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Autore: Rohhh    21/11/2016    0 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 40

 

«E dunque quanti anni hai?» domandò July a Matt, appollaiata alla poltrona coi gomiti poggiati sulle ginocchia, il mento sul dorso delle mani e gli occhi vispi ben puntati su quell'ospite inaspettato che le aveva acceso una improvvisa curiosità.

Matt era stato letteralmente preso in ostaggio da quella ragazzina che lo stava tempestando di domande e non lo mollava un attimo e per quel motivo era stato costretto a sedersi nuovamente sul divano, dove stazionava piantonato ormai da più di dieci minuti.

«Quasi 23» rispose pazientemente Matt, assecondandola.

«Perchè quasi? Quando li compi?» insistette lei, aggrottando leggermente le sopracciglia con aria estremamente concentrata.

Matt sbuffò lievemente, facendo attenzione che July non se ne accorgesse per non risultare maleducato, e si chiese come mai la sua ragazza l'avesse salvato dalle urla di sua sorella maggiore poco prima e adesso, invece, lo stesse lasciando tra le spietate grinfie della sua sorellina, che non mostrava alcuna intenzione di voler terminare a breve quell'infinito questionario.

Si voltò verso Ashley, nella speranza di ricevere un qualche aiuto, e vide che era rimasta in piedi con la schiena poggiata al muro, intenta a rosicchiarsi le unghie, cosa che faceva davvero molto di rado e di solito solo quando era attanagliata da un forte nervosismo.

Il suo sguardo era rivolto a sinistra, verso il corridoio che portava all'ingresso di casa, e non accennava a spostarsi da quella direzione, la sua mente pareva essersi totalmente estraniata dalla realtà, come invasa da chissà quali preoccupazioni, che le avevano fatto distogliere l'attenzione da ciò che succedeva in quella stanza.

Fremeva vistosamente e le sue gambe molleggiavano, non riuscivano a stare ferme un secondo.

Matt capì che qualcosa la turbava e le aveva causato quel repentino cambiamento di stato d'animo e prese a chiedersi di cosa potesse trattarsi.

«A Ottobre, tra poco più di un mese» rispose alla domanda di July, mentre con la coda dell'occhio continuava ad osservare Ashley.

«Sei dello stesso anno di Phoebe, allora, solo che lei è un po' più grande di te, è nata a Gennaio – commentò la ragazzina, la vide parlare sottovoce tra sé e sé, impegnata a gesticolare come se stesse facendo dei calcoli, per poi illuminarsi – e sei dello Scorpione, giusto?» lo additò, aspettando di sapere se ci aveva azzeccato.

«Ci hai preso, ragazzina!» le confermò, un sorriso spuntò sul viso di July.

«Devo dire che ti calza, i nati sotto il segno dello Scorpione hanno una personalità attraente e magnetica, a occhio e croce sembri averla – lo informò, mentre gli dava nuovamente una rapida squadrata – Ashley è nata il 5 Aprile, è dell'Ariete, devo controllare com'è l'affinità amorosa tra i vostri due segni» aggiunse poi, seria e professionale.

La fissa di July con i segni zodiacali era nota all'intera famiglia e nessuna di loro si era potuta sottrarre alle sue dettagliate analisi su personalità, carattere, inclinazioni, e affinità, degne del migliore oroscopo.

«Sembri molto informata, cosa sei, una piccola astrologa in erba?» gli chiese Matt, divertito, per un attimo si concentrò solo sulla ragazzina di fronte a lui.

July scoppiò a ridere «Sei simpatico! Comunque no, semplicemente mi piace credere che parte di quello che siamo provenga dalle stelle nel momento in cui nasciamo, come se fosse il nostro destino, è un'ipotesi affascinante!» gli spiegò, con gli occhi color cioccolato sempre più interessati alla discussione.

«July, dov'è la mamma?» si intromise Ashley, che, finalmente, parve essersi ricordata di non essere sola in quel salone.

Matt la guardò, continuava imperterrita a osservare il corridoio e capì che quella domanda non era per niente casuale ma al contrario doveva avere a che fare con la sua stranezza.

«É andata a parcheggiare la macchina e poi doveva passare dai nonni per lasciare loro delle cose, non sono andata con lei perchè la nonna mi stressa con tutte quelle domande su papà, se mi dà abbastanza soldi, se mi trascura, quante volte mi viene a prendere... – rispose annoiata e piuttosto infastidita per essere stata interrotta in uno dei suoi argomenti preferiti, poi si voltò verso Matt e si premurò di dargli dei chiarimenti – io ed Ashley non abbiamo lo stesso padre, suona un po' strano vero? In ogni caso per me lei è comunque mia sorella. Lo sapevi questo?»

«Sì, mi ha raccontato tutto» le sorrise Matt, era bello vedere come fossero tutte e tre molto legate tra loro nonostante avessero in comune solo la madre.

July, a dispetto della sua giovane età, aveva raccontato quel particolare con grande tranquillità dimostrando una elevata maturità, spesso rara da riscontrare nei suoi coetanei e Matt comprese che probabilmente quella situazione l'aveva fatta crescere più in fretta, un po' come era stato per Ashley, con la differenza che lei non l'aveva presa con così tanta filosofia, ai tempi. C'erano voluti molti più anni perchè riuscisse ad accettarla del tutto.

Proprio lei, nel frattempo, aveva debolmente annuito alle informazioni ricevute su sua madre, per poi ritornare con la testa fra le nuvole, rapita dai pensieri.

«E tu, perchè avevi lasciato mia sorella e adesso hai cambiato idea?» gli domandò candidamente July, infine, spiazzandolo e facendolo cadere in un profondo imbarazzo. La loro storia era complicata da spiegare a chiunque e ancora di più a una curiosa e sfacciata dodicenne e lui proprio non era abituato ad avere a che fare con i ragazzini.

