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Autore: Rohhh    17/11/2016    0 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutte!
Come al solito comincio a scrivere e mi accorgo che il capitolo diventerebbe troppo lungo se continuassi, così sono costretta a dividere in due parti questo! Non mi andava di tagliare dei pezzi, come ho detto ad alcune di voi, non mi piace essere troppo frettolosa o riassuntiva e spero capirete!
Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutte coloro che stanno seguendo la storia, sia chi l'ha aggiunta alle varie preferite/ricordate/seguite, sia chi lo fa in silenzio!
Un ringraziamento in particolare lo devo alle ragazze che hanno recensito o stanno recensendo, lasciandomi le loro impressioni sulla storia, e che mi hanno dato un forte incoraggiamento per continuare!
Alla prossima!


Capitolo 39

 

Sophia tirò un sorso veloce della sua aranciata dalla cannuccia, poi posò il bicchiere di vetro accanto al suo piatto e riprese a fare ciò che aveva interrotto per soddisfare la sua sete, ovvero osservare di soppiatto colui che, a quanto pareva, dopo gli abbracci intensi a cui aveva appena assistito, era diventato il ragazzo della sua amica. In verità lo era di fatto già da un mese ma quei due erano stati talmente impegnati a farsi prendere dalla paura e dalle insicurezze da non essere riusciti ad ammetterlo fino a quel momento.

La curiosità e lo spirito indagatore erano due delle caratteristiche principali di Sophia, insieme alla sua pignoleria e non appena Ashley aveva introdotto Matt al tavolo con loro, le si era presentato un ottimo terreno fertile per metterle in pratica.

Adorava provare a leggere nella mente delle persone, scrutarle e cercare di intuire la loro personalità, i loro sentimenti o timori anche solo analizzando il linguaggio del corpo, i gesti e tutti quegli atteggiamenti e movimenti facciali involontari che sarebbero sfuggiti a qualunque occhio disattento ma non al suo. Sapeva che rivelavano molto del vero carattere di ciascuno e se ne serviva spesso per decifrare la gente intorno a lei, capire chi le mentiva ed evitare chi non le aggradava.

Alcuni avrebbero detto che così era giocare sporco, che si perdeva tutto il bello di conoscere una persona pian piano, ma per lei era normale, le veniva naturale e ormai lo faceva senza nemmeno farci caso. Se si fosse sforzata di non stare attenta sarebbe stato come possedere un senso e non usarlo, un po' come costringersi a chiudere gli occhi e orientarsi per strada, semplicemente inutile.

Eppure quel ragazzo a lei sconosciuto stava mettendo davvero a dura prova il suo dono e la stava alquanto innervosendo.

Non riusciva con certezza a capire chi fosse o cosa gli passasse per la testa, il suo viso sembrava indecifrabile e il suo corpo non lasciava trasparire alcun indizio rilevante.

Già dal primo istante, solo guardando il suo aspetto, le era sembrato un contrasto vivente, possedeva un qualcosa che disorientava, che spiazzava.

Di certo era uno di quei tipi che facevano voltare quasi tutte le ragazze al loro passaggio, anche Sophia fu costretta ad ammetterlo, sebbene il fatto che fosse legato sentimentalmente ad Ashley le impediva anche solo di poter formulare pensieri poco casti su di lui e lo faceva somigliare più ad un essere asessuato che a un oggetto di apprezzamento.

Il suo viso era bello e lineare, i capelli biondi piuttosto lunghi, resi ancora più chiari dal sole di quella mattina e gli occhi, di un azzurro così intenso da togliere il fiato quando li si fissava, gli conferivano un'aria angelica ed eterea, ma quei colori delicati cozzavano irrimediabilmente col suo stile e col suo modo di vestire e lo allontanavano molto dalla definizione di belloccio perfetto a cui lui evidentemente non aspirava.

Il suo abbigliamento infatti, in contrasto con le sue fattezze fisiche, era composto da toni molto scuri, portava dei jeans neri scoloriti e una semplice maglietta grigia, ai polsi aveva dei bracciali di cuoio scuri, alcuni con delle borchie metalliche, per non parlare dei capelli, lasciati scompigliati e fluenti, tipici di chi si alzava e non perdeva di certo tempo davanti allo specchio a pettinarsi.

L'insieme di quei dettagli, che contrastavano così tanto fra loro, gli donava involontariamente un fascino non ordinario e ribelle, ma lui non sembrava farlo apposta, nemmeno si sforzava di apparire attraente, era così e basta.

Quello era il quadro che si era fatta di lui esteriormente e fin lì riusciva ad arrivarci, ma intravedere tutto quello che aveva dentro, tutto ciò che non poteva mostrare, le risultò un'impresa ardua da portare a termine.

Di una cosa però fu certa e l'averlo notato la tranquillizzò parecchio.

Quando parlava con Ashley, quando la guardava, i suoi occhi pungenti si modificavano, si addolcivano in un baleno, diventavano come un mare in cui solo a lei era permesso specchiarsi senza paura, una luce diversa li attraversava, apparivano vulnerabili e sinceri e quando sorrideva si piegavano verso l'alto con naturalezza.

