopracciglio. C' era qualcosa di diverso nella sua Jorinde.
- Didi ma cosa stai dicendo? - chiese Kibum
perplesso.
- NON CHIAMARMI DIDI. - gridò la rossa lanciando uno sguardo
furioso al corvino che rimase interdetto da tutta quella rabbia - non
dopo il trattamento che mi avete riservato... - mormorò in
seguito con voce stanca.
- Trattamento? -
- Si, questo - rispose e buttò a terra con violenza l'album
di foto che aveva sotto il braccio.
Lo
schianto fu così forte che alcune foto volarono via dalle
pagine
ruvide cospargendone il pavimento.
Jonghyun
chiuse gli occhi a quella vista mentre tutti gli altri trattenevano
il fiato.
- Il vostro unico scopo era quello di usarmi...
- cominciò a dire la più piccola con voce
tremante.
- No, non è vero - provò a controbattere Kibum.
- Si, invece! Sono uno strumento! Avete bisogno di me per spezzare la
maledizione, avete bisogno di me per riavere indietro le vostre vite!
Tu e Jonghyun mi avete mentito dall'inizio! Tu, Kibum, ti sei finto mio
amico e protettore quando l'unica cosa che ti importava era di tornare
con Jonghyun. E tu - disse poi rivolta al biondo - tu hai fatto in modo
che cadessi ai tuoi piedi, hai fatto con me tutto quello che ti passava
per la testa, in attesa che la povera idiota abboccasse e ti
permettesse così di tornare con il tuo vero amore. -
- Jorinde so che sei shoccata ma non è come credi - disse
Jinki cercando di calmare la ragazza.
- Oh no, è proprio come credo! So che vuoi dirmi, non
sprecare fiato. So che per spezzare la maledizione io dovevo
innamorarmi di Jonghyun, il tuo amico si è premurato di
urlarmelo in faccia la sera della festa ma vedi Jinki, io ho pensato,
da stupida, che Jonghyun fosse davvero innamorato di me. Invece a lui
non importa dei miei sentimenti, mi ha spezzato il cuore e l'unica cosa
che ha sempre voluto è che io spezzassi la maledizione e me
ne vada all'inferno, fuori dai piedi. Se io fossi riuscita a rompere la
maledizione si sarebbe liberato di me - ribattè velenosa la
rossa.
- Sei accecata dalla rabbia e non riesci a vedere come stanno davvero
le cose - disse Kibum.
- Tu come l'avresti presa se avessi visto la persona che pensavi fosse
innamorata di te baciare un altro? Vi ho visti ieri sera...non
è stata una mossa furba baciarvi lì, sotto i miei
occhi - ribattè glaciale Jorinde.
Jinki, Minho e Taemin guardarono increduli prima Kibum e poi Jonghyun.
- Non è come credi. -
- Vuoi forse farmi credere che quel bacio non c'è stato?! -
- Non era quello che pensi...-
- Qualcuno vuole spiegarci cosa diavolo succede?! - chiese a quel punto
Taemin interrompendo i due.
- Kibum e Jonghyun si sono baciati ieri sera quindi sentiti meno
colpevole per avermi infilato la lingua in bocca Taemin - rispose
Jorinde sarcastica.
- Datti una calmata, è vero che Kibum mi ha dato quel bacio
ma era l'ultimo, davvero l'ultimo. Non ha intenzione di mettersi in
mezzo - disse Jonghyun intervenendo per la prima volta nella
discussione.
- Tu non parlarmi - sibilò la più piccola
inviperita - non prendermi in giro, qui l'unica che si è
messa in mezzo sono io. Per tutto questo tempo tu non hai mai pensato a
me...non mi hai mai detto “ti amo”... - aggiunse
poi lentamente e con la voce spezzata.
- Non te l'ho detto ma non vuol dire che non lo penso. -
Due lacrime rigarono il volto di Jorinde.
