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Autore: Altair13Sirio    15/11/2016    4 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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<< Pensavo fossi da sola… >> Commentò seccata Liz quando aprì la porta a Riley e Andy. I capelli scuri con ciocche viola della ragazza le coprivano un occhio con un ciuffo e gli abiti che indossava mostravano che si fosse appena svegliata. Aveva comunque il trucco sugli occhi ben definito come se facesse parte della sua pelle.
Riley e Andy erano fradici e stanchi, il ragazzo tremava impercettibilmente e lei cercò di trovare una scusa per non far pesare troppo la presenza di lui. << Sì bé, non ho avuto il tempo di avvertirti che avresti avuto ospiti, ma non ti preoccupare… >> Ed entrò svogliatamente nell’appartamento della ragazza, che apparentemente, era da sola in casa. << Non ti accorgerai nemmeno della nostra presenza. >>
Liz chiuse pesantemente la porta e rivolse lo sguardo spento verso la ragazza più grande di lei. << Immagino che siate nei guai… >> Commentò mantenendo la mano sul pomello della porta. Li guardò entrambi di sottecchi e attese una risposta. Poi però piegò un labbro divertita e si rivolse a Andy:<< Mi sorprendi… Tu di solito sei il “cocco della maestra”… >>
Andy annuì imbarazzato, ma fu Riley a prendere la parola. << Ci sono dei bastardi che ci seguono, sanno dove abito e non posso tornarci. >> Sospirò mentre Lizzie connetteva tutte le informazioni. << Abbiamo bisogno del tuo aiuto, Liz. >>
<< Devi ancora spiegarmi come hai fatto a finire ammanettata a questo imbranato… >> Mormorò incrociando le braccia e sorridendo divertita, pensando alla storia che le avrebbe raccontato Riley. Poi si avviò verso l’interno della casa e fece segno ai due di seguirla. << Ma prego, mettetevi comodi prima! >>
Lizzie guidò Riley e Andy attraverso un breve corridoio di entrata fino a un soggiorno poco illuminato con al centro un paio di poltrone verdi che ruotavano attorno a un grande televisore a schermo piatto posto sopra un mobiletto a vetri. La ragazza gli disse di sedersi e aspettare qualche minuto lì, mentre lei avrebbe finito di vestirsi.
Non appena Lizzie fu uscita dalla stanza, Andy si voltò con impeto verso Riley seduta accanto a lui sul divanetto più grande e disse stupito:<< Giuro che ci dorme con quella roba sugli occhi! >> Esclamò parlando del trucco della ragazza.
Riley sorrise in modo impercettibile e non si mosse dalla sua posizione con le braccia incrociate e le gambe accavallate una sull’altra. << A quanto pare… >>
Andy si voltò un’altra volta per assicurarsi che la sua compagna di classe fosse uscita e tornò a parlare a bassa voce:<< E ora qual è il piano? Hai intenzione di mentire anche a lei? >>
<< Non posso spifferare a tutta la città di essere scappata di casa! Qualcuno finirà per avvertire le autorità. >> Spiegò con stizza lei muovendo rapidamente gli occhi.
<< Quindi? >>
Riley lanciò un’occhiata preoccupata alla porta. << Vediamo prima in che situazione siamo, e lascia parlare me! >>
Lizzie tornò nel soggiorno con un top nero a maniche a rete e jeans strappati, come aveva immaginato Riley. Si mosse rapidamente per arrivare sulla poltrona alla loro destra e inarcò la schiena verso di loro. << Allora? >> Chiese poggiando il mento sul pugno chiuso. << Che vi è successo? >>
Riley non aveva veramente pensato a cosa dire alla ragazza, e ruotando il collo verso il ragazzo accanto a sé, gli rivolse uno sguardo di sufficienza. << Cominci tu o comincio io? >> Chiese mentre quello le rivolgeva uno sguardo interrogativo.
<< Avevi detto che avresti parlato tu! >> Protestò confuso lui agitandosi sul divanetto. Riley alzò gli occhi al cielo e tornò a rivolgersi verso Lizzie.