Cominciò a balbettare dopo aver realizzato che, neanche in quel caso, Ashley sarebbe venuta in suo soccorso, ma con sua grande sorpresa ci pensò Phoebe a tirarlo fuori da quella trappola.

Irruppe nella stanza come una furia e a grandi passi raggiunse la sorellina in un batter di ciglia.

«July, vuoi venire subito qua? Hai lasciato un macello, l'ingresso è pieno di buste e non ho intenzione di toglierle io!» la sgridò mentre la afferrava per un braccio, obbligandola ad alzarsi dalla poltrona e a seguirla.

«Ma..ma.. lasciami! Stavo parlando con Matt!» si lamentò la minore, contorcendosi nel tentativo di liberarsi dalla presa ferrea di Phoebe.

«Appunto, smettila di importunarlo, non ti sarai mica presa una cotta per lui?! Guarda che è il fidanzato di tua sorella e poi sei ancora troppo piccola per queste cose, quante volte devo dirtelo?» la prese in giro, facendola arrossire come un peperone e riuscendo nell'obiettivo di farla stare zitta.

Matt si voltò a guardare la sua salvatrice, mimandole con le labbra un 'grazie', Phoebe gli strizzò un occhio in risposta, poi abbandonò definitivamente la stanza insieme a una July ancora imbronciata.

Rimasto solo con Ashley, Matt si alzò e le si avvicinò, prendendole delicatamente un braccio, quel tocco improvviso la fece sussultare sotto la sua mano.

«Oh, Matt, mi hai spaventata!» esclamò confusa.

«Sei tornata su questo pianeta o sei ancora in un universo parallelo in cui io non esisto?» le domandò sorridendo e tirandola a sé per i fianchi.

«Scusami, è solo che...» iniziò, cercando di pescare le parole adatte per descrivere il motivo che l'aveva resa così pensierosa, ma Matt l'anticipò. «Hai paura di presentarmi a tua madre, non è così?»

Ashley trasalì e pensò che Matt dovesse essere dotato per forza di un qualche dono che gli permetteva di leggerle nella mente, altrimenti proprio non si spiegava come ogni volta riuscisse sempre ad indovinare cosa la assillava.

Guardò i suoi occhi limpidi e subito l'attraversò il sospetto che potesse aver pensato che si vergognasse di lui o che non fosse certa dei suoi sentimenti. Non voleva per nulla al mondo che un tale dubbio potesse insinuarsi dentro di lui perchè era quanto di più lontano dalle sue vere motivazioni e si affrettò a precisarglielo.

«Matt non fraintendermi, ti prego! Tu sei stupendo, ti amo e non sono mai stata più sicura di qualcosa nella vita come adesso! - gli disse, poggiando le mani sulle sue spalle e stringendogliele dolcemente, lui la baciò, facendole capire che le credeva senza ombra di dubbio – è solo che...avevo parlato di te a mia mamma e di come ci fossimo separati per la distanza...ma non le ho raccontato come ci siamo conosciuti. Insomma, lei non sa chi sei» arrivò dritta al punto, abbassando lo sguardo, presa dai sensi di colpa per aver omesso quel dettaglio che adesso le stava creando quelle ansie.

Matt rimase un attimo in silenzio a osservarla, in effetti anche lui in passato aveva pensato che quel particolare avesse potuto portare scompiglio a casa di Ashley, ma poi era stato talmente travolto dall'amore per lei da averlo messo totalmente nel dimenticatoio.

«Ho capito, pensi che possa costituire un problema per lei sapere chi è mia madre?» le domandò pacato, sollevandole il viso con una mano.

«Beh, non credo, in fondo mia madre e mio padre sono sempre rimasti in ottimi rapporti e non hanno mai avuto screzi a causa delle loro successive relazioni con altre persone. Poi lei ha una mentalità molto aperta e sarebbe strano se si facesse condizionare da una simile sciocchezza...- scosse la testa e provò a riacquistare la calma - sai che ti dico? Lascia stare, è che stavo correndo un po' troppo oltre con l'immaginazione e... – si fermò ed evitò di continuare quella frase mentre un lieve rossore, che non passò inosservato a Matt, aveva colorato il suo volto – sono solo una stupida, non farci caso!» lo tranquillizzò, accarezzandogli una guancia.

Matt aprì la bocca per ribattere, ma il suono del campanello attirò l'attenzione di entrambi.

«Deve essere proprio lei! - commentò Ashley, con un tono vagamente nervoso, poi si girò verso Matt e gli afferrò la mano – vieni su!» gli sorrise, facendo trasparire comunque un pizzico di inquietudine e agitazione.

Ashley odiava stare al centro dell'attenzione, avere gli occhi di tutti puntati su di lei e la presentazione di quel ragazzo, per il quale fino al giorno prima versava fiumi di lacrime, come suo fidanzato, rientrava di diritto nelle situazioni assurde e imbarazzanti che le facevano desiderare di sprofondare sotto il pavimento all'istante.

Sapeva anche, però, che doveva farlo, sarebbe stato il primo segnale di cambiamento nella sua vita e inoltre lo doveva a Matt, che si era avventurato per ritrovarla senza nemmeno avere la certezza di essere ancora ricambiato. Affrontare le sue paure e affermare il suo amore senza timori era il minimo che potesse fare per lui e per ripagare il suo gesto.

Phoebe lanciò un'occhiata rassicurante ad Ashley per infonderle coraggio e farle sentire il suo sostegno, poi aprì la porta e accolse sua madre, togliendole dalle mani dei pacchi pesanti per alleggerirla e facendosi aiutare da Peter a trasportarli in cucina.

Nancy, libera dai pesi, fece il suo ingresso in casa, era ormai pomeriggio inoltrato e il cielo cominciava a imbrunire, così accese la luce del corridoio e appese la sua borsa sull'appendiabiti.

