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Autore: Piuma_di_cigno    12/11/2016    2 recensioni
Se potessimo sapere l'esatta data in cui un evento sconvolgerà la nostra vita per sempre, cosa faremmo nell'attesa? Quando Tessa si ritrova in questa situazione, risponde alla domanda in modo molto semplice: lei se ne starebbe a letto per giorni e giorni e sbatterebbe il mondo fuori dalla porta. Questo finché la sua amica Lia non piomba nella sua stanza la mattina presto e la trascina su un treno per una vacanza di una settimana che le cambierà la vita.
Una sola settimana e Tessa si ritrova a provare tutte le follie dell'universo: da tuffi notturni, a scorpacciate di marshmallow fino all'amore ...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12 – Appuntamento

 

POV Lia

Seduta sul letto cercavo di capire cosa stesse facendo Tessa con la testa ficcata nell'armadio, preda di una crisi di nervi. Non condividevo molto quello che provava, perché io non mi sentivo nervosa in vista del prossimo appuntamento con Raphael, ma forse per me era diverso visto che io non ne ero innamorata. A vedere la sua faccia si sarebbe detto che avesse avuto il test di ammissione a medicina invece di un appuntamento.

“Cosa metto!?!?” strillò di nuovo, esasperata, brandendo una maglietta come fosse un'ascia da guerra. “Mi serve un manuale, devo studiare queste cose!” esclamò d'un tratto esaminando i miei pantaloncini e scrutandoli neanche fossero cavie da laboratorio; in effetti era tipico di Tessa, considerare lo studio la risposta a tutto.

“Non è che puoi impararle queste cose...” replicai io con un sorrisetto.

Lei mi fissò a occhi sgranati.

“E allora come faccio?? Non voglio arrivare impreparata! Lia, io non ho studiato!!!”

“Ma non è mica un esame!” esclamai ridendo. Questa era proprio una crisi.

“Se almeno una di noi fosse uscita con un ragazzo, adesso sapremmo cosa fare” brontolò frugando di nuovo nell'armadio e gettando prudentemente da parte il sacchetto con la biancheria intima di pizzo; dalla volta in cui Daniel l'aveva vista con quella addosso non ne aveva più voluto sapere.

“Be', non so se conta, ma sono uscita con Raphael e...” Tessa uscì talmente di scatto dall'armadio che batté la testa contro lo scaffale.

COOOOSA!?!? E perché non mi hai detto niente!?!?!

La fissai inebetita.

“Ma te l'ho detto! Eri tu che continuavi a brontolare cose strane del tipo non voglio sposarmi e non sono pronta per un marito e non era un bacio...” replicai con una punta di risentimento. Detestavo quando Tessa non mi ascoltava e sapevo che aveva i suoi problemi, ma mi aveva dato lo stesso un po' di fastidio. Ogni tanto si perdeva proprio nel suo mondo; probabilmente era una delle cose che avevamo in comune.

Riuscì quasi a spaventarmi quando balzò sul letto e si mise a gambe incrociate di fronte a me in meno di un istante, per poi piazzare il viso a meno di due centimetri dal mio e fissarmi con gli occhi sgranati.

“Devi dirmi tutto!!! Cos'è successo?”

“Sì, io...”

“L'hai baciato??”

“Eh...”

“Ti piace???”
“Be', ecco...”

“Sei innamorata????”

“Ehh...”

“Vi sposate?????”

Stavo per dirle che quella del matrimonio era proprio una fissazione oggi, quando lei partì in uno dei suoi soliti monologhi, cosa che faceva sempre quando era entusiasta e in cui parlava talmente velocemente che di rado qualcuno riusciva ad interromperla.

