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Autore: nikita82roma    14/11/2016    2 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Castle si chiuse la porta del garage alle spalle. Kate camminava lentamente verso l’auto e lui si era fermata a guardarla voleva far credere di stare meglio di quanto non stesse effettivamente. Forse anche quelle tuta grigia e la tshirt bianca non aiutavano a far sembrare migliore il suo aspetto.

- Non vieni Castle? - Chiese Kate quando era già davanti alla Mercedes di Rick ed aveva già aperto lo sportello.

Rick si guardò indietro e la raggiunse camminando velocemente, mentre lei entrò lentamente in auto, visibilmente sofferente nel piegarsi. Castle fece una smorfia di disappunto nel vederla così. Che stava peggio di quanto pensasse si rese conto quando mise in moto e Kate non provò nemmeno a mettersi la cintura di sicurezza: si sporse verso di lei per darle un bacio che lei ricambiò indugiando sulle labbra di Castle più di quanto lui si aspettasse.

- Sei pronta a tornare a casa? - Le chiese facendole una carezza e lei si appoggiò alla sua mano per prolungare il tocco.

- Non vedo l’ora.

 

- Sai - Le disse Rick mentre guidava verso casa fermandosi ad un semaforo rosso - questa volta i tuoi amici sono stati bravi, la mia auto è quasi intatta!

- Non è divertente Castle! - lo rimproverò

- Lo so, per questo voglio prendere una macchina nuova. - Le poggiò una mano sulla gamba sorridendo.

- Se lo vuoi fare per me non è necessario. - Rispose sicura Kate

- Lo faccio per noi. Anzi, lo dobbiamo fare insieme. - Le disse entusiasta e lei sorrise vedendolo eccitato per quella cosa. Non le importava molto in realtà, però l’idea di fare qualunque cosa insieme era, in quel momento, una gioia, un balsamo per l’anima ancora scossa dagli eventi.

Beckett guardò Castle perplessa quando lo vide accostarsi lungo la strada in un punto che non conosceva. Spense il motore e si slacciò la cintura di sicurezza.

- Cosa stiamo facendo fermi qui Castle? - Gli chiese Kate che non capiva quello che avesse in mente il marito.

- Colazione! - Rispose lui come se fosse ovvio

- Non andiamo a casa?

- Certo, ma prima facciamo colazione. Pochi minuti Kate, poi andiamo.

Entrarono così in quella piccola caffetteria che profumava di buono. Non era una di quelle chic di Manhattan e nemmeno una delle tante catene che si trovavano ormai ovunque. Non era molto grande, la maggior parte dei tavoli, cinque, erano lungo la vetrina e ce n’erano un altro paio nel fondo del locale, con dei divanetti, decisamente più appartati. Rick fece accomodare Kate in uno di quelli e poi andò ad ordinare la colazione, specificando bene al ragazzo che preparava i caffè come dovesse essere quello per sua moglie. Si fece mettere su un vassoio due fette diverse di torta una al cioccolato e arancio ed una alla vaniglia e marmellata di ciliegie e in una busta anche una dozzina di cookies con gocce di cioccolato da portare a casa. Tornò al tavolo con le fette di torta lasciando scegliere a Kate quella che avrebbe preferito, finirono per mangiarle tutte e due entrambe, sorridendosi quando le forchette si scontravano andando contemporaneamente sulla stessa. Non c’erano molti alti clienti oltre loro nel locale, a quell’ora di mattina tutte le caffetterie della loro zona erano prese d’assalto da gente che andava di corsa. Lì sembrava tutto molto più lento. C’era un tavolo con un ragazzo che leggeva un libro ed una coppia di anziani che come loro stava facendo colazione. Rick pensò che era un peccato che così poche persone assaporassero la bontà di quei dolci e di quei caffè pensò appena il ragazzo portò loro le due tazze con abbondante schiuma. L’espressione di beatitudine di Kate appena ne bevve un sorso gli fece capire che era proprio come lo voleva lei e sorrise soddisfatto, ancora di più nel vederla sporca di schiuma sul labbro superiore e non resistette dall’avvicinarsi e baciarla proprio lì, per togliergliela. Finirono di consumare la loro colazione tra poche parole, tanti silenzi e qualche sorriso quando i loro sguardi si incrociavano. Rick pensò che uno dei motivi per i quali amava Kate era anche che con lei stava talmente bene che non aveva bisogno di riempire i loro silenzi con le parole, perché stava bene anche così, a comunicare con uno sguardo o una mano sfiorata, lui che era sempre stato accusato di essere logorroico con lei aveva scoperto la bellezza del silenzio condiviso con chi si ama.

