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Autore: chia_99    18/11/2016    2 recensioni
'Mi sono reso conto di amarla quando ci urlavamo addosso di tutto, eppure preferivo mille volte litigare con lei che ridere con qualcun altro'
Una notizia sconvolgente metterà a dura prova il nuovo equilibrio che si era appena creato e spingerà Jade a prendere decisioni importanti.
Un futuro che appare sempre più incerto, un presente che non presenta vie d'uscita e un passato da cui non puoi nasconderti perchè tornerà sempre a presentarti il conto.
Nuovi personaggi, nuove vicende e nuovi amori si intrecceranno alla storia dei due protagonisti...
Riuscirà la coppia più improbabile e allo stesso tempo più bella di Victorious a superare gli ostacoli che la vita ha in serbo per loro? Sarà davvero possibile ricominciare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Okay rompi scatole, la lezione è finita, recuperate gli zaini e smammate- dissi io dopo aver terminato un'altra lezione di canto.
-Sei sempre così gentile, Jade?- mi chiese Spencer scendendo le scale.
-Ti importa qualcosa?- risposi acida.
Spencer sbuffò e andò ad aprire la porta, dove fuori c'erano diversi genitori venuti a prendere i loro figli.
Se ne erano andati tutti tranne Luke, il padre mi aveva avvisato che sarebbe arrivato dieci minuti dopo, a quanto pare faceva un lavoro abbastanza importante.
Il bambino si sedette sul divano e io mi avviai verso la cucina, dove Spencer stava preparando la cena.
-Che buon profumino- dissi con l'acquolina in bocca.
-Come mai ti sei già messo ai fornelli? E soprattutto perché stai cucinando così tanto? Non siamo mica un esercito- commentai.
Quella sera i, Freddie e Marissa mangiavamo a casa Shay dato che eravamo stati invitati. Era stato difficile convincere Marissa, che continuava a ripetere che Spencer ci avrebbe avvelenati, ma alla fine io e Freddie riuscimmo a farle cambiare idea.
-Beh... Sai che Diane è partita, no?-
-E tornerà domenica, si … me lo hai detto almeno una quarantina di volte-
-Domenica la dovevo portare a pranzo, ma alla fine ho deciso di invitarla qui,così le faccio conoscere Carly e io conoscerò la sua sorellina, Riley- disse senza distogliere lo sguardo dal sugo che stava mescolando.
-E tutto questo cosa c'entra?-
-Voglio fare bella figura... così ho deciso di seguire un corso di cucina online e di sperimentare nuove ricette-
-Fammi capire ... in pratica sta sera, saremo le tue cavie?-
-Se la metti così, si-
Stavo per rispondere quando sentii tirarmi per la manica della giacca.
Mi voltai abbassando lo sguardo e notai la piccola figura di Luke che stava cercando di attirare l'attenzione.
Lo fissai alzando un sopracciglio, mentre sentivo Spencer dietro di me borbottare qualcosa a proposito del fatto che il sugo fosse troppo salato.
-Jade... oggi mi viene a prendere mio papà- disse saltellando felice.
-E poi mi porta a lavoro con lui-
Io alzai le spalle.
-E allora?-
-Mi piace un sacco andare nel suo ufficio, lui fa un lavoro bellissimo... fa i cd...-
-Cosa?-
-Si ... lui fa i cd dei cantanti-
-Intendi forse dire che fa il produttore discografico?-
-Si quello... mio padre é Nick Handerson-
Fissai incredula il bambino e poi mi voltai verso Spencer che evidentemente stava pensando la stessa cosa.
-Tuo padre è quel Nick Handerson? Quello che ha prodotto i CD dei più famosi cantanti americani?-
-Proprio lui-affermò convinto.
-Ma... aspetta un secondo quello che viene a prenderti quando non c'è tua mamma non è Nick Handerson-
-No, lui è mio fratello Oliver... signore comunque qualcosa sta andando a fuoco-
Ci girammo verso i fornelli dove effettivamente delle fiamme si stavano alzando dalla padella con il sugo.
Alzai gli occhi al cielo mentre Spencer tentava di spegnere l'incendio e Luke guardava la scena come divertito.
-Sai che ti dico,Jade? Vado al supermercato a comprare gli spaghetti e sta sera vi cucino gli spaghetti tacos- disse mentre posava sul tavolo lo straccio con cui aveva spento il fuoco.