<< Liz, ricordi quando Andy è venuto in classe dicendo di aver salvato la vita di una persona, qualche giorno fa? >> Cominciò dopo aver sospirato con esasperazione; rivolse un sorriso leggerissimo all’altra ragazza piegando la testa lateralmente e rimase in silenzio finché lei non ebbe annuito pensierosa. << Ecco, questo deficiente qua mi ha davvero salvato la vita. >>
Lizzie inarcò un sopracciglio, ma non si mosse di un millimetro: era seduta con la schiena piegata in avanti, le gambe accavallate e il mento sorretto dalla mano, il cui gomito si poggiava a un ginocchio. << Tu? >> Chiese guardando Andy. Il ragazzo sorrise imbarazzato senza sapere cosa dire. << A te? >> Chiese dopo rivolgendosi a Riley inarcando un sopracciglio, nascondendo un sorrisetto di scherno.
<< Le stesse persone che mi avevano aggredita l’altro giorno, ora sono tornate e vogliono darmele di santa ragione… >> Andò avanti lei senza dare conto alla piccola provocazione della ragazzina; di solito lei era una persona che faceva da esempio per le ragazze come lei, che figura ci faceva se faceva sapere di essere stata sopraffatta facilmente da qualche teppista di strada?
<< Sono loro che ti hanno fatto questo? >> E si toccò con un indice la guancia dove alcuni giorni prima aveva ricevuto un pugno da Bad Dog.
Riley se n’era quasi dimenticata. Si toccò la cicatrice con le dita e abbassò lo sguardo pensierosa; non rispose, ma Liz capì che era così. Dopo un po’ tornò a guardarla dritto negli occhi:<< Abbiamo bisogno di un posto sicuro dove stare, almeno per questa sera… >>
<< A casa tua non sei al sicuro? >> Chiese Liz infastidita dal fatto di dover prestare casa sua a Riley.
<< Sanno dove vivo. >> Ribatté prontamente Riley.
<< E casa sua? >> Chiese alzando il mento verso Andy, che si sentì chiamato in causa. << E’ nipote di uno sbirro. Perché non ti fai proteggere da lui? >> La ragazza sembrò prendere gusto dalle proprie parole e si lasciò sprofondare nella sua poltrona.
Riley evitò di reagire alle provocazioni di Lizzie e alzò le sopracciglia piegando in avanti la testa. A quel punto la ragazzina sembrò quasi chiederle di risparmiarla, ma Riley alzò la testa e cominciò a parlare:<< Pensi davvero che non ci abbia pensato? E cosa credi che farebbe uno sbirro come suo zio, sapendo che suo nipote rischia la vita a causa di una come me, sempre in fuga dalla giustizia? >>
Lizzie scosse la testa annoiata e si concentrò sui polsi dei due ragazzi. << Perché le manette? >> Chiese quasi distrattamente. Sembrava che quella ragazza stesse cercando qualche punto invalido nel racconto di Riley per poterle dire di no.
Riley si girò di nuovo verso Andy, ma si trattenne dal ripetere la sua prima battuta. Quando tornò a parlare con Lizzie, le parole scorsero dalla sua bocca senza problemi:<< Ho dovuto farlo per evitare che Andy… >> E fece un piccolo cenno alla propria sinistra. << Andasse a spifferare tutto a suo zio. Pensava che sarebbe stato meglio avvertire lui… >>
<< Codardo. >> Commentò per niente sorpresa Lizzie con il suo solito tono annoiato. Andy si sentì offeso, ma evitò di ribattere e abbassò lo sguardo abbattuto.
<< Non chiamarlo così… >> Lo difese Riley. << In fondo è stato abbastanza coraggioso, lanciando quel mattone in testa allo stronzo che mi aveva colpita… >> E si voltò rivolgendo un piccolo sorriso al ragazzo. Lui la ringraziò in silenzio mostrandosi sorpreso.