 

Rick parcheggiò l’auto nel garage ed uscì. Vide però che questa volta era Kate che stava indugiando, rimanendo seduta all’interno. Le aprì lo sportello, ma lei ancora non dava cenno di muoversi. Si preoccupò, temendo che non stesse bene.

- Kate? Ti senti male? 

Si voltò verso di lui e lo guardò scuotendo la testa, prendendo la mano che Rick le porgeva per aiutarla ad uscire, ma non la lasciò piuttosto andò a cercare il suo abbraccio. Castle le accarezzò dolcemente la schiena mentre lei si appoggiava sulla sua spalla: ora che erano lì, pronti ad entrare a casa, Beckett sentì veramente la tensione di tutti quei giorni sciogliersi. Era veramente a casa. Era veramente finito tutto. Pochi piani sopra a dove erano c’era sua figlia che l’aspettava e le braccia che la stavano tenendo erano quelle di suo marito. Era tutto quello che pensava non avrebbe più avuto, che non avrebbe avuto più tempo per vivere ancora una volta tutto quello, ed invece era lì, ancora una volta erano stati più forti di tutto o solo più fortunati di tanti altri, perché Kate, nonostante tutto, continuava a sentirsi fortunata. Appoggiò la testa nell’incavo del suo collo e respirò a pieni polmoni il profumo di Castle. Era impaziente di salire a vedere Lily, ma allo stesso tempo in quel momento si sentiva ancora emotivamente troppo scossa e non riusciva a muoversi e a decidersi di spostarsi da lì, vicino la macchina ancora con lo sportello aperto. Rick le prese il volto tra le mani e la baciò dolcemente per rassicurarla. Funzionò.

 

La porta del loft chiusa davanti a loro era l’ultima cosa che separava Kate sul suo mondo. Rick mise le chiavi nella toppa e guardò Kate, invitandola ad aprire. Sapeva che quello che le aveva detto nel suo appartamento l’aveva ferita più di quanto volesse far vedere o di quanto le avesse detto. Voleva farle capire che quella era casa sua, nonostante le cavolate che lui poteva averle detto.

- Bentornata a casa Kate . Le disse mentre lei stava aprendo la porta di casa loro.

 

- Signor Castle… Katherine… - Dustin si era alzato per vedere chi fosse entrato ed Alexis si sporse non appena sentì il suo ragazzo accogliere suo padre e Beckett. I due sorrisero al giovane e si avvicinarono al divano dove si trovava Alexis e Kate si guardando Lily sdraiata sulle ginocchia di Alexis che giocava con lei. Si portò una mano davanti alla bocca trattenendo a stento l’emozione mentre Castle vicino a lei le cingeva un fianco. Rick si aspettava che Kate sarebbe corsa a prendere in braccio sua figlia, invece si era fermata a guardarla commossa. Lily non si era ancora accorta subito della sua presenza ma appena lo fece, appena si voltò e la vide subito cominciò ad agitarsi ma Kate immobile. Castle rimase per un attimo spiazzato da quel comportamento poi fu lui a prendere Lily in braccio anche se la piccola non sembrò del tutto felice, tanto che continuava a guardare nella direzione di Kate lamentandosi e muovendosi.

Alexis si alzò e Dustin la seguì lasciando Beckett e suo padre da soli, lui le fece un sorriso ringraziandola e la figlia fece altrettanto, mentre il ragazzo imbarazzato salutò. Alexis avrebbe voluto salutare Kate in altro modo, soprattutto dopo quanto era accaduto negli ultimi tempi, ma capì che non era quello il momento. Trascinò letteralmente fuori casa Dustin andando alla scuola di recitazione da sua nonna per dirle che erano tornati a casa ed allo stesso tempo per impedirle di precipitarsi subito al loft.

 

Rick guardò Alexis uscire e si sedette lì dove prima era sua figlia con la piccola in braccio. Fece cenno a Kate di raggiungerlo e lo fece sedendosi con cautela tenendo una mano sul costato e mantenendo una certa distanza innaturale tra loro che Castle non apprezzò.