“Allora quando?? Siete fidanzati??? Bacia bene?? Devi dirmi tutto, perché se Daniel mi bacia di nuovo io non so come fare. Oh, sì, a proposito di Daniel, posso portare anche lui al tuo matrimonio? Ma non voglio fare da damigella. Posso vestirmi di nero? Oooh, ti prego posso venire ad assaggiare la torta e i dolci con te??? Per favoreeee! Ah, e io devo venire ad aiutarti a scegliere il vestito! Devo!!! E poi devi essere in forma per il matrimonio, quindi verrai a correre con me, non è vero? Come lo dici ai tuoi??? Oh, che cosa incredibile, sono così contenta per te!!! Sì perché io non vedo l'ora, avevamo proprio bisogno di buone notizie!!! Oh, lo devo dire ai miei... Credi che prima o poi...?”

“Tessaaaaa! Calma, sono solo uscita con lui!” in realtà, la cosa era veramente preoccupante in un certo senso; Tessa per qualche strano motivo era sempre stata capace di avere un certo... Istinto di preveggenza, ecco, per i voti scolastici – i miei soprattutto -, il tempo, i funerali e i matrimoni e il fatto che ora dicesse questo... Be' mi faceva pensare. Ma poi mi dissi che ero un'idiota: Tessa stava solo avendo una crisi di nervi e una di felicità insieme!

“E allora com'è andata???”

Tessa mi fissava in attesa di spiegazioni, così presi un bel respiro e le raccontai tutto una seconda volta, con la differenza che adesso mi fissava ad occhi sgranati con il sorriso dello Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie stampato in faccia. Mi fissava come se le stessi dando le rivelazioni dell'universo invece che raccontando un semplice appuntamento.

“Aspetta che ti racconto; sono arrivata al faro in anticipo. Sì, ero nervosa... Non nervosa, più che altro ero curiosa di sapere come sarebbe andata, ecco. Comunque, lui è arrivato in ritardo. Questo qua quindi arriva e mi dice che Drake non è il suo nome; all'inizio l'ho fissato praticamente sotto shock, ma poi... Oooh, che rabbia! Ero incavolata nera. Cioè, perché...” così le raccontai il dialogo avvenuto sul pontile e di come alla fine avevo accettato questa cosa dei tre appuntamenti con lui.

“Poi mi ha detto che visto che avevamo iniziato a parlare di libri, tanto valeva che andassimo un po' in libreria, così ci siamo avviati verso quella in centro, non so se l'hai vista in questi giorni. Allora siamo arrivati lì e... Oddio Tessa, dovevi sentirlo! Sapeva tutto, li aveva letti praticamente tutti! È stato fantastico: voglio dire, quando mai ti capita di trovare uno come lui che è anche intelligente?”

“Vuoi dire che aveva letto anche Harry Potter??” chiese lei entusiasta; Harry Potter era stato, all'epoca, uno dei libri più amati da Tessa che aveva cercato di farmelo leggere in tutti i modi. Alla fine non ci ero mai riuscita perché con la scuola non avevo tempo, ma lei non aveva mai smesso di rimproverarmelo.

“Sì.” risposi con un sorrisetto al ricordo “Ed è rimasto indignato come te quando ha saputo che non l'avevo letto. Io gli ho detto che lui non aveva letto Orgoglio e pregiudizio e così ci siamo messi un po' lì a discutere, ma non era quella discussione, sai, del tipo stiamo litigando, era uno di quei discorsi in cui ti diverti, non so come spiegarti.”

Tessa annuì con aria molto partecipe.

“Poi mi ha offerto un gelato appena usciti dalla libreria e... Avanti, tu sai quanto sia facile conquistarmi con i dolci! E poi era al cioccolato... E anche lui l'ha preso al cioccolato! Siamo tornati indietro sul lungo mare e mi ha detto che ha già finito le superiori, vuole fare lettere antiche all'università e che viene qui tutte le estati da anni visto che ha un appartamento, ma normalmente vive in città. Anche lui ha un gatto. Poi, vediamo, mi ha detto che gli piacciono i serpenti, va in moto e ha un tatuaggio; è bellissimo. È un albero tatuato qui sul braccio.” indicai a Tessa l'avambraccio “E' stupendo, voglio anch'io un tatuaggio così!” sospirai. In realtà più del tatuaggio mi piaceva la storia che c'era dietro: Raphael mi aveva detto che era l'albero della vita e che se l'era fatto tatuare dopo essere uscito da un periodo orribile della sua vita, per ricordare che le cose potevano sempre risorgere e migliorare. Avevo scoperto che era una persona ottimista.

