Fanfic su artisti musicali > Got7
Segui la storia  |       
Autore: _MartyK_    14/11/2016    1 recensioni
#markson
Mark Tuan è un hikikomori: da quando aveva sedici anni vive rinchiuso nella sua stanza, non curandosene del mondo esterno e della realtà. E' timido, perennemente imbronciato e un tantino scontroso con chiunque gli rivolga la parola. I suoi genitori hanno provato a farlo convivere con alcune ragazze in affitto, ma purtroppo non ha funzionato, così chiedono l'aiuto di un... ragazzo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jackson non era il tipo che si preoccupava delle conseguenze di un'azione; gli piaceva agire d'impulso, lo faceva sentire più umano.
Eppure quella notte, appena tornato a casa, non fece altro che rimuginare su ciò che aveva detto a Mark e a pensare a come approcciarsi a lui il giorno seguente. Si sentiva tremendamente imbarazzato, pur non avendo combinato nulla infondo. Alla fine, era Mark quello ubriaco.
E allora perchè cavolo non riusciva a dormire?
Sbuffò irritato e si coricò su di un fianco. Allungò un braccio verso il comodino e prese il cellulare per controllare l'ora: le 2:07 del mattino. Perfetto.
E lui non aveva ancora chiuso occhio.
Si levò le coperte di dosso, sentiva caldo. Provò a chiudere gli occhi e a pensare al nulla, ma ciò non era possibile. La mente umana non può pensare a niente.
La prima immagine che attraversò il suo cervello fu il viso del biondo a due millimetri dal suo. Potè quasi sentire il corpo dell'altro spiaccicato volontariamente contro il suo, la mano posata delicatamente sul suo collo e le labbra sfiorare le sue. Spalancò gli occhi e si tirò su a sedere.
Stava decisamente impazzendo, quello non era un bacio, che gliene importava?!
Trattenne il respiro per una decina di secondi, senza accorgersene, e poi espirò pesantemente. Aveva bisogno di una camomilla o non si sarebbe più ripreso.







* * *









La notte di Mark non fu certo meglio. Passò gran parte del suo tempo con la testa nella tazza del cesso a vomitare litri e litri di alcolici e succhi gastrici del suo stomaco. Di lì a poco i suoi occhi sarebbero usciti fuori dalle orbite e avrebbe vomitato pure il cuore.
Quando riuscì a chiudere gli occhi erano le sei e il sole stava per sorgere. Non sognò nulla, o meglio, forse sognò qualcosa, ma era un qualcosa di molto lontano e sfocato; come un eco che si espande per tutta la foresta e poi scompare nel nulla, lasciando quello strano senso di vuoto. Lui il senso di vuoto se lo sentiva solo nello stomaco.
Si svegliò verso le dieci e mezza, la madre gli aveva lasciato il vassoio con la colazione sul comodino e c'era anche un bigliettino. Indossò gli occhiali, prese il foglietto e lesse il contenuto.

Mangia tutto e riprenditi presto. Ti voglio bene. Mamma.

Strizzò gli occhi e tirò la testa all'indietro, buttandosi a peso morto sul letto. Jackson non aveva avuto una bella idea e la sbornia non gli sarebbe passata di certo in fretta. Quantomeno era lucido.
Controvoglia prese una fetta biscottata alla marmellata e ne assaggiò un pezzo. Si leccò le labbra famelico: era alla fragola, la sua preferita.
Continuò a strafogarsi di dolci e bevve un sorso di succo di frutta di tanto in tanto, quando il suo cellulare vibrò. Era Jackson.

- Pronto?- biascicò con la bocca piena di cibo.

- Mark- Jackson esitò un attimo. Un attimo che a Mark parve un'ora.

- Come ti senti?- si decise a chiedere.

- Uhm non so... maluccio, tu?-

- Ah. Anch'io, stanotte ho dormito pochissimo-

- Io ho passato la notte a vomitare, pensa un po'. A proposito, come sta andando l'allenamento?-
Jackson si sentì preso in contropiede. Non che fosse una domanda inopportuna, solo che non se l'aspettava. Aspettò un po' prima di rispondere.