- Kate… - la chiamò Rick amorevolmente

- Non posso… Non la posso prendere Castle… Io… mi sento sporca

- Kate, non lo sei. Non hai colpa di niente di quanto accaduto, non è stata una tua scelta. Prendila Kate. Ha bisogno di te, guardala… 

Beckett osservò sua figlia che sembrava smaniosa di andare in braccio a lei cercava di divincolarsi da Castle.

- Mi sono sentita inumana, non avevo più controllo su di me, sulla mia mente e i miei pensieri. Non sentivo più nulla, vedevo Lily e te e non provavo niente… E la cosa peggiore è che mi sembrava di stare bene… 

- Prendi tua figlia Kate. Tu sei tutto tranne che inumana, sei il più straordinario essere umano che io conosco. Ma anche se ti senti così, non c’è medicina migliore di Lily per farti ritrovare quello che pensi di aver perduto. Lei è la parte migliore di noi… 

Beckett lasciò che Castle adagiasse Lily tra le sue braccia: lo voleva terribilmente, ne aveva un bisogno atroce eppure allo stesso tempo lo temeva. Il suo istinto ed il suo corpo, però, non seguirono le sue paure e le sue braccia assunsero la posizione naturale per accogliere sua figlia. Rimase a guardarla mentre lei le sorrideva e la guardava a sua volta ed era come se la vedesse di nuovo per la prima volta, come se stesse rinascendo con lei: le accarezzò timidamente il profilo del volto e poi la sua mano. Lily afferrò il dito di sua madre stringendolo con forza, come faceva spesso, come aveva fatto appena nata. La stava riportando a se, era Lily inconsapevolmente che stava guidando la sua mamma a lei. Perché Lily non vedeva le cicatrici, i lividi, i segni degli aghi sulla pelle, non capiva la paura ed il senso di inadeguatezza. Per Lily c’era solo l’istinto, lo stesso che aveva portato Kate ad aprire le braccia per accoglierla anche se la sua mente non voleva, e gli diceva che quella era la sua mamma ed era con lei, non un pupazzo o un cuscino con il suo profumo. E finalmente la strinse a se, portando il volto della piccola vicino al suo, baciandola, più volte, accostando la sua pelle su quella morbida della sua guancia rosa della piccola. Non si curò del dolore che sentiva ancora alle braccia con i muscoli provati nel tenerla sollevata, nè quello al costato ogni volta che Lily le assestava involontariamente qualche calcetto. Aveva sopportato tutto quello solo per quel momento, solo per lei. Kate riuscì a rilassarsi, lasciandosi andare sul divano: sembrava stanchissima per quella battaglia di emozioni che stava combattendo. Si rannicchiò in un angolo con Lily in braccio che invece era già completamente a suo agio, appoggiata sul suo petto con la mano protesa sul viso di Kate che chiuse gli occhi per assaporare quel momento che stava diventando più intenso di quanto potesse immaginare. 

- Mi sei mancata tanto bimba mia… - le sussurrò Kate commossa mentre sua figlia si stava beatamente addormentando. 

Rick si sentiva in imbarazzo nel rubare con lo sguardo i sentimenti di Beckett in quel momento e vederla così lo emozionava profondamente. Non poteva fare a meno di pensare ogni volta che vedeva Kate totalmente coinvolta dalla loro bambina, a tutto quello che avevano fatto per arrivare fino a lì, quel percorso ad ostacoli che sembrava infinito, al quale ne avevano appena aggiunto uno difficile e doloroso. Vedeva quella donna con i capelli lunghi e mossi dai riflessi dorati che le ricadevano sulle spalle con la fronte che sfiorava quella di Lily, con i lineamenti morbidi e distesi, totalmente abbandonata a quella creatura e non poteva fare a meno di ripensare alla giovane ragazza dai capelli corti e scuri che con passo deciso gli mostrava il distintivo e lo guardava sprezzante e fiera. Non era scomparsa, lo sapeva. Era sempre lì, nascosta ma pronta a tornare a galla ogni volta che Kate voleva proteggersi o proteggere gli altri. L’aveva rivista pochi giorni prima e si era sentito intimidito da lei, come non gli era mai capitato prima, aveva avuto paura di fare un salto indietro, nel passato quando doveva lottare ogni giorno anche solo per poterle stare vicino, come collega o qualcosa di simile. Si era sentito escluso non solo dalle sue decisioni ma dalla sua vita ed ora non avrebbe più potuto tollerarlo. Ora però aveva nuove certezze, e la prima era che non ne avrebbe avute. Non avrebbe avuto la certezza che Kate sarebbe cambiata, che avrebbe imparato ad affidarsi agli altri e non agire da sola per non metterlo in pericolo. Però aveva anche la certezza che qualunque cosa fosse accaduta, lei avrebbe sempre fatto di tutto per tornare da lui e da Lily. Kate era sua, non per possesso ma per volontà, allo stesso modo in cui lui si sentiva suo. Era sua moglie, sua amica, sua amante e nonostante tutto questo Rick sapeva che lei era la sua conquista continua, che non avrebbe ma smesso di scoprire qualcosa di lei, di conquistarne una parte.