Sophia capì senza alcun dubbio che a lei si rivelava per come era veramente, senza filtri o barriere, non si celava dietro uno scudo, si metteva a nudo anche a costo di risultare fragile ed esposto. E soprattutto ogni muscolo del suo viso trasmetteva tutta la felicità che stava sentendo in quel momento e l' amore vero che provava verso di lei.

A Sophia non sfuggì che, di tanto in tanto, la mano sinistra di Ashley e la destra di Matt, confinanti tra loro, sparivano sotto il tavolo e rimanevano celate per un po', probabilmente si tenevano per mano in quel modo per evitare che qualcuno se ne accorgesse.

Perfino lei, che notoriamente non era ciò che si può definire un tipo romantico, trovò assai tenero quel particolare.

In fondo non le serviva sapere altro, le bastò essersi accertata che lui non si stesse prendendo gioco della sua migliore amica e che provasse per lei sentimenti sinceri. Si fidava ciecamente delle sue intuizioni e per quel motivo non ebbe bisogno di continuare oltre con le sue scrupolose indagini.

Un po' di conversazione però le andava eccome.

«E quindi sei venuto in auto dalla città del padre di Ashley?» chiese a Matt, sporgendosi un po' in avanti per scansare Ashley, che sedeva tra loro due, e poterlo guardare in faccia.

«Già, è la prima volta che vengo qui, ci ho impiegato quattro ore» affermò Matt con tranquillità, prima di dare un morso al suo panino.

«Quattro ore?» esclamò sconvolta Ashley, era quasi più del doppio del tempo che solitamente impiegava suo padre per percorrere la stessa distanza. In effetti non avevano ancora avuto modo di parlarsi da soli e non conosceva i dettagli del suo viaggio e nemmeno come erano andate esattamente le cose. Aveva così tanto da domandargli e da farsi raccontare che riusciva già a immaginare la lunga nottata insonne che li aspettava. Lo guardò con apprensione e pensò che dovesse essere molto stanco, anche se non lo dava a vedere come suo solito, e il pensiero che si fosse avventurato in quel paese che non conosceva solo per riaverla nella sua vita le riscaldò il cuore.

Matt intanto annuì con un gesto lento del capo «Mi sono perso un paio di volte prima di beccare la strada giusta, era pieno di bivi e incroci e non mi era mai capitato di venire dalle vostre parti prima d'ora» spiegò, mantenendo un tono calmo e sereno. Adesso che aveva ritrovato Ashley e che lei aveva ricambiato il suo amore, aveva dimenticato tutte le tribolazioni affrontate per raggiungerla e si sentiva bene e in pace con sé stesso come mai prima.

«Mi dispiace, sarai esausto!» udì la voce carica di preoccupazione di Ashley e si voltò per incrociare i suoi occhi nocciola chiaro, che lo fecero sciogliere all'istante.

«Tranquilla, questo non è niente! Ho fatto di peggio in passato, una volta ho guidato per una notte intera al ritorno da un concerto e avevo solo 19 anni, in confronto questa è stata solo una passeggiata!» la rassicurò, sorridendole e accarezzandole i capelli dolcemente, con un gesto spontaneo e affettuoso che non sfuggì agli occhi gelidi di Tyler.

Da quando Matt si era seduto con loro non aveva fatto altro che stare in silenzio e osservarlo con astio.

Non serviva l'arguzia di Sophia per capire che tra lui ed Ashley c'era qualcosa di più che una semplice amicizia, anzi, non era difficile percepire una forte attrazione e complicità, che gli risultava inspiegabile.

Più li scrutava insieme e più quella visione lo confondeva: non riusciva a trovare un punto in comune tra loro due che giustificasse quella strana alchimia.

Ashley era talmente diversa da lui, sembravano appartenere a due mondi opposti e distanti e se Tyler aveva trovato assurda la sua precedente storia con Richard, un damerino noioso e fin troppo serio, pensarla insieme a quel ragazzo era qualcosa di davvero inconcepibile.

Se solo si fosse trovato davanti un'altra persona, qualcuno più simile a lei nell'aspetto o nel modo di comportarsi, forse sarebbe riuscito ad accettarlo più in fretta, ma quel tipo ribelle e anticonformista proprio non ce la faceva a immaginarlo al fianco della sua amata.

Per quanto fosse un pensiero piuttosto infantile, non potè fare a meno di chiedersi che cosa ci avesse trovato Ashley di tanto speciale. Cosa in più di lui?

Lo guardò, in fondo doveva avere più o meno la sua stessa età, forse era solo uno o due anni più grande, e da come parlava sembrava non aver avuto un passato esattamente da bravo ragazzo. Era affascinante e carismatico e immaginò che dovesse avere abbastanza successo con le ragazze. Magari anche Ashley ne era rimasta intrigata e lui se ne stava solo approfittando per divertirsi un po' per poi stufarsi e spezzarle il cuore.

Era l'unica spiegazione che riusciva a darsi o forse l'unica a cui voleva credere.

«E cosa aveva dimenticato Ashley di tanto importante da spingerti a fare questo viaggio per riportargliela?» domandò Sophia, scaltra come una volpe.