- Abbastanza bene- Mark annuì, come se l'altro potesse vederlo.

- Senti, so che non è proprio un buon momento, dato che stai a scuola, però potresti dirmi se ieri ho fatto qualcosa di imbarazzante o idiota?-
La fatidica domanda arrivò potente al suo orecchio come uno tsunami. Che gli doveva rispondere?
Il moro rimase con il cellulare a mezz'aria e lo sguardo perso nel vuoto. Mai era stato così codardo in tutta la sua vita, mai.
Aveva una voglia matta di chiudergli il telefono in faccia, troncare i ponti e scappare in Madagascar.

- Jackson ci sei? Se n'è andata la linea?- nel frattempo il biondo era impaziente dall'altro capo del telefono.

- Oh ehm no! Non hai fatto nulla, credimi. Eri solo un po' su di giri- ridacchiò nervoso lui.

- Sei sicuro? Guarda che semmai avessi fatto qualcosa me ne pento solennemente. Ero in uno stato pietoso- continuò l'altro.
Jackson serrò la mascella e chiuse gli occhi. Seriamente, non aveva più la forza di sentire un'altra parola pronunciata da Mark.
Perchè insisteva ancora? Perchè non lo lasciava in pace?
Doveva allenarsi per la partita e il fatto che avesse un paio di occhiaie così violacee da farlo sembrare un panda del WWF non è che aiutasse tanto.

- Ho detto che devi stare tranquillo, okay? Adesso devo tornare in palestra, gli altri mi stanno cercando- mentì.
Non lo stava cercando nessuno, i compagni erano ancora nello spogliatoio a prendersi un minuto di pausa.

- Va bene. Hey un'ultima cosa! Quand'è la partita? Sai, mi piacerebbe venire e fare il tifo per te-
Okay, questo era il colmo. Jackson deglutì rumorosamente, quasi si spaventò che Mark l'avesse sentito. C'era una via di scampo, vero?
Doveva trovare una scusa, e alla svelta. Voltò il capo a destra e a manca, come se il biondo fosse lì e lo stesse spiando. Si sentiva una lepre impaurita.

- N-non lo so, devo chiedere. Appena posso ti farò sapere. Stammi bene- disse velocemente e chiuse la chiamata.
Alzò gli occhi al cielo e sospirò, passandosi una mano in fronte. Nell'inventare tutte quelle balle era pure sudato.
Poggiò la schiena contro il muro e lasciò che cadesse a terra con le ginocchia al petto. Non era sua intenzione mentire a Mark, la situazione gli sembrava alquanto insolita e voleva prendersi del tempo per riflettere.
Sì, insomma, pareva un po' strano anche a lui che gli piacesse un ragazzo. Problematico e asociale per di più. Sebbene fosse molto popolare a scuola, non aveva avuto chissà quante ragazze. Eppure sentiva una morbosa attrazione per quel ragazzo, e la cosa peggiore era il non riuscire a spiegarselo.
Come mai così all'improvviso? Era scattato tutto l'altra notte o gli piaceva già da un po' e non se n'era accorto?
Di certo, ripensando alle giornate trascorse con lui, non è che avesse avuto un comportamento tanto normale. Anzi, era piuttosto ambiguo.
E se fosse stato Mark ad inventare tutto? Magari aveva pensato male, quei gesti li aveva interpretati come segnali.
Scosse bruscamente la testa. Stava impazzendo per davvero.
Non erano passati neanche cinque minuti da quando Mark gli aveva chiesto umilmente scusa e la sua mente malata pensava a tutto ciò.
Forse non era Mark ad aver capito male, forse l'unico ad aver capito male era proprio lui.

- Jackson! Non startene lì moscio moscio, vieni che tra un po' ricominciamo- lo avvisò Jaebum irrompendo nello spogliatoio. Il ragazzo alzò gli occhi verso di lui e annuì.

- Un attimo. Vado a sciacquarmi la faccia e ti raggiungo!- annunciò. Un po' d'acqua fresca gli avrebbe levato i dubbi.