«Phoebe siete tutte a casa? É già tornata Ashley?» chiese, mentre si toglieva la giacca e sistemava i capelli leggermente scompigliati dal venticello serale, ma la maggiore delle sue figlie non fece in tempo a ritornare dalla cucina per risponderle che Ashley sbucò dal salone, precedendola.

«Sì, sono a casa, mamma» le rispose, Nancy notò che sembrava rigida ed estremamente tesa in volto e assottigliò gli occhi per scrutarla meglio.

Era ancora molto preoccupata per Ashley e per il suo umore di quei giorni e anche se non voleva darglielo a vedere, cercava di stare molto attenta a ogni suo anche più impercettibile cambiamento per accertarsi che non si deprimesse troppo.

Si avvicinò a lei ma, quando Ashley fece un ulteriore passo in avanti, si accorse che non era sola e che teneva per mano una persona, che si rivelò presto essere un ragazzo.

Nancy si arrestò, osservò il giovane accanto a sua figlia, il suo viso le era sconosciuto e il suo aspetto era abbastanza insolito, soprattutto accostato ad Ashley, ma lei non era mai stata il tipo da farsi influenzare dalle apparenze o dai pregiudizi. Non le ci volle molto a capire chi fosse e cosa stesse succedendo anche se quella svolta inattesa la stupì non poco.

I suoi occhi si addolcirono immediatamente.

«Mamma, lui è ...Matt, è il ragazzo che ho conosciuto in vacanza e di cui ti avevo parlato in questi giorni – cominciò a spiegarle, la sua voce era tremolante e quasi un sussurro, i suoi occhi carichi di tensione vagavano come saette dal pavimento a quelli di Nancy, senza tuttavia avere la forza di soffermarvisi, in faccia diventò rossissima, preannunciando già con quel colorito l'entità di ciò che stava per rivelare – lui è venuto da me stamattina e...» cercò di andare avanti, ma Matt si rifiutò di farle fare tutta la fatica da sola. Strinse più forte la sua mano per farle sentire la sua presenza ma anche per trarne incoraggiamento e la interruppe, guardò fisso negli occhi Nancy con determinazione e parlò.

«La amo e voglio stare con lei, per questo sono qui. Spero di non essere una sorpresa sgradita» disse, senza distogliere lo sguardo nemmeno una volta.

Ashley spalancò la bocca e lo guardò meravigliata ma colma di gratitudine, lui ricambiò regalandole uno stupendo sorriso.

Nancy sgranò gli occhi per l'intensità con cui quel ragazzo aveva pronunciato quelle parole e per come la aveva fissata, sembrava sicuro e sinceramente innamorato e non potè fare a meno di credergli, soprattutto dopo aver notato gli sguardi di intesa che lui e sua figlia si erano scambiati.

Ashley sembrava rifiorita e serena adesso che aveva sganciato anche quel peso dalle sue spalle, sorrideva come non le aveva mai visto fare in quei giorni, se non addirittura mai nella vita, e Nancy ringraziò il cielo che quel ragazzo fosse lì in quel momento e che tra loro le cose fossero tornate a posto, benchè non conoscesse ancora i dettagli di quella vicenda.

«Ma certo che no, sono lieta di conoscerti, Matt!» le porse una mano, che il ragazzo strinse subito, poi accarezzò il viso di sua figlia, navigava ancora nell'imbarazzo ma adesso appariva più sollevata.

Matt invece si soffermò ad osservare Nancy: era impressionante quanto sembrasse più la sorella di Ashley che sua madre.

Era giovanissima, ricordò dai racconti di Ashley che la aveva avuta quando non era ancora ventenne e facendo un rapido calcolo stabilì che dovesse avere circa 40 anni, almeno sei anni meno di sua madre, visto che lui invece era nato quando Monica di anni ne aveva 23.

Portava i capelli lunghi e castani scuri, leggermente ondulati sulle punte, la sua espressione era allegra e positiva, ispirava gioia e calore e faceva sentire subito a proprio agio, come un porto sicuro.

Dal portamento e dal modo in cui si muoveva e gesticolava sembrava molto giovanile e dinamica, uno di quei tipi attivi e instancabili, che difficilmente si scoraggiano, e non ci trovò tutta la formalità e compostezza tipica di sua madre e anche di Gregory. Doveva essere al contrario una persona molto alla mano e spontanea.

E poi gli occhi erano quelli di Ashley, identici.

«C'è una cosa che non ti avevo detto – la voce sottile di Ashley risuonò in quel corridoio, lo richiamò alla realtà e catturò l'attenzione di Nancy per una seconda volta – Matt l'ho conosciuto a casa di papà, perchè lui è il figlio di Monica, la sua compagna» dichiarò e stavolta lo fece con decisione, non vi era più traccia in lei dell'insicurezza che l'aveva fatta vacillare prima.

Nancy dischiuse le labbra per la sorpresa, se doveva essere onesta con sé stessa, quella era una notizia che proprio non si aspettava, Ashley le aveva accennato durante l'estate della presenza di quel ragazzo a casa di Gregory, ma non avrebbe mai potuto prevedere il verificarsi di un risvolto simile.

La sua meraviglia, comunque, durò mezzo secondo e non di più, la storia con Gregory era finita da anni, entrambi erano andati avanti per le rispettive strade, anche sentimentalmente, ma si rispettavano e avevano stima reciproca e non vedeva per quale bizzarro motivo la sua opinione su quel ragazzo sarebbe dovuta cambiare solo perchè sua madre era la nuova compagna del suo ex marito.

Nancy era di certo l'ultima persona capace di farsi turbare da una simile rivelazione, aveva condotto una vita non esattamente 'normale' e piuttosto disordinata, soprattutto in campo affettivo, ed era più che abituata a gestire situazioni fuori dal comune o alquanto anomale in famiglia, con tre figlie avute da tre relazioni differenti.