Aveva intuito che la sua venuta non aveva niente a che vedere con qualche fantomatico oggetto indispensabile per la sopravvivenza di Ashley e si voleva giusto un po' divertire a stuzzicarli.

«Il libro che le serviva per l'esame di questo mese, suo padre mi ha chiesto cortesemente di farlo visto che lui è impegnato col lavoro» rispose subito Matt, senza scomporsi e senza fare una piega, facendo sfoggio della sua migliore capacità di improvvisazione.

Ashley rabbrividì e lanciò un'occhiata furibonda a Sophia. Odiava quando la riccia si divertiva a metterla in imbarazzo, ma la sua amica non si fece intimorire.

«Che strano, Ashley mi aveva detto di aver già ripreso a studiare per quella materia!» la provocò, accennando un ghigno malefico.

«Infatti, ma devo studiare da due libri e l'altro lo avevo dimenticato da mio padre!» si giustificò la rossa con un tono nervoso e stridulo, premurandosi di mollare un calcio nemmeno tanto gentile alla sua amica da sotto il tavolo, per intimarle di smetterla, facendole emettere un piccolo lamento e sghignazzare, subito dopo. In ogni caso il suo avvertimento andò a buon fine perchè Sophia decise di non infierire oltre e di ritenersi soddisfatta così.

Ashley era arrossita ed era diventata visibilmente agitata, Matt se ne accorse, le sorrise e le poggiò una mano sulla coscia, carezzandola lievemente per farle sentire il suo conforto e calmarla, ma quel tocco ebbe su di lei un effetto tutt'altro che rilassante.

La sua mano, sopra la stoffa sottile del vestito, stuzzicò la sua pelle e le provocò dei brividi di piacere lungo la schiena che non provava da quell'ultima notte trascorsa insieme.

Si rese conto in quell'attimo che aveva un disperato bisogno non solo del suo amore 'spirituale' ma anche di quello fisico, ed era stato grazie a lui che Ashley aveva preso più confidenza con quell'aspetto di un rapporto, ugualmente importante, e aveva imparato a non vergognarsene e a viverlo appieno, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che il proprio corpo le trasmetteva.

Sollevò istintivamente lo sguardo verso il viso di Matt e lo colse mentre si passava la lingua sulle labbra per inumidirle, un gesto che aveva fatto senza l'obiettivo di provocarla ma che involontariamente la fece avvampare. Si ricordò che non aveva ancora potuto baciarlo e che ne aveva un desiderio folle come anche di riassaporare le sue carezze e i suoi abbracci e di avere le sue mani che vagavano su di lei.

Voleva sentirlo suo completamente e quella voglia la colse, improvvisa, in quel momento poco opportuno e il solo pensiero la fece diventare ancora più rossa in faccia, soprattutto perchè con loro c'era anche Tyler e lei si sentiva già troppo in colpa nei suoi confronti.

A quel punto Matt, perspicace come sempre, parve accorgersi di quello che le stava succedendo e per tutta risposta rafforzò la presa sulla sua gamba e cominciò a scorrere sempre più in alto, godendosi di soppiatto la visione del suo bel viso arrossato per lui.

'Che stronzo' pensò Ashley, sopraffatta da quelle sensazioni finchè non fu costretta, a malincuore, ad arrestare il pericoloso avanzare della sua mano e a lanciargli un'occhiata allarmata che gli fece piegare le labbra in un sorriso malizioso.

Ashley tracannò un bicchiere di acqua ghiacciata per placare i suoi bollenti spiriti, poi cercò di deviare la discussione per portarla a un argomento qualunque che non fosse Matt, il quale stava subendo un vero e proprio interrogatorio e lei sapeva quanto poco gradisse sentirsi sotto pressione.

«Allora, sono buoni i vostri panini?» provò a chiedere ma il suo tentativo fu un buco nell'acqua perchè dopo qualche breve commento la discussione tornò di nuovo al biondo forestiero.

«Abiti nella città del padre di Ashley?» chiese Sophia, sempre più appassionata alla conversazione, ignorando bellamente gli sguardi minacciosi dell'amica.

«No, ci ho vissuto con mia madre ma solo fino ai 16 anni, dopo mi sono trasferito da mio padre in un'altra città più grande, ed è lì che vivo attualmente – la informò Matt, mentre frugava nella sua tracolla per poi tirarne fuori l'accendino e una sigaretta, Ashley capì subito che doveva avere un gran bisogno di rilassarsi – trascorro con mia madre solo le vacanze estive, visto che è una città di mare, e da un anno lei sta col padre di Ashley per questo motivo ci siamo conosciuti e abbiamo vissuto insieme il mese scorso – dichiarò, attirandosi un'occhiata di odio da parte di Tyler che Matt fece finta di non notare, poi si portò la sigaretta tra le labbra e rivolse lo sguardo ai presenti – scusate, vi dà fastidio se fumo?» chiese loro, alternando lo sguardo tra Sophia e Tyler. Non aveva potuto fumare durante il tragitto con la macchina e adesso ne sentiva una voglia quasi impellente.