Io risi al pensiero della faccia della signora Benson davanti ad un piatto di spaghetti tacos.
Spencer afferrò la giacca e uscì.
Luke iniziò a ridacchiare contagiando anche a me.
-Jade, prima che mi dimentichi... ho una cosa per te- disse tirando fuori dallo zaino un cioccolatino 'Baci Perugina'.
Io lo presi un po' titubante guardandolo imbarazzata.
-Grazie- balbettai.
Lui mi abbracciò.
-Ti voglio tanto bene, Jade-
Io rimasi un po' spiazzata, ma poi ricambiai l'abbraccio accarezzandogli i capelli biondo cenere.
Dopo un po' mi staccai dall'abbraccio.
-Luke … ma perché me lo hai portato?- chiesi alludendo al cioccolatino.
-L'altra volta mi hai detto che non hai un ragazzo, ma che sei stata o forse sei innamorata, così ho pensato che magari questo ti poteva far sorridere e farti dimenticare di lui-
-Lui chi?-
-Il ragazzo per cui sei triste...-
-Non sono triste-
-Non è vero... i tuoi occhi sono tristi- disse fissandomi con due occhioni neri come la pece.
In quel momento qualcuno bussò alla porta ed entrò un uomo alto, calvo e con il pizzetto.
Aveva due occhi color cioccolato e indossava una specie di divisa.
Luke gli corse incontro.
-Ciao Ash-
-Ciao campione- disse battendogli il cinque.
-Asher lei è Jade, Jade lui è Asher il nostro autista-
-Piacere- mi sorrise lui.
-Salve... Va bene allora ciao Luke-
Lui si avvicinò a me.
-Posso dirti una cosa segreta?-
Io annuii abbassandomi alla sua altezza.
-Non dire a Paige del cioccolatino,d'accordo?-
Paige era una bambina ricca, viziata e vanitosa che frequentava le lezioni.
-Perché?- chiesi curiosa.
-Potrebbe ingelosirsi, sai lei é la mia fidanzata- diventò tutto rosso e poi mi scoccò un bacio sulla guancia.
Io risi e gli scompigliai i capelli.
-Ciao piccolino- dissi in un tono quasi dolce, che non pensavo di saper usare.
Una volta che se ne furono andati, controllai l'orologio. Freddie non era ancora arrivato, stava studiando per il compito di storia dell'indomani, era proprio un secchione,così per ingannare il tempo nell'attesa che tornassero i due fratelli Shay e arrivassero Freddie e Marissa, raccolsi alcuni spartiti che avevo usato quel giorno e canticchiai una canzone che stavo componendo.
All'improvviso le porte dell'ascensore si aprirono, mi voltai di scatto, non era possibile che Spencer fosse già tornato.
Davanti a me c'erano Luke e Nick Handerson.
Nick era un uomo alto ed elegante, aveva i capelli brizzolati e la barba perfettamente curata, gli occhi erano identici a quelli del figlio.
Alcuni fogli mi caddero dalle mani.
-Mi scusi signorina,ma mio figlio ha insistito perché la conoscessi, piacere Nick Handerson-
-Il piacere è tutto mio signor Handerson- dissi stringendogli la mano.
-Oh per favore, chiamami Nick..allora Jade ti ho sentito cantare, Luke ha ragione hai una bellissima voce-
-Grazie- dissi abbassando lo sguardo.
-Come mi ha sentito?- chiesi poi stupita.
-Sono venuto 3 mesi fa ad uno spettacolo della Hollywood Arts o almeno mi sembra che il nome sia quello.. comunque ti avevo sentito cantare lì, la tua voce mi aveva impressionato, così mi sono segnato il tuo nome con lo scopo di contattarti, appena Luke mi ha detto il tuo nome mi sono ricordato, avevo dato alla mia assistente il compito di contattarti, ma deve averlo dimenticato... In ogni caso la 'New Stars' sta cercando nuovi talenti da lanciare nel mondo musicale, che ne pensi di fare un provino?-
-Un provino? Io?-
-Si proprio tu,ultimamente abbiamo sentito diversi ragazzi, ma nessuno che ci abbia convinto del tutto, così pensavo... sempre se ti va-
Nick Handerson mi stava proponendo un provino per la sua casa discografica, un'occasione che capitava una sola volta nella vita...