Lizzie sembrò infastidita dalla risposta di Riley e alzò gli occhi al cielo. << Comunque… Se avete bisogno di aiuto, posso ospitarvi per un po’. >> E si alzò roteando sul posto. Si fermò puntando un dito contro Riley. << Ma non voglio guai! >> Scandì con tono serio.
Riley ghignò divertita allargando il braccio libero dalle manette e poggiandolo sullo schienale del divanetto, mentre piegò il gomito dell’altro; il braccio passò dietro la testa di Andy e nessuno dei due sembrò accorgersene. << Se non vuoi guai, dovresti cacciarmi di casa ora! >>
Lizzie le puntò un dito contro sorridendo impercettibilmente, mostrando di aver gradito quella battuta; fece per uscire dalla stanza, ma Andy la fermò sulla soglia della porta. << Sei sicura che non ci siano problemi? >> Chiese allarmato. Lizzie sbuffò, ma lui si spiegò meglio:<< I tuoi genitori non potrebbero insospettirsi vedendoci qui? >>
Lizzie sembrò trattenersi dal ridere in faccia a Andy e scosse la testa. << I miei genitori sono fuori città, cocco! Sono sempre in viaggio, e io ho casa libera trecentosessantacinque giorni l'anno! >> Si voltò e uscì con calma dalla stanza.
Andy e Riley rimasero in silenzio per alcuni secondi, poi quando furono sicuri di essere da soli, la ragazza si voltò a parlare con il ragazzo. << E’ stata una fortuna che i genitori di Liz fossero fuori città. Non me lo aspettavo… >>
<< Vuoi dire che non avevi idea di cosa avremmo trovato una volta arrivati qui? >> Chiese contrariato Andy.
Riley sorrise stringendo le spalle. << Avevamo buone probabilità di essere fortunati, no? >> Andy non riuscì a rimanere arrabbiato di fronte a quella faccia e scosse la testa sbuffando e distogliendo lo sguardo.
<< Tu fai sempre così? >> Chiese a bassa voce tornando a guardarla negli occhi.
Riley smise di sorridere e sbatté le palpebre un paio di volte. << Così, come? >>
Andy sospirò abbassando lo sguardo. << Sembra che tu agisca sapendo che ogni momento potrebbe essere l’ultimo… >> Mormorò confuso. << Non hai piani, non hai idee, ma inventi tutto sul momento. E la cosa incredibile è che ti va sempre tutto bene! >>
Ci sta psicanalizzando? Chiese una voce in testa a Riley. La ragazza si sentì quasi come se Andy avesse centrato pienamente l’obiettivo questa volta.
<< Non fraintendere, ti ammiro per questo! >> Disse lui sorridendo piano. << Ma… Non capisco come tu faccia. >> Rimase a guardarla confuso, in attesa di una spiegazione che in realtà non arrivò.
Riley distolse lentamente lo sguardo da quello del ragazzo e rimase a guardare i propri piedi sul parquet della stanza. Non se ne era resa conto, ma da quando Andy le aveva fatto quella domanda, le sue dita avevano cominciato a contorcersi tra loro, e non si erano più fermate. << Non è che io abbia scelta, in ogni caso… >> Mormorò tristemente.
Ma che le succedeva? Perché si stava aprendo così tanto con quel ragazzo che niente aveva in comune con lei? Lui era solo un mezzo per andarsene via da lì, doveva solo mostrargli di essere una persona migliore e sarebbe potuta scappare; non aveva senso scoprirsi così tanto e inventare cose che non esistevano per farsi credere. Ma chi diceva che quelle cose che raccontasse non erano vere?
Scosse la testa grugnendo e si alzò rapidamente. << Dai. >> Disse tirando dalla catena delle manette. << In piedi. Vediamo dove ci sistema Lizzie. >>
Andy si alzò scrutando Riley con sopracciglia inarcate e la seguì senza dire una parola per la casa, cercando di elaborare ciò che aveva appena sentito.
   
 
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