Davanti ai suoi occhi vedeva semplicemente un ragazzo, il ragazzo che sua figlia aveva scelto e che amava e lui la ricambiava, almeno stando a quanto aveva avuto modo di intuire, e per lei era più che sufficiente.

Del resto, delle chiacchiere, dei pregiudizi bigotti della gente che non faceva altro che giudicare, non le interessava un accidente.

Quello che contava era solo la felicità di Ashley, non le importava sapere altro.

Ashley passò dall'essere rossa al diventare pallida, tratteneva il respiro dopo la scarica di adrenalina che l'aveva aiutata a parlare e il suo cuore faceva le capriole già da qualche minuto, in attesa di una reazione da parte di sua madre, che però pareva abbastanza tranquilla.

«In realtà non vivo con mia madre da anni, io ed Ashley ci siamo conosciuti per una fortunata coincidenza, abito con mio padre in un'altra città e stavo proprio per fare ritorno lì, prima di decidere di rimediare allo sbaglio più grande che stavo per commettere. - precisò Matt, circondando le spalle di Ashley e stringendola a sé - Mi dispiace solo di essere piombato qui senza preavviso» si scusò poi, i suoi modi gentili ed educati, furono solo la conferma per Nancy che non bisognava mai fermarsi alle apparenze. Le venne in mente il pomeriggio passato con Ashley, quando le aveva aperto il cuore per la prima volta e si ricordò le parole di sua figlia nell'ammettere che era stato anche grazie a quel ragazzo se era riuscita a capire di aver sbagliato e di volere ricostruire il rapporto con lei.

Se anche Nancy avesse avuto un solo dubbio, sarebbe stato in ogni caso spazzato via.

«Capisco, avrete dato di sicuro filo da torcere a Gregory, conoscendolo! - rise, alludendo a quanto geloso fosse il suo ex nei confronti della figlia e immaginando il suo disorientamento quando aveva intuito che tra loro due fosse nata un'attrazione - Spero che potrai fermarti qui, almeno per stasera!» gli propose infine, Ashley tornò a respirare e si aggrappò al braccio del suo ragazzo.

Nel frattempo anche July, Phoebe e Peter si erano uniti al resto della famiglia.

«Mi farebbe molto piacere, se non è approfittare troppo» disse Matt, e subito ricevette una potente pacca sulla spalla da parte di Nancy.

«Ma stai scherzando? Non c'è nessun problema, anzi, adoro avere ospiti a casa, più siamo meglio è no?» insistette, convincendolo definitivamente.

«Ci sarai per il mio compleanno, allora?» strillò raggiante July.

Matt lanciò una rapida occhiata d Ashley, poi si rivolse alla ragazzina.

«E quando sarebbe?»

«Dopodomani, ho organizzato una festa!» gli fece sapere, i suoi occhi brillavano per l'impazienza che arrivasse quel giorno, si vedeva che doveva tenerci molto.

«July, Matt ha da fare, non so se può restare così tanto» intervenne Ashley, il suo tono deluso non gli sfuggì. Non avevano ancora avuto occasione di stabilire quanto si sarebbe trattenuto in città ed entrambi erano ben consapevoli di doversi separare.

La distanza non era stata annullata, quel problema avrebbe continuato ad esistere ma entrambi avevano deciso di rischiare e di sfidarla.

Matt l'aveva ritrovata da poche ore e il pensiero di dovere già pensare alla sua partenza di certo non lo rallegrava e l'espressione cupa di Ashley, che rifletteva il suo stesso stato d'animo, non lo fece più dubitare.

«Allora non posso perdermela, rimarrò qualche giorno qui, sempre se vorrete sopportarmi!» dichiarò, July esultò per avere un invitato in più alla sua festa ed Ashley abbracciò Matt, fregandosene di essere sotto gli occhi della sua intera famiglia, sempre più sbalordita ma felice di vederla maggiormente incline a manifestare le sue emozioni.

«Grazie» gli bisbigliò all'orecchio, evitando di essere sentita dai presenti, Matt le baciò una guancia.

«Sapete che vi dico? - la voce di Phoebe tuonò e costrinse i due a staccarsi e a guardarla – ne ho parlato con Peter e anche lui è d'accordo. Abbiamo deciso che anticiperemo il nostro trasferimento, Matt avrà bisogno di un posto in cui dormire e non mi va che finisca sul divano, lui ed Ashley hanno già sofferto abbastanza e hanno bisogno di un po' di tranquillità e privacy, avranno tanto da dirsi – la sua espressione si fece poi pericolosamente maliziosa – e da fare!» concluse ammiccando.

«Phoebe!» la riprese Ashley, che era saltata in aria per l'imbarazzo e si era fatta nuovamente rossa in viso. Quella sera, per colpa di tutte quelle emozioni e ansie, non riusciva a rimanere più di dieci minuti col suo solito colorito.

Persino Matt, di solito indifferente e abituato a battute e insinuazioni di quel tipo, apparve un po' a disagio.

Era davanti alla madre di Ashley e, anche se ormai aveva capito che fosse l'opposto di Gregory e fosse avvezza a parlare di qualunque argomento con le figlie, non la conosceva e ci teneva a non dare un'impressione sbagliata.

Nancy sorrise «Phoebe, non mettere in imbarazzo Ashley! - rimproverò bonariamente sua figlia, che se la rideva di gusto, specialmente dopo la reazione della sorella - Comunque se avete deciso così, io sono d'accordo, mi sembra una soluzione più che ragionevole» approvò.

«Davvero, non c'è bisogno che tu lo faccia, non voglio scombinare i vostri programmi! Andrà benissimo il divano!» provò ad opporsi Matt ma Phoebe fu irremovibile.