«Ma no, tranquillo, fai pure!» lo autorizzò Sophia, aggiustandosi gli occhiali sul naso, Tyler si limitò a scrollare le spalle e voltarsi dalla parte opposta, Ashley sospirò a quella scena.

Matt si accese la sigaretta e gettò fuori una nuvola di fumo, rilassandosi sullo schienale e apparendo già più disteso. Sebbene Ashley non approvasse quel suo vizio, sapeva benissimo che fumare lo aiutava a distendere i nervi e quell'occasione era abbastanza pesante da tollerare senza un piccolo aiuto.

«Allora sei qui di passaggio? Avrai qualcosa da fare nella tua città, no?»

Tyler formulò quella domanda con spietata freddezza, Matt si voltò a guardarlo negli occhi, mentre Sophia li sgranò ed Ashley trattenne il fiato.

Era la prima volta che Tyler rivolgeva la parola a Matt e lo aveva fatto con una domanda che sembrava casuale ma nel suo caso non lo era.

Aveva intuito quale fosse il punto debole della loro relazione e stava girando il coltello nella piaga. Matt non apparteneva a quel luogo e la sua vita si svolgeva altrove, prima o poi avrebbe salutato Ashley, sarebbero stati lontani e qualsiasi cosa ci fosse tra loro avrebbe resistito?

Ashley abbassò lo sguardo mentre Matt continuò a fissare Tyler senza segni di irrequietezza.

«Certo che ho da fare, studio ingegneria elettronica all'università, suono in una band e aiuto mio padre col suo lavoro da fotografo» rispose, sul viso di Tyler si dipinse uno strano sorriso.

«Sono un bel po' di cose, ti prenderanno molto tempo» commentò.

Matt non era stupido e colse il riferimento al fatto che probabilmente sarebbe stato faticoso conciliare tutti i suoi impegni con Ashley, ma lui non aveva più paura, non voleva essere pigro e apatico come un tempo e vivere solo alla giornata, sentiva una nuova energia scorrergli nelle vene.

«Già, non è facile, ma per fortuna so organizzarmi» ribattè, senza alterarsi o alzare il tono della voce, Tyler rimaneva pur sempre un amico di Ashley, lei pareva tenerci e Matt non voleva litigare con lui o comportarsi da stronzo.

Tyler, comunque, detestò la maniera sicura con cui l'aveva detto insieme ai suoi occhi pacati, che riflettevano la serenità di chi sa di avere in ogni caso vinto.

Perchè Ashley era sua e lui non poteva fare niente per cambiare la situazione, per far mutare i sentimenti della ragazza, che non lo ricambiava da anni. Ci aveva provato per tanto tempo e adesso non gli rimaneva che accettare la sconfitta.

«Ero sicura che fossi un musicista, ci avrei giurato, guardandoti lo si capisce subito! - esclamò Sophia, provando a smorzare la tensione che si era creata e ad aiutare Ashley, che non aveva idea di come comportarsi per mediare tra il ragazzo che amava e il suo amico innamorato di lei e per questo riservò all'amica un'occhiata colma di gratitudine – che strumento suoni?» continuò a chiedere.

«Il basso principalmente, ma so suonare anche il pianoforte» rispose Matt e mentre l'atmosfera si alleggeriva e la discussione virava verso il campo musicale, lo sguardo di Tyler si soffermò casualmente sulle mani di Matt e sulle sue dita affusolate, tipiche di chi suona.

Immaginò quante volte quelle stesse mani avessero sfiorato o toccato Ashley in chissà quanti modi mentre a lui non era concesso e quel pensiero lo fece impazzire di gelosia per l'ennesima volta benchè adesso un barlume di rassegnazione cominciò a fare la sua comparsa.

Pensare Ashley tra le braccia di quel ragazzo faceva male, ma c'era una cosa che lo faceva ancora di più ed era vedere come il suo umore fosse cambiato radicalmente nell'esatto momento in cui Matt aveva fatto irruzione da loro.

Sembrava aver riacquistato vitalità e colore, arrossiva, gli occhi erano pieni di gioia e risentì la sua risata cristallina e spensierata. Se non l'avesse visto coi suoi occhi avrebbe stentato a credere che lo stato d'animo di una persona potesse modificarsi così nettamente in così breve tempo e la causa era stata l'arrivo di quel tipo.

Aveva il potere di influenzare il suo umore, di renderla felice e di farla sorridere. Ashley era innamorata di lui ed era fin troppo evidente.

Tyler quel potere non l'avrebbe mai avuto e forse era servito vedere con i propri occhi come Matt fosse stato capace di fare in un minuto quello che lui non sarebbe riuscito a fare nemmeno in tanti anni, perchè mettesse una pietra definitivamente sopra i suoi sentimenti.

Adesso era finita, sul serio.

Ashley vide Matt passarsi una mano sulla fronte e socchiudere per un attimo gli occhi.

Era stanco, all'improvviso le strinse la mano e lei la interpretò come una richiesta d'aiuto silenziosa e gli carezzò un braccio.

«Forse è meglio se adesso andiamo, devi essere esausto!»

Matt annuì debolmente, la stanchezza di quelle ore di viaggio e tutte le chiacchiere cominciavano a pesare sulla sua testa.