- No, non me l'hai mai detto perchè
non ami me. Non mi hai amato e non sarai in grado di farlo
perchè il tuo cuore appartiene a Kibum. Per te sono stata un
passatempo, uno strumento per arrivare a Kibum, per riavere indietro la
tua “golden Key”. -
- No, non è così. Jonghyun non ama più
me, ama te. Cosa credi che abbia fatto ieri sera? Ho pensato che non
era tutto perduto, che forse c'era una possibilità di
salvare le cose. Sapevo che tu amavi Jonghyun, lo speravo e lo so con
certezza adesso e so anche che Jonghyun provava e prova qualcosa di
forte per te. Non potevo credere che un bacio con Taemin, interrotto
stesso da te, potesse aver fatto danni irrecuperabili e allora mi sono
detto che forse la maledizione non si era spezzata perchè
qualcosa frenava Jonghyun e non gli permetteva di lasciarsi andare
completamente. Così sono andato da lui e gli ho detto che
andavo via e che avevo capito che non mi amava più come
prima, che l'unico motivo che gli impediva di dirti quel fottuto
“ti amo” non era l'amore per me ma la paura di
ferirmi. Quello era un bacio d'addio! - esclamò Kibum con
disperazione.
- Come faccio a crederti?! - strillò con isterismo la rossa.
- Devi fidarti di me, come in passato. -
- Mi sono fidata di te, mi sono fidata perfino di Jonghyun che mi
teneva prigioniera qui e mi ha portato qualche giovamento? No. Sono
stata tutto questo tempo a chiedermi perchè Jonghyun mi
tenesse qui, perchè m'impedisse di uscire, mi sono chiesta
cosa c'era sotto e non riuscivo mai ad avere risposte concrete. Poi,
qualche tempo dopo scopro che io sono l'incaricata a spezzare una
maledizione di cui non sapevo neanche l'esistenza, peccato
però che nessuno mi dice quello che dovrei fare per
riuscirci anzi, mi mentite ancora. Poi Jonghyun mi rivela che mi sarei
dovuta innamorare di lui per spezzare il sortilegio e che se me
l'avesse detto, la cosa non sarebbe riuscita con molta
probabilità. Non posso biasimarvi per questo, avete
ragione...forse la cosa non avrebbe funzionato ma a me non sembra che
abbiamo risolto qualcosa ora - replicò Jorinde - ma sapete
che c'è? Mi sono innamorata di Jonghyun, non è
difficile innamorarsi di lui ma non immaginavo che poi il mio cuore si
sarebbe spezzato, che sarei stata gettata via, che sarei stata uno
strumento e nulla più. Tutta questa crudeltà era
compresa nella maledizione? -
- Sei arrabbiata e ferita ma devi credermi quando ti dico che la mia
intenzione non era quella di lasciarti alla fine di questa storia.
Kibum ti ha detto la verità, Jo - sussurrò
Jonghyun avvicinandosi alla ragazza e afferrandola delicatamente per un
braccio.
Jorinde lo ritirò bruscamente.
- Non toccarmi! - ringhiò - non
voglio che mi tocchi. -
- Non ho mai voluto ferirti e se l'ho fatto mi dispiace ma devi
credermi quando ti dico che nessuno ti sta mentendo adesso. -
La ragazza guardò Jonghyun con occhi di fuoco. Come poteva chiederle di avere fiducia in loro, di nuovo, dopo tutto quello che era successo?
- Dimmi Jonghyun, che ne sarà di me
adesso? Ora che non mi è più possibile spezzare
la maledizione, cosa mi succederà? - chiese adirata la
più piccola - Vuoi uccidermi perchè non servo
più? Vuoi rinchiudermi in uno stanzino buio per sempre e
gettare via la chiave? Non puoi mandarmi via, vero? Altrimenti suppongo
che l'avresti già fatto. -
- Jorinde cerca di calmarti, se ti siedi ne parliamo tutti insieme.
È bene che tu sappia come sono andate le cose - disse Jinki
avvicinandosi con cautela alla ragazza.
La rossa era pronta a mandare al diavolo anche lui ma una stridula risata fece sobbalzare tutti. Quel suono fastidioso e che faceva accapponare la pelle al contempo proveniva dalla persona meno probabile di tutti. Odette era rimasta nei pressi della porta da cui era entrata poco prima ed ora era tutta scossa da risate. Quando si accorse che gli occhi di tutti erano su di lei, si ricompose ma quel sorriso derisorio non l'aveva abbandonata.