«Andiamo, non voglio di certo fare la terza incomoda fra voi due, fidati mi ringrazierai! E poi avevamo comunque stabilito di trasferirci subito dopo il compleanno di July, due giorni più o due giorni meno non fanno mica la differenza!» ribadì la bionda, intenzionata a non accettare altre opposizioni. Matt alla fine si arrese.

«Allora ragazzi, voi organizzate tutto per la vostra sistemazione, io corro a preparare la cena, tu July vieni ad aiutarmi, per favore!» esclamò Nancy, prima di sparire insieme alla minore delle tre in cucina.

«Ho ancora le valigie e le mie cose in macchina, vado a prenderle, allora» disse Matt ad Ashley, la ragazza lo accompagnò alla porta, assicurandosi che ricordasse la strada anche senza di lei e poi raggiunse Phoebe, che nel frattempo aveva mandato il suo ragazzo a casa loro per trasportare le ultime cose.

La biondina, inarrestabile come un tornado, trascinò Ashley sù per le scale, per sistemare quella che da quel giorno avrebbe cessato di essere la loro stanza in comune per trasformarsi in quella esclusiva di Ashley.

«Davvero, non dovevi Phoebe, non era necessario che anticipassi tutto così' all'improvviso!» continuò a ripeterle per l'ennesima volta, mentre spostavano il letto della maggiore e lo univano al suo per formarne uno intero a due piazze.

Phoebe si passò una mano sulla fronte, soddisfatta del lavoro e ammirò il risultato.

«Ti ho detto di smetterla, a me sta bene e poi non negare, so che non vedete l'ora di darvi da fare sotto le lenzuola!» la provocò, godendosi la sua faccia sconvolta.

«Phoebe, di nuovo! Quando la smetterai di dire certe cose?» si lamentò Ashley, nascondendo il viso con dei ciuffi di capelli e girandosi dalla parte opposta, con la scusa di recuperare un cuscino e delle coperte.

«Dai, dopo tanto tempo ti imbarazzi ancora per le mie battute piccanti? Pensavo ci avessi fatto l'abitudine!» ridacchiò, poggiando entrambe le mani sui fianchi con fierezza.

«E invece no, lo sai che sono fatta così!» ribattè Ashley, le sue labbra formarono un broncio davvero poco convincente.

Lo sguardo beffardo di Phoebe si intenerì immediatamente. Aggirò il letto e si riunì alla sorella, che stava in piedi dall'altra sponda, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo ancora semi offeso per la sua allusione spinta.

«Lo so, certo che lo so, e sono felice che tu sia rimasta così - le disse, addolcendo il tono della voce rispetto al suo solito, squillante e acuto – tante cose stanno cambiando in fretta, ma altre non cambieranno mai, ricordatelo sempre, sorellina!»

Phoebe guardò con dolcezza sua sorella: è vero, si stava trasferendo e non avrebbero condiviso più la stanza e la casa, ma il posto nel suo cuore sarebbe rimasto immutato, le avrebbe voluto bene anche di più e ci sarebbe sempre stata per lei.

Il viso di Ashley però rimaneva triste e malinconico, la vide muovere gli occhi attorno a sé come disorientata e confusa, come se non riconoscesse più quel luogo.

«Ehi, ma si può sapere cos'è questa faccia? - provò a riscuoterla, sollevandole il viso e costringendola a guardarla negli occhi – da ragazzina ti lamentavi spesso di non avere una tua camera e del fatto che combinavo sempre una confusione atroce ed eri costretta a studiare in cucina, non ricordi? Per non parlare di quando stavo con Peter e ti obbligavo a rinchiuderti nella cameretta di July! Beh, effettivamente un po' stronza lo sono stata!» ammise, alzando gli occhi al soffitto, Ashley non trattenne una risata a quei ricordi.

Ai tempi si arrabbiava tanto per quelle stupidaggini che sembravano problemoni e ingiustizie gravi, e adesso ne rideva e addirittura quasi le mancavano.

«Adesso avrai la tua stanza e quando Matt verrà a trovarti lo ospiterai senza problemi e potrete avere la vostra intimità – riprese Phoebe, contenta di averle strappato almeno una risata – e sono sicura che accadrà spesso, seriamente, quel ragazzo è innamorato perso di te! Avresti dovuto vedere la sua faccia stravolta quando ha bussato qui per cercarti, gliele si leggeva negli occhi tutta la paura e l'ansia nel pensare di averti persa!» le rivelò, accarezzandole i capelli per confortarla.

In realtà capiva benissimo cosa stava provando Ashley e anche lei stava nascondendo un bel magone. Lasciare casa sua, il luogo in cui aveva trascorso la sua infanzia e adolescenza e che era stato un po' il suo rifugio in tutti quegli anni non era certo una cosa facile e segnava comunque un momento cruciale nella sua vita. Adesso però non era il caso di lasciarsi andare a piagnistei e lacrime.

«Lo so, e sono felicissima, non puoi immaginare quanto, davvero ancora non riesco a credere che sia successo, che lui sia qui con me! – il suo intero viso si illuminò mentre parlava di Matt, ma subito dopo abbassò lo sguardo – è solo che...mi sembra ieri che gironzolavamo qui dentro da bambine, che non smettevi mai di parlare al buio quando invece io volevo dormire...a volte litigavamo e tu strillavi, ma tante altre ci siamo confidate e aiutate e pensare che questo periodo sia finito...mi mette solo un po' di tristezza, tutto qua» ammise timidamente.

Phoebe era un vulcano di energia mentre lei era sempre stata più calma e riflessiva e quando le loro due personalità si scontravano erano sempre scintille ben note al resto della famiglia e spesso Nancy era dovuta intervenire per fare da paciere tra le sue figlie per le loro più o meno serie discussioni, ma era altrettanto vero che nei momenti bui o di difficoltà si erano sempre sostenute e Phoebe lo stava facendo anche in quel frangente.