Senza esitare Ashley salutò gli amici, riservò un'occhiata a metà tra il dispiaciuto e l'imbarazzato a Tyler, e poi sparì con Matt.

 

Tyler e Sophia li imitarono subito dopo e si avviarono verso casa.

Lui non proferiva parola e Sophia immaginò il perchè.

«Tyler! - lo chiamò, senza ottenere risposta – Tyler!» riprovò, aumentando il volume della voce.

«Che c'è?» rispose stavolta il ragazzo, senza però voltarsi e continuando a camminare.

«Beh, come stai?» domandò timidamente Sophia.

«Perchè mi chiedi come sto? Come dovrei stare, scusa?» ribattè in maniera un po' brusca. Aveva capito benissimo il perchè di quella domanda ma non voleva la compassione di nessuno.

«Sai, io non so se l'hai capito, ma... suppongo che quel ragazzo... io penso che lui ed Ashley stiano insieme» balbettò a fatica.

«Lo supponi o lo sai?» domandò con poca gentilezza Tyler, stavolta si fermò e si girò a guardarla.

Sophia rabbrividì, non sapeva fin dove potesse spingersi nel raccontarle ciò che Ashley le aveva rivelato. «Non ne ho la certezza, ma con molta probabilità è il suo ragazzo» ammise.

Tyler strinse i pugni «Se è così avrebbe fatto meglio a dirlo invece di nascondersi»

«Ashley non si trova in una bella situazione e la colpa è anche tua, Tyler! - trovò il coraggio di accusarlo – lei non ti ha mai fatto credere di provare qualcosa per te che non fosse amicizia ma tu ti sei illuso e l'hai messa in una posizione scomoda!»

Il silenzio calò tra loro, Tyler non osò ribattere, Sophia aveva perfettamente ragione ma a lui non andava di confessarlo, non in quel momento che lo aveva indebolito e messo a dura prova.

«In ogni caso lui si sta solo divertendo con Ashley, si è fatta abbindolare dal suo bel faccino e scommetto che se ne è approfittato portandosela a letto e così continuerà a fare finchè non la farà soffrire, come in questi giorni!» affermò con rabbia. Non voleva accettare che tra quei due ci fosse un sentimento vero, era qualcosa che non era pronto ad ammettere.

«Come puoi dire questo? Ashley non è mai stata una stupida e non è il tipo da farsi calpestare così! E poi pensi che uno come Matt abbia bisogno di farsi quattro ore di strada in macchina sotto il sole per un po' di sesso? Quello che dici non ha senso ed è anche irrispettoso nei confronti di Ashley! - urlò Sophia, poteva tollerare tutto, ma non quelle offese gratuite contro la sua amica – e poi io l'ho guardato negli occhi e ho visto che è sincero con lei. Sai che non mi sbaglio e che ti piaccia o no penso che faccia sul serio con lei!» aggiunse, col fiato ormai corto.

«Comunque a me non interessa più, non ne voglio sapere e adesso me ne vado!» la liquidò Tyler, dopo averla sorpassata e lasciata indietro.

C'era tanta amarezza nelle sue parole e quella rabbia era comprensibile in fondo, ma Sophia era certa che l'avrebbe smaltita e alla fine sarebbe riuscito a superare quella delusione.

 

«Spero che non ti abbiano dato troppo fastidio tutte quelle domande, Sophia è fatta così ma non è una cattiva ragazza, è una delle poche persone di cui mi fido!» disse Ashley mentre si allontanava dalla piazza insieme a Matt, le loro dita intrecciate.

«Ma no, tranquilla, è normale che volesse saperne di più!» le sorrise Matt.

Ashley ricambiò il sorriso e continuò a camminare accanto a lui.

Ancora non credeva che fosse tutto vero, fino a quella mattina era immersa nella tristezza e nella rassegnazione e adesso era insieme a lui e stavolta poteva davvero credere che fossero diventati una coppia. Matt le si era dichiarato e aveva intenzione di lottare per loro e lei non voleva essere da meno. Sapeva che non sarebbe stato tutto facile e che molti cambiamenti e sacrifici la attendevano e non poteva negare di esserne un po' spaventata, ma era pronta a fronteggiarli se la ricompensa sarebbe stata lui.

Si sentì in un bel sogno dopo quella serie di incubi terribili e quasi aveva paura di svegliarsi e rendersi conto che fosse tutto un'illusione.

Presero una strada laterale e all'improvviso Ashley si arrestò, la sua mano era ancora stretta in quella di Matt e questo lo costrinse a fermarsi a sua volta.

«Qualcosa non va?» le chiese, sorpreso, contraendo la fronte.

Ashley non rispose, si mise davanti a lui e lo guardò intensamente, il suo cuore cominciò a martellare e un lieve tremore la scosse, poi lo afferrò per la maglietta e lo tirò a sé, Matt spalancò un po' gli occhi, ma non ebbe il tempo di chiederle nulla che lei lo baciò, gettandogli le braccia al collo.