Castle si alzò per lasciarle sole e permettere a Kate di vivere liberamente quel momento, ma appena lei sentì il divano muoversi si voltò verso di lui con lo sguardo interrogativo.

- Avete bisogno di un po’ di tempo solo per voi - Le sussurrò per non svegliare sua figlia addormentata ma Kate non sembrava dello stesso avviso ed allungò una mano verso di lui che la prese ed ora era in piedi proprio davanti a loro.

- Ho bisogno di noi. - Lo tirò verso il divano e lui assecondò la sua richiesta, mettendosi vicino a lei che cambiò immediatamente posizione, lasciandosi avvolgere dalle braccia di Rick, ed intrecciarono le dita delle loro mani, proprio sopra il corpo di Lily che dormiva finalmente tranquilla. Kate sospirò appoggiando la testa sulla spalla di suo marito che si piegò verso di lei per baciarla dolcemente mentre sentiva sua figlia muoversi su di lei nel sonno.

- Le sei mancata anche tu. - Le disse Rick osservando le loro mani unite che tenevano la loro bambina - non si è mai addormentata così velocemente e serena quando tu non c’eri e nemmeno io ho mai dormito bene senza di te.

Passarono così il resto della mattinata, assaporando quella normalità che era mancata a tutti. Ci sarebbe stato poi il tempo per i giochi, per chiamare gli amici, riprendere in mano la propria vita e tutto il resto. Quella mattina il tempo era solo per loro e rimasero in quel modo fino a quando Lily, incurante del desiderio dei suoi genitori di passare anche il resto della giornata senza fare nulla, si svegliò e reclamò le loro attenzioni, di sua madre soprattutto che si rialzò un po’ controvoglia mettendosi ben dritta sul divano e sollevando in aria Lily che sgambettava e le sorrideva interrompendo i lamenti.

- Credo abbia fame - Disse Rick controllando l’orologio ed alzandosi: gli sembrava impossibile che avessero già trascorso tutto quel tempo lì.

- Sì, lo credo anche io… Ci pensi tu a prepararle il latte? - Gli chiese Kate mentre l’aveva fatta sdraiare sul divano proprio dove prima era Castle. Le sembrava che fosse cresciuta tantissimo ora che la guardava bene mentre cercava di mordersi i piedi.

- Tu no… Ecco io pensavo che… - Rick balbettò fissando Kate che scosse la testa appena, mentre con le mani teneva Lily per evitare che rotolasse giù dal divano - … ok, sì certo, lo preparo io.

Beckett percepì il disagio e l’imbarazzo di suo marito.

- Castle! - Lo richiamò e lui si voltò mentre già stava andando in cucina. - Va tutto bene, credimi.

- Ne sei sicura Kate?

- Sì, solo non mi va di parlarne adesso.

- Ok, come vuoi tu…

Rick la osservò poi dare il biberon a Lily con tenerezza e sembrava quasi incerta per una cosa che non aveva mai fatto, se non per farle bere di tanto in tanto un po’ d’acqua e quando la piccola decise che ne aveva abbastanza, Kate la passò a Castle mentre lei si alzava con fatica dal divano, che era molto più morbido del letto nel garage e tirarsi per lei non era così semplice, però non appena fu in piedi, il gesto che fece a suo marito su eloquente e lui lasciò che prendesse di nuovo Lily con la quale camminò per il loft.

 

- Vuoi che ci penso io a cambiarla? - Le chiese Rick quando era evidente che Lily che avesse bisogno.

