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Autore: LadyUnicornGirl95    10/11/2016    2 recensioni
Serenella è una ragazza con una vita tranquilla. Lavora in una biblioteca a Carmagnola ma solo a livello di volontariato. Con gli uomini non ha mai avuto un ottimo rapporto a dirla tutta, gli uomini li prenderebbe tutti a ceffoni. Un giorno però, durante una sua tipica giornata di lavoro in biblioteca, incontra Khaled un uomo che ha già buttato via gran parte della sua vita e adesso si ritrova ad avere quarantaquattro anni senza moglie e senza famiglia.
Serenella e Khaled si innamorano. Ma essendo che appartengono a due età molto differenti: Serenella è appena una ragazzina di ventanni e Khaled un uomo di quarantaquattro anni, potranno comunque stare insieme?
Eppure, non sanno che la scelta di stare insieme li porterà incontro a tante gioie,dolori ma sopratutto a tanti guai in primis, perché il padre di lei non accetta che la figlia stia con un uomo di quarantaquattro anni pure marocchino.
I genitori di lei sono disposti a tutto pur di separare i due innamorati. Riusciranno in ogni modo Serenella e Khaled a non separarsi? A non cadere nella trappola dei genitori di lei che li conducono verso una rottura? Lo saprete leggendo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sette

Finalmente a casa di Khaled 
 

Che bello! Questo pomeriggio andrò a casa di Khaled. Ho già preparato i bagagli necessari ovvero la mia borsa più grande. Starò da lui solo dalla tarda mattinata al tardo pomeriggio poi la sera me ne ritornerò a casa. Dobbiamo essere bravi a nasconderci da i miei genitori perché se scoprissero che tra noi due c'è qualcosa, sarebbe la fine per entrambi. Io ho già perso due ragazzi dopo che i miei genitori hanno scoperto la loro esistenza nella mia vita. L'unico che è particolarmente piaciuto è Hamza. Loro sono convinti che sto ancora con Hamza, ma non sanno che sono giorni che lo evito, che sogno di dirgli che tra noi due è finita da un po' di tempo.

Come posso fare però? Quel dannato Hamza si è presentato alla mia famiglia e adesso per i miei genitori è una specie di galantuomo mentre per me è semplicemente un cretino. Lo so che non fa sesso solamente con me, ma ci saranno circa altre venti o trenta ragazze con cui lo fa abitualmente tutte le notti. Io credo che lui non và mai a dormire a casa della sua famiglia, ma invece, và a casa delle sue bamboline manipolabili quando lo desidera. Sicuramente si passa ogni notte a casa di una ragazza diversa se no non mi spiego come faccia durante il giorrno a lavorare e poi andare da tutte loro. Non mi spiego inoltre perché da me viene sempre di pomeriggio quando invece dovrebbe lavorare. A quanto pare si sarà licenziato e adesso non ha un cavolo da fare.

Proprio mentre sto per uscire di casa per avviarmi a prendere il treno alla stazione di Porta Susa, sul cellulare mi arriva un messaggio da parte di Hamza.

 

Ciao amore, posso venire da te oggi pomeriggio?

 

Assolutamente no. Non rimando il mio appuntamento con l'uomo che amo, per uno scemonito del genere. Non posso rispondere al messaggio dicendo che sto andando a trovare un mio amico marocchino a casa sua che vive a Carmagnola, lui prenderebbe immediatamente il primo treno per Carmagnola e rischierei di trovarmelo sul mio stesso treno. Ci vuole una scusa un pochino più geniale di questa.

 

Mi dispiace amore, sto andando a battermi per Napoleone in battaglia. Oggi non possiamo vederci. Ritornerò tra dieci anni.

 

Decido di rispondergli in quel modo. Non è una scusa molto credibile, ma oggi proprio pur di evitarlo mi accontento anche di scuse stupide e molto improbabili, che nemmeno un credulone di prima categoria potrebbe crederci. Il mio unico pensiero è andare da Khaled arrivando da lui tutta in terra e senza le ossa spezzate o degli occhi neri. Hamza mi risponde.

 

Dai, amore... sono sul cinquantadue, sto venendo a casa tua.

 

Che ti devo dire santo figliolo! Vieni pure a casa mia tanto non ci sarà nessuno ad aprirti la porta te ne andrai non appena sarai arrivato a destinazione. Almeno che tu non sia un deficente da aspettare fino a quando non ritornerò a casa mia che potrebbe essere stasera o anche tra una settimana. Decido di ignorare i messaggi successivi da parte di Hamza.

Finalmente esco di casa con una maglietta di colore verde senza maniche un po' scollata nella zona del collo che fa intravedere un pezzetto minuscolo di seno ma proprio un piccolo accenno, con una scritta "Hello summer". Come pantaloni indosso dei fuseaux neri molto comodi e un paio di sandali sempre neri. Giacca niente perché siamoa luglio e si muore di caldo.