Quando tornai alla realtà notai che Tessa mi scrutava, ora seria.

“Cosa c'è?” le chiesi ridendo.

“Lui... Ti ha detto altro riguardo alla sua vita?”

Aggrottai le sopracciglia.

“In che senso?”

“No no, niente. Piuttosto, andrai al secondo appuntamento? Quand'è? Cosa fate?” stordita dall'improvviso cambio di discorso dimenticai in fretta quella piccola parentesi e non ci feci più caso.

“Il secondo appuntamento è domani mattina e non so ancora cosa faremo. Mi ha detto di aspettarlo al faro alla solita ora...”
“Ohh, avete già una solita ora!” sospirò Tessa.

 

POV Tessa

 

Il resto del pomeriggio trascorse nella ricerca di qualcosa da mettere che fosse resistente al freddo, al vento, ma che potesse anche permettermi di sopportare il caldo; alla fine scegliemmo un vestito lungo fino alle ginocchia con un paio di ballerine comode e una felpa sopra. Era sportivo, col cappuccio, ed era blu, per di più Lia affermò che mi evidenziava le curve, e lo disse nonostante a me quel vestito sembrasse una tenda.

Facemmo merenda commentando le rispettive situazioni sentimentali e aspettando con ansia che arrivassero le sette; quando arrivarono ero truccata, con i capelli raccolti in una treccia e il disperato bisogno che qualcuno mi dicesse quanto ero ridicola a fare un dramma simile di un semplice appuntamento. Alla fine, sobbalzai non appena Daniel bussò alla porta.

Andai ad aprire con le gambe che tremavano, alzai la testa, lo guardai e... Gli sorrisi. Sparì tutto. Ma sì, perché doveva andare male? Lui era pur sempre... Lui. Nonostante tutto non avevo ancora trovato una definizione per lui, come se non potesse essere catalogato nello spazio in cui di solito inserivo le persone e avesse bisogno di uno nuovo.

“Ciao Tess! Pronta per la sorpresa?”

Stranamente, scoppiai a ridere.

“Sono pronta, sono pronta.” salutai Lia che mi sorrise incoraggiante e uscii tenendo la mano di Daniel. Scendemmo le scale e poi attraversammo il vialetto diretti al cancello, e in quel momento mi sentii osservata; mi voltai e vidi le due signore sedute di nuovo al loro posto, questa volta una stava mangiando un yogurt e l'altra fumava una sigaretta. Mi fecero un cenno incoraggiante quando videro che le guardavo e mi rivolsero un gran sorriso, che ricambiai di cuore.

“Allora dove andiamo?”

“Lo vedrai.” rise Daniel.

“Viva le sorprese, eh?”

“Ah Tessa, non dirmi che non ti piacciono gli uomini del mistero?”

Scoppiai a ridere per la seconda volta in quella sera; quasi non mi riconoscevo.

“Quindi tu saresti un uomo del mistero?”

“Assolutamente sì.”

“Va bene, in questo caso posso dire che gli uomini del mistero mi piacciono.” sentii lo sguardo di Daniel su di me e ricambiai, ritrovandomi addosso i suoi caldi occhi rassicuranti. Tra tutte le persone che avevo conosciuto nella mia vita lui era stato il primo, uno di quei pochi, che se avessi dovuto descrivere avrei davvero definito come una brava persona. Perché lo era, tutto di lui lo diceva: il modo in cui si muoveva, il modo in cui camminava adattando il passo al mio, il modo in cui guardava il mondo. Avevo molto da imparare da lui e per me era una sensazione quasi strana visto che avevo sempre pensato di aver già capito tutto sugli altri e di dovermene per questo tenere a distanza il più possibile.