Non aveva più resistito e non le importava di essere nel bel mezzo della strada, in quel piccolo paese dove la gente mormorava e scene come quelle venivano guardate storte dalla maggior parte delle persone. I giudizi degli altri non le interessavano più, se ne era liberata una volta per tutte. Matt ricambiò il suo bacio, lo rese più profondo e le prese il volto con le mani.

Lentamente la spinse verso il muro, imprigionandola col suo corpo e continuò a giocare con le sue labbra, fino a incontrare la sua lingua e rincorrerla, assaporando quel bacio tanto desiderato e insperato.

Nessuno di loro due pensava di poter riprovare quella dolce sensazione una volta ancora e ciò rese quel contatto ancora più prezioso e intenso.

Si stringevano forte fino a farsi male, il fiato cominciò a scarseggiare ma nessuno di loro due aveva intenzione di fermarsi. Era troppo inebriante l'emozione di sentirsi di nuovo uniti dopo aver creduto di essersi detti addio per sempre e quel desiderio cresceva sempre di più. Le mani di Matt presero ad accarezzarle i fianchi e la schiena, la attiravano a sé senza tregua travolgendola ed Ashley si sentì tremendamente bene sovrastata dal suo calore e un piacere fortissimo la invase.

A fatica riuscì a riprendere un po' di lucidità e a ricordarsi che si trovasse in un luogo pubblico e non poteva perdere il controllo.

Allontanò il viso dal suo e gli posò le mani sul petto: lo sentiva andare su e giù freneticamente mentre respirava, evidentemente anche lui era affannato per la troppa foga.

«Mi mancava tutto questo, mi mancavi tu, Matt» gli sussurrò all'orecchio, alzandosi leggermente sulle punte per stringerlo di nuovo con delicatezza.

«Mancava anche a me, non sai quanto, ma adesso è tutto finito, non ti lascio più» le promise, baciandole il collo e risalendo fino a incontrare nuovamente la sua bocca e ricominciare, instancabilmente.

«Sarà meglio andare» propose Ashley poco dopo, approfittando di un momento di pausa tra un bacio e l'altro e cercando di ricomporsi.

Matt si staccò da lei dopo averle sfiorato le labbra un'ultima volta e riprese a camminare.

«Già, a proposito, non è che conosci qualche posto dove posso rimanere a dormire stanotte?» le chiese.

Ashley lo osservò accigliata e perplessa. «Cosa? Stai scherzando? É ovvio che starai a casa mia!» si affrettò a mettere in chiaro la ragazza.

«Non vorrei dare disturbo, sono arrivato qui all'improvviso!» disse Matt, scompigliandosi i capelli.

«E non smetterò mai di ringraziarti per averlo fatto – Ashley gli si aggrappò a un braccio, poi prese la sua mano e lo trascinò ancora più forte – ma non voglio sentire scuse, starai da me! Hai presente mio padre? Beh, dimenticalo, mia madre è totalmente diversa, ama la confusione e avere gente intorno, a casa mia non regna mai il silenzio, c'è casino a tutte le ore e le mie sorelle sono due uragani! Ti accorgerai che saranno loro a dare disturbo a te e non viceversa!» le spiegò ridendo, ormai i musi lunghi e gli occhi mesti erano solo un brutto ricordo.

«Sembra divertente! Ok, mi hai convinto!» accettò Matt, poi vide Ashley addolcirsi in viso.

«Sai, alla fine ho parlato con mia mamma e... si è sistemato tutto, non pensavo potesse essere così bello riaverla nella mia vita!» gli raccontò, Matt le cinse i fianchi con un braccio per avvicinarla a sè, poi le depositò un lieve bacio sulla fronte.

«Sono davvero felice per te, sembra che alla fine ogni cosa stia andando a posto, non credi?»

Ashley scosse la testa, avrebbe voluto rispondergli con entusiasmo ma non le era ancora possibile.

«Già, ma manca ancora qualcosa» disse, facendosi scura in volto.

«Parli di Tyler? - indovinò Matt – credo che abbia tentato più volte di incenerirmi con lo sguardo oggi»

Ashley soffocò una risata con la mano. «Beh, cerca di capirlo, non deve essere facile per lui» provò a giustificarlo.

«Lo so, ma io non rinuncio a te, soprattutto dopo aver rischiato di perderti» pronunciò serio.

Il cuore di Ashley ebbe un sussultò a quelle parole, poi sentì la sua mano sul fianco che la stringeva ancora di più forte.

«Guai a te se lo fai» lo minacciò, scherzando.

In quel momento giunsero davanti alla porta di casa di Ashley.

La ragazza infilò la chiave nella serratura ma fece giusto in tempo ad entrare che un rumore di sobri passi da elefante la accolse. Sembrava che una mandria impazzita si stesse catapultando all'ingresso. Invece si trattava solo di sua sorella Phoebe, come immaginava.

La vide spuntare trafelata e con la faccia stravolta, la guardava con gli occhi sbarrati e parve tranquillizzarsi solo quando la figura di Matt comparve dietro di lei.

Ashley fece per aprire la bocca e chiederle che diamine avesse stavolta, ma la sorella la anticipò, urlando con la sua proverbiale soavità.

