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Autore: Altair13Sirio    10/11/2016    4 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Riley aprì gli occhi senza preavviso, senza mostrare alcuna emozione sul proprio volto. Sbatté le palpebre un paio di volte e respirò a fondo con le narici. La pioggia picchiettava ancora sulla finestra, adesso irradiata da una luce fioca che mostrava ancora il maltempo fuori.
Riley si voltò per poggiare la schiena alla parete e si mangiò un’imprecazione cercando di massaggiarsi il collo dolorante; era stata una pessima idea addormentarsi con la testa poggiata di lato alla parete, ma era andata così… Strinse i denti scuotendo un po’ la testa e si voltò a guardare accanto a sé: Andy stava ancora dormendo. Era seduto a terra in una posizione molto più composta di quella che aveva preso lei, aveva il braccio sinistro poggiato sulle gambe, così che potesse essere più vicino a Riley in modo che la catena delle manette non le desse fastidio; aveva un’espressione angelica dipinta in volto mentre dormiva e a Riley quasi dispiacque di avergli spudoratamente mentito, vedendolo a quel modo.
La ragazza grugnì tornando a guardare di fronte a sé: le pareti della casa avevano un aspetto più decente della sera precedente, ora che erano illuminate dalla luce del giorno, ma alcuni punti mostravano un grande abbandono; c'erano grandi macchie di umidità in diversi punti del soffitto, la carta da parati vecchia era ormai marcita e in alcuni angoli si riunivano un po' di insetti morti. Non sapeva nemmeno quanto fosse vecchia quell’abitazione, sapeva solo che non aveva mai visto nessuno entrarci, quindi non sarebbe stato un problema per loro nascondersi lì.
Riley aveva dormito abbastanza. Non era pigra, quando raggiungeva un certo numero di ore il suo cervello si riattivava senza che lei facesse niente e saltava subito giù dal letto; si alzò senza preoccuparsi di tirare la catena delle manette e chiamò ad alta voce:<< Forza Andy, è ora di svegliarsi! >> Era un po’ crudele costringere il ragazzo a svegliarsi prima che avesse dormito abbastanza, ma non avevano tempo da perdere, e temeva che dopo la sua fuga la polizia avrebbe cominciato a setacciare la città anche in posti come quello. Se si muovevano in fretta, la mattina presto, forse riuscivano ancora a spostarsi senza attirare l’attenzione su di sé.
Andy emise qualche verso confuso. Dopo aver mosso di scatto la testa al suono del proprio nome, il ragazzo aprì stancamente gli occhi e cercò di mettere a fuoco Riley di fronte a sé. << Ciao… >> Mormorò con pigrizia. Le rivolse un debole sorriso innocente. << Dormito bene? >>
Una merda. Avrebbe detto la ragazza, che si sforzò di tenere per sé quella risposta. Invece, ad Andy rivolse solo uno sguardo inquisitore. Non aveva dormito pessimamente, ma nella prima parte della nottata Riley era stata tormentata da incubi che neanche lei riusciva a rammentare perfettamente in quel momento, ma forse era meglio così; forse avrebbe fatto bene a tenerli a mente invece, ma non era il momento di pensarci. Dopo di quello, il suo sonno era stato come nel resto delle sue nottate: vuoto e privo di alcun sogno.
<< Dobbiamo muoverci. >> Disse lei quasi come se volesse risparmiare le parole.
Andy si alzò rapidamente mostrando di essere ancora un po’ confuso. << Dove dobbiamo andare? >> Chiese cercando di fissarla dritta negli occhi senza sembrare uno stupido.
<< Via da qui. >> Rispose secca lei voltandosi e tirando dietro di sé Andy.
Il ragazzo sembrò contrariato. << Ma… Dove vorresti andare? Sta ancora piovendo e… >> Riley non gli diede il tempo di protestare.