-Signor Handerson... o meglio Nick, sono onorata della sua proposta, ma...- mi toccai la pancia.
-C'è qualche problema?- chiese lui.
-Tanti... io sono incinta... in questo momento ho così tanti problemi e pensieri che non posso proprio pensare alla mia carriera- dissi abbassando la testa, mi sarei pentita sicuramente di tutto questo, ma per il momento davvero fare la cantante era l'ultimo dei miei pensieri.
Lui scosse la testa.
-Capisco... Jade sei giovane e posso immaginare che stai affrontando una situazione difficile, ma pensa a questo: é un'occasione unica per te, uno di quei treni che passano una sola volta nella vita-
-Lo so ma... - dissi fissando la mia pancia.
-Per noi non è affatto un problema che tu aspetti un bambino, a noi interessa solo la tua voce e la tua musica, per il resto ne possiamo discutere con calma-
Io rimasi in silenzio, mordendomi il labbro inferiore.
-Senti facciamo così, io non ho fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve e pensaci bene, ti lascio il mio biglietto da visita... chiamami quando vuoi o vieni direttamente nel mio ufficio,d'accordo?- disse porgendomi un bigliettino dove erano segnati il numero di telefono e l'indirizzo della casa discografica.
Li osservai uscire da casa Shay e mi sedetti sul divano tenendo la testa tra le mani.
Potevo avere l'occasione di lavorare per la 'New Stars', un altro al posto mio non ci avrebbe pensato due volte, eppure la mia vita era così complicata... come potevo pensare alla carriera in quel momento... Tutto era fottutamente complicato e io non sapevo più che fare.








-Cosí Robbie l'ha baciata e lei è scappata, eh?- ridacchiò Chloe.
Eravamo appena usciti dalla casa famiglia e stavamo andando a mangiare una pizza.
-A quanto pare- dissi io alzando le spalle.
-Chloe tra due sabati io e i ragazzi andiamo in discoteca, un cugino di Andrè fa il Dj e ci fa entrare gratis, vieni?-
-Ti risulta che abbia altro da fare? Peggio di una zitella sono diventata-
-Lo prendo come un si?-
Lei mi guardò come a dire 'C'è bisogno di chiedere'.
-Guarda Beck- disse ad un certo punto indicando un parco giochi.
-Cosa? Intendi dire quel parco giochi?- chiesi un po' confuso.
-Non è quel parco giochi, è il parco giochi... su andiamo- disse prendendomi per mano e correndo verso le altalene.
Era uno di quei parco giochi vecchi, c'era uno scivolo di legno, un dondolo tutto scrostato e infine le altalene, le catene ormai erano arrugginite e i sedili erano di un colore indefinito.
Mi misi dietro Chloe e iniziai a spingerla, lei iniziò a ridere contagiando anche a me.
Dopo un po' iniziò a rallentare e si fermò.
-Sembriamo due bambini- disse soffocando le risate.
-‘Sembriamo’- tossii io.
-Simpatico-
-La verità Chloe è che da bambini si ha troppa fretta di crescere e da grandi si vorrebbe solo tornare bambini. Tu fai benissimo a vivere così … senza pensare, usando solo l'istinto, come i bambini, che non hanno paura di avvicinarsi troppo al fuoco. Quando si diventa grandi si pensa troppo, si ha paura di scottarsi, a prevalere è sempre la razionalità e mai l'istinto. Il risultato è che si perdono tante opportunità. Se tutti fossero come te, se tutti tornassimo bambini, ci sarebbero più ginocchia sbucciate e meno cuori infranti- dissi io.
Improvvisamente il suo viso si fece serio, così mi sedetti sull'altalena libera accanto alla sua.
Conoscevo quello sguardo, stava pensando a qualcosa di doloroso, di cui preferiva non parlare, ma che allo stesso tempo voleva raccontare a qualcuno, per liberarsi di quel peso.
-Quando ero piccola venivo sempre qui con mio papà... mi faceva sedere su quest'altalena e iniziava a spingermi. Un giorno andai forse un po' troppo in alto e iniziai a piagnucolare, lui mi prese in braccio e mi disse 'Ci sono io con te, non aver paura, andrà tutto bene'.
È l'unico ricordo che ho di lui.