- Scusate, scusate ma è così divertente! -
esclamò avanzando di qualche passo.
I ragazzi la guardarono come se fosse impazzita e anche Jorinde la guardò stupita.
- Insomma, mi sarei voluta trattenere ma
è davvero troppo esilarante – disse la cameriera
con una sinistra luce negli occhi.
- Odette ma che diavolo stai dicendo?! - sbottò Taemin fuori
dai panni.
Il sorriso della donna era beffardo, quasi canzonatorio, e i suoi capelli sotto le luci del lampadario sembravano assumere una sfumatura ebano.
- Non è Odette - mormorò Minho con terrore.
Sotto ai loro occhi la dolce cameriera si trasformò nell'ultima persona che avrebbero voluto vedere: i capelli neri e lucenti, il viso a punta, le palpebre pesanti, le labbra tinte di nero e una profonda scollatura. La sua figura era longilinea come sempre e il vestito che indossava la faceva sembrare sinuosa come un cobra particolarmente velenoso.
- Hye Jin! - esclamò Jonghyun
sconvolto.
- Da quanto tempo king Jonghyun - sussurrò
di rimando la strega.
Jorinde non poteva credere ai suoi occhi. Aveva appena assistito ad una delle cose più strabilianti della sua vita e la tanto nominata Hye Jin era davanti ai suoi occhi.
- Che hai fatto ad Odette e Jae Hyun? -
ringhiò il biondo.
- Oh niente tranquillo, quei due sciocchi erano venuti a fare visita
alla tua “orchidea” e nulla, hanno trovato me al
posto suo. Li ho rinchiusi nella tua casetta dei sogni - rispose con
noncuranza lei.
- Esci da questa casa - disse Kibum con durezza.
- Ciao anche a te Kibum. Così che si trattano le vecchie
amiche? - chiese quella fintamente offesa - Ad ogni modo, non hai
potere qui, non è casa tua. Neanche Jonghyun che ne
è il legittimo proprietario può farlo. -
- Lasciaci in pace. Tornatene da dove sei venuta - sbottò
Minho.
- Da dove sono venuta? Ah si, credo di essere passata a fare un saluto
a Hyun Soo prima di venire qui...si, si! Sai Minho, la trovo un po'
pallida - lo schernì Hye Jin ridendo subito dopo.
- Avete altro da dirmi oltre a invitarmi ad accomodarmi fuori? - chiese
poi dopo squadrando tutte le sue vecchie conoscenze.
- Perchè sei qui? - chiese allora Jonghyun.
- Perchè siamo al capolinea. -
Quella semplice risposta fece rabbrividire Jorinde. Hye Jin faceva paura, era spaventosa e affascinante allo stesso tempo. Aveva un fascino misterioso che era capace di rapire chiunque. Era bella Hye Jin ed era forte, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. La strega alzò lo sguardo su di lei e i loro occhi s'incrociarono.
- Ciao tesoro - mormorò lasciva.
I presenti spostarono l'attenzione su Jorinde.
- Immagino che tu non abbia gradito l'effetto sorpresa di ieri. -
Jorinde non rispose.
- Sei timida? Non credo che ti abbiano tagliato la lingua, ti ho sentito parlare fino a un momento fa. -
Hye Jin si avvicinò lentamente alla rossa, sempre in quel suo modo sinuoso.
- Stai lontano da lei - sibilò
Jonghyun con rabbia.
- Sai Jorinde, non avrei potuto immaginare una ragazza più
carina di te quando ho lanciato questa maledizione e neanche
più brillante - disse Hye Jin girandole intorno.
- Non hai sentito Jonghyun? Non ti avvicinare a Jorinde - disse Jinki
con sguardo truce.
- Stai attento Jinki, ho fatto già cadere la tua fidanzatina
dalle scale una volta, posso rifarlo.-
Per un momento, nell'arco di quella storia, Jinki ebbe uno scatto convulso e avrebbe stretto le mani al collo di Hye Jin se Minho non l'avesse afferrato per un braccio mormorandogli qualcosa.