Persino il modo in cui sorrideva aveva qualcosa di luminoso.

“Tutto bene Tess? Mi stai osservando da un po' ormai.”

Sorrisi tra me e me.

“Sì, ti osservavo.”
“E' una cosa che fai spesso, vero?”

Annuii.

“Solo che di solito nessuno se ne accorge. Tu sei il primo. Di solito non lo nota nemmeno Lia.”

“In effetti sei molto discreta, è una grande arte.” senza saperlo aveva detto una delle cose che ritenevo più vere al mondo, perché osservare gli altri e farlo bene, notare le cose giuste, era un'abilità incredibile che in pochi avevano davvero. Lui ce l'aveva, ne ero sicura.

Per un attimo mentre lo guardavo camminare al mio fianco ebbi una strana sensazione, che avevo avuto anche la prima volta che l'avevo visto ma che era stata prontamente ignorata: lo strano presentimento di averlo già visto. Non conosciuto, piuttosto... Una strana idea di familiarità, quel genere di cosa che si prova quando si trova un oggetto a noi caro completamente fuori posto e, fissandolo perplessi, ci si chiede cosa ci faccia qui.

Ricordai di aver letto una volta, tanto tempo prima, di come certe persone credessero che i flashback fossero un modo di dirci che il nostro destino si stava compiendo; allora tutto questo era scritto? Era scritto che l'avrei incontrato? Che sarei venuta in quel posto?

Presi il cellulare e, con una strana ispirazione, scrissi alla zia di Lia.

“Sei silenziosa stasera Tessa.”

“Come? Oh, sì. In realtà stavo pensando... A Lia. Sai, pare che il suo appuntamento con Raphael sia andato molto meglio del previsto, ma da quanto ho capito lui non le ha ancora parlato del suo passato e sono preoccupata perché se lei lo venisse a sapere magari prima che fosse lui a dirglielo non credo lo perdonerebbe.”

“Non preoccuparti, lo farà. Conosco Drake e so che non le mentirà a lungo; forse cercava di non spaventarla troppo al loro primo appuntamento.” Daniel mi fece l'occhiolino “Come cerco di non fare io.”

“A proposito, dove mi stai portando? Lo sai, comincia ad essere un po' inquietante... Questo interessante vicolo buio, tu che mantieni segreta la nostra destinazione... Ti ho detto che ho fatto un corso di autodifesa, vero?”

Questa volta fu lui a scoppiare a ridere.

“Non c'è pericolo Tess! Siamo arrivati. Eccoci al palazzo degli orrori.” mi rivolse un sorrisetto ammiccante. “Entri?”

Aveva aperto la porta di una delle tante case che si trovavano ai lati della strada deserta e quasi buia, visto che il sole stava calando. Incerta fissavo il corridoio buio alle sue spalle e facevo i miei soliti, rapidi calcoli sul pericolo della situazione, ma come al solito Daniel capì quello che pensavo e precedette le mie domande: “Smettila di pensare e fidati! È un posto di cui sono a conoscenza solo le persone del posto...”

Abbozzai un sorriso e lo seguii, seppure ancora incerta e intenta a guardarmi con attenzione intorno nonostante non ci fosse nulla da vedere perché il corridoio – almeno credevo fosse un corridoio – che stavamo attraversando era veramente buio. Dopo quella che mi parve un'eternità, cominciai a sentire della musica e iniziai a chiedermi se per caso non ci fosse una discoteca in cui si vendevano sostanze stupefacenti nascosta là sotto. Poi comparve la luce e noi ci avvicinammo sempre di più ad essa finché non ci inondò completamente, tanto che dovetti strizzare gli occhi per capire che ci trovavamo in cima alla scalinata di un'immensa sala da ballo dorata, piena di specchi e lampadari di cristallo.