<< Se ci muoviamo presto, forse riusciremo a guadagnare un po’ di strada prima che gli sbirri vengano a cercarci! Il maltempo sarà solo un altro vantaggio per nasconderci meglio. >> Spiegò rapidamente sorridendo leggermente ad Andy per convincerlo, ma non serviva che il ragazzo fosse convinto di quello per fare ciò che lei gli avrebbe detto: subito dopo quello, infatti, la ragazza tirò dietro di sé Andy e uscirono insieme dalla casa.
Non appena furono fuori, Andy cominciò a stringersi le spalle e a lamentarsi. << Che freddo… >> Diceva guardandosi intorno. L’acqua della notte aveva reso la terra che calpestavano brulla e franosa, e dal cielo grigio continuavano a cadere inesorabili numerose gocce d’acqua, con meno frequenza della sera precedente, ma con abbastanza insistenza.
Riley ignorò le parole di Andy e cominciò ad avanzare verso la discesa che portava via dalla casa in stato di abbandono. << Attento a dove metti i piedi, se scivoli qui ti porti dietro anche me, e non vorrei sporcarmi tutta ora. >> Andy evitò di contestare dicendo che già il pomeriggio precedente si erano praticamente rotolati nella terra per sfuggire ai loro inseguitori e che si stavano già bagnando sotto la pioggia, e la seguì senza dire niente.
Riley scivolò lentamente giù dalla discesa, mentre Andy la seguì più goffamente, tirato dal polso ammanettato; rischiò di inciampare quando arrivarono a terra, ma per sua fortuna non cadde a terra e Riley fu al sicuro dal fango. La ragazza sorrise quando lo vide lottare con il terreno instabile per rimanere in piedi; se fosse riuscita ad esasperarlo, il ragazzo l'avrebbe liberata? << Andiamo. >> Disse non appena fu di nuovo capace di rimanere in piedi.
Andy la seguì trotterellando mentre la ragazza avanzava senza alcun problema nella boscaglia. << Dove stiamo andando? >> Chiese cercando di tenere il passo con Riley.
La ragazza distolse l’attenzione dai propri pensieri e rispose con freddezza al ragazzo:<< Per ora muoviamoci senza dare troppo nell’occhio, la polizia potrebbe non aver cominciato le ricerche a causa del brutto tempo… I miei genitori sono dall’altra parte del paese, ma arriveranno presto, ne sono sicura. Tuo zio e i suoi amici vorranno trovarmi prima del loro arrivo, indubbiamente, e questo non dovrà accadere! >> Si voltò per puntargli un dito contro. << Non provare a tradirmi, Andy! >> Disse con tono serio, rivolgendogli uno sguardo bieco.
<< Non lo faro, tranquilla! >> Reagì lui alzando le mani come un ladro colto in flagrante. Riley tornò a girarsi staccandogli gli occhi di dosso solo all’ultimo momento.
<< Poi ci sono anche quegli stronzi di ieri… Bad Dog e la sua banda. >> Mormorò pensando ad alta voce.
Andy la corresse. << Tobias. >> Disse. Lei si voltò confusa. << Quando ci siamo nascosti, quei due che ci hanno inseguito hanno nominato un certo “Tobias”, e poi hanno detto di non chiamarlo così… >> Spiegò con imbarazzo, sentendosi tutta l'attenzione addosso. Riley si mise una mano sulle labbra e cominciò a rammentare quel particolare; non ci aveva fatto molto caso prima, ma quell’informazione avrebbe potuto tornarle utile.
<< Giusto… Sembra che abbiamo a che fare con uno con manie di grandezza e grandi paure nascoste… >> Commentò pensierosa tornando a camminare.
<< Dici sul serio? >> Chiese Andy. Riley si fermò di nuovo e lo guardò come per chiedergli cosa intendesse. << Voglio dire… Sono d’accordo con te riguardo alle manie di grandezza, ma… Le sue paure nascoste dove sarebbero? >> Riley si schiarì la voce e si avvicinò ad Andy.