- No, ce la faccio. Ho bisogno di farlo, di prendermi cura di lei, come sempre.

Rick annuì e Kate andò in camera con Lily. Sapeva che non doveva essere così apprensivo, che doveva lasciare Beckett fare quello che aveva sempre fatto senza preoccuparsi troppo, ma aveva anche lui difficoltà a limitare quel lato protettivo del suo carattere, anche se sapeva che non aiutava per niente Kate a lasciarsi tutto alle spalle vivere con lui che l’avrebbe tenuta sotto una teca di cristallo.

I suoi pensieri furono interrotto dall’arrivo al loft di Martha con Alexis e Dustin.

- Richard! - Sua madre lo abbracciò come se non lo vedesse da anni - Dov’è Katherine? Sta bene?

- Sì, mamma sta bene non ti preoccupare! - Le rispose in tono rassicurante appoggiando le mani sulle spalle - È  in camera, con Lily, la sta cambiando.

- Oh ma certo, che si prenda tutto il tempo che vuole per stare con la sua bambina! Se lo meritano entrambe! Io intanto ho bisogno di bere qualcosa! 

I quattro si spostarono tutti in cucina dove Martha versò un bicchiere di Pinot nero per se e per suo figlio, mentre Alexis e Dustin optarono per un più salutare succo di mela. Riuscirono a parlare finalmente molto più distesi, con Rick che sorrideva per qualsiasi cosa. Alexis e Dustin comunicarono ai due che sarebbero tornati a casa la sera successiva. Avevano lasciato tutto in sospeso a Philadelphia partendo all’improvviso. Rick ne fu dispiaciuto, ma capiva che la vita di sua figlia almeno per adesso era là e era giusto che tornasse anche lei alla sua normalità, come tutti loro.

- Posso avere anche io qualcosa da bere? - Chiese Kate uscendo di camera con Lily in braccio vestita di tutto punto con una vestitino bianco con i bordi rosa comprato sicuramente in uno di quei momenti in cui si sentiva in vena di qualcosa di estremamente “confettoso” come dice Castle quando la vedeva scegliere cose poco pratiche ma molto chic e con troppo rosa per i suoi standard.

- Katherine, tesoro! - Martha le si fece incontro e Beckett fece appena in tempo a lasciare la piccola a Castle prima di essere abbracciata dall’attrice 

- Non farci mai più una cosa del genere, mi hai capito? - Le disse rimproverandola bonariamente mentre le teneva il viso tra le mani. - Ci hai fatto così spaventare! Questo giovanotto qui che ora sorride come un bambino… Beh, immagina come poteva stare… peggio di tutti noi.

Martha era una brava attrice, ma non fino a quel punto. Si commosse nel ripensare al suo ragazzo distrutto dal dolore, un dolore che era di tutti, ma suo ancora di più. Kate prese la mano della donna e poi fu lei ad abbracciarla sotto lo sguardo silenzioso di Rick. Notò come si era cambiata anche lei, togliendosi quella tuta grigia ed indossando un paio di jeans ed una maglietta rossa a maniche lunghe e sotto a questa vide i polsi avvolti in delle fasce bianche: stava cercando di nascondere tutti i suoi segni, tranne quello sul labbro, impossibile da coprire.

- Ti prendo il tuo bicchiere! - Disse poi Martha asciugandosi gli occhi e Kate salutò anche Alexis e Dustin e tornò al fianco di Rick, accarezzandogli la schiena con nonchalance mentre gli girava intorno. Si guardarono negli occhi per qualche istante e poi Castle le cinse la vita con il braccio libero e lei si appoggiò al suo fianco beatamente. Martha vide il volto di suo figlio distendersi nuovamente, mentre aveva vicino a sé la sua famiglia finalmente di nuovo riunita. Vedeva il suo sorriso sincero che gli riempiva il volto, sembrava anche più bello di quanto non gli appariva di solito, così come Katherine che vedeva essere provata più di quanto voleva dare a vedere, non le era sfuggita la postura rigida e la smorfia quando Rick aveva appoggiato la mano su di lei stringendola più di quanto si fosse aspettata, ma allo stesso tempo le vedeva gli occhi sorridere ancora di più del suo volto. Le sembrò ancora più impossibile che il suo ragazzo avrebbe potuto vivere senza tutto quello. 

   
 
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