«Oh, grazie al cielo siete insieme tesoro, sono stata così in pensiero!» esclamò, gettando le braccia al collo di una Ashley sempre più stranita, poi si staccò da lei e si rivolse a Matt, che la guardava con aria indifferente.

«Matt, è andato tutto bene vero? Dimmi di sì, insomma, state assieme giusto?» attaccò a domandargli, ignorando sua sorella, che adesso non ci capiva proprio più niente.

«No, scusate, voi due vi conoscete? Qualcuno per favore mi vuole spiegare che cavolo sta succedendo?» sbottò, con un'espressione a dir poco allucinata stampata in viso.

Perchè certe scene assurde dovevano capitare sempre a casa sua?

«Scusami Ashley, mi sono dimenticato di dirti che, prima di venire a cercarti in piazza, ero passato da casa tua, mia madre era riuscita a procurarsi l'indirizzo chiedendolo a tuo padre. Tu non eri a casa e mi ha aperto tua sorella, è stata lei a dirmi dove potevo trovarti» le spiegò con calma Matt.

In effetti, ora che Ashley ci pensava meglio, si spiegava anche perchè Matt si fosse recato proprio in quel luogo come se sapesse con certezza di poterla rintracciare.

Phoebe annuì con forza.

«Già, è proprio così sorellina – le confermò, poi la sorpassò e si piazzò davanti a Matt, allungando una mano – anzi, prima non ho avuto modo di presentarmi in modo decente ma adesso rimedio, piacere, io sono Phoebe, la sorella maggiore di Ashley, ma questo l'avevi capito!» cinguettò al settimo cielo.

Matt le strinse la mano, Ashley roteò gli occhi esasperata, 'nemmeno il tempo e già sua sorella si era fatta conoscere per la pazza esaltata che era', pensò sospirando.

«Ah, scusami se il nostro primo incontro è stato un po' turbolento, di solito non sono così» si premurò di precisare Phoebe, dopo le presentazioni.

«In che senso? Che cosa avresti fatto?» chiese Ashley, lanciandole un'occhiata sospetta.

«Mi ha quasi sbattuto la porta in faccia» dichiarò Matt, serafico.

«Posso spiegare, mi sembrava un venditore porta a porta, adesso li prendono carini per fare colpo sulle casalinghe e invogliarle a comprare le loro diavolerie!» tentò di spiegare l'equivoco, rivolgendosi alla sorella, che però sospirò per l'ennesima volta quella mattina e si coprì la faccia con una mano, completamente rassegnata.

Poi, non contenta, si avvicinò a Matt e gli sbandierò un dito davanti alla faccia.

«E tu, biondino, fai poco lo spiritoso, guarda che se fai stare di nuovo male mia sorella dovrai vedertela con me!» lo minacciò, ma non avrebbe spaventato nemmeno un cucciolo indifeso.

«Tranquilla, è l'ultima cosa che voglio» le rispose, ma invece di guardare Phoebe i suoi occhi si soffermarono su Ashley, come per ricordarle che era convinto e che non voleva più che soffrisse per colpa sua. Lei gli sorrise, quel sentimento era reciproco e anche lei avrebbe fatto di tutto per non deluderlo e provocargli altro dolore.

«Phoebe hai finito con le tue sceneggiate? Lascia stare in pace Ashley e quel povero ragazzo!» esordì Peter, facendo il suo ingresso e unendosi a quel trio.

«Meno male che ci sei tu, almeno riesci a fare rinsavire Phoebe!» rise Ashley, poi si rivolse a Matt per presentargli il ragazzo di sua sorella.

«Matt, lui è Peter, il fidanzato di Phoebe, nonché il santo che tra poco ci andrà a convivere!»

Matt lo guardò, era un ragazzo sui 25 anni, dai modi pacati e tranquilli e sembrava davvero l'opposto di quella furia. Cominciava sempre più a pensare che non era tanto insolito che due persone molto diverse riuscissero a trovare un equilibrio perfetto e sperò che anche tra lui ed Ashley sarebbe andata così.

«Ora per favore Phoebe, potresti smetterla di urlare e lasciarci un po' da soli? Matt è stanco e ha bisogno di tranquillità» la ammonì, spingendo delicatamente il suo ragazzo verso il salone e chiudendo la porta alle loro spalle. Finalmente un silenzio paradisiaco li avvolse e ogni rumore sparì.

Lo fece distendere e poggiare la testa sulle sue gambe, Matt chiuse gli occhi e si abbandonò a quel piacevole languore.

«Mio padre sa che sei qui?» chiese poi, intenta a lisciare i capelli di Matt, sparsi sulle sue gambe, con dei movimenti delicati delle dita.

«Non credo, mia madre gli ha estorto il tuo indirizzo con una scusa, voleva evitare di farlo stare in agitazione, sai come diventa pesante da sopportare quando è in ansia – la informò, parlando senza aprire gli occhi per lasciarli riposare – ma non preoccuparti, con lui le cose si sono sistemate, ormai, credo che ci darà la sua benedizione» affermò sereno, Ashley rise per quella sua affermazione quasi da medioevo che risuonò estremamente buffa.