A volte era una rompiscatole allucinante ma non poteva negare di volerle un gran bene.

«Tesoro ti capisco e ci penso anche io, ma sto solo andando a stare qualche isolato più in là, sai che la mia porta sarà sempre aperta per te e poi passerò a trovarvi tutti i giorni, mica potete sbarazzarvi così facilmente di me! - le puntò il dito contro, simulando una minaccia e alterando il suo tono di voce per risultare spaventosa - Sinceramente ero tanto in pensiero per te e non volevo lasciarti sola in queste condizioni, ma adesso che le cose tra te e Matt si sono aggiustate so che sei in buone mani e felice e questo mi fa stare tranquilla.» le sorrise, prima di stringerla in un forte abbraccio.

Ashley ricambiò la stretta, indugiando tra le braccia di sua sorella per un po'.

Quando si staccarono avevano entrambe gli occhi umidi, Phoebe si asciugò qualche lacrima agli angoli, cercando di minimizzare l'accaduto e di evitare che il suo eyeliner sbavasse.

«Sù, ora smettila di farmi commuovere o mi rovinerò il trucco e cerchiamo di finire di preparare questo letto o stasera non saprete dove dormire!» scherzò, costringendola a riportare l'attenzione alle lenzuola, che giacevano ancora scombinate sul materasso.

«Da oggi in poi la tua vita cambierà Ashley, i tuoi ritmi, la tua quotidianità, tutto ciò a cui eri abituata verrà travolto e devi essere pronta!» le raccomandò poi Phoebe in uno dei suoi rari ma intensi attimi di serietà.

«Lo sarò» ribadì decisa, senza incertezze o dubbi nella voce.

 

Matt staccò la chiamata e ripose il cellulare nella tasca dei jeans.

Per la fretta di incontrare Ashley, quella mattina l'aveva dimenticato in auto e non appena era riuscito a recuperarlo aveva trovato almeno una trentina di chiamate perse da parte di sua madre.

L'aveva prontamente richiamata, sorbendosi una dozzina di rimproveri e di urla per l'ansia in cui l'aveva abbandonata senza farle avere notizie, e l'unica cosa che riuscì a calmarla fu sapere che con Ashley era andato tutto bene e che erano diventati una coppia. Matt giurò che le fosse sembrata persino commossa dalla voce. Adesso mancava solo di informare Gregory e Monica gli suggerì che forse sarebbe stato più corretto se fossero stati entrambi a dirglielo di presenza.

Gregory era più tradizionalista e ci teneva a queste cose e dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni, che li avevano avvicinati molto, anche Matt ritenne che meritava più di un semplice 'stiamo insieme' detto asetticamente dalla cornetta di un telefono.

Promise a sua madre che ne avrebbe parlato con Ashley, certo comunque che anche lei sarebbe stata d'accordo, e che presto avrebbero fatto un salto da loro per comunicarglielo.

Raccattò la sua valigia, si mise alle spalle la custodia del basso e lentamente cominciò a dirigersi verso casa di Ashley, facendo attenzione a orientarsi tra quelle stradine che non aveva ancora avuto il tempo di memorizzare a dovere.

Il caso volle che proprio lungo una di quelle vie si trovasse anche Tyler, che ritornava a casa dopo un allenamento.

Fosse successo nella sua grande città avrebbe pensato a una sfortunata coincidenza, ma il paese di Ashley era piccolo e probabilmente non doveva essere così inconsueto per gli abitanti incontrarsi per strada.

I due ragazzi si riconobbero, ma furono obbligati a incrociarsi.

Matt sollevò lo sguardo e gli fece un cenno con la mano, Tyler lo guardò fisso negli occhi ma non ricambiò il saluto.

Si fermò e lo vide passare, notò che si trascinava una valigia e quel particolare gli procurò una fitta al cuore. Avrebbe passato la notte a casa di Ashley e ciò non faceva che confermare il sospetto che lui fosse veramente legato a lei. Il solo pensiero di loro due insieme gli diede il voltastomaco, si irrigidì e strinse i pugni talmente forte da farsi male le nocche.

Dovette trattenersi dalla voglia di sferrargli un colpo in pieno viso, su quelle stesse labbra che chissà quante volte si erano unite a quelle della ragazza che amava e quanto ancora lo avrebbero fatto, ma sarebbe stato del tutto inutile e avrebbe peggiorato la situazione. Grazie al cielo in corpo gli era ancora rimasto un soffio di razionalità.

Matt lo sorpassò, Tyler rimase immobile ma la sua bocca non riuscì a frenarsi.

«Io non l'avrei mai fatta andare via» gli sparò, gelido e diretto, come un proiettile.

Non conosceva i dettagli ma non ci voleva granchè a indovinare la dinamica delle cose: gli era chiaro che si fossero separati a fine vacanza e che poi lui ci avesse ripensato e fosse tornato a riprendersela e, agli occhi di Tyler, Matt stava solo giocando con lei, come se fosse un premio da vincere per soddisfare il suo ego. Non poteva certo sapere quanto lontano fosse dalla verità.

Quelle parole colpirono Matt, erano le stesse che continuava a ripetersi dentro di sé, lui stesso era il primo a non darsi pace per quello che aveva rischiato e anche adesso, che aveva ottenuto una seconda possibilità, era arduo liberarsi di quella orrenda sensazione.

Non poteva dargli torto, si incolpava proprio per quello stesso motivo e aveva ammesso i suoi sbagli, ma non riusciva ad accettare di essere giudicato da chi non lo conosceva, da chi non aveva idea di quello che avesse sofferto nella vita e di come quelle esperienze lo avessero inesorabilmente segnato.