“Wow!” non riuscii a trattenermi. Alcune coppie si stavano preparando per il ballo, altre stavano entrando ed erano tutte vestite elegantissime, i maschi in giacca e cravatta, le femmine con splendidi vestiti da sera e i tacchi. Ci venne subito incontro un tizio altissimo e magro che indossava un completo blu elettrico, aveva i capelli neri pettinati in una frangia che gli copriva l'occhio sinistro e le dita piene di anelli, come notai quando gli strinsi la mano.

“Daniel!” esclamò con una voce che aveva uno spiccato accento straniero a cui non riuscivo a dare una provenienza esatta “Che piacere vederti! Finalmente! Dopo tanto, tanto, tanto tempo che ti chiedo di venire a uno dei miei balli, finalmente ti presenti! Con una ragazza! Era ora! E che bella ragazza oltretutto!” sorrisi, lusingata e perplessa a questa presentazione.

“Ciao Simòn” rise Daniel. Dal nome dedussi che Simon era francese e, quando parlò di nuovo, notai che aveva la erre moscia.

“Ciao, dice lui! Fila a vestirti e porta con te la tua dama, il ballo inizia tra poco!”

“Va bene, va bene!” rispose lui e, tenendomi per mano, mi guidò verso quelli che sembravano essere degli spogliatoi. Le luci lì erano più soffuse, ma potei scorgere lo stesso un sacco di gente e di vestiti; ce ne dovevano essere centinaia! Per uomini e donne, persino per bambini, erano uno più elegante e bello dell'altro, non bastava un paio d'occhi per ammirarli tutti. Per non parlare delle scarpe! Questo era davvero il sogno di ogni donna, pensai tra me e me.

“I vestiti sono in prestito” spiegò Daniel “puoi mettere quello che vuoi.” con un sorrisetto aggiunse: “E quello che hai visto là fuori è mio zio acquisito. Queste sono lezioni di ballo, a cui si partecipa solo alle sue condizioni e solo se si sa dove andare.”

“Lezioni? Ma io non so ballare!”

“Infatti siamo qui per imparare, e poi ti guido io.” Mi fece l'occhiolino poi si diresse verso i completi maschili, così a me non rimase altro da fare se non cercare di non farmi prendere dal panico e di scegliere un vestito che non mettesse in evidenza pancia e cosce. Inizialmente volevo seguire il solito consiglio di Lia – non vestirmi di nero -, ma poi vidi un vestito nero che... Oh mio Dio, era la fine del mondo: le spalline si incrociavano davanti a formare un corpetto con una lavorazione a fiori argentei a fianco, al di sotto del quale si formava una meravigliosa gonna nera, lunga fino ai piedi, semplice e non troppo ampia né aderente. Lo indossai con un paio di tacchi talmente alti e scomodi che sperai vivamente che Daniel sapesse come tenere in piedi una damigella cascante, più che in pericolo.

Quando uscii dal camerino vidi che anche lui era pronto e si stava aggiustando la cravatta allo specchio. Come se mi avesse sentita arrivare anche in mezzo a tutte le coppie che parlavano tra loro, si voltò e mi sorrise lanciandomi uno sguardo carico di ammirazione che mi fece arrossire e al tempo stesso sentire meravigliosa. Allora era così che ci si sentiva a vivere in un romanzo rosa? Erano queste le farfalle nello stomaco?

Presi la mano di Daniel, per una volta alta come lui grazie ai tacchi, e lo seguii nella luminosa sala da ballo.

Inutile dirlo: la serata fu meravigliosa. In mezzo a tutte quelle persone che ballavano, con lui a guidarmi, a sorreggermi, a dirmi cosa fare al momento giusto e la musica, la meravigliosa musica, le ore parvero passare in un lampo. Mi rilassai completamente, tanto che a un certo punto avvolsi le braccia intorno al collo di Daniel e appoggiai la testa sulla sua spalla, e ci limitammo per un po' a dondolarci avanti e indietro, le dita delle nostre mani intrecciate.