Mentre sono sul tram 10N che mi porta fino alla stazione di Porta Susa, mi tengo gli auricolari nelle orecchie per ascoltare un po' musica ma devo fare anche molta attenzione che non salgano i controllori della GTT. Se li vedo salire io devo assolutamente scendere perché non voglio prendermi una multa da parte loro e poi, mia madre non sarebbe contenta di sapere che ho preso una multa dalla famosa GTT.

Per uno strano motivo decido di spararmi le canzoni di Elton John a tutto andare. Voi non avete una minima idea di quanto io possa apprezzare questo grande cantante e musicista. Elton John è stato tutto quello che mi ha permesso di superare gli anni infernali del liceo. Se non fosse stato per lui non so proprio come sarei uscita viva da quella scuola infernale, dove ero presa di mira ventiquattro ore su ventiquattro dai miei compagni solo perchè a differenza loro, io almeno disegnavo e se posso dirlo, anche meglio di tutti loro messi insieme se no che motivo avrebbero avuto di prendermi di mira se non per il mio talento per il disegno figurativo? Ovviamente nessuno.

La mia canzone preferita di Elton John è Crocodile Rock perché mi ricorda che ai tempi del liceo quando ero molto arrabbiata con qualche compagno mentre tornavo a casa mi mettevo le cuffie con appunto questa canzone e la mandavo avanti e indietro, non appena finiva il brano me lo rimettevo da capo.

Adesso mi trovo alla stazione di Porta Susa e sto facendo i biglietti di andata e ritorno per il treno. Io devo scendere a Carmagnola come sempre. Ora mai questo lo so bene visto che prendo il treno solo per andare a Carmagnola. I biglietti costano sette euro e dieci centesimi in tutto, ma io pago con una banconota da dieci euro e quindi, non mi faccio nessun problema. Il treno arriva tra venti minuti ma meno male che il biglietto lo sto facendo alle macchinette perché alla biglietteria con persone in carne e ossa che ti chiedono che treno prendi, a che ora devi raggiungere la destinazione e quando ritorni a Torino, perdiamo troppo tempo inutilmente meno male che esistono le macchinette automatiche. Dopo tutto il mondo del futuro sarà tutto tecnologico e magari, nel 3000 andremo fuori casa senza camminare ma spostandoci invece con pedane volanti. A me non dispiacerebbe un mondo tecnologico al cento per cento.

Mi trovo finalmente al binario cinque e aspetto il treno che è diretto a Fossano, solo che io scendo molto prima e a Fossano non ci arrivo. Ricordo che la prima volta che dovevo tornare a Torino con il treno da Carmagnola, ho subito sbagliato treno perché dovete sapere che sono subito andata a prendere il treno che continuava per Fossano invece che prendere quello per Torino Porta Susa che poi, il treno per Porta Susa fa capolinea a Torino Stura. Dopo quella volta per fortuna mi sono data una svegliata ma anche se avevo imparato a prendere il treno giusto avevo ancora una cosa da imparare a Carmagnola: la strada da fare dalla biblioteca per raggiungere l'archivio del Comune. Sono tanti i ricordi che mi legano ancora alla biblioteca di Carmagnola.

Nei dieci minuti di attesa del treno che mi restano decido di prendere qualcosa alla macchinetta, dopo tutto, mancano dieci minuti alle ore dieci. I miei occhi quando vedono le macchinette della stazione si illuminano d'immenso, per me è come se in quel momento ho vinto seicento millioni di euro alla lotteria. Nelle macchinette della stazione trovi tante delizie: patatine, snack dolci, panini e bevande di ogni tipo. Visto che è mattina mi accontento di un succo di frutta al mirtillo della marca Yoga e una sanissima Kinder Pinguì.

Capite adesso perché nonostante il mio fisico in carne io non seguo alcuna dieta? Proprio perché mangerei di tutto invece di seguirla come si deve. Contate solo che per fare una dieta devi rinunciare a pasta, fritti, dolci e pizza ovvero i cibu che amo di più. Mangiare tanta frutta, verdura ma per questo non è un problema: frutta e verdura mi piacciono. Il mio problema è la carne. Mi piace solo il petto di pollo impanato e vari affettati. Infatti quando vado al Mc Donald's di solito prendo panini come il Mc Chicken che hanno il pollo. In una dieta credo proprio che il petto di pollo impanato te lo puoi scordare. Per questo non potrei mai fare una dieta perché le proteine specialmente quelle animali sono importanti e io già se mi mettono una bistecca ai ferri davanti, pianto delle storie lunghe per un anno o due.