- Sei saggio Minho - sussurrò la
strega che aveva assistito alla scena - e scommetto che la nostra
Jorinde lo è più di tutti qui. -
- Che cosa vuoi? - chiese la rossa parlando per la prima volta da
quando Hye Jin aveva assunto le sue reali forme.
- Fare due chiacchiere fra donne. Capisco il tuo cuore, anche il mio
è stato fatto a pezzi. -
- Qualsiasi cosa ti dica non ascoltarla! - esclamò Kibum.
- Gli uomini ti usano, ti sfruttano, ti spezzano il cuore...gli uomini
sono inutili. E tu devi averlo testato sulla tua pelle, povero tesoro -
disse a mezza voce la conturbante ragazza specchiandosi negli occhi
umidi della più piccola.
- Non sei costretta ad aiutarli...loro non ti hanno considerata, sei un
oggetto ai loro occhi. Jonghyun ti avrebbe gettata via anche se la cosa
avesse funzionato. Fidati, non è l'uomo gentile che credi,
io l'ho conosciuto quando stava da Chul Moo, io ho visto cose che non
immagineresti. Jonghyun è borioso, superbo, tratta tutti
come se fossero ai suoi ordini, anche i suoi amici. È un
buon oratore ed è l'unico motivo per cui è
riuscito ad abbindolarti - continuò a dire Hye Jin
all'orecchio di Jorinde.
- Non ascoltare le sue parole Jorinde! Sta cercando di confonderti! -
disse Jonghyun.
- Cerca di espiare le sue colpe adesso, non è vero quello
che ti dice! Sai perchè lo chiamavano “king
Jonghyun”? Perchè era un trascinatore, la sua
parola era legge. Poteva chiedere tutto quello che voleva e l'otteneva.
Ha fatto la stessa cosa con te e tu non te ne sei resa nemmeno conto -
ribattè Hye Jin.
- Non ti avrei mai fatto questo, Jorinde. Tu mi conosci, sei solo
arrabbiata adesso ma nel profondo sai che non è vero -
replicò il biondo.
- Jonghyun fa tutto quello che può portargli beneficio. Tu
gli servivi per spezzare il maleficio e per tornare con Kibum. Solo a
quello. Non gli importa nulla di te. -
- Sai che non è vero. Sta mentendo, Jorinde. È
lei che mi ha ridotto in questo stato! Non crederle! Ti vuole portare
dalla sua parte ma dopo ti ucciderà! -
- Non ti ha mai amato - sibilò freddamente la strega.
- No, è l'unica cosa certa che so - sussurrò
Jonghyun - fidati di me Jo. Un' ultima volta e non te ne pentirai! Ti
lascerò libera. Potrai lasciare questa casa stasera
stessa...te lo prometto. -
Jonghyun le tese la mano aperta.
- E' un bugiardo. Non lo farà -
ribattè con leggerezza la strega.
- Te lo giuro. Jorinde prendi la mia mano. -
La
ragazza guardò per un attimo la mano aperta del
più grande.
Stava
dicendo la verità? Hye Jin stava mentendo sul suo conto?
Poi alzò
lo sguardo e lo piantò negli occhi del biondo che non
potevano
essere più sinceri di così. Non stava mentendo,
diceva sul serio.
Jorinde tese la sua mano e prese quella di Jonghyun. Il ragazzo
sorrise, il più bel sorriso di sempre e la tirò
verso di sé.
Hye Jin
serrò la mascella con astio e la sua espressione divenne
dura come
l'acciaio.
- Hai fatto la scelta sbagliata ragazzina.
Jonghyun non potrà mantenere la sua promessa e sai
perchè? Perchè è un vigliacco. Non
perderà la possibilità di salvarsi la pellaccia,
ti sacrificherà. Non ha scelta perchè nessuno
lascerà questa casa senza aver regolato i conti - disse
sprezzane Hye Jin e mentre pronunciava queste parole il suo viso
sembrava diventare livido.
- Non parlare così di Jonghyun! - gridò Taemin
scattando in piedi.