Non c'erano parole per dirgli quanto gli fossi grata per quella serata e quanto mi sentissi al sicuro, al riparo da tutto... Erano passati pochi giorni, ma il tempo si era dilatato in maniera straordinaria, o forse pareva a me perché erano successe così tante cose. In qualche modo mi sembrava di essere diventata più forte e più felice e qualcosa mi diceva che era grazie a lui.

Alla fine del ballo, verso mezzanotte, Daniel mi strinse in un abbraccio che mi diede quasi la stessa sensazione del bacio di quella mattina, ma fu in qualche modo meglio perché era un semplice gesto di dolcezza per dirmi che, amore o non amore, lui era lì e avrebbe continuato a regalarmi gioia per quei due giorni che ci rimanevano da trascorrere insieme. Non sapevo come le cose sarebbero andate dopo, ma sentivo che sarebbero andate bene e così ricambiai l'abbraccio, felice di essere lì.

Quando alla fine Simon spense le luci ci cambiammo e andammo a ringraziarlo, poi uscimmo mano nella mano nell'aria fresca della notte. Mentre camminavamo fianco a fianco in silenzio diretti all'appartamento mi venne in mente il messaggio che avevo mandato alla zia di Lia, perciò accesi il telefono per vedere se mi aveva risposto.

Ciao Iris, scrivo per dirti che ti ringrazio molto per il regalo che hai fatto a me e Lia; quando torneremo a casa avremo tanto da raccontarti riguardo a quello che è successo qui... In realtà volevo anche chiederti come ti era venuta l'idea di una vacanza; dove hai trovato l'ispirazione? :)

Ciao Tessa! Allora vi state divertendo, eh? ;) Non vedo l'ora di sapere i particolari!

Poi, un secondo messaggio, inviato un'ora e mezza dopo: In realtà è stata tutta colpa del tuo amico Daniel, lo sai? Fissai quelle parole e lanciai un'occhiata a lui, esterrefatta. Come faceva Iris a sapere come si chiamava?? Avrei capito se avesse conosciuto la madre, la proprietaria dell'appartamento, ma lui?

Quando mi ha chiamata in cerca di una certa Amelia che aveva il tuo aspetto e una madre malata di cancro ho pensato che scherzasse...

“Daniel?” al suono della mia voce a metà tra l'esterrefatto e il confuso mi guardò con aria preoccupata. “Ci siamo già conosciuti noi?”

Spazio autrice: ed eccomi di nuovo, la stessa sera! Viva la supance! Ci ho messo almeno mezz'ora per immaginare questo finale e la storia che c'è dietro; ne saprete il seguito la prossima volta e io mi divertirò davvero nel frattempo ad immaginare le vostre ipotesi. Come si saranno conosciuti questi due? Sono proprio curiosa di sapere cosa ne pensate, tanto che se avete idee mi piacerebbe un sacco leggerle nelle recensioni XD
Nel capitolo in generale c'è un cambiamento nel rapporto tra Tessa e Daniel, perché lei ora si fida molto di più di lui e comincia anche a rilassarsi, a scherzare e a prendere confidenza in qualche modo, anche se non del tutto. Lui, invece, ha capito che deve aspettarla ancora un po' e che a volte un semplice abbraccio vale più di un bacio. Il ballo questa volta è in stile Tessa: classico, con vestiti lunghi e note al pianoforte... Quanto vorrei una festa così! Nel prossimo capitolo vedremo anche cosa combinerà Raphael con Lia e, devo ammetterlo, sono curiosa io stessa di sapere cosa mi verrà in mente. Per il momento, vi auguro la buonanotte e spero di non farvi aspettare troppo per il seguito! :)
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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