* * *









Era da un paio di giorni che Jackson non si faceva sentire. A volte telefonava, gli chiedeva come stava e poi attaccava subito.
Il primo pensiero che gli venne in mente fu la partita. Evidentemente era così impegnato da non riuscire a trovare il tempo di andare a casa sua e passare il pomeriggio. Però era lievemente preoccupato.
Il secondo pensiero fu quello peggiore: le bugie.
Forse si era comportato male, magari lo aveva insultato pesantemente e lui si era offeso. Oppure gli aveva vomitato sulle scarpe nuove.
Che altro può fare uno da ubriaco?!

''Di certo non baciare il primo che pas...'' stava pensando divertito, mentre giocava a qualche videogame su internet. Si bloccò prima ancora di pensare.
E se avesse fatto proprio questo? E se avesse tentato di baciarlo?
Arrossì all'inverosimile e si coprì il viso con una mano. Aveva un certo interesse per lui, diciamo una cotta segreta. Segreta, appunto.
E il tentare di molestarlo in un locale pubblico non è sicuramente un buon modo per rivelare qualcosa del genere.
Si morse a sangue il labbro inferiore, non sapeva che pesci prendere.
Chiuse il computer, incurante del fatto che avrebbe dovuto prima spegnerlo, mise cappotto e sciarpa e uscì di casa, non prima di aver avvisato sua mamma.



Il vento a Novembre era piuttosto gelido, si infilava dentro ogni tipo di copertura e ti penetrava nelle ossa. Mark sospirò e osservò la sua alitata dissolversi nell'aria.
Aveva avuto la brillante idea di andare a casa di Jackson e magari parlargli, ma c'era giusto un piccolissimo ed insignificante problema: non sapeva dove abitasse.
Roteò gli occhi al cielo, ormai arreso alla triste realtà, e prese a camminare senza una meta ben precisa. Oltrepassò il vialetto di casa e proseguì sul marciapiede, guardandosi intorno. Non ci aveva mai fatto caso, però la zona in cui abitava era davvero carina e tranquilla.
C'erano un paio di casette separate o da alberi o da staccionate e si poteva sentire il canto degli uccellini. Dava molto l'idea di una zona di campagna, sebbene avesse la strada di fronte.
Mise le mani in tasca e nascose il viso nella sciarpa, quando qualcuno gli venne addosso. Per fortuna era soltanto una spallata.

- Attenta a dove metti i pie... oh- si bloccò all'istante, aggrottando le sopracciglia. E a quanto pare l'altra fece la stessa cosa.
Riconobbe subito i capelli rossi palesemente tinti e lisci fino al fondoschiena, in stile Rapunzel, gli occhi nocciola sgranati e la bocca dischiusa.
Potevano appartenere ad una sola persona sulla faccia della terra.

- Sun Hi!- esclamò con stupore. Non credeva che abitasse da quelle parti.

- Mark?! Che ci fai qui? Come... come- la ragazza si bloccò, cercando di formulare una domanda logica e che potesse avere risposta.
Il biondo la spiazzò con uno dei suoi sorrisoni smaglianti.

- Alla fine ci sono riuscito- ridacchiò.

- Buon per te, sono felice. Davvero- ricambiò il sorriso l'altra.
Lo sapeva che si era sempre sbagliato sul conto di Sun Hi, lo sapeva da sempre.
Lei ha cercato in tutti i modi di tirarlo fuori dal suo piccolo mondo, ha provato qualsiasi metodo ed è stata dolcissima con lui, ma evidentemente non era la persona giusta. E quando si è incompatibili l'unica cosa da fare è lasciar perdere.
Certo, avrebbe voluto rimanere in contatto con lei, non gli dispiaceva tanto la sua compagnia, ma mai si sarebbe immaginato di incontrarla proprio lì.

- Dove stai andando?- domandò curioso.

- Sono in ritardo per la partita di pallavolo, sai, gioca mio fratello- Mark rimase interdetto. La partita di pallavolo era quel giorno e Jackson non gliel'aveva detto?
C'era davvero qualcosa che non andava, doveva parlargli il più presto possibile.