Matt fece un leggero movimento con la testa sulle gambe di Ashley: fremeva perchè era indeciso se raccontarle o meno qualcosa che lo faceva vergognare di sé stesso, ma alla fine decise che non voleva tenerla all'oscuro di nulla.

«Quando te ne sei andata, mi ero chiuso di nuovo in me stesso, non facevo che stare in camera mia e parlare poco, tuo padre mi odiava perchè credeva che mi fossi preso gioco di te e non potevo dargli torto. Un giorno decisi di entrare nella tua stanza e...vederla così vuota, priva della tua presenza e delle tue cose fu un colpo troppo duro da digerire – iniziò a raccontare, Ashley stava in silenzio, ansiosa di sentire il continuo – quella sera mi sono ubriacato perchè non sopportavo più quel dolore, volevo solo che finisse anche se per poche ore. Per fortuna Mandy e gli altri mi hanno aiutato, ma quando sono tornato a casa non riuscivo ancora a reggermi in piedi e tuo padre mi ha trovato. Ero sotto l'effetto dell'alcool, gli ho confessato che ti amavo e poi ho pianto addosso a lui, ti immagini la scena patetica, no?» aggiunse Matt abbozzando un sorriso amaro, ma Ashley si era bloccata.

Il ragazzo allora ruotò la testa e la vide immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.

Le parole di Matt continuavano a rimbombargli in testa, si era fatto del male per colpa sua e lei non era stata capace di agire. Pensò che se lui non avesse preso l'iniziativa di raggiungerla forse sarebbe ancora a piangersi addosso senza combinare nulla e un alone di oscurità la circondò.

Matt si sollevò e la riscosse dolcemente ma senza grandi risultati.

«Mi dispiace Matt, tu hai fatto tanto per me e io non sono stata in grado nemmeno di combattere per riaverti» mormorò.

«Non è vero, tu eri venuta a cercarmi quella mattina, quando mi hai lasciato il biglietto, ma io ero scappato perchè non avevo il coraggio di vederti partire – le disse, poggiando la fronte con la sua – abbiamo solo avuto un pessimo tempismo, tutto qua! - la confortò, accarezzandole le guance e sorridendole – e poi le tue parole su quel foglio di carta sono state la spinta per convincermi a venire stamattina, quindi smettila di dire che non hai fatto niente, ok?»

La vide annuire e poi fece unire le loro labbra, ma poco dopo un rumore li costrinse a interrompere quel bacio.

Una voce squillante ma più sottile di quella di Phoebe risuonò per la casa, sembrava quella di una ragazzina.

Ashley saltò in aria e così anche Matt.

«Ah, che palle, deve essere tornata mia sorella July, te l'ho detto che qui da me non si sta mai un attimo in pace!» esclamò infastidita, mentre Matt rideva e capiva sempre più perche si fosse sempre definita la diversa della famiglia. Sembravano essere tutte molto chiassose ed esuberanti, a parte lei.

A dire la verità a lui tutto quel casino piaceva, per un'intera vita era stato più solo che in compagnia e il silenzio aveva rappresentato spesso il suo unico compagno.

Quella casa così piena di voci e rumori era qualcosa di insolito per lui e a cui non era abituato ma non gli dispiaceva, anzi, in qualche modo lo faceva stare bene.

E poi Ashley era adorabile quando metteva il broncio e faceva finta di arrabbiarsi, perchè lui lo sapeva che dietro quel suo sbuffare e incavolarsi celava in realtà tutto l'amore che provava per la sua famiglia.

Non fecero in tempo a uscire da quella stanza che una ragazzina dai lunghi capelli castani scuri spalancò la porta senza bussare, sorprendendoli in piedi davanti al divano.

«Ashley che ci fai chiusa qui – strillò, poi si accorse della presenza di un ragazzo e assunse un'aria meravigliata – con.. lui?» domandò.

«July, lui è Matt e..» ma sua sorella non la fece finire, si era già piazzata davanti al ragazzo e lo stava squadrando con un'espressione sospetta in viso.

«Tu chi sei? Sei il ragazzo di Ashley?» gli chiese, senza peli sulla lingua.

Ashley fu colta dall'imbarazzo, anche se ormai avevano palesato i loro sentimenti non era sicura se potesse già definirlo così, se lui fosse d'accordo. Non ne avevano parlato e Matt era nuovo a una situazione del genere e magari non avrebbe gradito. Stava già cominciando a farsi tutte quelle paranoie quando ci pensò proprio lui a toglierla da quell'empasse.

«Sì, sono il suo ragazzo» rispose con estrema tranquillità, mentre si abbassava al livello di July e le stringeva la mano.

Ashley trasalì, si voltò a guardarlo mentre sorrideva alla sua sorellina, come ipnotizzata.

«Wow, sembri il principe azzurro, solo in versione cattiva!» esclamò July, dando un'occhiata al modo in cui Matt era vestito e strappandogli una risata.

«July ma che dici? Sei incorreggibile!» la riprese Ashley ridendo, poi incrociò i suoi occhi con quelli di Matt e non ci fu bisogno di altre parole tra loro per esprimere la gioia che finalmente meritavano di provare.

 

  
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