Ashley aveva stravolto e messo in discussione tutto il suo mondo e lui era solo un ragazzo, aveva creduto di non essere all'altezza di quel sentimento, di poterle fare del male, di contaminare la sua serenità. Aveva semplicemente avuto paura, l'emozione primordiale più comune nella storia dell' umanità, quella che blocca, ma che spesso salva la vita e dà la spinta per cambiare e ribaltare ogni cosa.

«Non lo dubito – gli rispose, altrettanto freddo e schietto – ma non si dovrebbe parlare di ciò che non si conosce»

Tyler rabbrividì ma preso dalla rabbia non si rassegnò a uscire sconfitto da quel confronto.

«La farai soffrire, è solo sesso per te, come con le altre, immagino» riprese ad accusarlo, Matt stavolta si voltò, i suoi occhi chiari si erano fatti terribilmente seri e minacciosi.

«Ti sbagli, è stato amore, sempre – affermò senza timore – e lei non è mai stata come le altre e mai lo sarà»

Tyler rimase lì, incapace di pronunciare altro di fronte a quella schiacciante confessione.

Pensava di potere essere l'unico ad amarla intensamente, che nessun altro gli avrebbe mai tolto quel primato, ma quel ragazzo sembrava aver fatto crollare tutte le sue certezze come un castello di carte al suo passaggio e a lui rimaneva solo un mucchio di macerie dentro al petto.

 

«Finalmente siamo soli! - esclamò Ashley sospirando mentre richiudeva la porta della sua stanza e raggiungeva il suo ragazzo, seduto sul bordo del letto, un piacevole silenzio regnava finalmente – mi dispiace per tutta la confusione, ti avevo avvertito che mia mamma e le mie sorelle sono rumorosissime» si scusò, abbracciandolo e poggiando la testa sulla sua spalla.

Avevano finito di cenare con tutta la sua famiglia, poi Phoebe e Peter erano andati via, tra saluti e abbracci, per la loro prima notte da conviventi e dopo un po' di conversazione davanti alla tv anche loro due avevano deciso di salire in camera. Era stata una giornata davvero piena di emozioni e di novità e la stanchezza cominciava a farsi sentire.

Matt la strinse «Non scusarti, a dire il vero mi piace essere circondato da tutto questo casino, ho vissuto una vita intera da solo, prima con mia madre, poi con mio padre che era spesso in giro per lavoro. Tutto questo è... piacevole, rassicurante» ammise sinceramente, Ashley sorrise poi spostò le labbra sul suo collo.

«Tua madre ci permette di dormire nella stessa stanza? Già la adoro!» scherzò Matt.

«Mia madre è di mentalità aperta e realista. É perfettamente consapevole che sarebbe inutile tenerci separati – rise lei, circondandogli il collo con le braccia - Invece preparati! Mio padre continuerà a farci dormire ognuno nella propria stanza quando torneremo da lui!»

«E noi continueremo a fare finta di farlo, allora!» le suggerì, poi la tirò a sé fino a portarsela a sedere sulle sue gambe. Ashley scoppiò a ridere, come da tanto non accadeva.

«É così bello che tu sia qui» gli sussurrò, aggrappata alle sue spalle, persa a guardare il viso di Matt così vicino al suo. Lui annullò quella poca distanza, baciandola con trasporto, poi le solleticò il collo col naso e avvicinò le labbra al suo orecchio.

«A cosa stavi pensando, oggi?» le bisbigliò.

«Eh? Quando?» chiese Ashley aggrottando le sopracciglia, non aveva ben capito a cosa si stesse riferendo.

Matt si allontanò da lei e fece scontrare le loro fronti.

«Prima che arrivasse tua madre, quando eri in ansia, avevi iniziato a parlare e poi sei arrossita – le chiarì, facendole ritornare in mente il momento a cui si stava riferendo – a cosa pensavi?» ripetè.

Ashley diventò nuovamente rossa e si staccò da lui, facendo leva con le mani sul suo petto per spingersi via.

«Ma niente..era un cretinata, lascia stare, davvero!» provò a insabbiare la questione, ma la sua reazione nervosa fece aumentare il desiderio di Matt di non desistere.

«No, adesso voglio saperlo!» insistette, divertito. Adorava vederla così imbarazzata e in difficoltà.

«Non se ne parla, ti ho detto che ero stata solo stupida!» farfugliò, cercando di resistere e di allontanarsi da lui, ma Matt rafforzò la presa salda attorno alla sua vita e le impedì di sfuggirgli.

«Allora vediamo, magari provo ad indovinare – le propose, con un tono furbo che preoccupò Ashley – scommetto che stavi pensando alla nostra situazione familiare ingarbugliata e a come sarà difficile gestirla in tutte quelle situazioni in cui saremo costretti a riunire le nostre famiglie, tipo il nostro matrimonio o i compleanni dei nostri bambini, non è così?»

Ashley divento bordeaux in viso e a Matt bastò quello per capire che anche stavolta ci aveva azzeccato.

«Matrimonio?... Bambini?... ma sei pazzo? Che ti salta in mente? - si affrettò a negare, balbettando e spalancando gli occhi – come si fa a pensare a queste cose così presto? E poi io nemmeno mi voglio sposare, capito? E i bambini non mi piacciono! Chiaro?» prese a difendersi freneticamente e ad assumere una faccia così buffa da farlo scoppiare a ridere.

«Ok, ok, come vuoi tu! Non ti arrabbiare! - riuscì a dire Matt, ancora tra le risate – ti amo Ashley» le sussurrò poi, abbracciandola e facendole sprofondare il viso nel suo petto, lei si consolò, almeno da lì non riusciva a vederla in faccia e a decifrare le sue emozioni.

«Io invece ti odio!» ribattè convinta, ma le sue mani, che strinsero più energicamente la stoffa della maglietta di Matt in quell' abbraccio, parevano contraddirla.

