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Autore: Marra Superwholocked    17/11/2016    1 recensioni
Crossover tra P!ATD e Supernatural ("Il demone che voleva diventare cantante" e "Take a chance on me") nonché sequel delle mie ff citate in parentesi.
(Undicesima stagione)
Lucifero è alla ricerca di un nuovo tramite, presumibilmente per vendetta, ecco perché Crowley, il Re, deve temporaneamente lasciare il Trono. Chiederà dunque aiuto a due persone ...speciali, senza aspettarsi che dalla loro collaborazione possa nascere quel qualcosa che chiamiamo Amore.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
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Chapter Five
Against the wall


«Principessa... Principessa!»
«Ti ho detto di non chiamarmi così!» urlò Annabeth al demone di fronte a lei. «Sono Annabeth. Solo Annabeth. Hai capito o devo ficcarti in gola la mia ascia?»
«No, non si disturbi, la prego!» esclamò subito il demone, intimorito fino alla punta dei capelli.
Brendon era poco dietro il Trono, appoggiato allo schinale con un gomito mentre si godeva la scena. Pensò che quella ragazza avesse una doppia faccia stranamente affascinante. Gli venne da sorridere nel vedere l'altro demone sudare.
«Perché sembra che tu sia corso fin qui per annunciarmi il fatto dell'anno?» chiese poi Annabeth al demone. Con le gambe accavallate, sensuali e le braccia accasciate sui braccioli imbottiti del Trono, la Nephilim forgiata dall'anima nera del Re degli Inferi e dall'essenza pura di un angelo del Paradiso sembrava del tutto a suo agio.
«Oh, ecco, sì, in effetti...» balbettò il messaggero.
«Parla» sibilò Annabeth. Gli occhi ridotte a fessure; il sangue reale che le ribolliva nelle vene mentre sentiva le mani animarsi di fiamma viva.
«Si tratta di John Winchester... Annabeth.»
Annabeth si alzò di scatto dal Trono, a Brendon scappò il gomito e per poco non sbattè la faccia sullo schienale, ma lei non se ne accorse. «Cosa? Che succede?» chiese allarmata.
Il povero demone sudaticcio sudò di più. Si tirò il colletto della camicia azzurra del suo tramite per far passare un po' d'aria fresca, ma non sentì miglioramenti. Deglutì e decise di parlare. «È evaso.»


«Non possiamo lasciare l'Inferno, Annabeth!» Brendon continuava a mettersi e a togliersi quel fastidioso cappellino nero dal nervoso. Forse uno dei due doveva comunque rimanere lì. «Tuo padre ci ha affidato un compito!»
«Mio padre non può occuparsi anche di John Winchester! Ha già da cercare Lucifero! E non può venire a saperlo perché significherebbe una delusione, un insuccesso!» Cominciò ad avviarsi verso l'uscita della Sala accennando a Brendon di seguirlo. «Come hai detto tu, mio padre ci ha assegnato un compito, ci ha donato la sua fiducia, cosa non semplice! E ci scappa il Winchester da sotto il naso? No, Bren, questa è una cosa che dobbiamo risolvere noi.»
Brendon si fermò. «Scusa, ma... Mi hai appena chiamato Bren?»
La ragazza millenaria rimase a bocca aperta mentre il diavolo tentatore le sorrideva. «Era per abbreviare» tagliò corto. Fece per andarsene, ma Brendon la prese per un braccio e la spinse contro il muro. Ella sentì la morsa bollente della mano di lui, ma non le importò; una parte di lei voleva che non la lasciasse più. «Dobbiamo... Dobbiamo andare, Brendon» disse sottovoce, ma le labbra carnose di lui la intrappolarono, di nuovo. Tuttavia, questa volta fu un bacio più bagnato.
Brendon infilò quasi aggressivamente la sua lingua nella bocca poco lottatrice di Annabeth mentre le sue mani scivolarono fino a soffermarsi sui fianchi morbidi della ragazza. Avendo le labbra parecchio carnose, egli non fece molta fatica a provocarle un brivido lungo la schiena.
Annabeth si sentì, infatti, tremare le gambe, lo stomaco e – strano a credersi – anche il cervello, ma allo stesso tempo non riusciva a capire bene perché Brendon si comportasse così, perché schiacciasse il suo corpo contro il muro col proprio corpo... A quale scopo? Quando poi egli si staccò dalle sue labbra...
«Sorpresa?» le chiese sfiorandole la punta del naso con il labbro inferiore.
Annabeth annusò involontariamente l'alito dolcemente caldo di Brendon. Si aspettava un odore spiacevole o per lo meno un po' pesante, imbarazzante – essendo un demone, si sarebbe sicuramente preoccupato poco di lavarsi – tuttavia, la sola cosa che riuscì a non fare fu chiedergli di respirare ancora sul suo naso.
«Mi sa di sì» rispose Brendon per lei. «Be', lo ero anch'io quando mi hai chiamato Bren.» Tutto lì; era stata una semplice ...vendetta? Brendon sorrise e si staccò definitivamente da Annabeth dopo una lieve spinta data col bacino, uscendo dalla Sala e lasciandola lì ad ansimare nel tentativo di raccogliere le idee.

   
 
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