Finalmente sono salita sul treno. Ho ancora voglia di ascoltare Elton John e siccome sono diretta dal mio amore decido di ascoltare Your Song mandandola come al solito avanti e indietro. Questa dolce e romantica melodia mi sembra proprio adatta a ciò che sto vivendo oggi. Mentre l'ascolto mi torna nella mente il primo incontro con Khaled e il pomeriggio passato a fare l'amore in auto. Ah! Che bei ricordi che ho di lui fino adesso, mi sembra come se lo conoscessi da sempre e chissà oggi che cosa combiniamo di bello insieme.

Quando sono scesa dal treno dopo trenta minuti di viaggio circa, raggiungo il più velocemente possibile l'uscita della stazione di Carmagnola. La prima cosa che vedo una volta fuori stazione e una macchina familiare, una Peugeot grigia.

« Ciao, sali in macchina ».

Io salgo in macchina e mi accorgo solo adesso che l'uomo al volante è Khaled ( va beh! Lo davo scontanto che fosse lui ). Questa volta indossa una maglietta di color marrone e sempre i soliti jeans. Come fa ad indossare jeans a luglio? Ho visto di peggio ad esempio quelli che indossano i sandali aperti con un calzino di cotone e quelli io non posso proprio vederli.

« Ciao » dico a Khaled sorridendo.

« Ciao. Volevo solo chiederti se prima di andare a casa mia, passiamo a prendere un attimo il pane. Non ti dispiace? » mi domanda.

« Figurati! Non c'è niente di male » rispondo allegra.

« Guarda attentamente la strada per arrivare a casa mia, che poi verrai diverse volte da me, osserva bene » mi dice.

Scopro che è semplicissimo arrivare a casa sua: appena uscita dalla stazione devo andare sempre dritto fino alla banca poi girare a sinistra e camminare ancora dritto fino a quando non vedo un buco tra una casa verniciata di rosa e un negozio di abbigliamento intimo. Devo entrare in quello spazio libero e c'è il cancello marrone dove all'interno si trova la casetta di Khaled, che fuori è una piccola casetta di colore giallo di appena due piani. Sembra di stare in una cascinetta di qualche paese, infatti, mi trovo in un paesino.

« Bene. Ti ho fatto vedere casa mia. Adesso andiamo a prendere il pane » mi dice Khaled.

Finiamo in un piccolo mini market gestito ovviamente da altri arabi. Proprio mentre siamo alla cassa, Khaled si ricorda che deve prendere sei bottiglie d'acqua naturale.

Quando poi, lasciamo il negozio e entriamo poi a casa di Khaled, non appena mi trovo in casa sua faccio un'osservazione generale della casa. Appena entri c'è subito la cucina chè è molto grande poi c'è un buchetto dove un tempo, c'era una porta e se passi in quello spazietto, ti trovi in una stanza dove c'è un grande tavolo rotondo, tre poltrone con decorazioni geometriche dorate e strisce colarate di verde e un rosso boreaux dove in una di quelle poltrone c'è una coperta, alcuni vestiti da uomo sopra di essa e dei cuscini a tema con le poltrone. Vedo anche un attaccapanni dove ci sono giacche di Khaled di ogni tipo infine, c'è un grosso armadio ficcato contro il muro dove c'è incastrata una vecchia televisione anni 80' più o meno.

Infine c'è una porta piccola dove c'è il bagno. Santo cielo! Mi sto domandando qual'è il letto dove dorme Khaled ma credo di averlo capito: penso che la poltrona con la coperta è il letto dove dorme lui. Non ditemi che mi toccherà dormire per il resto della mia vita in delle poltrone dure come rocce? Spero di sbagliarmi che non sia veramente così.

Noto che Khaled mi viene incontro.

« Ti piace casa mia? » mi domanda.

« Sì, la casa degli orrori! » rispondo io, spiritosamente.

Khaled ride. Ci abbracciamo e poi cominciamo a baciarci. Questa volta, i baci vanno molto meglio della scorsa volta. Non ho più la tentazione di fare il trapano e devo dire che le sue labbra mi piacciono tanto, ma questo penso di saperlo dalla scorsa volta. Dal nostro modo di baciarci sembriamo già una coppia molto più avanti, due che stanno insieme da un po' di tempo e invece... questa è solo la seconda volta che passiamo la giornata insieme.

« Sei migliorata con i baci » mi dice Khaled, quando smettiamo di baciarci.

« Tu dici? » domando io.

« Si. Dai, vieni nell'altra stanza » mi dice, afferandomi per il braccio.

Dopo qualche secondo, mi molla la mano e con un manico di scopa fa cadere un materasso che tiene segretamente nascosto nel piano più alto dell'armadio. Non ci posso davvero credere: un altro marocchino con il materasso apposta per rapporti con le donne. Anche Hamza ha la stessa strategia poi ovviamente, nasconde tutto alla famiglia. Già che ci sono posso chiedere anche al mio amico Amin se anche lui ha un materasso che utilizza in occasioni molto intime e private.