<< Basta vedere quanto gli dia fastidio sentire un nome diverso da quello che si è dato lui. >> Spiegò. << Ha distrutto Duncan per averlo chiamato a quel modo, che cosa farebbe se qualcuno pronunciasse il suo vero nome in sua presenza? >> Sul suo viso comparve un sorriso birichino che contagiò anche Andy, un po’ intimorito dai pensieri che avrebbero potuto attraversare la mente della ragazza.
<< Non ci avevo pensato… >> Rispose spalancando gli occhi intrigato.
Riley annuì lentamente e gli prese le mani. << Se dovessimo incontrarlo, proveremo a divertirci un po’ con questo tipo. Tu sei con me? >> Chiese alzando un dito verso di lui.
<< Eh? >> Chiese confuso Andy. << Cosa? >>
Riley sorrise come se si aspettasse quella reazione. << Ho detto: sei con me? >> Cercò di mettere più grinta nella sua domanda e ghignò piena di entusiasmo stringendo di più le mani del ragazzo.
<< Sì. >> Rispose lui un po’ confuso da quella situazione. Pensava che ormai Riley lo sapesse che di lui poteva fidarsi.
<< Più forte! >> Lo incitò lei avvicinando il proprio viso al suo.
<< Sì. >> Rispose con più fermezza il ragazzo, sentendo la tensione aumentare dentro di sé.
<< Di nuovo! >> Esclamò lei con asprezza.
<< Sì! >> Esclamò lui a voce alta.
<< Non ti ho sentito! >> Gli gridò in faccia la ragazza fermandosi a un millimetro dal suo viso.
<< SI’! Ho detto di sì! >> Urlò lui rispondendo alle incitazioni della ragazza, sorprendendola per la sua forza nel rispondere e suscitando in lei una risata compiaciuta e folle.
<< E allora andiamo, cazzo! >> Esclamò lei saltando e dando un pugno all’aria per incitare Andy. << Così ti voglio! >>
Trascinato dal suo entusiasmo, Andy rispose ancora:<< Sì! >> Prima di mettersi a correre assieme a Riley. Dopo pochi secondi però i due ragazzi si fermarono e mentre la pioggia continuava a battere sulle loro teste, si guardarono intorno persi.
<< Non sai dove andare, vero? >> Chiese Andy.
Riley era stata scoperta. Cercò di nascondere la propria mancanza di idee e non si voltò per affrontarlo, ma lo squillo di un telefonino distolse l’attenzione dei due ragazzi dalla situazione principale. Era il cellulare di Riley, ed era Duncan a chiamarla.
La ragazza portò il cellulare all’orecchio e rispose:<< Pronto? >>
<< Riley… Sei ancora da Lizzie? >> Chiese una voce stanca dall’altro lato del telefono. Riley annuì, ma si rese conto di non poter essere vista.
<< Già. Il tempo è migliorato, ma io non ho un ombrello, e mi bagnerei tutta tornando a casa… Aspetterò qui che spiova assieme a Liz, tanto i suoi genitori non possono sapere che avrà marinato la scuola. >> Rispose con sicurezza la ragazza facendo segno a Andy di fare silenzio. Il ragazzo avrebbe atteso la fine della chiamata per riaprire bocca.
Duncan fece un verso strano che Riley tradusse in stanchezza. Doveva essersi appena svegliato. << Lei è lì con te? >> Chiese senza un tono particolare.
<< Perché? >> Chiese lei guardando Andy confusa.
<< Puoi passarmela un attimo? >> A quella domanda, per un attimo a Riley si gelò il sangue nelle vene.
<< Ehm… >> Riley temporeggiò per qualche secondo prima di trovare una risposta. << Adesso è andata in bagno a lavarsi… Penso che ne avrà per un bel po’, quindi… >>
<< Capito. >> Duncan la precedette per evitare che parlasse a vuoto. Neanche lui voleva stare molto al telefono. << Vorrà dire che le manderò un messaggio più tardi… Divertitevi. >>
<< Certo… >> Mormorò lei senza capire cosa volesse Duncan. << Ciao. >> E chiuse la telefonata.