- Oh ma è la verità! - ribattè
divertita la donna - Jonghyun sa che la soluzione migliore è
quella di uccidere Jorinde, lo sa da quando ha scoperto delle sue
continue fughe.-
- Non lo farà. Ci fidiamo di lui - disse a quel punto Minho.
- Non lo farai Jonghyun? Io invece penso di si anche perchè
sai che non me ne andrò senza la vita di qualcuno. -
Hye Jin a quel punto fece comparire dal nulla un pugnale dalle sembianze familiari. Kibum ebbe un sussulto quando lo vide: era il pugnale di suo padre, quello che aveva donato a Jonghyun.
- Prendilo Jonghyun. Uccidila, io andrò via e voi sarete liberi - sussurrò la strega porgendo l'oggetto a Jonghyun.
Il ragazzo lo guardò per un attimo luccicare e Jorinde ci avrebbe scommesso un braccio sul fatto che il biondo non avrebbe accettato una cosa del genere ma dovette ricredersi quando vide che il maggiore afferrò con decisione il pugnale. Tutti trattennero il respiro e Jorinde sgranò gli occhi.
- E sia. Facciamola finita con questa storia. -
Si voltò a guardare la ragazza che, immobile, non osava nemmeno respirare.
- Ci vediamo dall'altro lato, Gretel - disse il biondo che teneva ancora per mano la ragazza.
Jorinde
non provò nemmeno a divincolarsi, era così
sconvolta che non le
riuscì neanche di aprire bocca.
Jonghyun
stava davvero per ucciderla?
Il
ragazzo l'attirò a sé con il braccio sinistro
mentre con la mano
destra impugnava la lama.
- NO! - urlarono con forza i ragazzi balzando in piedi e scattando verso l'amico.
Hye Jin
sorrideva compiaciuta mentre Jorinde lanciava un urlo straziante.
Non
aveva avvertito nessun colpo ma non appena abbassò lo
sguardo vide
le sue mani ricoperte di sangue ma non il suo.
Le sue
mani erano all'altezza del ventre di Jonghyun e poco più
sopra, nei
pressi del polmone destro del ragazzo, il pugnale era conficcato fino
all'elsa.
Jorinde
urlò di nuovo. Guardò Jonghyun turbata, gli occhi
annebbiati dalle
lacrime.
Jonghyun
sorrideva con labbra tremanti. Il suo incarnato era più
pallido del
solito e dalla bocca ora scendeva un rivolo di sangue vermiglio.
Il
ragazzo le afferrò le mani mentre scivolava verso il basso,
in
ginocchio, ai suoi piedi.
- Che cos'hai fatto?! - gridò Kibum fuori di sé.
Anche Jorinde s'inginocchiò per guardarlo negli occhi la cui luce li stava abbandonando.
- Ti avevo detto di fidarti di me...ogni
promessa è debito. Sei libera - sussurrò con un
filo di voce Jonghyun.
- Io non vado da nessuna parte - replicò Jorinde lasciandosi
sfuggire un singhiozzo.
- Non c'è più niente che tu possa fare... -
- No, io ti salverò! Io devo salvarti, è il mio
compito! - quasi gridò la più piccola
singhiozzando convulsamente.
- Tu mi hai salvato non appena hai messo piede qui dentro. Io mi sento
al sicuro adesso ed è tutto grazie a te. -
- Non puoi andare via senza di me, non andrai lontano da me! -
esclamò la ragazza portando le mani accanto al pugnale ma
Jonghyun la fermò.
- Sciocchezze! Starai bene senza di me. Era una cosa che avrei dovuto
fare da tempo...-
- Non andartene... -
- Vado dove non puoi seguirmi ma io sarò qui... -
mormorò Jonghyun indicando con grande sforzo il cuore di
Jorinde - io vivrò in te...-
Jonghyun si voltò verso i ragazzi e sorrise largamente. Taemin, che non piangeva mai, aveva il viso rigato di lacrime e stringeva i pugni.
- Taemin-ah, vieni qui - sussurrò facendogli debolmente segno.
Il moro si avvicinò cercando di non scoppiare in singhiozzi e mordendosi forte un labbro.