Le parole dure di Tyler risuonarono per un istante nella testa di Matt, il ragazzo si staccò da lei e le prese le mani, di colpo era diventato serio ed Ashley ebbe il dubbio che avesse preso sul serio la sua ultima affermazione. Si ipnotizzò a guardarlo, in attesa di qualcosa.

«Senti Ashley, c'è qualcosa che devo dirti, volevo farlo da stamattina ma non ne avevo avuto ancora occasione – fu la sua premessa, Ashley si irrigidì appena, sembrava tutto così solenne, all'improvviso l'atmosfera leggera di prima era svanita – vedi, io non ho mai avuto una relazione seria, non so come ci si comporta e non sono esattamente il classico ragazzo romantico da cena al lume di candela e mazzi di fiori, ma questo forse l'avevi già capito – accennò un sorriso, adesso sembrava lui quello a disagio e imbarazzato - non so se dovremmo fissare un giorno in cui festeggiare l'anniversario e probabilmente non utilizzerò mai nomignoli sdolcinati per chiamarti. Per me è tutto nuovo e tu sei così meravigliosa che mi sento come se avessi tra le mani una statua di cristallo troppo delicata per me e ho davvero tanta paura di romperti. É stato anche per questo che non ho avuto subito il coraggio di fermarti e non perchè non ti amavo. - Ashley provò il bisogno di intervenire e dirgli che gli anniversari e i fiori e tutto il resto a lei non interessavano ma Matt le strinse più forte le mani per farle comprendere che non aveva ancora finito di parlare – non posso assicurarti che andrà tutto bene, non posso prevedere quanto durerà la nostra storia, se qualche mese, se anni o se per sempre, ma ti posso giurare che darò tutto me stesso perchè questo non finisca, perchè tu sei la mia pace e la mia serenità e, da quando ci sei, qui dentro c'è un battito nuovo e mi fa stare bene» concluse, prendendole la mano e poggiandosela sul petto, in direzione del cuore.

Ashley rimase a fissarlo senza riuscire a parlare, commossa e colpita nel profondo dalle sue parole, ma si sforzò di farlo perchè lo voleva e non c'era momento migliore per farlo.

«La paura, quella stessa di cui parlavi tu, l'ho provata anche io, perchè finora sono vissuta sempre dentro una bolla sicura, chiusa nelle mie abitudine e nei miei luoghi confortevoli, e pensavo di non essere in grado, di rovinare tutto e non volevo perchè quello che sento per te non l'ho mai sentito per nessun altro – gli confessò, accarezzandogli il viso - ma adesso basta, voglio crescere, ti ho fatto soffrire e non me lo perdonerò mai, ma sento una forza dentro di me e sei stato tu a trasmettermela. In un certo senso è tutto nuovo anche per me e non ho idea di cosa ci aspetta, è come fare un tuffo in un mare profondo ed è terrificante, ma sono pronta se tu mi terrai la mano. Anche io da ora in poi farò il possibile perchè tra di noi funzioni Matt, non sei solo e non lo sarai più.» Ashley tornò a respirare solo dopo aver visto gli occhi di Matt sorridere e rasserenarsi e si perse in un lungo bacio.

«Ti confesso un segreto, visto che qui qualcuno si vergogna di ammettere di pensare al futuro – la provocò, mordicchiandole un orecchio – quella notte che abbiamo passato in spiaggia, quando hai detto che non sapevi se avresti mai voluto dei figli ma che forse, tra molti anni, magari con la persona che amavi, ti sarebbe piaciuto averne – iniziò, poi fece una pausa – ho desiderato essere io quella persona» le rivelò, pareva essere la sera delle confessioni, quindi tanto valeva buttarsi a capofitto.

Ashley sorrise, poi si prese di coraggio, lo guardò negli occhi e parlò a sua volta.

«Ok, sarò sincera anche io. Quella volta, quando ho parlato di quella persona... in realtà pensavo a te» ammise, le sue guance si colorarono comunque di un lieve rossore, meno intenso del precedente.

Sì, forse era presto pensare a tutte quelle cose, immaginarsi tra mesi, tra anni, ma a loro non fregava più nulla. La felicità di essere di nuovo insieme era troppa, incontenibile e quelli erano anche gli effetti che produceva.

«Ora però basta parlare!» lo sorprese lei, provocandogli dei brividi lungo la schiena quando infilò le mani sotto la sua maglietta, passandole sulla sua pelle per sfilargliela del tutto.

«Vuoi farmi morire? Stai attenta a provocarmi o potrei non controllarmi più» le soffiò all'orecchio, mentre con una mano sollevava il suo vestito e stavolta Ashley non l'avrebbe fermato come era successo al bar.

«Non aspetto altro» rincarò la dose, lasciandosi sopraffare dal suo peso e compiacendosi di trovarsi distesa sul letto con lui addosso.

Finalmente non ci fu disperazione nei loro baci o negli abbracci, le loro mani si intrecciavano per poi sciogliersi per accarezzarsi a vicenda, Ashley ricordava perfettamente la sua schiena forte a cui aggrapparsi e Matt la sua pelle morbida e i fianchi rotondi che adorava afferrare.

Si assaporarono con la bocca, con le lingue, e al freddo che li aveva costretti ad avvinghiarsi sotto le coperte si sostituì presto il calore prodotto dai loro corpi, dai movimenti frenetici, dalle spinte sempre più intense, dai loro respiri affannati e dai gemiti, che erano costretti a soffocare coi baci o l'uno sulla pelle dell'altra.

Ma soprattutto stavolta sorridevano, perchè sapevano che, quando avrebbero finito di amarsi avrebbero potuto abbandonarsi al sonno, l'uno tra le braccia dell'altra e non li attendeva l'incombente prospettiva della fine, ma la dolce e reale promessa di un domani, insieme.

  
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