- Hey anch'io sono diretto lì! Andiamo insieme?- propose cercando di sembrare tranquillo. Sun Hi scrollò le spalle e prese il ragazzo sotto braccio.

- Posso chiederti chi è tuo fratello?- fece ad un tratto.

- Sì, è più grande degli altri, lo scemo è stato bocciato. Yugyeom, lo conosci?-

La mente di Mark non elaborò più alcun pensiero. Il nome del ragazzo era l'unica cosa che gironzolava nel suo cervello.
Ora capiva il perchè di tutte quelle provocazioni, la rissa eccetera. Ce l'aveva con lui perchè aveva rifiutato la sorella, chiaro. Seppe con certezza di essere spacciato.



Avevano preso i posti migliori, quelli vicinissimi al campo e in più c'erano anche i popcorn e la Coca Cola a fargli compagnia.
Ovviamente faceva il tifo per Jackson e, anche se non ci capiva niente, appena sentiva urlare Sun Hi urlava pure lui.
Erano davvero bravi e dovette ammettere, a malincuore, che anche Yugyeom era bravo. Stava sempre a battere e tirava delle schiacciate così potenti che lui stesso si spaventava, come se potessero colpirlo.
Jackson faceva dei bagher pazzeschi, non ci pensava due volte a buttarsi a terra pur di non mancare la palla. In campo sembrava molto diverso da come era in realtà.
La squadra avversaria era altrettanto forte, quella di Jackson vinse all'ultimo set con quattro punti di vantaggio sull'altra squadra.
Appena finita la partita, Mark si alzò dal suo posto e andò verso gli scalini, con l'intenzione di andare nello spogliatoio dei ragazzi.

- Dove vai?- domandò curiosa Sun Hi.

- Da Jackson. Devo parlargli, è importante-

- Ma non si può entrare nello spogliatoio!- Mark scosse la testa.

- E io ci vado lo stesso, va bene?-
Abbandonò la ragazza e filò dritto verso il corridoio che portava davanti a quella dannata stanza.
Il tragitto era parecchio lungo, per un attimo ebbe paura di perdersi, fino a quando non notò una porta chiusa. Udì un miscuglio di voci, inclusa quella di Jackson.

- Sai Wang, ho visto il tuo amichetto tra il pubblico. Stava seduto verso i primi posti- fece un ragazzo.
Mark, che stava per bussare ed entrare, si bloccò col pugno a mezz'aria.

- Davvero? Oddio, ora ti segue pure. Cos'è, uno stalker?- fece un'altra voce. Si sentirono solo risate.

- Raga' mi state preoccupando. Vorrà dire che prenderò provvedimenti e lo farò rinchiudere in psichiatria- era di Jackson la voce che parlava.

Il biondo non seppe se il suo cuore era ancora con lui o se l'avesse lasciato per sempre, perchè i battiti erano rallentati in un modo pazzesco.
La porta si aprì e comparirono alcuni ragazzi, tra cui Jaebum, Bambam e Jackson. Il moro sussultò non appena si ritrovò a pochi centimetri di distanza da Mark.
Gli altri stettero in silenzio e parlottarono tra loro, bisbigliandosi nell'orecchio. Jackson deglutì a vuoto, la gola gli si era seccata in un attimo.

- Che-che ci fai qui?- si ritrovò a chiedere.

- Volevo farti una sorpresa, ma la sorpresa l'hai fatta tu a me- furono le uniche parole che fuoriuscirono dalla bocca di Mark, prima che fuggisse via.

Le lacrime solcarono l'ennesima volta il suo viso, se le asciugò prontamente.
Non avrebbe pianto. Non questa volta.


***
Annyeong gente! Mi dispiace tantissimo per aver aggiornato solo ora, avevo promesso di farlo prima ma non ci sono riuscita (sono una pessima persona T.T). anyway spero come al solito che il capitolo vi piaccia e sì, finalmente si è capito come mai Yugyeom si comporta da bullo nei confronti di Mark (so che è un motivo futile, ma d'altronde i bulli si incazzano per cose banali). Mi dileguo, bacioni a tutti <3 _MartyK_
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Got7 / Vai alla pagina dell'autore: _MartyK_