Khaled mi fa salire sul materasso buttato per terra. Riprende a baciarmi per qualche minuto sulla bocca mentre mi accarezza dolcemente le braccia. Poco dopo, smettiamo un momento per spogliarci poi, una volta nudi ci sdraiamo sul materassino. Io allungo il braccio per afferrare i miei pantaloni e tiro fuori dalle tasche il solito preservativo.

« Lo sai vero che non possiamo fare sesso senza questo, vero? » domando a Khaled.

« Anche se non serve. Guarda che io non ho niente » mi risponde lui.

« Sarà vero ciò che dici, ma non voglio comunque correre rischi » commento io.

« Come vuoi tu. Però godiamo di meno » mi dice lui.

« Fa niente, ma io non voglio rischiare » rispondo io.

Una volta che si è infilato il preservativo si sdraia sopra di me e me lo infila dentro cominciando a muoverlo. La cosa va avanti per molto tempo fino a quando, Khaled non si stacca da me e dice che è venuto. Si risdraia poi sopra di me esausto con il profilattico ancora nel pene. Ci diamo dei bacetti sulla bocca in modo tenero e dolce.

« Io adesso faccio scaldare il tè e preparo il pesce per dopo » mi dice lui.

« Va bene » dico io.

Ci alziamo dal materasso e poco dopo io mi metto ad usare il mio cellulare per scrivere ai miei amici. Ovviamente, mi trovo ventiquattro messaggi su Messanger solo da parte di Hamza dove mi chiede dove sono in tutti i ventiquattro sms. Poi c'è un messaggio da parte della mia amica rumena di nome Lavinia che mi chiede di vederla oggi ma non posso. Le scrivo che possiamo vederci dopo domani perché domani anche sono in giro con due miei amici di nome Davide e Giovanni, una coppia di ragazzi omosessuali che dicono di essere fidanzati da un anno. In effetti, convivono già insieme. Io tutte le volte che mi passo un pomeriggio con loro due mi faccio sempre due risate.

Dopo qualche minuto, Khaled arriva con in mano un vassoio con teiera e due bicchieri da tè marocchini. Si accorge dopo aver versato il tè in un bicchiere che è troppo caldo. Per far raffreddare il tè usa un modo che subito mi fa ridere: fa passara il tè da un bicchiere all'altro. Io mi metto troppo a ridere perché la cosa mi ha divertita. Io di solito per far raffreddare qualcosa di caldo ci soffio un po' sopra, ma non ho mai fatto raffreddare qualcosa con il metodo di Khaled.

« Perché ridi? » mi chiede Khaled.

« Scusami, ma non ho mai visto qualcuno far raffreddare il tè nel modo che hai usato tu adesso » dico, sempre divertita.

« Cosa usi tu per farlo raffreddare? » mi chiede lui.

« Ci soffio sopra » dico io.

« Molto male. In quel modo lo riempi di batteri » risponde lui.

Appena preso il mio bicchiere in mano comincio a sorseggiare il tè, mi rendo conto che è una vera delizia. Sono abituata al tè marocchino perché tutte le volte che vado a fare visita al mio amico Amin non importa se fuori si gela o se è piena estate, lui mi fa sempre bere il tè anche con un caldo da forno a legna. Questo tè però non so il perchè ha un sapore diverso. Forse perchè me lo ha fatto l'uomo della mia vita. Se i miei genitori sapessero che in questo momento sono a casa di un marocchino mi prenderebbero a calci nel sedere. Credo che però mia madre non la prenderebbe molto male la cosa perché il vero problema è mio padre. Lui disprezza tutto quello che non appartiene al territorio piemontese. Disprezza gli extracomunitari e gli omosessuali, in poche parole, tutto quello che piace e interessa a me, per lui è uno schifo.

Una volta aver finito il tè, aspetto che Khaled metta un attimo a cuocere il pesce che mangeremo a pranzo. Ho come l'impressione di essere in vacanza, in un hotel a cinque stelle con lo chef in persona che ti serve ventiquattro ore su ventiquattro. Che bello! Era un po' che non godevo così tanto. Non appena il pesce sarà pronto voglio dare un giudizio al capolavoro che ha creato questo uomo. Io me ne intendo di buona cucina da quando guardo Masterchef. Solo che per me la cucina araba è tutta un mistero. Non mi sono mai fermata da Hamza o da Amin a pranzo o a cena, ma posso presumere che uno dei piatti che consumano di più è sicuramente il famoso cous cous. Anche se devo dire che Amin lo becco quasi sempre con le patatine fritte visto che ha un chiosco di panini e patatine fritte davanti a casa sua posso pensare che giustamente il mio amico si sia fatto conquistare dallo spettacolo che sono le patatine fritte e adesso, si fa certe scorpacciate.

 

 
   
 
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