- Non tormentarti più. Ti ho
perdonato e ad essere sinceri non so se mai ho portato rancore nei tuoi
confronti. Vivi bene, vivi davvero, senza paura. Io ti
guarderò così come ti sto guardando adesso,
ovunque io sarò, sempre - mormorò accarezzandogli
i capelli.
- E tu Minho, grazie per avermi dato addosso quando ne avevo bisogno,
grazie per avermi aiutato a rialzarmi, grazie per essermi stato amico.
Spero che tu possa riabbracciare Hyun Soo e possiate vivere in pace -
disse il ragazzo una volta che fu accerchiato dagli altri - Jinki
hyung, credo che non possa essere più felice di andarmene di
così, con i tuoi occhi che hanno sempre vigilato su di me
fin da bambini. Chiuderò tranquillamente le mie palpebre se
saprò che il tuo sguardo sarà su di me fino
all'ultimo respiro. -
Jinki e Minho piangevano silenziosamente mentre il ragazzo dal viso sempre più scarno si voltava verso Kibum, il cui volto era bagnato dalle lacrime salate.
- Sei sempre stato un gran frignone, quasi quanto me - scherzò il biondo sfiorandogli il braccio - per questo non ti chiederò di non piangere. Grazie Kibum! Grazie per essere stato importante nella mia vita, grazie di aver combattuto affianco a me, grazie perchè sei una persona meravigliosa. Grazie per aver vegliato su Jorinde anche se potevi non farlo. -
Jorinde non aveva smesso un attimo di piangere. Jonghyun le sorrise ancora e le prese il volto fra le mani.
- Qui abbiamo qualcuno che piange più di me e di Kibum. Complimenti Gretel! - disse Jonghyun avvicinando la sua fronte a quella della rossa - saluta Odette e Jae Hyun da parte mia, so che non capiranno ma io ho dovuto farlo e so che con il tempo lo capirai anche tu. Ti amo... -
Quello di Jonghyun era poco più di un sussurro e il ragazzo sfiorò con le sue labbra pallide la bocca di Jorinde prima di scivolare con il capo lungo il suo collo. Quando la più piccola avvertì la testa del più grande ciondolare pesantemente sulla sua spalla, la rossa scoppiò in un pianto violento e strinse con forza il corpo esanime del ragazzo.
- Ti amo! - esclamò fra i singhiozzi che la scuotevano tutta.
Hye Jin sorrise vittoriosa. Certo, non si aspettava un gesto del genere da parte di Jonghyun ma non era importante. Aveva vinto.
* Angolo di Natsumi213 *
Salve a
tutti! ^^
Sono
tornata, con un bel po' di ritardo ma ce l'ho fatta! XD Ho dovuto
studiare per un esame importante e non sono stata in grado di
aggiornare prima!
Allora,
questo è il capitolo 33 e con molta probabilità
è il penultimo.
Jorinde arrabbiata ha affrontato i ragazzi e con un colpo di scena
Hye Jin si è palesata a tutti! Ha cercato di confondere la
rossa che
però, nonostante la rabbia, è riuscita a fidarsi
ancora di Jonghyun
e a scegliere lui di nuovo che ha sacrificato la sua vita per amore
di Jorinde in primis e per il profondo affetto che nutre verso i suoi
amici di sempre. Crolla fra le braccia di una Jorinde disperata e
accerchiata dai suoi amici distrutti. Cosa accadrà
nell'ultimo
capitolo? Sono aperte le scommesse! XD
Ad ogni
modo, passiamo ai ringraziamenti! :D
Ringrazio
lagartischa
e
annaminho4429
per aver recensito
lo scorso capitolo! <3 <3 Grazie a Blakneco
per aver recensito il capitolo 31 anche se con ritardo! Grazie!
<3
<3
Grazie a
tutti coloro che hanno inserito la storia fra le seguite,
le preferite
e le ricordate!
Grazie mille a tutti! <3 <3 <3
Un
grazie speciale alla mia Ninechka,
la mia mogliettina! <3 <3
A
presto! ^^
Kisses!
:*