È assurdo, no? Se ne è andato, mi ha lasciato sola, eppure vorrei rivederlo, anche solo una volta, anche solo per urlargli un'vaffanculo'- sospirò e continuò a raccontare.
-Sono tornata un sacco di volte in questo parco... vedevo tanti bambini cadere e i loro papà che andavano a consolarli, ma se io fossi caduta, chi mi avrebbe consolato? Così ho promesso a me stessa che non sarei mai caduta, che non mi sarei mai sbucciata il ginocchio... e ora guardami ho 18 anni e mi sono sbucciata il cuore e l'unico che potrebbe metterci un cerotto sopra e dirmi che andrà tutto bene è a chilometri da qui- concluse lei fissando il cielo.
-Non posso dirti che andrà tutto bene Chloe, non posso mettere un cerotto sul tuo cuore, però, come ti ho già detto, qualsiasi cosa accadrà io sarò con te-
Lei mi fissò, i nostri sguardi si incrociarono. Riuscivo quasi a specchiarmi in quegli occhi grandi e di un colore indefinito che ormai avevo imparato a leggere perfettamente.
-Sei la seconda persona a cui racconto questa storia... per me è importante, questo posto è importante. Ci vengo ogni volta che sto male, mi siedo qui e ricordo a me stessa di essere forte-
Restammo in silenzio per qualche minuto, si sentiva solo il vento che muoveva le foglie.
-Adesso ... vuoi vedere che arrivo più in alto di te?- disse mentre una massa di capelli blu le copriva il viso.
-Un'altra sfida?-
-Già… e a proposito, devi ancora un drink a me e Cat-
-Questa volta però vinco io- dissi facendole l'occhiolino.
L'altalena iniziò a cigolare pericolosamente. Improvvisamente sentii una goccia sulla mia fronte.
-Chloe sta piovendo-
-Potevi inventarti un'altra scusa, se sei stanco basta dirlo, nonnino- mi canzonò lei.
-No seriamente sta piovendo-
Non finii la frase che una leggera pioggia iniziò a scendere dal cielo.
Chloe si alzò dall'altalena e iniziò a correre, si fermò allargò le braccia e mi disse:- Non trovi che non esista niente di meglio della pioggia?-
-Avrei qualcosa da ridire su questo, adesso andiamo prima di prenderci una bronchite-
-Come sei pessimista, guarda là- mi disse lei indicando un punto del cielo.
-Cosa?-
-Non vedi? È azzurro, questo acquazzone durerà al massimo dieci minuti, possiamo ripararci lì sotto- disse indicando lo scivolo.
-Tu sei pazza- ripetei per l'ennesima volta da quando la conoscevo.
Ci sistemammo sotto lo scivolo in attesa della fine della pioggia, riuscivo a sentire il suo respiro: aveva il fiatone.
-Vedi a fumare cosa si ottiene, puffo?-
-Chiudi il becco capellone- disse tirandomi una ciocca di capelli.
Era davvero buffa: aveva i capelli fradici e tutto il trucco sbavato.
-Sembro un panda, lo so, non c'è bisogno che mi fissi-
Mi voltò le spalle cercando di pulirsi il nero sulle guance.
Io mi avvicinai.
-Girati dai, stai facendo peggio così- dissi passando un lembo della mia felpa sul suo viso.
-E comunque sei bellissima- sussurrai al suo orecchio, quasi come fosse un segreto, lasciando che quelle quattro parole si perdessero nell'aria che profumava di pioggia e desiderando che quel momento non finisse mai.
‘How long is forever?’
‘Sometimes, just one second’




*MY SPACE*
Queridas! I’m back! Allora questo è uno dei miei capitoli preferiti! So che non vi interesserà ma voglio raccontarvelo lo stesso … Un mese fa siamo andati in gita a Bergamo e dato che aspettavamo il pullman i miei professori ci hanno portato in un parco giochi … la cosa incredibile è che abbiamo iniziato a giocare tutti insieme, senza gruppetti, senza critiche, senza litigi, come fanno i bambini ... questo eravamo, diciassettenni bambini. Credetemi … era da tanto che non mi divertivo così tanto! Così mi è venuto in mente di scrivere questo capitolo e spero che vi sia piaciuto!
Grazie a tutti, boa tarde!
Beijos, Chiara <3

p.s Non ho idea di chi sia Nick Handerson, ma secondo me è il nome giusto per un produttore!
   
 
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