Andy la guardò con un sopracciglio inarcato. << Era sempre Duncan? >> Chiese.
Riley annuì in silenzio; stava ancora pensando alla discussione che aveva appena avuto con lui. Perché l’aveva realmente chiamata? La sua voce sembrava un po’ troppo affaticata, come se non avesse dormito per niente la notte precedente.
Andy girò la testa da un lato e soffiò via l'aria dai polmoni. << Dì quello che vuoi, ma a me non sembra proprio una cattiva persona
… >>
Riley gli lanciò un'occhiataccia prima di riporre il telefono in tasca.

<< E chi è questa Liz? >> Continuò il ragazzo guardandosi intorno.
Riley pensò a quella ragazza che la voleva imitare e seguire in qualunque cosa; era già la seconda volta che la menzionava. << Una persona che faremmo meglio a vedere. >> Rispose rimettendosi il cellulare in tasca e cominciando ad avanzare.
Senza perdere altro tempo, i due ragazzi si allontanarono dall’abitazione dove avevano trovato riparo la notte precedente e uscirono dalla boscaglia attorno ad essa. Quando si ritrovarono in strada, decisero di muoversi con cautela. Cominciarono a guardarsi intorno con discrezione, a nascondersi quando vedevano passare qualcuno di sospetto, poi a un certo punto Andy attirò l’attenzione di Riley.
<< Aspetta un attimo… Hai nominato una Liz? Lizzie Maslow? >> Chiese costringendo la ragazza a fermarsi.
Riley, vedendo che stavano arrivando due persone dal marciapiede si voltò e spinse Andy dentro a un vicolo. << Ma che fai? >> Sbottò infastidita tenendogli la mano sulla bocca in attesa che i due estranei passassero. Andy cercò di parlare con la mano di Riley sulla sua bocca, ma non si capì niente finché non lo ebbe lasciato andare. << Sì, Liz è una ragazza con cui esco. >> Rispose seccata mettendosi le mani sui fianchi. << E gradirei che tu non spifferassi il suo nome in giro per la città, dato che è la persona dalla quale ci nasconderemo! >> Aspettò una spiegazione per quella improvvisa parlantina che aveva colpito Andy.
Il ragazzo alzò un dito aprendo la bocca per dire qualcosa:<< Scusa. >> Disse secco come prima cosa. Poi cambiò radicalmente tono di voce:<< Lizzie è una mia compagna di classe! Lei è una delle ragazze a cui ho raccontato la nostra storia, l’altro giorno. >>
Riley si ricordò di quando le tre ragazzine le dissero di quel loro compagno che aveva voluto fargli credere di aver salvato una persona. << E’ vero. >> Mormorò guardando Andy con sorpresa. Quella situazione si stava facendo interessante; avrebbe potuto farsi quattro risate a discapito di Andy e Lizzie, già che c'era

Andy rimase a guardarla con incertezza. Lei rispose al suo sguardo con un sopracciglio inarcato. << Non è un problema? >> Chiese timoroso aspettandosi una reazione scomposta.
Riley alzò gli occhi al cielo e ci pensò un po’ su. << No, non credo. >> Rispose scuotendo la testa, mentre un paio di goccioline d'acqua le colpivano la fronte e scendevano sulla sua pelle. << E’ una che non parla molto, non farà da spia, e in più pende dalle mie labbra, come tutte le altre ragazze della tua scuola! >> Si voltò facendo segno al ragazzo di andare. << Ci saprà aiutare… >>
All’improvviso si arrestò.
Sul marciapiedi, da dove erano appena arrivati loro si avvicinavano due poliziotti che chiacchieravano con leggerezza tra loro e andavano nella loro stessa direzione. << Merda, sbirri! >> Sussurrò a denti stretti voltandosi e tirando con forza il polso di Andy. << Nasconditi! >> Gli intimò portandolo con sé dietro a un cassonetto della spazzatura nel vicolo.
Andy le cadde addosso quando Riley si fu già seduta con le spalle al muro, ma nonostante ciò la ragazza evitò di fare una sfuriata e rimase con le orecchie tese, in attesa che i due agenti passassero.
Sentì le chiacchiere dei due poliziotti e si rese conto che stavano parlando di loro:<< Steve e Malcolm hanno passato tutta la notte a cercare quella ragazza… Non vorrei essere nei loro panni. >>
<< Sì, e se non la troviamo presto, probabilmente toccherà anche a noi una di queste notti… >> Commentò quello più vicino al vicolo.
<< L’ispettore Davis non si è dato pace da ieri pomeriggio. E’ molto in pensiero per quella mocciosa… >> Ribatté l’altro rimanendo coerente al tema principale.
<< Per lui è diverso, però… Anche suo nipote è sparito. >> Continuò quello più vicino ai ragazzi. Da quel punto in poi le voci si fecero sempre più lontane, e Riley non riuscì a sentire nient’altro; non le sarebbe servito comunque, perché quello che aveva scoperto l’aveva fatta distrarre dalla conversazione dei due poliziotti. Girò la testa lentamente verso Andy alla sua destra e gli rivolse uno sguardo assassino.
<< Tuo zio è Tom Davis? >> Chiese improvvisamente spaventando il ragazzo per la sua reazione.
Andy sembrò confuso e cercò di sorridere per calmare la ragazza. << Ehm… Sì? Te lo avevo detto che mio zio era… >>
<< Quello lì è tuo zio? Il bastardo che ha telefonato ai miei? >> Andy cominciava a capire cosa intendesse. << Ah. >> Fu tutto ciò che seppe dire.
Riley si alzò e tirò a sé il ragazzo, che si lasciò sollevare senza fare resistenza. << Quello sbirro è l’uomo che viene sempre a rompermi le scatole quando vengo presa! E salta fuori che è tuo zio?! >> Esclamò agitando le braccia di scatto.
<< Scusa, io non lo sapevo che era lui quello che si occupava sempre di te! >> Cercò di giustificarsi il ragazzo.
Riley si trattenne dal mettergli le mani addosso e mostrò solo il suo grande desiderio di farlo con un gesto rapido e un ringhio feroce. << Lasciamo perdere! >> Sbottò voltandosi. << Andiamo via di qui, prima che arrivi qualcun altro. >>
A quel punto Andy decise di seguire Riley senza ribattere per non farla infuriare più di quanto già non fosse. Dovettero passare per strade secondarie e nascondersi alla poca gente che passava in strada per recarsi a lavoro a quell’ora presto, ma nonostante le difficoltà e i giri che allungarono il percorso, Riley e Andy riuscirono a raggiungere la casa di Lizzie Maslow senza farsi beccare, indenni.
<< Ti prego, rispondi! >> Continuava a ripetere lei mentre aspettavano sotto la pensilina del portone del condominio dove abitava la ragazza. Dopo aver suonato al citofono, Riley sperò vivamente che Lizzie si fosse già svegliata e che i suoi genitori non fossero in casa.
Rispose una voce spettrale dal tono seccato. << Chi è? >> Riley aveva visto la ragazzina di prima mattina un paio di volte, e sembrava quasi che truccarsi fosse la prima cosa che facesse tutti i giorni; si chiedeva se anche adesso avesse il suo solito trucco pesante.
<< Liz? Sono Riley, fammi entrare! >> Le chiese in tono deciso. La ragazza dall’altro lato del citofono sembrò pensarci per qualche secondo, ma alla fine dal portone si sentì uno scatto e i due ragazzi poterono entrare.
<< Secondo piano, sai la strada. >> Aggiunse quella mentre loro entravano.
<< Sì. Grazie! >> Rispose distrattamente Riley spingendo il portone. Disse ad Andy di sbrigarsi ad entrare e si chiusero dentro per sfuggire alla luce dell’esterno. Adesso erano al sicuro.
   
 
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